lunedì 30 maggio 2016

Un (vecchio?) dibattito coi comunisti francesi

(...siccome su Twitter mi sta trollando la qualunque - dai compagni di Rifondazione di Padova a simpatici anonimi area Wu Ming per i quali io ovviamente sono un servo del capitale nonché un fascista che si pavoneggia ai convegni con il diavolo biondo - e siccome nel frattempo, invece, pare che Paris XIII - l'università dei post-keynesiani parigini - mi voglia invitare per un visiting, e Dany Lang è stato così cortese da sollecitare un mio paper sull'uscita dall'euro per questa conferenza, segnalando così apertamente che del tema pare si possa parlare anche in Francia senza essere tacciati di lepenismo [del resto, Arsène mi aveva detto che gli économistes atterrés si erano divisi su questo tema], vi ripropongo un vecchio dibattito, la presentazione del mio libro al CEPN, nel quale ebbi un simpatico siparietto con un ideologo del vecchio Partito Comunista Francese. Per motivi assolutamente imponderabili e incomprensibili, mentre in Italia i comunisti di Rizzo sono per uscire dall'euro, i comunisti francesi sono su posizioni che in Italia sarebbero selline. Da qui la simpatica dialettica con l'anziano collega, che raggiunse un punto culminante in una mia domanda che ricordo, ma che lascio ai francofoni il piacere di andarsi a trovare da soli, nel terzo filmato. Credo che quel dibattito abbia contribuito ad aprire una piccola crepa negli atterrés, che da posizioni monoliticamente sbilifestine hanno cominciato a evolvere. Naturalmente, se la crepa si è aperta, e se ora si possono quindi presentare paper scientifici sull'uscita dall'euro anche a conferenze "de sinistra", lo si deve anche a voi, e al sostegno che avete dato ad a/simmetrie. Tornerò a chiedervelo fra un paio di giorni, dopo avervi parlato di quanto abbiamo fatto nell'ultimo anno, e di quanta strada ci resta ancora da fare, ma intanto grazie: puntare sulla ricerca non è, certo, risolutivo, ma non è inutile. Spero di avervelo dimostrato finora, e di poter continuare a dimostrarvelo. Del resto, a/simmetrie non fa solo ricerca. Presto potrò preannunciarvi il programma del nostro convegno annuale. Sono sicuro che vi piacerà. In effetti, uno dei relatori già dovreste sapere chi è, perché ve l'ho detto, ma non mi pare che ve ne siate accorti...)













(...ah, naturalmente il fatto che io prima sia andato a parlare dai comunisti, non servirà a convincere i fascisti per i quali "coi fascisti non si parla" che io non sono un fascista. Però, sinceramente, in questo momento ho altri problemi, e se anche non ne avessi, avrei altre priorità. Rilevo comunque il fatto che nessun fascista mi ha mai detto: "con te non parlo perché sei andato a parlare coi comunisti". Ovviamente ai fascisti di cui sopra questa cosa sembrerà normale: loro infatti pensano di essere migliori, e quindi, perché mai uno dovrebbe parlare coi peggiori? Sono stato educato così anch'io, a ritenermi migliore perché ero nato dalla parte giusta. Poi ho capito che il mondo è talmente ingiusto che una parte giusta non c'è, e ho cominciato a spogliarmi dalla logica dell'appartenenza. Non è semplice, ma se ce l'ho fatta io possono farcela anche quelli che vengono a darmi ripetizioni di purezza etnica marziana su Twitter, e a spiegarmi che il problema non è l'euro ma... Continuo a non capire perché dovrei impegnarmi in faticosi esercizi dialettici con chi ignora la differenza fra condizione necessaria e sufficiente, ma ora vi lascio, e poi torno con qualcosa di meno francofono...)

110 commenti:

  1. Ineccepibile
    "Sono stato educato così anch'io, a ritenermi migliore perché ero nato dalla parte giusta. Poi ho capito che il mondo è talmente ingiusto che una parte giusta non c'è, e ho cominciato a spogliarmi dalla logica dell'appartenenza. Non è semplice, ma se ce l'ho fatta io possono farcela anche quelli che vengono a darmi ripetizioni di purezza etnica marziana su Twitter, e a spiegarmi che il problema non è l'euro ma..."

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    1. Ineccepibile 2. Aggiungo che la sensazione e' quella di essersi levato uno scafandro, il pesante scafandro della "parte giusta", che pensi ti protegga ma in realta' sei goffo, non vedi bene, non senti bene, soprattutto non respiri bene.

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  2. Ciao Prof. Fuori tema perché tanto è inutile. ..stasera a bomba! 4,5KM ai 5,20 ritorno tra 4,50 4.40 e puntatina a 4,20...a so' sbobla'....ciaone!

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  3. E visto che sono spalmato sul divano ne ho approfittato per sms al mio amico consulente per confermargli come lo scorso anno il 5 ad a/simmetrie

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    1. Grazie. Sappi che questi soldi li vedremo nel 2018. Ancora non ci è arrivato il 5x1000 delle dichiarazioni 2015 sui redditi 2014 (ci arriverà nel 2017, speriamo, e allora sapremo quanto questa fonte di finanziamento sia significativa - perché per ora non siamo in grado di fare stime, e infatti, come vi spiegherò, non l'abbiamo messa a bilancio).

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    2. Sì lo so ma noi ci saremo. Buona serata.

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  4. Ma cosa cazzo c'è di francofono in una cosa cosi chiara ed evidente?

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  5. Tranquillo ce ne siamo accorti, Roger Bootle al goofy5 è una vera chicca!

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  6. C'è un modo per ritrovare tutti i post in francese? Ho un amico da indottrinare. Che dice che non vuole fare il Vassallo di Washington...

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  7. ‘Print the Money’: Trump’s ‘Reckless’ Proposal Echoes Franklin and Lincoln

    Se Trump dovesse vincere le elezioni americane è sè riuscisse a mettere in pratica quello che c'è scritto nel articolo sopra, vorrei vedere le faccie dei spaghetti liberisti, Boldrin in primis :-)))))))

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  8. Ovviamente anche io quest'anno ho dato il mio 5 x mille ad asimmetrie.

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  9. Io non capisco perchè i sindacati non si informano su questi argomenti. Forse sono davvero troppo ignoranti per capire. Il potere ha gioco facile su delle bestie come landini o camusso. Anche se glielo si spiegasse, non capirebbero un cavolo. I vari altri uomini della sinistra quando hanno capito che col il potere acquisito potevano anche cambiare casacca hanno cambiato, in fondo avranno pensato che con una tale ignoranza si poteva anche tradire tanto non se sarebbe accorto nessuno.
    Certo che se in un momento di tensione cosi forte in francia un sindacato come la CGT iniziasse a criticare l'euro pubblicamente ci sarebbe speranza, ma io non vedo traccia. Loro guardano solo il bastone che li pungola non la mano che lo muove.

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    1. Da quanto tempo non sentiamo un discorso grande, importante, pregno di concetti e visioni, uscire dall'anima di un sindacalista? Piccolo cabotaggio, la mensa, l'ora di permesso, quisquilie. Impiegatucci felici nel loculo tranquillo. Come me, per carita', ma...

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    2. Ebbene sì, ho udito un sindacalista! FIOM! sostenere pubblicamente il Brexit in un incontro organizzato da comunisti. (Cosa non si fa pur di non dire euro.) Però l'ha fatto oltreconfine e ho il sospetto sia piuttosto un marziano.

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  10. Prof. di domande gliene ha fatte molte, ma una mi ha fatto sdraiare anche per l'asfaltata a monte ed a valle della stessa: quando gli ha chiesto se il libro lo ha letto o ne ha solo letto il titolo, come l'ermeneutica piddina insegna. Lo ha messo nell'angolo come si evince dai balbettamenti confusi della replica.

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  11. 5 per mille e "donazione di caffè", ça va sans dire... merci prof.

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  12. Non tutti sono de coccio: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=23233

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    1. Lui è un po' che ci segue (e usa nostro materiale). A differenza di Porcaro, però, ha paura di citarci.

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    2. E' la paura dell'uomo ne(g)ro…

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    3. Ah, ovviamente: citare le fonti è una delle forme più elementari di onestà intellettuale… a proposito di superiorità morale…


      Il noto Blogger con quella storia del lievito dei farisei ha inaugurato un QED che lèvati: 20 secoli 20 di conferme… and counting

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  13. alla fine ne usciremo morti ma con onore
    - venduta la sisal agli inglesi , nuova stretta per compensare la bilancia del pagamenti verso estero ?
    - l'Italia avanza di 2 posizione sulla produttività a causa della facilità con sui si puo ora licenziare senza costi aggiuntivi ( Fonte LA STAMPA ) poi la serie delle solite palle dell'innovazione , di internet ecc , ma che bisogna ulteriormente abbassare i costi
    come inizio giornata basta ? la Francia così vicina e così lontana , ma non troppo ....

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  14. Bagnai e' un grande !!!.

    Non ho capito una sola parola, ma lui e' e restera' un mito.

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  15. E poi il tizio (su twitter) se tanto ha a cuore le proteste in Francia (come del resto le abbiamo noi), forse dovrebbe tempestare le TL dei sindacati/sindacalisti, e non i no euro e/o Bagnai. Ragionare a compartimenti stagni non è mai molto utile quando si vuole capire e soprattutto reagire agli eventi.
    I sindacati perderanno autorevolezza, non per il retropensiero innescato dalle proteste di chi ritiene che la loro azione sia sterile ed inefficace, ma perché si dimostrano ogni giorno di più come la prima linea di contenimento del dissenso e non di difesa dei lavoratori (come dovrebbe essere se accettiamo una logica di lotta di classe vecchio stile... che pure andrebbe ripensata in altri termini).

    PS.
    Ho appena letto una notizia su Televideo Rai... la sto fissando in realtà da una decina di minuti, ma non riesco proprio a capire che c'è scritto... penso sia neolingua...
    "Disoccupazione risale, ma più occupati
    Sale ad aprile il tasso di disoccupati, all'11,7%.Dopo il calo di marzo (-1,7%) la disoccupazione segna +1,7% +50mila) tornando al livello di febbraio. Ma salgono gli occupati (+0,2%,+51mila) e soprattutto calano gli inattivi(-113mila) con una ripresa del mercato del lavoro.
    "
    cioè... sale la disoccupazione, ma c'è una ripresa del mercato del lavoro... aumentano i disoccupati, "ma anche" gli occupati... qualcuno mi può spiegare?

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    1. si te lo spiego :)

      http://fattieavvenimenti.altervista.org/bersani-spiega-listat-trucca-falsa-dati-sulloccupazione/

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    2. Cito a malincuore un personaggio che, secondo me, è uno dei principali responsabili dello stato di torpore intellettivo degl'italiani, ma in questo caso "calza" alla perfezione: la spiegazione te la da Maurizio Crozza:

      a Televideo Rai i pezzi li scrive lo zio di Iotim Cook, il famigerato Tuleggiquicheiotin Cook

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    3. Da Wikipedia:

      Tasso di disoccupazione="persone in cerca di lavoro"/"forza lavoro"

      Dove "Forza lavoro" sono tutte le persone in età da lavoro (in Italia 15-64 anni), a prescindere che abbiano o meno un lavoro.

      Quindi quanto hai letto si puo' spiegare cosi': quest'anno la forza lavoro e' diminuita.

      Vale a dire che un certo numero di persone e' andato in pensione o ha quantomeno superato i 65 anni di eta', altri saranno morti e altri ancora saranno emigrati e che la somma di (over65 + deceduti-under-65 + emigrati) e' minore del numero di persone che hanno trovato lavoro.

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    4. E' possibile, bisognerebbe avere i dati. Credo ingenerale sia stato spiegato con il fatto che coloro che non cercavano lavoro (e quindi, credo, non vengono conteggiati nelle statistiche della disoccupazione) hanno iniziato nuovamente a cercarlo.

      Però questo è quanto è stato detto. Non so come sono i dati. IMHO

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    5. La spiegazione è rintracciabile nel comunicato dell’ISTAT:
      “Ad aprile si osserva una consistente crescita della partecipazione al mercato del lavoro determinata dall'aumento contemporaneo di occupati e disoccupati e un corrispondente forte calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -113 mila). La diminuzione riguarda uomini e donne e si distribuisce tra tutte le classi d'età. Il tasso di inattività scende al 35,4% (-0,3 punti percentuali)”.
      ISTAT - Occupati e disoccupati aprile 2016

      E deriva dalla metodologia di classificazione delle forze di lavoro:
      ISTAT - Glossario – Occupati e disoccupati

      Se non ti è ancora chiaro, leggi questo mio post
      Tasso di disoccupazione e tasso di occupazione oppure (se in avaria) Tasso di disoccupazione e tasso di occupazione oppure (se in avaria) <a, riferito però all’aprile 2011, che vide un calo sia degli occupati che dei disoccupati, dal quale traggo:

      “Ad esempio, ecco che cosa successe nell’aprile 2011: ISTAT-Occupati e disoccupati aprile 2011: stime provvisorie [3]
      Sembra un po’ il gioco delle tre carte, ed invece è un gioco statistico-terminologico. La logica non sarebbe d’accordo, ma la statistica relativa agli occupati e ai disoccupati dice che ad aprile rispetto a marzo:
      - gli occupati sono 22.895 mila unità, in diminuzione dello 0,3% (-71 mila unità);
      - il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in calo di 0,2 punti;
      - il numero dei disoccupati, pari a 2.005 mila, diminuisce del 2,9% (-60 mila unità).
      Cioè sono diminuiti sia gli occupati che i disoccupati. Come si spiega? Semplicemente col fatto che una parte dei disoccupati (cioè quelli che non hanno un lavoro e lo cercano) si è “trasferita” negli inattivi (cioè quelli né occupati né in cerca di occupazione), che infatti sono aumentati dell’1,0% (+152 mila unità).
      NB: Il tasso di occupazione del 56,9% è tra i più bassi (con Ungheria, Malta, Polonia) in ambito UE, per effetto del peso del Sud e delle donne.
      Il nuovo piano dell'UE [6]punta a un tasso di occupazione del 75% entro il 2020. In 8 anni l’Italia dovrebbe recuperare un gap di 18 punti percentuali”.

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    6. @Vincesko
      Sì, il mio era sarcasmo.
      Diciamo che quando la disoccupazione scende, l'articolo parla solo di quello, quando invece sale, ecco che si raschia il barile per cercare una nota positiva in una notizia negativa.

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    7. Ma lo sapete che il vostro (leggete:il mio) certificato di disoccupazione dura un anno? Ovvero, se nel corso dei trecentosessantaquattro giorni dalla richiesta del precedente, non ti fai vedere al centro per l'impiego, loro danno per assodato che hai rinunciato a cercare un'occupazione oppure che ti sei aperto una partita IVA?
      In linea di principio, sarebbe pure condivisibile il fatto che, se ti disinteressi alla ricerca, non c'hai voglia di lavorare. Il problema è questo: recarsi al centro per l'impiego non ha alcuna forma di attinenza con lo scopo definito dal suo nome. Piuttosto, credo, ha a che fare con i Centri di Identificazione ed Espulsione (dal mercato del lavoro).
      Sostanzialmente vieni schedato, ti chiedono se qualcosa si è verificato nel frattempo: se hai lavorato, se magari lavori in nero (così tra noi, in amicizia) se lavori a voucher, fanno la faccia stupita quando gli rispondi di no, e ti consigliano di frequentare i corsi professionalizzanti (gestiti da privati e finanziati di tasca tua, perché quelli dell'Ente Regione hanno numeri ridicoli, e finalità discutibili).
      Ti chiedono se sai che oggi c'è il Jobs Act, e che quest'anno conviene assumerti; se non trovi lavoro, eh figlio mio... proprio, eh, gnente...

      Et in cauda venenum, last but not least, ti segnalano sommessamente che, in quanto inoccupato da quest'anno, se non accetti qualsiasi lavoro, io ti ammalo .
      D'altra parte, questo ammonimento finale (frutto di un protocollo: era evidentissimo dai tempi comici della signora straniera; si perché molti impiegati sono non-italofoni) ha un senso triplice:

      - se puoi permetterti di stare a panza all'aria, hai anche cento euro al mese per farti un'assicurazione privata;
      - più ti stimolo alla concorrenza sul mercato del lavoro scadente, più ti tengo in pugno, ti obbligo agli straordinari o ti impedisco uno sciopero o una gravidanza;
      - sarebbe un inutile spreco si risorse fare manutenzione a una macchina o a un capannone che non utilizzo più.

      Su questa nota lieta, vi saluto.

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    8. @Emilio Pica caro, io lo so.

      2015, Firenze, un Centro per l'Impiego.
      Vado a braccio e di pedina ma il succo è questo.
      Liberamente tratto. Interpreti: Me( Alessandra, Cassandra, Obli), Operatrice.

      Operatrice: "Signora, lei è stata cancellata dallo stato di disoccupazione. Non si è fatta rivedere";
      Me (su di giri): "Scusi sa, io tramite voi non ho mai trovato niente. A parte le pulizie.
      Allora me lo son cercato da sola. Educatrice con collaborazione occasionale.
      Meglio che niente".

      Sono sempre più su di giri. Gelo. Rimettiamo a posto (sul pc) le competenze.

      Operatrice: "Ha un sacco di competenze, signora ma non sarà facile trovare qualcosa tramite noi. Ci rivediamo tra un anno".

      2016, tre settimane addietro (ci risiamo).
      Questa volta parlo con un Operatore.

      Operatore: "Allora signora vediamo, aggiorniamo la scheda e intanto questo è un foglio che dovrà firmare dopo aver letto. Ecco";
      Me: "Guardi io nel 2016 ho preso la partita iva. Non mi hanno approvato i progetti a scuola e quindi ho pensato di darmi da fare in altro modo. Però, per ora sono all'inizio e non è che stia andando molto bene. Anzi.
      Capirà di questi tempi è dura con le lezioni di canto e con gli altri animali";
      Operatore: "Mi dispiace, ma io la devo togliere dalla disoccupazione se lei ha movimentato la partita iva. L'ha movimentata?";
      Me: "Se le dico di quanto, si mette a piangere".

      Vi mettereste a piangere anche voi.

      Operatore: "La norma però non parla di cifre ma solo di movimentazione. Auguri".

      Ci lasciamo così senza rancor, con lui che dice che meno male c'è il turismo e me che dico noooooooooo! Bagnini, camerieri a me!
      Però una cosa gliela riconosco ovvero avermi consigliato di fare attenzione ai dati della disoccupazione e compagnia cantando.
      Peek a Boo!
      Infatti.

      (Alessandra Bacci/Cassandra da Firenze)

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    9. @alessandra
      Ti sono davvero vicino, se non altro perché condividiamo lo stesso percorso a ostacoli; la stessa gara a inseguimento.
      Prima ho sorvolato su un particolare che mi ha fatto davvero, davvero molto arrabbiare, ma che le mie residue attitudini di sinistra mi hanno portato a giustificare e non volevo essere "micugginista", ma ora lo dico, e se volete vi dico anche il centro e la stanza, perché mi sono un tantino scocciato di chi sputa sul sudore dei miei genitori e sul mio, e sul vostro e su quello di chi i pubblici uffici manda avanti, buttando il cuore oltre l'ostacolo.

      La signora, slavofona ma non saprei dire di dove, mi viene a prendere lontano dalla sua stanza, nella fila SPONTANEA che si era creata, perché il pannello eliminacode era fuori uso. E nei cinquanta metri di corridoio che ci separavano dalla sua stanza, mi ha catechizzato su quanto fa schifo l'Italia e gli uffici pubblici, cercando insistentemente la mia approvazione "Vero? Solo in Italia questo schifo. Devo venirti a prendere, roba da matti. Vero? Negli altri paesi non succede questa roba, vero?".

      Io ho segregato nello stomaco il mio tumulto interiore, e ho taciuto. Poi mi sono domandato se chi accede ai pubblici uffici non debba in qualche modo giurare sulla Costituzione, che prevede la sua libertà di parola, ma prevede anche la difesa della patria e la responsabilità dei pubblici dipendenti. Quindi c'è il rischio che se quell'ufficio non funziona, è soprattutto colpa sua.
      P.S. E comunque ci sono uffici pubblici qui a Roma che funzionano davvero bene (un esempio è l'ufficio dell'INPS che si occupa delle invalidità civili: non te la riconoscono mai, ma sono precisi al minuto secondo: una fabbrica).
      P.P.S. Lavori in nero ne ho fatti a scatafascio, e talora mi sono anche discretamente professionalizzato in quello che facevo, ma questo ovviamente ho evitato di segnalarglielo. Per loro sono inoccupato da sedici anni.
      Col risultato che chi, eventualmente assumesse, si guarderebbe bene dal prendere un "evidente incapace". Ma io mi rifiuto di catalogare come lavoro una cosa che mi consente si e no di pagarmi il cibo, ché alle bollette ci deve pensare la famiglia, quindi se i numeri sono falsati mi prendo il mio n-milionesimo di colpa. Preferisco prendermi del disadattato "and keep on fight my way". Bless.

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    10. @Ivan Boni
      Sarcasmo? Non traspare dal tuo poscritto. Guarda che non c’è niente di male ad ammettere la propria ignoranza, per giunta di un dato ignorato da (quasi) tutti.

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    11. @Emilio Pica
      Citazione: “quindi se i numeri sono falsati”.
      Se ti riferisci ai dati statistici ufficiali ISTAT relativi alle forze di lavoro, ti tranquillizzo: essi sono ricavati, non dalle rilevazioni dei Centri per l’impiego, ma da una rilevazione campionaria, cfr. nel glossario che ho linkato sopra:
      “Nota metodologica
      La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro ha come obiettivo primario la stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro. Dal gennaio 2004 la rilevazione è continua in quanto le informazioni sono rilevate con riferimento a tutte le settimane di ciascun trimestre, mediante una distribuzione uniforme del campione complessivo nelle settimane. […] Ogni trimestre vengono intervistate circa 70 mila famiglie residenti in 1.246 comuni distribuiti in tutte le province del territorio nazionale. Il campione trimestrale è uniformemente ripartito tra i 3 mesi, tenendo conto del numero di settimane che compongono ciascun mese (rispettivamente 4 o 5)”.

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    12. 4@vincesko
      Grazie per la nota metodologica, in effetti lo supponevo.

      Quindi statisticamente, ci sarà qualcuno che risponde il falso come me, che causa un errore di misurazione che sarà corretto con un indice di qualche tipo.
      La sostanza dei fatti non cambia, credo: esiste una quota, una fascia sociale, di falsi - occupati o disoccupati (che abbiano o no una partita IVA, per capirci) - che si adatta a rimediare quello che c'è, sia o meno compatibile con il proprio percorso di vita (sono finito a fare persino l'elettricista manutentore, pensa), anche pescando in più canestri contemporaneamente, galleggiando tra voucher, nero, falsi part-time, fatture "discutibili" e quant'altro. Ma siamo tantissimi, te lo garantisco, almeno in quelli della mia generazione.
      Ok, mi incateno di nuovo le mani.
      Saluti.
      P.S.
      Un barlume di luce: qui sotto casa due negozi, chiusi da quando sono venuto ad abitare, hanno aperto. Entrambi giovani imprenditori . Vediamola positiva (non lo dite a Renzi, se no ci fa la campagna elettorale).

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  16. I compagni com…fasc…com…fasc… oddio mi sono perso, mi gira la testa… Allora, quèli c'hanno ragggione Sire! Guardi questo blog, per esempio. Pieno di gggente di destra, tradizzzionalisti, alcuni perzino catttolici, maschilisti, misogggini, pornografi. Per tacere di chi non usa gli a capo. Questi sono i peggiorissimi. Assolutamente. Senza dubbio.

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    1. Vero. Però hanno il vantaggio di essere illeggibili, quindi in fondo si autoannullano. #Provvidenza

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    2. Vero. Però hanno il vantaggio di essere illeggibili, quindi in fondo si autoannullano. #provvidenza

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    3. Anche lei! Nemmeno un a capo!! La fine si avvicina! Vestite di sacco, cospargetevi il capo di cenere e cibatevi di locuste!

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  17. ...e Zingales invoca la Troika! Prof, un prossimo QED, purtroppo...

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    1. "Lo Stato può intervenire invocando la crisi sistemica e chiedendo l'intervento del fondo europeo Esm, il cosiddetto salva Stati, come ha fatto la Spagna quando ha richiesto 40 miliardi per salvare le sue banche". L. Zingales, "Il Fatto Quotidiano", martedì 31 maggio 2016.
      Avrei preferito leggere un suo articolo sul "Fatto", Profe, ma questo oggi passa il convento.

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    2. E allora domani non perderti la risposta...

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    3. Invoco la massima approssimazione alla consistenza dell'asfalto fisico (compatibilmente con la saturabilità dei principali orifizi).

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  18. Ma perche' adulti , spesso istruiti , con lavori che lasciano ( ancora per,quanto?) tempo libero per coltivare interessi intellettuali, devono schierarsi come nei " Ragazzi della Via Pal" da una parte acriticamente ?
    Insomma la problematica noi frequentatori abituali del suo Blog la conosciamo bene : il livello della M...da sale progressivamente fino a tangere tanti che si sentivano al sicuro .
    Io che grazie a Lei e ad altri intellettuali vicini ho,vapito cosa sta accadendo in Italia ed in Europa , mi sento meglio , perche' tante cose che accadono e mi accadono sono comprensibili : NON e ' solo colpa mia se il reddito disponibile cala , l'aggressivita' o abulia sociale aumenta ed e' sempre piu' difficile lavorare .

    Insomma orgoglioso di tassarmi e sostenere il progetto A/simmetrie
    Mi sento meno solo .

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  19. Perchè il tasso di disoccupazione non è dato da gente che non lavora su gente in età lavorativa, ma da gente che cerca un lavoro su gente che certca un lavoro piu gli occupati. Non si contano gli scoraggiati. Quindi se aumenta la disoccupazione può voler dire che ci sono piu scoraggiati che hanno smesso di essere scoraggiati e che stanno cercando lavoro. Qeusto la aumentare il rapporto, anche se andrebbe letto come un segnale di fiducia della gente. Così la spiega poletti.

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  20. Prof. la informo che ho dato il mio piccolo contributo ad A/simmetrie (5x1000).
    Grazie per il suo impegno.
    Claudio da Genova

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    1. Grazie Claudio! Nel 2018 ti penserò con gratitudine (in effetti, mi porto avanti col lavoro cominciando da oggi...).

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  21. Sempre da Genova,
    ti avevo promesso una mail breve e interessante (ha ha) sul nuovo codice dell'unione, non riesco e forse non voglio mantenere, perchè è un discorso articolato e forse poco interessante di suo, se si esclude l'aspetto dell'accelerazione impressa al progetto unitario, nel quale però si notano alcune remore ad ulteriori cessioni di sovranità di potenziale impatto, partendo dal livello politico più alto (?) per arrivare al livello amministrativo più basso (l'Agenzia..).
    Inoltre essendo le novità, in tanti casi, "semplificazioni tecnologiche" (che la Dogana italiana probabilmente poteva attuare già 10-15 anni fa,ritengo) le quali hanno sostanzialmente provveduto alla riduzione del personale,"accessorio" (i collaboratori esterni,gente di esperienza che fatturava, presente quelli da rottamare perchè rubano il posto ai gggiovani? Ecco non lo rubano più. Ah, anche qualche gggiovane sta saltando...è il progresso bellezza), in sostanza mi sto facendo un culo a cappello di prete e non riesco a fare intellettualmente più di qualche battutaccia su twitter (e forse è comunque il mio livello,niente di male).
    Visto però che ogni promessa è debito e che ogni debito è un credito e (anche un po') visto il post di oggi che mi fa piacere - spero in Napoleone III- ho deciso di mandarMI un piccolo pensiero spot ad Assimmetrie.
    Le parole giuste tanto ce le mettete voi che avete fatto il test PISA..ah no..?
    Buon lavoro!
    Cordiali saluti
    Paolo.

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  22. Cher Prof,
    Essayer de convertir des communistes français à de thèses qui font partie de la propagande Fn, pourrait paraître quelque peu...culotté...!

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    1. ...à les exposer, certainement...à les convaincre, j'en doute!

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    2. Caro, tu scrivi francese (anche se io avrei scritto "des thèses"), ma evidentemente non leggi l'italiano. Dany Lang che presiede una sessione sull'uscita dall'euro è un evento epocale (in senso buono). Quanto al PCF, ti faccio la domanda che ho fatto a Boccara: "Dovremmo chiederci perché un partito che era al 20% ora è sotto al 2%". Come avrai notato, da quel momento in poi si è taciuto. Permettimi di catafottermene del convincere un 2% di vecchie cariatidi. Viceversa, è importante, doveroso e strategico aiutare i giovani (che potenzialmente aggregano di più) a maturare un giudizio più informato. Questo è il lavoro che ho fatto, e per questo vi chiedo di sostenere asimmetrie.

      Così è più chiaro? Se vuoi te lo scrivo in francese.

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  23. A proposito di fascisti e dintorni. Oggi (ieri) al mercato rionale del mio quartiere ho incontrato Salvini. La domanda ce l'avevo pronta da tempo: ma tu a quello che dice Bagnai ci credi veramente? Sapevo già la risposta, ma mi interessavano le parole e l'impressione a quattr'occhi: "Scherzi? Assolutamente, è stato il libro di Alberto [TdE] ad aprirmi gli occhi!". Per quello che contano le parole dei politici, mi è sembrato spontaneo e sincero. Detto a beneficio di chi come me al riguardo aveva più di qualche dubbio, e voglia trarne le sue conseguenze.

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    1. Carissimo, l'impressione posso anche condividerla, ma in politica non garantisce nulla. I miei amici di sinistra, d'altra parte, tengono regolarmente un doppio discorso: mi elogiano in privato, ma mi ignorano in pubblico (non mi riferisco tanto alla mia persona, quanto alle idee che divulgo). Quindi loro, i vari SI, sono certamente ipocriti per motivi tattici. Ma lo è paradossalmente anche Salvini, che in privato non parla di ruspe, mentre in pubblico sì, cosa per me non solo inaccettabile, ma anche incomprensibile, perché quando poi sostiene un dibattito sul tema abbiamo visto personaggi del calibro di un Severgnini essere costretti a dargli ragione. E allora, perché usare temi che alienano tanti elettori? La mia sintesi è che siamo colonia a tal punto che parlare di politica e di politici è sostanzialmente inutile. Se un cambiamento verrà, sarà determinato da quello che spiego oggi sul FQ.

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    2. Non ho difficoltà a riconoscere che la contraddizione è evidente. È su questa che i miei dubbi in gran parte si fondano. Per renderla un tantino più stridente, posso aggiungere che mi ha assicurato che è da tempo che sta inutilmente cercando di convincere Vespa a fare una puntata sull'euro invitando anche Bagnai. Anche su questo non mi è sembrato millantare, ma tant'è.

      PS: adoro l'odore del bitume la mattina presto...

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    3. Caro, il dottor Vespa prima o poi mi dovrà chiamare, quando lui o altri lo riterranno opportuno, ma, con tutto il rispetto, non credo che la raccomandazione di Salvini possa essere efficace, proprio perché Salvini è visto come forza "antisistema". Naturalmente ci sarebbe da porsi un sacco di domande su cosa sia il sistema e cosa l'antisistema. La stessa problematica si pone in Francia, dove gli intellettuali "de sinistra" tipo Lordon, che finalmente si sono svegliati (buoni ultimi), e hanno capito che l'euro difende il capitale, dubitano del fatto che la Le Pen sia veramente contro l'euro, perché, essendo di destra, in effetti storicamente dovrebbe essere schierata a favore del capitale. A marzo Le Monde riferiva in effetti di un "inchino" della Le Pen alla Medef sui temi europei.

      Torno al punto: a me, più che di cosa dicono i leader di FN o Lega, interessa cosa dicono gli economisti dell'American Enterprise Institute, o quelli del Dipartimento del Tesoro. Tanto questa storia si decide lì. In questo senso il pezzo di Zerohedge che non piaceva a Marchetti dice però una cosa giusta. Ormai la subalternità dell'Europa è conclamata. Fa comodo agli Stati Uniti, forse, ma per lo stesso motivo è geopoliticamente destabilizzante, perché non esitono più soggetti europei che possano porsi in chiave dialettica con la leadership statunitense. L'euro che ci schiaccia agli USA fa comodo. Ma perdere miliardi di domanda mondiale gli fa altrettanto comodo? La questione è questa, non un'altra. Spero di tornare a parlarvene in modo più organico. Rispetto a questo scenario, conoscere l'ottimo Vespa sarebbe ovviamente una soddisfazione, ma, come intuisci, del tutto irrilevante per le sorti del globo! ;)

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    4. P.s.: ottimo nel senso di ottimate, che è una classe sociale (non una critica).

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    5. Siamo passati da una Germania che sega il ramo su cui è seduta ad uno Stati Uniti che segano il ramo su cui sono seduti.
      Solo che a differenza dei tedeschi gli americani , da sempre più astuti, stanno preparando il paracadute con il TTIP.
      In quest'ottica le parole di Zingy non ci fanno ben sperare.
      Se poi aggiungiamo i continui litigi con l'establishment teutonico, ogni giorno che passa le parole del Prof suonano sempre più come monito: attenzione stiamo scherzando con il fuoco.

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    6. Qualche serena e pacata considerazione sugli ottimati l'ho fatta anch'io in un recente post. La stessa serenità e pacatezza che avrei voluto esalasse dal bitume di stamattina. Ma siccome al momento sono particolarmente sprovvisto della lucidità necessaria per valutare certi limiti di opportunità, mi accontento sulla fiducia.

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    7. "La mia sintesi è che siamo colonia a tal punto che parlare di politica e di politici è sostanzialmente inutile."
      Assolutamente d'accordo e credo che sia il punto più difficile da comprendere (e forse quello più importante) e mi riferisco anche e soprattutto a chi segue questo blog e progetto.
      Guardiamo la riforma costituzionale, e il dibattito che ne segue (che se considerato con attenzione è sì importante, ma in un certo senso non così rilevante da considerarlo fondamentale - pur se approvata sarebbe comunque un processo reversibile)... io sono convinto che sia una foglia di fico, un sostanziale pretesto per polarizzare il dibattito politico e sterilizzare ogni velleità di comprendere la realtà.
      L'errore secondo me che commette il lettore poco attento è quello di arrivare alla conclusione: Salvini è noeuro, allora voto e voterò Lega.
      Personalmente, come ho già scritto tempo fa, non credo alla LePen noeuro, e ancora meno alla Lega noeuro, noto però che la Lega ha avuto moltissimo spazio sui media, quindi è chiaro che un interesse a riprendere e non fare morire quel progetto c'era e c'è (mantenere una forte polarizzazione su temi civetta nell'elettorato?). Tra l'altro vorrei evidenziare che la Lega ha in sé un notevole potenziale di destabilizzazione.
      Ma il punto è: a che serve chiedersi se questo o quel partito è "davvero" noeuro? La domanda è irrilevante per due motivi: il progetto di Bagnai è in primo luogo un progetto culturale con obiettivi primari e secondari, in un certo senso ricalca un po' ciò che diverse ONG made-in-USA(UK) cercano di fare in molti paesi "ostili", condizionare cioè il dibattito pubblico, indirizzarne i principali soggetti politici e non, mantenendo una posizione neutrale.
      Il secondo punto è che le scelte, come dice Alberto sono decise altrove, ci sono sempre meno spazi di manovra, questo è ormai un punto assodato.
      Al "capitale" interessa la riforma del Senato? Mah, non credo... presumo che interessi di più nell'ombra procedere con le privatizzazioni e liberalizzazioni ... puf... Ansaldo Breda e STS ... puf... Poste Italiane ... puf ... RayWay... etc.
      E assistiamo a decine e decine di giornalisti coraggiosi che denunciano i misfatti delle aziende a controllo pubblico, ogni giorno ci sono "scandali" e inchieste...
      A me preoccupa molto più la privatizzazione di Eni, Poste Italiane, Enel... che non la riforma del Senato.
      Ciò che dovrebbe realmente preoccuparci è ormai quel senso comune di irreversibilità del processo di spoliazione di tutto ciò che è Stato... lo si vede negli USA, nella EU, e l'euro è un elemento importante del gioco.
      Si parla di riforma del Senato... e nessuno che osi mettere in discussione questo: per quale motivo gli asset pubblici devono essere smantellati... ceduti a privati (e poi... discutiamo su chi siano questi "privati" e come reperiscono le loro risorse), per quale motivo la stessa sorte spetta ai servizi pubblici... qualcuno ne discute più? Così come, per quale motivo dobbiamo suicidarci in una folle corsa al riarmo in nome della russofobia e della guerra al terrorismo, quando ci sono talmente tante prove che indicano la stessa matrice capitalismo-terrorismo? Se ne discute?
      Ecco che Bagnai ha ragione: "siamo colonia a tal punto che parlare di politica e di politici è sostanzialmente inutile" ... i temi sono decisi altrove. Ci sono mille talk-show che parlano di "politica", ruspe e diritti umani (sic), proprio perché è sempre più inutile parlarne.
      Oggi si parla un po' del TTIP filtra qualche voce in più... poi si apprende che alcuni nella EU non sarebbero d'accordo su alcuni punti del trattato, troppo spudoratamente pro-capitalUSA, ed ecco che le voci filtrano... qualche TG lascia intendere che c'è malumore... che il trattato potrebbe saltare... un modo di fare pressione per ottenere qualche briciola in più, non un serio dibattito.
      PS. Mi scuso per la lunghezza e mi taccio

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    8. http://www.milanofinanza.it/news/padoan-fs-sul-mercato-entro-18-mesi-201606011624159111

      Salutiamo le Ferrovie dello Stato con la manina.

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    9. Prof dai "ottimate"… cacicco.

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  24. Professore,dal mio personalissimo (per quel che può contare) punto di vista,si è rivelato vincente,da un punto di vista divulgativo (i numeri lo dimostrano),il fatto che Lei si sia spogliato della logica dell'appartenenza.Se Lei fosse stato uno degli appellisti tante persone penserebbero ancora che la colpa di tutto sia di Berlusconi,del libbberismo,dell'evasione fiscale, dell'austerità(sostenuta per un problema ideologico),delle PMI ecc... Evitando di maturare una visione più critica della realtà.Gli appellisti,per difendere l'euro,devono avere posizioni assurde e contrarie alle loro teorie di riferimento.Lo stesso discorso vale per i liberisti euristi.

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  25. Professo la Ringrazio per l'artico sul Fatto Quatidiano, E ringrazi la Redazione per la segnalazione del libro di Keynes, Oggi lo ordino.

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  26. Euro delendus est.

    Del tutto d'accordo con Matteo Rinaldi. E riconosco che è una cosa davvero difficile da fare, quella di sganciarsi dalle appartenenze. Qualche post fa si parlava di "dissonanza cognitiva" come un modo per rendere conto del comportamento di molti (e potrebbe valere anche per gli esempi di Salvini e dei suoi colleghi). È una spiegazione possibile, ma è anche un avvertimento a tutti noi. Perché si tratta di un meccanismo di autoinganno che non è proprio solo della piddinitas, ma può colpire chiunque. Per questo, a volte, insisto sul "guardare i dati". Non per accontentnrsene, ma per evitare di aderire alle proprie convinzioni in modo talmente forte da non riuscire a leggere correttamente la realtà. Lei Prof. ci dà buone lezioni, soprattutto quando insiste slla sua omodossia, e sull'usare i modelli dell'avversario per confutarne le tesi.

    Grazie.
    E buona vita.

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    1. Rimango dell'idea che il progetto d'integrazione europea abbia avuto lo stesso valore della democrazia nel senso che su quest'ultima ci debba essere una convergenza tra destra e sinistra proprio perché consente,teoricamente,di tutelare gli interessi della maggioranza e offre a tutti i partiti la possibilità di vincere le elezioni in base alla loro credibilità rispetto ai cittadini (sto considerando una democrazia formale che ha,ovviamente,i suoi limiti tenendo presente il ruolo che può giocare l'informazione).Negli ultimi decenni la convergenza c'è stata sul progetto europeo cioè su un qualcosa che gli intellettuali di destra e di sinistra veri dovrebbero ripudiare.Non solo alcuni "ortodossi",come ci ha fatto notare il Professore, ma anche gli "eterodossi" per sostenere l'euro devono,necessariamente,fare delle analisi supply-side sostenendo che la colpa sia anche nostra.

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  27. Grazie per i video, molto interessanti.
    L'ammissione finale di Paul Boccara "[...]un sort de dialogue de sourd." la vedo come una vittoria, un grande risultato. Una presa di coscienza della propria/altrui sordità e quindi del bisogno di stapparsi le orecchie, di comprendere meglio.
    Chapeau prof!

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  28. Giuro che, anche cercando di guardare solamente il terzo video, anche se non capisco una mazza di francese (non avendo studiato altra lingua straniera che l'inglese, ahimè), l'espressività del prof. è talmente trasparente che uno può anche intuire cosa sta dicendo, essere d'accordo con lui e vedere l'espressione degli ascoltatori che fanno di tutto pur di non dargli ragione.

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  29. 5% mille ad a/simmetrie: done!
    Make the best use of it!

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  30. 5x1000 firmato. E ho regalato una copia ciascuno di L'Italia può farcela" ai 2 di Lotta Comunista che una volta al mese sono fuori dal mio posto di lavoro per vendere il loro giornale. Speriamo lo leggano. Saluti da Verona

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    1. A me vengono a suonare il campanello a casa. Ho provato, tempo fa, a dirgli: "Ma compagni, con l'euro come la mettiamo?". Risposta: "Il nemico vero è il capitalismo". Non ci si cava nemmeno un ragnetto dal buco. Confondono la lotta al capitalismo attuale con quella contro lo Spirito del Capitalismo.

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  31. "Vicino / mi sento [...] al popolo in cui muoio, onde son nato", ha scritto Umberto Saba ("Cucina economica", vv. 20-1,24). Esiste, dunque, anche un senso d'appartenenza "naturale", a-ideologico, da rivendicare. Peccato che oggi gli "intellettuali cosmopoliti" lo scambino per populismo.

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  32. Professore, ma come gli salta in mente a Zingy d'invocare l'intervento dell'ESM e la tutela della Troika? (tanto "tra essere governati dalla Germania o dalla Troika la differenza è poca").

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  33. Buona sera professore.
    E come sospettavo aspettando i cadaveri sulla riva del fiume passo di li il mio di cadavere e quello di mia moglie.
    Lei con la nuova riforma del lavoro, quella ultima, ossia lavorare gratis.
    A me invece sembra che il mio buon datore di lavoro dopo un decennio trascorso insieme abbia deciso a fine stagione di chiudere la ditta.
    Non perche manca il lavoro visto che lavoreremo anche il sabato fino agosto ma perche ha detto che vuole cambiare nome e giusto che c" è ci licenzia tutti ma nulla di preoccupante poi ci riassume con contratti a tempo determinato.
    Non le posso dire la rabbia che ho in corpo e non me ne frega un cazzo se può farlo o meno perche sicuramente può farlo tanto quello vogliono.
    Un mare di disoccupati.
    Che finirà a farsi la guerra con i migranti neri in cerca di lavoro.
    Migranti che ricevono dallo stato più di un italiano.
    Le persone capiranno??
    Mai.

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    1. ...e chiudiamo così una giornata iniziata parlando col funzionario di una banca "risolta", che mi descriveva lo sconforto nel dover cedere a vil prezzo a qualche private equity il risultato di anni di lavoro, e proseguita parlando con un imprenditore che mi parlava del suicidio di due suoi colleghi, uno di 45, l'altro di 77 anni, e della sua volontà di liquidare l'azienda, ormai deserta, senza sapere a chi cedere marchio e impianti.

      E tutto questo perché?

      Ma, i motivi sono tanti, ma uno, non trascurabile, è che Mr. Boccara vorrebbe tanto una moneta comune mondiale, senza però riuscire a definirla...

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    2. Temo che ormai il processo di svalutazione interna sia iniziato e stia accelerando, presto sara' incontrollabile, le imprese saranno indotte dalla natura economica delle cose a fare cose di questo tipo. Di fatto un taglio di stipendi generalizzato fatto azienda per azienda. Un reset dei diritti e degli stipendi. Per non svere sorprese, meglio mettere in giro innumerevoli immigrati in cerca di occupazione senza troppe pretese. Chi vive di solo mercato interno credo sparira', se ancora c'e'.
      Diego Fusaro lo chiamerebbe il periodo del capitale trionfante. Grazie a Prodi e Bersani e a tutti "quelli dell'euro".

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    3. Oggi ho comprato il fatto. L'ho lasciato volutamente aperto sul tavolo di una collega alla pagina giusta. Non quella precedente, ove una tale discettava del dito (loi travail) senza avvedersi della luna (euro). La collega è una professionista desinistra. Dal 1 gennaio 2014 il suo principale committente ( che lei ha servito e serve in maniera eccellente con risultati brillanti) le ha unilateralmente tagliato i compensi del 65%. Ieri le ha riferito papale papale che quei compensi saranno nuovamente ridotti. Ovviamente, prendere o lasciare. Lei ha 62 anni, gliene mancano quattro per conseguire una dignitosa pensione. Il problema è che ha due figli più o meno trentenni. Entrambi qualificati ed entrambi ultraprecari, rigorosamente a suo carico. Prima di leggere l'articolo mi ha chiesto se sapessi qualcosa sulla vendita della nuda proprietà o sul prestito immobiliare per gli ultrasessantenni.....si riferiva alla sua prima ed unica casa che ha finito di pagare sei anni fa.
      Ha letto l'articolo. La sua reazione: guarda che non mi convinci. Meno male che c'è l'euro, altrimenti sai con la lira che fine avremmo fatto.
      Ecco, Professore, è difficile descrivere il groviglio di sentimenti antitetici che ho provato. Diciamo che ho quasi del tutto esaurito la carica di empatia per l'umana vicenda dell'amica e collega. Poi, però, ho pensato che forse l'articolo esigeva un minimo di consapevolezza (id est preparazione), considerati i trenta anni di pensiero unico ( al netto delle recenti piroette, vedi FMI messo alla berlina da Meletti)
      Le passerò il tramonto e anschluss (le basi), sperando che riesca ad individuare i QED.
      Se non capisce neanche con quelli, amen. Le compilerò la domanda per l'Ape con connesso prestito pensionistico.
      Scherzi a parte, mi chiedo come Lei, Vladimiro Giacchè e il presidente Barra Caracciolo riusciate a proseguire l'opera di divulgazione, senza farvi prendere dallo sconforto. O avete una dose di empatia illimitata, o illimitato è il capitolo di spesa del vostro budget dedicato agli antiacidi ed agli antidepressivi

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    4. Le motivazioni qualche volta sono anche meramente illuministiche: pensi che la ragione prevarrà e quindi gli idioti verranno sterminati per primi. Insomma: la difesa, paradossalmente, potrebbe anche essere una certa assenza di empatia verso chi, rinnegando la propria ragione, rinnega la propria umanità.

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  34. OT: da watsapp: "Care mamme, alle maestre mancano pochi punti Conad per procurarsi il materiale didattico, chi ne avesse a casa è pregato di farli avere a scuola." (L'Aquila)

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    1. Ho proposto di inserire nel regolamento di istituto (dove va a scuola mio figlio) che la scuola non deve accettare finanziamenti da privati intenzionati a farsi pubblicità. A parte la vicepreside che proponeva una versione ridotta (no ai finanziamenti che vogliono cambiare la didattica) per il resto sembravo scemo io. Ci rinuncio. Se nemmeno quando ne va di tuo figlio piccolo capisci... !

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  35. Euro delendus est.

    @tafazzi.

    So che non è una soluzione (nel senso che non cambia le cose; quel che accade in Italia accadrà in Francia. È solo questione di tempo).
    Però, a volte, un poco di tempo per respirare può servire.
    Se posso aiutarti ad emigrare e trovare un lavoro qui, volentieri. E non per autorazzismo. Solo per sopravvivenza.
    Ad altri sarà dato il tempo di vivere appieno.

    Un abbraccio.
    Guglielmo

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    1. grazie.
      Oramai ho superato i 40 da tempo e ho una specializzazione che dalle mie parti ha un valore, in altre parti d" europa non credo.
      Forse nei balcani o sud est asiatico.
      Il problema di fondo è che vivono sia i miei genitori che quelli di mia moglie e darsela a gambe con loro che si avvicinano agli 80 mi sembra da criminali.
      Dovrò resistere e farmene una ragione magari non tutti i mali vengono per nuocere.
      Avrò più tempo libero.
      Il problema è eliminare i bisogni che il sistema crea.

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  36. "Poi ho capito che il mondo è talmente ingiusto che una parte giusta non c'è, e ho cominciato a spogliarmi dalla logica dell'appartenenza".

    Ecco, direi che quest'affermazione faccia parte dei fondamentali perché possa esservi, non dico più giustizia, ma meno ingiustizia (poiché pensare che sia stata fatta giustizia può essere esaltante al punto d'assopire la coscienza, mentre l'essere consapevoli d'aver ridotto un poco l'ingiustizia mantiene più svegli e vigilanti, soprattutto su se stessi).
    Se poi Lei, prof, è un servo del capitale (più facile a questo punto che sia realmente fascista...), direi che, o recita una parte diabolicamente impeccabile, oppure è un servo emerito coglione. Davvero siamo al bue che dà del cornuto al cavallo (e ci scusiamo con il bue, bestia così mansueta e utile).

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    1. Ma loro non sono mansueti e nemmeno utili, perché in questo periodo storico per essere utile devi avere qualcosa che al bue manca.

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  37. Consapevolezza di un 2 giugno 2016 triste e nebuloso che sembra quasi una data biblica , 10 volte 7 e poi la fine .
    Il Prof fa tanto , cerca di istruire , ma la distruzione avanza , mi ricorda un film visto per caso , 'gli angolieri' mi pare si chiamasse , dove triangoli neri si mangiavano il tempo mentre passava e si formava una barriera nera tra il presente ed il passato , i personaggi erano rimasti indietro nel passato di pochissimo e rischiavano sempre di venire inghiottiti e non potevano traslare verso il futuro che però era il presente . Mi sembra di essere in quelle condizioni , dove ti arriva un messaggio assertivo delle Banca e ti dice 'preparati e prendi contatto che occorre fare un aumento di capitale ' il passato ci sta divorando e il futuro è sbarrato , vediamo la porta e abbiamo le chiavi ma non arriviamo mai alla serratura e rimane li chiusa .
    Gente che muore nella calca , gente che piange mentre in lontananza si sentono le ultime note di uno stanco inno che chiamava i fratelli ad unirsi e poi scopri che i FRATELLI non sono i compagni ma i MURATORI e scopri che è vero che il passato arriva e ti inghiotte .

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  38. Che a essere più spiacevole sia una sorpresa piuttosto che una conferma negativa è nell'ordine delle cose. Tuttavia confesso che assistere al compimento definitivo della parabola che, come giustamente è stato osservato, ha portato il giullare di Manciano la Misericordia dal prendere in braccio Berlinguer (con la dovuta mancanza di riguardo per quest'ultimo) a prendere per il culo tutti (con il dovuto apprezzamento per la gratificazione anale) non riesce a non farmi un certo effetto. Sarà il facile senno di poi, sarà che anche il più squallido ricordo passato porta con sé la nostalgia del tempo che fu, ma in questo momento il vitalistico autolesionismo del Puttaniere di Arcore, con il suo portato di politica ingestibilità, mi suscita una simpatia e un rimpianto inferiori solo al disprezzo nei confronti di chi, sotto l'ombrello di quelli che oggi passano all'incasso, su quelle troppo umane e indifendibili debolezze ha costruito buona parte della sua fortuna 'artistica', con annessa stomachevole escrescenza di patetico velleitarismo culturale oggi più che mai indenunciabile in quanto tale.

    PS: Ascanii di tutto lo Stivale, ora tocca a voi: cosa aspettate ancora? Se attendevate il tempo di rompere gli indugi, oggi sapete che quel tempo è arrivato!

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    1. Già... Il povero Iulo deve essere combattuto! Da una parte è stato "endorsato" da Fassina (ma non so se ha ricambiato), e quindi dovrebbe schierarsi per il "NO". Dall'altra tiene famiglia, come si è capito in tanti casi (ad esempio, quando una nota multinazionale ha avuto un atteggiamento di grande fermezza con le proprie maestranze a due passi da casa di Iulo, e lui zitto...), il che lo motiva a schierarsi per il "sì". Da Ascanio a Amleto. Io dico che si schiererà per il "sì": il "no" è da Casapound, per quel tipo di intellettuale. Se mi sbaglio, tornate qui a sputarmi in faccia: sarò lieto di essermi sbagliato, come lo sarei stato tutte le altre volte in cui invece ho avuto ragione...

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    2. Mi prenoto volentieri, non garantendo sulla mira.

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    3. Penso che il punto più basso l'abbia toccato l'artistapopdesinistra Jovanotti.
      A parte il Bilderberg, è la sua visione "progressista" enunciata con tanto entusiasmo a lasciare stupefatti e soprattutto che tale visione, grazie alla propaganda della sinistra spiaggiata (mai lessi termine più eufemistico) sia ormai condivisa alla quasi unanimità anche nelle classi più basse ed emarginate, tanto che mai pensiero fu più unico.

      Le élite avevano due modi per imporre il loro impero: correre l'enorme rischio di un regime totalitario e violento oppure finanziare pacificamente la sinistra con il suo carrozzone di artisti e intellettuali. E quando sono cessati i finanziamenti dall'URSS la sinistra è stata pronta ad accettare.

      Siccome non si può rimproverare alla destra di fare politiche di destra, la sinistra è la sola colpevole della situazione attuale e soprattutto della diffusione capillare e totale del pensiero unico a tutti i livelli della scala sociale al punto che qualsiasi argomento politico-economico serio non è più comprensibile ai più e quindi nessun dibattito è possibile.

      Sono contenta di non averla mai votata (non che abbia votato tanto meglio, ma un'alternativa non esisteva e non esiste, politicamente parlando).
      Certi sindacalisti e uomini del PD stanno spacciando le teorie keynesiane per una sorta di evoluzione soft del marxismo/comunismo: non li voterò mai, Keynes si rivolterebbe nella tomba.
      E non sono neanche credibili: quando Cremaschi l'ha nominato a Omnibus in studio gli hanno immediatamente puntualizzato che era liberista e ovviamente non ha potuto ribattere. Per le sanguisughe predicare Keynes o Marx è lo stesso. Per me no.

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    4. Cazzo prof, sputarle in faccia per Iulo?
      Al massimo ci offre un caffè alla prima occasione...

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    5. Albe', ma sai benissimo che ti evitarai la sputazzellam perchè così sarà.
      A volte vi adoro, amici del Goofy, nella vostra ingenuità (e spero sia reciproco). Questi signori sono nel sistema, per il sistema e dal sistema ampiamente mantenuti, non solo con compenso in danaro, ma anche con una "propaganda intellettuale" che spinge un mare di persone a credere al loro valore. La maggior parte di questi è in realtà privo di capacità tecniche professionali o le stesse sono al lumicino. Più di quello che fanno, non sanno fare e non possono fare.
      Se si dovessero, Dio non voglia, ristabilire i parametri, tornerebbero nelle cantine donde arrivarono. Da qui la loro intima convinzione che il sistema non si cambia, motivato con tutti i luogocomunismi del caso. Prendi un Ovadia, candidato per L'altra europa, ricordiamo. Sono venti anni che fa sempre lo stesso spettacolo e racconta sempre la stessa storia. Ma dove vuoi che finisca, se dovesse ritrovarsi fuori dal suo circolo.
      C'è di tutto: direttori di teatri stabili, da 400.000 leuri l'anno, che il partito sposta da un posto all'altro, fanno spettacoli da filodrammatici, film da peracottari nei quali è ben evidente che non sanno usare la macchina da presa, ma l'intellighentia si smuove tutta, sempre, per tesserne le lodi, trovano spazi, finanziamenti, sostegno...
      Il nostro giullare, per esempio: si sa che i commenti alla Commedia non sono i suoi, non sa leggere il sommo poeta, eppure...
      Non ha tecnica, non ha fiato, non ha toni, non conosce l'uso dei risuonatori (basta guardiate come sta perennemente incollato al microfono e non per gli stessi motivi del divino Carmelo), il fonema non sa nemmeno dove sta di casa, non è un Gassman, non è un Bene, né un Albertazzi o uno Sbragia, eppure è passa per il miglior lettore di Dante in circolazione.
      Mi vanto di essere stato il primo a scriverlo, era un piccolo giornale di provincia ma sta lì, nero su bianco data compresa.
      Quale maestria ci sarebbe in uno che prima spiega e poi legge? Grazie al cavolo che tutti capiamo e siamo affascinati. Ma un attore, come Ronconi perfettamente diceva, "fa esegesi del testo recitando", cioè nell'atto stesso della interpretazione, non facendo il professore di Liceo. Questo è un abdicare alla propria professione, e relegare l'attore a una subordinate di quint'ordine.
      Il male peggiore che questi stanno facendo al loro Paese è il distruggere tutto il portato culturale e professionale che si tramanda, nelle sue naturali evoluzioni, da secoli e che dovrebbe solo proseguire sulla sua strada.
      Io so solo una cosa: il mio primo Maestro, Mario Ferrero, regista, lavorò con tutto il teatro italiano del '48 a più o meno i giorni nostri, e dove non curava la messa in scena faceva formazione attoriale. Quando dico tutti, voglio dire tutti: da Renzo Ricci a Massimo Popolizio o Gigi Lo Cascio. E se li ricordava tutti, sia che fossero bravi, sia che fossero cani. Piccoli o grandi.
      Il giullare lo aveva avuto nella Sorelle Materassi (Morelli, Ferrati, Ninchi, Pambieri, ecc.) sceneggiato tv che forse ricorderete.
      Ebbene, non se lo ricordava nemmeno, era il solo caso che in venti anni di frequentazioni abbiamo riscontrato. Nulla, vuoto assoluto.
      Un motivo, di certo, ci sarà stato...

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    6. @Alfonso
      Bellissimo commento.
      La mediocrità è il nuovo modello culturale: nata come necessità di marketing, oggi è un modello di vita professionale quasi in ogni ambito.
      In questo contesto culturale a compartimenti stagni, dove o sei dentro o sei fuori, è l'unico modo (di apparire, non necessariamente di essere) per potersi affermare.
      L'omologazione è una necessità del sistema vigente, serve a frammentare comunità, a creare consumatori, a semplificare la comunicazione verso il basso.
      E così trovi il ragazzino di 10 anni che in TV ti spiega la fisica e la chimica, o le ragazzine supereroi(ne) che senza fatica alcuna, diventano icone in una società che non c'è.
      Chi ha talento - e lo manifesta al di fuori degli schemi - viene emarginato, se poi esprime idee politiche (nel senso stretto del termine) subisce pressioni e conseguenze o in alternativa la consacrazione (spesso immeritata) nell'Olimpo dei Giusti.
      Abbiamo così Nobel assegnati esclusivamente per mere questioni politiche, per premiare l'appartenenza al sistema... intere realtà pregne di cultura "diversa" ostracizzate e tenute ai margini del mondo occidentale.
      Il problema è che questo sistema opera come una potente forza centrifuga... la globalizzazione in atto oltre a portare miseria e guerre, si lascia alle spalle anche un vero e proprio genocidio culturale, forse mai visto in passato (e ce ne sono stati) in questi termini.
      Nessuno vuole fermarsi a riflettere sulle conseguenze di scelte che ogni giorno vengono prese al di fuori di ogni controllo e nell'interesse di pochi.
      A me viene tristezza a vedere certi film coreani, o cinesi (addirittura) o indiani che sono brutte copie sbiadite di Hollywood, scimmiottando luoghi comuni che dovrebbero essere estranei alle loro culture.
      Il problema è oggi globale, in alcuni paesi ci sono sacche di resistenza importanti, in altri meno.

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    7. @Alfonso Liguori
      Eh, ma tu parli di qualcosa per cui ancora occorre faticare, studiare, applicarsi, avere dedizione. Nell'arte l'eventuale successo è consequenziale, e nemmeno garantito: eppure l'arte rimane arte, nel senso di pratica verso qualcosa d'intrinseco nell'artista (lo si vede anche nelle arti marziali tradizionali, che ormai, almeno in occidente, sono belle sputtanate pure quelle), tant'è che l'indigente Chuang-tze, a chi gli faceva notare il suo stato con rammarico, rispondeva: "Povertà non è miseria", continuando a coltivare l'arte del Tao. Ovviamente auspicheremmo comunque che l'artista possegga mezzi adeguati di che vivere, com'è giusto che sia; però gli alti e bassi della vita non dovrebbero spegnerne o accenderne la vocazione interiore soltanto come conseguenza.
      I soggetti baciati dal sistema partono da contrario presupposto: si preoccupano di come fare il botto ed, eventualmente, d'apprendere davvero qualcosa, oppure di come applicare quel poco che conoscono per raggiungere l'effetto-successo desiderato; non è un caso nemmeno se nella concezione moderna dell'arte, la preoccupazione principale del cosiddetto "artista" sia quella di dar libero corso ai suoi processi psichici, il più dei quali gratuiti, senza alcun collegamento a qualcosa d'universale, che possa stimolare anche gli altri a sollevare gli occhi verso un orizzonte più ampio e archetipale: se questa è cultura, è un mero provincialismo del proprio ego. Al liceo, il professore di Storia dell’Arte criticava i cavalli dipinti da Paolo Uccello nel Trittico della Battaglia di San Romano, definendoli statici e corpulenti come quelli dei soldatini; non gli veniva in mente, come accade invece a Flaiano (e non occorre esser quest’ultimo per giungervi comunque), che il pittore ossessionato dalla prospettiva avesse reso le pose, non solo dei cavalli ma anche dei cavalieri, in modo rigido e contratto proprio per rappresentare come fatica, paura, sforzo e dolore della battaglia cristallizzino i tratti dei viventi in sagome. Qualcosa dell’animo agitato di Paolo si rifletteva nell’opera? Assai probabile, eppure in qualche modo l’artista ne ricercava un’origine, una motivazione, un’eco assai più ampia e universale. Ridurre l’opera e il gesto d’arte a pura fruizione emozionale è mutilarla.
      Dal canto suo Jovanotti (ce ne fosse stato davvero il bisogno) ha sempre ammesso di non saper cantare (vorremmo vedere quanto dura in battaglia un soldato che non sa combattere quando, anche chi ne è capace, talora dura poco, ma non per questo smette d’essere un soldato); però, siccome coniuga la leggerezza con l’ “impegno” (ho avuto di che pazientare con alcuni amici che mi proponevano serie esegesi dei testi di alcune sue canzoni…) si è dimostrato adeguato per attirare certi topini della fiaba.
      In merito a Benigni invece, quello che hai detto tu, Alfonso, basta ed avanza.

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    8. @Ivan - CIto, vi ringrazio per le riflessioni e per gli apprezzamenti, ma, vedete, io parlo solo di cose che vedo da almeno una ventina d'anni a questa parte, nulla di più.
      Si è andati pian piano, lenti lenti, verso la deriva (che comunque può ancora essere arginata). Vi suona familiare una storiella tipo "rana bollita"? credo proprio di sì.
      Sul desiderio di omologazione, Ivan, concordo, ed è per me a volte incomprensibile. Noi ne fuggivamo, ora il desiderio è essere come gli altri. Da circa due anni mi sto "riciclando", data crisi, come docente, lavoro che mi dà molto piacere, seppure pagato malissimo, e che forse può servire proprio a invertire la rotta, passando a dei ragazzi ciò che mi è stato passato. Ma per farti un esempio banale: "Scusate, ragazzi, qualcuno ha un caricatore del telefono?"; "Che telefono ha, prof?"; "Un Huawei..."; "No, prof, abbiamo tutti iPhone, ci spiace...".

      Cito, tu parli di arte. Ma Arte è una cosa grossa, alla quale ci si dovrebbe accostare sempre con la massima umiltà (e senza false modestie della minch...). Io parlo solo di professione. Per me è quella che deve fare il proprio percorso nel solco della tradizione e con il suo, ribadisco, "sviluppo naturale", dovuto ai tempi, alle innovazioni magari tecnologiche, anche al gusto della comunità che cambia. Perché l'Arte è... una cosa che ti scappa. Voglio dire che tu fai coscienziosamente il tuo lavoro, ogni giorno, ogni volta, come un bravo artigiano; produci una serie di oggetti sempre fatti con amore e cura... poi un giorno ti volti, e ti accorgi, o qualcuno si accorge, che hai fatto la saliera di Cellini. Paradossalmente, tu quasi non lo devi volere.
      L'errore è pensare a priori di fare un capolavoro. Ma qui hai ragionissima tu: si parte da questo errato presupposto, solo per riuscire a "fare er botto". Fatto "er botto" tutto ti è concesso, fai un film, uno spettacolo, scrivi un libro, mostra di fotografie, scalata dell'Everest, sfamare i bimbi del Burundi... tutto è un capolavoro. Ma pure un cretino capirebbe che così non può essere.

      Comunque, visto che a noi non piace perdere il gusto dell'ironia, vi racconto la meravigliosa battuta di un mio bravo collega, Francesco Biscione, folgorante e perfetta per descrivere i nostri tempi:
      Io: "E che fai la prossima stagione, France'?"
      F: "Faccio XXX..."
      Io: "Con chi?"
      F: "Con Coso..."
      Io: "Ah..." (faccia perplessa)
      F: "Eh..." (faccia rassegnazione, ma tocca lavorà)
      Io: "E la regia?"
      F: (come una ovvietà) "Sempre di Coso."
      Io: (stupefatto ed evidentemente inorridito) "Noooooooo"
      F: (netto) "Non fare la faccia anni '90!"

      Ecco, "la faccia anni '90" è quella di quando c'erano ancora dei riferimenti, delle indignazioni, delle perplessità possibili, dei confronti ancora da poter fare, delle minime resistenze da poter mettere in campo...
      Oggi, tutto se pò ffà, perciò: "Non fate la faccia anni 90!!!" :-) :-)

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    9. @Alfonso Liguori
      E' verissimo: l'arte è una cosa che scappa. E il possibile capolavoro deve essere considerato dall'artista alla stregua d'un fatto accidentale, non voluto "volontariamente", qualcosa che accade o può accadere. Esempi svariati in questa direzione: l’anziano Michelangelo usciva col vento e la neve, e a chi gli chiedeva cosa andasse a fare con quel tempaccio, rispondeva “Vado a vedere se imparo qualcosa” (col David, la Pietà e la Sistina alle spalle…???); Van Gogh si considerava un pittore poco più che mediocre; il maestro Funakoshi, codificatore del karate attuale, dopo una vita d’insegnamento disse in tarda età “Ho compreso cosa sia age uke”, una tecnica di bloccaggio alto che si insegna alle bianche fin dal primo giorno (il “profano” superficiale, sclerotizzato dai corsi del fine settimana e da un procedimento verso il sapere narcotizzato dalla formalità, si domanderebbe: ma allora, fino a quel momento cosa aveva fatto e insegnato?). Perciò fa parte dell’arte anche (per certi versi soprattutto) il procedimento d’acquisizione artistica, l’iter da percorrere continuamente, sicché anche quel che tu indichi come “professione” possiede qualcosa che evita di farla scemare a mestiere d’abitudine, consuetudine, ripetizione senz’anima (ho stimato assai quel frangente in cui il musicista Alberto Bagnai, preso da fremente timore durante un’esecuzione, cerca di ricomporsi in se stesso, in impercettibili attimi di attimo, per procedere adeguatamente – a me è capitato nell’eseguire un kata, o nel bel mezzo d’un kumite -: e anche questo fa parte dell’esecuzione artistica): infatti, non è che ogni volta è come se fosse la prima, bensì “è” sempre la prima, poiché nel frattempo cambia ogni cosa (pubblico, stato d’animo, salute, umore etc…). E anche un’opera d’arte “statica”, come scultura o pittura, per esser tale non rappresenta mai un punto d’arrivo definitivo, quanto un continuo rincorrere qualcosa entro le forme, i gesti, i toni e i colori che la compongono (col dubbio che l’occhio sappia effettivamente coglierne sia i particolari, che l’insieme, senza piuttosto lasciarsi trarre in inganno da certe similitudini che già albergano nel cervello dell’osservatore).
      L’arte è una cosa che scappa e lascia il dubbio della completezza: e artista chi continua a correre, senza curarsi troppo d’essere appagato.

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    10. Scusate se intervengo ancora, ma ho or ora reperito due aforismi di Jules Renard che cadono a pennello:
      "Per aver successo bisogna aggiungere acqua al proprio vino, finché non c'è più vino."
      "Non essere mai soddisfatti: l'arte è tutta qui."

      Facciamo anche tre, dai...
      "Libero pensatore. Basterebbe dire pensatore".

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    11. Non so. A voler essere buoni, direi che alla base di certe derive ci sia un meccanismo piuttosto generale, che ha come risultato finale una sostanziale perdita di contatto con la realtà. Contatto mai scontato, ma, credo, particolarmente difficile da mantenere per chi raggiunge certi livelli di successo e notorietà.

      In sostanza, nasci come signor nessuno e grazie a un mix di fortuna, determinazione e un imponderabile quid di talento personale ti ritrovi a essere qualcuno grazie alle tue performances riconosciute in un certo campo. Ma la posizione sociale e lo status di personaggio pubblico di successo, oltre a essere gratificanti ed esaltanti di per se, ti conferiscono una 'qualità' in più: l'autorevolezza potenzialmente 'a tutto campo' che spetta a chi ha dimostrato di essere un vincente. A tutto campo nel senso che, con un po' di accortezza, intuisci che può essere esercitata efficacemente anche a prescindere dal tuo ambito specifico ('artistico' o professionale, con un discorso un po' a parte per i giornalisti) di affermazione. A cominciare naturalmente dalla sfera della cosa pubblica, dalla quale il salto a quella dei 'massimi sistemi' delle scienze sociali (diritto, economia, sociologia, politologia) è in re.

      È questo credo il punto di svolta: il punto in cui, dopo esserti riconosciuto come parte di una tipologicamente variegata ma estensionalmente ben riconoscibile elite, i vertici di questa elite si accorgono di te e della potenziale oggettiva funzionalità ai loro scopi.

      A questo punto la forza di attrazione cooptativa/assimilativa è già pienamente e automaticamente in atto. In positivo, sollecitando (in combutta col tuo Ego) e orientando l'esercizio 'fuori sacco' e magari anche inconsapevole della tua capacità di influenza sulla pubblica opinione. In negativo, agitando più o meno apertamente lo spauracchio del ristagno/ridimensionamento/perdita dello status (sociale, economico, mediatico) raggiunto.

      Naturalmente, quanto più la tua fortuna (a partire da quella artistica) dipende dalla benevolenza di determinati settori (a partire da quelli politicamente connotati) di questa elite, tanto più questo tipo di sollecitazioni e condizionamenti sono forti e agiscono in profondità. Ovvero, sono tendenzialmente introiettati a livello inconscio sotto forma di 'senso di responsabilità', 'maturità', 'visione realistica delle cose', 'moderazione'. Tutti atteggiamenti e qualità tanto nobili e pacificanti, quanto oggettivamente funzionali all'accettazione acritica di quelle medesime sollecitazioni, a prescindere cioè dall'applicazione alle stesse di strumenti critici esterni al mondo (ormai il tuo mondo) da cui provengono.

      Ma 1) senza un costante sforzo di ricerca e una conseguente almeno parziale individuazione e acquisizione (comunque mai scontate) di strumenti critici indipendenti e adeguati, e 2) avendo a disposizione degli pseudo-strumenti di comodo già belli e pronti per l'uso, la perdita di contatto con la realtà a favore di visioni/spiegazioni/interpretazioni/giustificazioni corrispondentemente (con quegli strumenti) di comodo (oggettivamente anche proprio) è difficilmente evitabile. Come lo è - e qui il cerchio si chiude - l'esercizio indiscriminato della propria autorevolezza/credibilità nel senso della diffusione di quelle visioni/spiegazioni/interpretazioni/giustificazioni.

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    12. Non credo che Benigni sia così ingenuo e fuori dalla realtà, infatti in principio era contrario al cambiamento della Costituzione.
      Non è una grande soddisfazione ma possiamo buttarlo giù dalla torre.

      Giusto per non passare per stupidi, perché, se la perdita di pensiero critico ai giullari fa comodo, il pubblico può sempre ricordare loro che la critica-acritica e l'appoggio delle élite non basta per non cadere in disgrazia (artisticamente parlando).

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    13. A non voler essere buono bensì quello che mi sento di essere, sono perfettamente d'accordo con te. È che spesso è emotivamente e intellettualmente difficile accettare la realtà di certe dimostrazioni di squallore umano, specie quando provengono da qualcuno che un tempo rispettavi e apprezzavi. Per cui ti ingegni a trovare alibi e spiegazioni alternative, che, se pure possono valere in qualche caso, certamente non in quello in questione, a meno di fattori neurologici che a occhio e croce mi sentirei di escludere.

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  39. "Uomini contro" è un film (1970) di Francesco Rosi, ispirato al libro "Un anno sull'altipiano" (1937) di Emilio Lussu. Un episodio presente in entrambi vede l'artiglieria italiana tirare corto sulle proprie trincee; i fanti, esasperati dagli assalti frontali contro le mitragliatrici austriache e il filo spinato intatto, coi Carabinieri alle spalle che sparano su chi indietreggia anzitempo, cercano di ribellarsi abbandonando rifugi e postazioni. Il maggiore che comanda il battaglione interviene ordinando la decimazione come atto disciplinare: raccolto il manipolo di sciagurati scelti ogni dieci dai ranghi dei fanti, viene composto il plotone di loro compagni che dovrà sparar loro contro. Il maggiore ordina il fuoco, ma il plotone d'esecuzione deflagra per aria; allora l'ufficiale, ottenuto un diniego anche dal giovane sottotenente presente, estrae la pistola d'ordinanza esclamando: "Ebbene, punisco io stesso i rivoltosi!" e prende a sparare sui primi soldati scampati alla morte. Il plotone d'esecuzione allora gli punta contro i fucili e l'abbatte. Giunta immancabilmente notizia dell'accaduto al comando, anche il sottotenente che si è rifiutato di dar seguito all'iniqua sentenza si ritroverà, spalle al muro, a passare gli ultimi suoi istanti di vita.
    Tutto ciò, senza futuro, né passato e nemmeno un presente (i nemici di fronte, i Carabinieri alle spalle e i fanatici in mezzo) accadeva realmente appena cent'anni fa.
    Nelle scorse settimane, il Corriere ha inaugurato una collana di classici della letteratura della Grande Guerra, tra cui proprio il bel libro di Lussu come primo volume; nella presentazione del piano dell'opera leggiamo: "Un conflitto sanguinoso che costò lutti e sofferenze indicibili, ma che contribuì a portare il nostro Paese verso la modernità". Come dire: la Grecia è un grande successo dell'Euro, e la croce con scritto "progresso", infissa nel terreno concimato di sangue, è pur sempre un'ottima tesi per giustificare ogni cosa.
    D'un progresso che, per salvare dalla setticemia, ammazza di stenti, ne faccio volentieri anche a meno.

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  40. Mi sono deciso a fare per la prima volta una (piccola) donazione ad A/simmetrie (se non si contano i 5X1000, ma quelli lo so già che, se li prenderete, li prenderete tra millemila anni ecc... ecc...).
    L'occasione è il battesimo della mia secondogenita e la motivazione è il più puro egoismo: so che se c'è anche una sola possibilità per lei e suo fratello di avere un avvenire in questa Nazione questa passa tramite l'opera del Professore, del suo staff e di tutti coloro che in questi anni senza risparmio si stanno spendendo per divulgare la Verità.
    I miei due pargoli ancora non vi conoscono, ma intanto vi ringrazio io a nome loro.

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    1. Se consideriamo quanti altri piccolini saranno stati battezzati in data odierna (e lo saranno nei giorni a seguire), la visione non è poi così egoistica (abbiamo visto celate ipocrisie meschine ed egoismi sottili ben peggiori, al largo dei bastioni di Orione e nel buio vicino alle porte di Tannhäuser...).

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    2. A conferma che non è egoismo:
      http://vocidallestero.it/2016/06/03/poverta-in-germania-1-bambino-su-7-dipende-dai-sussidi-statali/

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  41. sarà poco e magari inutile, ma cominciamo a non comprare prodotti di quella società. Direte voi: magari e' italiana.... e io rispondo: aziende italiane come quella ce ne sono altre...

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