"Però,
occorre intendersi: dire che la Spagna, il Portogallo o perfino la Grecia, sono
diventati esempi da seguire oppure fari di splendore e crescita è assolutamente
inappropriato. Sono tutti paesi, e aggiungo l’Irlanda, che hanno subito delle
perdite in termini di Pil, di posti di lavoro, di coesione sociale, addirittura
di sovranità nazionale, così drammatiche da essere di gran lunga peggiori di
quelle che affliggono l’Italia."
Chi lo ha detto?
Krugman? Stiglitz? Sapir? O, scendendo di parecchi gradini, Bagnai? Insomma: lo ha detto qualche economista critico nei riguardi dell'attuale assetto europeo, cioè qualche economista allineato con i risultati di quella copiosa letteratura scientifica che ne aveva previsto il disastro
No.
Lo ha detto Guntram Wolff, direttore del Bruegel, un centro di ricerca copiosamente foraggiato dalla Commissione e che quindi avrebbe tutto l'interesse a occultare il fatto che le economie degli altri paesi in difficoltà sono state massacrate dalle politiche suggerite dalla Troika (quindi anche dalla commissione). Ma Wolff è un ricercatore, non un operatore informativo. Quindi ha una sua dignità, e cerca di non mentire troppo, per lo meno non sui dati di fatto. Trovate l'intervista a pag. 4 di Repubblica del 7 agosto.
Ah, quindi la storia che dovremmo fare come la Spagna non funziona, e ce lo dice di fatto la voce del padrone!? Sì, ma non tutte le voci del padrone sono, come dire, in sincrono con la storia. Ci pensavo ieri sera, leggendo con divertimento e anche un po' di umana compassione questo spavaldo tweet del simpatico Barbera:
Il grafico riportato dall'amico era questo:
Un grafico che andrebbe valutato nel contesto del discorso svolto dal suo autore, ma che assolutamente non portava acqua al mulino del povero Alessandro (da qui la compassione).
Intanto, il grafico riporta un numero indice. Lo sappiamo tutti, vero, che nel 2000 il Pil di Stati Uniti, Regno Unito, ecc. non erano tutti uguali, vero?
Bene.
Quindi il grafico può essere utilizzato non per confrontare i livelli, ma la dinamica, e ci racconta in effetti che sono andati meglio della media dell'Eurozona (nel senso che sono cresciuti di più) i paesi che ne sono rimasti fuori (Stati Uniti e Regno Unito), e alcuni paesi del Sud inondati da capitali esteri destabilizzanti (come dice Vitor Constancio).
So what?
Gli spagnoli non sono cresciuti di più perché sono bravi, ma perché Zapatero, l'idolo della sinistra italiana, è stato il più gran bancarottiere della storia dell'umanità, indebitando con l'estero il suo paese a dei livelli più che insostenibili, impensabili (e io lo dicevo ai miei studenti Erasmus iberici: "Ma i vostri debiti quando li pagherete?" E loro, pori cojoni, scrollavano le spalle, perché pensavano che il debito fosse solo pubblico...). Gli spagnoli sono cresciuti più della media non perché hanno fatto la cosa giusta per loro, ma perché hanno fatto la cosa giusta per la Germania!
In effetti, si nota anche che il paese più potente del Nord (la Germania), mentre il Sud cresceva (e quindi importava), ha represso la sua crescita (da qui la mia domanda al simpatico Barbera, rimasta ovviamente senza risposta: ma non erano loro quelli che la Germagna è la locomotiva? Io la vedevo in modo diverso, cioè come è). Non è per niente strano che la Germania sia cresciuta poco, e che la Spagna sia cresciuta molto, e in particolare la seconda performance non ha nulla di sorprendente: coi soldi degli altri son bravi tutti! Caso mai è strano che gli operatori informativi continuino a essere convinti che entrambe siano cresciute molto!
Di quello che è successo dopo la crisi abbiamo già parlato, e guardate chi si affaccia a ricordarlo al buon Barbera?
Gnentemeno che la Fassina, rintuzzata da una sprezzante risposta del Barbera: "risposte semplicistiche"! Per lui la risposta sono le riforme del mercato del lavoro e i tagli alla spesa... Ma daje a ride, Alessa'! Ma l'hai mai visto il deficit spagnolo? Eh, certo, i tagli alla spesa! Con la spesa complessiva che è andata dal 39% del Pil nel 2007 al 45% del Pil nel 2013. Delle forbici di acciaio di Toledo, tagliano come un grissino! E se no il deficit giustamente citato da Stefano da dove salterebbe fuori! Ma dai, Alex, su, così ti sputtani, ti prego, fallo per te!
E poi sia chiaro: la Fassina la tratto male solo io, tu non ci provare, non fare il saccentello, altrimenti mi ingelosisco e ti devo rinviare alla corposissima e autorevole letteratura che dice che le riforme del mercato del lavoro sono una delle cause del calo della produttività in Europa. Se vuoi fare l'economista, devi studiare, sai? Mi rendo conto che quando senti parlare certi miei colleghi (tipo quelli autteità butta attiva) puoi essere indotto in errore, e credere che chiunque possa dire la qualunque... Ma le cose non stanno esattamente così, là fuori, nel mondo reale, in quel mondo al quale i tuoi colleghi dell'Unità si son così bruscamente dovuti riavvicinare. Fuori ci stanno i fatti (misurabili) e le opinioni (rispettabili se rimangono separate dai primi).
Ovviamente se la crescita prima della crisi si spiega come la spiega Constancio, è altresì vero che la crescita dopo la crisi si spiega come la spiega Fassina. Io la spiego così: la Germania era molto esposta verso la Spagna, quindi ha lasciato che il governo spagnolo copiosamente intervenisse per trasformare il debito privato spagnolo (cioè i crediti incauti tedeschi) in debito pubblico spagnolo, lasciando il cerino acceso al povero Borbone (o rima equivalente). Vedi che bravi i tedeschi? Se gli fa comodo, l'austerità non te la impongono. Ma tu questo Alex non l'avevi notato, eh?
Comunque, visto che la domanda era caduta nel vuoto (e vi faccio notare che l'amico le domande le aveva chieste), ma lui non aveva saputo rispondere, allora gli faccio la domanda di riserva (alla quale risponderete voi):
Ma anche qui, gnente. Anzi, un risentito:
Ehi, amico! Tu non hai solo riportato un grafico. Hai anche chiesto delle domande, forse perché ritenevi che quel grafico fosse una smoking gun, e invece era solo una dimostrazione del mio noto argomento! (nel frattempo vidimato dalla Bce, cosa che a me non interessa ma a te potrebbe interessare). Poi ti fanno le domande e non rispondi? Be', non ne esci bene...
Però, potendo uscirne male, hai scelto di uscirne peggio:
Ancora con il frame del grillino! Dai, su, magari sei sottopagato, ma come spin doctor da te mi aspetto qualcosa di meglio. Non leggi Repubblica? Non ascolti Radio Radicale? Ecco: sono solo due degli organi di stampa nei quali ho detto cosa penso di Grillo molto prima delle politiche. Quindi? Quindi sei o disinformato, o in malafede, no? "Ah, ma io non ho detto che sei grillino...". Sì, Alex, certo, certo, allora scusami tu. Ci siamo capiti.
Vedete, molti anni fa Ferrara conduceva in Rai una trasmissione in seconda serata (credo fosse Rai2, ma potrei sbagliare del tutto: era però la seconda serata). Un bel giorno, c'era ancora l'apartheid, dovevano essere i tardi anni '80, quando ancora guardavo la tele, Ferrara aveva invitato un funzionario o un politico o un diplomatico (non so) sudafricano, perché ci doveva essere stata qualche esplosione di violenza che aveva fatto notizia.
Mi ricordo che a un certo punto erano in due, nello studio, con il resto in ombra, e una luce solo su di loro, e Ferrara, stretto nell'inquadratura, chiedeva al tizio una cosa del tipo: "Ma insomma, ma lei se ne rende conto che questo sistema genera violenza, che è assurdo andare avanti così, che siete in ritardo sulla storia, che non può durare?" Ed era impressionante la determinazione con la quale il sudafricano rispondeva. Non se ne rendeva conto. E non era nemmeno pagato per non rendersene conto. Non se ne rendeva conto e basta, Non se ne rendeva conto in assoluto. Non si rendeva conto del fatto che il suo non rendersene conto fosse il primo anello di una catena al temine della quale c'erano le persone arse vive per strada, come Alex non si rende conto del fatto che il suo non rendersi conto di fare disinformazione sulla Spagna, sul debito pubblico (se ne è riuscito con il 40% in mano estera per cui se svalutiamo ecc., contro tutta la latteratura sul tema), è il primo anello di una catena non di menzogne (perché non sono intenzionali), ma di non verità tecniche, al termine della quale c'è tanta sofferenza.
Lui spera di cavarsela, e io glielo auguro. Niente di personale, sul serio. Mi ha fatto piacere incontrarlo a Roma. Sarà bello vederlo cantare le lodi del nuovo regime, senza rendersene conto, quando il regime, senza che lui se ne sia reso conto, sarà cambiato. Cosa che è praticamente già successa...
Daje a ride...
Però in effetti Barbera non ha ragione, ha ragione Wolff (vedi sopra), e forse, allora, hanno anche ragione i simpatici macchiettisti dell'informazione tedesca che puntualmente si affacciano dal teleschermo per darci degli Untermenschen. Magari proprio tutti no, però...
(dai, su, Alex, non te la prendere così! Te lo dice anche il Bruegel che 'sto giochetto non lo devi giocare! E poi i tagli di spesa! Ma quali? Vabbe', dai, tanto questa storia finirà...)
Post scriptum (l'espertone del 13 agosto):
Alessio ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Barbera vs Wolff, ovvero: forse siamo veramente Un...":
Non sono d'accordo con l'ardita tesi di Barbera, tuttavia non mi
convince nemmeno la citazione della percentuale della spesa pubblica sul
PIL e del deficit nominale pubblico per giustificare l'andamento
attuale dell'economia spagnola. Intendiamoci, so perfettamente che
l'attuale lieve "crescita" del PIL spagnolo, come se fosse un successo
avere un aumento dell'1% dopo anni di recessione e con un livello del
PIL ancora inferiore di 6 punti rispetto ai livelli pre-crisi, deriva
dai consumi pubblici, che a loro sono rimbalzati dopo essere stati
bloccati nell'ultimo trimestre del 2013 per scopi di cosmetica del
parametro del deficit ( facendo "stranamente" peggiorare il saldo estero
nell'ultimo trimestre), quello che mi sfugge è il motivo per cui
utilizzare la percentuale della spesa pubblica sul PIL o anche il
generico deficit per spiegare questo fenomeno, facendo così passare
implicitamente il concetto di una Spagna senza austerità e senza tagli.
Eppure io so di tagli ferocissimi alla spesa pubblica spagnola. Mi
sembra abbastanza naturale che la % della spesa pubblica sul PIL aumenti
in seguito ad una recessione ( calo della produzione, minori entrate,
residuali stabilizzatori automatici, maggiori interessi da pagare per
difendere il cambio fisso, salvataggi delle banche, etc), ma ciò non si
traduce necessariamente in autentiche misure espansive anti-cicliche.
Per verificare davvero il tenore di austerità che sta sperimentando un
paese non bisognerebbe guardare l'andamento della spesa reale, oppure la
variazione del saldo primario o, ancora meglio, la variazione del saldo
primario corretto per il ciclo economico? Per il resto, ripeto, non
metto in discussione che i migliori risultati ottenuti da alcuni stati
dell'eurozona rispetto all'Italia dipendono soprattutto dal fatto che
hanno potuto "beneficiare" di una minore stretta fiscale, ma ciò non
significa che non hanno praticato l'austerità. Sbaglio? E se mi sbaglio
mi corrigerete...
Postato da Alessio in Goofynomics alle 13 agosto 2014 13:28
Eccoti servito:
Contento? Così è più chiaro? Se sei così bravo, questi dati perché non te li guardi da solo, visto che tutti i miei lettori sanno dove si trovano? La situazione non cambia se si osserva il deficit strutturale (il Fmi riporta solo il complessivo, ma nei primi anni non è molto diverso dal primario, perché lo stock di debito era trascurabile). La Spagna non ha fatto austerità punto, né ne farà molta in futuro (i dati dopo il 2013 sono previsti, e in ogni caso il concetto di "strutturale" o "corretto per il ciclo" a me che so cosa c'è sotto dice abbastanza poco, però la tua osservazione tecnicamente è corretta). In questo blog abbiamo bandito il "micugginismo" metodologico fin dall'inizio, l'atteggiamento cioè di chi arriva e dice: "m'ha detto mi cuggino che...". Se avete dati portateli, e se ne parla, ma gli aneddoti li lasciamo ai giornalisti, e non lo dico con atteggiamento sprezzante: anche gli aneddoti sono una chiave utile di lettura della realtà, e molti giornalisti la usano con ottimi risultato, ma non è quella che abbiamo scelto noi.
Che dicevo? Quante braccia rubate all'agricoltura... Ma mi sa che tra poco qualcuno visto l'andazzo si adegua, ovvero passa da un lavoro inutile a uno utile (vedi alla voce: "l'Unità"). Chi è causa del suo mal...
RispondiEliminaehh ehh sarà stato il caldo intenso che lo ha fatto svarvola, a un certo punto ha sovrapposto il debito pubblico con i debiti privati, e non gli bastava più fuori c'è la cina ma ha tirato in ballo tutti i Brics, mi ricordo che già qui a roma alla presentazione del suo libro lo avevi asfaltato.....porello è un masochista.....
RispondiEliminaScrive pure? Appposto stiamo...
EliminaBene, bene. Rivediamo lo Statuto (http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/08/12/renzi-riscrivere-statuto-lavoratori_f28223fe-81f1-48b3-8230-5d89809b6e4d.html) .
RispondiEliminaE' questa la battaglia sangue & m...a. Col Barbera o senza.
Il buon Alessandro è un giornalista. Quindi si occupa di informazione.
RispondiEliminaPer fare buona informazione dovrebbe ricordare al popolo di twitter anche quella storia che vede protagoniste Bankia e Catalunya Banc.
IMPORTANTE: un bravo giornalista racconterebbe la storia in questione citando anche i numeri del salvataggio di Bankia e CB
Prof,
RispondiEliminadietro c'è l'ideologia, è come fosse una religione.
La colpa della crsi sono i forestali in Sicilia, l'evasione sono gli sprechi, il debito pubblico, la corruzione etc. Purtroppo c'è tanta gente che ha eccellenti doti tecniche nel proprio campo ma che non riesce a capire che queste cose non c'entrano niente.
Mi è capitato di passare anche due ore a spiegare perchè il problema non sono gli sprechi o l'evasione.
Dopo tanta fatica ti senti dire:
-Ma vedrai che se licenziassimo un po' di impiegati pubblici le cose si risistemerebbero!!- (detto da chi ha i genitori dipendenti pubblici tra l'altro..., io licenzierei i suoi)
A questo punto mi viene quasi da pensare che abbia ragione Padoa-Schioppa, la di durezza del vivere ce la meritiamo....
E che dire di quest'artro (notare il secondo tweet di Vladimiro Giacché che assomiglia ad una legnata gengivale)
RispondiEliminaIn termini strettamente enologici suggerirei a Barbera meno Internet e più Cabernet...
RispondiEliminaProfessore, ma un indice di crescita del PIL al netto del deficit pubblico avrebbe un senso? Una economia che cresce del 1% ma a costo di un deficit del 4-5% si può definire in crescita?
RispondiEliminaImmagino le critiche a questa ipotesi : un simile indice potrebbe essere utilizzato per sostenere i favorevoli al deficit zero, ma se in contabilità nazionale il contributo del settore pubblico si calcola al costo, allora per fare risultare una "crescita apparente" del PIL basterebbe allargare i cordoni della spesa ed assumere qualche decina di migliaia di persone. Gradirei una sua spiegazione.
Scegliere opportunamente i parametri descrittori di un fenomeno è sempre una gran spina nel culo. Vale sempre la regola aurea per qualsiasi forma di espressione: chiarezza e fraintendibilità sono inversamente proporzionali
EliminaDebbono difendere il posto della Bonino come commissario all' emigrazione; mezza stampa e regime, viene dedicata alla Bonino che deve avere un posto in Europa; se gli togli l' Europa dell' euro poi la Bonino resta a spasso. Di Taradash non mi preoccuperei, è uno come tanti, appunto una testa di legno che non ha mai fatto nulla di importante nella vita,tranne che raccogliere firme.
RispondiEliminaMarco Taradash e' quello che ha sostenuto per mesi (dopo l'incidente) che a Fukushima non si era fuso neanche un nocciolo (infatti furono ben tre i noccioli fusi e sprofondati nel terreno) e che non c'erano stati rilasci radioattivi nell'aria e nell'acqua........
EliminaQuindi mi permetto di dissentire: in vita sua non ha raccolto solo firme ma ha anche fatto propaganda senza sapere di cosa stava parlando.
Per quanto mi riguarda mi regolo come Gasperino (il carbonaro-marchese del grillo) nei confronti dell'amministratore infedele: "o' vedi che ho fatto bene a chiedere (i prezzi del carbone, delle fscine e della legna), se me freghi su questo vor di' che me freghi su tutto ed io te licenzio a te, a tu padre e a tu nonno".
Professore, mi perdoni per la banalità della domanda: sto cercando il link ad un grafico circolare che rappresenta l'import/export dei principali stati del mondo, visto qui o su Twitter, non ricordo più. Forse uno dei suoi lettori può aiutarmi. Grazie!
RispondiEliminaQui c'è l' immagine amplificata del diagramma circolare da cui si evincono i numeri
EliminaSI! Grazie molte! ...camminando in montagna raccontavo a mia figlia cosa ci sta insegnando il prof. Bagnai, e mi è venuto in mente questo grafico per mostrare con un colpo d'occhio le relazioni commerciali in Europa e nel mondo...
EliminaE grazie molte anche al Professore per il suo impegno divulgativo.
"Il sesto giorno della Settimana dell'Odio, dopo i cortei, i discorsi, le grida, i canti, gli striscioni, i manifesti, i film, i tableaux in cera, il rullio dei tamburi, gli squilli di tromba, il ritmo cadenzato dei passi in marcia, lo stridio dei cingoli dei carri armati, il rombo degli arei che volavano in formazioni impressionanti, le salve dei fucili... dopo sei giorni di tutto ciò, quando fra mille fremiti il grande orgasmo stava per raggiungere il culmine e l'odio generale nei confronti dell'Eurasia si era mutato in un delirio così intenso che se la folla avesse potuto mettere le mani sui duemila criminali di guerra eurasiatici destinati a essere impiccati pubblicamente l'ultimo giorno delle manifestazioni li avrebbe certamente fatti a pezzi... proprio allora era stato annunciato che l'Oceania non era in guerra con l'Eurasia. L'Oceania era in guerra con l'Estasia. L'Eurasia era una nazione alleata."
RispondiEliminaG.O., !)($
Giuro che non avevo letto l' articolo con l' intervista al buon Wolff.
RispondiEliminaE adesso ascoltatevi questo Barbera di maggio(dal tempo 23':00" a che presenta il libro scritto a due mani con Feltri, " La lunga notte dell' euro ". E' particolarmente grave ciò che dice a proposito della ricchezza degli Italiani (dal tempo 38':00"), riportando lo studio della BCE, su input tedesco, dice lui ma è falso, tanto è vero che la stessa Merkel è cascata dalle nuvole quando ha saputo che i tedeschi sono i più poveri in Europa. Lo studio in particolare sulla ricchezza è preso pari pari da analoghi e precedente di Credit Suisse, lo studio di BCE che riguarda vari aspetti delle finanze familiari in Europa è particolarmente fasullo, a mio parere, relativamente all' Italia(ma credo anche per molti altri paesi in crisi), perchè non si tiene conto né della diminuzione di ricchezza certificata dai successivi report di Bankitalia, né ripsetto all' efettiva convertibilità del patrimonio immobiliare, sia residenziale che non residenziale.
Scrivevo infatti il 3 maggio a Barbera, presso La Stampa (ovviamente senza alcuna risposta):
Dai dati di bankitalia relativi ai report annuali sulla ricchezza delle famiglie italiane si evince:
-Se a fine 2012 il calo sul 2007 era del 9% su ricchezza pari a 9385 MLD e c’è stato nel 2013 da stime preliminari un altri calo dell’ 1,1% a prezzi nominali (sicuramente di più a prezzi costanti), avremo un calo del 10% sui 9385 MLD cioè dal 2007 circa 940 MLD .
.
Qui poi c’ è da dire ancora una cosa sulla effettiva ricchezza italica, dato che il patrimonio delle famiglie è per il 55% circa rappresentato da immobili, e questi immobili sono valutati secondo criteri ormai inadeguati, perchè oggi è praticamente impossibile alienare una casa, a meno di svenderla a prezzi del 15/20% inferiori alle stime ufficiali, nel 99% dei casi, con l’ eccezione di pochi immobili di pregio o immobili situati in località particolarmente richieste, e quindi la ricchezza realmente utilizzabile diminuisce di almeno altri 1000 MLD, pertanto tutti questi lavori sulla supposta ricchezza, andrebbero accompagnati da apposite sezioni relative alla ricchezza realmente convertibile in altri beni reali e qui credo che la poverissima Germania, aquisirebbe un ranking leggermente migliore nel contesto internazionale. Ma dato che a loro fa comodo passare per poveri, e c'è anche chi ci crede ciecamente come Barbera, non strillano di certo la loro piccata protesta; loro sono c(rucchi) mica c(ricchi).
Però che la Germania sia un paese iniquo, probabilmente è vero, in termini di distribuzione della ricchezza.
eh no prof, si è scordato la migliore con Borghi, parlando della Spagna, cito:
RispondiEliminaClaudio Borghi A. @borghi_claudio 11 ago
.@alexbarbera anche tu però aiuti. Un paese a cui abbiamo dato 50mld, deficit da paura, unemployment oltre il 20% adesso diventa esempio...
"Alessandro Barbera @alexbarbera 11 ago
@borghi_claudio un prestito che ha funzionato. Forse avremmo dovuto accettarlo anche noi, nel 2012"
Essì, detto da uno che ce l'ha a morte col DEBITO PUBBLICO di chiedere un PRESTITO e fare più DEBITO PUBBLICO.
Come diceva un certo comico?: "ma sei connesso?"
Poi come facevamo? Al tempo Monti sarebbe dovuto andare a Bruxelles per chiedere un prestito a Draghi che avrebbe chiesto di rimpolpare il MES chiedendo un aumento della quota di partecipazione a Monti.
Vabbè l'ho fatta semplice, forse il giro sarebbe stato più complesso.
Colpa delle mancate riforme!!! La prima non fatta (ma speriamo in futuro) è quella che un cronista locale ( si,quella roba tipo sindaci, assessori, feste di quartiere, furtarelli, arresti per droga, incidenti d'auto) non dovrebbe occuparsi di economia, a questo dovrebbe pensarci uno che si occupa di cronaca nera (visti i morti purtroppo).
ok, non capisco cosa abbia di particolarmente anomalo il portogallo. Dico quello che vedo: il pil portoghese ha un andamento non troppo dissimile da quello tedesco fino al 2010, poi le due spezzate cambiano completamente, quella tedesca cresce e quella portoghese si sgonfia. Qualcosa a che fare con il pagamento dei debiti esteri portoghesi verso la Germania?
RispondiEliminaCon tutti i soldi che han preso manco sono stati capaci di fare come la Spagna
EliminaA proposito di regime... ripeto, il presidente del consiglio sa qualcosa che noi non sappiamo, nonostante continui a mentire praticamente su tutto.
RispondiEliminaGli chiedono di abolire l'art. 18 dello statuto dei lavoratori e lui punta sulla modifica dello statuto, che sarà fortunatamente annacquata.
Gli fanno togliere i 4000 pensionamenti da Quota 96 e lui passa da taglio delle ore dei precari e conseguente aumento delle ore lavorative per i docenti di ruolo senza retribuzione ulteriore ad un piano straordinario di assunzioni per eliminare il precariato.
Delle due l'una: o è impazzito oppure sa che questo sistema è insostenibile ed è finito.
Si dice che il peggior nemico dell'Italia e' l'italiano...magari a sua insaputa..
RispondiEliminaNon sono d'accordo con l'ardita tesi di Barbera, tuttavia non mi convince nemmeno la citazione della percentuale della spesa pubblica sul PIL e del deficit nominale pubblico per giustificare l'andamento attuale dell'economia spagnola. Intendiamoci, so perfettamente che l'attuale lieve "crescita" del PIL spagnolo, come se fosse un successo avere un aumento dell'1% dopo anni di recessione e con un livello del PIL ancora inferiore di 6 punti rispetto ai livelli pre-crisi, deriva dai consumi pubblici, che a loro sono rimbalzati dopo essere stati bloccati nell'ultimo trimestre del 2013 per scopi di cosmetica del parametro del deficit ( facendo "stranamente" peggiorare il saldo estero nell'ultimo trimestre), quello che mi sfugge è il motivo per cui utilizzare la percentuale della spesa pubblica sul PIL o anche il generico deficit per spiegare questo fenomeno, facendo così passare implicitamente il concetto di una Spagna senza austerità e senza tagli. Eppure io so di tagli ferocissimi alla spesa pubblica spagnola. Mi sembra abbastanza naturale che la % della spesa pubblica sul PIL aumenti in seguito ad una recessione ( calo della produzione, minori entrate, residuali stabilizzatori automatici, maggiori interessi da pagare per difendere il cambio fisso, salvataggi delle banche, etc), ma ciò non si traduce necessariamente in autentiche misure espansive anti-cicliche. Per verificare davvero il tenore di austerità che sta sperimentando un paese non bisognerebbe guardare l'andamento della spesa reale, oppure la variazione del saldo primario o, ancora meglio, la variazione del saldo primario corretto per il ciclo economico? Per il resto, ripeto, non metto in discussione che i migliori risultati ottenuti da alcuni stati dell'eurozona rispetto all'Italia dipendono soprattutto dal fatto che hanno potuto "beneficiare" di una minore stretta fiscale, ma ciò non significa che non hanno praticato l'austerità. Sbaglio? E se mi sbaglio mi corrigerete...
RispondiEliminaTi ho risposto sotto al post. Non è che cambi molto, anche con le variabili che tu prediligi.
EliminaHo letto la risposta, anche se devo dire che continuo ad avere qualche perplessità sul metodo attraverso il quale lei è arrivato ad affermare che la Spagna non ha praticato nessuna austerità. Forse è un limite mio, indubbiamente sono un economista della domenica, tuttavia lo stesso grafico che lei ha riportato dimostra che la Spagna, nel lasso di tempo che va dal 2011 al 2013, ha messo in pratica un aggiustamento di poco inferiore a quello italiano. Forse qualche taglietto è stato fatto per raggiungere quell'obiettivo? Certo, resta il fatto che la Spagna continua ad avere un deficit più elevato rispetto all'Italia, e ciò gli ha cosentito, così come sottolinea giustamente Fassina, di ottenere una crescita del PIL pari all'1%. Si tratta appunto di un rimbalzino, spesso seguito da un lieve arretramento, insomma una dinamica non molto dissimile da quella sta avvenendo in Irlanda. Non mi sono mai stato sognato minimamente di dare credito alla tesi bislacca di Barbera che attribuisce questo rimbalzino a improbabili effetti espansivi dei tagli o delle riforme nel mercato del lavoro, e infatti l'ho sottolineato abbastanza chiaramente nel mio primo commento. Ad ogni modo continuo a trovare non soddisfacente (non si offenda, il mio è un punto di vista molto dilettantesco) l'affermazione che vede una Spagna senza tagli e senza austerità. Basta semplicemente mettere in evidenza la differenze del deficit strutturale tra Italia e Spagna per arrivare a una simile conclusione, oppure bisognerebbe riportare il consolidamento fiscale che si è cumulato a partire dal crollo del 2009? Mi spiego meglio, la Spagna era molto esposta ai capitali esteri, molto più dell'Italia, per cui non bisognerebbe sorprendersi del crollo fiscale in seguito al deflusso degli stessi. Ecco, trovo abbastanza parziale confrontare le attuali differenze del deficit tra i due paesi se si omette questo dato di partenza e il punto di arrivo attraverso il successivo consolidamento fiscale cumulato. Forse mio cugggino esagera, ma anche curiosando in questo paper del FMI [ http://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2012/02/pdf/fm1202.pdf] si arriva alla conclusione che la Spagna ha praticato un aggiustamento maggiore rispetto all'Italia, e che questo è avvenuto in buona parte sul lato della spesa, cioè attraverso i tagli. Mi sembra molto emblematica la figura 4 a pagina 10 del documento e soprattutto la figura 13 a pagina 19 in cui si fa una sorta di graduatoria dell'austerità imposta ai vari paesi sulla base della variazione del bilancio primario corretto per il ciclo. Nel caso della Spagna si vede chiaramente che l'aggiustamento è stato più severo rispetto a quello sperimentato dall'Italia, ma anche che esso è avvenuto maggiormente attraverso i tagli alla spesa. Ecco, guardando questi dati, e tenendo in considerazione le diverse posizioni dei due paesi, mi riesce difficile accettare la sua tesi di una Spagna senza austerità. Forse sbaglio, ma molto probabilmente, essendo un economista della domenica (non è falsa modestia, sono consapevole dei miei limiti), non riesco a rendermi conto dei miei errori di analisi e valutazione.
EliminaAlessio caro: grazie di essere uscito dal micugginismo. Il paper lo leggerò con interesse (prima devo scriverne uno io), tanto di questo parleremo. Mi preme solo farti notare che emana da un'istituzione della troika, che quindi è parte in causa, e che se il debito pubblico è (come è) aumentato di due volte e mezzo in rapporto al Pil, io ho sincere difficoltà a parlare di austerità, anche se il Pil è diminuito del 6%. Poi, sul resto fate come volete. Ribadisco che in questo momento chi raglia contro l'austerità in Italia non lo fa per keynesismo: lo fa per eurismo, perché non ha ancora capito (o non vuole capire) che l'austerità è causata dall'euro. Non cascate in questo frame, non fatevi rubare le caramelle come i bambini, per favore! Grazie del contributo e scusa la ruvidezza, ma purtroppo tocchi un nervo scoperto: quello del tradimento della mia professione.
Eliminae mentre c'è gente che inneggia alla grande Spagna (avevo seguito tutto su Twitter, ed attendevo con ansia un post magistrale come questo)... altra gente mi scrive che le multinazionali, anche quando sfruttano con stipendi da fame ed orari di lavoro sovrumani, danno una chance di lavoro agli uomini ed ai bambini... ed altra ancora mi spiega che dovrebbe essere tutto privato perchè nel privato non c'è corruzione...
RispondiEliminaSegnalo due fatti: ieri ero da un cliente dove lavora un ragazzino Rumeno... cominciamo a parlare della crisi e dopo un po' mi racconta che vede nell'italia di oggi, a livello economico, ciò che succedeva tanti anni fa col loro storico dittatore (non ho verificato che ciò sia vero, ma è indicativo che un rumeno si accorga prima di tanti italiani che c'è qualcosa che non va). La cosa bella è che chiedeva a me il perché...
La seconda notizia è la chiusura dell'aziendina di cui è socia la mia ragazza... purtroppo non ce la fanno più... aspettiamo un bimbo, in questo modo non avrà nemmeno il sussidio di maternità dovuto agli artigiani... Saranno contenti "quelli" della spesa pubblica dato che contribuiremo effettivamente ad un piccolo risparmio.
Scusate il piccolo sfogo, leggo sempre e scrivo poco, ci tenevo a condividere con voi queste piccole e personali quotidianità perchè qui, grazie al prof, ci si sente un po' come a casa e soprattutto si respira tanta verità e speranza.
Buona giornata a tutti
OT
RispondiEliminaProprio 10 min fa, su rai3 piazzaffari, il corrispondente da Londra Marco Varvello risponde al conduttore che gli chiede come mai nel regno unito la disoccupazione sia calata e se questo fatto sia riconducibile al fatto di stare fuori dall'euroarea.
Lui risponde dicendo che il merito va ascritto alla diversa condizione relativa allo sforamento del deficit-pil attualmente al 6% ma nei periodi scorsi arrivato anche al 9%. Questo nell'euroarea non è possibile bla bla........
La svalutazione della sterlina che è?! Boh! Mai sentita. 'A soluzzione è o sforo.
Nartro QED, nartro passo verso er baràttro.
Ok, mi cimento io...spero di fare una figura di cacca....
RispondiEliminaL'anomalia della curva portoghese, confrontata con quella della spagnola (l'unica altra economia meridionale presente), finisce ad oggi con un livello di reddito inferiore a quello della euro-area. La teoria econoomica prevederebbe che il massiccio afflusso di capitali dall'estero in un paese meno sviluppato, in cerca di rendimenti più altri, producesse una spirale positiva reddito-occupazione-consumi. Posso supporre che i capitali affluiti in Portogallo non hanno generato questa spirale ma sono stati per la maggior parte spesi in consumi di beni esteri, mentre in Spagna (di cui conosco un po' meglio la storia economica recente), c'è stato un violento boom immobiliare, che tipicamente coinvolge piccole e medie imprese edili locali, creando si debito ma lasciando reddito sul territorio. bojata?
In effetti Barbera o e' un nemico dell'Italia a sua insaputa o ha abusato del suo cognome, mah...La crescita della Spagna, prima della crisi finanziaria e' dovuta, in buona sostanza al settore delle construzioni. Si prestavano soldi per un mutuo praticamente anche ai disoccupati senza avere un deposito.L'idea era quella che intanto incassiamo il bonus della vendita del mutuo, lo stato ci guadagna sulle tasse della compravendita della casa ed il prossimo anno se non pagano riprendiamo la casa e la rivendiamo ad un prezzo piu' elevato. La cosa ha funzionato per anni fino a che la bolla e' esplosa. Nessuno poteva permettersi di acquistare a quei prezzi cosi' alti e le banche con tutte queste proprieta" ma senza contanti stavano per fallire. Lo stato le ha dovute acquistare. In Italia dopo tutti non sono stati cosi' fessi, anzi non hanno mai prestato soldi senza un deposito per la copertura di un eventuale fallimento. Ora in Spagna continuano a crescere grazie al deficit. La spagna dal 2009 al 2012 ha avuto un rapporto deficit / pil circa del 10%. Nel 2013 e' sceso al 7%. Fonte eurostat. Tutti a dire che brava la spagna ha fatto le riforme ed ora cresce. Mentre in italia non cresce perche' non fa le riforme. si pero' all'italia si riprovera o la si vuole sanzionare per uno sforamento del rapporto decifit / pil dello 0.1% mentre la spagna che lo sfora del 7% no. Cose da pazzi...inoltre voglio proprio vedere come fara' a mantenere il fiscal compact....andra' diretta in recessione e ci rimarra' per un lungo tempo.
RispondiEliminaIn un'epoca di scarsi storify del Borghi ci pensi tu a regalarci momenti di triste ilarità.
RispondiEliminaStasera vado a una festa e spero che piova, così resto asciutto.
- "Dopo di me venga il diluvio"
RispondiElimina- "Avevo detto dopo, caxxo, dopoooooo, non durante!"
Da Parigi a a Rignano alcune cose vanno lost in translation
"Non poteva più lottare contro il Partito. E poi, il partito era nel giusto: come poteva sbagliarsi la sua mente collettiva e immortale? In base a quali criteri esterni se ne potevano analizzare i giudizi? La sanità mentale era un fatto statistico. Si trattava solo di imparare a pensare come loro. Eppure...
RispondiEliminaFra le sue dita la matita sembrava troppo grossa, strana. Cominciò a buttar giù i pensieri che gli passavano per la testa. Scrisse dapprima, in lettere maiuscole grandi e impacciate:
LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ.
E poi, sotto, quasi senza fermarsi:
DUE PIÙ DUE FA CINQUE.
A questo punto sopraggiunse una sorta di intoppo. La sua mente sembrava incapace di concentrarsi, come se rifuggisse da qualcosa. Winston sapeva di sapere quel che veniva dopo, ma al momento non riusciva a ricordarlo. Quando infine ci riuscì, il ricordo non venne spontaneamente, ma in forza di una deduzione pienamente conscia. Scrisse:
DIO È POTERE.
Accettava tutto. Il passato era alterabile, il passato non era mai stato alterato. L'Oceania era in guerra con l'Estasia, l'Oceania era sempre stata in guerra con l'Estasia.
[...]
Poteva essere tutto vero. Le cosiddette leggi naturali erano un mucchio di sciocchezze. Lo stesso per quanto riguardava la legge di gravità. «Se volessi» aveva detto O'Brien, «potrei sollevarmi da questo pavimento come una bolla di sapone.» Winston sviluppò e risolse il senso di questa affermazione: "Se lui pensa di potersi sollevare in volo e contemporaneamente io penso di vederglielo fare, allora questa cosa accade." D'un tratto, come un rottame sommerso che emerge dall'acqua, gli affiorò alla mente questo pensiero: "Ma non accade veramente, siamo noi che l'immaginiamo. È un'allucinazione." L'errore era palese. La sua riflessione muoveva dal presupposto che da qualche parte, al di fuori di noi, esistesse un mondo "reale", nel quale si verificavano eventi "reali". Ma come poteva esistere un simile mondo? Come facciamo ad avere conoscenza di qualcosa, se non attraverso la nostra mente? Tutte le cose che accadono sono contenute nella mente e accade veramente solo ciò che è nella mente di tutti.
Non fece fatica a liberarsi del suo errore, non correva il rischio di cedervi. Si rendeva conto, tuttavia, che non gli sarebbe mai dovuto venire in mente. La mente dovrebbe produrre un buco nero ogni qualvolta vi si affacci un pensiero pericoloso. Un simile processo dovrebbe essere automatico, istintivo. In neolingua lo chiamavano stopreato.
Cominciò a fare esercitazioni di stopreato. Si figurava proposizioni del tipo: "Il Partito dice che la terra è piatta", "Il Partito dice che il ghiaccio pesa più dell'acqua", poi si allenava a non vedere o a non capire gli argomenti che contraddicevano tali asserzioni. Non era un esercizio facile, richiedeva grandi doti di ragionamento e di improvvisazione. I problemi matematici sollevati da un'affermazione come "due più due fa cinque" erano per esempio al di là delle sue capacità intellettuali. L'addestramento implicava anche una sorta di ginnastica mentale, vale a dire l'abilità nel fare in un dato momento un uso raffinatissimo della logica, per poi passare un attimo dopo alla cecità di fronte agli errori logici più marchiani. La stupidità era indispensabile quanto l'intelligenza, ed era altrettanto difficile ad acquisirsi.
ibid., Mondadori, pp. 284-285
(quando accadrà quel che deve accadere - e ne sono al corrente forse solo Dio e il Prof., senza offesa, nella loro Infinita saggezza - grazie a questa comunità avremo almeno acquisito la consapevolezza di poter incontrare, con un po' di fortuna, delle forme di vita diversamente sottoumane. Da questo punto di vista puramente estetico, in questa guerra, sappiamo già chi ha vinto: è una serenità intellettuale di cui nessun sopruso economico potrà mai privarci.)
Il PS me lo sarei evitato. Passare da un saldo strutturale di -10 ad un sostanziale pareggio in 4 anni non è austerità? La spiegazione di Bagnai per il passaggio a -10 nel 2009 è assolutamente corretta, pubblicizzazione di debito privato. Chi c'è l'ha con l'austerità contesta la brutalità della riduzione a partire dal 2010.
RispondiEliminaSenti, io posso anche essere gentile, ma quando si sforano i parametri di imbecillità devo purtroppo intervenire. Consideralo un early warning. Capisco male io, o stai dicendo che nel 2013 la Spagna era in pareggio strutturale? Li vedi i numeri? Lo sai cos'è un saldo strutturale? La Spagna era al -5 strutturale (da Fiscal compact, avrebbe dovuto essere zero, esattamente come era zero quello italiano), e quindi era al -7 effettivo (che, a differenza dello strutturale, non è una misura ideologica e manipolabile, ma una risultanza contabile oggettiva). E questa ti sembra austerità?
EliminaSenti, te lo dico con parole semplici: i promotori dei referendum contro l'austerità sono euristi (vogliono salvare l'euro, non noi), quindi fascisti. Se fai parte di quel mazzo, accomodati. Persone che negano la realtà per distruggere il futuro dei miei figli non è detto che debbano per forza essermi simpatiche. Nel prossimo post trovi spiegato per l'ennesima volta perché essere a favore dell'euro e contro l'austerità è una colossale ipocrisia. E ora, per favore, basta.