domenica 19 gennaio 2025

Caciccato (s.m.)

Poche ore fa Claudio ha sollevato un'onda nella cloaca nera con questo suo tweet che mette in evidenza un aspetto interessante del processo politico visto nella sua concretezza. Se ne sono diramate dopo un po' una serie di ampie discussioni, in una delle quali rinvengo questa risposta che vorrei rapidamente commentare con voi:


Dialetticamente questa risposta è ineccepibile, come testimonia anche il vicolo cieco in cui ha mandato a cacciarsi l'espertone di turno:


(uno dei tanti che volevano tutto e subito, e destabilizzati dall'impazienza hanno preferito risolvere l'incertezza arruolandosi nella folta schiera delle amanti tradite).

Ci sarebbe da ragionare su tanto (ad esempio, sulle "posizioni minoritarie che poi diventano maggioritarie". Esempi? Spiegazioni?), ma qui mi soffermo su un aspetto, quello che ho evidenziato in giallo.

La risposta di Claudio in tanto è efficace dialetticamente in quanto si appoggia a un falso preconcetto dei suoi interlocutori, quello secondo cui il sistema proporzionale (sottinteso: con preferenze espresse) meglio si presterebbe a dare voce "ar bobolo" (giusto e santo per definizione), a quindi a consentire al sullodato "bobolo" di scardinare i meccanismi autoreferenziali de #aaaaabolidiga, garantendo che tutte tuttissime le opinioni, compresa quella di

IO

possano trovare una rappresentanza nelle sedi parlmentari, propagando il seme della dissenting opinion, e creando così il presupposto perché la grama opinione minoritaria attecchisca e nel tempo si trasformi nella robusta sequoia di una opinione maggioritaria.

Insomma: il sistema proporzionale sarebbe più "politico" del sistema maggioritario, più favorevole al radicarsi nelle sedi parlamentari di uno spettro di opinioni più diversificato. Se non ricordo male, anche qui qualcuno aveva fatto questo discorso, una quindicina d'anni fa, ormai: "Se ci fosse un voto proporzionale puro, potremmo fare "er partito di Goofynomics" e così avremmo in Parlamento qualcuno che gliele canterebbe chiare!"

Il famoso "famoerpartitismo" contro cui mi sono sempre, per vostra e mia fortuna, risolutamente schierato.

Ora, e premesso per completezza che:

  1. l'obiezione di Claudio è non solo dialetticamente, ma anche letteralmente corretta (certo: col proporzionale puoi votare chi vuoi, ma anche col maggioritario: diciamo che "votare chi si voleva" va ovviamente inteso nel senso di "esprimere per il candidato di proprio gradimento un voto di preferenza tenendo conto dell'alternanza di genere", e quindi comunque un voto per "chi si vuole" nel contesto dei soggetti inclusi dai partiti nelle liste di un determinato collegio);
  2. incidentalmente, 20.000 voti sarebbero molti in un collegio abruzzese, ma sono niente a livello nazionale, e per accedere al Parlamento nazionale si viene però candidati in collegi di dimensione al massimo regionale, quindi tutto il consenso che vedevate qui o al #goofy in realtà elettoralmente non esisteva - esattamente come di converso certe performance elettorali stellari non riempirebbero la sala del Serena Majestic: unicuique suum;
  3. ormai ne sapete abbastanza di come funzioni in concreto la politica da poter considerare immediatamente come un delirante narcisista chiunque vi proponga uno spiaggiamento di mera testimonianza nel gruppo misto;

il punto su cui volevo attirare la vostra attenzione è un altro.

Se lo si considera nella concretezza di come effettivamente si svolge nel contesto delle regole attuali, il voto "proporzionale", inteso come voto con preferenze, senza listino bloccato, è molto ma molto meno "politico" del voto maggioritario, e questo dovreste averlo capito anche voi. Il motivo è semplice: se servono i voti, si candida (verbo transitivo: si mette in lista) chi porta i voti, non chi porta una verità della quale non frega un cazzo a nessuno per quanto rispettabilissima!

Scusate la franchezza, ma ogni tanto bisogna anche essere espliciti (e parlare quindi in franco o francese che dir si voglia).

Può piacere o non piacere, potete crederci o meno, ma i voti li hanno gli animali da territorio, gli uomini da marciapiede (in Abruzzo: marciappiede, non chiedetemi perché...), non i Buffagni, i Musso, e nemmeno i Bagnai (nonostante abbiano un seguito "social" superiore a quello dei sullodati esponenti del dibattito). Per scrivere il nome di qualcuno bisogna che quello abbia fatto qualcosa per te, qualcosa di concreto, e no: aprirti gli occhi non basta! Non sto parlando di voto di scambio né di altre fattispecie illegali: anche nel contesto della più stretta aderenza alle rigorose normative catare, un conto è essersi esposti su un provvedimento concreto (la realizzazione di un'infrastruttura che ti accorcia i tempi di percorrenza, un bando per il finanziamento della tua attività, o della zona in cui risiedi, ecc.), un conto è proporre una visione alternativa che può magari scaldare i cuori (di una ristretta nicchia), ma mai abbastanza da far impugnare la matita.

Volete la dimostrazione?

Semplice!

Con un listino bloccato su collegio unico nazionale ora avremmo a Bruxelles Marco Zanni: saremmo cioè riusciti a rieleggere il parlamentare che più ha contribuito, nella legislatura precedente, all'affermarsi degli equilibri fra i gruppi che stanno caratterizzando questa legislatura, e che quindi meglio saprebbe interpretarli. Con il voto a preferenza su macro-collegi regionali abbiamo dovuto seguire una strategia completamente diversa, totalmente avulsa dalle logiche che qui vi sembrano determinanti, e quindi in re ipsa inabilitata a tenerne conto e a dar loro rappresentanza. Questo naturalmente non è un giudizio di valore sugli ottimi colleghi che ora ci rappresentano a Bruxelles: è un giudizio di fatto che spiega perché noi non potremo avere mai una figura come questa (e averne, finché dobbiamo giocare questo gioco, ci servirebbe).

Con questo sistema (inesistente) dei partiti, con questo ritaglio (assurdo) dei collegi elettorali, posto che comunque le liste non sorgono per generazione spontanea dalla fermentazione del corpo elettorale, ma vengono decise dai vertici di partito, una lista bloccata paradossalmente veicolerebbe un voto molto più ideologico di quello implicito nel meccanismo delle preferenze! Banalmente: vi ricordate quando secondo i giornali noi saremmo dovuti entrare nel PPE? Indovinate un po' perché invece abbiamo votato (e fatto votare) contro la von der Leyen!? Servono altre spiegazioni?

Si potevano cambiare le regole? Sì, si sarebbe potuto. Lo abbiamo chiesto? Sì, lo abbiamo chiesto. Ci siamo riusciti? Evidentemente no. 

L'inefficienza della legge elettorale per le europee è una delle principali cause della nostra subalternità a Bruxelles, e forse per questo non si riesce a cambiarla. Un altro motivo immagino sia che avere un "megasondaggione" di metà mandato fatto su un campione rappresentativo (l'intero corpo elettorale) evidentemente fa comodo, nonostante che l'esperienza dimostri che questo sondaggione non solo non è poi così significativo (e qui ce ne eravamo accorti), ma può anche essere destabilizzante (come l'esperienza del 2019 ci ricorda).

Questo lo dico a futura memoria.

Il problema non è tanto la legge elettorale, quanto quello che le sta a monte: l'esistenza o meno di un sistema dei partiti in grado di svolgere la propria funzione di corpo intermedio, l'esistenza o meno di una filiera amministrativa dove i partiti possano far crescere i propri rappresentanti (oggi questa filiera è infartuata dalla cosiddetta abolizione delle province).

Ovviamente questo discorso è fatto a beneficio di chi si pone su un livello di comprensione superiore rispetto a chi invece continua a chiedere un discorso di mera testimonianza, di mero, narcisistico, martirio.

Buona domenica!

31 commenti:

  1. Deo gratias.
    Anche oggi, tramite Telegram (link-Goofinomics) abbiamo potuto ricevere un piccolo utilissimo contributo di storia politica italiana ed europea che non può non farci bene nel cercare di sconfiggere la nostra stratosferica ignoranza.
    Grazie ovviamente anche a Bagnai e Borghi

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  2. Nella gerarchia di "politicità" come si collocherebbe un sistema totalmente proporzionale plurinominale a lista bloccata (eventualmente con sbarramento "anti-micropartiti" tra il 3 e il 5%)?

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    1. Non farebbe contento chi si illude che portare un parlamentare in Parlamento ad abbaiare alla Luna sia un obiettivo sensato.

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  3. Egregio Onorevole,
    mi permetto di dissentire su un punto ed aggiungere alcune considerazioni.

    Lei scrive:
    "Per scrivere il nome di qualcuno bisogna che quello abbia fatto qualcosa per te, qualcosa di concreto, e no: aprirti gli occhi non basta!"

    Mi spiega esattamente cosa avrebbe fatto Vannacci per più di 500k italiani, se non forse "aprirti gli occhi" (escluderei l'importante carriera militare a cui credo sfreghi poco ai più).

    Ho la sensazione che, facendo riferimento al libro Demopatia
    (https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/demopatia/):
    "La democrazia che ne deriva, mediatizzata e psicologica, sembra una sondocrazia permanente, i cui leader assumono le caratteristiche dei follower (inseguitori dell’opinione pubblica) e in cui l’opinione si fa emozione pubblica, tanto è diventata volatile e volubile in una dinamica istantanea."

    I leader (quasi tutti), invece di dare forma all'opinione pubblica, come avveniva un tempo, sono ad inseguirla e quindi, come scrive lei:
    "se servono i voti, si candida (verbo transitivo: si mette in lista) chi porta i voti", anche se questo, aggiungo io, col partito (storia ed obiettivi) c'entra il giusto.

    Un saluto,
    Fabio

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    1. Sì, hai doppiamente ragione sia sull'eccezione (Vannacci, che conferma però la regola: alla fine il suo coinvolgimento, come all'epoca il nostro, è avvenuto sulla base del presupposto che portasse un consenso specifico, un pacchetto - un pacchettone - di voti) che, soprattutto, nell'evidenziare la passività non tanto e non solo dei leader, quanto dell'intera classe politica all'opinione pubblica. Il problema, com'è abbastanza chiaro, non mi riguarda perché fin dall'inizio non ho cercato il vostro consenso, e anche per questo penso di avervelo spesso messo in evidenza. Il mitologema della sciura Maria ci racconta proprio questo, la passività della comunicazione e quindi della politica rispetto alla presunta visione del mondo (e capacità di vedere il mondo) dell'average Joe. Il Dibattito, cioè questo blog, è dotato di un potentissimo filtro anti-sciura Maria!

      Questo però è un problema più generale, che secondo me si pone su un piano diverso, se vogliamo ancora più devastante, ma leggermente diverso rispetto alla necessità di dover gestire un'elezione europea. Del resto, se gli togli soldi e ideologia è difficile capire come i partiti potrebbero guidare le masse. E se la politica deve essere rappresentativa delle masse, è difficile capire come oggi potrebbe essere un gran che, atteso che, come dice l'autore di Demopatia: "C’è una sola strada percorribile: fare i conti con noi stessi. Se non si parte dal demos, non esiste cura democratica." E sì, pare che un pochino "colpevolizzi l'elettoreeeeh1!1!!!"

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    2. Vannacci non ha aperto gli occhi alla gente, ha aperto loro la bocca. Non ha aggiunto nessuna consapevolezza, ha dato voce a sentire comune, cioè condiviso da grandi numeri, fino a quel momento inesprimibile con pari forza da una posizione altrettanto inespugnabile. Una cosa un po' diversa.
      Comunque, in generale, la politica è l'organizzazione di un pranzo per diversi milioni di convitati. Discutere con l'organizzazione (partiti e loro rappresentanti) dell'adeguatezza del catering e della varietà (sistema elettorale) o della gustosità e salubrità (istanze, idee, movimenti di opinione) del menù, ci sta. Pretendere di ordinare alla carta e di essere riveriti dai camerieri (iononvivotopiù, famoerpartitisti, gestoeclatantisti, ecc.), invece, è da coglioni.

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    3. Egregio Onorevole,
      aggiungo alcune considerazioni tratte dal libro "Psicologia delle folle", scritto da Gustave Le Bon nel 1895, quindi ben 130 anni orsono.

      Ai nostri giorni, la somma delle opinioni mobili delle folle é più grande che mai, e ciò per tre diverse ragioni.

      La prima é che le antiche credenze, perdendo
      progressivamente il loro dominio, non operano più come una volta sulle opinioni passeggere per dar loro un certo orientamento. L'affievolirsi delle credenze generali lascia posto a una quantità di opinioni particolari senza passato né avvenire.

      La seconda ragione è che le folle, incontrando opposizioni sempre minori grazie al loro crescente potere, possono liberamente manifestare una estrema mobilità di idee.

      La terza ragione, infine, è la recente diffusione della stampa che fa passare sotto gli occhi le opinioni più contrarie. Le suggestioni originate da ciascuna di esse, sono in breve distrutte da suggestioni opposte. Nessuna opinione riesce dunque a diffondersi e tutte sono destinate a una esistenza effimera. Esse muoiono prima di aver potuto propagarsi abbastanza per diventare opinioni generali.

      Da queste diverse cause risulta un fenomeno nuovissimo nella storia del mondo, e che assai bene caratterizza l'epoca attuale: voglio dire dell'impotenza dei governi a dirigere l'opinione. Un tempo, e questo non é troppo lontano, l'azione dei governi, l'influenza di qualche scrittore e di un piccolo numero di giornali costituivano i veri regolatori dell'opinione. Oggi gli scrittori hanno perduto ogni influenza e i giornali non fanno più che rispecchiare l'opinione. In quanto agli uomini di Stato, lungi dal dirigerla, non cercano che di seguirla. Il loro timore dell'opinione giunge a volte fino al terrore e impedisce ogni fermezza alla loro condotta.

      Direi che le considerazioni di Le Bon sono ancora attuali.

      Un saluto,
      Fabio

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    4. Quindi vedi che si conferma uno dei punti saldi del mio pensiero.

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    5. Posto che di Giuseppe Di Vittorio o di Adriano Olivetti non se ne vedono da oltre mezzo secolo, la democrazia dei capibastone (capipopolo o capicacciavitari) non ha mai portato benissimo... né al popolo, né a confindustria.
      E né alla politica (ricordiamo la riconoscenza elettorale di chi ottenne il GP come inutile strumento per svuotare i magazzini, ma utile a svuotare la libertà). Tanto valeva fare gli statisti (auto-cit).
      La politica è sempre stata e sempre sarà (finchè il sole diventerà la famosa gigante rossa) antropologicamente un processo elitario. Una élite politica che non si assume la responsabilità della guida, si assumerà la responsabilità del fallimento, suo e del Paese.
      Bisogna ricostituire i corpi intermedi della politica, dalle sedi di partito, alle province (abolire le mai esistite regioni-generatori di piccoli vicerè capibastone, please), dove si possa ricominciare a fare fornazione e selezione.
      E selezione = "liste bloccate" .

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    6. @Fabio
      "I leader (quasi tutti), invece di dare forma all'opinione pubblica, come avveniva un tempo, sono ad inseguirla..."


      La si potrebbe definire "secolarizzazione della politica", ugualmente a quanto da decenni avviene in Santæ Romanæ Ecclesiæ.
      Ci han rotto la ultramillenaria "unione di trono e altare"... dopo l' "altare" farci scippare anche il (cospicuo) "trono" ?

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  4. Il problema è che abbiamo "partiti di cartone" per una "democrazia di cartone". Quando la nostra democrazia era "vera "anche i partito erano "veri" e come tali sentivano il problema di avere politici capaci di esprimere al meglio l'ideologia del partito sapendo anche "acchiappare i voti".
    Nel suo libro "memorie imperfette" Arturo Tofanelli ( https://it.wikipedia.org/wiki/Arturo_Tofanelli ) giornalista di "area socialista" della Mondadori "prestato" nel 1945 a capo redattore de l' Avanti racconta ironicamente di come i capi del partito socialista gli imposero di "provarsi" anche come politico parlando ai militanti milanesi nelle riunioni che il partito teneva ogni settimana in un cinema, luogo in cui appunto essi verificarono che , per suo temperamento, Tofanelli non era efficace "a voce" quanto lo era " per scritto", di modo che l' esperimento cessò subito "consensualmente"( e Tofanelli restò "di area").
    Dico questo per dire che non si possono imporre "per lista" politici non convincenti agli occhi de l' elettorato e comunque i partiti d'antan avevano altri modi per utilizzare i "talenti" degli "impolitici".

    Quindi quale è la differenza "politica" tra Borghi e Zanni? Sul piano della capacità direi nessuna salvo che Borghi ha dimostrato di sapersi prendere i voti ( in Toscana , a Como no, "nemo propheta in patria" 😀)
    E su questo limite " elettorale" il primo a doverci riflettere dovrebbe essere Zanni e il segretario come secondo (se Zanni gli fosse veramente insostituibile) .

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    1. Scusa eh, ma visto che continui a esprimerti ex cathedra su cose sulle quali a mio avviso sembri poco preparato, se la metti in termini di differenze fra Claudio e Marco allora devi anche spiegarmi perché per due volte Claudio non è stato eletto mentre per due volte Marco è stato eletto. Parliamo ovviamente di elezioni europee, perché di confrontare pompelmi con arpe non me la sento questa sera.Vediamo come mi spieghi il fenomeno che ti ho descritto, a complemento dell’aspetto che tu ritieni di aver spiegato, e poi entriamo nel merito della spiegazione complessiva.

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    2. Esatto , Borghi non è stato eletto alle elezioni europee del 2014 perché un "cacicchio" aveva fatto un "patto personale" con una "nota formazione neofascista" e ha perso le elezioni comunali a Como ( una gratuita perdita di tempo per uno come lui) perché non aveva capito che il suo nome "non bastava": se la gente ti deve votare "personalmente " non basta avere dei "meriti" , lo ricordare "personalmente" a tutti .
      Cosa che Borghi poi ha sempre fatto ( eccetto che a Como 😀)

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    3. A parte il fatto che si dice "cacicco" (era Borghezio) e che Claudio a Como la campagna porta a porta l'ha fatta e come (e andammo anche io e Antonio a sostenerlo, e io mi feci le tre di notte in sala del Governo per mettere la "Casa del fascio" in legge di bilancio...), non mi sembra che tu abbia risposto. Perché Marco per due volte è stato eletto? Devi scusarmi, ma non capisco proprio che cosa dici, non capisco che cosa tu vada cercando, se rispondi mi aiuti. Vuoi dimostrarci che abbiamo un'ottima legge elettorale per le europee? Sarà senz'altro così, forse sarà per questo che in Europa a mia scienza una roba simile ce l'abbiamo solo noi (e anche qui se mi porti altri esempi ci aiuti).

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    4. ***Perché Marco per due volte è stato eletto?***
      Non so la sua "prima volta" ( era nei M5S) ma nella seconda ( da leghista) mi pare che ( con la lega al 34%) arrivò ultimo su 9 eletti nel suo collegio. Questo (forse) allora era scusabile perché ancora poco conosciuto da l'elettore leghista ma l' anno scorso ( nononstante il 9%) doveva venir fuori riconfermato come "primo" datosi l' enorme lavoro che aveva fatto.
      E qui ci deve essere "un difetto nel manico", o "suo" o della Segreteria nel presentarlo. Forse non è andato abbastanza in TV, forse c'è andato ma non l' ha "bucata" ? Forse il suo lavoro non è stato sufficientemente illustrato dal segretario?
      Su questo, con tutta la stima che ho per Zanni , ci deve essere una riflessione politica; non basta dare del "cretino" a chi poi la lega l' ha votata comunque.

      Poi non esiste la "legge elettorale perfetta" ma posso dire che le "liste bloccate" sono sicuramente pessime perché alla fine a l' elettore non viene data nessuna facoltà di scelta se non quella di un voto di fede ( nella segreteria)

      Per esempio chi alle politiche ha visto "segati" dal listino della sua circoscrizione i parlamentari leghisti uscenti ostili al governo Draghi (e alle sue vaccate Covid ) e invece "comodamente" confermati i "cinefili" potrebbe anche aver avuto un buon motivo per non rivotare lega.

      Perché se vuoi cambiare la politica del paese i voti li devi prendere convincendo chi pensa con la propria testa. I "voti di fede" ( nel segretario) non bastano quando il segretario "grippa".

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    5. Vabbè... sei punturino, quindi tutto è chiaro. Non ci sono segni della tua presenza prima del 2024, quindi rinuncio a spiegarti che non si tratta di dare del cretino all'elettore, ma di riconoscere che c'è un lavoro politico che l'elettore non può apprezzare, perché non ha necessariamente la capacità politica per farlo. Tu continua pure a pensare con la tua testa: è il marker primigenio degli ortotteri, sappiamo cosa pensare (con la mia testa) di chi pensa "con la sua testa"...

      Stammi bene!

      Ah, e sì: io colpevolizzo l'elettore! Sono ogni giorno di più estasiato dal miracolo della democrazia...

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    6. Solo per precisare:
      1) si non mi sono vaxxato perché uso "sbagliare con il mio cervello".Non mi è stato molto "costoso", perchè sono "pensionato" e non ho "paura di morire " (Ho solo dovuto riorganizzare la mia vita per stare il più possibile lontano dai "mattatoi".)
      2)io qui commento dal 2024 ma ti assicuro che ti leggo dal 2011 ( e forse ci sarà un perché...)
      3)che ci piaccia a no la democrazia si basa sulla scelta del singolo cittadino , il che pone SEMPRE dei grossi problemi perché come sarcasticamente scrisse quell "elitista" di G.B.Shaw : " la democrazia è quel sistema politico che ci assicura che nessun popolo sarà mai governato da qualcuno migliore di lui "
      Quindi se riteniamo una VERA democrazia il sistema più giusto e più efficace "il popolo" andrebbe educato anche "paternalisticamente" ( come faceva madre chiesa) con tanta "pazienza" e tanto "buon esempio" e senza aspettarsi "miracoli" perché "la botte da il vino che ha " e solo UNO trasformava " l' acqua in vino" ( e noi ad esempio atavicamente siamo pieni di " piddini" che sanno fare solo l' esatto contrario)

      Altrimenti teniamoci "il governo dei (supposti ) migliori" (con i grovigli di interessi dei loro sodali, figli & parenti) e buonanotte.
      Perché un "governo dei migliori" a Bruxelles già ce lo abbiamo no ?
      Con immutata stima.

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    7. Per capire: ma quindi Shaw demonizza l’elettoreeeeeeh1!!1!?

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    8. Ceeerto! E se no che "fabiano" era ...😀

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  5. A margine potrebbe essere interessante che il dibattito sulla riforma dei sistemi elettorali colla proposta di innovazioni che sulla carta sembrano promettenti (per es. il quadratic voting) imperversa proprio in contesti in cui il ruolo di corpo intermedio dei partiti è inibito.

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  6. Ma è questo (https://goofynomics.blogspot.com/2017/05/euro-e-politica.html) Buffagni? Come cambiano le idee quando è il tuo seggio in gioco eh Berto?

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    1. Non capisco di chi sia in gioco il seggio. Roberto è candidato da qualche parte?

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    2. Per diversi anni ho incrociato Buffagni "altrove" sul web è l' ho sempre trovato una persona estremamente riflessiva ed intelligente ( e questo vecchio gophy lo conferma , non ha aveva perfettamente previsto i problemi leghisti col Conte1 ? )
      Quindi non credo proprio che si sia mai "candidato" anche se ultimamente lo vedo meno ( io continuo a preferire la forma scritta dei blog ) mentre lui ora preferisce "la cloaca nera" (dove sicuramente "rende meno" ma è "visto" di più")

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  7. Trovo che la questione sia stata impostata bene dal prof. e da Borghi. Fare politica non significa commentare o esprimere opinioni più o meno fondate scientificamente: perdere di vista questo significa fare la fine di Platone a Siracusa, nella migliore delle ipotesi, o del coglione a cui tutti danno ragione al bar pur di non ascoltarlo, nella peggiore, con molte possibilità intermedie. Bisogna apprendere questa “arte”, esercitandola, non ci sono altre vie: si va ad ascoltare nei consigli comunali o circoscrizionali o quello che è, poi ci si candida, poi si viene eletti (o trombati e si riprova), poi si esercitano via via eventuali ruoli o incarichi… Solo così si inizia a capire (ed enfatizzo “si inizia”). Le opinioni e le informazioni fornite dagli esperti e dagli studiosi (di ogni materia, compresa la scienza politica), come a volte anche quelle date dall’uomo della strada, servono e, anzi, talora sono indispensabili, ma decidere (anche semplicemente di esporsi) è un’altra cosa. Trattare la politica come oggetto (di una discussione, di una scienza o di opinioni erratiche) e farla come soggetti (non necessariamente decisori, ma coinvolti in prima persona anche semplicemente nel condurre una campagna elettorale a fianco a un candidato) sono attività apparentemente simili, ma sostanzialmente, nella mia esperienza, incommensurabili.

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  8. Dal discorso bomba di insediamento di Trump, circa un'ora fa, tradotto (male) in pochi secondi usando AI:

    "Oggi firmerò una serie di ordini esecutivi storici. Con queste azioni, daremo inizio al completo ripristino dell'America e a una rivoluzione basata sul buon senso. È tutto una questione di buon senso. Per prima cosa, dichiarerò un'emergenza nazionale al confine meridionale. Tutti gli ingressi illegali saranno immediatamente bloccati e avvieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di criminali stranieri nei luoghi da cui provengono. Ripristineremo la mia politica di 'rimanere in Messico'. Porremo fine alla pratica del 'cattura e rilascia' e invieremo truppe al confine meridionale per respingere l'invasione disastrosa del nostro Paese.
    [...]
    Successivamente, ordinerò a tutti i membri del mio governo di mobilitare i vasti poteri a loro disposizione per sconfiggere l'inflazione record e ridurre rapidamente i costi e i prezzi. La crisi inflazionistica è stata causata da una spesa pubblica eccessiva e dall'aumento dei prezzi dell'energia. Per questo oggi dichiarerò anche un'emergenza energetica nazionale. Torneremo a estrarre petrolio e gas. L'America tornerà a essere una nazione manifatturiera e sfrutteremo il vantaggio unico di avere le maggiori riserve di petrolio e gas al mondo. Riempiremo nuovamente le riserve strategiche fino al massimo ed esporteremo energia americana in tutto il mondo. Torneremo a essere una nazione ricca, e sarà quell'oro liquido sotto i nostri piedi ad aiutarci a farlo.

    Con le azioni di oggi, porremo fine al Green New Deal e revocheremo l'obbligo dei veicoli elettrici, salvaguardando la nostra industria automobilistica e mantenendo la mia sacra promessa ai nostri grandi lavoratori americani del settore automobilistico. Potrete acquistare l'auto che preferite. Costruiremo automobili in America a un ritmo che pochi anni fa sarebbe stato impensabile. Grazie ai lavoratori automobilistici della nostra nazione per la vostra fiducia ispiratrice. Procederò immediatamente a riformare il nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri Paesi, tasseremo le nazioni straniere per arricchire i nostri cittadini. A tal fine, istituiremo un Servizio delle Entrate Estere per raccogliere tutte le tariffe e i dazi, generando enormi entrate per il nostro tesoro nazionale.
    [...]
    Questa settimana metterò fine alla politica governativa di ingegneria sociale basata su razza e genere in ogni ambito della vita pubblica e privata. Forgeremo una società basata sul merito, senza distinzioni di colore. Da oggi in poi, sarà politica ufficiale del governo degli Stati Uniti riconoscere l'esistenza di due soli generi: maschile e femminile.

    Reintegrerò immediatamente i membri delle forze armate espulsi ingiustamente per aver rifiutato il vaccino COVID, con pagamento arretrato. Firmerò un ordine per impedire che i nostri soldati siano sottoposti a teorie politiche radicali o esperimenti sociali durante il servizio. Le nostre forze armate si concentreranno unicamente sulla loro missione: sconfiggere i nemici dell'America. Come nel 2017, costruiremo di nuovo la forza militare più potente che il mondo abbia mai visto.

    Misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie vinte, ma anche dalle guerre che riusciremo a evitare. Il mio lascito più orgoglioso sarà quello di pacificatore e unificatore. Ieri, un giorno prima del mio insediamento, sono felice di annunciare che gli ostaggi in Medio Oriente stanno tornando a casa dalle loro famiglie."







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    1. Non è il mio Imperatore d'Occidente, ma mi accontenterò.

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    2. Diciamo che, quanto a dichiarazioni, Trump non l'ha affatto toccata piano. Ora vediamo se e come le attuerà, perché avrà parecchia gente contro (temo anche nella sua parrocchia).

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    3. In omaggio allo spirito positivo del discorso di Trump sei stato disarchiviato.

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