Oggi Michael Pettis su Twitter ci segnalava questo articolo del Wall Street Journal:
riassumendone così il contenuto:
La stampa internazionale è costretta ad ammettere quello che qui abbiamo sempre sostenuto: il modello tedesco di crescita export-led (cioè guidata dalle esportazioni) si basa sulla compressione dei salari reali (come avevamo spiegato qui dieci anni fa), e più precisamente sul fatto che essi non seguono, come dovrebbero secondo i modelli economici più consueti, la dinamica della produttività del lavoro (come avevamo illustrato qui nove anni fa. A proposito, per gli amanti del genere, mi dicono che il nostro amico Lampredotto si è candidato nel freak show di Marco Rizzo: potete confermarmelo?). Insomma, la mitica Mitbestimmung, com'era ovvio, si è rivelata uno strumento per tener buoni dei lavoratori cui la riforma ideata da un tecnico corrotto (lui sì!) stava e tuttora sta progressivamente togliendo potere d'acquisto. Detto in altri termini, la stabilità macroeconomica dell'Eurozona è minacciata molto di più dagli squilibri del settore privato tedesco che da quelli del settore pubblico italiano.
E fino a qui niente di nuovo.
Chi c'era prima della candidatura in Lega o della punturina queste cose le sa, chi è arrivato dopo forse non è interessato, eppure questa sottolineatura mi sono sentito di farla per mettere in evidenza un dato: il dibattito internazionale, che è dannatamente importante, perché forma la mente de iMercati e de Leuropa, è anche drammaticamente indietro nel fare i conti con la realtà. So che sapete anche questo, ma constato che tendete a dimenticarvelo.
Naturalmente la Germania è in una situazione delicata, come abbiamo visto qui, perché si trova di fronte a una situazione inedita, alla terza fase, tutta da gestire e da interpretare, della sua difficile coesistenza con l'euro.
Nella prima fase, dal 1999 alla grande crisi finanziaria, non le era andata troppo male: approfittando di un cambio sottovalutato era campata esportando agli altri Paesi europei, senza rendersi conto che per campare sulla domanda europea doveva finanziarla, cioè prestare soldi ai PIGS. Per questi l'euro rendeva facile indebitarsi, e tutto è filato liscio fino alla crisi finanziaria: a un surplus commerciale tedesco corrispondeva un deficit commerciale del PIGS, il resto del mondo non risentiva di questi squilibri, e non ne avrebbe risentito fino alla crisi dei subprime.
Nella seconda fase, la Germania ha imposto ai PIGS politiche lacrime e sangue per farsi rimborsare i suoi crediti. Ma in questo modo rinunciava ad avere i PIGS come clienti: questi paesi non potevano certo comprare beni tedeschi coi redditi che l'austerità imposta da Berlino-Francoforte-Bruxelles aveva tagliato! E qui il rapporto della Germania con l'euro si è complicato: per trovare clienti all'estero è stata costretta a indebolire ulteriormente la moneta unica (lo abbiamo visto qui):
mandando l'intera Eurozona in surplus verso l'estero, in particolare verso gli Stati Uniti. Come da copione, questi si sono innervositi e quando il surplus dell'Eurozona ha superato la loro soglia di tolleranza hanno reagito imponendo barriere non di prezzo: il Dieselgate è una di queste.
La Germania ha cercato di svicolare convertendosi al green, ma questo significava mettersi ancor più in mano alla Cina, cosa che agli Stati Uniti non è piaciuta, e ora siamo nella fase in cui l'atlantismo sta prevalendo sull'europeismo, almeno se per europeismo intendiamo (come si fa qui in Italia, ma non si dovrebbe fare), assecondare il Drang nach Osten dei nostri fratelli tedeschi.
Tutto questo ve l'ho già detto altre volte (infinite volte in undici anni), ma perché ve lo ripeto ora? Semplice: perché l'articolo evidenziato da Pettis mette in evidenza quale potrebbe essere, ma non sarà, la soluzione del problema. Dopo aver distrutto la domanda degli europei, dopo essersi alienata la domanda degli Stati Uniti, dopo che questi ultimi l'hanno segregata dalla domanda dei BRICS, alla Germania resta un'unica speranza di salvezza: campare sulla sua domanda interna, cioè passare da una crescita export-led a una crescita wage-led.
Lo farà?
No.
Purtroppo la storia dimostra che i nostri fratelli tedeschi preferiscono in genere suicidare se stessi, e con essi l'intero continente, piuttosto che ragionare in modo razionale e aperto sulla distribuzione del reddito. A noi piace ricordarli così, mentre ci prepariamo al peggio. E qui entra nel ragionamento la pioggia di miliardi, perché dopo avervi ricordato una cosa detta dieci anni prima che tutti capiscono dieci anni dopo, voglio ora ricordarvi una cosa detta due anni fa, di cui, conseguentemente, tutti si accorgeranno fra otto anni (vi aspetto nel 2030):
(dal minuto 7:11): "Se l'European Recovery Fund [all'epoca si chiamava così il PNRR] emette 100 miliardi di titoli, la BEI ne emette altri 100, il MES altri 80, ecc., si satura il mercato con questa offerta di titoli. Gli investitori internazionali, nella prossima crisi finanziaria, che potrebbe scatenarsi se non interveniamo presto, perché le aziende staranno fallendo, e appresso si tireranno le banche, che appresso si tireranno gli Stati, saranno tanto contenti di comprare carta europea? Secondo me no."
E che cosa mi fa pensare che il momento dello showdown si stia avvicinando?
Non tanto questo:
cioè la crescita (visibile alla fine del grafico) dei tassi di interesse a lungo termine (BTP a 10 anni), che tornano vicini al 3% dopo anni di sostanziale azzeramento. Certo, se i tassi di interesse crescono diventa più difficile per qualsiasi debitore, pubblico o privato, pagare le rate dei propri mutui. Tuttavia, converrebbe forse osservare il tasso di interesse reale, cioè quello depurato dall'inflazione. I dati sull'inflazione ve li avevo fatti vedere qui, e se li sottraiamo a quelli sul tasso di interesse (nominale) rappresentato sopra, otteniamo il tasso di interesse reale:
Ecco: questo mi preoccupa di più. Oggi, con un tasso di interesse un po' sotto il 3% e un tasso di inflazione un po' sopra il 7%, il tasso di interesse reale è intorno a -4%. Una situazione da anni '70, come ricorderà chi ha letto questo (di cui abbiamo parlato tante volte e che è una delle tante cose che ho imparato da voi, quando questo non era un blog di pandemici):
(vi ho messo in evidenza sull'asse dei tempi gli anni '70; il grafico precedente, quello coi dati mensili, spezzata blu, corrisponde e aggiorna la parte dall'inizio degli anni '80 al 2010 della spezzata arancione, che però è riferita non alla sola Italia, ma alla media di tutti i Paesi avanzati: ma vedete bene che il pattern è sostanzialmente lo stesso).
Perché non è tranquillizzante avere tassi di interesse reali al livello degli anni '70? Beh, i due grafici dovrebbero spiegarvelo: perché un tasso di interesse reale negativo è un trasferimento dalla rendita finanziaria ad altre fonti di reddito, qualcosa che non va molto di moda, e quando si presenta prima o poi scatta la correzione, sotto forma di incrementi ancora più consistenti dei tassi di interesse. Per ora abbiamo avuto l'antipasto: 1 punto (100 punti base) da parte del Canada a inizio mese, mezzo punto (50 punti base) da parte della BCE il 21 luglio, 0.75 punti da parte della FED tre giorni fa. Sarebbe interessante andare a vedere come si manifestò all'epoca il Volcker moment, cioè l'incremento dei tassi di interesse nominali con cui l'allora governatore della FED stroncò l'inflazione. Voglio ricordare che fu quell'incremento dei tassi di interesse nominali attuato per riportare in terreno positivo i tassi di interesse reali a far decollare il nostro debito pubblico, mettendoci nella dolorosa condizione di indebitarci per servire il nostro debito e portandone la consistenza da circa il 60% a circa il 120% in circa un decennio (sono dati che conoscete bene).
Ecco: a me fa paura questo.
In un contesto simile parlare di "pioggia di miliardi che arriva dall'Europa", come spiegavo nel video di due anni fa, diventerebbe rapidamente futile, e tutti noi avremmo ben altre preoccupazioni da gestire.
Ma questa storia, che oggi scriviamo qui, la leggeremo ovunque fra otto anni.
Intanto, proviamo ad arrivarci.
Domanda, ma con tassi reali di questo tipo, i fondi pensionistici tedeschi (e in Germania mi pare l'inflazione sia più alta e i tassi più bassi) come se la passeranno mai? Non benissimo, I suppose.
RispondiEliminahttps://goofynomics.blogspot.com/2022/01/inflazione-e-tasso-di-cambio-reale.html?m=1 come si faceva a scuola , 🏫 ti passavi gli appunti e vedevi se trovavi le informazioni che ti servivano
Eliminahttps://goofynomics.blogspot.com/2014/08/il-pensionato.html?m=1
EliminaIo ho fatto le medie, lo ammetto e sono sicuramente un ignorantone tipo mulo da soma!!
RispondiEliminaMa, da persona mediocre, chiedo umilmente di capire la questione dell'utile ENI del primo semestre.
7 miliardi ...sette!!
Ora , siamo nella merda per i problemi energetici che oramai anche i cinghiali di Roma comprendono. Ma non riesco a comprendere come una azienda a maggioranza statale (30%) possa fare un simile utile semestrale con vendite in calo.
Se venisse confermato lo stesso utile il secondo semestre, Eni nell'anno 2022 otterrebbe qualcosa come un utile del 30% della capitalizzazione a oggi.
Non vado oltre, ma è chiaro che o mi sfugge qualcosa o qualcuno fa il furbo!!
"quando questo non era un blog di pandemici 😞" ci ha messo pure lo sguardo disperato🤣 , siamo dei somari. Possiamo solo leggere e andare a tentoni o autodidatti che su materie di macroeconomia da minimo triennale universitaria la vedo duretta.
EliminaNo, veramente quella era una parentesi chiusa seguita da due punti, si chiama interpunzione ed è una cosa che quando questo blog era ben frequentato il suoi lettori conoscevano (e conoscevano molte altre cose: tanti paper su cui ho formato il mio pensiero venivano da loro suggerimenti). Poi qualcuno si è rivelato intelliggenteTM, qualcuno magari è morto, qualcuno avrà altro da fare, e siamo rimasti in pochi...
EliminaÈ disillusione!!
EliminaProprio chi ha seguito dal suo inizio il blog e ha studiato(ognuno per le proprie capacità) non può fare a meno di pensare che questa storia può solo finire male.
E non è questione di piangersi addosso.
È questione che tentando di prevedere i vari eventi possibili come in una partita di scacchi non si trova l'evento che potrebbe regalarci un sorriso.
Si ha più l'idea di essere alla cassa e che il conto è moltoo salato!! Se si accontentano solo di questo,perché non è per nulla scontato.
Speriamo che a tutto questo non si aggiunga il fallimento di Evergrande...
RispondiEliminaInsomma, alla fine della storia ci stiamo rapidamente ed inesorabilmente avvicinando all’ora X che sapevamo bene sarebbe stata inevitabile.
RispondiEliminaIl periodo storico che stiamo affrontando implicherà cambiamenti drastici per tutto il mondo, non sono per l’Europa.
Gli US dovranno abbandonare definitivamente l’idea di governare il mondo e pensare a difendersi dal “tramonto del dollaro”, ma di peggio ne faranno i vecchi padroni poi alleati inglesi.
L’Euro collasserà insieme alla UE … finalmente e per gli amici d’oltralpe si prevendono inverni molto freddi!!!
La Russia si sta riprendendo prepotentemente il ruolo internazionale che gli spetta ma la lingua che tutti dovremmo imparare sarà comunque il cinese.
L’Africa conoscerà probabilmente un periodo di sviluppo impensabile fino ad ora.
Il mondo si risveglierà dalle tenebre imposte da quei personaggi che ormai da troppo tempo dominano il mondo odiando visceralmente i suoi abitanti: noi quasi totalmente ignari esseri umani.
D’altronde siamo alla fine del quinto Yuga e un sesto non ci sarà, l’umanità subirà un salto quantico in termini di consapevolezza che per molti sarà uno scossone energetico non sostenibile purtroppo…ma così è.
E l’Italia e noi italiani? Montanelli prevedeva un futuro luminoso per gli italiani ma non per l’Italia.
Sinceramente gli italiani non li vedo così luminosi, basta vedere come hanno reagito in così larga parte alle follie imposte con la pandemia, non tutti però. Io per esempio, ultracinquantenne, mi sarei anche fatto sospendere da lavoro che si fosse reso necessario.
L’Italia però avrebbe l’occasione di ritornare ad essere in qualche modo il crocevia del mondo, US, Europa, Russia, Cina potrebbero trovare in noi un mediatore irrinunciabile … e poi l’Africa con le sue sterminate risorse, l’Italia potrebbe essere un partner tecnologico e commerciale strategicamente formidabile. Tra l’altro mi sembra di capire che tutto il gas “non russo” passerà da noi!!!
Se poi riuscissimo a liberarci del giogo anglo/americano sbloccando quel freno a mano tirato con cui nostro malgrado ci hanno tenuti quasi fermi al via …
Ci abbiamo messo del nostro in ogni caso per concorrere alla via del suicidio ma siamo risultati tenaci molto più del previsto, anche in questo momento, Domenica mattina, davanti a casa mia un padre di famiglia sta ristrutturando casa improvvisandosi muratore !!!
Siamo fatti così noi italiani, anche io, informatico, sto istallando dei server nel mentre leggo notizie su Telegram e scrivo questo commento !!!
Avanti tutta, è il momento di dare potenza ai motori, ce la possiamo fare cazzo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E con la Lagarde al comando che sembra non sapere quello che deve (dovrebbe) fare e non capire quello che gli ordinano di fare, la preoccupazione si impenna!
RispondiEliminaMa ovviamente la responsabilità di tutto sarà data al governo facistahahah di destra che uscirà dalle urne.
Suppongo che abbia visto l'inversione dei tassi dei bond americani (qui).
RispondiEliminaTra poco ci sarà un bel botto.
Egregio Senatore,
RispondiEliminarelativamente alla questione tedesca, ovvero alla sua economia export-led (e annesse politiche economiche), mi permetto di segnalare due contributi (tardivi) in letteratura.
Il primo è un Country Report del IMF. Di seguito il link al documento: https://www.imf.org/-/media/Files/Publications/CR/2019/1DEUEA2019002.ashx
Il secondo è il capitolo 16 del libro "The Oxford Handbook of German Politics" (da leggersi con spirito critico). La conclusione (sostenuta anche da lei nel post), è che il governo e l'imprenditoria tedesca faranno di tutto per non cambiare il paradigma economico della Germania.
Un sentito ringraziamento per la sua opera di divulgazione e per il suo impegno politico,
Fabio
Non sono un economista (ormai premessa classica di vari commenti di questo blog) ma seguo con passione l'economia e la finanza per districarmi in questo mondo dove la politica ne è diventata sempre piu schiava. È davvero probabile un Volker moment sostenuto nel tempo? Oltre a influire sui commenti di goofynomics direi che la (gestione della) pandemia (a base di lockdown) è alla base di buona parte dell'inflazione che ci tormenta, almeno fino a quando le "geniali" sanzioni anti Putin hanno fatto schizzare anche i prezzi della componente non "core" (energia). Al contrario, e per varie ragioni, gli USA sono già tecnicamente in recessione e presto tanti altri seguiranno, tanto che nella borsa americana iMercati prevedono che i tassi arriveranno al massimo al 3% (e rotti) per poi dare spazio al Powell pivot prima della fine del 2022, ovvero al taglio serrato dei tassi da parte della FED e al ritorno di qualche forma di QE (stampa di denaro) per fronteggiare la crisi. Un acuto osservatore come Mazzalai di Icebergfinanza prevede da tempo una deflazione da debiti secolare dovuta alla durissima recessione/depressione in cui stiamo entrando. Non sarà che l'aumento dei tassi è solo un fuoco di paglia delle banche centrali per non rimanere senza "munizioni" (tassi zero o negativi) quando la recessione colpirà nel prossimissimo futuro? In quel caso il nostro debito pubblico potrebbe riprendere fiato, sempre quando non decidano di continuare con politiche autolesionistiche (sanitarie o belliche) che ci porterebbero a passare dalla padella della stagnazione alla brace della stagflation. Che mi correggano gli esperti (con la delicatezza dovuta ai principianti) se sto delirando, grazie.
RispondiEliminaL'inflazione mi pare l'unica strada per ridurre il rapporto deficit/Pil. Se si aumentano i salari, per dire, del 10%, aumenta di circa il 10% anche il PIL, e quindi il rapporto deficit/PIl si riduce. Perciò, nelle attuali circostanze è necessario aumentare i salari, anche per ridurre l'impatto dell'aumento dei costi energetici rispetto agli altri costi.
RispondiEliminaIo NON sono un economista, per cui vedere che le banche prestano a tassi inferiori all'inflazione lo considero assurdo.
Quanto alla rivoluzione verde, è evidente che l'unica vincitrice è la Cina (ad esempio: solo la Cina produce autobus elettrici decenti, mentre il miglior prodotto commerciale diesel è l'Iveco Crossway...). La Cina ha inventato le mascherine e il green pass... la Cina sostiene tutte le politcihe globaiste del WEF.
Provate a cercare su goodle "covid italia". Vi comparirà un bel grafichetto.
Poi cercate i dati della Cina dal menù a tendina ci sarà una sorpresina. (Avete letto bene, NON c'è scritto Cina).
Mi sa tanto che, come un tempo Bush prendeva soldi dai sauditi, oggi i Dem amercani li prendono da qualche altra fonte, ancora più a oriente.
In questa nuova preistoria, dove vale la legge del più forte, il pesce grande mangia quello medio mentre questo sta mangiando quello piccolo (vedi, acquisizioni Unicredit delle banchette in Slovenia e staterelli affini, mentre viene inghiottita da Blackrock) e il pesce più grande di tutti è il Partito Comunista Cinese. Che ovviamente sostiene tutte le politiche di centralizzazione delle richezze perchè, appunto, si nutre di pesci medi, ma non riesce a magiare quelli piccoli o piccolissimi.
Per cui, se c'è una parte degli Stati Uniti che guarda con occhio traverso l'ammiccamento Europa-Cina, è al massimo quella repubblicana di Trump, e non certo l'altra. E lo stesso per l'italia. E' dagli anni '80 che il PCUS (ex URSS) ha smesso di finanziare la sinistra italiana mi sa che per campare si sono rivolti altrove.