venerdì 19 dicembre 2025

Il ritorno del terzo Reichlin

 


Ieri “La voce del Colle” accordava inusitato risalto a un articolo relativamente tecnico di un collega relativamente scialbo:


la cui produzione è dwarfed da quella della più prolifica sorella

con cui però condivide, nonostante la discreta divaricazione degli indicatori bibliometrici, un tratto distintivo (che, come poi argomenterò, non credo gli discenda per linea paterna): quello di parlare di Germania senza capirne un accidenti.

L’idea lanciata attorno al 2012 dall’affascinante (non solo bibliometricamente) Lucrezia, secondo cui la Germania sarebbe stata in surplus con la Cina, l’avevamo commentata illo tempore qui, e nonostante nel frattempo fosse diventata uno dei tanti mantra degli espertoni, il tempo, sì come far suole, ci ha dato ragione sbriciolandola, tant’è che due giorni dopo la pubblicazione di questo nostro post perfino il Wall Street Journal ha preso atto:

e, come recita il brocardo, “Wall Street locuta, causa finita”. Il crollo verticale delle esportazioni lorde tedesche negli ultimi anni non implica in alcun modo che le importazioni nette siano mai state positive, perché sono sempre state negative, come vi avevo prefigurato nel 2012 (“Si intende di Cina, Mr. Bagnai?” “No, mi intendo un po’ di donne…” - semicit.).

Il fratello minore (soprattutto scientificamente) non è che se la cavi molto meglio! Guardate un po’ come esordisce:

Non c’è male, eh!? Qui mancano proprio le basi, non solo della geografia (l’Europa non è un continente), ma anche della statistica economica. Scusate, vi chiedo di dispensarmi, in nome della schiettezza e della franchezza che deve contraddistinguere un genuino e proficuo scambio di idee, dall’obbligo di avvalermi del dizionario da me scritto in tempi migliori, e di pormi con semplicità una domanda: ma ancora con questa stronzata della Germania locomotiva? Ma te li vuoi guardare i cazzo di dati, gentile collega?

Ora, la cosa più sconcertante nella simpatica coppia di cheerleader del Reich(lin) millenario non è il rifiuto del dato di realtà! Evidentemente non occorre che il Reich ti scorra nel sangue: basta che ti scorra nel cognome perché tu sia pervaso da quel fremito idealistico che è a un niente dalla Verleugnung, anticamera della Selbstvernichtung.

Ma il problema non è questo, così deliziosamente freudiano.

Il problema di questi esperti, cui i nostri nemici di classe accordano un incomprensibile diritto di tribuna, non è che siano allucinati (senza bisogno di Pervitin): è che sono scarsi!

Ne volete una prova?

À vous:

Vi rendete conto? Ma come si fa a definire “buoni” i frutti delle riforme Hartz, cioè dell’aggressiva politica di deflazione salariale beggar-thy-neighbour con cui la Germania ha tagliato il ramo su cui era seduta, cioè i redditi, e quindi il potere d’acquisto, del mercato unico europeo (date le inevitabili mosse conseguenti degli altri partecipanti, di cui parlammo nel 2011, e per ultimo qui)?

Buoni per chi? Per noi è sufficientemente ovvio che non lo siano mai stati, questi frutti, ma anche ritenerli buoni per la Germania era da sprovveduti, come i fatti hanno dimostrato, e se è concesso a tutti di essere scarsi ex ante, è più difficile concedere a qualcuno di essere negazionista ex post, soprattutto dopo che 🍇 ha spiegato come funziona! Quella del taglio reciproco dei salari è stata (ed è) una strategia suicida, come è oggi scientificamente suicida negazionare che lo sia stata!

Quando sostituiremo il qualunquismo grillino sulla qualità della nostra classe politica con un ragionamento serio sulla qualità delle nostre élite? Al #goofy14 abbiamo visto che hanno ottimi e abbondanti motivi per essere così scarse o distratte.

Il problema è lì, e la soluzione…

22 commenti:

  1. Imbarazzante che vengano dati 90 miliardi in prestiti all'Ucraina. In pratica tanta solerzia per chi è esterno, mille vincoli all'italia mentre si danno soldi a una nazione che non brilla per trasparenza.
    Stare dentro vincoli di bilancio per poi prepararsi al bellicismo, che per sua natura la guerra è il contrario dei conti in ordine.
    Voler fare i grandi ma senza piani precisi... Commissione allo sbando e Italia al seguito per ottenere legittimazione purtroppo...

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    1. C'è un motivo francamente molto più cogente per non dare soldi all'Ucraina, ed è in primis non continuare a cascare stolidamente nel tranello angloamericano di dividere Europa e Russia, e secondariamente perchè è come continuare a dare morfina ad un malato terminale: la guerra è e sarà comunque persa, e comunque il suo esito non interessa ai suoi fautori anglofoni. A loro interessa solo che l'Europa e la Russia se ne stiano più distanti possibile, e questo dovrebbe farci riflettere.

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    2. Il motivo è che, siccome tutti i soldi che hanno già mandato in armi non sono serviti a far vincere l'Ucraina, allora l'unica cosa che possono dire è "non erano abbastanza: se ne mandiamo di più funzionerà!". Ed invece serve solo ad allontanare il redde rationem del totale fallimento della Commissione sul dossier ucraino. Io sono spaventato perché, quando fallirà anche quest'ennesimo spreco di risorse, l'unico "di più" che resterà sarà una guerra vera. Però una guerra non si può fare senza gli USA (e Trump non vuole alcuna guerra con la Russia), con la conseguenza che il vero rischio per noi arriverà se alle prossime presidenziali USA si insediasse un POTUS liberal o neocon. Lì sì che potrebbe succedere il disastro, perché gli eurocrati della commissione, onde non dover ammettere il loro totale fallimento, potrebbero trovare negli USA la sponda per sostenere un conflitto contro la Russia.

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  2. Forse, considerando anche la testata per cui scrive, il " Terzo Reichlin" non ha completamente torto, e "i risultati sono stati buoni" per i kapitalisti tedeschi che adesso hanno tanti soldi in giro per il mondo ( e presto anche le tutte le fabbriche😁).

    Perché ci sono due punti di vista diversi su come giudicare la "performance" economica di uno stato : quello del "Pilu", che è una cosa di interesse pubblico, e quello dei " dividendi", che è una cosa di interesse privato.😁

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    1. Ancora co’ ste cazzate!? Ancora!? Ma che siamo su Laims dei Caraibi!? Certo, i risultati sono stati buoni come quelli dell’invasione della Polonia. Tutto dipende da dove decidi di tirare la riga, e qui lo decido io, e nel caso di specie l’ho deciso ad agosto 2011 quando ho chiarito perché la Germania si stava suicidando. Se poi vogliamo ragionare di profitti e dividendi, do due suggerimenti: (1) portare i dati (così ragioniamo su qualcosa di concreto); (2) allargare lo sguardo. Anche l’invasione della Polonia fu un successo per qualcuno: ad esempio, per gli ex gerarchi nazisti che si riciclarono nelle istituzioni europeiste (non devo spiegarvi perché ci si trovarono perfettamente a loro agio). C’è sempre qualcuno che cade in piedi, ma questo non deve portarci a letture grilline della realtà, perché non ci sono utili.

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    2. "ex gerarchi nazisti che si riciclarono nelle istituzioni europeiste"
      Purtroppo l'ipertesto non funziona...

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    3. Qui:

      https://www.bmjv.de/SharedDocs/Publikationen/DE/Broschueren_Sprachvarianten/Rosenburg_Ausstellungskatalog_en.pdf?__blob=publicationFile&v=1

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  3. Le nostre élite lavorano per il capitale e per se stesse; anche i Reichlin, con buona pace della buonanima del padre dirigente comunista e della madre che ha attraversato tutte le stagioni della sinistra ingraiana parlamentare ed extraparlamentare.
    La qualità delle élite è come l'acqua nelle gag di Pazzaglia, ai tempi dell'Arbore televisivo. Del resto, è come la qualità dell'informazione, della magistratura, delle università e degli intellettuali. Anche gli elettori non se la passano troppo bene, se oltre la metà preferisce stare sul divano o sui social, piuttosto che recarsi a votare.
    Meno male che ci pensa il Senatore Claudio Borghi a rendere piccante l'insipida pietanza della legge di bilancio con il peperoncino dell'oro alla patria e facendo saltare alcuni tafazziani tentativi di farci del male con le nostre mani (pensioni, riscatti).
    Mi chiedo: se noi, a fronte del difficile momento geopolitico internazionale e della difficoltà del sistema industriale, invece dell'auspicato 3% di deficit/PIL (che sembra diventato come il sol dell'avvenire del governo di cdx) facessimo il 3,2, forse verrebbe giù il mondo?
    Se i francesi faranno deficit ancora sopra il 5%, noi dobbiamo proprio fare i primi della classe? Con la crescita ormai stagnante?
    Chiedo per un amico, perché ieri mi ricordava che tra poco più di un anno si voterà per le politiche e mi segnalava tutti i suoi timori (lui in verità diceva incubi) di vedere l'improbabile armata Brancaleone di Schlein-Conte-Fratoianni-Renzi-Magi-Calenda spuntarla o pareggiare alle prossime elezioni politiche.
    Io incrocio le dita.

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    1. A proposito dell'ultima parte del commento, anche se finora le cose sembrano andare molto bene (oserei dire addirittura troppo bene!), io comincio ad avere qualche apprensione per il 2027. Per "loro" - e non mi riferisco solo ai politici avversari - perdere tra le altre cose il PdR sarebbe uno smacco pesantissimo.

      Vedo cose che non mi piacciono: "Patti per il Nord" che accarezzano i drindrini, voci su nuove "discese in campo" di eredi al posto di Tajani (con FI che cambia posizionamento...), etc.

      Qualcuno tra un paio d'anni potrebbe servire un trappolone a Salvini e Meloni. Ma ho una immaginazione molto spiccata, spero si tratti solo di quello. :-)

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    1. No, credo sia più traumatica. Scialbi burocrati come quello di cui ci stiamo occupando qui eseguono gli ordini fino alla sconfitta.

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    2. Raccontava Marcello De Cecco che qui da noi abbiamo sempre avuto un'alta borghesia e una nobiltà aristocratica che hanno continuamente giocato a fare gli italiani fino a quando gli conveniva, e poi hanno traslocato: armi, bagagli, capitali e famiglie all'estero, e, a quanto pare, sembra che il vizio sia rimasto ancora quello. Non ci si deve, tuttavia, per questo stupire che molti prestino il loro braccio e la loro penna, il loro circoscritto ingegno e volendo anche altre parti del corpo, per occultare questa strategia invocando l'autorazzismo per il popolo più indolente, corrotto e insomma schifoso del mondo, perché il Goofy14 ci ha mostrato che i sopraddetti signori, infine: pagano bene!

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    3. @Matteo questa è, ahinoi, una mefitica caratteristica delle élite di buona parte dei paesi slavi (soprattutto balcanici) e dei paesi neolatini (Francia esclusa)... 😔😔😔

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  5. Incredibile continuare a sostenere punti di vista cosi sbagliati dopo anche che UVA lo ha confessato.
    Vera miseria umana.

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    1. Più che altro denota una autoreferenzialità spinta fino al ridicolo: non si leggono nemmeno fra loro, i volenterosi carnefici di Merkel (chi?).

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  6. ho deciso di farmi del male e trovarmi l'articolo intero, volevo capire se ci è o ci fa. Ci fa, indubbiamente, alla fine l'articolo è un condensato di tutti gli slogan piddini: le "riforme" sono bene (basta siano le loro), il pericolo nazista, ci salva l'immigrazione, la delocalizzazione funziona, il green .... c'era altro ma se continuo vomito.
    Il tutto senza dati, senza un numero, un fatto: non ce l'hanno.
    Un venditore di pentole da fiera, categoria ingiustamente bistrattata, fa il buffone, perchè per qualche motivo cosi vende meglio, ma se ti fai convincere almeno hai delle pentole.
    Questi non hanno altroche merce avariata, e lo sanno, si premurano troppo di nascondere tutto quello che non funziona.

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    1. No, io credo che non capisca. Conosco questa antropologia. Sono conformisti e passivi rispetto al messaggio dei media.

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  7. Interessante è quell'inciso "e potrebbe funzionare anche nel futuro". Dopo i "mini-job" stanno pensando ai "micro-job"? O forse ai "nano-job"? Sempre della serie "Potevamo stupirvi con effetti speciali" (cit. Telefunken, aggiornata in Telebetrunken).

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  8. É conseguenziale: prima fanno i mini-job per poi affermare che "laggente non ce la fanno". Cazzo, geniale!

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  9. Quella citazione freudiana il mio diletto Hans Morgenthau la ha applicata in modo rigoroso alla geopolitica. Il principio di realtà.
    Subito dopo il cataclisma bellico, durante la bancarotta morale, fisica e finanziaria europea, Hans ha applicato il principio di realtà: per non autodistruggersi, per presegire veramente la pace, occorre accettare le limintazioni ed i vincoli del mondo vero, evitando di inseguire desideri e pulsioni infantili o illusioni morali(stiche).

    Nella seconda edizione di Politics Among Nations - The Struggle For Power and Peace (quella del 1954 - non la prima del 1948), enunciò "sei leggi del realismo politico" : 1) la politica, come la società in generale, è governata da leggi oggettive fondate nella natura umana; 2) gli stati agiscono in base a interessi definiti in termine di potere; 3) il concetto di interesse in temine di potere è una categoria universale ma che si detemina e concretizza storicamente; 4) i principi universali morali sono essenziali ma vanno applicati di volta in volta secondo le specifiche circostanze ; 5) le apirazioni morali di una specifica nazione non concidono con la morale universale; 6) la sfera politica è autonoma, come lo sono quelle giuridica, economica e morale. Essa si deve muovere con logiche e regole proprie, non subordinatamente alle logiche e norme delle altre sfere.
    E' il realismo politico, oggi trionfante nelle steppe malorusse e presto trionfante in un'Europa liberata dall'invidia del pene e del pennello.

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