sabato 21 novembre 2020

QED 94: il paese più colpito.

Ma cambiamo argomento.

Nel dibattito bisogna mantenere la calma, perché solo così si riesce a mantenere lucidità, concentrazione, ed efficacia, ma anche perché così richiede quella grande sconosciuta che è la buona educazione. Gli atteggiamenti esagitati di molti di voi non mettono in pericolo solo voi (e fino a qui, una volta che ve lo abbiamo detto in tutti i modi, ove mai doveste subirne le conseguenze non perderemmo troppo tempo a piangervi), ma mettono anche in difficoltà noi! I diversamente vertebrati (diciamo così) non vedono l'ora di fare i piangina attribuendo a noi dichiarazioni e atteggiamenti vostri, di cui quindi voi siete responsabili, e non noi.

Nonostante questa ulteriore distorsione dei fatti sia oggettivamente fastidiosa, io vi esorterei a capirli, ad almeno due livelli.

Il primo è che chi ha goduto per decenni dell'inebriante sensazione di essere immune da qualsiasi diritto di critica, di poter dire letteralmente la qualunque senza verifiche, in un mondo in cui l'informazione, paradossalmente, era più effimera nonostante fosse su un supporto meno evanescente (la carta), mal si adatta ad essere sottoposto a uno stringente controllo sul web, dove resta tutto, e dove chiunque ha accesso alle fonti primarie. Oggi chi dice una cosa per un altra corre un serio rischio di essere censurato sui social, dove la peer pressure comunque esiste e che restano un formidabile strumento di demistificazione. Ne consegue, in selezionati casi, un certo vittimismo...

Il secondo, però (apprezzate la congiunzione avversativa), è che famiglia la tengono tutti (anche voi, ne sono sicuro...), e non ha quindi alcun senso insultare qualcuno solo perché la sua linea editoriale non ci piace.

Basta ignorarlo, non seguirlo, non leggerlo, non comprarlo, non dargli visibilità, il che, fra l'altro, costringe anche chi sussidia il progetto editoriale che non ci piace a sborsare più soldi per tenerlo in vita! Lo diceva Gramsci, come qui vi ho ricordato tante volte, e se al tempo di Gramsci era in qualche modo minimamente scusabile che il proletario tenesse in vita il giornale borghese dandogli il suo soldino, perché altri fonti di informazione il proletario non le aveva, oggi scuse non ce ne sono: avete accesso ai comunicati stampa dei Governi e dei sovragoverni, alle statistiche nazionali e sovranazionali, alla stampa estera (che risponde anche lei a chi la paga, come è giusto e lecito che sia, ma aggiunge varietà di prospettiva al dibattito), ecc. Quindi: oggi non ci sono scuse né per essere maleducati (non ce ne sono mai), né per continuare a finanziare chi disinforma.

Ribadita questa verità, questa volta non nel vostro, ma nel nostro interesse, cioè nell'interesse di coloro cui voi avete dato la possibilità di portare le vostre idee nei media, devo tuttavia confessarvi che qualche volta è effettivamente piuttosto impegnativo mantenere la calma. Un esempio lo avete in questo disegnino:


dopo aver preso visione del quale vi prego di rileggere questo post.

Non si deve mai dare dell'imbecille o del cretino o dell'idiota a qualcuno. Ma, oggettivamente, ci sono circostanze in cui ciò richiede uno sforzo maggiore. E bisognerebbe sempre cercare di capire con chi si ha a che fare. I tanti "esperti" (de che?) intervenuti nella discussione sotto quel post in molti casi non si erano attenuti a quest'ultima elementare norma di prudenza. Pensavano di parlare a "un senatore della Lega" (cioè a un brutto nazixenomofobofascioleghista), ma, incidentalmente, stavano anche parlando a uno che per i dati ha un certo istinto, e quindi, "conseguentemente", esortava a una certa prudenza nell'affermare che gli Stati Uniti fossero il paese "più colpito", quale che fosse la metrica adottata e indipendentemente dai criteri in base ai quali questa qualifica veniva loro attribuita da fonti di stampa.

Il tempo purtroppo è galantuomo, e puntualmente i dati, i freddi e in questo caso macabri dati, danno ragione a chi devono darla (che poi è sempre la solita persona: che barba, che noia...).

E allora: quando venite qui, ricordatevi con chi state parlando, e quando andate in giro rispettate quelli con cui parlate.

E per oggi è tutto.


(...ah, sì, per inciso, "noi" non siamo stati d'esempio nella gestione della crisi. I numeri dicono questo, ma, come sapete, oggi in televisione 2+2=5. Siamo preparati anche a questo, e supereremo anche questo...)

domenica 15 novembre 2020

I vermi...

...sì, insomma, la feccia, i nemici del buonsenso, gli odiatori dell'umanità e della democrazia, stanno ricevendo dalla pandemia un aiuto insperato! Basta dire che certe scemenze erano vere "in a pre-pandemic world" per assolvere se stessi dalla pesante responsabilità morale, politica, e forse in certi selezionati casi penale (non per niente il codice è stato modificato!), di averle dette, di aver cioè negato l'evidenza, di essersi ritagliati una teoria economica a uso e consumo dei propri padroni esteri, e di avere in nome di questa distorsione della realtà sacrificato tante famiglie, tante imprese, tante vite...

Ma noi qui ricordiamo tutto.

(...combattere!...)

domenica 1 novembre 2020

Il rimbalzo

Il lavoro da fare è tanto e mi priva del piacere di confrontarmi qui con voi. Devo anche dire che da quanto vedo l'infezione del grillismo ha ormai dilagato. Mi è capitato non solo su Twitter (ci sta!), ma anche sui territori, di incontrare nostri elettori sensibili alla sirena del castacriccacoruzzzzione, contro cui, con una preveggenza tanto lodevole quanto inutile, cercai a suo tempo di mettervi in guardia. Non ci dovrebbe volere molto a capire che il vostro nemico è chi vi indica come bersaglio #aaaaaabolidiga, cioè "la politica" intesa come un blob indistinto, dove tutti i ruoli e tutte le responsabilità si confondono. Questa strategia comunicativa è complementare all'attacco alla democrazia rappresentativa in nome della democrazia diretta: far sì che voi non vi sentiate rappresentati, dandovi da un lato l'illusione che possiate farlo da soli (con un clic su una piattaforma eterodiretta, o con un referendum al giorno, che toglie il politico di torno), e dall'altro aizzandovi con l'idea che tanto "li politichi sò tutti uguali", per cui, siccome l'uno vale l'altro, nessuno può rappresentarvi. Con mia poca sorpresa vedo che quasi tutti cadono in questa trappola. Eppure non ci vorrebbe molto a capire che chi vuole privarvi di rappresentanza non vi sta aiutando a contare di più, ma di meno. Sorprendentemente, ad alcuni di voi sta bene così, e gli altri a quanto pare hanno cose più serie da fare che preoccuparsi per questo assalto alla democrazia.

Il risultato (raggiunto) di questa aggressione alla democrazia è che viviamo in un sistema in cui i media fanno i whatchdog dell'opposizione, anziché del Governo, in cui le masse scendono in piazza contro l'opposizione, anziché contro il Governo, e in cui molti elettori apparentemente non capiscono che in un sistema in cui le decisioni si prendono a maggioranza, il Governo, non l'opposizione, è responsabile delle scelte che vengono effettuate. Ma a molti elettori (o, più spesso, sedicenti elettori) dell'opposizione sembra naturale prendersela con l'opposizione, anziché col Governo, e perder tempo andando a seccare con atteggiamenti inutilmente aggressivi chi ha portato nel dibattito certi temi ed è finora riuscito ad evitare esiti catastrofici per il Paese (dall'utilizzo del MES, all'invio di milioni di cartelle, all'IMU sulla prima casa...). In democrazia sarebbe normale attaccare, sempre in termini civili, chi governa ed è quindi direttamente responsabile di quanto sta avvenendo (e in primo luogo di una doppia sottovalutazione della situazione, sia in termini economici che sanitari). Ma l'infezione grillina è riuscita a farvi dimenticare la grammatica della democrazia.

Osservo con disincanto questo trionfo del grillismo.

Da un lato ne traggo la soddisfazione intellettuale di aver comunque intuito con precisione anni fa quanto esso fosse una forza di conservazione e non di cambiamento. Il messaggio è chiaro: siccome "li politichi sò tutti uguali", siccome "è tutto un magna magna", se si è scontenti bisogna attaccare l'opposizione quanto il Governo, o, meglio ancora, invece che il Governo. Quindi il Governo non sarà mai messo di fronte alle sue responsabilità, proprio perché nell'encefalo dell'elettore mediano infettato dal grillismo il responsabile è #aaaaabolidiga, non il Governo.

D'altro canto dispero, come del resto ho sempre disperato, di poter assistere a un esito democratico di questa crisi. Le parole che dissi in conferenza dei capigruppo a febbraio (non trasformiamo un'emergenza sanitaria in emergenza autoritaria) avrei fatto meglio a non dirle, perché come tante altre scritte su questo blog si sono avverate. Alla dimensione religiosa conferita al dibattito dall'europeismo, con tutto il suo corredo di totem e tabù, si aggiunge ora l'infezione grillina: non solo non si possono affrontare in modo razionale certi temi, ma l'essenza stessa del dialogo politico è sovvertita dal fatto che per gli elettori i ruoli sono indistinti, al punto che è impossibile, ad esempio, mettere di fronte alle proprie responsabilità chi, dopo essersi presentato come forza antisistema, ha deciso per perpetuare se stesso di accompagnarsi alla forza politica che ha attuato questo programma!

Vedo riproporsi, su una scala più ampia (ora che molti che dormivano si sono svegliati), le dinamiche che hanno caratterizzato il Dibattito (cioè questo blog) ai suoi inizi. Vedo tanti volenterosi che in buona o in cattiva fede inquinano il confronto abboccando con adorabile ingenuità a qualsiasi diversivo, prendendo toni esagitati che screditano argomenti di per sé anche corretti, ma di cui in un contesto così radicalizzato occorrerebbe fare un uso intelligente (che, come ormai abbiamo capito, non è un uso intelliggente(TM)). Sono stati del tutto inutili i miei reiterati appelli alla prudenza sui social. Vedo tante persone che mi seguono, e non capisco perché, dal momento che mi sembra di non essere riuscito ad insegnargli molto. Anche il più fondamentale dei miei insegnamenti, che è, del resto, il più ovvio, viene regolarmente messo da parte: il vostro mondo è una loro rappresentazione, dove "loro" sono quei media di cui qui, nel corso di un decennio, vi ho documentato le tecniche manipolatorie e le oggettive distorsioni della realtà.

Ma neanche questo è stato capito.

La cosa non mi affligge oltremodo, un po' perché saetta previsa vien più lenta (anche se, non lo nascondo, alcuni membri di questa community, alcune persone che conoscevo, mi hanno deluso, o forse quello che mi ha deluso è stata la mia incapacità di intuirne l'effettiva consistenza, o, per dirlo in altro modo, l'ingenuità con cui continuo a dare credito all'essere umano), e un po' perché nonostante continui a credere nel valore dell'individuo, e nel fatto che in certe circostanze l'uomo (se è tale) possa fare la differenza, non mi sono mai illuso di poter né da solo né in eletta compagnia sovvertire certe tendenze della Storia, proprio perché, come sapete e come è documentato in questo blog e nel Tramonto dell'euro, sapevo di essere immerso, con tutti voi, in un racconto della crisi costruito per togliere alle vittime capacità di reazione.

E quindi?

E quindi continuo a fare il mio lavoro, cioè a combattere.

E voi, vi prego, cercate di ragionare, e in ogni caso siate prudenti.

venerdì 16 ottobre 2020

Le regole (#goofy9)

(...ma facciamo un passo indietro, e torniamo ai bei tempi in cui, grazie al conformismo e alla grossolana sottovalutazione della verità fattuale da parte degli operatori informativi, eravamo meno visibili, e quindi più liberi...)


Domani e dopodomani ci incontreremo per essere noi, perché a noi basta questo: è una cosa che molti vorrebbero avere ma nessuno ci può togliere. Avremo però l'intelligenza di capire che il percorso in cui siamo inseriti, e che è destinato a continuare ancora per un po', necessità di accortezza tattica.

Vorrei ricordarvi che grazie a questo percorso tutti voi avete appreso chi in Europa rispetti le regole.

Per gli operatori informativi, com'è universalmente noto, solo la Germania le rispetta.

Noi invece abbiamo una visione del mondo più articolata, più aderente ai fatti, e meno schiava di certi complessi di inferiorità che, se in Italia sono pienamente giustificati nel caso dei media, lo sono decisamente meno nel caso dei cittadini! Insomma: la nostra è una Weltanschauung da europei, non da europeisti.

Ad esempio, noi sappiamo, voi sapete (in gran parte perché lo avete letto qui), che i nostri simpatici fratelli nordici, dopo aver voluto nel 1992 la regola del 3% nel Trattato di Maastricht, e averla rafforzata nel 1997 col Patto di stabilità e crescita, la violarono nel 2003 e nel 2004 (come conseguenza di un massiccio finanziamento in deficit delle note riforme del mercato del lavoro) e come unica soluzione la cambiarono nel 2005, salvo tornarci sopra nel 2011 per inasprirla quando nei guai era finita la Grecia. Incidentalmente, questo blog nacque nello stesso giorno del Six pack, o più esattamente di parte di esso (i regolamenti dal 1173 al 1176 del 2011) e nacque proprio per dire nove anni prima quello che tutti dicono nove anni dopo, cioè che l'austerità era la strada sbagliata e che i salvataggi di Monti non ci avrebbero salvato). Tra l'altro, proprio in quello stesso giorno Monti iniziò a demolire il Paese imboccando una strada che lui stesso sapeva essere sbagliata.

Ma restiamo sul tema, quello del rispetto nordico delle regole...

Dopo averle inasprite nel 2011, queste regole che tanta stabilità e tanta crescita dovevano portare, quest'anno i nostri solleciti fratelli nordici, così premurosi nel costringerci a fare il nostro bene, dopo lo scoppio della pandemia, una volta constatato che la gente non moriva solo in Italia, cioè che questa volta toccava anche a loro, le hanno nuovamente sospese il 20 marzo scorso. Resta da capire quando ricominceranno ad applicarle, ma la risposta la sapete: quando farà comodo a loro, perché loro le regole le intendono così.

Noi sappiamo benissimo perché le intendono così, o meglio, lo sa chi di noi ha fatto il classico quando era il classico. Quello che accade in Europa al nostro Paese, accade a noi nel nostro Paese: i rapporti di forza non sono a nostro favore, e quindi quelle regole che la Germania (in Europa) o i piddini (in Italia) per se stessi interpretano, a noi vengono applicate.

Ne consegue che quand'anche non fossimo delle persone intellettualmente oneste e intrinsecamente rispettose delle regole (come si conviene a ogni conservatore), dovremmo essere molto stupidi per non attenerci ad esse. Ciò esporrebbe immediatamente a una copiosa messe di seccature, che nelle circostanze che ci vedono riuniti riguarderebbero non solo voi, ma anche e soprattutto me. Non escludo che tra di voi possa esserci qualcuno animato dalle migliori buone intenzioni di essere d'intralcio (chi può escluderlo?). D'altra parte, la maggior parte di voi, come ormai ho capito, fa danno con le migliori buone intenzioni del mondo. Adoro la vostra adolescenziale goffaggine! Ma se sono sopravvissuto a nove anni di dibattito (di cui sette condotti da solo contro il mondo) è perché riesco a difendermi dagli amici.

Quindi, cari amici, dopo avervi ricordato le regole di ingaggio, che sono sempre quelle, e stanno al vivere sociale come il lavarsi le mani sta all'igiene (quindi, in teoria, non rientrerebbero nella roba che ci debba essere ricordata da persone provenienti da sedi di culture millenarie diverse dalla nostra, ma su questo passons...), vi ricordo che quest'anno, nel riunirci, siamo tenuti ad osservare altre regole

Chiarirò un punto, applicando il principio better safe than sorry. A me non interessa se queste regole siano giuste o sbagliate né quale ne sia il fondamento. Il punto non è questo. A me interessa non avere seccature. Quindi a chi si è accorto oggi che esiste una aggendaaah, a chi vuole commettere er ggesto eclatante di protesta, rivolgo lo stesso cortese ma fermo invito che rivolsi, in un contesto diverso ma del tutto isomorfo, al primo di una infinita stirpe di gestoeclatantisti, il giovinotto dalla polo rossa. Oggi, con l'euro su e il petrolio giù, questo gesto è decisamente più affordable, e comunque meno sconsiderato del venire a disturbare inutilmente una riunione che deve svolgersi in modo ordinato per non prestare il fianco al commerage degli operatori informativi che incessantemente grufolano nei miei social e che infallantemente approfitterebbero di qualsiasi vostra sbavatura per appiopparci quell'epiteto che li qualifica per la feccia antisemita che sono.

Mi sono spiegato?

Poi, siccome di gesti sconsiderati è meglio non farne, se potete non fate né l'uno né l'altro. Ma in ogni caso le regole di ingaggio e i protocolli della Regione che ci ospita rispettateli.

Così resteremo amici.

A dopo...



La musica (tratto da una storia vera).

Onoro una promessa fatta questa mattina. Noi siamo tendenzialmente persone corrette. Poi, per carità, faremo anche noi i nostri errori, ma, per quanto mi riguarda, cerco di evitare il più insidioso di tutti: quello di non capire con chi sto parlando...



mercoledì 30 settembre 2020

Falli di reazione…

 …non se ne devono fare. Ma… dimenticare mai!


(…l’editor di blogger funziona anche da cellulare - o così sembra. Ci aiuterà a restare in contatto…)

martedì 29 settembre 2020

Integrità tedesca

Secondo il dizionario Treccani (three dogs, per i dipendenti del MEF) integrità è il contrario di corruzione. Quella che vi racconterò, quindi, è il contrario di una storia di corruzione.

Il caso è quello della società di fintech Wirecard (qui un riassunto di come è iniziato fatto da una testata affidabile), un caso che, voglio ricordarlo, si è riverberato anche nel nostro Paese. Per chi è nel Dibattito, nulla di nuovo. In effetti, mi avrete sentito dire mille volte, nelle dirette Facebook o in altre occasioni pubbliche, che la stupefacente risposta della Consob tedesca alle inchieste giornalistiche che sollevavano dubbi non fu andare a vedere i conti (poi rivelatisi estremamente creativi), ma denunciare i giornalisti!

(...pare che nel resto del mondo ce ne siano: qui in Italia, dopo anni di inflazione a due cifre negli anni '90 e di virgolettati tarocchi tendiamo a credere che si siano estinti, ma, chissà, magari potrebbe essere possibile ripopolarli, come si fa per altre forme di vita...)

Inutile dire che loro non l'hanno presa benissimo:


e vorrei anche vedere!

Fatto sta che il FT, dopo questo bello scherzo, ci si è messo di buona lena, arrivando dove, chissà, forse non sarebbe nemmeno voluto arrivare (visto che oggettivamente agisce come fosse l'ufficio stampa della Commissione, al punto che voci di corridoio non verificabili dicono che stia per liquidare o abbia liquidato il troppo euroscettico Munchau, qui affettuosamente ribattezzato "l'eterno secondo", perché arriva sempre dopo di noi alle nostre stesse conclusioni). Oggi il Financial Times ci dice quello che forse non avrebbe mai voluto dirci:


Lo scandalo si estende alla politica (anzi, a questo punto alla #aaaaabolidiga) tedesca: Angela Merkel e altri politici di spicco continuavano a sostenere il gruppo anche quando i segnali di allarme si erano moltiplicati!

Eh, già, ma voi lo sapevate, giusto? Quindi a differenza dei politici tedeschi di opposizione:


voi non siete sorpresi del fatto che "invece di investigare sul merito delle accuse portate a Wirecard, la BaFin e la magistratura penale di Monaco abbiano inquisito i giornalisti" (la BaFin è la CONSOB tedesca). Voi non ne siete sorpresi perché io ve lo sto dicendo da mesi (da tre mesi e tre giorni, cioè da quando è stato pubblicato il video citato sopra), e perché sapete bene quanto la Germania sia integra!

Siete voi che siete corrotti!

O no?


(...questi - cioè gli integri tedeschi - sono quelli che verranno a casa nostra a controllare che i miliardi del MES siano spesi per l'emergenza COVID. In fondo, è una buona notizia: basterà dargli una congrua stecca, e ci faranno fare quello che ci pare. Ma solo se saremo del PD!...) 

lunedì 28 settembre 2020

Debito USA

 Il Congressional Budget Office ci fa sapere che:


Voi saprete certamente porre questi dati in prospettiva. Qui lo abbiamo fatto tante volte...


(...scusate, le cose da fare sono tantissime, ma questa volevo proprio farvela vedere. Che ne pensate?...)


sabato 26 settembre 2020

L@ pr@@r@t@ d@ll@ s@n@str@

(...il prequel...)


M@ @ v@@ s@mbr@ n@rm@l@ ch@ @n @n  m@m@nt@ c@m@ q@@st@ c@ s@ @cc@p@ d@ q@@st@ gr@v@ pr@bl@m@? N@n s@ v@@, m@ @@ l@ v@d@ c@s@...


(...il politicamentecorrettese è una lingua difficile da leggere, ma l'altra volta ci riusciste benissimo. Buona soluzione dell'enigma, che, per quel che mi riguarda, è il seguente: ma come ho fatto a essere così scemo da credere che questi fossero la soluzione e non il problema? Torno al lavoro...)

sabato 1 agosto 2020

"Caduta grave ma gestibile"

Ieri sono usciti i dati sul Pil trimestrale. Si tratta, per la precisione, delle cosiddette stime "flash", le stime preliminari che dovranno poi essere confermate il 2 ottobre (tanto tempo ci vuole a consolidare il dato). I nostri cari amici informatori, come sempre coraggiosamente schierati dalla parte del potere costituito, avevano un ovvio interesse a minimizzare il disastro (per tutelare lo storico Gualtieri) e quindi hanno fatto ricorso all'abituale espediente che ormai può trarre in inganno solo i gonzi: quello di prendere come termine di paragone implicito il primo dato pubblicato (qui il tentativo più noto e meno riuscito).

Questo il lancio di agenzia:

== Pil: Istat, nel II trim -12,4%, ai minimi dal 1995 = 
 (AGI) - Roma, 31 lug. - E' salato il conto della pandemia di
 coronavirus sull'economia. Il Pil ha fatto registrare nel II
 trimestre il valore piu' basso dal primo trimestre 1995, periodo
 di inizio dell'attuale serie storica: il calo e' stato del 12,4%
 congiunturale cioe' rispetto al I trimestre, e del 17,3% in
 termini tendenziali cioe' rispetto al II trimestre del 2019. Lo
 rende noto l'Istat. 
 Nel I trimestre, il Pil si era contratto del 5,4%. (AGI)Pit
 311001 LUG 20
 NNNN ********

A leggerlo così, distrattamente, il flusso trimestrale di Pil sembrerebbe così tornato indietro di 25 anni: al 1995. In effetti, sarebbe già un dato impressionante, tale da promuovere svariate riflessioni. Perché queste riflessioni siano proficue, bisogna però mettere il dato in prospettiva, cosa che nell'intero panorama dell'informazione italiana avete purtroppo visto fare solo qui (motivo per cui vi siete fermati qui, e avete mandato gli altri dove meritavano di andare). Vi ricordo alcuni esempi: questo, questo, questo, questo, ecc. Tutte cose che vi consiglierei di andare a riguardare, anche se avete avuto modo di rileggerle da chi le ha copiate (ovviamente senza citare la fonte).

Sul sito dell'ISTAT ci deve essere qualcosa che non capisco. La serie storica del Pil trimestrale a prezzi concatenati del 2015, edizione maggio 2020 (la più recente, e quella su cui si innestano i dati diffusi ieri) in effetti mi pare inizi nel 1995 (almeno, è possibile selezionare questa data):


ma cliccando su "Visualizza dati" riesco a vedere solo i valori fino dal 1996:


Poco male.

A differenza di altri colleghi politici, mi occupo di macroeconomia dalla metà degli anni '80. Fra i presidenti dell'ISTAT ci sono stati due miei professori e un mio compagno di stanza alla Sapienza. Fra quelli che questi dati li fanno materialmente ci sono miei amici di famiglia, compagni di scuola, o allievi. Il dato trimestrale del Pil era il mio pane quotidiano decenni prima che la crisi economica vi spingesse a occuparvi di questa roba qui. I dati quindi li ho, e li ho da quando esistono (cioè dal 1970). Ve li mostro fra brevissimo ma prima vorrei farvi notare che le stime flash danno per il secondo trimestre 2020 un valore di 356647 milioni (356,6 miliardi) di euro. Nel primo trimestre del 1996 (il più remoto che, per motivi misteriosi, il sito dell'ISTAT mi consente visualizzare) il dato era di 379,6 miliardi, cioè nel primo trimestre del 1996 stavamo messi meglio del 6.4%, o, se volete, nel secondo trimestre del 2020 stiamo del -6.1% sotto al Pil del primo trimestre 1996.

E allora intervengo a togliervi subito la sorpresa (scusatemi): per trovare un trimestre con un flusso di Pil (cioè di reddito prodotto) attorno ai 356,6 miliardi bisogna risalire non al 1995, ma al secondo trimestre del 1990:


Si capisce, vero, che quello che è successo dall'inizio dell'anno è qualcosa di un tantino fuori scala? E quanto alle "riprese a V", vedete bene che precedenti in tal senso non ce ne sono, anche perché, come è ormai chiaro a tutti, il cosiddetto aiuto europeo sarà accompagnato da misure di austerità, per cui il precedente più prossimo, a quanto possiamo intuire finora, è quello del 2012-2019. A vederla non sembra una "V". Somiglia più a una "L", ma forse non abbiamo abbastanza fantasia.

Come qui abbiamo riscontrato più volte, un grosso problema di chi governa e di chi informa è il non avere alcuna idea degli ordini di grandezza dei dati economici. Una variazione a due cifre di un dato trimestrale di contabilità nazionale non s'è mai vista. Punto. Inutile fanfalucare di riprese a "V", a "U", a "W", e chi più ne ha più ne metta.

Comunque, sempre per avere un'idea degli ordini di grandezza, vediamo che cosa occorrerebbe affinché il Pil annuale calasse solo dell'8%, come il Governo si ostina a promettere. In questa tabella vi faccio vedere i profili trimestrale e annuale corrispondenti al cosiddetto "acquisito" e ai sogni del Governo:



La crescita acquisita è quella che si avrebbe se il Pil trimestrale crescesse dello 0% (cioè restasse costante) nei prossimi due trimestri (restasse quindi a 356647 milioni in estate e in autunno). In questo caso il dato annuale del 2020 sarebbe uguale a 1476877 milioni, inferiore del -14.27% al dato del 2019, e questa è la (de) crescita acquisita ad oggi come riportata dall'ISTAT.

Per ottenere una (de)crescita annuale del solo -8% bisognerebbe invece, supponendo un tasso di crescita uniforme nei prossimi due trimestri, che il Pil trimestrale crescesse per due trimestri di seguito al 9,78%. Allargando lo zoom, si dovrebbe vedere una cosa simile:


La famosa "V" (qui in arancione), che, come capite da voi osservando i dati e la loro inerzialità, semplicemente non è nelle cose!

Molto banalmente, il terzo trimestre del 2020 comprende anche il mese di luglio 2020, e quindi anche la giornata di ieri, in cui mi sono recato a pranzo in un locale che ai bei tempi era pieno, e di cui ieri ero l'unico cliente. Devo veramente spiegarvi perché non ci sarà nessuna "V"? Ognuno di voi ha intorno a sé esempi di locali chiusi, di laboratori con su il cartello "affittasi", di palestre in cui non si tengono più corsi, di teatri vuoti, ecc. Certo, alcune attività sono ripartite: ma nessuno restituirà loro quanto hanno perso e per onorare i loro debiti con lo Stato che non le ha aiutate hanno contratto debiti con le banche. Ma soprattutto il clima di terrore alimentato dal governo che "non è affatto facile il contagio" (ricordate?) spinge chiunque possa a un elevato risparmio precauzionale. Anche chi può non spende. Perché in questa grande confusione una sola cosa è veramente chiara: che questo Governo, ove mai dovessero presentarsi ulteriori problemi, non sarebbe minimamente in grado di tutelare le famiglie e le imprese economicamente fragili, anche perché non ritiene che questo sia suo dovere. Anzi! Questo Governo si ritiene investito dalla sacra missione di purgare l'economia italiana delle scorie.

E le scorie siete voi: i professionisti, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i ristoratori, gli artisti, ecc.

Altre categorie si aggiungeranno: la dialettica tutelati/non tutelati con un Governo simile perde rilevanza: nessuno è al sicuro da una simile mistura di subalternità e dilettantismo.

Diciamo che se ci va di lusso, ma veramente di lusso, e da questo trimestre cresciamo al 5% per due trimestri, l'anno si chiuderà al -11% (cioè tre punti sotto a quanto il Governo si ostina a propagandare). Ma affinché da questo trimestre crescessimo così, non dovremmo avere i locali e i centri storici vuoti, non dovremmo vedere i negozi chiusi, ecc. Quindi non credo che andrà così. Il che, peraltro, non smentisce la nota affermazione del ministro secondo cui la caduta sarebbe stata grave (oh, se lo è stata!), ma gestibile.

Tutto vero.

Sarebbe in effetti stata gestibile da chiunque: ma non da lui.







Nota metodologica


Un doveroso cenno a come sono stati ricostruiti i dati. La serie attualmente disponibile sul sito dell'ISTAT è quella in arancione, che, nel tratto terminale, è stata sostituita con gli ultimi dati pubblicati in questo pdf (quelli che certificano il tonfo), riportati in giallo. Prima del 1996 ho utilizzato la release 1996q3 dei conti economici trimestrali ISTAT, che è quella riportata in blu. Ovviamente quei dati non sono direttamente confrontabili con gli ultimi dati pubblicati, per diversi motivi: è cambiata la base dei prezzi utilizzata per "valorizzare" il prodotto (nel 1996 si usavano i prezzi 1990, nel 2020 si usano i prezzi 2015), sono cambiati i criteri di contabilità nazionale col passaggio al Sistema Europeo dei Conti 2010, e ci sono state altre revisioni minori. Tuttavia, quando si interviene con simili revisioni, si cerca nella misura del possibile di preservare la dinamica della serie storica, cioè di evitare che dopo la revisione anni di buona crescita si trasformino in anni di drammatica recessione. Diciamo che le revisioni dei sistemi di contabilità nazionale si fanno per ottenere misure più precise dei fenomeni analizzati, non per riscrivere la storia (o almeno non si dovrebbe), e quindi ci si aspetta che i tassi di crescita siano preservati, o comunque non siano troppo alterati, dalle revisioni.

Per questo motivo, fin dalla mia più tenera età all'ISTAT mi spiegavano che sì, certo, la revisione numero settordici della serie storica non era direttamente confrontabile con la precedente, ma volendo si poteva "retropolare" la seconda coi tassi di crescita della prima e non si sarebbe andati troppo lontani dal vero (che peraltro in statistica non esiste, come credo sappiate). Mi sono regolato così per ricostruire i dati dal 1970q1 al 1995q4. Può anche darsi che presso l'ISTAT qualcuno abbia fatto un lavoro più raffinato, e magari che questo sia disponibile online. Se lo trovate, fatemelo sapere. Non credo che cambierà molto il senso del post: magari gli anni di ritardo non sono 30, ma solo 27, o magari 31. Direi che di questo non vale molto la pena discutere. Sarebbe invece utile discutere di come uscirne, e se questo non si può fare in un paese colonizzato, lo si può però fare in un paese libero...

lunedì 20 luglio 2020

Non potete farci niente...

Andrea Boghi ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il compagno Serra":

Io ho pietà e le racconto brevemente la mia storia. Sono stato di centro-sinistra fino al 2014. In quell'anno ci sono stati degli eventi internazionali che mi hanno mostrato due cose. La prima è quanto il progetto UE non sia socialista ma liberale, la seconda è quanto la nostra stampa, ma tutto sommato anche quella estera sia bugiarda. La seconda cosa l'ho capita perchè mi sono ritrovato testimone indiretto di eventi che sapevo non essere andati come ci venivano raccontati. Questa cosa mi ha fatto capire che ogni regime ha la sua retorica e la sua propaganda, l'UE non fa eccezione. Così mi sono messo a cercare canali alternativi di informazione, tra i quali byoblu di Messora, e tramite byoblu ho conosciuto Bagnai. La storia che veniva raccontata in questi canali aveva senso, i pezzi si incastravano, le previsioni di Bagnai si realizzavano. Cresceva in me una consapevolezza tremenda. Anche se non su tutto, ma su un buon 80% delle questioni la Lega aveva ragione. Ho passato un paio d'anni a cercare di votare partiti di super-sinistra che in teoria dovevano difendere i lavoratori, ma non arrivavano all'1%. Ricordo a fine 2017 una conversazione con un mio amico filosofo marxista in cui concluse che la cosa migliore da fare era votare Lega. Dovetti ammettere che aveva ragione. E così a Marzo 2018 presi coraggio e feci quello che nella vita mai mi sarei aspettato di fare: votare a destra. Lo stesso feci per le Europee l'anno successivo. La sa una cosa? E' stata un'esperienza liberatoria, sono contento di averla fatta. Purtroppo, siccome non so mentire, ho perso tanti amici e ho litigato con la famiglia varie volte. Lei non è obbligato a rivelare per chi vota, in teoria può continuare a frequentare il circolo PD e a fare la crocetta sul simbolo della Lega alle elezioni. Io non ci riuscirei. E' dura perdere gli amici ma è più dura continuare a fare qualcosa che si sa essere sbagliato. Mi creda, la abbraccio.


Postato da Andrea Boghi in Goofynomics alle 20 luglio 2020 00:05




(...fra le tante cose che la maturazione politica che avete subito vostro malgrado, entrando nel Dibattito, cioè in questo blog, vi ha fatto conoscere, possiamo annoverare la violenza dei nonviolenti, il fascismo degli antifascisti, la censura dei tolleranti, la cattiveria dei buoni. Loro sono il male, anzi, il Male: il male della banalità, del conformismo. Con la stessa indifferenza con cui i volenterosi carnefici di Hitler accompagnavano alla morte decine, centinaia di persone, forti del loro sentirsi dalla parte giusta della Storia, così, sentendosi dalla parte giusta della Storia, i nostri amici di sinistra calpestano affetti, amicizie, legami familiari... tutto viene travolto dalla loro ideologia! Per carità... andrebbe anche bene, se non fosse che purtroppo quale sarà la parte giusta della Storia starà alla Storia a dirlo, e credo che chi ha frequentato il Dibattito possa fin da ora fare un educated guess! Aver vilipeso la propria umanità non sarà servito a nulla, se non a essere ricordati con meritato disprezzo, e naturalmente a essere ripagati con la stessa moneta. Non potete farci niente, cari amici "de sinistra". Del resto, quando commentai le prime avvisaglie dell'atteggiamento repressivo e censorio che la sinistra stava inevitabilmente e inesorabilmente portando avanti, lo definii un regalo alle destre di tutta Europa. E ora che sono a destra, di questo regalo non posso che essere grato! Verranno le urne, verrà il momento di scartarlo e di usarlo. In qua mensura mensi fueritis remetietur vobis. Vale per tutti, sempre, e a tutti i livelli. Quindi... occhio!...)

domenica 19 luglio 2020

Forsan et Giuseppi olim meminisse iuvabit

(...da Charlie Brown, che non sono io, perché lui non è me, e non è nemmeno quello che pensate voi, perché non è mai come pensate voi, ricevo questo pezzo che condivido, nel senso che lo trovo condivisibile, e quindi lo condivido con voi...)


Il fallimento di Conte al vertice "recovery" era scontato (chi entra zerbino esce pattumiera). 

Ma Conte è solo una membrana unicellulare: dietro a lui sta il DNA unionista.

Quindi questo non è il fallimento dell’avvocato di sistema Conte (il quale ha comunque centrato i suoi obiettivi professionali) ma un “momento verità” per il clan unionista e per tutti noi:

È appurato per tabulas che la UE non è una unione politica ma un accordo intergovernativo soggetto alle mutevoli circostanze, convenienze, ed esigenze dei firmatari. L’Olanda ha come obiettivo il non essere sopraffatta da una proiezione illimitata della Germania con la scusa della gestione “maggioritaria” dei fondi recovery. La Kasner nel suo inaugural  speech alla presidenza del consiglio UE non ha menzionato la crescita ma la “coesione” (il che oggi vuol dire convergenza verso l’egemonia tedesca e secondariamente francese);

È appurato per tabulas che la UE manca degli strumenti base di tutela di una vera unione politica: essa ha trattato le emergenze esistenziali sanitaria (Covid) ed economica (collasso post Covid) come “situazioni” da gestire con negoziati multilaterali. La politica resta in capo ai singoli Stati. “Più Europa” è una scemenza: questo È lo zenit dell’Europa unionista;  

È appurato per tabulas che l’unione è una costruzione  capitalistica e non una costruzione sociale. Essa è quindi logicamente ed ineluttabilmente basata sui rapporti di forza all’interno di “regole” che inevitabilmente vengono implementate a favore degli Stati più forti. La forza che oggi conta è quella economica; un domani conterà la forza militare con conseguente esplosione di tensioni franco – tedesche in una cornice ancora una volta asimmetrica (la Germania non ha una sua force di frappe).

Forsan et Giuseppi olim meminisse iuvabit.


(...ovvero, per chi ignora il latino: non sta andando benissimo, ma consolatevi: andrà peggio! Si apra la discussione...)

lunedì 13 luglio 2020

Il compagno Serra

Qualche giorno addietro un sollecito Alfredo D'Attorre su Twitter citava con accorati accenti di assenso un articolo in cui Michele Serra, noto economista, discettava (senza saperlo) di monopoli naturali, invocando l'intervento dello Stato. La privatizzazione fu un errore, ci diceva compunto Alfredo, mentre elogiava la concinnitas di Serra, che nel suo pezzo si scagliava contro "il presupposto della concorrenza come elemento salvifico e migliorativo", che decadrebbe nel caso di infrastrutture nevralgiche che per loro natura sono "un unicum". E qui siamo di fronte a due "mirabilia maragdagali", di cui stenterei a dirvi quale sia la più sorprendente! Non so se mi stupisce di più la fresca naïveté di Alfredo, che definisce "un errore" le privatizzazioni (quando invece furono una deliberata e consapevole scelta strategica di chi allora governava: e chi governava, allora?), o la tardiva resipiscenza, la riscoperta delle virtù dell'intervento pubblico in economia, da parte di chi elogiava Monti "vero liberale", dopo aver difeso a spada tratta il vero liberalizzatore Bersani. Eppure, era stato Prodi a spiegare a Serra che cosa vuol dire privatizzare! Come mai quella spiegazione ora non lo convince più? Credo che voi lo capiate bene, e quindi non devo spiegarvelo io.

Attenti, compagni: la rete nasconde, ma non ruba!

Yours.

domenica 5 luglio 2020

Iniziativa parlamentare

Sempre per farvi capire come funziona, nello spirito dei vari post "sull'ordine dei lavori", condivido con voi la risposta che sto per dare a questa email:

Gent.Le Sen. Bagnai,
 
mi rivolgo a Lei in qualita' di Presidente della 6 Commissione preposta all'esame della richiesta di modifica di cui all'oggetto come da iniziativa parlamentare della sen. Laura Garavina. A tal riguardo,  gradirei conoscere, anche a nome di tanti altri miei connazionali residenti all'estero, lo stato attuale della procedura di esame di tale richiesta  e le previsioni di definizione di essa.
 
Ringrazio anticipatamente per un Suo cortese riscontro e Le porgo i migliori saluti.

A parte che la collega è Garavini (non ho mai avuto modo di chiederle se è parente), e che io Presidente lo sarò ancora per poco, vedo che, come è anche naturale che sia, sfugge qualcosa su come funzioni in pratica il "fare leggi".

Ho fatto il possibile per farvi capire che l'iniziativa ormai è totalmente in mano al Governo, e che se si prosegue col bombardamento dei decreti ai parlamentari non resta oggettivamente tempo per altro (le ore sono 24 anche per noi).

Questo basterebbe a chiudere il discorso. Con un decreto di oltre 250 articoli alla Camera, non dovete pensare che al Senato non ci fosse da fare. Dato che la lettura è, per forza di cose, unica, quando un decreto arriva in un ramo del Parlamento, lo si "lavora" (se pure a distanza, con un controllo minore, e con una minore capacità di definire le priorità politiche) anche nell'altro ramo. Insomma: fra gli emendamenti che il duo Garavaglia-Comaroli ha valorosamente difeso in Commissione Bilancio Camera ce ne erano anche di provenienti dal Senato, e quindi anche noi, al Senato, se pure non in Commissione, ma nelle varie riunione tecniche e politiche siamo stati impegnati dal Rilancio. Questo per dire che se si procede per decreti monstre si paralizza l'intero Parlamento (non solo il ramo cui formalmente incombe, pro tempore, il ruolo di analizzare il provvedimento).

Voglio però farvi presente un altro banale aspetto procedurale, che può forse permettervi di distinguere il politico dal politicante.

Presentare un disegno di legge è certamente un gesto importante: ogni parlamentare può farlo, auspicabilmente in accordo con la linea politica del proprio gruppo (altrimenti può accomodarsi al misto). Si deposita, si fa un primo lancio di agenzia, poi il disegno viene assegnato a una Commissione, e allora si fa l'intervista al giornale locale, ecc. Un modo come un altro per certificare al proprio collegio la propria esistenza in vita!

Ma affinché il disegno di legga venga effettivamente discusso, occorre un altro passaggio: occorre che in Ufficio di Presidenza il capogruppo di Commissione del partito proponente alzi la manina e dica: "Vorremmo mettere all'ordine del giorno il disegno di legge tale!" A quel punto si apre una discussione e si decide cosa fare. Ovviamente, se la maggioranza è d'accordo con se stessa, e propone qualcosa, il Presidente non ha modo di opporsi. Laddove le decisioni non fossero unanimi, si potrebbe al più andare a votare in Commissione, e la maggioranza, coi suoi numeri, avrebbe in Commissione come in aula il potere di imporre il proprio ordine del giorno e il proprio calendario dei lavori.

Se non lo fa, è semplicemente perché, per un motivo o per un altro, ha altre priorità. Sta al proponente combattere dentro al suo partito una battaglia perché la sua proposta vada avanti, o accontentarsi dell'intervista al quotidiano locale. Va detto, per totale onestà, che le condizioni oggettive sono tali da precludere, come già vi ho raccontato, anche a una Commissione che lavora molto come la mia, di evadere tutta la quantità di disegni di legge depositati. Anche quelli, per capirci, che non sono dei meri certificati di esistenza in vita, depositati con funzione esclusivamente segnaletica.

Ma chiedere a un Presidente (per poco) di opposizione di preoccuparsi dell'iter di un disegno di legge di maggioranza è, se pure lecito, un tantino ingenuo, e questo non perché io voglia ostacolare la maggioranza (non ce n'è bisogno: fa tutto da sola, e a differenza di altri io non mi voglio prendere meriti che non ho), quanto perché non si può stare in Paradiso a dispetto dei santi: se i beati della maggioranza non hanno intenzione di parlare di "equiparazione dell'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia dai cittadini italiani residenti all'estero alle abitazioni principali, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso", tema che a livello individuale mi rendo conto possa assumere grande rilevanza, purtroppo chi sono io per poterli convincere?

Ecco, le cose funzionano così, cioè esattamente come i cialtroni de #aaaaapolitica non vorrebbero che sapeste che funzionano (perché così potrebbero continuare a raccontarvele in un modo funzionale al loro progetto fascista di abolizione della democrazia rappresentativa).

E per oggi è tutto: devo occuparmi di cose che non racconterò ai giornali...

venerdì 26 giugno 2020

Dai paesi virtuosi...

Cari amici,

qui c'è un simpaticissimo addetto stampa della Commissione che vuole raccontarvi una cosa interessante. Lascio a voi le considerazioni. Per esercizio: all'estero lo scandalo è esploso il 18 giugno scorso (con relativo crollo in borsa). Andate a vedere quando ne hanno parlato i giornali italiani! L'unionismo vacilla ovunque, perfino nelle sue roccaforti più solide, ma la nostra stampa è irreggimentata.

Buon divertimento!

A.




giovedì 25 giugno 2020

La risposta alla crisi: un confronto internazionale

"Il resto è abbastanza evidente ed oggettivo, cioè il fatto che l'Italia ha realizzato lo sforzo di politica di bilancio maggiore in Europa, secondo solo a quello della Germania, per far fronte al coronavirus".

Roberto Gualtieri, Roma, 25 giugno 2020.



Per carità, sarebbe strano se un ministro parlasse male dell'operato del proprio Governo, e in particolare del proprio Ministero. Tuttavia, con tutto il rispetto, gli argomenti del Ministro non mi sembrano all'altezza delle sue ambizioni.

Intanto, se le cose stessero come dice lui, non si capirebbe perché nelle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (che trovate qui e che riporto di seguito) l'Italia risulti il Paese con le prospettive più catastrofiche:


In effetti, se la Francia (per scegliere un Paese confinante) avesse fatto uno sforzo sensibilmente minore del nostro, non si capirebbe per quale motivo le cose le starebbero andando marginalmente meglio che da noi.

Quindi, come dire, l'argomento di Gualtieri potrebbe essere confutato facendo notare che se veramente lo sforzo fosse stato grande, evidentemente sarebbe stato fatto nella direzione sbagliata. Resterebbero poi da riscrivere tutti i manuali di macroeconomia.

Per fortuna, però, l'argomento è falso: la macroeconomia che noi conosciamo continua ad essere valida, sono le cifre ad essere diverse.

La sintesi la trovate sempre sul sito del Fondo Monetario Internazionale, da cui traggo questo grafico:


In breve, le barre rosse sono l'importo (in rapporto al Pil) delle manovre di bilancio adottate in risposta alla crisi, mentre quelle blu si riferiscono a prestiti e garanzie (la "potenza di fuoco", cioè i soldi che dovrebbero metterci le banche). Qui le cose vanno in modo un po' diverso: in termini di manovra di bilancio, cioè, semplificando, di soldi che ci mette lo Stato, la risposta dell'Italia, in rapporto al Pil, è fra le più deboli, con quella della Francia, che però è un po' meno debole (il che spiega perché anche in Francia si prevede che le cose andranno male, ma meno che da noi). Sul lato promesse (prestiti che lo Stato garantisce, senza mettere le banche in condizioni di erogarli) noi, o meglio: Gualtieri, invece, è insuperabile. La barra blu più alta è la sua, e credo che questo lo renda fiero. Non so quanto tranquillizzi gli imprenditori, ma questo è un problema suo, visto che al governo per ora c'è lui, che sa come si fa...

Se vi interessano i dettagli, sono sulla pagina del Fondo Monetario dedicata alle risposte alla crisi da parte dei vari Paesi. Alla "I" di Italia trovate questo riassunto (che dovrebbe esservi noto e di cui posso confermarvi la veridicità):


Quindi: siamo partiti coi 25 miliardi del Cura Italia, cui (dopo la parentesi del Liquidità che si è preoccupato delle garanzie) si sono aggiunti il 15 maggio i 55 miliardi del Rilancio (che è in conversione): totale 80 miliardi, ovvero il 4,6% del Pil (1,4 + 3,2).

Alla "F" di Francia troviamo invece questo:


dove si racconta che le autorità hanno disposto in aprile un intervento pari a 110 miliardi (che è più o meno dove arriveremo noi alla fine di luglio), pari al 5% del Pil, estendendo un iniziale misura pari a 45 miliardi votata in marzo. Notate che stiamo tenendo fuori anche qui il discorso delle garanzie. Capite bene che il 5% del Pil ad aprile è una cosa diversa dall'1,4 a marzo più il 3,2 a maggio.

E in Germania com'è andata?

Alla "G" di Germania troviamo questo:

Un "antipasto" da 156 miliardi (il 4,9% del Pil), che venne servito il 23 marzo, cui si sono aggiunti il 3 giugno 130 altri miliardi (la famosa riduzione dell'IVA che il nostro Governo ha solo scimmiottato, creando più danno che altro).

Volendo, possiamo andare alla "N" di... Olanda (Netherlands):

dove vedete che fra misure di spesa e rinvii di entrate si arriva al 7.9% del Pil.

Naturalmente è difficile fare confronti in tempo reale, date le incertezze dei quadri normativi (bisogna distinguere fra quando le misure sono annunciate e quando sono implementate, e fra come le misure "partono" e come "arrivano"), ed è fra l'altro sul modo di annunciarle, queste misure, che il nostro Governo non ha brillato (come la vicenda dell'Iva, ma anche quelle dei vari rinvii delle scadenze fiscali, hanno ampiamente dimostrati).

Naturalmente in questa analisi siamo rimasti all'interno dell'Eurozona per carità di patria e per considerare situazioni direttamente confrontabili.

Conclusioni: il nostro Paese ha certamente fatto un grande sforzo. Quello di sopportare un Governo inefficiente, espressione di una maggioranza rissosa e avulsa dalla realtà.

Ricordo bene la faccia di alcuni senatori del PD, persone garbate e per bene di cui non faccio ovviamente il nome, quando a stretto giro dopo l'approvazione dello scostamento da 25 miliardi (per il Cura Italia) dovettero prendere atto dei 156 miliardi messi in campo dalla Germania. Erano sbalorditi: i 156 della Germania, rapportati al nostro Pil, corrispondevano all'incirca agli 80 che poi complessivamente abbiamo messo finora, che a loro volta erano parenti stretti dei 100 che stavamo chiedendo noi. Quando li chiedevamo, ci guardavano come matti. Ma dopo che la Germania aveva fatto a casa sua quello che noi chiedevamo a casa nostra, i colleghi rimasero frastornati: "Eh, ma noi non ci eravamo resi conto...". Loro, in effetti, no. Noi purtroppo sì, ma ora governano loro. Se almeno ci stessero a sentire...

Silver economy


(...nelle agenzie e nei servizi giornalistici ho visto le mie parole e non le ho riconosciute tutte. Ho pensato che fosse meglio mettervi a disposizione il video qui, perché qualche concetto espresso forse può esservi utile...)



martedì 23 giugno 2020

QED 93: quattro amici al bar

(...si ritorna ai QED lapidari, come erano in principio...)


Vi ricordate di quando qualcuno si chiese come mai l'Unione Europea fosse governata da un'istituzione che non aveva più legittimazione politica dei classici quattro amici al bar (pur avendo una maggiore capacità di cambiare il mondo; qui la versione per diversamente europei)?  Con il consueto ritardo di fase, che in questo caso è quotato a 1767 giorni (not bad!), oggi se lo chiede anche la prestigiosa stampa anglosassòne (NdCN: da pronunciare come Alberto Sordi quando doppia Oliver Hardy).

Potete essere fieri di essere qui e dovreste considerarlo un privilegio: quello di arrivare 1767 giorni prima, che, per chi se ne rende conto, è una bella opportunità. Io, a mia volta, ci ero arrivato perché questo blog mi aveva messo in contatto, e tutt'ora mi mette in contatto, con i massimi esperti mondiali di questi problemi, che ovviamente arrivano prima di me: sono un nano sulle spalle di giganti.

Con la stampa anglosassòne sappiamo cosa fare. Con l'Eurogruppo e i suoi editti dovremmo fare la stessa cosa, ma mi rendo conto che sia un po' più difficile. Io, ogni volta che sento dire "l'Eurogruppo ha deciso", allungo il numero dei giorni che passerò nel

Buio d’inferno e di notte privata
d’ogne pianeto, sotto pover cielo,
quant’esser può di nuvol tenebrata.

L'aveva detto uno che se ne intendeva: „Die Literatur ist überhaupt kein Beruf, sondern ein Fluch". Che poi, tradotto in italiano, significa beati voi...

(...dichiaro aperta la discussione generale: è iscritto a parlare Serendippo, ne ha facoltà...)

Una rapida considerazione sul debito italiano.

Qui ci sono i dati sul saldo pubblico primario (primary net balance) delle tre principali economie dell'Eurozona dal 1992 (anno della firma dell'infelice Trattato di Maastricht) al 2019, tratte dal World Economic Outlook dell'ottobre scorso:

France Germany Italy
1992 -24.196 0.152 10.647
1993 -42.178 -6.773 17.429
1994 -31.066 6.588 13.487
1995 -27.143 -119.622 30.268
1996 -10.479 -9.368 38.915
1997 -8.428 2.002 61.619
1998 6.686 9.773 50.952
1999 14.576 22.191 50.669
2000 18.473 25.384 42.427
2001 18.707 -8.65 31.219
2002 -8.677 -26.835 29.997
2003 -24.623 -23.445 19.809
2004 -18.401 -17.801 13.999
2005 -16.188 -19.436 3.379
2006 -1.147 17.92 11.13
2007 -3.061 66.81 49.49
2008 -12.246 56.534 33.863
2009 -95.664 -18.693 -16.193
2010 -91.912 -57.411 -1.347
2011 -55.222 30.912 12.889
2012 -53.23 51.083 33.629
2013 -40.517 41.967 27.778
2014 -39.766 53.312 22.026
2015 -38.473 61.835 22.077
2016 -40.137 66.803 20.788
2017 -25.982 67.519 21.331
2018 -21.352 85.973 24.497
2019 -44.403 60.385 24.878

Ricordo che il saldo primario è la differenza fra le entrate del bilancio pubblico e tutte le spese tranne quelle per interessi. Il segno negativo indica un deficit.

Noterete che, se escludiamo dal computo gli interessi (ingenti per i noti motivi), l'Italia è andata in deficit in due soli anni: il 2009 e il 2010.

Vi lascio quindi calcolare per esercizio la cumulata di questi saldi, fornendovi la soluzione. In Francia, i saldi cumulati ammontano a -716 miliardi, in Germania a 419 miliardi, in Italia a 702 miliardi.



Al netto degli interessi, l'Italia è il Paese che ha risparmiato di più, e infatti dal 1994 al 2007 il suo debito è sceso, arrivando dal 126% al 100% del Pil, nonostante l'eredità di tassi di interessi altissimi per gli standard attuali. Data la strategia di allungamento delle scadenze portata avanti con successo dal Dipartimento del Tesoro, ancora oggi il costo medio del debito, misurato grossolanamente come rapporto fra la spesa per interessi in un anno e lo stock di debito all'inizio dello stesso anno, è su valori relativamente elevati rispetto ai tassi prevalenti sul mercato. A titolo di esempio, nel 2019 la spesa per interessi è stata di circa 60 miliardi, che rapportati ai 2380 miliardi di debito esistenti a inizio anno danno un tasso medio ex post di circa il 2.5%. Per capirci, se il tasso medio fosse stato quello ottenuto alle aste del Btp decennale a inizio 2020 (0.94%) il "conto" degli interessi sarebbe stato molto minore (22 miliardi), e se invece fosse stato quello spuntato all'ultima asta (quella di inizio giugno, pari a 1.91%), il conto sarebbe comunque sceso a 45 miliardi.

Attenzione! Questo non è il ragionamento cretino di chi dice "avete fatto crescere la spesa per interessi perché è aumentato lo spread"! L'interesse pagato sui titoli è quello pattuito al momento dell'emissione e quindi lo spread in tanto influisce sul totale degli interessi pagati, in quanto influenza le ultime aste, che sono una frazione ridotta del totale del debito, tant'è che nonostante Borghi (!) la spesa complessiva per interessi continua a diminuire. Certo, se un maggiore spread si protrae per dieci anni, alla fine in media il debito costerà tutto di più, e questo è ovvio, ma il ragionamento che volevo fare qui non guarda al passato, ma al futuro, che è un futuro di tassi bassi e decrescenti.

Visto che tutti concordano nel constatare che ora i tassi di interesse sono a un minimo storico, e che ci resteranno ancora per un po', e visto che a differenza della Germania, dove oggi succede questo (veramente è successo da un po', ma il Corriere se ne accorge solo oggi), ieri succedeva questo, e più indietro nel tempo succedeva questo (e andando più indietro si trova dell'altro), l'Italia non ha mai fatto default e negli ultimi trent'anni ha il record di avanzo primario, non si capisce perché tanto nervosismo a proposito del debito italiano.

Certo, il debito crescerà, ma il suo rapporto al Pil crescerà soprattutto se, non facendo debito per far ripartire l'economia, ammazzeremo il Pil. A quel punto sì che il debito diventerà insostenibile, perché avremo eliminato la capacità dell'Italia di creare valore e quindi gettito fiscale con cui onorare i propri impegni (cosa che è sempre riuscita a fare). Una politica coraggiosa oggi servirebbe proprio a evitare problemi domani, anche perché ora i tassi sono bassi, domani chissà! Se i tassi dovessero riprendere a crescere, è chiaro che il momento di indebitarsi sarebbe ora! Ma in ogni caso, se la tendenza al ribasso permane, la spesa per interessi sarà destinata a diminuire e l'avanzo primario a trasformarsi in un avanzo tout court (ove lo si ritenga utile: sappiamo che non è necessario perché il rappporto debito/Pil diminuisca). In ipotesi, dopo dieci anni di interessi zero (posto che la situazione duri - e sappiamo che non durerà) il costo del debito sarebbe zero, e l'avanzo primario coinciderebbe con quello complessivo!

E allora, dobbiamo preoccuparci per uno Stato che dal 1992 ha risparmiato 700 miliardi, o per uno Stato come la Francia, che dal 1992 ne ha dilapidati altrettanti e che è in piena crisi da deficit gemelli?

A me questo sembra così evidente, ma forse sono strano io, che voi avete incautamente eletto, e avranno ragione i mercati, che voi non avete eletto, e che, a quanto si mormora nei corridoi, incapaci di usare il pallottoliere (e un minimo di prospettiva) come ho fatto io qui, ci infliggeranno un downgrade se non ci indebitiamo con il MES (cioè comandano, anche se voi non li avete votati, e fra l'altro comandano contro il loro interesse, dimostrando di non meritare il potere che si sono preso, perché la loro irrazionalità è ormai conclamata, e nel caso che qui ci riguarda si è manifestata quando hanno acclamato Monti, che ha fatto crescere il rapporto debito/Pil, come qui abbiamo detto da subito, e come qualche economista dalla non abbondantissima produzione scientifica ancora non ha capito).

Di una cosa però sono certo: al MEF non sono cattivi, non c'è nessun complotto. La subalternità ce l'hanno iscritta nella doppia elica del loro DNA, ed è, se vogliamo, il duale del loro sentirsi superuomini, del loro considerarsi una spanna sopra quei cialtroni degli (altri) italiani. Non bisogna mai dimenticare che la sinistra è fatta di italiani che si sentono superiori agli altri italiani in quanto eredi morali di quelli che hanno raccontato a se stessi di aver vinto una guerra che il Paese aveva perso, e che oggi legittimano la loro superiorità morale aderendo a quello che definiscono un progetto di pace (ignorando che la pace ce l'ha data l'aver perso una guerra), e millantando una buona accoglienza nei salotti europei - dove prendono solo sberle, senza mai restituirle! Certo, pensare che il tuo Paese sia fatto di cialtroni ti rende difficile, anzi: sgradevole e sgradito, difenderlo nelle sedi europee, soprattutto se perdi contatto con alcuni semplici dati come quelli che qui vi ho esposto e che, ne sono certo, nessun nostro governante né presente né passato ha mai opposto ai suoi "omologhi" europei, non per cattiveria, ma per ignoranza.

Sul futuro stiamo lavorando.

State saldi.

mercoledì 10 giugno 2020

Ad Ascanio detto Iulo (QED 92)

Oggi qualcuno mi ha ricordato che glielo avevo detto. Quindi ora farebbe meglio a non lamentarsi, perché più si lamenta più dà conto della sua incapacità di comprendere un testo scritto.






(...ah, sì, io non sono quello del parce sepultis, no, direi proprio di no... Ma voi, con qualche limitata e qualificata eccezione, mi volete bene anche per questo, vero? Viceversa, sono molto paziente, a differenza di voi. Quando segno qualcuno, so che prima o poi mi passerà davanti. Pensate che non sono mai andato a vedere il filmato che il guitto l'artista fece per deridere la mia chiamata. Ora l'ha chiamato mia sorella maggiore, quella che mena, Lacrisi, e non so perché, ma io trovo più umoristico questo banale dato di fatto di tanti sproloqui buonisti e bellaciaoisti. Ah, questo sia di lezione ai tanti di voi che hanno cercato di fargli capire qualcosa. Vedete? Non è necessario. Basta lasciar operare le dinamiche oggettive del sistema. Quanto a noi, l'importante è desistere...)

martedì 9 giugno 2020

Senza parole

Piano Colao: Lega, è collage nostri emendamenti (ANSA) - ROMA, 9 GIU - "La lettura del cosiddetto Piano Colao lascia esterrefatti. Quello che ci arriva a giugno inoltrato è un collage patinato di emendamenti proposti a fine marzo dalla Lega in sede di decreto Cura Italia". Così in una nota il Dipartimento economia della Lega. "Si va dalla abrogazione del codice degli appalti (emendamento 91.6 della Lega), alla compensazione dei crediti certi, liquidi ed esigibili verso la PA (emendamento 68.0.3 della Lega), al rinvio degli acconti fiscali (previsto dall'emendamento 71.0.4 della Lega), alla possibilità di avvalersi dei crediti in compensazione prima della presentazione delle dichiarazioni (emendamento 62.0.14), solo per citare quattro provvedimenti urgenti per tutelare la liquidità delle aziende e rimettere in moto l'economia da noi portati al tavolo del confronto Governo-opposizioni. Saremmo ovviamente lieti", proseguono gli economisti della Lega, "se il Governo finalmente accettasse queste proposte di buonsenso. Tuttavia va sottolineato che, dopo aver promesso a marzo ascolto, ad aprile il Governo ha bocciato in Commissione tutte le proposte che ora ci ripresenta. Evidentemente, l'Italia ha perso tre mesi solo per soddisfare la vanagloria di un premier che, incapace di visione propria, vuole assumere la paternità delle idee altrui. Per farsi perdonare questo ingiustificabile ritardo e questo ennesimo sfregio alla sovranità parlamentare, gli accoliti del Governo condiscono la loro minestra riscaldata con qualche parola d'ordine alla moda, ovviamente coniugata al futuro. La loro Italia sarà green, sostenibile, digitale, innovativa, inclusiva, ecc. Un Governo composto da quattro partiti di cui tre sconfitti alle precedenti elezioni non ha alcuna legittimazione per progettare, sia pure a chiacchiere, il futuro del Paese. Un Governo nato solo per escludere la Lega, cioè il partito di maggioranza relativa, non può più tenere in ostaggio e privo di risposte concrete un Paese che fronteggia un presente drammatico". SCA-COM 09-GIU-20 16:45



(...era molto più divertente intrattenersi qui con voi di problemi solo apparentemente più astratti, che farsi prendere in giro da questi sfollati usurpatori di democrazia. Riporto qui solo per dirvi che anche se non scrivo qui, scrivo, e scrivo per voi...)

mercoledì 3 giugno 2020

Il percorso

La vostra selezione, a esito della votazione indetta nel post precedente, è questa (ve la do in ordine di preferenza decrescente, e mettendo comunque in testa il primo post, che avremmo inserito per default):

1) I salvataggi che non ci salveranno.
2) Il romanzo di centro e di periferia.
3) Cosa sapete della Grecia (fact checking)?
4) Settanta anni di pace.
5) 1992: le lievi imprecisioni del Corsera.
6) Chi ci ha tradito e chi ci sta tradendo.
7) Svalutazione e salari (ad usum piddini): il mio 25 aprile.
8) Euro: una catastrofe annunciata.
9) Eurodelitto ed eurocastigo.
10) Stampare moneta (in sette Whatsapp più uno).

Pochi di voi hanno fatto esplicito riferimento al considerando numero 5, e pochissimi hanno motivato le loro scelte.

Naturalmente un autore è dei suoi lettori: voi siete liberi di leggere in quello che ho scritto quello che vi pare, e il problema di descrivere il mio percorso è un problema mio, non vostro!

Diciamo che se io dovessi descrivere il mio percorso in dieci mosse farei una scelta un po' diversa:

1) L'uscita dell'euro redux: la Realpolitik colpisce ancora, perché racconta come squarciai il velo di Maya, apprendendo dalla viva voce di Aristide quanto fosse fascista la natura del progetto europeo e come la sinistra si gloriasse di rivendicarla, con una tracotanza aristocratica tanto ributtante quanto ortogonale rispetto allo spirito della nostra Costituzione.

2) I salvataggi che non ci salveranno, perché fu il mio unico tentativo, abortito, di aprire un dibattito sul blog degli economisti comme il faut, cioè di quegli spregevoli conformisti dei miei colleghi, e perché pone in modo lungimirante tesi che, come sapete, i suddetti conformisti furono poi costretti a proporre come proprie (ovviamente senza citarmi, con l'onestà intellettuale che li contraddistingue).

3) Eurodelitto ed eurocastigo, perché è un buon esempio del lavoro che ho fatto con voi, e perché descrive uno degli innumerevoli incontri cui ho partecipato in cui il tradimento delle classi dirigenti di sinistra nei confronti del loro elettorato si palesava con tragica evidenza.

4) Un anno vissuto umoristicamente, perché descrive l'abietto episodio che mi motivò ad aprire questo blog, e documenta bene un errore da non fare quando hai di fronte un nemico di cui non conosci il potenziale offensivo. Loro lo hanno fatto, e io ora sono qui.

5) La solitudine, perché lì capii quando era forte e irreversibile il patto che ci legava.

6) Milano ladrona, Berlino non perdona, perché era un tentativo, credo coronato da successo (visto che vi scrivo da Palazzo Carpegna), di aprire nell'elettorato della Lega un dibattito su un punto cruciale: ogni Nord è il Sud di un'altro Nord.

7) La lezione greca e la sinistra italiana, che fu la presa d'atto di quanto sarebbe stato difficile, e probabilmente anche inutile, continuare a rivolgersi ad una classe politica i cui leader erano irrecuperabili.

8) Aspettando godo (2)..., perché documenta l'episodio che fece traboccare il vaso: la mia esclusione fascista e insensata dal convegno della sinistra di sinistra, motivata dal fatto che avevo parlato con Salveenee fasheesta. Da quel giorno fu per me chiaro che loro erano il Male e a me incombeva il compito di essere la cura.

9) Sul conservatorismo, perché è il post in cui vi annunciavo la mia scelta e le mie motivazioni.

10) La fiducia, perché testimonia che il patto scandaloso che ho stretto con voi non si è dissolto con la mia entrata in politica, che anzi è stata per molti di voi un esempio di militanza, una scelta di campo cui conformarsi.

Tranne il primo, sono tutti in ordine cronologico. Dei "vostri" salverei senz'altro il romanzo e la catastrofe annunciata. Su tutti gli altri ho delle riserve: ce ne sono di molto migliori, per convertire i piddini, di quelli che voi avete elencato, ma se voi foste in grado di convertire i piddini non verreste qui a lamentarvi di non esserci riusciti e non vi avrei consigliato, in tempi non sospetti, di desistere.

lunedì 1 giugno 2020

Goofynomics in 10 post (ci riprovo)

(...farsi capire è molto difficile e tra l'altro non è nemmeno detto che sia sempre utile. Comunque, i nostri avi ci tramandano che repetita juvant, e quindi ve lo ripeto in europeese, sul calco di una delle tante COM che ci arrivano sul tavolo...)



LE ALTE PARTI CONTRAENTI (cioè io)

Visto questo blog.

Visto il parere del suo autore (cioè io).

Considerando quanto segue:

(1) Il blog, con i suoi 2068 post, ormai supera, malissimo contate, le 16.309 cartelle, cioè (a 2000 battute per cartella), le 32.619.327 battute, cioè, a sette caratteri per parola (considerando uno spazio e considerando che tendo a usare parole un po' lunghette: la media fino a "lunghette" è di 6.13 caratteri a parola, mentre le statistiche danno medie leggermente inferiori), circa 4.659.903 parole, cioè 3,68 volte La ricerca del tempo perduto (da cui abbiamo saccheggiato interi passaggi).

(2) Non tutti si sono letti quattro volte Proust, e quindi, si magna licet, possiamo serenamente accettare che quasi nessuno si sia letto una volta Bagnai.

(3) Ribadito il fatto che non capire quanto si legge è un diritto fondamentale dell'uomo, per il quale l'Unione Europea si adopera con particolare alacrità scrivendo norme illeggibili, e che questo blog ha tutelato adottando un approccio particolarmente respingente e introducendo la categoria di beatitudine.

(4) Si rende quindi necessario definire dei percorsi di lettura che consentano ai nuovi lettori di accedere a un numero umanamente sostenibile di articoli del post, possibilmente legati da un filo conduttore.

(5) In particolare, si evidenza la necessità, allo scopo di aggiornare la sezione Per cominciare, di arricchirla con un percorso di lettura politico che illustri per quali motivi nell'attuale contesto europeo chi sia animato da un genuino spirito di solidarietà umana e sociale verso le classi più fragili e di reale apertura ed accoglienza verso gli altri popoli non possa che schierarsi con un partito conservatore.

(6) Questa esigenza è accresciuta dall'emergere di ripetuti e insistenti episodi di diffamazione del lavoro qui svolto da tutti noi, episodi che oltre ad avere una risposta nelle sedi giudiziarie competenti (laddove gli ultimi fatti di cronaca ci lascino ritenere che possa valerne la pena), deve avere innanzitutto una risposta sul piano culturale.

(7) Una precedente richiesta in tal senso rivolta alla comunità dei lettori ha generato un accesso inconsulto di beatitudine di cui al considerando numero 3, traducendosi in un ingestibile fritto misto di sconclusionate e verbose manifestazioni di affetto senza alcuna segnalazione di post, o nell'indicazione dei post più illeggibili perché più tecnici e meno politici, e quindi assolutamente inutilizzabili ai fini evidenziati dal considerando numero 5.

(8) L'analisi delle risposte ha evidenziato una netta preferenza per Il romanzo di centro e di periferia e per I salvataggi che non ci salveranno, nonostante fosse stato esplicitamente chiarito che quest'ultimo post, essendo il primo del blog, sarebbe comunque stato inserito in qualsiasi percorso di lettura, ed era quindi perfettamente inutile menzionarlo.

(9) Lo spoglio delle preferenze dei lettori ha portato a una lista di 96 post (incluso il primo, che era stato richiesto di non considerare), corrispondente statisticamente a 219.963 parole, cioè a un testo situato in termini di dimensioni fra Moby Dick e l'Ulisse di Joyce.

(10) Ribadito che chi non ha capito finora merita tutto (e in effetti lo sta avendo), ma che motivi di umanità vietano di imporgli un percorso di lettura così pesante.

(11) Ricordato che i 95 post elencati (96 meno il primo, che comunque si considera inserito nel percorso), sono, in ordine alfabetico:

1992 le lievi imprecisioni del Corsera
A rata der mutuo
Ad Ascanio detto Julo
Amatrice dormitio virginis
Audizione informale alla commissione finanze
Azincourt una storia europea
BDSM lampredotto
Brexit (again)
Brexit: qualche cifra
Caro Emiliano ti scrivo
Chi ci ha tradito e chi ci sta tradendo
Confidenza fra uomini di sinistra
Cosa sapete della grecia
Cosa sapete della produttività
cosa sapete della slealtà
Cronaca di una crisia annunciata
Debito e corruzione nel mondo
Declino produttività flessibilità euro
Dixit dominus
Do you remember me volume II
Endogenous money for dummies
Euro una catastrofe annunciata
Eurodelitto ed eurocastigo
Fu vera Gloria
I collaborazionisti
I lettori di copertine e il contenuto
I poverini sono pericolosi
I tassi schizzeranno
IDE quelli che l'euro ci protegge
Il buono, il brutto e l'azero
Il dividendo dell'euro reloaded
Il metodo Furbini
Il metodo juncker
Il metodo juncker e le neuroscienze
Il NO ai media
Il romanzo di centro e di periferia
Keynes vs Tabellini
Keynesianesimo per le dame 1
Keynesianesimo per le dame 2
La crisi, la svendita e micuggino
La dignità
La filosofia del piddino: inflazione e maieutica
la germania e la crisi dell'eurozona
la locomotiva d'europa
La notte di S. Lorenzo goofy4
La resistenza all'euro
La salute e la crisi
La vittoria di tsipras
L'aritmetica del debito pubblico
Lascienza
L'austerità fa male
Lavoro mobile o scala mobile
Le ricette veloci di Giampiero Friedman
L'errore del liberista
L'Europa lo vuole: Goofy su Byoblu
L'uscita dell'euro redux
Maastricht e l'aritmetica del debito pubblico
Mani pulite poteva funzionare?
Marina e Gianluca
Marshall-Lerner
Menzogna e verità
Mi faccio un regalo
MMT no grazie per ora
Monti fact checking
Non mi guardi in faccia il mio 24 marzo
One year later (Brexit)
Ortotteri e anatroccoli
Ortotteri e anatroccoli
PD delendum est
Per i coglioni
Perché le donne non fanno più figli
Piccolo dizionario per non passare
Premiata armeria hellas 1
Premiata armeria hellas 2
Produttività salari crisi logaritmi
QED 37 la germania riassunto per i politici
QED 52 la grecia al tempo della troika
QED 53
Qed 73 perché le donne non fanno più figli
QED fuoriserie
Quanto vale una rosa
Quelli che facciamo il referendum
Renxit: perché non votare PD
Se so magnati tutto frignolo
Sechiular staghnieiscion
Settanta anni di pace
Stampare moneta
Stampare moneta l'esperienza italiana
Sul conservatorismo
Svalutazione e salari ad usum piddini
Terza globalizzazione e primo maggio
The awanagana approach to monetary theory and policy
Una fastidiosa inutile caduta di stile
Vamva who
Zingy 3 cambio e autorazzismo

(12) I post elencati al considerando 11 saranno da qui in avanti definiti come i post "nominati".


HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 - Votazione dei post più significativi. I lettori del blog hanno facoltà, a decorrere dalla pubblicazione del seguente post e fino alle ore 24 del 2 giugno 2020, di votare nei commenti in calce a questo post da un minimo di uno (perché zero non avrebbe senso) a un massimo di dieci post del blog scelti nella lista dei nominati di cui al considerando 11.

Articolo 2 - Cause di esclusione. I commenti recanti l'indicazione di ulteriori post, o non recanti l'indicazione di alcun post, saranno avviati serenamente allo spam.

Articolo 3 - Clausola generale europea. Alla fine farò come mi pare, ma grazie per averci creduto.

Fatto a Barrea il primo giugno 2020.



(...domani è la festa della Repubblica, e io sarò in piazza ad Avezzano. Date un senso a questa lieta ricorrenza aiutandomi a selezionare con intelligenza - la beatitudine non va sottovalutata, ma qui occorre intelligenza, che non è intelliggenza, ma di questo parliamo un'altra volta - i post che possano aiutarci a de-piddinizzare quei nostri fratelli che attualmente vacillano. L'importante è desistere, e questo ve l'ho insegnato io, ma ogni tanto può essere utile anche insistere...)