(...chiudiamo l'anno con questo contributo di un nostro nuovo amico...)
Michael Schotensack ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "L'intervista":
Gentile professore, qualche giorno fa ho inviato un commento non pubblicato. Non so se perché era critico o perché x mancanza di know-how è partito anonimo o si è perso da qualche parte nell'etere. Ci riprovo:
Sono grato e ammirato per il lavoro che sta facendo per stimolare una riflessione che vada oltre Striscia la Notizia o il pensiero unico.
Essendo tedesco capirà forse che trovo difficile da digerire e incompatibile con il livello della discussione i repentini attacchi di razzismo ai quali è soggetto (cyclon b e simili). Inoltre il mio livello di expertise in economia è dilettantistico, si tratta quindi del punto di vista di un "uomo della strada".
In sintesi trovo indegno di un grande paese come l'Italia continuare a puntare il dito contro la Germania come causa di tutti i propri guai.
Non è, direi, colpa della Germania se i trattati europei, pur essendo in contrasto con la Costituzione di questo paese, siano stati firmati, accettati all'unanimità dal parlamento, senza, mi pare, contestazioni da parte di chi è deputato a vigilare il rispetto della Costituzione.
Non è colpa della Germania se nell'81 i "grandi statisti" Andreatta e Ciampi hanno perpetrato un colpo di stato senza incontrare alcun'opposizione, soprattutto a sinistra. Non è colpa della Germania se in Italia si utilizza soltanto una minima fetta dei fondi europei, e quella per di più male (per non parlare delle solite cose di mafia, sprechi, corruzione e un livello alto di disonestà - vedi ultimamente le casette per i terremotati).
Ha del patetico lamentarsi che la Germania esporti troppo quando il ministro del lavoro (sì, del LAVORO!)si fa scarrozzare in BMW, Berlusconi gira in Audi, Visco in Mercedes, la polizia italiana più che altro in Skoda e BMW, ecc,ecc. Anche la Deutsche Bank mi pare abbia una serie di sportelli che funzionano in questo paese. Non è colpa della Germania se l'Italia esprime una classe politica inetta e senza fierezza, non è colpa della Germania se nessun partito politico al governo ha le palle per stampare biglietti di stato per la ricostruzione post catastrofe o semplicemente per rilanciare l'economia domestica (cosa secondo Galloni e Contini assolutamente compatibile con i trattati senza bisogno di uscire dall'€), invece di piangere per la rubata sovranità monetaria (per non parlare delle possibilità date in questo senso dal lancio di una cryptovaluta, se si superano i problemi energetici). Infine non capisco dove sta scritto che gli italiani debbano fare o subire tutto ciò che viene in mente ai tedeschi! È o non è un paese sovrano?
Con tutto ciò ovviamente non voglio dire con la solita arroganza tedesca che da noi tutto vada bene, che abbiamo il monopolio della verità (anche se spesso siamo convinti del contrario), sono anche consapevole dei vari scandali Siemens, Volkswagen ecc.
Mi sembra semplicemente un enorme peccato che l'eventuale arroganza tedesca non incontri nessuna resistenza seria. Anche questo vuol dire colludere con un europa deludente, anche questo vuol dire non dare il proprio contributo, morale soprattutto.
Postato da Michael Schotensack in Goofynomics alle 27 dicembre 2017 20:17
Caro Michael,
passato l'iniziale urto di nervi per il tuo piagnisteo sul non esser stato pubblicato (non ci sono più i tedeschi di una volta!), ecco che finalmente posso dedicare un po' di tempo alla tua lettera, della quale ti sono grato perché mi permette di chiarire la mia posizione (che è quella di molti altri lettori del blog), e anche di legare in un ragionamento coerente una serie di contributi sparsi nel flusso di questo blog, operazione particolarmente salutare a fine anno.
Comincio col rassicurarti: il tuo primo commento, qui, non è mai arrivato. Temo che tu abbia fatto qualche errore nell'inviarlo, una eventualità che tu stesso con molta onestà consideri e che un italiano "medio" (o mediocre, come un qualsiasi giornalista) escluderebbe a priori. "Come!" (direbbe il mediocre: ce ne sono ovunque, anche qui, come tu ci ricordi con solidarietà) "Un tedesco, un figlio di quel popolo che ha fatto della precisione (ma gli orologi sono svizzeri, Ndr) e della tecnologia (ma la VolksWagen è tedesca, come tu stesso ammetti) un vanto, avrebbe commesso un errore nell'effettuare un compito tanto banale quanto inviare un commento a un blog! Questo non è possibile! In Germania i treni arrivano in orario (ma gli aeroporti no, Ndr), quindi se il commento non è stato pubblicato, vuol dire solo che Bagnai censura perché ha paura del confronto!"
(...nota che ti ho messo un link in tedesco perché io, che sono ingenuo, do per scontato che tu sia quello che dici, cioè tedesco, nel qual caso sei molto colto perché la tua lettera è scritta molto bene, e anche anziano, perché nella tua lettera c'è memoria, e una certa saggezza - ovviamente, pro domo tua, il che non è un male, anzi...)
Noi, qui, abbiamo fatto opera di verità, e siamo quindi stati i primi a dire due cose che oggi tutti ammettono (almeno nella letteratura scientifica, e sui giornali tedeschi: quelli italiani no per i motivi che anche tu stigmatizzi): ovvero che il relativo successo tedesco non era dovuto a una strategia di politica industriale basata su importanti investimenti in infrastrutture e ricerca e sviluppo (qui è un esempio di dove lo dicevo io, qui un esempio di dove lo dite voi, e qui un esempio di dove lo dicono i nostri padroni: nostri: miei e tuoi... Per inciso: il problema era chiaro a voi prima che a tutti gli altri, come le date dei link dimostrano), ma piuttosto a una suicida politica di "moderazione" salariale (ne parlo più avanti).
Anche tu (lo dico con simpatia), in coerenza con la non-politica industriale del tuo paese hai inviato il tuo primo commento prima di investire in conoscenza: e così è andato perso. Poi, però, in coerenza con una qualità del tuo popolo, alla quale cerco di ispirarmi, la tenacia, hai insistito: ed eccoti qui, in prima pagina!
Ho poco tempo: mi attende una serata piddina (forse non sai di cosa si tratti, i miei lettori lo sanno e mi piangono), e quindi non potrò dar corso a tutti gli stimoli che la tua lettera propone (ma se vorrai ci sarà un seguito). Parto da due presupposti metodologici: uno riguarda la Germania, e uno riguarda l'Europa.
Mi rendo conto che il mio modo un po' brusco di ricordare un certo passato possa essere urticante per un tedesco e mi dispiace. D'altra parte, credo che l'alternativa, cioè dimenticarselo, non sia molto valida. In questo momento abbiamo molto bisogno di memoria: una pessima memoria è meglio di nessuna memoria, proprio perché il potere insiste nel cercare di convincerci che "questa volta è diverso". La Bayer, nella sua lunga storia, non ha prodotto solo insetticidi, o, per meglio dire: i suoi prodotti non sempre sono stati destinati all'uso per il quale erano stati concepiti. Ricordarlo può essere inopportuno, ma non è razzismo. Peraltro, la storia italiana non è molto più gloriosa. Ma l'esercizio della conta dei morti a me non interessa, lo trovo squallidamente disumano. Il punto è che dobbiamo convivere, io e te, col fatto che né la nostra, né la vostra storia è stata scritta da noi, per il semplice fatto che i nostri paesi hanno perso una guerra, per essere subito dopo coinvolti in un'altra, "vinta" nel 1989. Quello che però vorrei ti fosse chiaro è che io non sono animato da un pregiudizio antitedesco. Tutt'altro! Leggi, leggi questa pagina, dove presentavo ai miei lettori (che sono un po' ruspanti, ma brave persone, in fondo), una grande pagina della nostra (mia e tua, dal 2013 anche loro) letteratura, una pagina mirabile sulla libertà di Dio, una pagina che utilizzo ogni giorno della mia vita, e nel farlo dicevo come sarebbe andata a finire (e in questi giorni abbiamo visto quanto avessi ahimè ragione). Quella pagina io l'ho scritta quattro anni fa: sono quattro anni, quattro fottuti anni, capisci, che sto dicendo che gli "europeisti" italiani, quelli che, come tu giustamente appunti, ci hanno condotto in Europa senza leggere (o facendo finta di non saper leggere) i Trattati, avrebbero rinnegato le loro responsabilità nella catastrofe che hanno concorso a preparare accusando voi, i tedeschi, di aver "tradito" un'idea tanto bella, che era bella perché, guarda un po', l'avevano avuta loro (i padri nobili italiani).
Io sono l'unico italiano ad aver chiarito ai suoi concittadini che la via di fuga degli "europeisti" sarebbe stato il fomentare un pericoloso sentimento antigermanico, e qui, su questo blog, che tu lo sappia (o lo capisca) o meno, ho cercato di fare una difficile, ma in alcuni casi proficua, opera di mediazione culturale per convincere i miei lettori, e gli italiani tutti, di quanto sbagliata fosse questa operazione.
Tuttavia, caro Michael, anche dando per scontato che tu, razionalmente, capisca e condivida questo mio sforzo nello smascherare le distruttive strategie delle nostre élite, devo dirti, con molto rispetto, che almeno sotto un profilo non sei molto migliore di loro. Perché, vedi, in fondo il tuo approccio è speculare e antisimmetrico al loro: anche tu sostieni che gli italiani dovrebbero opporsi all'arroganza tedesca, e questo, se non capisco male, per rendere l'Europa (che tu scrivi con la minuscola: ipercorrettivismo, o lapsus? Ma Freud era austriaco...) meno "deludente". Insomma: anche per te l'"Europa", cioè l'Unione Europea (che non è l'Europa: l'Europa siamo io e te, e poche altre persone), sarebbe un progetto valido, che però è reso deludente non (solo) perché i tedeschi sono arroganti, ma soprattutto perché gli italiani non si oppongono.
Ora, tu dai prova di un certo senno e di una certa sensibilità. Non ti viene quindi da ridere, rileggendo la tua lettera, che comincia accusandomi di razzismo (e quindi di fomentare con argomenti particolarmente inappropriati un conflitto fra le nostre culture), e termina sostenendo che la colpa è nostra perché... non vi combattiamo abbastanza!? Cosa può andare storto in un progetto comune che va male non perché i suoi partecipanti non cooperano abbastanza, ma perché non ci combattono abbastanza?
Vedi, tu naturalmente metti le mani avanti, dici, con umiltà (o con modestia, che non sono la stessa cosa), di non intendertene di economia, ecc. I soliti disclaimer che (perdonami) ho ascoltato mille volte, e sempre in contesti che mi hanno fatto dubitare della loro sincerità (ma tu sarai senz'altro sincero, ce lo dirà il seguito del dialogo, se ci sarà). Io però ti ho appena fatto capire quello che tu stesso ci hai detto, forse senza una completa Bewusstsein: non c'è alcun bisogno di accedere alla tecnica economica per capire che questo progetto non funziona e non può funzionare. La sua irrazionalità, quella di essere un progetto che per funzionare deve fomentare il conflitto, non dipende, in prima istanza, dall'arroganza tedesca, o dalla vigliaccheria italiana: non sono le qualità morali dei nostri popoli, che fra l'altro differiscono meno di quanto si creda (il che mi permette di essere sufficientemente a mio agio in Germania) a costituire il problema. Il problema è altrove: nelle intenzioni politiche, che sono state, come i miei lettori sanno, in primo luogo intenzioni classiste. L'euro è un episodio particolarmente acuto di lotta di classe, una cosa scoperta, pensa un po', da un tedesco (anche lui ebreo, guarda tu...). La sua natura è quella di imporre come unica valvola di aggiustamento macroeconomico il taglio dei salari (questo gli economisti lo sapevano e fin dall'inizio feci vedere che ne erano perfettamente coscienti), creando, fra l'altro, le condizioni politiche perché questa scelta politica si presenti come ineluttabile, come dato di natura (e di questo ho parlato tante volte, ma più organicamente qui).
Ora, tu ci racconti una Germania arrogante perché vincitrice e vincitrice perché arrogante.
Ma se tu fossi un vincitore, non perderesti tempo con me. La verità è che la Germania non esiste, come non esiste l'Europa. O, per meglio dire: non esistono la Germania e l'Europa della quale tu parli nella tua lettera. L'Europa esiste, ed è ormai confinata in questo blog e in poche altre sacche di resistenza: è memoria e esercizio del nostro patrimonio culturale, della nostra identità condivisa, della nostra feconda diversità. Insomma, è una cosa così (dove, per inciso, mi occupavo di uno che come te, e per i tuoi stessi motivi, mi aveva dato del razzista: perché non lo ero abbastanza col mio popolo). Non è l'Unione Europea, progetto fallimentare e nazista condannato dagli uomini e dalla storia. La Germania, qui, abbiamo imparato che non esiste. Non c'è una signora bionda, con l'elmo, che mangia crauti, produce macchine, e pensa solo a fottere il vicino. Ci sono tanti attori sociali, tanti interessi, tante aspirazioni, e tante classi sociali, che cercano, faticosamente, un equilibrio, una convivenza, in un processo faticoso, che i vostri governanti, tanto quanto i nostri, spesso ostacolano più che favorire (guarda ad esempio questo bel risultato!).
Ma il segreto dell'Unione Europea, il più accuratamente nascosto da quelle autentiche merde (perdona la caduta di stile, tu che sei così sensibile: è un giudizio statistico, ammette un 5% di eccezioni) che sono i nostri giornalisti (ma anche i vostri non scherzano: magari un giorno ci faremo spiegare da voi come risolvere il problema), il segreto più tremendo dell'Unione, perché se rivelato sarebbe più distruttivo, è che il paese vincitore, lungi dall'essere un monolite, è profondamente lacerato e pieno di perdenti, e lo è per il semplice motivo che in assenza di investimenti (vedi sopra), la superiorità competitiva è stata raggiunta distruggendo diritti e salari dei lavoratori. Io, questo, lo dico nel mio blog da tanti, tanti anni (ad esempio qui), e ne parlavo, con accenti di sincera solidarietà per i lavoratori tedeschi, nel mio primo bestseller (sai, il vantaggio di vivere in un paese di ignoranti è che ci vuole poco a scrivere un bestseller...). Non sai quanti insulti mi sono preso (senza querelare, perché allora non querelavo) da centinaia di persone: tutti italiani! Eppure, oggi quello che dicevo io lo dice, farisaicamente e in ritardo, un tedesco non da poco (per gli addetti ai lavori).
Capisci quindi qual è il problema? Se i nostri governanti hanno firmato i Trattati, un motivo c'è, e ce lo ha spiegato tanto bene Kevin Featherstone (ne parlo nel mio secondo bestseller, se vuoi te lo mando): il loro problema (delle élite italiane, quelle che oggi "i tedeschi sò tanti cattivi, signora mia!") era vincere la lotta di classe in casa loro, creando un sistema che schiacciasse i salari dei loro lavoratori (degli italiani). Non hanno capito una cosa molto semplice: che i lavoratori tedeschi stavano (meritatamente) meglio in termini relativi, e che quindi mettendosi sulla strada della compressione dei salari e della domanda le élite periferiche giocavano a un gioco al quale il paese avrebbe perso: perché un conto è tagliare del 10% un salario tedesco, e un altro conto tagliare della stessa percentuale un salario italiano. A simple as that: come vedi, non c'entra nulla il carattere, la morale, il moralismo: c'entra il perseguire i propri interessi in modo miope, che, se vuoi, è la definizione stessa di politica, in Italia come in Germania (tant'è che ogni tanto il resto del mondo si coalizza contro di voi e vi pialla, cosa della quale non sono particolarmente contento, e che temo presto succederà di nuovo). Naturalmente, il gioco al ribasso è per sua natura un gioco al quale tutti perdono: Armut, Ungleicheit, e fatalmente, se le cose stanno così, e ovvio che si cerchi un'Alternative.
Ai poveri voglio bene, per carità... ma i tedeschi poveri sono più pericolosi di quelli ricchi!
Pensa che di questa semplice verità (impoverire i tedeschi non è una buona idea), che io affermavo anni or sono, perché è banale (tutti gli storici sanno com'è andata), ora i Bocconi boys vengono a parlarci come fosse un parto delle loro geniali menti (ovviamente, mentre i loro sodali negano la correlazione fra voto per AfD e povertà in Germania: vedi a cosa serve la memoria, e quanto ce n'è bisogno?).
Tutto il resto sono dettagli. Certo che alla fine, prima o dopo l'esplosione inevitabile di questo sistema irrazionale, dovremo anche disobbedire alle norme dei Trattati. Tutte le opzioni che ci proponi per "opporci" sono in effetti violazioni dei Trattati: lo è stampare la propria moneta, lo è non indire un bando europeo per una fornitura pubblica, ecc. Non lo sapevi? Ma il vero problema è: possiamo continuare a vivere in un sistema nel quale il nostro unico orizzonte politico è lottare con i nostri alleati più ferocemente che con i nostri pretesi nemici (la Cina, la Russia, ecc.)?
E la risposta è ovvia, ed è: nein.
Ecco: questo è il primo cortese ma fermo nein che un tedesco sente da un italiano in tanti anni. Se capiterà, se la mia vita me ne darà l'opportunità, ne andrò a dire qualcun altro a qualche tedesco più importante di te e di me. Ma non lo dirò per "salvare" un progetto "deludente". Lo dirò per terminare un accordo irrazionale. Sono due cose diverse, e spero che questa breve chiacchierata ti abbia dato qualche elemento per valutare apprezzare la differenza.
E ora, buon anno, e buona fortuna. Io abito Roma, e a Roma è andata meglio che a Dresda. So che sono inopportuno a ricordarlo, ma alla fine il problema resta sempre quello: per un italiano allearsi con un tedesco significa essere costretti a fare la guerra agli americani (se ne parlava poco fa). Anche questo non è molto razionale: il minimo che si possa dire è che non ha funzionato. Spero che questa volta non si arrivi a tanto, e, ne sono sicuro, tu lo speri più di me.
Spero TANTO che PERSONE come TE, come Luciano, Vladimiro, Sergio, Claudio, il Pedante (cazzo non conosco ancora il nome, sebbene mi sia regalato, e "divorato", il suo libro), Barbara, Andrea, Marcello, abbiano lunga…LUNGA ma MOOOOLTO LUNGA VITA.
RispondiEliminaAuguri e proficuo Anno Nuovo
Buon anno Prof, buon anno a tutto lo staff di Asimmetrie e a tutti i lettori del blog.
RispondiEliminaAll'amico tedesco: l'idea della stampante e dell'aumento della spesa pubblica non può funzionare se rimani nell'euro, anche se lo dice Galloni.
Perché la spesa degli italiani diventerebbe reddito tedesco. È il motivo per cui Monti ha fatto quello che ha fatto.
Buon anno anche a te.
Un tale meccanismo, però, servirebbe a farci sbattere fuori dall'eurozona e, di conseguenza, a porre le basi per la fine dell'UE (almeno lo spero). Vista la situazione, a me andrebbe benissimo anche così.
EliminaAuguri al Prof, allo staff, e a tutti gli amici Goofy. Toussaint
In pratica dovremmo fare quello che in un'unione tra Stati è la prassi, la normalità, ma se lo facciamo ci sbattono fuori.
EliminaLa prova che non siamo un'unione.
Ma lo sapevamo già.
p.s. luogocomunista: visto che accanto ad un grande UOMO vi è sempre una grande DONNA, ovviamente, lunga LUNGHISSIMA vita alla TUA ROCCAPASSO (adda tene' na sfaccimm' e pacienz’)
RispondiEliminaBuon anno Prof.
RispondiEliminaBuon anno a te prof, a voi, a noi e anche a loro...
RispondiEliminaNon vedo l'ora che vada a dire qualche Nein in giro per leuropa. Buon anno a tutti
RispondiEliminaAuguri Prof e a tutti gli amici del Blog. Un 2018 pieno di nein, ma anche di no e di basta.
RispondiEliminaBuon Anno al nostro amico tedesco che sta a Pavia, che ha lavorato così tanto con Francesi, Svizzeri e Spagnoli (coi tedeschi no, si vede che li consce bene...), per rilanciare grandi marchi italiani dell'alimentare dopo che erano finiti nelle mani dell'investitore estero (che, chissà com'è, schifa tanto il nostro paese ma ci fa shopping appena può).
RispondiEliminaE buon anno anche perchè, da buon tedesco, su linkedin si fa segnalare dalla consorte... e soprattutto perchè ha scoperto quanto sia meglio farsi pagare dalla Regione Veneto per insegnare ai corsi di formazione del personale delle ASL (ah, la spesa pubblica improduttiva, signora mia!)
E Buon Anno a tutti, ma soprattutto al padrone di casa...
Buon anno a tutti e al Progessore!
RispondiEliminaBuon anno.
RispondiEliminaA tutto il mondo. A tutti noi.
Buon anno a tutti gli uomini di buona volontà (quindi a noi)p
RispondiEliminaFuori tema ma adatto al momento : https//www.youtube.com/watch?v=fNqJ8mED1VE
RispondiEliminaBuon anno a tutti! Dopo #VLAD, un'anticipazione sul hashtag di quest'anno?
RispondiEliminaBuon Anno.
RispondiEliminaBuon anno al Professore e all'amico Michael
RispondiEliminaBuon 2018 a lei Prof e a tutto lo staff
RispondiEliminaLa parte del post in neretto, mi è piaciuta proprio tanto tanto.
Si lamenta che gli italiani non contrastino l'arroganza tedesca attaccando uno dei rari blog che lo fa....curioso.
RispondiEliminaBuon anno 😊
RispondiEliminaSorprendente questo tedesco, ha capito tutto, sarebbe davvero consolante che i PDini capissero le cose come lui.
RispondiEliminaIo ho diversi amici tedeschi, molto cari e molto importanti, ma non hanno alcuna cognizione dei fatti che Michael espone tanto bene e soprattutto, quando tento di spiegare loro certe questioni, debbo farlo con molta accortezza per evitare reazioni stizzite; ma questa raccontata da Michael è la realtà dei fatti.
Tre cose vorrei chiedere a Michael, come tedesco e dilettante di economia, come lo sono io d'altronde:
-la prima è se ritiene che sia insostenibile l' euro-marco per l' Italia ed altri paesi periferici;
-la seconda è, cosa ne pensa di chi ci ha venduti ed ancora, perche lo hanno fatto?
-cosa pensa di ciò che la Germania ha perpetrato ai danni della Grecia (ricordando che l' Italia ha partecipato ben di più di quanto le competesse a rimborsare le banche tedesche) e non solo, ma soprattutto ai danni di quel paese che nel 1954 le aveva abbonato ingenti danni di guerra.
Grazie!
Buon Anno e in bocca al lupo a tutti.
RispondiEliminaBuon anno a tutti, compreso il nuovo amico. Dopo il nein ecco un aufwiedersehen. Tanti complimenti ma o non ha capito o non ha letto, di sicuro non è d'accordo e allora bis bald ma co n'altra coccia bitte.
RispondiEliminaSaluti dalla Svezia e Gott nytt år!
RispondiEliminaFan-ta-sti-co...e tanti auguri
RispondiEliminaanzi no...in tempo di crisi solo auguri chè "tanti" fa brutto... direbbe un mio famoso conterraneo se fosse qui con noi.
Applausi
RispondiEliminaBuon anno Professore.
RispondiEliminaIl post di oggi è magnifico.
Auguri
Il Prof Schotensack non ha tutti i torti, secondo me. “Ma che t’aspetti se te metti alla p€corina con il s€d€re per aria?” Scusatemi per aver citato Hegel, spero si capisca.
RispondiEliminaBuon anno Prof,Auguri a tutti.
RispondiEliminaPIU' ITALIA E QUINDI QUALCHE NEIN IN PIU'.
Il tedesco monotono e ripetitivo (non conosco tedesco che non abbia detto esattamente le stesse cose) fondamentalmente non meritava risposta, anche e soprattutto col piagnisteo. La risposta ricevuta è un apprezzabile esempio di cosa dire in simili frangenti, una volta archiviato l'urto di nervi. È che, semplicemente, l'urto di nervi non bisogna proprio farselo venire.
RispondiEliminaBuona anno a tutti noi. Che il buon Perù ci guardi benevolo ma, soprattutto, che a/simmetrie possa fare il suo prezioso lavoro, anche con il mio piccolo sostegno per quest'anno.
RispondiEliminaChe spettacolo! Spero che Michael legga con la necessaria attenzione il post e i link (ne ho contati 21).
RispondiEliminaIn effetti, dice bene Michael quando denuncia il tradimento della nostra classe dirigente (tutta, non solo quella politica). Ma dimostra indulgenza e tende ad assolvere l'elite del suo paese e Leuropa, riducendo tutto ad uno scontro Germania-Italia, nel quale la Germania ci straccia 10 a 0.
Gli sfuggono le ragioni profonde del liberismo dei Trattati, dell'euro e del federalismo europeo: lacune che potrebbero essere colmate dallo studio e dall'approfondimento. Ma la mancanza di empatia per i popoli europei vittime predestinate del fallimento prevedibile e previsto di questo irrazionale e folle progetto é ingiustificabile. Conseguenze che, come la Storia ci insegna e come ci ricorda sempre Alberto, non risparmieranno il popolo tedesco.
Vedi, Michael, se non comprendi che lo scontro della competizione economica asimmetrica all' interno de Leuropa e verso i nostri amici oltreoceano provocherà presto nuove tragedie e conflitti, mi dispiace anche per te. Perché dalla creazione di squilibri non nascono buoni progetti. Per nessuno.
L'europeismo vero, quello delle Nazioni, della conoscenza, del rispetto delle diversità e delle culture, della collaborazione possibile ed equa, trova le sue motivazioni anche qui, su questo blog e sulla passione civile di un "maestro" qual'é Alberto Bagnai.
Grazie e auguri a tutti gli amici del blog per l'anno che inizia.
Chiedo scusa per il refuso alla penultima riga: "qual é".
EliminaInsomma: è come Siemens e Rheinmetall che hanno corrotto i Greci. Dove c’è un corrotto c’è anche un corruttore, dove c’è uno che di indebita c’è uno che si incredita, dove c’è uno che maldestramente si fa stuprare c’è anche uno stupratore. Tutto ciò sfugge allo spirito alemannico. Hegel è considerato un genio per aver teorizzato tale ovvietà!
Eliminail nostro comune "amico" mette in evidenza una particolarità tutta tedesca. Loro non dicono di essere superiori:"lo danno per scontato". E' il loro limite "naturale". Questo atteggiamento li ha portati a fare 2 guerre mondiali nella "pia illusione" di vincere facile. Come e' andata finire lo sa anche lui. Io aggiungo (e questo forse lui non lo sa) che perderanno anche questa "guerra".... Colgo l'occasione per fare a tutti gli auguri di un buon anno
RispondiEliminaBuon anno a tutti.
RispondiEliminaAl nostro amico Michael e a chi non l'avesse ancora visto suggerisco la visione di un film "INSIDE JOB" (vincitore di un oscar come miglior documentario nel 2011).
Non è come un libro ma riassume in maniera chiara il metodo corruttivo (corruzione in stile Hartz) utilizzato dalla finanza per arricchire in maniera amorale pochi manager ed economisti pagati per mentire.
La finanza che ha fatto tanti danni a seguito delle deregolamentazioni da Reagan in poi, trova terreno fertile in quei Governi che non pongono freni all'ordoliberismo.
Il sistema corruttivo e speculativo della finanza è favorito da chi ha portato avanti quel modello liberista e bisogna riconoscere che i Governi dei paesi europei hanno ceduto come un domino, a partire dai primi, i tedeschi che hanno dato il via ad un inevitabile caduta di tutti i paesi in area euro che hanno fatto TUTTI la RIFORMA DEL LAVORO, ovvero hanno demolito diritti con il risultato di portare precariato e come conseguenza abbassamento dei salari. Da ciò dovremmo individuare chi sono i nostri nemici, non sono I tedeschi; sono quei tedeschi che con le prostitute hanno corrotto i sindacati, non sono GLI italiani, sono quegli italiani che hanno permesso il divorzio (Tesoro/Banca d'Italia) prima e il JOBACT poi.
E allora sia chiaro, al momento ci sono pochi vincitori ricchissimi con stipendi e buonuscite a sei zeri. Se i politici tedeschi hanno favorito tutto questo, i nostri sono stati ugualmente colpevoli, a noi resta solo da capire che in questa situazione essere stretti e uniti ci sta portando a favorire ancora di più gli interessi di quell'un percento che dovremmo combattere.
Insieme, nel parlamento europeo LA STESSA CORRUZIONE che ha visto protagonisti gli istituti americani è presente in maniera ugualmente forte e dai risultati dovrebbe essere chiaro che funziona. Michael, in questo Blog è chiaro a tutti che la lotta è fra classi e non fra popoli, guarda bene dov'è il tuo nemico, di certo non qui.
Voglio fare gli auguri a tutti i patrioti di questo blog e raccontarvi un aneddoto divertente di qualche giorno fa: Pranzo in famiglia, anche con parenti piddini europeisti,faccio un brindisi all'Italia e subito l'europeista che si cela dietro ogni famiglia per bene ribatte "e un brindisi allEuropa!1!1"; non ho il tempo di rispondere che uno dei parenti più anziani lo fa al posto mio con un lapidario: " ma vafangool a l'europe che da quan stie l'euro nuscion capesc chié nu caz". Credo che non abbisogni di traduzione
RispondiEliminaIl PDneurino l' avrà capita?
EliminaBuon Anno.
RispondiEliminaPrima di tutto Buon Anno. Agli uomini di buona volontà. A tutti gli altri, almeno gli stessi guai che procurano al prossimo.
Dopo il paziente commento opposto allo sfogo del supposto tedesco, poco si può aggiungere. Trattasi della solita “verità”, un ircocervo macromicroeconomico, elargita senza pudore a reti unificate da giornalisti tedeschi, si veda Tobias Piller, e praticamente da tutti quelli italiani: la “sana” competizione vi farà felici. Una roba che è già un problema da dimostrare tra singoli individui, si presenta come cosa impudente al livello di collettività, figurarsi quando viene proposta tra nazioni.
Caro tedesco, oltre a non centrare la questione, la sua tesi dell'estraneità della Germania allo sviluppo della crisi italiana è errata, e, se i modi di questo blog dispiacciono, si può sentire Marcello De Cecco qui:
https://www.youtube.com/watch?v=oPNFp66P8cE&t=1268s
tra 14:06 e 17:32, ma attenzione!, sempre di vicino Pescara era pure De Cecco, perciò … non so, faccia lei.
Buon Anno Nuovo al Prof. Bagnai, ai suoi collaboratori e a tutti e, pure, al nostro grande Paese.
RispondiEliminaBuon Anno al Prof. Bagnai e a tutti i "goofysti" e anche al Sig.
RispondiEliminaSchotensack che non si è ancora accorto che in questo gioco dell'OCA ( Opportunity Closed Alternative) la Germania sta ritornando alla casella di partenza . Gli Italiani da parte loro stanno per pronunciare un NEIN secco e duro alle forze di sinistra che a breve ci chiederanno di essere votate e che sono se non le uniche sicuramente quelle che hanno le maggiori responsabilità dell'attuale disastro non solo economico , ma di notevole chiusura anche di spazi in cui esercitare la democrazia. .
Boh...lo so di non essere un ottimo esempio, ma non capisco come si faccia a produrre trattati tanto uniformi e tanto omnicomprensivi tra due culture che si esprimono in modo tanto diseguale e distante (prendi un tedesco medio e gli presenti un testo in italiano e prendi un italiano e gli presenti un testo in tedesco; sempre un cazzo ci capiscono. E questo nonostante l'Asse, decenni di occupazione e regioni a statuto speciale).
RispondiEliminaDevo altresì fare un appunto generico su una discussione che si svolse su TW alcuni giorni orsono (con un giovane piddino); potete girarvela come meglio credete, facendo sofismi di diversa profondità semantica, ma a livello di principio; Cultura è tutto ciò che viene trasmesso tramite testimonianza (orale, scritta, di immagini, esemplicativa pratica di costume o altro in genere).
Diversamente la trasmissione di dati che risulta come differenza da quanto sopra esposto è Natura (o se preferite partiamo dalla trasmissione di informazioni "naturale", o "genetica"; tutto il resto possiamo classificarlo "cultura" - oppure possiamo chiamarlo "bigingino", "catafrastasi" o "jazzz", ma sempre quello è).
Capisco il disagio di tedesco residente, suppongo felicemente, in Italia, oltretutto rappresentante (non so se ancora) gli interessi di una multinazionale svizzera, proprietaria di marchi italiani del settore alimentare acquisiti con la tragica (per noi Italiani, per la sua azienda meno) svendita, fatta dall'IRI di Prodi (un altro "grande statista", quando uno ha ragione...).
RispondiEliminaPerò vede, qui, su questo blog, come può ben constatare c'è la riprova che questo paese non è fatto solo di traditori, ma anche di uomini che hanno a cuore il destino del proprio paese.
Lei vive in Italia, volentieri credo e non in Germania, ottima scelta.
È un Paese dove si vive bene, ci si può divertire imparando a farlo (non solo gelato, complimenti).
Non si stupisca che noi lo si difenda così: qui le cause, interne ed esterne le conosciamo, ce le hanno spiegate bene.
Riprovi con un po' più di umiltà, sono sicuro che il prof. non la tratterà come la nostra Tessa che non le ha consentito di proferire parola.
Cordialmente.
Anche ammettendo che il sig. Schotensack non abbia tutti i torti, personalmente non capisco perche' tra tutti i "Non e' colpa della Germania se..." non ci sia anche "Non e' colpa della Germanaia se la Germania supera il massimo surplus verso l'estero consentito dai trattati". Forse perche' in quel caso e' colpa della Germania ? Allora forse il sig Schotensack potrebbe intercedere presso la Sig. Merkel spiegandole che dovrebbe cortesemente restituire quello che ha sottratto illecitamente agli altri, possibilmente con gli interessi (calcolati ai tassi di coloro ai quali e' stato tolto).
RispondiEliminaSaluti.
Buon 2018 off topic a tutti.
RispondiEliminaC'è una cosa che mi manda nei matti e che ha molto a che vedere con Dresda 2.0 : per quale motivo secondo il portale dei cambi della Banca d'Italia con un euro si acquistano 2,6385 Won mentre secondo quanto riportato dal famoso sito XE.COM con quello stesso euro si comprano 1075 won?
Io l'economia non la capisco -_-
Buon anno a tutti
Certo per incerto e viceversa.
Elimina"... e anche di legare in un ragionamento coerente una serie di contributi sparsi nel flusso di questo blog, operazione particolarmente salutare a fine anno."
RispondiEliminaGrazie e auguri.
Buon anno, prof!
RispondiEliminachissà se si tratta dello stesso Michael assiduo commentatore sul FQ con perle come questa:
RispondiElimina" l'euro esiste (tecnicamente) da 1997 e non centra una mazza. senno sarebbe risolutivo far ritornare craxi e rina per stare meglio. saluti "
link al commento sul FQ
Esatto. A volte dire no serve per ristabilire il confine: un no restituisce dignità a chi lo riceve e a chi lo pronuncia. Auguri a tutta la comunità!
RispondiEliminaOff topic un pò in ritardo tanti auguroni di un felice 2018 a tutti voi...non posso far altro che ringraziare il prof e tutti voi per il conforto morale, intellettuale e anche 'biologico' ( che ulcera a guardare la tv e a leggere i giornali)...auguri
RispondiEliminaBuongiorno prof. Bagnai
RispondiEliminaHo appena finito di leggere il libro di Stiglitz sull'euro (priva avevo già letto i due suoi libri) e mi sembra che confermi in larga parte le sue tesi riguardo agli squilibri prodotti dall'euro e dalle politiche neo liberiste della UE, ponendo l'accento sulla moneta unica che crea scompensi dovuti alle diverse economie, e alle politiche disastrose di austerity che, oltre ad avere effetti molto negativi sull'economia, hanno anche tolto democrazia ai vari stati, in primis la Grecia. In una sua recente intervista con Messora ha criticato Stiglitz ed il suo libro e vorrei capire meglio le sue ragioni che non vengono esplicitate nell'intervista. Posso intuire che abbiate una visione completamente diversa riguardo alle possibili soluzioni, in quanto Stiglitz è possibilista ad un'UE simile agli Stati Uniti con grandissimi cambiamenti sia di atteggiamento dei vari stati (in primis la Germania) nei confronti dell'economia:fiscalità comune, sovvenzioni agli stati più debili, eurobond... sia di cambiamenti culturali ed allineamento dei diritti dei lavoratori, comparazione dei lavori, dei percorsi di studio ecc... Premetto che anch'io sono un euroscettico (grazie a lei) e non credo che la Germania vorrà diventare uno stato che aiuta gli altri (cioè invece che fare i propri interessi con politiche mercantiliste come ora dovrebbe diventare uno stato che sovvenziona gli altri, direi che non mi semra molto realistico), e che nemmeno i burocrati dell'UE vogliano cambiare le loro politiche neoliberiste a favore della finanza, banche e multinazionali con politiche a favore dei comuni cittadini, volevo pertanto chiederle se ci sono altri argomenti per cui si sente di criticare Stiglitz
Sul libro furbescamente ingenuo del partigiano Joe sto scrivendo una recensione (avrei dovuto consegnarla prima di Natale, spero di farcela in settimana) nella quale svilupperò i sacrosanti argomenti di Charlie Brown, che condivido. La invito a spogliarsi dal "neismo", altrimenti poi le capiterà di prendere per keynesiana gente come Stiglitz, e il risveglio potrebbe essere doloroso (c'è un libro che aiuta a capire cosa intendo).
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