lunedì 22 ottobre 2018

Elogio della perspicuità







(...chi non vedesse il nesso è rinviato a questo succinto elogio della perspicuità. Chi è qui dall'inizio suppongo si stia divertendo. Vi ricordate i tempi del "tu non andrai mai in televisione!"? Ecco, le cose non sono andate esattamente così. Questa settimana, purtroppo, causa notturne, ho dovuto rinunciare a due trasmissioni che una volta sarebbero sembrate, a voi, traguardi irraggiungibili, mentre se vi avessi detto cosa ne pensavo io, avreste citato la volpe e l'uva. Le cose stanno andando come devono andare. Bisogna restare saldi, non cedere alle provocazioni, e accettare per quello che è, senza eccessi di entusiasmo, né sottovalutazioni autolesionistiche, il dato, che è semplice: noi siamo dalla parte giusta della Storia, che in questo momento, come già in altri, sta rifiutando il cosmopolitismo. Accadde dopo la rivoluzione francese, sta accadendo nuovamente. Punto. Dopo di che ci può essere "er daungrèid", ci può anche essere "er governo tecnico" (con Cottarelli? Tecnico? Parliamone...), si possono perdere battaglie, lo spirito costruttivo di questo governo può essere strumentalizzato, i media potranno continuare a proporre falsificazioni della realtà dimenticandosi di rettificare perché "era domenica e non c'era nessuno" - giuro che oggi un giornalista di una primaria fonte mi ha detto così! - insomma: ancora per un po' potranno cantarsela e suonarsela come vogliono. Ma loro sono sul Titanic, e noi siamo già su una scialuppa.

Questa.

E ora scusatemi: ho un amico a cena...)

55 commenti:

  1. Una categoria che ha mantenuto valore, per sua scarsezza.

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  2. A cena, per cena, o come cena?
    Non sarà un Hannibal-Albert ?

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  3. Nessun dubbio, la slavina è partita, si vede. Ma qualche volta la Storia accelera. Speriamo sia una di quelle.
    Comunque, grazie di esserci.

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  4. Governo tecnico? Nu' pazziam propriooo

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  5. La scialuppa non è a motore ma abbiamo forti braccia per remare e raggiungere la salvezza. Poi, una barca nuova e più capiente la compreremo... col motore. ;)

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    1. La lingua tagliente e la penna veloce ok, le braccia forti?! Avete necessariamente bisogno di un motore ;-)

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  6. Meraviglia. (Certo però che con queste new entry le vecchie seguaci chi se le filerà più.)

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  7. Chiusa da manuale.Il dottor Alberto Lecter che vede scendere dall'aereo la sua cena...liberista ben frollato.

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    1. Presuppone che io abbia tempo di frequentare gente irrilevante.

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  8. Chi ha cuccato la Cuccarini ? Finalmente lo sappiamo: Bagnai e Foa.

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Odiano i piccoli imprenditori, gli artigiani.

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    2. Se lo scopo della fattura elettronica è combattere l'evasione IVA, quali saranno i controlli che potranno essere attuati grazie alla acquisizione di tutti i dati di tutte le fatture emesse in Italia ?

      Quanta mole di calcolo è necessaria ?
      Quanti server ?
      Quanto personale?
      I controlli saranno automatizzati tramite un algoritmo ?
      Verranno gestiti centralmente o ogni Agenzia Territoriale disporrà dei dati e si dedicherà giorno e notte all'analisi dei dati con screening di massa, profilando ogni azienda del proprio territorio ?
      Quale dato/dati saranno analizzati e con che frequenza ?
      Quali risultati ci si aspettano ?
      Dicono 2 miliardi di Euro di maggior gettito IVA.
      A fronte di quanti costi di gestione ?
      Tracciare milioni di fatture è un lavoro immane.
      Auguri a tutti e speriamo che abbiamo ragione coloro che hanno pensato che la trasmissione via xml sia la soluzione ai problemi dell'Italia.

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    3. Dopo le elezioni mi ero fatto qualche illussione, ma temo che purtroppo questa sia una battaglia persa. Come le mille altre boiate che l'hanno preceduta a partire dai primi anni '90, anche la fattura elettronica (obbligatoria) sembra essere dotata di un'inarrestabile forza d'inerzia, che prescinde dalle forze politiche che vanno al governo. L'ennesimo spreco di (moltissimo in questo caso) tempo (e soldi) imposto per legge. Mala tempora currunt!

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    4. Giusto per rinfrancare gli animi, da antiquato nostalgico del passato, riporto questo commento di un altro antiquato sul tema "fattura elettronica":
      "Secondo diverse stime, in base a quanto previsto dal disegno di legge di bilancio, per effetto dell’estensione della flat tax a coloro che dichiarano meno di 65.000 euro, almeno 1.500.000 persone fisiche titolari di partita IVA potrebbero venire escluse dall’obbligo di fatturazione elettronica.
      Se così fosse, oltre a essere esclusi dalla fattura elettronica, questi soggetti, anche a causa delle complicazioni indotte dal subentrato obbligo di conservazione digitale delle fatture passive nel frattempo divenute elettroniche, finiranno per sommarsi ai privati che, generalmente, non hanno alcun interesse a richiedere la fattura.
      Lo scenario potrebbe dunque essere il seguente.
      Da una parte almeno un milione e mezzo di soggetti per cui niente fattura passiva di fatto potrebbe voler dire niente (per loro inutile e complicata) conservazione sostitutiva e niente tassazione per i loro dirimpettai venditori. A pensare male non si sbaglia quasi mai.
      Dall’altra, l’abolizione dello spesometro che, insieme a soggetti esteri e soggetti esentati dalla fattura elettronica, ridurrà drasticamente l’efficacia complessiva del sistema come strumento di controllo. Le procedure di controllo automatizzato si fondano infatti proprio sulla comparazione del comportamento tenuto da due soggetti (chi compra e chi vende) che hanno interessi contrapposti.
      Ma se dal sistema mancheranno un terzo degli attori (esteri ed esclusi) e una certa quota di fatture, in quanto molti più soggetti potranno essere tentati dall’interesse divenuto comune a non fare la fattura, che comparazioni si potranno fare?
      Non è irrealistico attendersi che l’effetto combinato di fattura elettronica depotenziata e spesometro spuntato finiscano per ridurre di molto l’effetto positivo in termine di gettito attribuito loro dalla legge di bilancio.

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    5. Segue.
      "Come dire, massimo sforzo, minimo risultato.
      Il Pil italiano ha segnato nel terzo trimestre una battuta di arresto, interrompendo la fase costantemente positiva iniziata nel 2015. Sia la domanda interna che le esportazioni hanno fornito un apporto pari a zero. A settembre la stima delle persone in cerca di occupazione è tornata a salire (+3,2%, pari a +81 mila unità). Il tasso di disoccupazione generale sale al 10,1% (+0,3 punti percentuali su base mensile), come pure quello giovanile (+0,2 punti) raggiungendo il 31,6%.
      Negli ultimi sei mesi la borsa italiana ha perso il 20% del suo valore. Lo spread è praticamente triplicato passando da 113,63 bps il 25 aprile a 321,06 bps mercoledì 24 ottobre.
      Il ponte Morandi è caduto, molte Province italiane sono state devastate dal maltempo.
      Direi che per un po’ potrebbe bastare.
      Ad oggi, 15 novembre 2018, a 46 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica, almeno 15 dei quali non lavorativi, praticamente nessuno emette fatture elettroniche, nemmeno i benzinai. Perché dunque ostinarsi nell’imporre uno strumento che avrà impatti nulli, se non negativi, sul gettito ed effetti organizzativi difficili da controllare, paralizzando per mesi gli uffici amministrativi delle imprese italiane? Perché obbligarle tutte insieme a un mega superlavoro proprio nel momento dell’anno meno propizio, esponendole alla possibilità di incappare in errori e quindi in sanzioni anche gravi, mentre quelle degli altri Paesi europei ed extraeuropei potranno continuare a lavorare indisturbate? Perché accettare questo rischio? Perché questo autolesionismo? Non c’è nemmeno l’Europa a chiedercelo esplicitamente.
      Lo so bene, sono come uno degli ultimi giapponesi, asserragliato in un atollo del pacifico a tirare sassi con la fionda alle corazzate americane a guerra abbondantemente finita. Mi faccio tenerezza da solo. Forse sarà l’età, ma la fatica e la sofferenza artificialmente indotte e come tali perfettamente inutili non ce la faccio proprio ad accettarle."
      Chissà, forse adesso aboliranno l'estensione del regime forfettario, acciocché tutti, ma proprio tutti, possano sollazzarsi con questa ennesima geniale italica innovazione.

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  11. Negli ultimi anni, ma diciamo pure lustri, l'italia è stata sempre fanalino di coda, o comunque agli ultimi posti, per la crescita rispetto agli altri paesi Ueuropei.
    Alla fine credo che la sfida che il governo deve affrontare e vincere sia quella di arrivare ad un livello di crescita almeno in linea con la media europea.

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    1. Te credo... se facciamo un altro po' di "cessioni di sovranità a un livello comunitario" ci scordiamo pure il fanalino di coda.

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  12. Seguo assiduamente il blog di un senatore leghista, condividendo lo stesso interesse con Lorella Cuccarini.
    Se me l'avessero profetizzato 20 anni fa, probabilmente avrei detto: "Cos'è un blog?"

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  13. Scusate ma io sono quello non intelligente, non ho capito niente tranne l'agitarsi della pulzella, al suono della notte che ...vola, in antitesi con la dolcezza dell'altra composizione.

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    1. Da un altro “diversamente intelligente “:

      —l'agitarsi della pulzella, al suono della notte che ...vola, in antitesi con la dolcezza dell'altra composizione—

      Appunto...

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  14. Grande Prof! La seguo dal 2013. Ha avuto ragione su tutto !

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  15. La manovra sarebbe stata bocciata in ogni caso anche se per assurdo l'avesse scritta Moscovici in persona perché il problema è politico: questo Governo è fumo negli occhi per gli euroburocrati.
    A mio parere il Governo è stato troppo galantuomo, troppo serio....un "modesto" 2,4 di deficit per essere rispettosi contemporaneamente del mandato elettorale e delle istituzioni europee. Capisco che è una posizione di buon senso, indice della serietà delle persone che fanno parte dell'esecutivo..........ma con certe persone comportarsi da galantuomi, da persone serie non serve. La commissione europea è purtroppo un potere mafioso, i media non sono imparziali e nonostante la sua virtuosità il Governo non sfugge al linciaggio quotidiano.
    Adesso il mio timore è che c'è il rischio di scontentare tutti. Posto che i 'poteri forti' sono scontenti qualunque cosa faccia questo Governo......ho il dubbio che alla fine questa manovra sia insufficiente anche per soddisfare le istanze dell'elettorato (le somme stanziate per il reddito di cittadinanza saranno sufficienti per i 5 milioni al di sotto della soglia di povertà? La flat tax solo per le partite iva per iniziare, etc...). Vista la scontata ostilità cui saremmo andati incontro a questo punto perché non spendere di più? Soprattutto in investimenti. Capisco che il programma è quello di una legislatura ma a questo punto, visto il martirio quotidiano a cui è sottoposto il Governo, io avrei speso di più, molto di più (in autostrade, strade, ponti, ferrovie, etc...), cosi tanto da fare schiattare la quasi totalità dei giornalisti e degli opinionisti che infestano i palinsesti delle televisioni italiane, le opposizioni e le autorità europee.

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    1. concordo ma sicuramente e' una scelta tattica : per dare la botta grossa si aspetta il dopo elezioni europee

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  16. Spiegatemi questa cosa.... noi paghiamo il "Pizzo" alla UE (come contributori netti) per farci bocciare quello che vogliamo fare? Almeno le agenzie di rating si fanno pagare ma poi ti piazzano le "stelline".

    MoscoWC dice che le regole non sono "pazze"!..ahahah ma ci legge? No, non sono pazze ma sulla base di ogni testo di Macroeconomia si potrebbero definire CRIMINALI. Faranno la stessa fine dei piddino-forzisti-Montisti che le hanno firmate.....

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  17. Che nell'era di Bagnai e Borghi e mettiamoci dentro pure Barra Caracciolo, si possa cambiar registro ce lo possiamo scordare. Limitiamoci a parlare della Cuccarini che è meglio. Buona cena.

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    1. Ahi ahi,

      nessun uomo si alzò gridando ad avvertire: non date retta a questi impostori: vogliono imbrogliarvi!


      J.J. Rousseau, Discorso sull' origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini

      "Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avrebbe gridato ai suoi simili: “Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!”.


      J.-J. Rousseau, Discorso sulle scienze e le arti, I

      Lo spirito ha le sue esigenze come le ha il corpo. Queste ultime costituiscono le basi della società, le prime ne sono l'ornamento. Mentre il governo e le leggi provvedono alla sicurezza e al benessere degli uomini riuniti in società, le scienze, le lettere e le arti, con minor dispotismo e forse con maggiore autorità, stendono ghirlande di fiori sulle ferree catene di cui gli uomini sono gravati, soffocano in loro il sentimento di quella libertà originaria per la quale parevano esser nati, fanno loro amare la schiavitú cui sono soggetti, formando quelli che si chiamano i popoli civili. La necessità ha innalzato i troni; le scienze e le arti li hanno consolidati. Potenze della Terra, amate i talenti e proteggete coloro che li coltivano. E voi, popoli civili, coltivateli: schiavi felici, ad essi voi dovete quel gusto fine e delicato di cui andate fieri, quella mitezza di carattere e quella urbanità di costumi che rendono fra voi i rapporti cosí facili e agevoli; in una parola, le apparenze di tutte le virtú senza averne alcuna. [...]
      Prima che l'arte educasse le nostre maniere e insegnasse alle nostre passioni a esprimersi in un linguaggio elaborato, i nostri costumi erano rustici ma naturali; e la differenza dei comportamenti rivelava al primo colpo d'occhio quella dei caratteri. La natura umana non era, in fondo, migliore; ma gli uomini trovavano la propria sicurezza nella facilità di comprendersi reciprocamente; e questo vantaggio, di cui oggi non apprezziamo piú il valore, risparmiava loro molti vizi.
      Oggi che ricerche piú sottili e un gusto piú raffinato hanno ridotto a sistema l'arte di compiacere, nei nostri costumi regna una vile e ingannevole uniformità e tutti gli spiriti sembrano esser stati formati con il medesimo stampo: ad ogni istante le buone maniere impongono le loro esigenze, la convenienza i suoi obblighi; si seguono sempre le usanze e mai la propria indole. Non si ha piú il coraggio di apparire quali si è, e in questo stato di costrizione incessante gli uomini, che formano il gregge chiamato società, faranno tutti, posti nelle medesime circostanze, le medesime cose, a meno che motivi piú forti non li orientino diversamente. Non si saprà quindi mai bene con chi si ha a che fare: per riconoscere un amico occorrerà pertanto attendere le grandi occasioni, cioè attendere quando sarà troppo tardi, poiché è proprio in vista di queste occasioni che sarebbe stato essenziale conoscerlo.
      Quale corteo di vizi non accompagnerà siffatta incertezza? Non piú amicizie sincere, non piú vera stima, non piú serena fiducia. I sospetti, i dubbi, i timori, la freddezza, il riserbo, l'odio, il tradimento si celeranno continuamente sotto questo schermo uniforme e perfido di cortesia, sotto quella urbanità tanto vantata di cui andiamo debitori ai lumi del nostro secolo.

      (Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XV, pagg. 870-871, pag. 879).

      Non è dimostrabile,neanche contestabile, è un' ipotesi, ma è utile pensarlo: siamo "programmati" per questo. #kant

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  18. L'Unione Europea è un organismo nato negli anni Novanta, una creazione "post-westfaliana". Oggi invece il mondo è "neo-westfaliano": gli stati nazionali non sono superati, anzi, non sono mai stati superati. Allora credevano di aver trovato la forma politica del XXI secolo. Oggi invece la Disunione Europea è la prova vivente del fallimento delle visioni diciamo "fukuyamiane". Gli USA non hanno mai creduto al superamento degli stati nazionali, anzi, e nemmeno Germania e Francia, Russia e Cina. Gli unici che ci hanno creduto e che hanno legato se stessi e i loro interessi materiali mani e piedi a quest'idea sono stati gli esponenti della nostra classe digerente.

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  19. Ci hanno provato più volte col cosmopolitismo...quella più famosa era di Babele. Sappiamo come è andata a finire. Come andrà a finire.

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  20. https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/25/moscovici-nel-2012-attaccava-i-tecnocrati-ue-il-cronista-glielo-ricorda-come-di-maio-e-lui-era-campagna-elettorale/4720169/


    Ma quale credibilità hanno? Chi si credono di essere? Sono semplicemente ridicoli.

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    1. Bisognerebbe cogliere la parte più divertente per noi, un pò meno per i francesi.
      E cioè che pur di giustificare la sua attuale posizione arriva ad affermare che nel 2012 stava prendendo per i fondelli tutti i suoi elettori. Un genio della demenza!

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  21. DEXIT 223.225 visualizzazioni
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    SeeGespräche
    Pubblicato il 28 set 2018
    Vertiefung, Reform oder Austritt? Optionen deutscher Europa-Politik im Krisen-Herbst 2018! GÄNSEHAUTFEELING! Die Bundeskanzlerin, Angela Merkel, bejaht die „Vollendung“ der Bankenunion durch Letztsicherung des Bankenabwicklungsfonds mit Geldern des ESM, zögert aber noch, den Deutschen eine Europäisierung der Spar-Einlagensicherung vorzuschlagen. Derweil verlangen Merkels Partner Emanuel Macron, die EU-Kommission und IWF-Chefin Lagarde eine Vertiefung der Währungsunion durch verschiedene Transferinstrumente, insbesondere einen Europäischen Währungsfonds. Die Diskussion über eine Rückführung der Euro-Rettungsmechanismen – ehemals nur als Übergangslösung gedacht – findet genauso wenig statt wie die Debatte über eine radikale Reform der EU zur Verstärkung ihrer Akzeptanz. Bleibt dann nur noch ein Austritt Deutschlands (DEXIT) als ultima ratio ? Prof. Dr. Markus C. Kerber hat bei seinem Vortrag die gegenwärtige Gefahrenlage beschrieben, Reformvorschläge dargelegt und ihre Chancen qualifiziert sowie die Option eines deutschen EU-Austritts erörtert. Die Zuschauer kamen auch wieder zu Wort! Ab: 1:12:50 Durch den Ausfall eines Mikrofons sind die Zuschauerfragen nicht perfekt zu verstehen. Wir bitten um Entschuldigung! Markus C. Kerber (Jahrgang 1956) ist Jurist und Professor für öffentliche Finanzwirtschaft und Wirtschaftspolitik an der Technischen Universität Berlin. Anlässlich der Eurokrise schlug Kerber 2012 vor, den Euro zwar beizubehalten, jedoch zusätzlich einen Nord-Euro als Parallelwährung einzuführen. Dieser solle von Ländern mit Leistungsbilanzüberschuss – konkret Deutschland, den Niederlanden, Finnland, Österreich und Luxemburg – getragen werden. Der Nord-Euro könne Wettbewerbsunterschiede zwischen Nord und Süd ausgleichen helfen. An Vorschlägen Parallelwährungen in Griechenland ("GEURO" bzw. "Neu-Drachme") und anderen angeschlagenen Euro-Staaten einzuführen, äußerte er dagegen Zweifel, da diese gegenüber dem Euro schwächer wären. Dies habe zu keiner Zeit langfristig funktioniert. Kerber hat Verfassungsbeschwerde gegen die derzeit laufenden Wertpapierkäufe der Europäischen Zentralbank (EZB) erhoben. Am 15. August 2017 hat der Zweite Senat mitgeteilt, dass er diese Käufe durch den Europäischen Gerichtshof prüfen lässt. Die von Kerber gegründete Studienvereinigung Europolis e.V. beschäftigt sich kritisch mit Fragen der Europäischen Integration. Jüngste Veröffentlichungen: „Positionen und Argumente-im Kampf mit Brüssel, Luxemburg, Berlin“, Marburg 2017, „Wehrt Euch, Bürger: Wie die EZB unser Geld zerstört“ 2. Aufl. München 2017 Prof. Kerber war Absolvent der französischen Eliteschule École National d'Administration (ENA) „Promotion Diderot". Er war von 2006-2010 Gastprofessor für Verteidigungsökonomie am I.E.P., Paris. Seit 2015/16 ist er Gastprofessor an der Warsaw School School of Economics und der Universisté Paris II Panthéon-Assas. Herzlichen Dank für die Einladung an die Stiftung für Freiheit & Vernunft im Rahmen der Münchner Wirtschaftsgespräche.
    abbiamo anche noi, in Italia, analoga STIFTUNG für?...

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  22. OT
    Non je la faccio più.
    Agenzie di rating di qua e agenzie di rating là...
    Declassamento di su e declassamento di giù...
    Bocciature a destra e bocciature a sinistra...
    Parliamoci chiaro ma a questi chi lo conosce. E soprattutto... Ma a loro chi li valuta?
    Di certo la vicenda "Lehman Brothers" parla da sola.
    Capisco anche che sbagliare è umano ma confondere le idee via tg alla gente è diabolico.
    Lo so... Sono cose dette e stradette sul blog e so che bisogna mantenere la calma.
    Quindi con molta calma penso che comprerò dei btp. Tra le altre cose io sapevo (e io non so tante cose) che i titoli di stato sono una forma di risparmio e non so perché li vogliono far passare per un investimento.
    O forse sì... Sono un investimento...
    ma solo per qualche testa di abbacchio che ci guadagna se le cose vanno male.
    Vuoi vedere che è colpa del pilota automatico?
    Ma il pilota automatico li comprerebbe titoli italiani? Secondo me sì ma direbbe a tutti di non farlo perché sono quasi spazzatura.
    Meglio che mi fermo qua con i vaneggiamenti.
    Scusate lo sfogo e buona giornata a tutti.

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  23. Essere forti schivi e colmi di reale
    Le controversie dei giorni,ridotte
    a climi conviviali.
    Dal viola dei cardi scorgere le rose
    e queste soltanto ci suppliranno
    Il miele

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  24. Strano come dopo una Salita, si Debba remare ancor più intensamente Ora: in Discesa.

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  25. https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2018-10-28/la-febbre-debito-e-massimi-storici-094303.shtml?uuid=AEevQCXG

    Non credo ai miei occhi. Lei lo ha scritto già svariate volte in questo spazio ma finalmente si scrive un po' di verità anche altrove... ma ora tocca alla Rai...."FATE PRESTO"!

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  26. Vi è un pericolo però per quella parte della storia che sta rifiutando il cosmopolitismo, bisognerà ammettere che il sovranismo europeo ha un futuro solo sotto l'ombrello euroasiatico. Se resta agganciato alla strategia Bannon-Trump potrà sopravvivere solo fino a che gli USA lo riterranno utile strumento per scardinare l'alleanza sino-russa e ridisegnare il ruolo internazionale dell'Europa.

    In Europa il cosiddetto populismo ha come base il “sovranismo costituzionale” e nasce dalla necessità di difendere gli stati nazionali dagli attacchi di tipo neocoloniale portati alle nazioni dal capitalismo finanziario che manovra la globalizzazione dei mercati. Questo cosiddetto populismo si mette sulla stessa linea di resistenza che ha visto la costituzione dell’asse che ha dato vita ai BRICS e all’alleanza dello SCO, là dove, invece, il populismo di Trump è suscitato da una parte dell’élite americana che ha necessità di riformulare il ruolo geostrategico degli USA a fronte della discesa in campo della Russia e delle alleanze seguite dalla sua azione diplomatica che hanno frenato irrimediabilmente i processi che dovevano portare ad un unico governo mondiale a guida statunitense.

    I fautori del globalismo hanno puntato sull’arma della speculazione finanziaria per produrre la crisi che doveva portare ad un unico governo, ma questa, da tempo programmata, ora toccherebbe solo l’occidente là dove il fronte avverso sta approntando gli strumenti, una banca che fornisca autonomia finanziaria e gli scambi in valute alternative al dollaro, per restarne fuori. Con i BRICS, si è venuto a creare uno spazio economico indipendente e sovrano capace non solo di difendersi dagli shock finanziari ma capace di un’alternativa multipolare alla mondializzazione. Motivo per cui hanno compreso che per contrastare l’alleanza russo-cinese-iraniana, che coinvolge sempre più paesi, è necessario potenziare l’arma militare.
    Per uscire dall’impasse per i globalisti l’unica sarebbe una guerra aperta che però in questo momento sanno di non poter sostenere.

    La Russia è diventata militarmente forte, soprattutto con i nuovi sistemi missilistici e sostiene la modernizzazione degli eserciti alleati. Quindi sanno, i globalisti 2.0, che bisogna reinvestire nell’industria e puntare di nuovo sull’economia reale se vogliono un esercito all’altezza del confronto in quanto la deindustrializzazione ha colpito soprattutto i paesi occidentali che hanno promosso la globalizzazione là dove l'unificazione dei mercati ha visto indebolire le nazioni con un più alto costo del lavoro. Soprattutto sanno che devono rinunciare alla “destrutturazione” della "società nazionale", che era essenziale per il progetto mondialista, e di nuovo puntare a ridare una identità alle persone perché accettino di accollarsi la responsabilità di sostenere una guerra.
    I mercenari non bastano e soprattutto non sono pronti a morire per un “ideale”, come invece l’uomo comune, al quale si fa credere che ci sia un’unica patria per tutti e interessi comuni da difendere, è questo l'obbiettivo del "populismo" di Trump.

    Consolidare questo riposizionamento però richiede tempo, da qui l’esigenza di fare melina imbastendo dialoghi e firmando accordi commerciali per buttare fumo negli occhi. In merito il cambio di rotta si è avuto quando la City di Londra ha scelto di diventare un hub per la finanza cinese. Con Trump si punta ora alla ricostruzione dell'identità nazionale e del tessuto industriale americano portando a una svolta di 180 gradi che vede l’economia reale tornare al centro delle dinamiche geopolitiche, come negli anni in cui il confronto era tra blocchi industriali. Intanto però gli americani devono recuperare il gap tecnologico rispetto a Cina e Russia che hanno mantenuto il loro sistema industriale.

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  27. La dicotomia, il “conflitto”, all’interno della Global Class nasce dal fatto che la grande macchina del capitalismo finanziario che è stata messa a punto e che ha acquisito grande forza e potere tanto da conquistare una sua autonomia e conseguire interessi propri rispetto al progetto mondialista e alle modalità utili a darne corso, non può essere smantellata d'amblè. Inoltre anche i neocon e la lobby sionista non vogliono arrendersi ai nuovi equilibri e sembrano decisi a giocare il tutto per tutto trascinando la Russia, la Cina e l’Iran in una guerra aperta. Qualcuno addirittura ipotizza come opzione possibile l’uso limitato di armi nucleari. Intanto continuano ad ammassare uomini e mezzi ai confini della Fed. Russa, trovando in questo sponda nell'élite europea globalista che sembra accettare senza molte remore che si possa arrivare ad una nuova guerra mondiale giocata ancora una volta sul territorio europeo, a difesa del quale, invece, si ergono i partiti "populisti" d'Europa che chiedono che si adottino con la Russia rapporti di buon vicinato, ma che trovano oggi il sostegno di Trump il quale ha interesse a contrastare il ruolo predominante dell'Europa in quelle politiche mercantiliste che ora non possono che danneggiare il nuovo corso. Da qui la necessità per questi partiti di prendere le distanze dal duo Trump-Bannon e indirizzare l'attenzione verso un’alleanza con il nuovo fronte in quanto è la sola che possa garantire la pace e la protezione degli interessi dei popoli europei.

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  28. Ah! Quanto mi manca questo blog. Ho nostalgia del 2013 e 2014, quando sembravamo pazzi, ma grazie ai suoi post quotidiani, o quasi, avevamo già le idee chiare. Anni avvincenti ed epici che racconterò ai miei figli quando avranno l'età della ragione.

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  29. Sono maliziosa: alla ricerca di un incarico in RAI?...

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  30. un esempio perfetto di efficienza parietana? l'UE

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  31. Salve è possibile postare su questo blog il PDF del suo ultimo paper? Grazie

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  32. Quella di prendere posizione a favore dei termovalorizzatori è stata un’improvvida manovra da parte di Salvini. Mostra la volontà di mettersi sulla stessa linea di quelli che hanno amministrato la cosa pubblica per favorire gli interessi delle banche e dell’imprenditoria del Nord. Inoltre la fermezza nel ribadire la sua posizione, a fronte degli enormi problemi per la salute di chi vive nei pressi delle arie interessate, può solo renderlo un nemico della popolazione napoletana. Bisognerà fargli capire che in questo modo tutto quello che di buono sta costruendo si dileguerà perché con questa manovra mostra che il suo non è sincero “populismo” e che alle popolazioni del Sud tiene molto poco, il che non farà bene al partito dal respiro nazionale che vuole costruire.

    A Napoli il disastro dell’emergenza rifiuti fu procurato, sotto la pressione dell’Impregilo e delle banche del nord, dalla sinistra (Bassolino) e dalla destra (Rastrelli, allora Presidente della Regione). Come si sa il primo piano d’interventi per l’emergenza rifiuti, nato, già in accordo con alcuni imprenditori del nord, nel 1998, prevedeva la raccolta differenziata della spazzatura per un 35%, la costruzione successiva di 2 inceneritori e l’invio ad inceneritori fuori regione delle eco balle che si sarebbero prodotte, intanto che si procedeva alla costruzione degli inceneritori previsti.
    Il piano fu fermato perché le banche, tutte del nord, (l’unica grande banca del sud, il Banco di Napoli, è dal 2000 nelle mani del gruppo Sampaolo IMI) non volevano più solo prestare i capitali ma partecipare direttamente all’affare degli incentivi Cip6 previsti per la produzione di energia con l’incenerimento delle eco balle, e decisero che ci sarebbero stati prestiti solo per il “piano integrato per il trattamento dei rifiuti” che prevedeva la costruzione di 5 termo valorizzatori, vari impianti per il pretrattamento, e che tutte le eco balle prodotte dovevano essere considerate una risorsa per la futura produzione di energia, e che pertanto dovevano tutte essere conservate in loco. Per questo motivo anche quel 35% di differenziata doveva finire nel cumulo delle eco balle conservate.
    Ecco perché a Napoli non fu mai possibile avviare la raccolte differenziata. I risultati furono: ingenti risorse stanziate per smaltire rifiuti mandati fuori regione, per pagare consulenze che poi restavano nei cassetti e per alimentare le casse dei partiti di destra e di sinistra; aumento spropositato della tassa per la spazzatura, migliaia di tonnellate di rifiuti non smaltiti, tutte le discariche del territorio stracolme, apertura di discariche di emergenza anche dentro l’ambito urbano e inquinamento diffuso sul territorio di quella che una volta era chiamata Campania Felix, territorio che viene così sottratto all’agricoltura con conseguente impoverimento del tessuto produttivo.
    Ai tempi della Cassa del Mezzogiorno accadeva la stessa cosa: ingenti risorse stanziate dallo stato per lo sviluppo delle terre del sud che erano dirottate su progetti imprenditoriali che non avevano lo scopo di creare tessuto produttivo ma solo quello di sfruttare risorse pubbliche per riempire le casse d’industrie private che non avevano nessuna intenzione di fare impresa (Le famose cattedrali nel eserto).
    Anche allora si trattava di imprese del nord come la Impregilo e le altre.

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  33. Da wikipedia:
    Pax Romana o Pax (intesa come divinità romana) o Pax Augusti (la pace donata dall'imperatore al mondo romano), che in italiano significa Pace Romana, è il lungo periodo di pace imposto sugli stati all'interno dell'Impero romano grazie alla presa del potere da parte di Augusto e chiamato per questo anche Pax Augustea.

    Ora, per chiarezza e per quanto la mia cultura storica sia oggettivamente scarsina, funzionava così: i romani offrivano benevolmente la loro pace chessò, ai Parti, e gli offrivano alcuni servizi (ad esempio: la protezione) in cambio di un tributo annuo a Cesare e, naturalmente, della pace. Insomma, un pizzo legalizzato.

    I parti però non erano un popolo pacifico (a differenza di tanti italiani odierni, che il pizzo lo pagano) e, in soldoni, facevano quello che fecero un tempo i nostri partigiani e cioè, si esposero allla guerra e al sacrificio della propria vita per un bene che consideravano più grande della pace, la libertà.

    E va detto che l'idea che la libertà (di una nazione) valga di più della (propria) vita si fonda principalmente sul fatto che la libertà conquistata ieri, a prezzo di sangue, da (alcuni) dei nostri nonni è un dono meraviglioso fatto ai giovani, un dono che essi non sono in grado di apprezzare e per il quale non sentono gratitudine, ma non per questo meno grande, o forse, proprio per questo, perchè si è trattato di sacrifici senza contraccambio, più grande.

    Rifletteteci, quanto sentite gli imbecilli berciare dell'Europa che ha portato la pace, salvo farci intendere che pace significa sottomissione all'asse franco-tedesco, mascherato da "Bruxelles".

    Rifletteteci, perchè l'asse franco-tedesco adotta una logica al rovescio, diabolica perchè menzognera fin nel più profondo significato di ogni singola parola, e quando evoca la pace, di fatto, ci sta minacciando di guerra.

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  34. Prima mi era sufficiente approdare qui per essere aggiornato sul presente ed il futuro.
    Ora, pur essendo al corrente della partita a scacchi e cosciente della necessaria politica informativa, sono rattristito per lo stop ai post e deluso della non condivisione al goofy7.
    Mi sento un po' perso ed annaspo tra le solite fuffa-news.
    Insomma contribuisco ad a-simmetrie con il mio regolare biglietto-cinema ma non mi arriva il DVD col disegnino...

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  35. Incredibile, nessun commento su quanto Gnocca fossa la Lorella...

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  36. Su questo sito si dice (in sintesi) che l’Euro, per mantenere le imprese competitive col cambio fisso, porta svalutazione salariale. Non è proprio così. In primo luogo anche una svalutazione del cambio svaluta ugualmente i salari (almeno rispetto ai beni di importazione). Poi le imprese potevano essere rese competitive in altri modi, per esempio detassando gli utili (per consentire così di abbassare i prezzi dei prodotti finiti), oppure si potevano anche ridurre i salari ma introdurre forti detrazioni fiscali sul lavoro dipendente o maggiori servizi sociali e per i lavoratori sarebbe cambiato poco. Le maggiori spese venivano coperte dalla tassazione di altri cespiti (immobili, successioni...) o dagli stessi utili aziendali. Invece è stata seguita la via più semplice di ridurre i salari senza altri correttivi. Ma è stata una scelta politica, se ne potevano fare altre che non colpivano solo il lavoro.
    Quindi il problema non è tanto l’Euro, ma come viene gestita la “svalutazione interna”: se solo sul lavoro o anche su altri cespiti. Posto che anche la svalutazione del cambio sempre svalutazione è, e colpisce molto più i lavoratori che, ad esempio, le imprese esportatrici che invece si avvantaggiano. D’altro canto il cambio fisso ha anche molti vantaggi. Se io ho una azienda che compra materie prime dalla Francia e vende il prodotto finito in Germania, un conto è fare tutto con una valuta, ben diverso giostrare su 3 valute, i rischi sono maggiori e il commercio viene ostacolato.

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    1. La prego, non si renda ridicolo! Come può pretendere un ignorante di economia di sintetizzare sette anni di dibattito sensato non avendo la benché minima nozione della quantità e della qualità delle ricerche prodotte su ogni sfaccettatura dei diversi argomenti coinvolti nel ragionamento? Per i luoghi comuni c’è il bar! Ce ne sono di elegantissimi: sappia scegliere e si troverà bene…

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  37. E' bello tornare a leggere il blog che ci ha tenuto compagnia nel gelo di questi anni. Ne sentiamo tutti la mancanza, ma sono convinto che tutti capiamo. Di nuovo un immenso grazie.

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