(...per i quattro(mila) gatti che sono rimasti qui, dopo il mio infame tradimento - che è quello di restare fedele al me stesso che io percepisco, non a quello che altri percepiscono nel loro allucinato delirio cataro - riprendo una consuetudine che abbiamo portato avanti, con qualche eccezione, negli anni precedenti:
- nel 2011, parlando di Savonarola vs. Paperoga - anche sui temi ambientali siamo stati precursori, era chiaro che si andava a parare lì;
- nel 2013, commentando una mia audizione informale alla Commissione finanze della Camera - quella volta che un commesso mi disse che sarei tornato dalla porta principale;
- nel 2014, riferendo di un intervento in televisione che è andato perduto, come tanto materiale postato su questo blog;
- nel 2015, dove, parlando di moneta, corruzione e politica attribuivo una probabilità elevata allo scenario in cui ci troviamo (un #sevedeva di ampie proporzioni);
- nel 2017, parlando dell'Europa secondo i tedeschi, tema sempre affascinante e rilevante, data la rilevanza della Germania nel contesto europeo.
Dal 2018 in poi non mi è stato possibile, per un motivo o per l'altro, dedicarvi del tempo a fine anno, e del resto anche quest'anno sono rimasto appeso a certe cose che dovevo chiudere fino alle 17:35 di due giorni fa, per la gioia degli assistenti del Senato che dovevano tenermi aperta la stanza, io unico senatore presente - ma la mia poltrona è molto freddolosa, mi chiedeva di scaldarla!
Di cose da dire ce ne sarebbero molte, ma a me interessa come sempre ragionare sul metodo, perché la democrazia è innanzitutto un metodo: questa è la premessa dalla quale ci siamo mossi. Non sto a dirvi se l'esperienza diretta di questo metodo, il diventarne concretamente parte, e soprattutto lo scontro con la percezione totalmente distorta - a loro svantaggio - che di questo metodo hanno molti elettori [mi riferisco specificamente ai diversamente intelligenti secondo cui in democrazia le decisioni si prendono a minoranza, per cui un partito col 17% può far cadere il Governo e comandare da solo: sì, esiste gente che ragiona così!] non sto a dirvi quanto questa esperienza diretta renda difficile resistere alla tentazione di considerare questo metodo molto sopravvalutato! Ogni giorno incontro, prevalentemente sui social, persone che mi riconcilierebbero con l'atteggiamento oligarchico e paternalistico di Aristide, il personaggio che mi aprì gli occhi sulla natura radicalmente antidemocratica della sinistra, come ricorderete. Mi riconcilierebbero, se questo fosse possibile. Ma purtroppo non mi è possibile piegarmi alla logica degli ottimati che pretendono o pretenderebbero di guidare il popolo verso un radioso futuro senza consultare il popolo stesso o magari agendo contro la sua espressa volontà. Per essere totalmente trasparenti: non mi è possibile non perché non creda che un buon pezzo di popolo non se lo meriterebbe, o perché non creda che questo metodo non sarebbe efficiente, ma perché più conosco gli ottimati e più sono preoccupato dalla loro scarsa consistenza. Insomma, senza pretesa di originalità sono ricondotto a pensare che la democrazia decisamente non è male se consideri l'alternativa, più esattamente se consideri chi impersona questa alternativa. Sono giunto a una specie di teoria lamarckiana della classe dirigente: un Paese i cui percorsi sono in larga parte esogenamente tracciati - e il PNRR è un pezzo di questo discorso, come alcuni scoprono a posteriori - non sviluppa l'organo "classe dirigente" perché non ne ha bisogno, atteso che della direzione che il Paese deve prendere si occupano altri, altrove. I "mandarini" locali quindi avvizziscono, come quelli che per scampare alle fauci del consumatore natalizio si nascondono nell'estremo recesso del cassetto del frigo... dove li coglie la muffa - fine ingloriosa e inutile! L'atrofia cui alludo è un pezzo non banale delle difficoltà che dobbiamo affrontare ogni giorno e che non è il caso di dettagliare più di tanto: basterà, appunto, l'avervi alluso, tenendo sempre presente che la politica viaggia sulle gambe delle persone, ed è per questo che una democrazia vera, fatta di ricambio e di contendibilità, mi dà più affidamento, in termini astratti, di un'oligarchia sclerotica, fatta di ristagno e rendite di posizione.
Proviamo allora a ragionare su come aumentare la nostra efficacia, che quella altrui resta un problema, appunto, altrui. Proviamo a fare l'inventario delle cose che credo di avervi detto in questo decennio e che possono esserci utili per mandare avanti il dibattito, o almeno per non metterci inutilmente nei guai, in un periodo in cui, più che in tanti altri, il primo obiettivo politico è e deve essere portare la pelle a casa...)
Credo che il collante più forte che ci raccoglie in questa comunità sia la serena consapevolezza del fatto che la vita è conflitto, e che politica è mediare, non negare, questo conflitto, perché la negazione del conflitto ha come esito inevitabile quello di esacerbarlo, come nel passo di Rilke che qui vi ho tante volte citato (la prima qui).
Insomma, siamo qui perché ci fa sorridere di tenerezza la sinistra che riscopre oggi, con virginale pudore, la lotta di classe (chiamandola "conflitto tra interessi", qui):
naturalmente con quel minimo di green washing (la giustizia climatica!?) oggi indispensabile per potersi dire "de sinistra".
Del resto, mettere in bottiglie apparentemente nuove (il green, il gender, quel che l'è...) un vino solo apparentemente vecchio (il conflitto distributivo) serve a giustificare la propria assenza ingiustificata dal dibattito, serve a indurre nel gonzo di turno l'idea che fosse scusabile non aver più parlato e non parlare più di certi temi perché non sarebbero al passo coi tempi (eppure, anche quello fra Caino e Abele era un conflitto distributivo...), serve cioè a spogliarsi della responsabilità di aver contribuito a immiserire la dialettica intellettuale e politica di questo Paese creando un clima in cui qualsiasi tentativo di analizzare le dinamiche di classe veniva derubricato a "complottismo", appunto perché, come dice in uno sprazzo di lucidità Barbera qua sopra, la "sinistra" aveva deciso di sposare il paradigma neoclassico (nel senso della teoria economica: altri direbbero liberale, liberista, ecc.), quello secondo cui i comportamenti individuali vengono spontaneamente guidati da una mano invisibile a comporsi in un benessere collettivo in cui tutti gli interessi convergono. Qualsiasi manuale di politica economica ortodossa da due soldi, per il semplice fatto di non poter non parlare dei fallimenti del mercato, si trovava così istantaneamente più a sinistra del più sinistro degli intellettuali di sinistra!
Ricordo quanto mi stupì il commento, oggi non più rinvenibile, di una povera sciocca che su sbilanciamoci mi dava appunto del complottista semplicemente perché stavo illustrando le banali conseguenze in termini di distribuzione del reddito della scelta di aderire a un'unione monetaria. Da quell'osservazione capii che la battaglia sarebbe stata lunghissima, che un pezzo del Paese era ormai inservibile, lobotomizzato, che nulla sarebbe servito a coinvolgerlo in un percorso di presa di coscienza. Ridurre a "complottismo" (l'ultimo rifugio dei cialtroni, come abbiamo visto in altre circostanze) l'oggettiva considerazione che le scelte economiche, essendo guidate dal movente del profitto, nella schiacciante maggioranza dei casi avvantaggiano alcuni più (o a danno) di altri: a me era chiaro nel 2011 (e suppongo a tanti altri anche prima!) quello che ai vari Barbera è chiaro oggi: questo atteggiamento era la morte della sinistra, più esattamente: la morte della possibilità di poter fare un qualsiasi discorso politico a sinistra. Ora ci stanno arrivando anche loro. Ma ora è un po' tardi.
Credo che sia per questo che, al netto di alcuni scleri individuali, la mia scelta di schierarmi in un partito conservatore non ha allontanato da questo blog tanti lettori sinceramente progressisti, probabilmente anche perché avevo provato loro ultra vires che a sinistra non c'era e non ci sarebbe potuta essere per lunghi anni a venire alcuna possibilità di costruire un percorso di riscatto (la famosa tabellina dello zero...).
Ora, è in qualche modo fisiologico che alla consapevolezza che la vita è conflitto si associ, nel discorso politico, una certa retorica bellicista: "Siamo in guerra! Nemico! Traditore! Disertore!..." e via vociferando. Fin qui, se non si travalica il buon gusto, in fondo non c'è nulla di male. Sinceramente, ne ho le gonadi ricolme di quelli che, ostentando un bon ton degno di miglior causa, puntualizzano di non aver "nemici" ma "avversari" politici, quando è del tutto ovvio nel loro argomentare e nel loro modus operandi che la loro personale traduzione della frase erroneamente attribuita a Voltaire (uno dei tanti fake della storia) è: "non sono d'accordo con quello che dici e conseguentemente ti ammazzerò se ti ostini a dirlo"! Diffidiamo da questi melliflui e farisaici araldi delle buone maniere! Non c'è nulla di male a riconoscere che lo scopo di ogni conflitto è l'annientamento dell'avversario: funziona così, niente di personale (possiamo credere a uno che se ne intendeva). Solo partendo da questa consapevolezza, purché sia profonda e sincera, si può restituire all'attività politica la sua nobiltà, che consiste appunto nel creare l'infrastruttura perché questo scontro non sia meramente distruttivo, perché tesi e antitesi, anziché annichilarsi come particella e antiparticella, vengano a sintesi.
Sembra tutto molto astratto, ma niente come una legge di bilancio ti riavvicina alla concretezza di queste considerazioni...
Quando però la (fisiologica) retorica bellicista si scolla dalla consapevolezza reale e vissuta del conflitto, quando diventa una bolla di vociferazioni narcisistiche incapaci di ricondurre a un disegno razionale la prassi politica, ecco, o addirittura suscettibili di avvitarsi in un delirio autolesionistico e autodistruttivo, quando succede questo credo che sia necessario intervenire per evitare malintesi e problemi. Berciare secondo me non è mai il migliore dei mezzi, e certamente è sempre il peggiore dei fini, se non altro perché contravviene a una elementare esigenza tattica.
Vorrei parlarvi di questo, dopo aver constatato (e l'amico Giacinto - sed magis amica veritas - è il paradigma di questo atteggiamento, ma ne potrei citare altri meno simpatici) che nella bolla dei social molti si sono presentati e tuttora si presentano col piglio marziale dei 300, salvo poi dimostrare, all'atto pratico, maggiore affinità coi 3ciento. Forse a questo punto urge un ripasso (dedico un minuto di raccoglimento al commosso pensiero che oggi un simile film non potrebbe essere concepito), per allineare questa bella d'erbe community e di animali a un dato apparentemente tautologico: se si è in guerra, si è in guerra, e quindi per portare qualcosa a casa - a partire dalla propria pelle - conviene comportarsi come in guerra.
E come ci si comporta in guerra?
Dipende ovviamente dalle circostanze, come qui abbiamo lungamente spiegato parlando di Azincourt e altre storie europee. Se rimproveriamo ai nostri nemici (pardon, avversari...) di rifiutare il dato di realtà, un rifiuto che si palesa nel loro modus operandi, tutto basato sulla coazione a ripetere ("[fesseria a piacere] non funziona, quindi: ci vuole più [fesseria a piacere]"), una coazione che è la quintessenza riconosciuta (dicono da Einstein, ma è un altro fake) del rifiuto del dato di realtà, allora come primo asse strategico suggerisco di farli noi i conti con la realtà, per quanto ciò possa essere sgradevole. In questo spirito vi segnalo che purtroppissimissimo (spiace a me più che a voi) una serie di consapevolezze che qui abbiamo raggiunto attraverso un percorso analitico approfondito e scientificamente incontrovertibile, bene: queste consapevolezze sono largamente minoritarie, il che significa, visto che vi piace giocare alla guerra, che noi siamo in condizioni di inferiorità numerica (qualora non lo si fosse capito),
Purtroppo, è indispensabile partire da questo dato di realtà nelle sue varie sfaccettature, che condizionano quello che è possibile e quello che non è possibile fare. Ho cercato in mille e una maniera di spiegarvi che per chi è in condizione di inferiorità numerica è opportuno:
- non segnalare la propria posizione;
- non accettare il terreno di battaglia scelto dall'avversario;
- sfruttare la forza dell'avversario.
Partirei dal non segnalare la propria posizione, dal mimetizzarsi, dal non rendersi bersaglio.
Non so più come dirvelo. I social sono un luogo pericoloso. Sbraitare per avere qualche like, rovinandosi la vita, non mi sembra uno scambio vantaggioso. Non sto dicendo di rinnegare le proprie idee. Sto dicendo quello che ho sempre detto con parole non mie: siate prudenti. Vedo in giro una certa aspirazione alla testimonianza, intesa come martirio. Evitate. Gli altri non giocano. Un soldato morto non serve a nessuno: non serve al suo esercito, non serve alla sua famiglia. Avete visto che aria si respira in Commissione "odio"? Ecco: tenete presente la psicologia dei buoni. Contro di voi qualsiasi sopruso e qualsiasi discriminazione sarà accettabile, perché voi non siete i buoni, siete i cattivi. Purtroppo per voi partite svantaggiati numericamente e moralmente. Fatevi furbi. Tutelate il vostro anonimato e non usate mai mai mai toni inappropriati. A voi non verrebbero perdonati. Non segnalate la vostra posizione.
Aggiungerei, ma capisco che per molti sarà difficile accettarlo, che continuo a trovare stupido, concettualmente e comunicativamente, l'appiccicarsi addosso delle etichette come quella di "sovranista", indubbiamente giovevoli all'autostima di chi le ha create, ma assolutamente nefaste per una dialettica ordinata ed equilibrata. Anche a prescindere dal fatto che il 70% dei nostri concittadini assocerà l'idea di "sovranismo" a quella di monarchia (provate per credere!), il che apre a ovvi fallimenti comunicativi, resta il fatto che chi si richiama all'art. 1 della Costituzione repubblicana può semplicemente dichiararsi democratico, lasciando agli altri l'onere di provare di non essere fascisti nel momento in cui confutano i principi fondamentali della Costituzione. Ecco la differenza fra rendersi un bersaglio (cosa da non fare) e scegliere il proprio campo di battaglia (cosa da fare).
Approfondiamo il tema della scelta del campo di battaglia. Qui ne abbiamo già parlato: so benissimo che abbiamo tutti una certa urgenza di ritrovare la nostra libertà, ma è essenziale uscire dal perimetro. E uscire dal perimetro non vuol dire solo continuare a tenere un faro acceso su quello di cui non vogliono che parliate, che non è, credetemi, l'aggendah, ma, come sempre, la questione europea, che oggi prende le forme del MES e del PNRR. Vuol dire anche e soprattutto essere diversi da loro. Se opponete a un dogmatismo un altro dogmatismo, a una "verità" un'altra "verità", avete già perso, perché chi ha la forza (mediatica, politica, fisica) di imporre la propria verità non siete voi: sono loro. Non si può contrastare l'uso cialtrone e totalitario che alcune istituzioni fanno del concetto di "scienza" scambiandosi come un sacro Graal paper portatori di una verità alternativa, più "scientifica", più "vera". Non funziona così, purtroppo. Qui pressoché tutti noi si sono potuti fare un'idea, utilizzando canali appropriati, di che cosa stesse succedendo e di come sarebbe andata a finire. Ottimo. Credo di avervi già detto che la "verità" non ha alcun valore politico, se non hai i mezzi per imporla. Lo si vede nell'unico campo che vi interessa, ma lo si vede anche in altri campi. Indipendentemente dal merito, sul quale ho delle opinioni che dirò nelle competenti sedi istituzionali, capite bene che se un incidente di questa portata fosse accaduto, mutatis mutandis, a un politico di area sgradita (sostanzialmente, della Lega) ne avrebbe comportato le dimissioni immediate (è successo). Quelli che ti si avvicinano con l'occhio fisso, concentrato sull'ultima abbacinante verità da cui sono stati colpiti, che ti si aggrappano sussurrando: "Guarda questo paper, è de-fi-ni-ti-vo, guarda questo grafico, ma non capisci? Ma non vedi?", sbandierandoti l'ultimo numero del Chattanooga Journal of Fuzzy Epidemiology, di cui né loro né voi siete in grado di capire nulla... ecco, quelli lì: ma siete sicuri di non averli mai visti, frequentando queste pagine? Non vi ricordate quelli che Auritiiiiiiii, non vi ricordate gli ingengngnieri che "la moneta a debitooooooh", non vi ricordate i giornalisti che "il paper di Mossleeeeeeer"...
No?
Io sì, e ho già dato.
Non funziona così.
Fatevi un pochino più furbi.
Cominciate ad esempio a prendere in considerazione il fatto che non essere padroni del discorso ha delle conseguenze ovvie ma non trascurabili. La prima è che se qualcuno arriva (e resta) in televisione è perché ce lo fanno arrivare (pochi sono in grado di aprirsi una strada da soli), e se ce lo fanno arrivare nella stragrande maggioranza dei casi è perché farcelo arrivare è funzionale al loro, non al vostro discorso. Quindi ottimo che ci sia pluralismo di opinioni, ma occhio ad andar dietro alle opinioni alternative certificate dal mainstream (si dovrebbe capire che cosa c'è che non funziona, ma siccome non vedo molta coscienza di questo dato elementare, lo evidenzio). Conosco uno che le ha toppate tutte (a partire da quando si era messo a disposizione degli ortotteri, e lì mi fermo) ed è sempre lì, ancora lì, perché serve da sparring partner agli squadristi di turno. Sclerare in diretta contro chi ti provoca non è un segno di intelligenza né di forza: è un segno di debolezza. Impappinarsi nel citare dati scientifici fuori dal proprio settore disciplinare non è un segno di autorevolezza né di astuzia dialettica: è un favore fatto all'avversario. Se vi scegliete un araldo, perché proprio avete bisogno di schierarvi in campo aperto, dieci contro diecimila, sceglietelo almeno che non faccia di queste fesserie. Dirò di più: diffidate da chi fa queste fesserie, perché non vi porterà da nessuna parte, perché danneggerà una causa giusta con comportamenti sbagliati e questo non se lo può permettere nessuno. Vi consola fare la òla su Twitter? Io al posto vostro preferirei vincere. E per vincere al posto vostro è meglio essere trasparenti e pazienti.
Se è essenziale che siate consapevoli della vostra inferiorità (perché non siete maggioranza nel Paese), sarebbe altresì utile che vi rendeste conto delle conseguenze della nostra (di eletti) inferiorità numerica. Come ho dovuto spiegare oggi a uno di voi, posto che far cadere il Governo, questo Governo, fosse una cosa giusta da farsi qui ed ora (cosa di cui ovviamente dubito), un partito che ha il 20% non può far cadere un Governo che ha una maggioranza del 79% perché andandosene la porterebbe al 59%, cioè sei punti sopra la maggioranza del governo giallo-verde (che era del 53%).
Per favore, non fate rinnovato insulto alla vostra intelligenza chiedendo cose che non hanno senso aritmetico.
Ma, soprattutto, non fate insulto al vostro buonsenso ignorando un semplice dato della storia: in guerra perde chi abbandona il campo.
Ecco, forse questa è la cosa che è indispensabile che comprendiate, quella più ovvia, ma forse proprio per questo quella che sembra sfuggirvi con inesorabile e disperante regolarità.
Quelli che con accenti patetici, con un'eloquenza a dire il vero un po' ripetitiva e stereotipata, continuano a esortarci a uscire (come partito) o a dimetterci (come individui), poi se gli si chiede quale sarebbe precisamente il vantaggio che conseguirebbero dal nostro abbandono di campo individuale o collettivo non sanno che cosa dire. E certo! Perché il vantaggio non ci sarebbe, salvo forse la soddisfazione puramente narcisistica di poter dire a se stessi di aver votato per la persona giusta, assumendo che la persona giusta sia quella che alla prima difficoltà prende e se ne va. Un'idea sbagliata di persona giusta, ma va bene così. Voi credete, perché ve lo fanno credere, che fare politica sia andare di gesto magniloquente in gesto magniloquente, di azione dimostrativa (preferibilmente eclatante, come il simpatico amico dalla Lacoste rossa) in azione dimostrativa. Invece non è così. Invece è imparare un mestiere, creare una rete, assicurare una presenza, guadagnare ogni giorno un pezzettino di terreno, apprendere qualcosa ogni giorno, e tenerla in serbo fino al momento in cui tornerà utile, ricordarsela al momento giusto, guadagnarsi il rispetto col rispetto e la lealtà con la lealtà. Lavorare e creare ogni giorno le condizioni per lavorare meglio, assumere un ruolo e creare ogni giorno le condizioni per sostenerne uno più impegnativo.
Mando un forte abbraccio a chi vede il nostro futuro nel cimitero dei narcisisti, il gruppo misto. Massimo rispetto per chi vuol così bene a se stesso, pensando di meritarselo. Io non devo difendere la mia immagine, tanto meno di fronte a voi: io devo combattere la mia battaglia, per voi. Posso facilmente privarmi del piacere di fare sfoggio di eloquenza (verrà il momento) e sostituirlo con un esercizio di responsabile umiltà.
Perché, visto che siete così bellicosi e marziali, forse dovreste ricordarvi come funziona la vita militare (o immaginarlo, se non avete avuto la fortuna di passarci): c'è una catena di comando, c'è una gerarchia, e ci sono degli obiettivi.
Quali possano essere gli obiettivi ora, credo che offenderei la vostra intelligenza se ve lo spiegassi: non siete voi quelli che venivano a darmi lezioni di politica? Non sarò così scortese da ricambiare, e poi basta aprire il giornale: se ne parla ogni giorno, se ne sta parlando ora... Per quanto possa essere duro resistere, fra poco più di un mese sapremo in che scenario saremo, e potremo valutare gli obiettivi raggiunti. So che non posso chiedervelo, ma purtroppo, per quel che mi riguarda, parlandovi con la massima trasparenza e franchezza, fino a quel momento stracciarsi le vesti non ha alcun significato e non serve a nulla se non a far contenti gli avversari.
Non sarebbe invece meglio sfruttare la sterminata forza dell'avversario? Da quando siamo qui quanti ne abbiamo visti andare a velocità accelerata contro un muro? Distoglierli non ha più di tanto senso. Anche questo è sfruttare la forza dell'avversario.
Certo, questa è razionalità.
Poi ci sono le infinite dolorose vicende dei singoli individui, le frustrazioni soggettive, le oggettive difficoltà in cui la situazione attuale ci costringe (perché le limitazioni, caso mai non fosse chiaro, riguardano anche noi). Ci siamo sempre raccolti qui anche per condividere, per cercare conforto reciproco. Questo ora è più complesso, io non posso sempre tenere aperto questo spazio, spesso ho altro da fare. Però in effetti colpisce vedere come molti che venivano qui a condividere e partecipare si siano convertiti alla denigrazione a tempo pieno del lavoro che qui è stato e tuttora viene svolto. I "seguaci neri", come li ha battezzati Nat, qui ci sono sempre stati: ricordate Peter Yanez, col suo blogghetto cachettico, oggi sostituito dalla logorrea semicolta del grillino Sderenippo? Gente che non sta bene, ma anche gente che non abbiamo conosciuto. Delle loro meschine invidie, delle loro piccole frustrazioni, o magari della mancetta che lucrano per venire a rompere le uova nulla sappiamo e nulla vogliamo sapere. Viceversa, che persone che abbiamo conosciuto, accolto, cui ci siamo aperti, si comportino come un Serendippo qualsiasi, dedicandosi a tempo pieno a spalare sterco su chi, secondo loro, li avrebbe traditi (tradito cosa? Come? Quando?), bè, questa è una cosa che capisco possa dare fastidio. Però ricordatevi sempre della principessa Maria: tutto comprendere è tutto perdonare. Cercate di accogliere gli altri, o almeno di ignorarli. Ci aspettano momenti ancora più duri: ci sarà bisogno di quella parola tanto abusata e misconosciuta che è la compassione, la capacità di soffrire con gli altri, di condividere il loro dolore, che poi sarebbe, etimologicamente, la simpatia.
E poi c'è un'altra cosa di cui tenere conto, una illusione ottica alla quale sottrarsi. Mi rendo conto (lo ripeto) che possa essere duro per chi ha partecipato a questo blog fin dall'inizio, per chi si è sentito in famiglia, per le persone con cui ho condiviso tanto della mia esistenza, trovarsi all'improvviso tagliato fuori da un dialogo che per forza di cose si è dovuto interrompere: da un lato, non mi basta il tempo per vivere una vita e raccontarla; dall'altro, non tutto quello che faccio può né deve essere raccontato. Ecco, è soprattutto questo che credo dobbiate (a fatica) accettare. Con chi era qui, e meritava di esserci, abbiamo stretto un patto. Anch'io non avevo, e non ho, alle mie spalle "nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca". Questo patto ora esige che voi vi fidiate di me. La politica richiede i suoi tempi. I social hanno il tempo dell'immediatezza. La pretesa di controllare giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto i propri rappresentanti è folle e stupida. Ci giudicherete dai nostri risultati, ci giudicherete nel 2023. Esattamente come è vostro buon diritto votare per chi vi pare, incluso nessuno, né io farò nulla per convincervi del contrario che non sia comportarmi in modo coerente col nostro patto, al tempo stesso è mio diritto ignorare le sollecitazioni estemporanee del quotidiano, formulate con l'isteria di chi costruisce pretese sulla sabbia delle informazioni parziali e distorte dei media. Ho dimostrato sufficiente trasparenza, anche durante il mio mandato parlamentare (non credo che ci sia un singolo parlamentare delle diciotto legislature della Repubblica italiana che abbia speso un centesimo del tempo che io ho speso a spiegarvi la dinamica della vita parlamentare), e ritengo quindi di avere anche il diritto di non motivare ogni singolo passo di un percorso che per forza di cose (non penso di dovervelo spiegare) è complesso e tortuoso.
Potete non accettarlo: me ne farò una ragione. Ma il dato è che io non ho alcun obbligo di rendervi giornalmente conto delle mie scelte, così come non avrò alcun diritto di contestare la scelta che farete quando sarà il momento di farla. Funziona così, è sano che sia così. Il grillismo, la filosofia dell'invidia e del sospetto, nasce per avvelenare questo rapporto fiduciario coi miasmi di una pregiudiziale e paralizzante diffidenza. Siete naturalmente liberi di abbandonarvi a questo degrado ma magari, prima, sollevate le palpebre e datevi un'occhiata intorno.
E ora dedichiamoci alle nostre famiglie e ai nostri affetti, e ad accogliere l'anno che verrà. Un anno che inizia in salita, sotto tutti i profili.
Possa conservarci la salute e restituirci la libertà.
Auguri Senatore e grazie..avevo proprio bisogno di queste righe per continuare con motivazione e strategia la giusta battaglia...w la libertà..che il Signore ci conservi in salute...buon 2022
RispondiEliminaUn anno che finisce al telefono con carabinieri, medico del 118 e gestre di pizzeria, diversamente informato ma arrogante che ha cacciato mia figlia con esenzione vaccinale..spremo in tl'anno novo! Auguroni!
RispondiEliminaNon vorrei rovinarti la sorpresa ma… sarà peggio!
EliminaTom fa corajo...come sempre!
EliminaBuon anno Senatore. Al di là di tutto, sappia comunque che in ogni suo intervento mi sono sempre sentito degnamente rappresentato. Merce rara da conservare.
EliminaNon è che hai tradito , io lo so !!! È solo che il partito di cui fai parte non è più credibile!!! Per te rimane una stima immensa e nonostante tutto stai dando continuità al tuo pensiero!
RispondiEliminaMi dici un partito credibile?
EliminaE qui che cadono gli asini.
EliminaQuello vilipeso e sbeffeggiato su LA7. Considerando lo spessore padronale, difficile sbagliarsi.
EliminaBuon anno Senatore.
RispondiEliminaTanti cari,sentiti auguri. Ad maiora!
RispondiEliminaAuguri Senatore e grazie di tutto
RispondiEliminaMah..
RispondiEliminaDicci, Peter!
EliminaBuon 2022 Senatore.Il circolo rinascita in piddinia non risulta ancora minato.Passo e chiudo...
RispondiEliminaSemmai si racconterà la mia storia si dica che ho avuto un rappresentante come il Prof.Bagnai, che mi ha fatto riavvicinare al dibattito. E che in questi anni ha ispirato anche parte dei miei comportamenti nel quotidiano. Non smetterò mai di ringraziarLa e di seguirla, il mio unico rimpianto e non averla conosciuta fin dall'inizio e di persona, ma sulla seconda nutro il sogno di realzzarlo, anche per stringergli la mano e dirgli ancora una volta Grazie.
RispondiEliminaAuguri per il nuovo anno che verrà.
Grazie Senatore. Auguro a tutti una presa di coscienza consapevole. Buon anno e finché ci sarà Lei in Parlamento continuerò ad avere fiducia nel futuro.
RispondiEliminaGiustizia climatica?
RispondiEliminaMa...io... Bho!
Grazie, ancora e come sempre, di tutto, anche di aver confermato quanto sia stata ben riposta la mia fiducia. Buon anno anche a lei e famiglia.
RispondiEliminaLetto or ora. Rileggerò domattina a mente fresca. L'immenso lavoro svolto è sotto gli occhi di chi vuol vedere. Grazie.
RispondiEliminaGrazie Prof. e Buon anno a Lei e famiglia. P.S. Questi quattro (mila) gatti saranno sempre con Lei, con la speranza che presto, grazie al suo lavoro ed ai suoi insegnamenti, quei tre zeri possano diventare, il prima possibile, sei. Grazie ancora.
RispondiEliminaIl mio rispetto e considerazione per Lei come persona e politico é cresciuta in questi anni. Condivido dalla prima all´ultima parola quello che ha detto e che si applica a qualunque realtá organizzativa complessa che voglia raggiungere degli obiettivi (chi ha ruoli di responsabilitá in queste organizzazioni lo sa benissimo).
RispondiEliminaLa domanda che mi porto nel 2022 é quale sará la linea politica della Lega per la prossima legislatura e se Lei e l´onorevole Borghi avrete maggiori spazi di ascolto e di intervento: ovviamente questi dipenderá dal consenso ma il consenso dipende anche dalla chiarezza della linea politica intorno al quale raccoglierlo. Su questo aspetto un chiarimento da parte del gruppo dirigente del partito, a tempo debito (quindi non certo adesso) sará molto importante per capire se la Lega é ancora una casa dove certe battaglie politiche potranno essere portate avanti con efficacia.
Nel frattempo, un sentito grazie per l´eccellente lavoro svolto e per riaver riaperto le chiavi di quella che noi tutti lettori sentiamo come la nostra casa: il suo blog.
Ciao Alberto, vorrei scrivere un sacco di cose ma c'è troppo alcool nella mia tastiera...
RispondiEliminaTwngo solo a precisare, ma so che non ti occorre, che per quanto male l'abbia fatto, ho difeso me e i miei interessi, non te o Claudio, che vi difendete benissimo da soli.
Grazie di tutto, compreso l'avermi riportato a toni più riflessivi e buon Anno a te e famiglia (come se fosse ecc...)
Paolo
Grazie e buon anno!
RispondiEliminaAuguri Alberto, buon 2022 a te e tutta la comunità.
RispondiEliminaBuon 2022! (nei limiti del possibile)
RispondiEliminaGrazie Senatore! Auguri !
RispondiEliminaBel discorso, grazie buon anno Alberto e buon anno a tutti, salute anzitutto, se è una guerra hasta la victoria.
RispondiEliminaDubito di vederla un giorno, ma solo per una questione anagrafica. In fondo però quello che conta è la lotta, e non è forse questo un grande esempio dell'esercizio della compassione.
Grazie Alberto.
Grazie a voi tutti.
E grazie anche a me.
So che sarà migliore del prossimo e peggiore del precedente, comunque buon anno anche a me.
manca un punto interrogativo, mi scuso, dopo compassione, l'ora tarda, la festa, lo spumante...
EliminaGrazie di questo post. Grazie della sua umanità.
RispondiEliminaGrazie di tutto con l'augurio che piu' comprensione reciproca ci aiuti a navigare queste acque tempestose verso porti sicuri
RispondiEliminaSenatore, ha esplicitato quanto percepivo e questo un po' rassicura.
RispondiEliminaRassicurare penso sia il verbo adatto perchè la persona comune (come me o i tanti che gridano al tradimento) sta assistendo ad una manovra su più fronti da parte di un nemico sconosciuto (non il virus, non scherziamo) che ha come obiettivo il transumanesimo, per farla breve.
E qui viene il problema: non si ascolta (forse è colpa mia che non seguo fonti mainstream) a destra, da quelli che dovrebbero "difenderci" nulla che sia una visione d'insieme su quanto stia accadendo; nessuno che indichi un nemico, nessuno che indichi un obiettivo, nessuno che indichi una via, ecc. Prendiamo Borghi (attivissimo in questi mesi, il più disponibile direi), batte e controbatte su tutti i temi affrontati dal mainstream ma sempre in maniera "tattica", sempre a compartimenti stagni.
O ancora, come si può negare " un agenda", quando dopo tre giorni tre dello scoppio della "pandemia", tutti i mezzi di comunicazione del mondo (ok, sono in mano a dieci conglomerati..) già parlavano all'unisono di nuova normalità e bestialità del genere o che in tutti i settori si siano cercate nuove strade rispetto al passato (vedere ad esempio nel calcio il progetto Superlega) come se lo sapessero da tempo che ci sarebbe stato un evento di rottura..
Insomma, la faccio breve che non sono bravissimo probabilmente con le parole, ma uno capisce il dissimulare, il non poter nemmeno parlare di certe cose per non essere accusati di complottismo e via discorrendo, ma dev'esserci una linea rossa sul discorso, una sorta di rassicurazione, di unione su un qualche tema (poi capisco pure che possiate essere spaccati persino dentro al partito, ma come si fa a portare in un partito uno come Fedriga, dico? Mai ascoltato eh, ma basta vederle in faccia certe personr..).. insomma, ci si sente non dico abbandonati, ma disorientati sì.
Sono andato un po' a braccio ma penso si sia capito il punto, auguri a lei e famiglia.
Auguri di cuore e complimenti per la lucidità, l'umanità, il senso della prospettiva e il senso della realtà.
RispondiEliminaÈ oggettivamente difficile non lasciarsi prendere dallo sconforto e restare calmi in una situazione così surreale.
Ed è evidente che purtroppo prima di andare meglio dovrà andare ancora (molto?) peggio di così, per quanto sembri difficile e sia agghiacciante immaginarlo.
Le macerie che tutto questo lascerà e su cui bisognerà ricostruire saranno giuridiche, ma soprattutto sociali e psicologiche. In una parola: umane.
Leggerla qui è sempre un grande conforto.
E in questo caso ha gettato luce su un errore esiziale che ho commesso, per frustrazione, per solitudine: espormi troppo e non anonimamente sui social.
Se davvero le cose si mettessero male, non me lo perdonerei, soprattutto alla luce del fatto che, come la realtà ci ha reso abbondantemente chiaro, la ragione è purtroppo solo una questione di potere e di rapporti di forza.
Puoi benissimo averne ed essere in grado di argomentarla in modo convincente, ma chi non vuole o non può sentirla non te la darà mai a meno di non essere costretto, da fattori esterni (e in quel caso non avverrà esplicitamente e faranno di tutto per occultarlo) o dal ribaltarsi dei suddetti rapporti.
Per il resto, è stato un anno plumbeo, o almeno così l'ho vissuto io.
E nonostante ciò che incombe su di noi, auguro a lei e a tutti noi (o almeno a chi come me un po' lo ha perso per strada) di riuscire a ritrovare la leggerezza e il senso dell'umorismo anche in circostanze così provanti.
Mi stia bene.
Grazie e tanti auguri
RispondiElimina"più conosco gli ottimati e più sono preoccupato dalla loro scarsa consistenza"
RispondiEliminaBasterebbe questo. Un altro anno. In salita. Ma prima o poi arriverà una discesa. Grazie per l'ennesimo consiglio di non mostrarci troppo. Per il resto, sono consapevole che nella loro pochezza QUESTI andranno a schiantarsi. Il fatto è che a questo treno siamo legati e vediamo, quindi, di non schiantarci pure noi. Buon anno e buon lavoro. Sempre felice di considerarla un mio rappresentante.
Auguri e grazie come sempre
RispondiEliminaQuesto è uno dei post più utili in assoluto.
RispondiEliminaDopo questo affilatissimo e puntuale vademecum, chi non ha ancora capito come ci si deve comportare in trincea (perché questa È una guerra e noi dobbiamo agire come soldati) è solo un povero Bongano e parte già battuto, perché per gli idioti che bramano ergestoeclatante non c'è speranza di vittoria.
Auguri a Lei, a me, a tutti.
Che piacere rileggere i suoi post! Le auguro il meglio per l'anno che inizia, con la consapevolezza che sarà difficile, come previsto. Nelle prossime settimane spero che il centrodestra maggioritario riesca a non farsi fregare dal PD in occasione dell'elezione del Capo dello Stato. Sarebbe un pessimo inizio e un pericoloso segnale di scollamento nei confronti degli elettori che confidano finalmente in una discontinuità dell'egemonia piddina sulle Istituzioni repubblicane. Incrociamo le dita. Auguri!
RispondiEliminaUn gran bel discorso di fine anno anche per chi, come me, sta cercando di rimettersi in pari col Dibattito.
RispondiEliminaGrazie Sen. Bagnai, grazie quando scrive e quando non lo fa perchè impegnato in altro (ricordo il video sul materiale cartaceo, ad es.).
Detto questo, i migliori auguri di un nuovo anno migliore per Lei e per tutti noi, le due cose non sono separate.
Gentile Senatore Bagnai, il mio rimpianto è averla scoperta troppo tardi. Il Suo pensiero (solo parzialmente compreso causa una formazione culturale musicale e umanistica) mi avrebbe evitato molte cocenti delusioni che ho avuto in passato. Seguendola Sui social trovo ammirevole la Sua capacità di ignorare la valanga di sterco che quotidianamente Le viene rovesciata addosso. La ringrazio per il Suo lavoro, e Le auguro un felice anno nuovo.
RispondiEliminaPotresti fare una cosa che mi propongo per il 2022, rileggere il blog dall'inizio
EliminaDispiace solo che alcuni non comprendano la situazione né il valore della fiducia. Comunque concordo con l'appello alla compassione. Per quel che mi riguarda, Lei per me è stato e continua a essere un faro nella notte. Grazie di tutto e auguri dal profondo del cuore.
RispondiEliminaAuguri professore, comprendo tutto quanto detto, la sua dialettica lascia intendere che per il futuro prossimo sarà un periodo molto duro, ora tralasciando certi atteggiamenti della Lega, qui mi pare che l'unica cosa da fare sia aspettare sulla riva del fiume. Buon 2022 a lei e a tutta la sua famiglia.
RispondiEliminaBuona fortuna a tutti noi.
RispondiEliminaAvremo bisogno anche di quella.
Forse.
Anche se a volte non capivo e non condividevo certe scelte politiche,dopo aver letto queste righe la volevo ringraziare e dirle che mi fido di Lei. Buon lavoro.
EliminaL'unico discorso di fine anno che ho ascoltato è stato il suo senatore. Io e mio marito siamo pronti alla prossima mossa inutile che verrà fatta il prossimo 5 gennaio e che ci costringerà "a casa". Lei, che ha sempre avuto negli anni un occhio "predittivo" (mi lasci passare il termine) quanto crede che dovremmo resistere? Mesi? Anni? E mi lasci fare una previsione nel mio piccolo. Forse è vero che si schianteranno, ma non lo faranno mai apertamente, perché hanno i media dalla loro parte che saranno pronti a mascherare e fornire una visione giustificativa a quegli italiani che non vorranno vedere lo schianto. Posso dirle che quest'ultimo hanno ci ha distrutti e sono terrorizzata per me e la mia famiglia per il futuro.
RispondiEliminaAh, bè, in questo caso la loro exit strategy dalle scemenze che stanno inanellando è molto semplice, e Claudio Borghi l'ha esplicitata: siccome questa malattia è stagionale, quando verso marzo comincerà a diminuire chiunque sia al comando se ne prenderà il merito, anche se, ovviamente, il merito sarà dell'arrivo della stagione calda. Lo abbiamo visto lo scorso anno.
EliminaRitengo che al momento, al netto di chi comunque sta male perché qualcuno - pochi - nelle terapie intensive c'è, non ci sia la voglia di cambiare narrativa anzi convenga ampiamente proseguire, non tanto per eventuali interessi dei quali poco mi importa, quanto perché la narrativa successiva sarà l'armageddon, debbbito pubblico, tasse, debbbbiti con l'europa, spread, italiano mafia pizza mandolino e pensioni a 30 anni...magari preferiscono far vincere la destra, specificamente la destra della Meloni, per lasciarla col cerino acceso in mano e con il pensiero di rientrare da trionfatori in seguito.
EliminaChi paga alla fine è sempre il Popolo, e chissà quanti non si potranno permettere di pagare l'energia elettrica quest'anno. Ormai la tristezza ha ampiamente superato la preoccupazione anche se resistere è un dovere morale.
Non è più nemmeno questione se fidarsi o meno (chi non si fida qui non c'è mai stato veramente), a me pare tutto talmente chiaro, sul quadro, sulle forze in campo, sulla situazione interna ed esterna a partito, coalizione e arco parlamentare (ma anche nella nostra vita quotidiana); è chiaro ed evidente che su molti temi siamo una minoranza, lo siamo sempre stati e lo siamo ancora.
RispondiEliminaSfogare la frustrazione su chi ha lavorato e sta lavorando in queste condizioni è quantomeno poco intelligente.
Sarà ancora dura, servirà tempo, tenacia e fortuna.
Auguro a tutti noi di trovarli.
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RispondiEliminaBuon anno e buona fortuna, professore.
RispondiEliminaIo sono uscito da tutti i social, proprio per non essere tracciato.
E rimango "nei secoli fedele"...
Caro Professore anche se la sua lezione è difficile da assimilare e soprattutto da interpretare, devo riconoscere che da lei c'è sempre da imparare
RispondiEliminaUn augurio sincero a tutti e soprattutto a me, che riesco sempre più difficilmente a sostenere questo oblio indotto
Marco Stugi
Buon anno Prof.!
RispondiEliminaLa sua esperienza nella politica attiva mi sta regalando insegnamenti forse più importanti di quelli contenuti in tanti post di politica economica.
Il crinale fra i compromessi necessari e il compromettersi è irto e sottile, il rischio di perdere l'equilibrio sempre presente. Ma è un rischio che bisogna correre per arrivare alla vetta. Ciò che fa la differenza sono sempre i valori personali e il coraggio di esservi fedele. Non ho mai avuto dubbi su di lei.
Forza caro Prof.!
Ti ringrazio perché hai centrato il punto focale delle considerazioni che svolgo quando cerco di interpretare il mio ruolo: qual è la "sottile linea rossa" che separa il compromesso dalla compromissione? Ogni volta che accetto un risultato, sulla base del mandato che ho ricevuto dai miei superiori, mi chiedo se sono stato comprato. Ogni volta che stabilisco un rapporto che mi è utile, rifletto sul fatto che la relazione personale stempera i toni aggressivi, porta il confronto su un piano di civiltà, e questo è senz'altro un bene, ma può anche offuscare il fatto che le posizioni di principio, gli ideali, sono e restano radicalmente diversi, il mio essendo, come sapete fin dall'inizio, quello della difesa della (vostra) libertà (che alla mia ci penso io). Ogni complimento può essere un tentativo di cooptazione, ogni offerta può essere la precostituzione di un ricatto. Non è per niente semplice trovare un equilibrio, e se sono tornato qui è anche perché ho bisogno che voi mi aiutiate a conservarlo.
EliminaMah... l'importante è mantenere la spietatezza dell'ideale. Questa guerra per noi, pochi, è guerriglia. Di guerriglieri buoni non ce n'è. Ciò non toglie che si possa fare una civile conversazione a tavola con il nemico cui si tirerà il collo quando torni utile. Suvvia, si scherza...
EliminaCaro Prof.,
Eliminail fatto che lei si ponga questi interrogativi, che riconosca e lotti ogni giorno con la paura di compromettersi e perder la via è, ai miei occhi, la miglior prova che la via non l'ha perduta.
Forse dovrebbe iniziare a mettere in discussione le sue scelte il giorno in cui questo timore scomparisse.
Per un breve periodo della mia vita, ancor giovanissimo, mi è capitato di svolgere un ruolo di responsabilità a capo di un certo numero di persone, dovendo prendere delle decisioni mediando fra diverse istanze. Esperienza molto dura ma formativa. Da allora il mio rispetto per la difficoltà di ricoprire ruoli di responsabilità è cresciuto a dismisura: se sinceramente mossi dal desiderio di far del bene, penso sia un lavoro davvero usurante. Sarebbe bello che ogni cittadino si trovasse, anche per un breve periodo e a “basso” livello, ad esercitare un tale ruolo.
Caro Prof. io sono contento che lei sia un senatore della Repubblica e il responsabile economico di un grande partito. Egoisticamente sono contento ma non la invidio. Spero che tutti noi, che abbiamo l’opportunità di dialogare con lei, riusciremo ad esser capaci di empatia e ad aiutarla nel suo difficile percorso.
Professore, Buon 2022.
EliminaDi seguito, nel merito della "consevazione dell'equilibrio". Proprio qualche giorno fa pensavo. ma perchè Borghi e Bagnai non si levano di lì?. La risposta che mi son dato è questa: sono persone che rispettano i patti stipulati all'atto della elezione con chi li ha, diciamo, indicati nella lista del partito. Semplicimente persone che non mollano la nave che naviga in acque agitate. Insomma persone integre che ormai se ne vedono poche in politica. Ma ulteriore domanda che mi ponevo: questa posizione vale a qualsiasi costo? qual è il limite di sopportazione che frappone l'integrità morale delle proprie idee del basilare vivere civile al patto stipulato o, meglio, alla parola data (che immagino sia impressa nel proprio DNA)? Facendo la tara della mia intelligenza dei miei studi e della mia esperienza di vita rispetto alla sua, ho provato a mettermi nei suoi panni e rispondere al quesito. Risposta: boh. Ma allora Lei si chiederà, perchè cavolo questo qua ha scritto questo? La mia risposta è che mi ha fatto piacere sapere che Lei avesse bisogno di un aiuto da noi per mantenere l'equilibrio e quindi, per quel poco che vale Le dico GRAZIE DI TUTTO.
mauro
Io sono uno dei 4...gatti, sto sempre sugli alberi e la seguo tra i rami.
EliminaSono venuto giù solo per dare seguito alla sua richiesta di aiuto:
"Non è per niente semplice trovare un equilibrio, e se sono tornato qui è anche perché ho bisogno che voi mi aiutiate a conservarlo."
Qui tra le foglie siamo in molti, razionali, capaci di emozionarci ma senza strapparci i capelli, perché ci vuole anche distacco per vedere meglio le cose, siamo in molti!
Buon lavoro!
La vera domanda è se all'onagro conviene stringere accordi col leone.
EliminaIo sto con Esopo.
Io mi auguro solo che Lei diventi (sempre di più, in parte è già accaduto) un superiore a cui altri dovranno obbedire perché, anche se comprendo il discorso sulla dirigenza che ha fatto, non posso smettere di credere che un'altra dirigenza sia possibile. Se i sofferti compromessi servono anche questo, allora ne sarà sicuramente valsa la pena.
EliminaBuon anno prof., ci manca molto ma sappiamo che ubi maior, minor cessat. Sinceri auguri!!
RispondiEliminaè bello cominciare un nuovo anno (presumibilmente orrendo, in accordo con i due precedenti) leggendo parole di una tale profondità e lucidità e dirittura morale, politica, umana. Sebbene non ce ne sia bisogno, ti ribadisce la giustezza (sì, uso questa parola scabrosa, da minoritario autoreferenziale, indimostrabile e suscettibile di interpretazione di complottismo da parte della maggioranza che invece, come ben si sa, dispone della vera verità su tutto) dicevo, la giustezza dei tuoi pensieri e della tua scelta. Del fatto, in primis, che tra tutti coloro che non ho mai conosciuto dal vivo, Lei - caro Professore - è certamente una delle persone più importanti della mia vita. Ed il sapere che sta affrontando tutto questo suddetto orrore anche per me, per la mia salute fisica e soprattutto mentale, è un pensiero quotidiano costante in grado di creare un piccolo, laico, miracolo umano: donarmi a gratis quel minimo di motivazione per andare avanti. Grazie, ed auguri per tutto.
RispondiEliminaè bello cominciare un nuovo anno (presumibilmente orrendo, in accordo con i due precedenti) leggendo parole di una tale profondità e lucidità e dirittura morale, politica, umana. Sebbene non ce ne sia bisogno, ti ribadisce la giustezza (sì, uso questa parola scabrosa, da minoritario autoreferenziale, indimostrabile e suscettibile di interpretazione - anzi, di certificazione - di complottismo da parte della maggioranza che invece, come ben si sa, dispone della vera verità su tutto) dicevo, la giustezza dei tuoi pensieri e della tua scelta (oramai quasi decennale). Del fatto, in primis, che tra tutti coloro che non ho mai conosciuto dal vivo, Lei - caro Professore - è certamente una delle persone più importanti della mia vita. Ed il sapere che sta affrontando tutto questo suddetto orrore anche per me, per la mia salute fisica e soprattutto mentale, è un pensiero quotidiano costante in grado di creare un piccolo, laico, miracolo umano: donarmi a gratis quel minimo di motivazione per andare avanti. Grazie, ed auguri per tutto.
RispondiElimina"Imparare un mestiere, creare una rete, assicurare una presenza, guadagnare ogni giorno un pezzettino di terreno, apprendere qualcosa ogni giorno, e tenerla in serbo fino al momento in cui tornerà utile, ricordarsela al momento giusto, guadagnarsi il rispetto col rispetto e la lealtà con la lealtà"
RispondiEliminaA questa saggissima riflessione aggiungerei (con modestia) prepariamoci a risorgere dalle macerie con autorevolezza e sangue freddo
Due auguri specifici, senatore e lettori tutti, buoni per ogni anno nuovo: non spararsi su un piede da soli coi propri desideri; godere del bello quando capita d'imbattervisi per caso.
RispondiEliminaChe bello entrare nel blog a Capodanno e leggere un suo post così pregnante!
RispondiEliminaGrazie sempre Professore per il suo lavoro e per il tempo che ci dedica qui sul blog.
Auguri a lei, alla sua famiglia, ai lettori del blog ed a tutti affinché resistiamo un altro anno con occhi e orecchie aperte e mente lucida contro le tante sirene di Ulisse che ci circondano.
Grazie di tutto ma soprattutto dell’impegno, della pazienza e della perseveranza... in questo terribile e incredibile 2021 il Presidente Bagnai ci ha informati, ci ha aiutati, ci ha sopportati e soprattutto ci ha rappresentati, in Senato e nelle commissioni parlamentari, con interventi e atti che rimangono scolpiti.
RispondiEliminaNel 2022 avremo bisogno di tanta energia e di rinnovare il nostro impegno, auguro a tutti di trovare il proprio modo di impegnarsi e di ricaricarsi. Buon Anno
Buon anno senatore e tanti auguri a lei e famiglia. Lei mi ha fatto ingoiare la pillola rossa e questo mi provoca qualche problema nei rapporti interpersonali. Cerco di trattenermi ma ormai non sopporto la stragrande maggioranza dei miei simili, temo però che riprogrammarmi non sia più possibile .Il suo blog, che leggo sempre avidamente, mi mostra che non dono completamente solo e di questo le sono infinitamente grato.
RispondiEliminaDa sempre spunti interessanti, grazie Presidente :)
RispondiEliminaÈ una verità banale ma è faticoso da farla comprendere: se sei più debole del nemico non puoi farci a cazzotti, gridargli contro "cornuto" non fa altro che segnalare la tua inferiorità.
Mi rincuora veramente vedere argomentato molto meglio di come lo saprei mai fare io un richiamo a delle nozioni base di strategia che valgono un po' per tutto, e sulla base dei quali preferisco non mettermi ad argomentare con persone che sicuramente non potrò mai portare dalla mia parte. Autocoscienza dei propri punti di debolezza e di forza, comportamento strettamente funzionale agli obiettivi.
Buon anno professore.
Grazie prof. Bagnai
RispondiEliminaCaro Senatore Bagnai, dovrebbe essere Lei il prossimo PdR.
RispondiEliminaGrazie per il suo lavoro e le sue illuminate condivisioni.
Leggerla e’ rasserenante, in quanto rende consapevoli. Buon anno.
RispondiEliminaGrazie prof...semplicemente grazie... E un augurio di un buon 2022, malgrado sia consapevole che sarà molto dura...per tutti e ciascuno...
RispondiEliminaBuon anno senatore!!
RispondiEliminaIl mio unico dubbio è qualcosa che non ha una controprova !!
Nel 2011 gli stessi personaggi a parti invertite presero il potere e un unico partito allora poco sopra il 4% rimase in contrapposizione.
Arriva draghi, non uno qualunque , Renzi fa cadere il governo avendo rassicurato il non voto!
Da chi è ovvio.
La lega partito in quel periodo di maggioranza elettorale ma non parlamentare entra nel governo con Draghi!
Il punto è con un partito al 25% e uno in forte ascesa avrebbero fatto quello che hanno fatto?
Probabilmente si.
Ma avere come spada di Damocle in opposizione un partito che avrebbe superato facilmente il 30% viste le ridicole scelte in campo pandemico, le ruberie, i memorandum presi in dote in cambio del nulla, avrebbe inasprito il conflitto o portato a più miti consigli il governo?
Il mio dubbio è tutto qui!!
Non ho le informazioni vostre, è evidente.
Ma vedere FDI fare la parte della lega del 2011 e vedere la lega annaspare in una strategia che pochi comprendono, rattrista e deprime.
Si ha come impressione che sia arrivato un obbligo di stare al governo, non posso conoscere da chi, una imposizione, una sorta di invito obbligato, altrimenti....e qui faccio solo supposizioni!!
Non è un tradimento, è come la sensazione che qualcosa di forte e pericoloso abbia portato la linea del partito e il suo segretario a più miti consigli!
Grazie prof., auguro un Felice Anno Nuovo a Lei e ai "compagni di viaggio".
RispondiEliminaGrazie anche per la bonaria rampognata alle truppe, :) di cui comprendo, essendone soggetto anche io talora, lo sconforto e la stizza, sperando che non ci si disperda troppo e che la motivazione non venga meno.
Leggendola mi è venuto in mente un proverbio della saggezza partenopea, a cui spesso penso: "Quanno si 'ncudine statte e quanno si martiello vatte". Per noi, che siamo incudine ormai da tanti anni, è comprensibile qualche ammaccatura, ora che, non so se per l'emergere della Verità o per altri motivi che ignoro, il percuotere del martello si fa più insistente e furioso.
Mi auguro che saremo capaci di resistere, nella consapevolezza che verranno tempi migliori (spero di essere ancora vivo per vederli), e di trasmettere, se mai ne sarò capace e sperando di averne il tempo, ai figli la capacità di riconoscere il giusto quando si presenta.
Senatore mi fido di lei e la voterò quando sarà il momento. Buon anno e buon lavoro
RispondiEliminala Lega sta pagando con un calo dei consensi il prezzo di partecipare / non incidere sulle politiche del governo.
RispondiEliminaL'utilità di uscire dalla maggioranza dopo l'elezione del Presidente della Repubblica? recuperare il consenso prezioso per vincere tra un anno e mezzo. Questa è la vera convenienza di rompere.
Ma fai Rocca di cognome?
EliminaGrazie di cuore Alberto, leggerti aiuta moltissimo per "riagganciare la portante". Incrociamo le dita per il 2022, sperando di poter limitare i danni. Auguri.
RispondiEliminaBuon anno Professore. Tempo fa in un video consigliò ai suoi ascoltatori la lettura di "Io sono il potere", un saggio scritto da un autore anonimo, funzionario del Parlamento. Un'opera, ricca di aneddoti, che svela i meccanismi di funzionamento della politica italiana. Devo dire che ho faticato un po' a terminarlo in quanto l'immagine che emerge è obbiettivamente deprimente. La ritengo comunque una lettura utile un po' per tutti, soprattutto per coloro che per indole tendono a scagliarsi con esagerata veemenza contro questo o quel politico, reo di non sfruttare appieno i "poteri speciali" di cui è dotato, poteri che, nella loro immaginazione, gli consentirebbero di sconfiggere immancabilmente tutti i mali dell'umanità. Penso che spesso non si tratta di cafonaggine, ma solo di ingenuità (si è tutti un po' ingenui su alcune questioni), derivante da una conoscenza superficiale del quadro d'insieme. Ovviamente il periodo turbolento in cui viviamo non aiuta granché a stemperare l'animosità che taluni manifestano, anzi, non fa che acuirla. D'altra parte se è vero che si è tutti costretti a fronteggiare la tempesta, la sua furia non è equanime, ma colpisce con particolare ferocia alcune categorie. Per cui, viste le circostanze particolari, penso che sia vantaggioso conservare uno spirito longanime, non tenendo eccessivamente conto delle cattiverie che qualcuno dice, e che poi magari nel suo silenzio si pente di avere detto.
RispondiEliminaGià solo l'impegno necessario elaborare questo lunghissimo e intenso post, rende bene l'idea di quanta passione, rispetto e impegno verso i propri lettori ed elettori animi ogni tuo gesto. Grazie Professore e se puoi perdona le nostre piccole meschinita.
RispondiEliminaCon immutata stima.
Ho votato nel 2018 Lega al Senato e M5s alla Camera perchè le consideravo le forze politiche MENO favorevoli all' Ue.Certamente non voterò M5s.Potrei votare Lega sperando di votare il nemico del mio PEGGIOR nemico in mancanza purtroppo un partito che abbia come programma questo https://www.governo.it/it/costituzione-italiana/principi-fondamentali/2839
RispondiEliminaGrazie Professore,
RispondiEliminaogni Suo contributo aiuta a crescere.
Grazie al Dibattito, a questo blog ed all'attività di a/simmetrie in primis si sono dissipate molte nebbie che offuscavano la mia vista.
Altro spessore, altra sostanza, altra affidabilità rispetto a quanti ci dicevano che avremmo lavorato un giorno di meno per guadagnare quanto lavorando un giorno in più (i Professori non son tutti uguali...).
In questi ultimi anni mi son divertito ad inoltrare i link di alcuni contributi del blog, invitando i miei interlocutori a fare particolare attenzione alla/e data/e di redazione: molte convinzioni hanno vacillato.
Grazie per il Suo impegno Pubblico come Senatore dell' Repubblica: non è stato facile per me votare la Lega, ma state ripagando pienamente la fiducia accordataVi (più onestamente, soprattutto alla prima ora, accordataLe). I Suoi interventi in Aula e nelle varie commissioni, audizioni, confermano la bontà della scelta e l'importanza del Suo e del Vostro Lavoro.
Non sempre ho condiviso nell'immediato le scelte operate, ma rientra nelle normali dinamiche della rappresentanza e delle (necessarie) asimmetrie informative, ed infatti in taluni casi ho avuto modo di ricredermi.
Nell'interrogarmi su come poter dare il mio contributo in questa guerra, apprezzo che quello che Lei ha fatto e sta facendo, insieme ai suoi Onorevoli Colleghi, è veramente enorme.
Auguro a Lei ed ai Suoi cari un felice anno nuovo, che Le dia la forza per vincere le prossime battaglie che sono certo saranno onorate al meglio.
Buongiorno.
RispondiEliminaGrazie per essere riuscito a descrivere così bene quello che, in termini di consapevolezza (rassegnazione, in parte) ha condizionato molte delle mie ultime scelte.
Non serve a nulla esporsi e consumare energie sui social. Twitter sembra l'asilo, dove se Tizio parla con Caio (che una volta ha messo like all'amico del mio nemico) allora devo diffidare di Tizio... Che tristezza!
Però dai, capito questo, è tutto in discesa.
Aspettando il botto, auguro un sereno e serafico anno a tutti.
A presto
Quante fragili giustificazioni e quanta consapevolezza nel schiantarsi "lentamente" contro un muro
RispondiEliminaSì dice "nello" schiantarsi. Comunque, visto che sono tante e fragili, prego: elencane almeno una (e dicci perché è fragile). Qui funziona così, questo non è il letamaio di Twitter, su cui qualsiasi galletto può arrampicarsi per fare il suo chicchirichì...
EliminaAndando al sodo: siete, e siamo, tutti appesi alla vostra ordalia presidenziale, le cui condizioni e i cui rapporti di forza reali conoscono davvero solo alcuni di voi (suppongo anche tu). Speriamo in meglio, mettiamo in conto il peggio. La cosa più intollerabile sarebbe il peggio spacciato per "miglior peggio possibile". Cosa che, in caso di peggio, sarà inevitabile, ma anche imperdonabile, moralmente (il che conta poco) ed elettoralmente (il che conta un tantino di più)
RispondiEliminaMa, guarda, se lo dici tu...
EliminaIn effetti:
(i) non credo sia un'ordalia perché i contendenti sono più di due,
(ii) qui ho già detto che di cosa voterete mi interessa il giusto,
(iii) mi sono dimenticato di ripetere un'informazione importante ma ovvia, cioè che qui siamo avanti perché non ci interessa quello che interessa gli altri.
Dal punto (iii) consegue che:
(a) il dibattito sulle presidenziali non mi appassiona, anche se ovviamente ho i miei scenari preferiti;
(b) non ho molte più informazioni di quelle che voi desumete dai giornali (sono purtroppo costretto a farlo anch'io), ma ho elaborato perfettamente il lutto perché vedi (a).
La "morale" la lascerei a casa sua (astenersi grillini), mentre sull'opportunità di adottare una comunicazione il meno perdente possibile posso tranquillamente venirti incontro...
Ben tornato nel suo blog, una bella notizia
RispondiEliminaO sazzio nun crere ô diuno
RispondiEliminaGrazie per non avermi mai deluso !
RispondiEliminaUn bellissimo post di buon anno Prof. Io sto con te e capisco che essere stimati per relegarsi all'inconsistenza sia una follia in questa guerra. E' proprio per questo che "accettai" di buon grado lo schierarsi con la Lega. Ho come il dubbio che però le vs. posizioni (includo anche Claudio) siano relegate ad una minoranza del partito e per le stesse leggi aritmetiche che evoca lei...ecco, non vedo come possiate influenzare il cambiamento. Lo scenario per le elezioni del 2023 però è diverso rispetto al passato, vedo un altro partito rilevante in questo momento con affinità verso le vs. posizioni. Sono semplici considerazioni da osservatore esterno che ovviamente nulla sa delle meccaniche interne in gioco. Coi dovuti rispetti Prof le auguro buon anno e le dico che mi fido di lei come sempre.
RispondiEliminaO sazzio nun crere o diuno
RispondiEliminaAuguri e grazie per questo ennesimo prezioso contributo di chi è dalla parte giusta della Storia (<>, disse qualcuno). Ovviamente non posso che concordare che non c'era scelta migliore di quella di far parte del governo, in questo momento storico. Io fui uno dei tanti o pochi che firmò la petizione promossa da Confindustria Udine. Piuttosto che niente, è sempre meglio piuttosto (specialmente quando i rapporti di forza sono quelli che dovremmo ormai sapere).
RispondiEliminaDimenticavo, in chiusura d'anno (anche se la mia è sempre tardiva): se potessi tornare al 4 marzo 2018 (come pure al 24 febbraio 2013), metterei la x negli stessi posti dove la misi. Tra gli elettori "de sinistra" forse sarò stato una merda ma "le stelle sono tante, milioni di milioni..." proprio no: in quei giorni avrò forse bevuto troppo prosecco e non ho visto dove stavano le stelle? Ai poster l'ardua sentenza (cit. Freak Antoni)
RispondiEliminaA fine anno, ti ho augurato un buon anno di lotta e di governo. Ribadisco il mio augurio, variandolo un pochino: buon anno di lotta NEL governo. Ovviamente (per ora) non come ministro o vice, ma come parlamentare di un partito che sostiene l'esecutivo. Non posso che riconoscere che, dato il (lunghissimo) momento (chiamarlo "momento" è per ciò stesso poco appropriato), probabilmente l'entrata nella maggioranza era l'unica via percorribile. Con poco più del 17%, tuttavia, la possibilità di incidere è piuttosto limitata, anche se non del tutto inesistente. Abbiamo bisogno della Lega al governo. Ma avremo bisogno di una Lega molto più forte anche e soprattutto in futuro, in vista dell'appuntamento elettorale del prossimo anno. È per questo che oggi siamo (siete) di fronte a una scelta decisiva: votare, nel prossimo CDM, a favore dell'obbligo vaccinale sarebbe un colpo mortale alla credibilità della Lega come partito liberale e dalla parte del popolo, già vessato oltre qualunque decente misura. Credo che questa sia una linea del Piave da difendere a qualunque costo, lasciando strepitare i Letta, Conte e Di Maio di turno i quali, in questo caso, chiederebbero l'uscita della Lega dal governo, richiesta da respingere ai mittenti.
RispondiEliminaNon direi semplicemente di una « Lega » più forte, ma di posizioni sulla questione UE (trattati, euro normativa e quanto ne deriva) molto più univoche e partecipate dentro (e sperabilmente anche fuori, ma è un pio desiderio) al partito stesso.
EliminaIl che è molto più difficile.
Ho sintetizzato al massimo l'intervento. Condivido appieno quanto lei scrive; mi limito semplicemente a commentare quanto avviene in questi giorni. Sottolineo che l'imposizione di qualunque obbligo [e in maggior misura se riferito a un "farmaco" (?) sperimentale] è inaccettabile, e la Lega pagherebbe cara, in termini di consenso, l'approvazione di tale odiosa misura, anche se riferita "solo" agli over 60, siano essi lavoratori attivi o pensionati.
EliminaGrazie prof.
RispondiEliminaFinalmente un discorso di fine anno da ascoltare con piacere. Anche se in umile silenzio, rimango attaccato alla famiglia. Con fiducia, tanta fErnesto.
Ernesto. Scusate il pasticcio
RispondiEliminaBuon anno in ritardo Professore. Buon lavoro! Personalmente non ho mai condiviso la scelta di far cadere il Governo c.d. "gialloverde" che mi faceva godere quotidianamente per il livore che la sua esistenza sicuramente sempre più problematica suscitava in praticamente tutti i mass media e scrivo questo non perché sia ortottero, non lo sono mai stato e mai penso lo diventerò in futuro, ma per rimarcare la condivisione di quanto lei ha scritto riguardo l'assurdità di richieste come quelle di far cadere l'attuale Governo.
RispondiEliminaIn bocca al lupo a lei e a tutti noi.
Grazie mille e buon anno anche a lei
RispondiEliminaNon so perchè, ma ogni qualvolta si accostino le parole: "Bagani" e "tradimento" mi viene in mente questo: https://www.youtube.com/watch?v=2Ax3cCEuE40
RispondiEliminaPurtroppo non riesco a ritrovare l'intervento originale che era lungo un'oretta e mezza. Auguri.
Stasera, un minuto dopo aver finito di sproloquiare su twitter, ho capito qualcosa di più di quello che ho letto qui (mi capita spesso).
RispondiEliminaCi stanno riservando lo stesso trattamento di Trump, senza tanti complimenti, se ha funzionato la figurarsi qua, saranno capaci di fare ancora peggio se necessario.
La sfida è non fare la sua fine pur partendo da una posizione di maggior debolezza.
Lo so che è banale e ormai ho sproloquiato, sono un po' stanchino.
Buonasera a tutti.
No, non è banale, è così, il fulcro della situazione è questo.
EliminaUn enorme grazie al Professore.
RispondiEliminaIn ogni post imparo qualcosa di utile, e non solo di economia.
Auguri!
https://youtu.be/OMkyIwpLUtM
RispondiEliminaPer varie circostanze ho potuto leggere solo oggi il post. Mi ha confermato che ho ben riposto la mia fiducia e la mia stima. La ringrazio per il tempo che dedica per condividere con noi i Suoi punti di vista e per informarci sulla Sua attività. Le assicuro che è un lavoro prezioso. Tanti auguri di buon anno e a Lei e la Sua famiglia.
RispondiEliminaIl 29 Gennaio 2022 è stata una giornata di passione. Un'altra giornata in cui ho detto rassegnato: "Non c'è più speranza. È finito tutto. Il sistema è invincibile".
RispondiEliminaOggi 30 Gennaio si ricomincia. Sì, anche ieri abbiamo perso, ma ricordo un Tale una volta dire che non esistono sconfitte definitive.
Riparto idealmente da qui perché questo post mi ricorda chi sono e perché (causale e finale) sto combattendo.
Il perdere fa parte della vita. Quindi, vogliano i miei nemici scusarmi, ma forse mi arrenderò domani. Oggi no.
Buona battaglia a tutti.