giovedì 29 novembre 2018

A braccio...

(...la dichiarazione di voto di ieri. Potreste leggerla al posto suo, nei resoconti di seduta, ma lì non potreste commentarla. Qui sì. A proposito: alle migliaia di persone che ci hanno inondato di lettere tutte sostanzialmente identiche a proposito di un problema che le affliggeva vorrei dire che le ringrazio perché evitano di inondarci di lettere ugualmente identiche per ringraziarci di averlo risolto. Non lo abbiamo fatto perché ci hanno inondato di lettere, ma perché pensavamo che fosse giusto farlo. Quindi lo avremmo fatto anche se l'inondazione non ci fosse stata....)


BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, gentili colleghi, ho accettato con gratitudine l'incarico del Capogruppo di esprimere la dichiarazione di voto del mio Gruppo sul decreto-legge fiscale: un provvedimento che ho accompagnato nel suo percorso in VI Commissione al Senato.
Ringrazio i colleghi che hanno generalmente espresso un apprezzamento per il modo con cui abbiamo cercato in quella sede di dare alle nostre opposizioni la possibilità di esprimere il loro contributo.
Voglio anche esprimere un ringraziamento non di circostanza agli Uffici, che ci hanno aiutato nel compito complesso di affrontare un provvedimento che, per le sue sfaccettature, necessitava di un supporto consistente, anche sotto il profilo tecnico. (Applausi del senatore D'Alfonso).
Quando mi sono affacciato al mondo della politica, l'ho fatto portando con me le parole di un amico, Giorgio La Malfa, che mi aveva detto che questa esperienza mi avrebbe arricchito culturalmente. Credo che volesse dirmi che avrei visto tante cose strane. In effetti, questo, in qualche modo, sta succedendo. Una l'ho vista oggi, quando mi sono sentito rimproverare la mancanza di autonomia valutativa dall'erede del partito che ha eretto a sistema il metodo del centralismo democratico. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Questa è stata per me una sorpresa e per discolparmi, in un certo senso, da questa accusa, e anche perché - devo dire - il mestiere di Presidente di Commissione che sto provando ad apprendere è piuttosto impegnativo, per dare prova di autonomia, se non valutativa quantomeno discorsiva, non ho con me un foglio (perché non ho avuto il tempo di scriverlo, essendo tante le questioni da affrontare).
Voglio quindi soffermarmi, con spontaneità, sincerità e con lo spirito di confronto che ha caratterizzato un po' tutta la genesi del provvedimento in Commissione, su tre punti che mi sembrano essenziali, sui quali mi piacerebbe veramente che, posatasi la polvere e attenuatisi i toni, che sono necessariamente accesi in Assemblea, si possa riflettere con calma. Un punto è il contesto; un altro è il metodo e un terzo punto sono i contenuti.
Il contesto nel quale questo decreto-legge nasce è stato evocato dalla collega Conzatti, relatrice di minoranza, facendo, però, riferimento alle informazioni giornalistiche degli ultimi giorni e delle ultime settimane, che dipingono un'Italia completamente allo sbando; un Paese sull'orlo della bancarotta per colpa di noi, i barbari. Vi proporrei, tuttavia, un esercizio diverso.
Per apprezzare il tipo di operazione che è stata fatta con questo decreto-legge, vi proporrei di allargare un po' lo zoom e magari di non rifarci alle fonti della stampa, che necessariamente esprime un ampio ventaglio di opinioni, ma, come sapete, citando - visto che qualche giorno fa abbiamo commemorato un grande classico del nostro cinema - un classico del cinema statunitense, l'ispettore Callaghan, le opinioni ognuno ha le sue. Io vorrei piuttosto soffermarmi sui dati - guardiamo cosa ci dicono - secondo cui ci vorranno ancora cinque anni perché il livello del reddito in Italia ritorni a essere quello pre-crisi. Questa frase ve l'ho già detta in altre circostanze, quindi rischia di diventare un ritornello un po' stantio. Per arricchirla di icasticità, mi sono permesso di mettere il grafico sul mio blog così chi vuole può andare a vederlo, sta lì.
Ci vorranno altri cinque anni, e questo non significa che fra cinque anni la crisi sarà finita: significa che fra cinque anni avremo quindici anni di ritardo sulla nostra storia. Significa che, nella storia del prodotto interno lordo di questo Paese, la crisi appena terminata ha aperto una cicatrice che si vedrà per i prossimi secoli, se qualcuno fra secoli avrà voglia di registrare ancora il PIL come oggi lo concepiamo.
L'evento nel contesto del quale ci muoviamo in termini economici ha la dimensione di un evento bellico. Questo per dire che, quando sento porre questioni pregiudiziali rispetto all'urgenza d'intervenire in campo fiscale, non posso resistere alla tentazione di considerare queste eccezioni come strumentali o come derivanti da un non completo apprezzamento della tragicità della situazione nella quale siamo, della drammaticità della situazione del nostro Paese. Questo per il contesto.
Vorrei ricordare che altri Paesi, i quali a differenza di noi non hanno ritenuto di fare i primi della classe obbedendo a tutte le regole dettate dai loro concorrenti, hanno già raggiunto - e anche questo lo trovate oggi sul mio blog - il sentiero di crescita di lungo periodo. Fra il sentiero di crescita pre-crisi e quello sul quale siamo adesso c'è un gap di 400 miliardi di euro, che non so se riusciremo mai a recuperare. Teniamo conto di questo quando parliamo di un atteggiamento condonistico.
Vorrei poi intervenire brevemente sul metodo, dopo aver individuato il contesto. Ci è stato detto che quello in esame è un provvedimento omnibus, che non era il sedime normativo adeguato. Peraltro devo dire, a titolo di cronaca, che per me è stato, è tutt'ora e sarà un grande piacere avere come Capogruppo del PD in Commissione finanze il senatore D'Alfonso, del quale anche in questa sede abbiamo potuto apprezzare l'eloquenza, che comunque è sempre pregna di contenuti e ci permette di approfondire l'analisi. Egli ha parlato di sedime normativo inadeguato. Beh, io non desidero fare il facile gioco di dire che avete cominciato voi, però voglio notare che nelle pieghe del provvedimento in esame, che era molto complesso, siamo dovuti intervenire anche perché c'è una storia di provvedimenti di struttura presi in un sedime normativo inadeguato. Noi abbiamo cercato di rimediare ad alcune criticità emergenti da riforme del credito fatte per decreto-legge, senza una necessaria adeguata attività istruttoria ed eccependo un'urgenza che in quei casi invece non c'era. Infatti, se prendiamo ad esempio il comparto del credito cooperativo e andiamo a vedere cosa ne dicono le relazioni della Banca d'Italia, noteremo che da nessuna parte emerge una necessità ed un'urgenza d'intervento complessivo in quel comparto. E quando poi si interviene sull'onda di una emotività o di circostanze contingenti, accadono cose come quella che abbiamo dovuto gestire nel provvedimento in discussione. Non so se fosse la sede opportuna per affrontare il tema, ma vi ricordo che una riforma, quella delle banche popolari, adesso è sub iudice alla Corte di giustizia dell'Unione europea per il semplice motivo che qualcuno ha riflettuto sul fatto che neanche i regolamenti europei sono così draconiani da prevedere che chi affida i propri risparmi a un istituito non venga rimborsato mai, che è l'interpretazione data qui in Italia di una regola europea. Ci sarebbe quindi da aprire anche un dibattito sul metodo, su questa nostra velleità di applicare sempre ciò che viene dall'estero in modo estremamente penalizzante per noi stessi. Fino a che noi non apriremo un dibattito sereno - e lo chiedo in questo senso all'opposizione di sinistra - su questo tema, qualsiasi richiamo a regole esterne verrà visto dai nostri concittadini, dai lavoratori italiani, più come una volontà di aggressione nei loro riguardi, che come una volontà di aderire a un progetto di ordine superiore. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Questo, se posso sommessamente dirvi dal mio punto di vista, che è settoriale, limitato, di avversario politico, è il principale problema che dovete risolvere.
Passando ai contenuti, perché noto che mi devo avviare alla conclusione (ma in questa sede sul serio perché non è come nelle conferenze dove poi si parla per mezz'ora), ci è stato detto che noi, con misure condonistiche, avremmo in qualche modo intaccato ed eroso il patto sociale. Occorre però ragionare su quale riteniamo sia lo scopo della vita. A mia figlia a scuola hanno insegnato che gli articoli più importanti della prima parte della Costituzione sono il decimo e l'undicesimo, perché sono quelli che ci hanno consentito di entrare in Europa. Questo le è stato detto, poverina. Io non l'ho contestato, perché per carità! Non sia mai per me entrare nei percorsi didattici degli insegnanti. Però anche l'articolo 3 non è male. Lo vogliamo leggere insieme? «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Ce lo ricordiamo. L'austerità, intaccando questi inderogabili doveri di solidarietà, ha messo, quella sì, a rischio il patto sociale del Paese.
E che al termine di un periodo in cui abbiamo visto aumentare i poveri si ricorra a interventi di rottamazione che, a differenza dei precedenti, sono più accessibili (perché prevedono una maggiore dilazione delle rateizzazioni), quindi offrono un effettivo ristoro, non mi sembra che ci possa essere imputato come una grave violazione del patto sociale o come un aggiramento dei doveri che il contribuente ha nei riguardi dello Stato.
Dobbiamo capire a che punto siamo: siamo in una situazione di estrema, tragica recessione, della quale - ahimè - non riusciamo a vedere effettivamente la fine. E proprio per questo motivo riteniamo parlando di una cosa della quale qui oggi non si tratta - che l'impianto espansivo della legge di bilancio abbia una piena legittimità di essere e possa contribuire a risolvere il problema.
È per questi motivi che dichiaro il voto favorevole del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).






(...nota: io però ho dettp Psdàz, con l'accento sulla "a"...)

(...avrei avuto delle cose un po' più strutturate da dire circa il provvedimento, ma siccome rigore è quando arbitro fischia e legge è quando esce in Gazzetta, prima portiamo a casa, e poi commentiamo. Non me ne vogliano gli operatori informativi: un modo per tutelarsi dalla loro tanto inesausta quanto certamente involontaria attività distorsiva è mantenere un minimo di décalage rispetto a quello che loro chiamano il "notiziabile": qui lo abbiamo sempre fatto, per metodo, e non sussistono motivi per deflettere proprio ora da questa bestpràctis...)

37 commenti:

  1. Buon pomeriggio Senatore,

    ho l’impressione che il livello medio di preparazione dei parlamentari attualmente in carica sia leggermente superiore a quello di chi li ha preceduti. Credo dipenda in gran parte dal ribaltamento dei rapporti di forza avvenuto tra le due legislature.

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  2. Impeccabile, come sempre.

    Un abbraccio, caloroso.

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  3. breve riassunto personale per le future generazioni: col matteo "di sinistra", dicembre 2014, sono stato licenziato (con contratto a tempo indeterminato). dopo 4 anni di precarizzazione, col matteo "di destra", dicembre 2018, sono stato riassunto (con contratto a tempo indeterminato). riassumo meglio: col matteo di destra fui licenziato, col matteo di sinistra sono stato riassunto. è un breve ma bel riassunto. Grazie, Professore!

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  4. Licenziato a gennaio con Gentiloni a palazzo Chigi ,spero ora di seguire la parabola di Vecchioleviatano o di andare in pensione a fine naspi con 37 anni di contributi e 63 di età.Ma con questo commento voglio lodare, con grande entusiasmo, il richiamo ,da Lei fatto ,dell' articolo 3 della Costituzione:è il fine per il quale la sovranità popolare viene esercitata .Infine aggiungo una considerazione amara,non c'è nella mia città ,Ancona una strada ,piazza ,vicolo intitolati all' autore dell' articolo 3,Lelio Basso,mentre c'è una piazza intitolata al fondatore del Rotary club Paul Harris,accanto all' Hotel Passetto dove Lei ha tenuto un' iniziativa per le comunali dello scorso giugno,assieme al suo collega Toni Iwobi.

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  5. Intervento da applausi senza perdere il filo del ragionamento e a braccio per giunta, con un argomentare comprensibile anche ai neofiti di economia e poi quel riferimento all'3 della Costituzione che avrà certamente creato un certo scompiglio fra i banchi di quella parte che ancora si ostina a occupare il lato sinistro e che spettacolo dev'essere stato ammirare i loro volti adirati spiazzati da un'analisi così concreta e reale della situazione italiana;un tempo un grande pensatore scrisse qualcosa che recitava così:"analisi concreta della situazione concreta",ora finalmente qualcuno se la ricorda, bravo bravo professore.

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  6. Gran bel lavoro in Commissione, gran bel discorso in Aula.
    Io sono convinto che, parlandoci con la ragione dei dati accompagnata da un'immensa passione e amore per il nostro Paese, riuscirà a far riflettere anche molti membri dell'opposizione su quelli che sono oggettivamente i bisogni di questo Paese.
    Sono sereno nel saperla lì.

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  7. "Ci sarebbe quindi da aprire anche un dibattito sul metodo, su questa nostra velleità di applicare sempre ciò che viene dall'estero in modo estremamente penalizzante per noi stessi. Fino a che noi non apriremo un dibattito sereno - e lo chiedo in questo senso all'opposizione di sinistra - su questo tema, qualsiasi richiamo a regole esterne verrà visto dai nostri concittadini, dai lavoratori italiani, più come una volontà di aggressione nei loro riguardi, che come una volontà di aderire a un progetto di ordine superiore."

    Spero che, su questo principio, alla Camera riescano ancora a fare in tempo per rimediare al disastro annunciato della e-fattura.

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    1. Allora a sperare siamo almeno in due, ma non credo che basterà.

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  11. L'inondazione di lettere (di cui ignoro il contenuto) dovrebbe essere una benvenuta interlocuzione con i cittadini da parte di un rappresentante parlamentare degli stessi.

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    1. Ma potrebbe anche essere un mail bombing stupido e controproducente, perché distoglie l’attenzione da comunicazioni più rilevanti rispetto al sentirsi dire per la millesima volta una cosa che sai, no?

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  12. Avanti così: e al primo gennaio mancano 31 giorni, festività comprese. Il governo è seduto su una polveriera ereditata da quello precedente (secondo me, unendo i vari puntini e proiettando il combinato composto delle possibili conseguenze, è addirittura un problema di sicurezza nazionale) e temo non se ne stia minimamente rendendo conto.

    http://www.quotidianofisco.ilsole24ore.com/art/accertamento-e-contenzioso/2018-11-29/i-paradossi-sdi-dall-integrazione-due-operazioni-210505.php?uuid=AEUkCtpG&cmpid=nlqf

    I paradossi dello Sdi: dall’integrazione due operazioni
    di Raffaele Rizzardi
    La fatturazione elettronica, ai fini dei controlli cui è demandata l’amministrazione finanziaria, altro non è che uno spesometro continuo, con una rilevante differenza. Gli spesometri sono due, quello relativo alle fatture emesse dal fornitore e quello relativo alle fatture ricevute dal cliente, da cui la necessità di incrociare i due elenchi per porre in evidenza eventuali difformità. La fatturazione elettronica, invece, è un flusso univoco generato solo dal fornitore, che – attraverso il passaggio dal sistema di interscambio – viene acquisito dal cliente senza che possano più esistere differenze tra mittente e destinatario. Ne consegue che la fattura emessa indicando un destinatario errato ed estraneo al rapporto con quel fornitore non può – a differenza della procedura verso la pubblica amministrazione – essere respinta dal destinatario, il quale dovrà attivarsi (extra SdI, § 6.2 del provvedimento 30 aprile 2018) con il fornitore, che deve a questo punto emettere una nota di variazione per stornare la fattura errata. Vengono peraltro i brividi al pensiero della veicolazione automatizzata di queste fatture per operazioni di fatto inesistenti, che il sistema carica sulla posizione del destinatario, il quale potrebbe erroneamente esercitare il diritto di detrazione per mera negligenza di non aver controllato il flusso in entrata. La centralità della posizione del fornitore trova il fondamento nell’articolo 26 della legge Iva: solo chi ha emesso la fattura può ridurne l’imponibile e/o l’imposta.
    In questo contesto meritano ulteriori approfondimenti alcune recenti affermazioni verbali dell Entrate. La prima riguarda la nota di variazione elettronica emessa nel 2019 a fronte di una fattura tradizionale del 2018. La risposta, pubblicata sul «Sole» il 13 novembre parla del contribuente che «dovesse emettere una nota di variazione nel 2019 di una fattura ricevuta nel 2018». Ma, tornando ai criteri generali e all’articolo 26 legge Iva, la nota di variazione può riguardare solo fatture emesse, cioè può essere fatta e immessa nello SdI solo dal fornitore e non dal cliente. Un analogo problema “direzionale” del flusso riguarda l’integrazione con imponibile e Iva della fattura emessa in reverse charge interno. La circolare 13/E/ 2018, § 3.1, ribadisce la non modificabilità della fattura immessa dal fornitore, così che questi dati ulteriori vanno indicati dal cliente in «un altro documento, da allegare al file della fattura». Questo tema viene ripreso nella risposta pubblicata sempre il 13 novembre, ove si fa richiamo a questa circolare, ma poi si afferma che questo documento, per consuetudine chiamato autofattura, “può” essere inviato allo SdI, anche ai fini di usufruire del servizio gratuito di conservazione elettronica offerto dall’Agenzia. Ma se andiamo al provvedimento del 30 aprile 2018, la causale autofattura “TD20” nei rapporti interni può essere usata solo come autofattura-denuncia, nel caso in cui il fornitore non abbia emesso la fattura entro i 4 mesi successivi alll’operazione. Questo input è di tutta evidenza: il fornitore non ha caricato la vendita nello SdI, lo fa il cliente. Ma se a fronte di una fattura caricata dal fornitore in reverse charge anche il cliente carica una autofattura, il sistema rileva due operazioni.

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    1. Siamo alla follia.
      Durante un convegno avevo chiesto, a un autorevole divulgatore di un autorevole quotidiano economico, come avrei dovuto comportarmi in caso di ricevimento di una fattura elettronica "inesistente" (emessa da fornitore a me sconosciuto), nell'ipotesi in cui l'emittente della fattura in questione si rifiutasse di stornarla con una nota accredito.
      Mi è stato risposto di emettere io una nota di addebito a storno.
      Dunque, a fronte di una fattura inesistente ricevuta, dovrei emettere io una nota di addebito IVA inesistente.
      E magari tutte e due inserirle in contabilità (falso e doppio falso, altroché occhio, prezzemolo e finocchio).
      Avanti di questo passo!

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  13. Aldilà dei contenuti (daje Prof.!), mi devo complimentare con il Senatore Cimaglia!
    Sovente si vedono parlamentari fare dichiarazioni in aula leggendo un foglietto con pessima dizione.
    È comprensibile che certe persone possano (anche in ragione del loro percorso professionale) non sentirsi a proprio agio nel declamare un discorso in pubblico con tempo contingentato.
    Sono convinto che ci possano essere ottimi parlamentari dotati di scarse capacità oratorie; però ascoltare un intervento declamato con eleganza e ottimo linguaggio rende onore al troppo spesso bistrattato parlamento!
    Il Prof. ha ripetuto sovente che nel 2011 iniziò la sua opera di divulgazione anche per difendere l'onore della professione economica; credo che nel 2018 stia difendendo l'onore del ruolo di parlamentare: forse questa è opera ancor più meritoria.

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  14. Al di là del contenuto del provvedimento, che già basterebbe, è sempre un piacere vederla farsi vindice, che in punta di fioretto dà ai sepolcri imbiancati e alle ipocrite pile di sterco dell'asinistra quello che si meritano: calci nei denti.
    Un presidente di commissione dall'esposizione curiale e suadente, ma il morso resta quello del cobra.

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  15. P.S. tra le varie cessioni di sovranità forse occorre iniziare a considerare anche i principi contabili OIC e IAS/IFRS, (questi ultimi emanati dallo IASB - International Accounting Standards Board) in relazione ai quali il potere legislativo ha delegato a questi organismi la formazione dei principi contabili sui quali viene determinato l’imponibile fiscale delle imposte dirette dei redditi d’impresa.

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    1. Da consulente tributario ricordo che i principi contabili, sia nazionali che internazionali, non possono confliggere con la norma del codice civile, né con il Tuir (Testo Unico delle imposte sui redditi).
      I principi contabili sono importanti indicazioni tecniche, periodicamente aggiornate, che possono rappresentare ed è giusto che lo siano un riferimento tecnico, ma non una norma cogente.
      Inoltre, viste le molte politiche di bilancio applicate in Italia, in primis dalle multinazionali che evadono a più non posso, la funzione dei principi contabili viene ulteriormente ridimensionata.

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    2. La ringrazio moltissimo per il suo intervento. Ho scritto sulla base della mia esperienza personale: purtroppo molti suoi colleghi utilizzano i principi contabili come una clava per martellare il cliente... farò tesoro della sua indicazione.

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  16. Il riferimento all'articolo # 3 è maestoso ed è la prima volta che lo sento citare. Dovrebbe essere appeso nelle aule delle scuole, dalla prima elementare in poi.

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  17. Il riferimento all'articolo # 3 è maestoso ed è la prima volta che lo sento citare. Dovrebbe essere appeso nelle aule delle scuole, dalla prima elementare in poi.

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  18. Non avevo ancora letto il testo originale del "Manifesto di Ventotene "Per un'Europa libera e unita"
    Ventotene, agosto 1941" !

    Mi colpiscono in particolare queste parole :

    " Comunque camuffata, la realtà sarebbe sempre la stessa: una
    rinnovata divisione dell'umanità in Spartiati ed Iloti “.

    Anche oggi,in questa Ue,si assiste al camuffamento della realtà umana e sociale : resta la grande massa degli ILOTI !

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  19. Grazie molte Alberto per aver postato questo bell'intervento in Senato su Goofynomics. Tocca ascoltare senatori della Lega per sentire dire qualcosa di sinistra..Grazie anche per il post precedente sulla dinamica della serie storica del PIL italiano. Essendo uno dei tuoi lettori meno brillanti, i post che profumano di tecnica sono i miei preferiti :-)

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  20. “Le style, c'est l'homme”; in questo caso,”c’est la femme”, è Madame Marine Le Pen che, con questo brillante saggio sul SOVRANISMO ,si rivolge, nel Parlamento Europeo, a Frau Merkel e al Presidente Hollande. Par di risentire il sarcasmo di un Voltaire ! E' il 2015 !

    "Merçie ,Madame Merkel, per averci fatto il piacere di essere oggi qui con il vostro vice-cancelliere, amministratore della provincia di Francia !
    Sig. vice cancelliere, avrei preferito chiamarla Presidente della Repubblica, per rispetto alla sua funzione; ma proprio come i suoi predecessori, Lei non si sta comportando da Presidente: un Presidente della Repubblica infatti non può dire che la sovranità è “declinismo” come Lei ha detto, perché il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione francese e che l’art.1° della Costituzione francese riguarda la sovranità. Un Presidente della Repubblica non può ignorare sistematicamente l’interesse della Francia: interesse della Francia non è quello di sottomettersi ciecamente alla politica decisa a Berlino, a Bruxelles, o a Washington. Il suo interesse è suo preciso dovere e consiste nel difenderne la sovranità. L’interesse della Francia non è offrire questo triste spettacolo : una Francia che va a rimorchio della Germania sul problema dell’immigrazione.
    Quando, con un gesto perfettamente irresponsabile, la cancelliera Merkel aveva detto che avremmo dovuto accogliere a braccia aperte 800.000 migranti, voi avete applaudito ; qualche giorno più tardi, quando la Bundeskanzlerin decide di sospendere Schengen e di riprendersi il controllo delle frontiere, voi avete ancora applaudito, dando della Francia la desolante immagine di un Paese alla deriva su una questione essenziale per la sicurezza, la prosperità e la difesa della identità della Francia.
    L’interesse della Francia è anche quello di non abdicare al dott. Schäuble , quando si decide la politica economica del continente.
    La stessa politica che è responsabile della disoccupazione di massa, della fragilità e del collasso del nostro sistema di protezione sociale.
    Al contrario, dobbiamo resistere. E dobbiamo impedire che la Grecia, le altre nazioni dell’Europa del sud e poi la Francia, entrino nella spirale perversa di una austerità senza fine, che ha il solo obiettivo di salvare l’euro e il modello economico tedesco dei bassi salari.
    Siete venuti tutti e due qui agli esami di riparazione, perché la vostra UE sta sprofondando. Mentre i problemi migratori ed economici si aggravano e la obbligano a reggersi sul ricatto, la minaccia e l’intimidazione.
    Il vostro modello è quello della vassallizzazione rispetto agli USA, dell’austerità, della concorrenza sleale, della sorveglianza massiccia dei cittadini, del dumping sociale, dell’inondazione migratoria !
    Io porto un altro modello, che unisce oggi i popoli europei: un modello di indipendenza, di un’Europa di nazioni in un mondo multipolare, di protezionismo intelligente. Eh sì , di libertà individuali, della difesa della nostra sicurezza e della nostra identità con il blocco totale dell’immigrazione di massa.
    Alcuni sintetizzeranno il tutto dicendo essere io l’anti Merkel.
    Beh, accetto questo augurio.
    In effetti, non le riconosco, signora, il diritto di disporre di noi nell’ assurdo tentativo di un soggiogamento tedesco dell’Europa. La difesa degli interessi tedeschi non giustifica affatto la vassallizzazione degli altri popoli d’Europa.
    Io sono, in questo emiciclo, LA VOCE DEGLI EUROPEI LIBERI, dei nostri POPOLI SOVRANI che si allontanano dalla UE perché hanno sete di nazione!
    Sono la rappresentante del popolo francese, che le ha voltato le spalle, sig. Hollande, così come aveva voltato la schiena al sig. Sarkozy.
    Perché questo popolo ha sete di Francia !


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  21. Sono orgoglioso di avere, anche se in minimissima parte, partecipato all'elezione al Senato della Repubblica del Professor Alberto Bagnai.
    Forse è veramente la prima volta che mi sento rappresentato in Parlamento.
    Grazie Professore.

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  22. Complimenti Professore, sono totalmente d'accordo sullo stato di necessità ed urgenza che giustifichi il decreto fiscale.
    La rottamazione delle cartelle si rende d'obbligo, per un governo che abbia la giusta conoscenza del Paese, così come è d'obbligo un "vantaggio fiscale" che permetta alle nostre aziende di rimanere competitive. E, nelle ipotesi peggiori, di rimanere aperte, continuando a dare lavoro a intere famiglie.
    Anche in tal modo, quindi, si pongono le basi per creare un sistema economico parallelo all'euro, cosicché si stanno mettendo le basi per una futura uscita dalla moneta unica.

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  23. Visto in diretta e come SEMPRE apprezzo i suoi interventi ineccepibile APPLAUSI.. un solo dubbio ma...i suoi ascoltatori in aula avranno compreso veramente ciò che lei ha detto avranno compreso che parlava di una situazione tragica in cui versa il paese? Perdita di pil 400 miliardi spariti, il livello economico rimasto al 2008, lo avranno capito? Questo è il grande dilemma capiranno mai?.....

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  24. Quante variabili da tenere tutte insieme in mente per provare a comprendere questo mondo attuale... La Deflazione da Debiti in atto, il Peak Oil (in forma di EROEI) sottostante, lo storico studio su "I Limiti della Crescita", la Mutazione Climatica... In maniera abbastanza confusa, comuqnue un a quadro coerente inizia ad apparire... E non e' affatto bello.

    Le suggerirei, signor Bagnai, di prendere in seria considerazione ( o di suggerire a chi di competenza) un piano di emergenza da applicare, quando la Hard Brexit si dispieghera', incendiando i mercati finaiziari mondiali ( e' fuori discussione che il prossinmo 11 dicembre la proposta della May sara' cassata), e soprattutto, piu' a medio termine, studiare delle contromisure per quando la Germania (fra un paio di annetti, suppongo) decidera' di uscire unilateralmente dalla EU. Una roba tipo misure di emergenza anticatastrofe...

    Perche' l'Italia non uscira' mai volontariamente dalla EU, certo, ma potrebbe capitare benissimo che sara' l'EU a uscire inaspettatamente fuori dall'esistenza.

    Saluti, con stima

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  25. quindi, in fondo, tale tendenza a ritenere le regole dall'estero deriva dalla nostra sottomissione culturale derivante dallo stare nell'eurozona.Il più tragico dei destini non è solo la perdita in termini di pil ma la perdita del patrio orgoglio

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  26. https://www.youtube.com/watch?v=nipSI-uEVV0

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