mercoledì 3 dicembre 2025

Ha stato Giorgetti!

No, non è quello che pensate voi (per cui vale il noto brocardo Roma locuta, causa finita, con buona pace dei monatti che mi hanno inseguito per Montecitorio!): è una riflessione, la solita - ma sempre utile - riflessione, sull'austerità, su cosa sia, su quali effetti produca...

Faccio un rapidissimo riassunto delle puntate precedenti: nella prima, tredici anni or sono, vi avevo descritto l'aritmetica del debito pubblico, facendo riferimento a un noto episodio storico: il dialogo fra il premier della Ruritania e il governatore della BCR (Banca Centrale Ruritana), in cui quest'ultimo spiegava al primo che essendo il debito della Ruritania una frazione impropria del Pil, le politiche di austerità avevano come necessario effetto collaterale un incremento, anziché una diminuzione, del rapporto. Eh sì, perché per quanto sembri strano, capita che:


Nonostante che 2 si ottenga da 1,5 sottraendo 1 al numeratore e al denominatore, per un insondabile mistero dell'aritmetica risulta maggiore di 1,5. Questo significa che a meno che il moltiplicatore fiscale sia di molto inferiore a uno (e non si vede perché dovrebbe), quando il rapporto debito/Pil è superiore al 100% la crescita è più efficace dei tagli nel farlo diminuire, cosa che nel 2012 nessuno diceva tranne

IO

e nel 2025 stanno dicendo un po' tutti. Probabilmente il motivo di questo strano oblio dell'aritmetica elementare stava nella circostanza che qui vi rappresento:


All'inizio del 2012 (fine del 2011) un unico Paese significativo aveva un rapporto debito/Pil superiore al 100%: l'Italia. Solo l'Italia quindi si sarebbe fatta molto male, e se lo fece, approvando politiche procicliche di austerità:


Oggi seguire quella china sarebbe un problema non solo per noi, ma anche per Stati Uniti e Francia (per restare fra i grandi).

Ne consegue, e questa è la seconda puntata, che da due anni a questa parte la narrazione è cambiata, come vi ho spiegato parlando degli spingitori di austerità:


Ora quello che nel 2012 dicevo solo io lo dice, con maggiore ma non inattingibile né indispensabile raffinatezza, anche l'aiemmef (IMF): se tagli con un rapporto debito/Pil maggiore al 100% rischi di fare disastri (vedi il ragionamento qua sopra). Quindi l'"effetto Monti" da noi previsto ad aprile 2012 (prima che si materializzasse nei dati) ad aprile 2023 (dopo che gli si sono fatti esplicare i suoi effetti disastrosi) viene riconosciuto anche da quei gran figli di troika...

E fino a qui siamo alle cose che sapete.

Oggi sono intervenuto a una conferenza organizzata da Itinerari previdenziali, dove ho detto cose che anche solo tre anni fa mi avrebbero valso un brusio di scandalizzata riprovazione da parte della platea, molto ortodossa (casse previdenziali, fondi pensione, asset manager), e che invece hanno suscitato interesse e plauso, non quel plauso furtivo e clandestino che mi riservavano certi colleghi quando prima di diventare parlamentare denunciavo le storture dell'Unione monetaria, ma un plauso assolutamente trasparente.

Fra le varie cose che ho fatto vedere c'è questa:


Qui avete la media aritmetica del rapporto deficit/Pil e del rapporto debito pubblico/Pil nel triennio 2023-2025 secondo le previsioni del Fmi nell'aprile del 2023 e nell'ottobre del 2025. Che cosa notate? Che nell'aprile del 2023 il Fmi prevedeva che avremmo fatto mediamente meno deficit (attorno al -2.5% del Pil) ma più debito (attorno al 139% del Pil), mentre le stime più recenti, quelle di ottobre 2025 , ci dicono che avendo fatto più deficit (con una media attorno al -4.5% del Pil) siamo riusciti a fare meno debito (con una media sotto al 136% del Pil).

Per noi questa è accademia, ovviamente: sono banalità, business as usual, è un fenomeno della cui natura economica siete edotti fin dal lontanissimo 2012. Abbiamo fatto meno debito perché abbiamo fatto più deficit del previsto. Eventualmente ci sarebbe da ragionare sui risvolti politici: mi riuscite a spiegare come mai un Governo che si è comportato così (e quindi bene, secondo la vera teoria economica, quella esposta da Goofynomics undici anni prima del Fmi), viene accusato di essere una sorta di Monti 2?

Non sto dicendo che l'attuale manovra sia espansiva, per carità! Ma non è restrittiva, pur non volendo essere eversiva. La domanda diventa quindi: a chi farebbe comodo una manovra eversiva, che scatenando turbolenza sui mercati porterebbe al rovesciamento del Governo? Ormai abbiamo capito come funziona, e ci dispiace per er sor Perepè, per Thelmo&Louiso, ma anche per il loro blocco sociale di riferimento (o di utilidiotanza), cioè il grande capitale finanziario internazionale: non ci faremo tirare giù così!

Il gesto eclatante lo lasciamo agli altri.

Noi ci accontentiamo dei risultati eclatanti (date le condizioni).

That's it!

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