Metto qui due o tre dati, i meno distratti sapranno perché. Comincio con le violazioni della regola del 3% del rapporto deficit/Pil:
Dal 1999 al 2022 la Francia l'ha violata 17 volte, l'Italia 11.
Proseguo con la cumulata del saldo primario del bilancio pubblico (cioè del saldo del bilancio pubblico al netto della spesa per interessi):
La Francia ha accumulato disavanzi per 973 miliardi, l'Italia avanzi per 282 miliardi.
Mettiamoci su anche le spese per interessi: magari così la situazione italiana apparirà drammaticamente peggiore, visto che noi siamo schiacciati dal debito che ci hanno lasciato le generazioni passate (e basta sempre co 'ste ggenerazzioni future! Parliamo pure delle passate ogni tanto!):
Eggnente! Pure così la Francia fa peggio di noi: ha accumulato 1974 miliardi di deficit complessivi, contro i soli (si fa per dire) 1338 miliardi di deficit italiani.
Ma allora perché il nostro rapporto debito/Pil è un disastro rispetto a quello francese? Beh, intanto guardiamoli, questi rapporti:
Non stiamo messi benissimo, ma nella nostra storia c'è già un significativo episodio di diminuzione del rapporto, dal 1994 alla crisi del 2008, a una media di 2 punti percentuali all'anno. Nella storia francese non c'è niente di simile. Nel futuro italiano c'è (secondo il Fmi) una diminuzione del rapporto, in quello francese c'è un aumento.
Dopo di che, il resto ve lo immaginate: chi ha voluto e potuto sostenere investimenti e stato sociale a deficit ha subito meno penalizzazioni in termini di crescita. Lo si vede dalla cumulata dei tassi di crescita reale:
che ci mostra come la Francia, in Eurolandia, sia cresciuta circa il triplo rispetto a noi (con un deficit primario pari a oltre tre volte il nostro surplus primario non è che ci volesse molto). Quindi il nostro problema di rapporto debito/Pil è un problema di denominatore (il Pil), mentre il problema francese è un problema di numeratore (il debito).
Che dite: glielo dico o non glielo dico? Se glielo dico, poi torno a raccontarvi che cosa mi hanno detto...
Dichi, dichi!
RispondiEliminaIo glielo direi. Perché sarei curioso di sapere come la prendono.
RispondiEliminaNon serviverebbe dire , basterebbe agire di fatto , ognuno paga le sue responsabilità per suo conto , magari è un concetto troppo semplice però attutao bene nella vita quotidiana dà buoni risultati , forse anche a livelli più alti può dare i suoi frutti.
RispondiEliminaAnzi mi permetto di aggiungere un commento un poco sopra le righe , che per farsi furbi i dipendenti pubblici la devono smettere con questo mantra delle "spese per lo stato" perché hanno rotto le scatole, dato che se fosse quello il problema reale per la spesa pubblica dovrebbero stare tutti a casa (i dipendenti pubblici...) forse non hanno letto abbastanza quello che scrive.
Elimina....Ma si diglielo e poi magari loro lo dicono ai Mercati che, chissà, forse rivedranno un attimino le loro convinzioni...
RispondiElimina(a dire il vero io ho poca speranza a riguardo e ripenso sempre a come veniva giudicata, in termini di rating, Lehman il giorno prima del fallimento).
Io prima ascolterei cosa dicono , poi risponderei alle domande e se , e solo se , domandano una cosa per cui la risposta potrebbe essere una di queste tabelle , ne farei cenno .
RispondiEliminaSia spietato unt inciusto.
RispondiEliminail contesto prevede una qualche forma di mandato politico piu' o meno esplicito ?
RispondiEliminaGlielo dica per favore, possibilmente con un tono di malcelata irritazione (...).
RispondiEliminaMa verrà mai un cazzo di giorno in cui di fronte a questi dati ultraventennali, qualcuno azzarderà un timido mea culpa per essersi dimenticato di non aver tirato fuori la zucca da sotto la sabbia?
RispondiEliminaChiedo per un amico…
Ecco cosa è andato a fare Macron in Cina...
RispondiEliminaComunque se il livello di consapevolezza dei colleghi francesi è il medesimo di quello riscontrato nei colleghi italiani sarebbe un atto forse cruento ma sicuramente generoso metterli a conoscenza dei fatti. Se se lo meritano perché no?
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RispondiEliminaBuongiorno Prof.
RispondiEliminadirei la prima e la terza, per il rimanente in funzione di come si svolgeranno gli incontri.
Grazie.
Quello che non leggeremo mai sulla maggior parte di quei pezzi di... "carta" che ancora in troppi si ostinano a chiamare "giornali".
RispondiEliminaMa se glielo dice poi si invertono gli spread? Non capisco perchè il nostro è 180 e il loro è 50...
RispondiEliminaMah! Andare a bullarsi di quanto siamo stati più fessi, sinceramente, non mi sembra una grande soddisfazione.
RispondiEliminaPreoccupiamoci piuttosto di come fare per tornare a immettere soldi per stimolare la crescita che mi sembra l'unica via.
Ma il prof. Bagnai non ha certo bisogno dei miei suggerimenti...😁
Questo post mi conferma un'idea che mi sono fatto allo luce di quanto è avvenuto con la distruzione del nordstream 2 da parte di... fate voi.
RispondiEliminaConscio che probabilmente non sto dicendo nulla di nuovo, metto in fila tre fatti:
1 - il miracolo economico italiano con diversi anni di crescita economica e di export, verso la Germania ma anche verso gli USA, le invenzioni in campo tecnologico che si susseguivano (vedi Olivetti, ENI, la chimica, l'aerospazio, etc.);
2 - il miracolo economico giapponese: i Giapponesi che negli anni 80 facevano shopping tecnologico negli USA, inondavano quel mercato di prodotti ad alta tecnologia;
3 - la Germania, con il suo surplus commerciale verso, guarda un po', gli USA.
Cos'hanno in comune queste tre Nazioni: ad esempio che facevano parte dell'asse Roma-Berlino-Tokio durante la seconda guerra mondiale e che tutte e tre l'hanno persa. Tutte e tre si trovano le basi NATO in casa e tutte e tre hanno avuto l'ardire di voler diventare economicamente troppo potenti, mettendo in difficoltà l'egemone.
Cosa ha fatto l'egemone? Le ha rimesse in riga con vari metodi: con l'Italia è intervenuta dietro le quinte per far cadere un sistema di potere che non avrebbe accettato misure come il divorzio banca d'Italia e tesoro e che non avrebbe aderito in modo così supino all'euro e ai suoi prodromi (SME ed Euro per l'Italia usando la Germania per fare il lavoro sporco);
per rimettere a cuccia il Giappone ci pensò Reagan negli anni 80 con misure protezionistiche;
per la Germania, be', non potendo più bombardarla come ai vecchi tempi (bombardare un alleato NATO si nota troppo), e non potendo rompere il giochino dell'euro, gli hanno ridotto la competitività tramite guerra per procura proprio nella zona di passaggio del gas (nord strem 1) e tagliando il nord stream 2.
E la Francia? Qui arrivo al punto: la Francia non ha mai fatto parte dell'Asse, non ha perso la seconda guerra mondiale, non è parte della NATO ma soprattutto non ha surplus commerciali con gli USA, quindi può dormire sonni tranquilli e continuare a favorire di un trattamento particolare da parte della BCE.
Saluti
a proposito di come gli USA hanno trattato in passato il Giappone: https://www.project-syndicate.org/commentary/for-america-china-is-the-new-japan-by-stephen-s-roach-2019-05
RispondiEliminaLa conclusione è che, se vuoi vivere tranquillo, non devi avere risorse naturali nel sottosuolo e non devi avere surplus commerciali troppo prolungati verso gli USA.
grazie alberto per mettere in fila questi numeri di debito pubblico e del pil tra italia e francia ☺️🙏🏻
RispondiEliminaLe "pecore ribelli" francesi qualche dubbio ce l'hanno.
RispondiEliminahttps://lesmoutonsrebelles.com/on-se-demande-jusquou-macron-poussera-labaissement-international-de-la-france/