lunedì 28 giugno 2021

Le regole (il convegno)

(...ritorno sull'argomentoriallacciandomi al save the date...)

 Nel mio ultimo intervento in aula:


ho avuto, grazie ad alcuni di voi (quelli che mi hanno votato...), la preziosa opportunità di affermare due principi di cui sono sufficientemente convinto da offrirli alla pubblica discussione (il che non significa "affermarli come verità assolute", ma, appunto, renderli oggetto di dibattito):

  1. in assenza di una promozione sufficientemente incisiva delle terapie domiciliari precoci, a novembre si riprenderà coi lockdown (motivo per cui la data del #goofy10 quest'anno è stata fissata nel weekend 15-17 ottobre, e sapete con quanta precisione venne fissata la data del #goofy9: venimmo rinchiusi in casa il giorno dopo la chiusura del convegno...);
  2. nessuna riforma delle regole europee potrà essere sufficientemente incisiva se da queste regole non verrà espunto qualsiasi riferimento al concetto di Pil potenziale e quindi a quello di output gap che per la sua infondatezza teorica e per la sua pro-ciclicità è fonte di opacità, di arbitrio e di distorsione deflazionistica.

Non sono due punti particolarmente originali. Sul primo non mi dilungo, non è il mio campo, e comunque quattro mesi passano in fretta. Per capire se l'argomento, che tra l'altro ha riscontrato nella replica l'apprezzamento del premier, sia fondato, o meglio: per costringere quelli "bravi" ad ammettere che è fondato, ci vorrà necessariamente molto meno dell'ultima volta.

Sul secondo invece forse occorre dilungarsi, perché qualche motivo di perplessità c'è. Ne vedo almeno due:

  1. conoscendo i tempi europei, e sapendo dalle tante voci dei tanti corridoi qual è l'atteggiamento delle nostre controparti nell'Unione Europea, mi permetto di esprimere una rispettosa perplessità rispetto all'idea che "abbiamo tutto il tempo". Personalmente temo di no, e mi piacerebbe che al "fate presto" che ci viene imposto su tanti temi, a partire da quello del fisco, in nome dell'"Europa", gli Stati membri opponessero un cortese ma fermo "fate presto" all'"Europa" in nome della razionalità economica;
  2. non vedo nel dibattito italiano, né in quello politico, né in quello pubblico, una sufficiente consapevolezza di che cosa ci sia che non va nell'attuale sistema di governance fiscale, e non vedo nemmeno tentativi di promuovere in tempi sufficientemente rapidi questa consapevolezza.

Anche qui, sul primo punto c'è poco da fare: dipende da quello che il premier chiama "diplomazia economica" e che io chiamo "rapporti di forza", rapporti che purtroppo in molte occasioni precedenti ci hanno visto soccombere.

Sul secondo punto (raising awareness), qualche cosa da fare invece c'è, ed è quello che qui abbiamo sempre fatto: promuovere il dibattito convocando le migliori intelligenze europee per individuare quali effettivamente siano le cause dei mali che ci affliggono, e quali terapie proporre, forti adesso non solo della nostra conoscenza della letteratura scientifica, ma anche, forse dovrei dire purtroppo, della nostra crescente consapevolezza di come funzionino (o non funzionino) le istituzioni.

Per questo motivo siete tutti invitati il 12 luglio prossimo, a partire dalle ore 14:30 all'Antonianum di Roma (lo stesso auditorium dove si svolse il #midterm goofy del 2014) a un dibattito organizzato dal gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia (ID), cui parteciperanno alcuni eminenti economisti, chiuso da una tavola rotonda cui parteciperanno parlamentari di tutti i partiti di maggioranza. Il tema del convegno sarà "Rebalancing Europe". Nell'ordine interverranno Zsolt Darvas (di cui vi segnalo questo contributo), Philipp Heimberger (di cui vi avevo segnalato qui questo importante lavoro e che ha avuto anche l'attenzione dei media italiani per il suo sforzo nel riequilibrare la narrazione sui presunti vizi del nostro Paese), e Antonella Stirati (di cui vi segnalo questo lavoro, che come ricorderete venne presentato al #goofy9).

Alla tavola rotonda finale, moderata da Andrea Pancani, parteciperanno, da sinistra verso destra: Stefano Fassina, Tommaso Nannicini, Luigi Marattin, Mario Turco, Renato Brunetta e Alberto Bagnai. Su sei esperti economici dei partiti di maggioranza cinque sono docenti universitari e uno - quello più a sinistra! - ha lavorato al Fmi. I colleghi esteri forse capiranno che il livello del dibattito italiano è meno immaturo di quanto essi generalmente presumono e spero che questo li aiuti ad arricchire la loro e la nostra analisi. Sarà un'occasione di scambio molto importante e conto sulla vostra presenza.

Poi, naturalmente, ci sono quelli che dicono che "sono tutte chiacchiere". Sono gli stessi che quando invece lotti in commissione per difendere la flat tax per le partite IVA (per fare un esempio fra i tanti di cosa piuttosto concreta) ti rimproverano di aver abbandonato la dimensione ideale del dibattito e di rifugiarti in tecnicismi o misure di dettaglio. Personalmente credo che il dibattito, rectius: il Dibattito, non sia stato così inutile, se ci ha condotto, come ci ha condotto, ad assistere a questa importante rivoluzione copernicana: era ora che qualcuno dicesse che nessun accordo è meglio di un accordo svantaggioso! Se a qualcuno spiace che a farlo sia stato Draghi, non so che farci. Sapete bene quanto ho lottato perché questo principio venisse affermato prima e, possibilmente, da altri, quelli in cui all'epoca mi identificavo e che in tanti modi hanno tradito la fiducia che riponevo (riponevamo?) in loro. L'importante è che certe idee si facciano strada, e soprattutto che poi si agisca in modo conseguente ad esse.

Ci vediamo presto.

(...a norma COVID non potremo avere più di 200 persone in sala. Sarete avvertiti quanto prima sulle modalità di prenotazione. Naturalmente a voi, che siete di famiglia, non potevo non dare questa anticipazione. Le prenotazioni avverranno inviando un'email all'indirizzo che vi dirò, e saranno accolte in ordine di arrivo, in base al meccanismo del "click day". Restate in linea...)

18 commenti:

  1. Grazie per l'opportunità Senatore, sarò con voi il 12 luglio. Grazie ancora.

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  2. La presente pandemia ha chiarito che i piddini [di lotta e] di governo non soffrono di cecità ideologica bensì di cecità e basta. Probabilmente partita come strabismo e curata da qualche oftalmico competente della fatta dei virologi di cui si sono recentemente attorniati.
    La pervicace scelta di escludere sempre e comunque a priori qualsivoglia possibile piano B, anziché, come fanno all'estero, risolvere i problemi purchessia e poi (far) puntare i riflettori sulla "soluzione" ideologicamente conforme al padrone del vapore,
    puntare tutto sul lockdown prima e vaccino dopo, senza diversificare il portafoglio di opzioni, fa correre il grosso rischio che si arrivi al fallimento e sia impossibile farlo passare per grande successo.
    L'anno scorso ero convinto che avessero intrapreso quella strada per tirchierìa euro-indotta ma mi sono dovuto ricredere: le terapie domiciliari precoci sono pressocché a costo zero; parecchie dosi di Remdesivir erano state regalate (però non si voleva che gli italiani fossero cavie di terapie sperimentali, mentre coi vaccini...), su plasma immune e anticorpi monoclonali si è preferita una costosa inerzia, che ha sperperato il denaro fin lì profuso mentre si è generosamente finanziata quella pagliacciata di Reithera.
    Questi signori sono uno sbarramento sul percorso evolutivo di questo paese e non sono granché ottimista sul fatto che si riesca a progredire solo mettendoli in minoranza (che, per altro, secondo me, sono già).

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  3. Ci sarà anche uno streaming o registrazione (sto a Berlino, difficile venire di persona)?

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  4. Il paradosso della tavola rotonda: ammesso e non concesso che le etichette di destra e sinistra abbiano davvero ancora un senso e una corrispondenza nel reale, se sinistra significa difendere il lavoro contro il capitale il più a sinistra è quello più a destra. Infatti la tavola è rotonda.

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  5. Intanto grazie mille e complimenti per un intervento così assolutamente lucido e opportuno.
    Grazie mille per portare avanti incessantemente la battaglia, ormai più che decennale, sulla economia.
    Grazie mille anche per affrontare la questione sanitaria.
    Ho paura che siano collegate molto di più di quanto si pensi, o comunque quanto credano la maggior parte degli individui.
    Ho anche il presentimento che di entrambe le questioni dovremmo occuparcene ancora per molto tempo e che se ne aggiungeranno altre, se possibile ancora più gravi fino a quando non ci risveglieremo in massa o il “nemico” capitolerà per qualche strano scherzo del destino!

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  6. Illustre Senatore. Proprio perché si lascia stimare, Lei meritava di essere un battitore libero. Un guru. Un ispiratore di tipo trasversale. Insomma un'Autorita' al servizio della Verità. Anziché stare tra chi sta. E per giunta silenziato dall'avvento di Draghi. La prego risorga.

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  7. @Valerio 28 giugno 2021 13:34

    Ho l'impressione (direi il sospetto,
    ma non voglio attirare su questo blog l'accusa di ospitare complottisti) che quando viene sbandierata l'insostenibilità della spesa (pubblica) PER non fare/dare qualcosa di utile ai piú, o PUR di non fare/dare qualcosa di utile ai piú - e inoltre contro la narrazione (narrafione?) mainstream - ecco che la ragione addotta mi puzza e che ciò sia una delle grosse e quasi indelebili fake news, ma di quelle che i debunkers (e gli spin doctors e altri) non hanno interesse a smascherare.

    Cosí, per dire.

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  8. Ma lei analizzando i dati , ritiene che questo autunno inverno si ritornerà di nuovo a una crisi legata all' "influenza"?( che ne pensa se è possibile fare una previsione)

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    1. Carissimo "il che ne penZa" è già di per sé un elemento ostativo a proposito di Regole.

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    2. Domandare è lecito rispondere è cortesia...

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  9. Aggiungerei un argomento.
    Mi si passi il marxianismo: io vedo una classe antagonista del popolo lavoratore che corrisponde alla P.A. (quelli del lockdown) .

    Queste persone (intendo i dipendenti pubblici di ogni ordine e grado) hanno appoggiato la scelta e scelto di sacrificare il reddito di una parte del popolo
    per tutelare una astratta "sanità" e lo hanno fatto "in serena coscienza" in quanto non toccati economicamente .

    Rileggete il capitolo 52 del capitale ed applicate il concetto di classe al pubblico impiego: vi sono elementi per considerare che i dipendeti pubblici (oggi) sono divenuti una classe sociale originale.
    E' la classe degli intermediatori sociali che sempre si accresce di inutili funzionari pronti a gestire le varie ed eventuali pur di procurare a sè e ad altri stipendi (talvolta miseri) .
    Ritengo che la pandemia abbia evidenziato come i dipendenti pubblici godano di un eccesso di tutele che ne orientano le scelte politiche e che tali scelte non siano più compatibili con l'interesse del popolo .
    I medici di base si sottraggono al dialogo ed i medici ospedalieri (caso reale capitato al padre di un amico) trattengono certificati di precedenti patologie a giustificazione del non vaccino per vaccinare "obtorto collo" l'anziano desideroso di morire naturalmente.
    Vedo la necessità di azioni concrete nel territorio per aiutare la gente nel contrastare gli abusi della P.A. che ha preso troppo gusto al dirigismo dimenticando chi la paga .
    Se interessa posso fare la lista .

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    1. Giusto per chiarire, il senatore propietario di questo blog (essendo pagato da noi) quindi dipendente pubblico , e prima ancora professore universitario ( sempre lavoratore nella pubblica amministrazione) è stato ed è un nemico del popolo lavoratore?🤣

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    2. Si , è così. Lei confonde i piani di una analisi marxiana con la posizione dei singoli che viene analizzata in una fase successiva, direi leninista. Il Che fare è del 1902 la rivoluzione del 17.
      La mia analisi non ha nulla di personale , Roma ladrona non lo ho inventato io. Io lo pongo sotto il profilo di una analisi marxiana (non marxista) degli eventi.

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  10. "Su sei esperti economici dei partiti di maggioranza cinque sono docenti universitari e uno - quello più a sinistra! - ha lavorato al Fmi."

    Sarei curioso di conoscere come ognuno dei sei esperti della maggioranza che sostiene il governo di unità nazionale vede (se lo vede) il cammino di rinascita che ci riporterà al PIL 2019.

    Visto che nel 2020 si è perso il 10% circa rispetto al 2019 e nel 2021 stiamo rimanendo sui livelli di PIL del 2020 (avendo già perso 10 miliardi per settimana di chiusura, con altre settimane di chiusura a fine anno probabili, sarebbe già un buon risultato) la priorità dovrebbe essere rispondere alla domanda:

    Quando prevediamo il ritorno al PIL del 2019 (con o senza 'espunzione del PIL potenziale/Output gap')?


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  11. Mi sia perdonata la faccia tosta ma credo che nella mia condizione mi sia consentito non avere peli sulla lingua.

    Continuo a non capire cosa sia cambiato da ottobre 2020 sul recovery fund e soprattutto cosa sia cambiato rispetto al novembre 2011 sulla realtà della tossicità del marco (pardon eur)per le economie deboli come la nostra in particolare. Ovviamente da un punto di vista scientifico!
    Forse ne parlerete (anche se come tu hai affermato varie volte nei vari incontri cui partecipai "il discorso sull'euro è inutile"?
    Cari saluti e sempre grazie!

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  12. Spero di riuscire ad essere presente. Grazie

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  13. Buongiorno, ma il convegno potrà essere anche seguito in streaming per chi nn è a Roma in quei giorni?

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