mercoledì 7 dicembre 2011

La follia dell'euro

Siccome va di moda dire che gli economisti statunitensi ce l’hanno con l’euro perché sono invidiosi, e che gli Usa stanno cercando di affossare l’euro perché lo temono (!), allora faccio una piccola aggiunta alla lista di “quelli che l’avevano detto” (per inciso: Krugman chiarisce bene quanto poco gli americani avessero da temere dall’euro: “Who’s afraid of the euro”, Fortune, 27 aprile 1998).
Dopo tanti economisti statunitensi e ortodossi vi propongo un economista britannico e eterodosso. Lo faccio con piacere, perché è un amico, e ci tengo particolarmente a farvi conoscere il suo contributo, visto che in altre sedi italiane non è stato possibile pubblicarlo (mi riferisco, ovviamente, ai forum “di sinistra” che sono andati avanti tutta l’estate proponendo il vacuo delirio di padri più o meno nobili). Intanto, ve lo presento, così capite subito che aria tira:


Tony Thirlwall

Per chi non lo conosce: ha studiato a Cambridge. Allievo e poi biografo di Kaldor, è riconosciuto come l’esponente più autorevole del pensiero post-keynesiano. Ha insegnato all’università del Kent, è stato visiting a Princeton, Cambridge, ecc., è stato consulente per l’African Development Bank, l’Asian Development Bank, l’Unctad ecc., ha scritto 192 saggi di cui 107 articoli su riviste, appartiene al 5% degli autori più citati ed è autore di un modello di crescita economica che ha dato origine a 171 lavori scientifici di rilevanza internazionale.

Nota: il testo dell’articolo dal quale vi propongo qualche citazione, e che vi suggerisco di leggere nella sua versione integrale, è alla base dell’audizione che Tony svolse nello stesso anno presso il “Treasury select committee on the UK entry into the euro”, dal titolo “The euro and regional divergence in Europe”. Paese che vai, tecnici che trovi...

Da “The folly of the euro”, Window on Work, no. 4, pp. 4-9 (1998).
Pag. 4 “For some, the purpose of the single currency is to further promote trade in Europe by reducing transaction costs and avoiding exchange rate fluctuations... If the single currency creates a deflationary zone in Europe, which I believe it will, the euro will jeopardise trade. It could even give rise to protectionist sentiment.” (Secondo alcuni lo scopo della moneta unica sarebbe quello di promuovere ulteriormente il commercio in Europa, riducendo i costi di transazione e evitando le fluttuazioni del cambio... Se la moneta unica creerà un’area deflazionistica in Europa, come credo accadrà, l’euro comprometterà il commercio, e potrà perfino portare al risorgere di atteggiamenti protezionistici).

Pag. 5 “The argument that a single currency is necessary for the completion of the Single Market is, in fact, the reverse of the traditional theory of optimum currency areas which is that an optimum currency area depends itself on the degree of factor mobility.” (L’argomento secondo il quale una moneta unica è necessaria per il completamento del Mercato Unico, in effetti, rovescia la consueta teoria delle aree valutarie ottimali, secondo la quale un’area valutaria è ottimale se i fattori di produzione hanno una sufficiente mobilità al suo interno).

Pag. 5 “even if a single currency was an aid to the mobility of the factors of production, factor mobility cannot be regarded as a panacea for depressed regions or countries that have no weapons of economic policy to protect themselves. After decades of migration from the north to the south of Britain, and from the south to the north of Italy, the regional divide in these countries is as pronounced as ever.” (Anche se la moneta unica aiutasse la mobilità dei fattori, quest’ultima non può essere considerata come una panacea per regioni depresse che non hanno altre armi a disposizione per proteggersi. Dopo decenni di migrazione dal nord al sud dell’Inghilterra, e dal sud al nord dell’Italia, il dualismo regionale di questi paesi è più che mai accentuato).

Pag. 5 “We can all unite behind the desire for peace and cooperation in Europe, as we can behind the virtues of motherhood and apple pie, but the euro as the route to political union, even if that is desirable, is fraught with danger, and could just as well lead to the economic and political disintegration of Europe. Political wishful thinking often has the nasty habit of driving out common sense”. (Possiamo unirci tutti dietro lo stendardo del desiderio di pace e cooperazione in Europa, come possiamo farlo dietro le virtù della maternità o della torta di mele, ma anche se l’unione politica fosse un obiettivo desiderabile, l’euro rimarrebbe una strada irta di pericoli per conseguirlo, e potrebbe con uguale probabilità portare alla disintegrazione economica e politica dell’Europa. Il wishful thinking dei politici spesso ha la pessima abitudine di scacciare il buon senso).

E qui mi fermo. Non senza dedicare un affettuoso pensieri ai maestri che mi rimproverano di mancanza di visione, di aristocratico e controproducente arroccamento in una visione grettamente economicistica, insomma, di mancanza di quella che Gadda avrebbe chiamato “una certa moderna e pastrufaziana latitudine di visuali” (nella Cognizione del dolore). E invece “vorrei (Dio lo sa) non aver capito niente io e che avessero capito tutto gli altri” (sempre Gadda, ma nel Diario di guerra). Ma temo di dover ammettere che invece ho capito... e voi (credo) con me! Alla fine, dovremo rassegnarci all’idea che un tecnico con 200 pubblicazioni vale più di un tecnico con 20. As simple as that...

27 commenti:

  1. Mi sta venendo la voglia di leggerlo Gadda il testo quale è la "Cognizione del dolore"?
    A parte questo mi sembra ridicolo accusarla di mancanza di visione, sbagliato, demenziale, squilibrato o imperfetto che sia (e per me da non economista lo è) il sistema monetario in cui viviamo è questo no? ed allora per prevederne le distorsioni ed i relativi effetti pratici a questo bisogna attenersi, e a quello che dicono gli studiosi di questo sistema, per la serie se voglio ottenere 8 so fare solo le addizioni e come risorsa ho solo un paio di due posso dire tutto quello che voglio ma 2+2 sempre 4 farà e mai 8.
    Oppure non so i suoi "maestri" dicono di poter allargare le visioni? ah si? ed allora devono passare dall'economia alla fisica di Heisenberg, a Ludwig Wittgenstein partendo da Platone e Socrate passando per Giordano Bruno, attraversare la medicina passando per la biologia e la chimica capire l'iliade e l'odissea passando per la divina commedia etc è così che si "allargano" gli orizzonti non con le chiacchiere. Se dopo aver fatto questo se ne vengono che due + due fa 8 o devono spiegare quali nuove regole matematiche hanno scoperto oppure farebbero meglio ad essere più umili.

    Pur considerando io le materie umaniste "superiori" a tutte le altre per il semplice fatto che riguardano l'essere umano (noi questo siamo) e che le materie scientifiche sempre umaniste sono in quanto si basano su scoperte invenzioni ed intuizioni dell'uomo, in quanto tali dovrebbero essere al servizio dell'uomo e non POSSEDERLO mentre spesso hanno il grave difetto di tendere ad avere una sorta di apatica autoreferenzialità che sfocia spesso in dogmatismo che è di tipo religioso e non scientifico, dicevo fatto salvo tutto questo a me piace moltissimo leggerLa proprio perchè cerca di limitarsi al dato tecnico-razionale-scientifico della sua materia e grazie a questo mi fa capire quanto sia irrazionale la situazione in cui ci troviamo proprio perchè viola in maniera aberrante e demenziale principi dati e presupposti di un sistema che preso di per se sarebbe logico razionale e "scientifico" ed infatti "logicamente" "razionalmente" e "scientificamente" si stanno avverando le previsioni fatte da molti illustri economisti, ci sarebbe davvero da perdere la testa eh.
    La cosa più demenziale e divertente è poi quella di notare che la accusano di cosa? di "complottismo" hahahah meglio ridere

    Buona giornata a tutti

    Giuseppe

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  2. Compreso che questa moneta manca di fondamenta essenziali e che a questo punto non saprei sinceramente (per carenza di competenze) se qualche "innesto" si possa fare per renderla più solida, diciamo così; ma la sensazione che ho ho, che ovviamente non deriva da studi di ricerca, è che la situazione a livello di poteri decisionali/Governance sia tutt'altro che per una risoluzione democratica a vantaggio del popolo. L'America avrà anche il suo dollaro, più completo più forte più tutto, ma qui ho la vaga impressione che (tranne gli economisti citati da lei,ovviamente) nessuno sia super partes per dare consigli giusti ad altri. Scusate per il commento poco tecnico, ma secondo me se non si cambia qualcosa li, difficilmente se ne uscirà. (spero di sbagliarmi).

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  3. i 2 professori Mario Monti e Romano Prodi quante pubblicazioni hanno al loro attivo?

    grazie

    Franco

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  4. Caro prof Bagnai,
    mi spiega come si fa ad uscire da un periodo di stagflazione come quello che siamo attraversando? La teoria economica se non mi sbaglio dice di ridurre la massa monetaria, ma qui da quello che mi risulta la Banca Centrale la sta aumentando visti gli abbassamenti dei tassi di interesse
    E poi non c'è il rischio di andare verso una situazione di trappola della liquidità?

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  5. Rapidamente:

    @Giuseppe
    Veramente a me per allargare gli orizzonti veniva consigliata Norma Rangeri. La cosa mi ha un po' stupito e ho preferito lasciar cadere la discussione. Non voglio però sembrare irriverente. Credo sia chiaro che cerco di imparare da tutti. Non penso esista un "monopolio" della verità.

    In questo senso sono d'accordo con l'anonimo "poco tecnico" sul fatto che è anche ingenuo o pericoloso dare l'impressione di una totale oggettività della scienza economica.

    Credo esista un dato di buon senso. A nessuno verrebbe in mente di strozzare le scotte sotto raffica. Se lo fai scuffi, e questo è quello che logicamente sta succedendo. Ma non so nemmeno se scomodare il termine "scienza" per una conseguenza attesa e voluta.

    Credo che quando si parla di "tecnica" in economia lo si faccia per prendere in giro gli elettori. Ma siccome a me piace giocare, ho voluto far vedere che al gioco della tecnica i nostri tecnici partono battuti (Franco, non mi far rispondere... e poi ho già risposto)!

    Il problema è che al gioco della politica siamo stati battuti noi... E i motivi credo di averli illustrati ad abundantiam!

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  6. Buone notizie da un'America Latina sempre meno dollarizzata e liberista:


    According to ECLAC publication presented today:

    Poverty and Indigence Levels Are the Lowest in 20 Years in Latin America

    The Organization predicts that the region will close this year with three million people less living in poverty.
    http://www.eclac.org/cgi-bin/getProd.asp?xml=/prensa/noticias/comunicados/9/45169/P45169.xml&xsl=/prensa/tpl-i/p6f.xsl&base=/tpl-i/top-bottom.xsl


    L'Fmi chiede aiuto all'America latina

    Cambia il vento e da peso per l'Fmi oggi i Paesi sudamericani sono una risorsa. Soprattutto economica
    http://it.peacereporter.net/articolo/31952/L%27Fmi+chiede+aiuto+all%27America+latina
    http://it.peacereporter.net/articolo/31952/L%27Fmi+chiede+aiuto+all%27America+latina


    Claudio

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  7. Ah beh se le avevano consigliato addirittura Norma Rangeri è tutto un altro discorso... non la conosco.
    C'è davvero poco altro da aggiungere sulla questione, solo che io non riesco a capacitarmi di come sia possibile fare tutto ciò e pensare di passarla "liscia" adducendo durante una ipotetica nuova "Norimberga" come giustificazione la "mano invisibile di dio" bypassando il buon senso ed il libero arbitrio.
    Diciamo che devo ancora fare il callo a quelle che per me sono rivelazioni "sconvolgenti" perché pur essendo avvezzo alla stupidità umana (partendo sempre dalla mia che non è certamente poca) francamente non pensavo potesse arrivare a tanto.

    Giuseppe

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  8. Caro Professore, passiamo oltre e se può e vuole, si concentri nel chiarire, non quali siano gli errori del passato e che si ripropongono nel presente ma nella definizione delle giuste azioni di oggi.
    Le faccio un piccolo esempio. Un uomo non si sente bene, ha dei problemi di salute e decide di consultare un medico. Il medico fa una diagnosi e gli prescrive una cura. Passa il tempo e l'uomo continua a stare male, la cura non funziona. Deve essere un medico anche lui per accorgersene? Consulta dunque un altro medico. Il nuovo medico gli spiega quali siano gli errori in cui è incappato il suo collega e gli spiega come la cura cui si sta sottoponendo sia controproducente. Ma qual'è la cura giusta? Nulla, il medico gli dice che intanto si tratta di ristabilire la verità. Ma l'obiettivo dell'uomo è guarire ed ha paura. Esce dallo studio medico in un profondo stato di prostrazione e l'unico pensiero cui riesce ad affidarsi è la speranza che il male guarisca da sè.
    Saluti, Massimo Ciuffini

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  9. Caro Massimo,

    capisco e condivido il senso della sua richiesta, sulla quale sto lavorando, come tanti altri. Faccio un controesempio. Esattamente come, se fossi convinto che la cura sia tagliare, non mi affiderei a un chirurgo con la lacrimuccia (perché la lacrimuccia annebbia la vista), in generale non mi affiderei a un medico che desse una terapia sulla base di... nessuna diagnosi!

    Le terapie che non hanno funzionato si basavano su diagnosi sbagliate, e allora c'era bisogno di altre analisi. Diciamo che gli ultimi due post sono le analisi del sangue, delle urine, una risonanza, una TAC, ecc.

    Condivido insomma con Sergio l'idea che sia comunque necessario, dopo decenni di disinformazione, fornire un numero sufficientemente ampio di "analisi cliniche" nella speranza che il paziente si convinca.

    Guardando avanti, a me veramente sembrava di aver già detto ad abundantiam quale fosse la terapia, ma visto che non è stato chiaro ci tornerò sicuramente sopra. Se c'è un errore tecnico, la terapia è rimuoverlo. Bisognerà uscire dall'euro, dato che, come ho argomentato più volte, le "terapie" proposte per tenerlo in vita non sono politicamente sostenibili (per l'opposizione della Germania).

    Un'operazione che avrà costi, alla valutazione dei quali mi sto dedicando e sui quali cercherò di tenervi aggiornati.

    Tenendo presente, naturalmente, che la valutazione corretta deve essere fatta in termini condizionati e variazionali (fatemi fare il tecnico). Voglio dire che ai costi dell'uscita vanno sottratti i costi della non uscita. Esempio: il piddino standard ancora oggi ci "dilegua i testicoli" (cito Gadda che non le piace) con l'argomento che se uscissimo svaluteremmo e allora la benzina costerebbe di più. E quando mi vengono a fare la lezioncina sul circolo vizioso svalutazione/inflazione cosa posso fare, se non annuire con aria di circostanza?

    Bene: non siamo usciti, abbiamo sempre una valuta (troppo) forte, ma la benzina... sorpresa (!?), costa di più! Solo che se avessimo svalutato saremmo più competitivi, mentre così siamo sempre meno competitivi, come notava credo Massimo da un'altra parte, perché i prezzi interni sono sempre più alti.

    Chiaro, no? A chi chiede quanto costerebbe uscire, chiedete sempre di sottrarre quanto ci sta costando non uscire. E vedrete che vi sarete fatti un bello sconto sul biglietto di uscita!

    Prometto nei prossimi post di occuparmi solo del futuro, partendo però da Zenone di Elea.

    Grazie come sempre per l'incoraggiamento, sono lieto di vederla ancora qui...

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  10. In ossequio all'ottimo sottotitolo di questo blog,mi viene in mente la domanda e l'offerta e ...Malthus;poi penso che l'offerta é infinitamente più grande della domanda e come la maggior parte degli imprenditori ignorino totalmente questa semplice osservazione,con evidenti conseguenze nefaste sul sistema economico generale:si finisce nel tentare di vendere la sabbia ai beduini,che stranamente si rifiutano di comprarla.Allora per venderla 'sta sabbia,gli proponiamo di pagarla con comodo to father dead.Per un po'di tempo il beduino compra la sabbia,poi inspiegabilmente non compra più.Tu vai a pranzo con il beduino per sapere cosa non va nella finissima sabbia che gli stai fornendo,e lui ti risponde che il prodotto è ottimo e il servizio pure,e allora cosa c'é che non va? Il pagamento ti risponde,un tuo concorrente gli ha prestato i soldi per comprare la sabbia.

    Mi viene in mente un'altra storia che mi raccontava mio padre.Un amico di mio nonno aveva contratto un debito con un vicino di casa e avvicinandosi la scadenza della restituizione non dormiva più.La moglie,stanca delle continue lamentele notturne del marito,una notte gli disse"adesso te lo risolvo io il problema del debito".Scese dal letto e andò a svegliare il vicino creditore:"Vo' da fa' 'na 'mbasciada de mi marido.I guadrini non ve li rdà perchè non ce l'ha!.Tornata a letto disse al marito:" Adè bada a dormì che...svejo ce sta lù!

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  11. Attendendo le future analisi che già aveva preannunciato e che è inutile sollecitare visto che deve avere il tempo di prepararle.
    Noto che l'odierno vertice UE persiste nella solita dinamica "tecnocratica" con la differenza che finalmente L'Inghilterra di Cameron scopre le carte dichiarando di non volere rinunciare alla propria sovranità (e alla finanza della city).
    Questa scelta di un paese che non produce quasi più nulla e che sopravvive grazie alla finanza che è al centro dei nostri problemi pone in un'ottica differente personaggi vari come Nigel Farage che io ad esempio seguo non da ora ma da due anni.
    Nello specifico Farage è perfetto al 99% poi però appena si parla di regole e limiti da mettere alla finanza si è sempre irrigidito dicendo "NO è una parte importante del PIL inglese e non abbiamo alcuna intenzione di rinunciarvi".
    In tutto ciò professore francamente è difficile districarsi: l'euro non va bene ha una struttura illogica, chi ci "aiuta" dall'esterno definendo i governi greci ed italiani per quello che sono (colpi di stato) non vuole regole sulla finanza che di per se ha ampiamente dimostrato di essere un altro problema serio. Altri esterni (usa) sono terrorizzati al solo pensiero che l'euro si sfaldi.
    Gli ingredienti per una frittata con lo zucchero al posto del sale ci sono tutti, uscirne senza danni sembra difficile.

    Giuseppe

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  12. "dilegua i testicoli"

    Gadda è superlativo.

    Avanti così

    Claudio Martini

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  13. @aziendalista teppista

    I miei amici marxisti millenaristi infatti parlano di crisi di sovraproduzione... e mi sembra che abbiano ragione. Un problema che in Europa abbiamo risolto e stiamo risolvendo come indichi tu, cioè ignorando la domanda (anche a livello macroeconomico)!

    @Giuseppe
    Anche per i motivi di cui sopra, sono molto d'accordo con Sergio Cesaratto quando suggerisce di non enfatizzare il ruolo della finanza in quanto sta succedendo. Secondo me il Regno Unito fa bene a difendere la sua sovranità. Punto. Se lo può permettere in questa fase perché nella fase precedente, grazie anche all'influenza di persone come Tony, non ha commesso l'errore di perdere la sovranità monetaria. Posso capire il punto di vista di chi attribuisce questo a egoismo e al desiderio di difendere la "finanza cattiva" dalle buone regole europee (quali, a proposito?).

    Lo capisco, ma non lo condivido.

    Nella decisione britannica c'è molto di più.

    Procuratevi "Le conseguenze economiche di Winston Churchill" e dategli un'occhiata.

    Quando si parla dell'assurdo atteggiamento deflazionistico dei tedeschi, invece di vederlo per quello che è (una svalutazione "interna" competitiva) ci si intenerisce: "poverini, hanno avuto Weimar!". Ma cosa hanno avuto gli inglesi non lo ricorda nessuno! L'aggancio a un'ancora nominale forte (la parità aurea anteguerra) sterminò l'economia inglese.

    Quello dell'euro dovrebbe essere un film già visto anche per noi, ma gli inglesi ci hanno rimesso le ultime residue speranze di essere una potenza mondiale, e quindi ora stanno molto ma molto ma molto attenti.

    Quanto a Farage... non mi sono ancora documentato né informato (volevo chiedere a Tony). Ho il sospetto che sia abbastanza fascista. Ma appunto il grande progresso dell'euro in politica è stato questo: farci dare lezioni di democrazia dai fascisti, e lezioni di Realpolitik (dei poveri) dai democratici.

    Gli squilibri sono reali. Non sono per la deregulation, ma una finanza perfettamente "regolata", se innestata su un'economia reale sbilanciata, porterà sempre a squilibri del tipo di quelli che stiamo vedendo.

    Penitenziagite...

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  14. Caro Professore, grazie per le risposte, stiamo forse abusando di lei. Se mi permetto vorrei incalzarla su questo punto: uscire dall'euro. In termini teorici, prendendo per buona la diagnosi che lei ci ha fatto, è l'obiettivo verso cui puntare. Ma in termini più pratici qual'è la strada da percorrere? In poche ed essenziali mosse come dovrebbe essere giocata questa partita?
    PS Non ho mai letto Gadda e non perchè non mi piaccia. Anzi, mi incuriosisce molto. Non sono sufficientemente colto e sono debole nei fondamentali.
    Saluti, Massimo Ciuffini

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  15. Grazie mille per gli spunti vedrò di procurarmi il testo suggerito.

    Sulla difesa della sovranità sono d'accordissimo se fossi inglese sicuro non vorrei l'euro e da italiano voglio un'Italia sovrana anche dagli Inglesi, così come le cosiddette "buone" regole europee mi lasciano come dire almeno "perplesso", è che di fesserie e di false promesse se ne sentono così tante che io ormai non mi fido più di nessuno!

    Sulla finanza ammetto di avere un forte preconcetto ideologico, ma anche qui è fondamentale capire che è uno strumento e come tale può essere utilizzato con fini molto differenti ed ottenere risultati differenti a seconda dei casi, di certo non si può tornare al baratto e tra l'altro le regole ci sarebbero già per giunta (le costituzioni, la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il buon senso etc. che vengono violate di continuo non certo solo dalla finanza).

    Su Nigel Farage, non so di preciso molto, tranne che lavorava a Milano in area finanza credo per la Barclays, politicamente il suo partito www.ukip.org lotta per l'indipendenza della sterlina dall'euro considerata più che una moneta una prigione (lo trova qui www.ukip.org e in sede europea è vicino alle posizioni di borghezio et similia anche borghezio mi sembra intelligente e pacato nel parlamento europeo...).
    Dal punto di vista politico vorrebbe rapporti di amicizia e collaborazione fra i vari paesi europei mercato comune un organo politico tipo un Consiglio d'Europa licenziando tutti i parlamentari europei, e spesso gioca sull'euro e l'unione europea ribattezzandola "EURSS" quindi, non so se sia fascista, ma di sicuro non è comunista.
    qui trova un aggiornato suo contributo che sintetizza molto:
    http://www.ukip.org/content/latest-news/2563-real-eu-debate-is-just-beginning

    Resta il fatto che vedere i suoi video su youtube è davvero divertente sembra l'unica persona pensante e coraggiosa al parlamento europeo.


    Giuseppe

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  16. Mi unisco ai timori di abuso del tempo di Massimo Ciuffini. Diciamo che Il professore ha già risposto prima alla domanda quando ha detto che sta lavorando ad analisi più dettagliate che però evidentemente abbisognano di un post dedicato e non di un semplice commento.

    Quindi Massimo diciamo che lo manleviamo dallo stress delle risposte ai nostri commenti che magari possiamo continuare ad inserire attendendo per la risposta a domande obiettivamente difficili la pubblicazione dei nuovi articoli che fra l'altro sono stai già preannunciati ;)

    Giuseppe

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  17. Caro Giuseppe ti ringrazio perchè a dire la verità mi sono sentito oltre che ingenuo anche invadente. Mi dai l'occasione giusta per ritirarmi in buon ordine.
    Massimo Ciuffini

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  18. Caro Massimo,

    spero che il tuo tono non sia risentito, o, se lo è, che non lo sia per colpa mia: non volevo farti sentire né ingenuo né invadente.

    Qui nessuno è invadente, io cerco di tener conto di tutte le domande che mi sono molto utili, devo rispondere ignorando il linguaggio del mio interlocutore, cerco di farlo al meglio, spesso devo ripetermi, lo faccio volentieri, è il mio lavoro.

    Voglio però essere molto chiaro: la tua domanda ha una dimensione tecnica e una politica, cosa che ho discusso spesso anche con Sergio e con Alex.

    La dimensione tecnica è perentoria: chiunque capisca cosa è l'euro capisce che dobbiamo uscirne (o che comunque esploderà). Punto. Punto. Punto. Non c'è altro da aggiungere o da togliere. L'unico problema è far capire cosa è l'euro, e QUELLA è la parte più importante del mio sforzo di divulgazione. Ma una volta che ci riesci, sarà il tuo interlocutore a dire: "allora dobbiamo uscirne" (guarda i commenti di Sergio sul post precedente).

    La dimensione politica è estremamente più difficile da affrontare, perché, come ho chiarito nel mio intervento qui ripubblicato come "uscita dall'euro redux", l'euro è stato il suicidio politico della "sinistra". Non esiste quindi una rappresentanza politica per l'unica cosa tecnicamente sensata da fare. Esistono solo personaggi vagamente attendisti che rifuggono dal prendere posizione sulla base del fatto che loro devono "vendere un fogno" (è un errore di pronuncia, non di battitura) ai loro elettori.

    A questi venditori di "fogni" vorrei dire che il "fogno" del capitalismo sarà sempre più accattivante del "fogno" che loro hanno in serbo, che tra l'altro (se è l'euro) somiglia piuttosto a un incubo (come "fogno" era decisamente meglio il socialismo reale)!

    E quindi, caro Massimo, se vuoi sapere cosa penso si dovrebbe fare a sinistra, te lo dico subito: dire la verità. Altrimenti rimarremo "infognati" per altri venti anni, perché la verità la lasceremo dire a Berlusconi.

    Se poi la tua domanda era a livello "ma è irreversibile ecc. ecc." queste sono cazzate, credo tu lo sappia. L'uscita dal trattato è prevista e non è un tabù nemmeno su lavoce.info (ma lo è sul Manifesto, ovviamente, almeno fino a poco tempo fa).

    Se invece la domanda era al livello "ma ci costa, la benzina aumenterà, ecc. ecc.", ho delineato una risposta, ma per una risposta completa, con numeri precisi, bisogna che mi dedichi un po' ai miei modelli.

    Non ho capito bene cosa stai cercando e se posso dartelo io, spero di aver chiarito con questa rapida risposta quelli che a me sembrano gli ambiti di indagine possibile, se mi aiuti a capire cosa vuoi mi aiuti anche a dartelo, e, tranquillo, qui nessuno è invadente.

    Se lo pensassi, semplicemente chiuderei il blog.

    Ma non lo penso.

    Grazie per gli stimoli e la collaborazione.

    Alberto

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  19. Se invece provassimo ad immaginare a delle modifiche di : politica monetaria, trattati, legislative e tutte quelle necessarie per provare a far funzionare questa moneta Unica, c'è qualche magra possibilità ? A prescindere dalla moneta unica, in Italia comunque abbiamo problemi che secondo me persisterebbero con qualsiasi moneta. Frutto di un'inciviltà che si è espansa a macchia d'olio e di una mentalità truffaldina sotto tutti i punti di vista, ovviamente l'esempio viene proprio dalla classe Dirigente.

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  20. Caro anonimo,

    sono d'accordo che l'Italia ha aspetti di costume che la zavorrano. L'argomento è stato: diamoci l'euro così saremo costretti a essere migliori. Una certa sinistra lo usa ancora come estrema linea difensiva. Credo che possiamo dire che non ha funzionato. La riforma deve partire dalla cultura, non dalla moneta. Vorrei anch'io evitare traumi a me e ai miei figli, ma temo non sarà possibile. Le modifiche politiche, legislative, ecc. per far funzionare questa cosa comunque inutile ci sono, ma la Germania non le desidera, perché non vuole coordinarsi con gli altri.

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  21. Professore ho scritto un commento sotto il post "euro: una catastrofe annunciata".

    incollo anche qui il link che avevo posto li in coda ma come fa una persona comune a non andare nel panico in paranoia quando legge tutto questo:
    http://it.finance.yahoo.com/news/Fuori-dall-euro-l-Italia-%C3%A8-yfin-2835766579.html?x=0

    e lo scrivono dotti economisti, professori universitari etc. etc.

    Giuseppe

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  22. Carissimo, qui in camera caritatis ti posso dire che Colombo ha scritto il suo primo articolo su rivista nel 1969, quando io avevo sette anni. Da allora ne ha scritti in totale 12, cioè circa 0.3 all'anno. Sarà per questo che dice che una svalutazione non aiuterebbe la competitività dell'Italia (l'ultima volta il saldo estero è aumentato di sei punti di Pil), che parla di svalutazione ma non la quantifica, che parla di impatto della svalutazione sull'inflazione ma non dice che dopo il 1992 l'inflazione diminuì, ecc. ecc.

    Il problema è che si può dire qualsiasi cosa. Poi ci sono i dati. Se vogliamo parlare di questo io sono disponibile, magari faccio un post di commento, perché questo catastrofismo da poveracci mi infastidisce molto. Minacciare che non verrebbero pagate le pensioni, così, per terrorizzare la parte più fragile e meno attrezzata culturalmente della popolazione, mi sembra poi una vigliaccata enorme! A me pare che adesso non vengano pagate le pensioni (da cui le famose lacrimucce). O no?

    Qui continuano a dirci che se uscissimo succederebbero quelle cose (aumento della benzina, tagli a pensioni e stipendi) che ci stanno imponendo per non farci uscire. Si capisce, vero, che questa NON è una logica?

    Stai tranquillo, Giuseppe: né io, né te, né Colombo possiamo fermare il vento con le mani. Conosco tanti argentini. Uno è Eduardo Hubert, ho avuto il piacere di incontrarlo come insegnante di musica d'insieme. Goditelo qui, così capisci il livello:

    http://www.youtube.com/watch?v=v-0kkOXl4ic

    Abbiamo fatto tanti viaggi da Roma a Pescara, non abbiamo mai parlato della crisi argentina. Mi ricordo invece delle interessanti considerazioni su come si fanno i concorsi nei conservatori dei paesi bravi...

    Ma qui mi fermo, altrimenti con un blog solo mi rovino due carriere.

    Ce la faremo.

    RispondiElimina
  23. "con un blog solo mi rovino due carriere" hehehehe

    Grazie per le risposte prof. e per il link

    ce la faremo sicuramente in un modo o nell'altro!

    Giuseppe

    RispondiElimina
  24. Caro prof., ho apprezzato molto il suo collegamento alla musica di Piazzolla. Anche se in versione pop, la omaggio della versione di Grace Jones in uno dei migliori film di Polanski, con un grande Harrison Ford.
    Buon fine settimana.

    http://www.youtube.com/watch?v=3C7llo5cVRw

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  25. Ecco proprio questo volevo sentir dire da Lei, e ciò può solo farmi piacere, poiché ho sempre pensato che degli strumenti e dei sistemi per provare a farla funzionare (moneta unica) esistano ma qualcuno preferisce non adottarli e ne sappiamo i motivi, anche grazie alle sue innumerevoli delucidazioni. La risposta mi ha aggradato ancor più perché so che viene da un tecnico come Lei che comunque quando da una risposta non la da tanto per, come la maggior parte degli pseudo/economisti/giornalisti attuali, ma la motiva con dati, modelli e studi fatti che aimè sono gli strumenti con cui VANNO fatte determinate valutazioni. Anche se oggi assistiamo ad un processo di disinformazione lancinante su moltissimi temi, che non fanno altro che alimentare paure. Lei crede che anche con le giuste implementazioni e rispettando i requisiti di una AVO rimarrebbe una cosa inutile questa moneta? (anche se mi rendo conto che sarebbe di difficile applicazione tutto l'iter).

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  26. Alberto, vorrei un tuo commento sulla crisi ungherese. A una rapidissima occhiata i conti esteri mi sembrano a posto, però io non ho ancora, neanche lontanamente, gli occhiali sofisticati e raffinati che hai tu. In più della situazione del paese fino a ieri sapevo nulla...

    Claudio

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  27. Caro Professore - la chiamo così poiché qui siamo nel 2011 - mi sto accingendo a una "ambiziosa" lettura del suo blog dall'inizio. Naturalmente, ci vorrà molto tempo per completare, ma auspico di poter disporre di questo tempo. Conoscevo il post (segnalato) sulla "catastrofe annunciata", che ho utilizzato per alcune personali divulgazioni, ma non questo con l'eccellente e illuminante contributo del Prof. Thirlwall. Grazie, dunque, una volta in più e.. a presto!

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