mercoledì 25 dicembre 2024

Romania: i mercati hanno fatto anche cose buone

Partiamo dal grafico che sta alle nostre diagnosi come le analisi del sangue stanno a quelle di qualsiasi medico:

La Romania è un paese strutturalmente dipendente dall'estero (il saldo dell'estero nei riguardi della Romania, in verde, è positivo, il che significa che il saldo della Romania nei confronti dell'estero è negativo), e negli ultimi anni vediamo due cicli di "espansione" di questo deficit: il primo iniziato più o meno verso il 2002 e culminato nell'anno dell'ingresso nell'Unione Europea (il 2007), dove in tutta evidenza il deficit con l'estero (cioè il surplus dell'estero) era guidato dal settore privato (cioè: dall'insufficienza dei risparmi rumeni rispetto agli investimenti rumeni che portava il Paese a indebitarsi con l'estero - la linea blu sprofondava simmetricamente all'innalzarsi di quella verde). C'è poi stato un reversal, sulle cui cause non mi soffermo, e ora siamo in un nuovo ciclo di espansione del deficit estero (il surplus dell'estero verso la Romania, linea verde, sta nuovamente crescendo), questa volta trainato dall'indebitamento pubblico (la spezzata arancione simmetricamente sprofonda), a fronte di un sostanziale equilibrio fra risparmio e investimento privato.

Un'occhiata agli stock, anche se, come i medici sanno "frazionare" a mente il colesterolo in buono e cattivo con la formula di Friedewald, qui sappiamo, naturalmente, che quando cresce il debito cattivo (quello privato), il debito pubblico scende, e quindi ci immaginiamo benissimo che le cose stiano come in effetti stanno:


Dal 2000 al 2007 abbiamo la classica fenomenologia del "ciclo di Frenkel": il debito pubblico scende perché quello privato sale. Poi le cose cambiano. I dati mostrati fin qui vengono dal World Economic Outlook del Fmi. Usiamo la External Wealth of Nations per vedere cosa succede allo stock di debito estero netto:


(e i conti più o meno tornano).

Ho passato la vigilia del Santo Natale col Prof. Santarelli, personaggio noto ai frequentatori del blog e in fondo vero, ancorché involontario, fondatore della community, come qualcuno ricorderà. L'idea di aprire il blog in effetti nacque da lunghe conversazioni con lui fra il 2010 e il 2011. Per motivi personali facilmente intuibili il Prof. ha una conoscenza piuttosto approfondita della Romania, e ha attirato la mia attenzione su un dettaglio che mi era sfuggito, vittima come sono del mio scetticismo radicale nei riguardi dei media, che mi porta a essere disinformato per non essere male informato. Preferisco non sapere che sapere una balla, insomma, e in questo sono in bella compagnia:


Ci vuole però un pizzico di sale, altrimenti si rischia di perdere dettagli interessanti.

Quello che è successo in Romania lo sappiamo tutti e forse chi come me si aspettava da tempo roba simile è in posizione svantaggiata: non riesco a indignarmi (avendo da tempo evidenziato la natura inevitabilmente totalitaria del progetto europeo) più di quanto mi indignerebbe veder cadere dall'albero la famigerata mela di Newton (cioè zero)! 

In estrema sintesi, la Corte suprema ha annullato le elezioni presidenziali per sospette influenze filorusse che si è poi scoperto essere state finanziate da un partito europeista! Insomma: pare che gli europeisti abbiano pagato una campagna "filorussa" per poi poter dire che il candidato "filorusso" aveva vinto le elezioni con mezzi illeciti e chiederne l’annullamento. La verità la sapremo col tempo, o mai, ma intanto vi ho dato apposta il link del braccio secolare piddino (Fanpage), perché se sono costretti ad ammettere loro la possibilità di un'enormità simile potete essere certi che dietro c'è del vero. Qui il problema è evidente: l'Unione Europea, la difensrice (cit.) dello "Stato di diritto", cerca di affermare l'idea che le elezioni sarebbero veramente libere solo in assenza di propaganda. Naturalmente quello che l'UE vuole è il monopolio della propaganda, che esercita attraverso mille canali e istituzioni (come i Centri di documentazione europea). Altrettanto ovviamente, questa linea argomentativa evidenzia il totalitarismo europeo, consistente nel ritenere che gli elettori siano degli imbecilli condizionabili con spot da un minuto su TikTok! Ma se anche fosse, il rimedio sarebbe a portata di mano: invece di fare spot "filorussi" per poi poter dire che il dibattito era stato inquinato, gli europeisti avrebbero potuto fare spot "filoeuropei"!

Insomma: vogliono che l'unica propaganda sia la loro, proprio perché sanno che essa sarebbe inefficace, cioè proprio perché sanno che le persone votano con la testa, e non con TikTok.

Questo è quello che sapevate anche voi, ma lo sapevate da anni: non è un caso se il tag più in risalto nel tagcloud qui sotto (per chi legge da PC) è: "Propaganda". Quello della propaganda, delle sue dinamiche, della sua relazione inestricabile con la libertà di espressione, e via dicendo, è sempre stato un tema centrale nella nostra riflessione, se non altro perché essendo noi partiti da dove Draghi è arrivato, cioè dal fatto che l'Unione Europea è un progetto di compressione dei salari, ci era ben chiaro che per tenere sedati gli elettorati avrebbe dovuto fare un massiccio sforzo propagandistico e anche un massiccio sforzo repressivo.

Quello delle elezioni presidenziali rumene quindi è un gigantesco QED.

C'è però un problemino, questo:


Dopo l'alzata d'ingegno degli europeisti, Fitch ha rivisto al ribasso, considerandole negative, le prospettive dell'economia rumena (che ad agosto erano state confermate stabili), argomentando che:


Insomma, la prima motivazione della decisione è l'incertezza politica determinata dall'annullamento dell'elezione presidenziale!

Certo, dopo c'è la litania standard di tutte le cose che sappiamo: erdeficitdebbilancio, erdebbitopubblico, ecc. Ma in questo caso, come nel caso francese, il key driver della decisione è politico. I mercati sono preoccupati dall'aumento del rischio politico, e, forse (non sono nelle loro stanze), anche dal modo in cui viene gestito da Leuropa, perché non sembra il modo migliore per  ridurlo: caso mai, il rischio è di aumentarlo!

L'agenzia Fitch è stata fondata 111 anni fa a New York.

(...magari con calma approfondiamo il quadro macro: stiamo però constatando che per quanto esso continui a essere utile, gli investitori ormai guardano - giustamente! - ad altro, cioè alla stabilità. Quindi... stiamo fermi!...)

27 commenti:

  1. Per uno strano caso, nel libro che sto leggendo trovo una frase che non conoscevo di Henry Kissinger, riportata anche da Wikipedia in questo articolo:

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_Stato_in_Cile_del_1973

    Se indovinate qual è, capite anche perché mi è venuta in mente a proposito dell’argomento di questo post.

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    1. «Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.»
      Si parla dell’argomento per cui er popolo non è in grado di decidere da solo, quindi “deve” intervenire una forza esterna per indirizzarlo nel modo “corretto”.

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    2. L’atteggiamento europeo verso la Romania in effetti ricorda molto l’atteggiamento statunitense verso il Cile, e anche questa per noi non è un’assoluta novità, almeno credo (o spero!).

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  2. "Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli" (Henry Kissinger a proposito dell'elezione di Salvador Allende).
    La seconda parte della citazione assomiglia molto al noto pensiero di Aristide: egli sapeva quale fosse la scelta giusta per gli italiani, anche contro la loro volontà: egli sapeva che l'Unione Europea e la moneta unica erano la scelta giusta per gli italiani, anche se gli italiani non erano informati e consapevoli delle gravi implicazioni di quel progetto.
    Allo stesso modo Kissinger sapeva quale fosse negli anni 70 la scelta giusta per i cileni, che non vennero lasciati da soli con il governo di Salvador Allende, eletto dai cittadini di quel paese, e regalarono così a quel popolo una decina di anni della feroce e sanguinaria dittatura di Pinochet.
    Il fascismo dei golpisti in fondo assomiglia molto al paternalismo cinico e fascista dei piddini.

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    1. Sei arrivato prima tu per due minuti, rispetto a Gabriele. Ma insomma sì, le riflessioni che promuove in me il libro che sto leggendo, in forte ritardo (più di un anno) rispetto a quando Vladimiro me lo consigliò, sono poi sostanzialmente queste. Non è una grossa novità che il nostro paese sia sotto tutela, sia un “sorvegliato speciale”, parafrasando il titolo del libro (che è appunto: Sorvegliata speciale). Non avevo nemmeno bisogno di leggere quel libro per affermare, come mi avete sentito più volte fare, che l’Italia cosiddetta “antifascista“ era stata ricostruita insieme con i fascisti, e anzi, mettendoli in posti chiave, come abbiamo altresì visto accadere nella Germania nazista, proprio perché questo era uno dei metodi utilizzati per controllare le dinamiche politiche del nostro paese. Passano gli anni, ma oggettivamente dal 1945 in poi, per quel che ci riguarda, rivoluzioni sostanziali del panorama geopolitico non ce ne sono state. Il muro è caduto, ma noi eravamo già di qua, e questo crollo, se qualcosa ha fatto, è stato, molto evidentemente, danneggiarci, dato che la storia dimostra che ci sono stati periodi in cui pur essendo sotto tutela riuscivamo ad avere il permesso di crescere (purché non invadessimo certe sfere di interesse).

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    2. Ho ascoltato una intervista di Kissinger di qualche anno fa sulla Russia e mi ha colpito la sua lucidità. In pratica sosteneva, molto tra le righe, che l'unico modo per estendere l'influenza USA ad est senza finire in un conflitto aperto con la Russia (cosa da evitare, secondo lui, in ogni modo, perché avrebbe rafforzato i legali sino-russi) sarebbe stato offrire alla Russia la creazione di una categoria di membri della nato senza dislocazione di forze militari sul loro territorio né forniture di armi o altra assistenza, dunque in pratica prevedendo, per gli stati più ad est, uno status speciale di membro soggetto solo al patto di difesa comune in caso di aggressione. Non mi risulta che questa cosa sia mai stata presa in cosiderazione dai vari segretari di stato che hanno gestito la questione.

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    3. ***l’Italia cosiddetta “antifascista“ era stata ricostruita insieme con i fascisti, e anzi, mettendoli in posti chiave,***

      Sii , ma solo quelli "giusti" e insieme ai "cattolici" e ai "comunisti" altrettanto "giusti" (ovviamente)

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  3. Qui stanno preparando il botto finale che, verosimilmente, sarà in Germania (ma, secondo me, non a queste elezioni). A furia di castrare il dissenso di popolo, tacciandolo di fascismo, riusciranno a far tornare il fascismo, ma quello vero. La novità è che sarà un fascismo che li metterà loro nel mirino prima di tanti altri. Sommessamente aggiungo che, vista la capacità camaleontica di tanti eurocrati, niente di più facile che, quelli più furbi, ce li ritroveremo nelle fila dei fascisti "veri" a dire quanto brutta è l'UE.

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    1. Io non mi soffermerei tanto sull'Europa. Ravviso infatti elementi di insofferenza nazional-popolare e di culto da "uomo della provvidenza" soprattutto negli USA. C'è infatti molto in comune col movimento dei fasci di combattimento antesignani ma di spirito molto diverso dal fascismo imperial-totalitario successivo che tutti siamo abituati a conoscere. Quindi io non sottovaluterei affatto il fenomeno Trump/Vance.

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    2. Io invece temo soprattutto l'idiosincrasia di quelli che si dicono di "vera sinistra" e che, per forza, devono trovare i fascismi solo a destra. Mi riesce difficile supporre che i fascisti in USA siano i populisti alla Trump, giacché il fatto che 1) il grande capitale abbia fatto di tutto per ostacolarli alle elezioni e 2) l'UE, che risponde al grande capitale USA, è chiaramente antitrumpiana, sono due un pesanti indizi in senso contrario. Il problema del resto è definitorio, nel senso che molto dipende da cosa si vuole intendere come fascismo, problema che, secondo me, gli uomini della "vera" sinistra difficilmente possono risolvere se non ricorrendo agli stessi vecchi schemi (ormai superati) che li hanno portati a equiparare i piccoli commercianti e i professionisti al grande capitale, con i noti effetti.

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    3. ***riusciranno a far tornare il fascismo, ma quello vero***
      Quello "vero" proprio no, cioè sarebbe comunque un "prodotto" in conformità agli interessi del VERO "padrone"ma molto più "processato" de "l'originale"
      La questione purtroppo è molto più complessa di come appare anche ad una lettura non "main stream"
      Si potrà allora prendere atto (tipo un QED) che "il popolo" finalmente avrà "rumoreggiato", ma senza farsi soverchie illusioni, perché andando dal "peronismo" al "mileismo" passando pure per il"gualtierismo" ( e vicersa) non si esce dalla "trappola".

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  4. Il punto che veramente mi sfugge è perché durante questi ultimi 30 anni, l'Italia sia stato, tra i maggiori, il paese più danneggiato dagli altri. Insomma: mi chiedo perché gli americani, dopo il crollo del muro di Berlino, abbiano preferito "subappaltare" la gestione del potere dell'UE a Germania e Francia piuttosto che coinvolgere l'alleato occidentale tutto sommato più affidabile. Cioè l'Italia.

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    1. Credo che questa storia abbia radici più lontane. Sto trovando molto interessante questo libro:

      https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/sorvegliata-speciale/

      che mi è stato consigliato illo tempore da Vladimiro e che ha secondo me un angolo di attacco molto interessante.

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    2. No, ma io non metto affatto in dubbio che questa storia parta almeno dalla fine del secondo conflitto mondiale, ma mi chiedo, però, perché quell'ampia autonomia che ci era concessa fino alla fine degli anni '80 ci sia stata tolta proprio dopo la liberazione dal comunismo, annullata completamente in maniera crassa e schifosa con l' attacco alla Libia in piena era Obama nel 2011 e successiva letterina bce firmata dal duo Draghi/Trichet. Insomma: non mi risultano panfili Britannia attraccati a Nizza o ad Amburgo in quel periodo.

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    3. Eccomi, scusa, capisco quello che vuoi dire e mi sono forse espresso male io. Devo dirti che ci sono un paio di narrazioni da cui dovremmo cautelarci, non perché siano infondate, ma perché non possono essere "totalizzanti", non spiegano tutto. Una è quella dell'unione monetaria che fa male a noi e bene agli altri (altrimenti non capiamo perché gli altri non stanno andando bene: da questo sono certo di avervi messo in guardia fin dall'inizio), l'altra è quella dei "trenta gloriosi", la parentesi di autodeterminazione che sarebbe stata concessa ai popoli europei (fra cui il nostro) dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale. In effetti, quello che volevo dirti è che il Britannia è stato attraccato qui da noi fin dal 1946 (per usare la tua metafora), ovvero, fuor di metafora, che la lettura del libro che ti indicavo, come quella di altri testi, segnala che noi siamo sempre stati a sovranità pesantemente limitata. I casi di Mattei, Olivetti, Ippolito, ecc., lo evidenziano con una certa plasticità, anche senza addentrarsi in ipotesi dietrologiche o complottiste. Detto in altri termini: gli USA non ci hanno mai considerato un alleato particolarmente affidabile. Forse il paradigma potrebbe cambiare ora. Forse.

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    4. Sì, è chiaro. Ma secondo me, a questo punto, per avere un quadro più chiaro, bisognerebbe cominciare a scrivere libri in cui si possa analizzare questa mancanza di sovranità non tanto soffermandosi su un singolo paese (nel nostro caso l'Italia, naturalmente. Di testi in questione tra l'altro ce ne sono e ne ho letti a iosa), ma analizzando suddetti rapporti economici, sociali e politici degli ultimi 80 anni in chiave europea. Prendendo cioè a campione quantomeno i principali paesi europei sia nei rapporti tra loro, sia con gli Stati Uniti. Si capirebbero molte più cose.

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    5. a questo credo abbia mirabilmente risposto il prof Galli con la sua lectio magistralis sulle potenze mondiali talassocratiche al Goofy di qualche anno fa

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    6. No, no, ma io non parlo di manuali di semplice geopolitica tout court, io parlo proprio di scandagliare la cronaca vera e propria degli altri paesi europei mediante lo studio di nascita ed evoluzione delle correnti ideologiche e politiche, le decisioni in materia economica, finanziaria e monetaria e la lettura dei documenti desecretati dei servizi segreti.

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    7. Una cosa che ho appreso leggendo Sorvegliata speciale è che i documenti desecretati più interessanti non sono stati desecretati! Quindi, come dire, capisco condivido e apprezzo l’intenzione, ma non so se darsi un simile programma conduca necessariamente a grandi successi. Spesso il quadro generale fornito da uno studioso ha il vantaggio di consentirci di fare a meno di fonti di informazione alle quali comunque non potremmo accedere.

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  5. della politica isolazionista della UE nei confronti dell'Italia se ne può parlare? tutti gli stati balcanici potenzialmente amici dell'Italia sono stati congelati sine die mentre vengono ammessi ripetutamente paesi vicini alla germania, non solo geograficamente (buoni ultimi in lista Ucraina, Romania e Bulgaria). Sempre di più soli contro tutti

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    1. albania, montenegro, macedonia del nord e bosnia erzegovina

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    2. In effetti la storia di Romania, Bulgaria e Ucraina durante la Seconda guerra mondiale è piuttosto eloquente. Vale anche per la Croazia. Non so quanto gli altri siano amici nostri, ma questi sono certamente stati dalla parte dei tedeschi.

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  6. Non sono andato a leggere la frase “incriminata” di Kissinger, visto il ritardo con cui sto leggendo questo articolo. In merito all’analisi post-voto della Romania, si accentua in me la preoccupazione che esista il DSA.

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  7. Sono convinto che ciò che è accaduto in Romania non sarebbe mai potuto accadere in Francia che come vediamo si dibatte in una crisi insolubile.

    Forse in Italia e Germania potrebbe accadere che la corte costituzionale o chi sovrintende alla "regolarità ??? secondo loro" delle elezioni perchè la gente è poco reattiva, forse meno che in Romania dove la gente se ne frega (dettomi da un rumeno).

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  8. Conosco uno dei tanti Putiniani per Giorgia Meloni del 2022 che qualche giorno fa, di fronte ai miei sberleffi, mi ha postato, nell'ordine (1) un video di Meloni contro le sanzioni del 2014, (2) un editoriale della Repubblichina e (3) un titolo del Corsega (il testo ovviamente diceva altro) tutti e tre concordi nel dire che Meloni era putiniana. Questa cosa che "le persone votano con la testa" non la capisco davvero.

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