domenica 24 giugno 2018

"Aizzare le folle"

Qualche giorno fa Ugo Panizza, prestigioso docente di economia i cui studi sul debito privato, molto interessanti, hanno avuto ampia risonanza in questo blog, si è avventurato su Twitter a sostegno delle opinioni espresse da un certo Burioni (medico) in ordine alla sostenibilità del debito pubblico italiano (argomento che ci sta moltissimo a cuore, subito dopo la salute, naturalmente, anche se forse non affideremmo né la prima né la seconda a certi dottori...). In questa discussione, originata da un'affermazione azzardata dell'ex ministro Calenda, Panizza confondeva il concetto di stato "senza" l'euro con quello di stato "che esce" dall'euro. Insomma, per capirci, Panizza confondeva qualcosa di analogo al Giappone con qualcosa di simile, ipoteticamente, alla Grecia di qualche anno fa (che è poi una fissazione comune a buona parte degli economisti cosiddetti mainstream, come ricorderete). Così facendo, Panizza negava quella che è un'evidenza ampiamente riconosciuta dallo stesso mainstream, ovvero il banale dato di fatto che l'adesione alla moneta unica comporta, per tutti i paesi coinvolti, la perdita di controllo della moneta in cui è definito il debito cosiddetto sovrano (che poi sarebbe quello pubblico). Questo dettaglio, inutile nasconderlo, qualche difficoltà la crea (in questo blog vi ho citato spesso questo studio di De Grauwe, che spiega benissimo in cosa consista la difficoltà: e stiamo parlando di un consigliere di Barroso, non di un pericoloso "antieuro")! Il fatto che Panizza non fosse consapevole di certe difficoltà, o le rimuovesse psicanaliticamente, è irrilevante: per fortuna noi, che ne siamo consapevoli, e non lui, che ne è inconsapevole, siamo stati chiamati a gestirle, queste difficoltà. Sarebbe veramente pericoloso se alla guida del paese ci fossero persone che confondono la nostra situazione con quella di stati dotati di sovranità monetaria. Sono situazioni ben diverse, ed è essenziale esserne coscienti per agire in modo responsabile, come stiamo facendo (vale il discorso tenuto in Senato dal Ministro Tria).

Colpito da questa infelice posizione, presa per difenderne ultra vires una ancora meno felice, intervenivo rimproverando a Panizza la scarsa limpidezza della sua affermazione, veramente deludente (la discussione è qui). Chiudeva la discussione un mio lettore, Alessandro Greco, mostrando a Panizza queste sue parole:


tratte da una delle tante pubblicazioni prestigiose dello stesso Panizza (questa), con le quali il Panizza studioso smentiva il Panizza polemista: il primo infatti ammetteva quello che il secondo negava, ovvero che essere "dentro" l'euro comporta difficoltà aggiuntive nella gestione del debito (ed espongono, in particolare, al pericolo di crisi self-fulfilling, ovvero al fatto che il paese si trovi in crisi perché ci si aspetta che esso vada in crisi). Difficoltà cui devono, ovviamente, corrispondere maggiori assunzioni di responsabilità da parte di tutti: non solo di chi governa, ma anche di chi informa sulle condizioni economiche del paese, e anche, perché no, dai colleghi che intervengono nel dibattito.

Nel corso di questa discussione il Panizza faceva un'altra affermazione discutibile, anzi: diffamatoria. Questa:

Dopo un pianterello di autocommiserazione sul fatto che i "privilegi" della politica mi permetterebbero di insultare impunemente gli avversari (cosa che non avevo fatto, limitandomi a manifestare una certa delusione per il fatto che anche Panizza, come tanti altri colleghi, dicesse nel dibattito pubblico una cosa, e nelle segrete stanze della letteratura scientifica - inaccessibile ai più, compresi i colleghi scienziati di discipline non affini - un'altra), Panizza mi accusava di aver teorizzato l'uso degli insulti come strumento per aizzare le folle (non si sa a quale scopo, forse per riscuotere consenso politico).

Un'accusa violentemente e, come vedrete, bassamente diffamatoria, nel merito (perché quelle parole non sono mai state dette) e nel metodo (perché la riservatezza della corrispondenza mi risulta essere, fino a prova del contrario, un diritto costituzionalmente garantito, tant'è che quando pubblico vostre lettere vi chiedo sempre il permesso, e le rendo comunque anonime).

Dato che non mi ricordavo di aver mai espresso un concetto simile, perché non mi interessa né insultare né aizzare (né mi interessava farlo quando avevo più tempo libero!), gli chiedevo di mandarmi l'email, se l'aveva ancora. Avendola ricevuta, la condivido con voi, chiarendo il contesto, che ha una sua importanza. Il 21 maggio del 2014 Panizza mi aveva inviato, per un mio commento, un suo lavoro sul debito pubblico italiano, avvertendomi che probabilmente non sarei stato d'accordo, ma ci teneva ad avere un mio parere. Rispondevo il giorno stesso chiedendogli il permesso di farlo circolare fra altri colleghi (La Malfa, Gawronski, ecc.), perché questo vuole la cortesia accademica (vuole che si chieda il permesso), e offrendogli di pubblicare il suo contributo su a/simmetrie, per renderlo accessibile al dibattito italiano, dato che personalmente mi sembrava corretto dare voce a tutte le posizioni. La risposta fu che Panizza preferiva di no, perché a/simmetrie era associata a un certo lato del dibattito sull'euro, col quale Panizza preferiva non essere a sua volta associato (scelta comprensibile).

E qui viene la mia lettera, che nella mia qualità di autore e di persona offesa pubblico per le vostre valutazioni, dopo aver rimosso i nomi di persone che ritengo non debbano essere citati in questo contesto che oscilla pericolosamente fra il puerile e il penale:

Il 21/05/2014 12:09, Alberto Bagnai ha scritto:
Come desideri. In realtà in a/simmetrie abbiamo Xywsxhj che credo la pensi esattamente come te. Il mio scopo è quello di creare occasioni di dialogo, però mi rendo conto che siccome per dare voce a una parte conculcata da 30 anni di informazione one way ho dovuto usare mezzi non sempre ortodossi, qualcuno possa nutrire perplessità. Non lo ho fatto, però, nel contesto di asimmetrie, ai cui eventi ho invitato personaggi assolutamento ortodossi come YwtHsfgd o Khywghwq.

Allora continuiamo così: lavoce.info non pubblicherà me, e io non pubblicherò te!

A lavoce.info questo non ha portato molto bene (stesa in termini di letture), ma questo non c'entra. Però se hai una versione postata da qualche parte alla quale posso comunque dare più visibilità, fammelo sapere.

A presto.

A.

Nota bene: la mia lettera, molto esplicitamente, si riferiva, come tutti possono capire, al fatto che per portare nel dibattito argomenti che né le riviste scientifiche, né i media tradizionali desideravano discutere, mi ero dovuto servire di mezzi non ortodossi ai fini della divulgazione scientifica, come i social, e di forme non molto ortodosse ai fini della divulgazione tout court, come la novella (ad esempio, Il romanzo di centro e di periferia, o la triste storia del re di Ruritania). Punto. Nessun accenno al fatto di insultare chicchessia né di aizzare chicchessia a qualsiasi fine.

Quindi quella di Panizza tecnicamente è diffamazione.

Questa storia, di per sé infima, mi riempie di tristezza. Una volta avrei lasciato perdere. Ma ora, purtroppo, non sono più da solo, sono in una squadra, e non posso accettare che il nome della squadra venga infangato da chi accusa un suo elemento di teorizzare l'insulto come forma di strategia politica. Queste accuse non hanno fondamento se non in una lettura faziosa, al limite dell'allucinato, di quanto da me scritto. Non avrei mai immaginato che colleghi stimabili si riducessero così, e tuttora non capisco come, né perché, né a quale scopo. Solo La messa per la città di Arras, secondo me, offre una chiave di lettura valida di questa degenerazione tanto abominevole quanto sconcertante, che è senz'altro il frutto più amaro di decenni di scelte radicalmente sbagliate - come sa meglio di me chi quelle scelte le difende ancora oggi contro ogni ragionevole evidenza, e per questa ottusa ostinazione è stato rasato via dal panorama della politica italiana.

Sed de hoc satis.

46 commenti:

  1. Segnalo che Panizza ha fornito una risposta articolata a tutta la faccenda (ma non avevo visto il tuit diffamatorio...)

    Nella sua risposta Panizza fornisce un paio di grafici che a suo parere dimostrerebbero che non è l'euro il problema dell'Italia. Non sono un economista e QUINDI non sono in grado di valutarli, ma sono in grado di accorgermi che entrambi i grafici partono dal 1992. E per qualche anno hanno un andamento simile agli altri stati che vengono confrontati. Sarebbe bello avere i dati dei decenni precedenti. Per questo li ho pure chiesti a Panizza, che solitamente molto solerte a rispondere ora deve avere da fare.

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    1. Da ignorante vedo, nei 2 grafici, un effetto piuttosto che una causa.
      Dai grafici sembra che intorno al 97 sia successo qualcosa.
      Probabilmente non ho capito cosa volesse dire Panizza.

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    2. Non sono economista e quindi non mi permetterei mai di contestare da un punto di vista economico quei due grafici.
      Ma sono manager industriale (gestisco impianti di petrolchimica che fatturano centinaia di milioni all'anno e realizzano decine di milioni di EBITDA) e quindi, siccome in quei grafici "ci sono dentro", mi permetto di dire che dal punto di vista meramente industriale essi non dimostrano quello che vorrebbe dimostrare Panizza.
      Quei grafici non mi stupirebbero, se fossero stati prodotti da Giannino ed accoliti vari (che parlano di produttività in maniera spesso banale, altro che accademica), ma prodotti dal Prof. Panizza...boh?

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    3. Panizza mi pare sostenga la tesi - credo piuttosto discutibile e poco convincente - che l' Italia abbia investito troppo poco in High-Tech, concentrandosi sulla manifattura low-tech. Il comportamento tenuto da Panizza è oggettivamente censurabile.

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    4. @ Nicola
      Sono d'accordo, mi sembra si veda chiaramente l'effetto del fissaggio irrevocabile del cambio, se non sbaglio avvenuto proprio nel 1997

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    5. Ho letto la "risposta articolata" e quello che ne ho tratto non è una buona opinione nei confronti di U(do) Panizza.
      Se il livello del dibattito viene riportato ancora così in basso, con argomenti già ampiamente dibattuti e senza nessuno sviluppo ulteriore, non ci siamo proprio.

      Per esempio, al punto 2 si continua nella nenia che i costi di una eventuale uscita sarebbero "molto (molto) alti", senza mai darne conto, non dico a livello analitico ma neanche per sommi capi. Poi citando un articolo di Le Monde & Sola24h che era evidentemente stato scritto per prendere le distanze da citazioni di Le Pen prima delle elezioni francesi. Il fine politico a me pare evidente e anche in questo caso non si evincono ragionamenti concreti e concordanti su costi/benefici dentro e fuori nEuroZona. Tutto questo ripreso come fosse un paper condiviso da ogni accademico mentre nel primo paragrafo si legge chiaramente "I firmatari di questa lettera hanno posizioni diverse sulle complesse questioni di unione monetaria e politiche di stimolo".

      Poi una parte centrale (punti 3 e 4) in cui leggo una buona dose di incertezza, ottima per aprire una discussione ma con chi? Con chi è pro nEuro o contro? Non si capisce da che parte sta e con quali argomenti si colloca. Cosa intellettualmente ammirevole ma che non porta acqua in appoggio a Burioni & Co(mpagni di merende).

      E chiudiamo con il punto 5, quello che, finalmente, si apre ad un un dibattito accademico-economico, con due bei grafici. Peccato che questo argomento è già stato discusso due anni e mezzo fa e, se si vuole dibattere, direi che sarebbe il caso di ripartire da lì, perché quello che lui vuole dimostrare con quei grafici è ampiamente ribaltato e ben spiegato in quella discussione e in molte precedenti ( es. questa ).

      Ma ovviamente se qualcuno va a dirglielo scatta l'accusa di essere un soldatino arruolato tra le truppe di Bagnai...
      -_-

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    6. Concordo.
      Ma poi te dicono che correlazione non è causazione e che di inferenza causale tu non ne sai una mazza.

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    7. Evidentemente nel mondo di Panizza nel 97 non è successo niente

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  2. Caro Alberto

    provo la tua stessa tristezza. Ma come si fa ad andare a dormire tranquilli sapendo di mistificare la verità dei fatti in questo modo?

    Ma non hanno una coscienza e la consapevolezza di appartenere a quello stesso genere umano che tradiscono con la loro doppiezza, loro che dovrebbero perseguire la dura e faticosa ricerca, se non della verità, del quadro più coerente per la spiegazione dei fatti?

    Padre perdona loro...

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  3. Comprendo la sua delusione. Mi sono chiesto spesso cosa spingesse degli accademici a sbilanciare la propria posizione oltre il limite dell'insulto e della diffamazione.

    Cercando di andare "a fondo" (forse neanche troppo) delle motivazioni, credo ci sia lo smarrimento della propria dimensione accademica (per ideologia, fama, denaro, perfino frustrazione).

    Questa problematica accomuna entrambi i succitati dottori (Panizza e Burioni). Il primo preferisce "sdoppiare" la sua opinione e calunniare anziché analizzare da accademico il merito del dibattito. Il secondo ha trasformato se stesso nel baluardo della verità assoluta, nemico giurato degli eretici che pongono dubbi sulla sua incontrovertibile visione gettando discredito sulla comunità scientifica che deve i suoi progressi alla capacità di mettersi sempre in discussione.

    Essere coerenti con se stessi e i propri obiettivi paga. Perfino da una storia simile se ne può trarre un insegnamento, ma temo che coloro che ne trarrebbero più beneficio siano i primi a ignorarlo. Anche questo è un po' triste...

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  4. Egregio Professore e Senatore, grazie di cuore. Ero rimasta un po' sconcertata dall'attacco basso di questo economista con il quale lei invece aveva, evidentemente, un rapporto di fiducia e di stima. Come ben saprà, a volte l'invidia rivela la mediocrità umana. Ma....un bel taglio no??? Personalmente La ringrazio per il tempo prezioso che mette a disposizione di questo Paese disastrato. Felicissima di averLa seguita politicamente in questa avventura!!

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    1. Sono d'accordo con la componente di invidia, ma io userei il termine schiattiglia che per i diversamente partenopei suona come dispetto, stizza, invidia. La derivazione dal verbo schiattare condensa in una sola parola il classico "schiattare d'invidia". Mi associo al ringraziamento per il tempo dedicato a questo blog e per quello da profondere per uno scopo molto più importante:quello di raddrizzare le sorti del nostro Paese. Malgrado i gufi e gli spargitori di notizie false e tendenziose.

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  5. Che vergogna. Ho risposto su twitter, nel merito, a Panizza. L'unica reazione che ho ottenuto è stato un atteggiamento di spocchia del tipo: non ne capisci abbastanza per essere sicuro che tra pubblicazioni e twitter mi sono contraddetto.
    Piena solidarietà a te Alberto. E sempre daje: stanno affogando di bile e invidia perché finalmente ci ha scelto una strada più onorevole della loro sta anche ottenendo successi e consensi.
    Mi sia consentito dirlo: è circa un mese che mi ride anche il culo :-)

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  6. Secondo me ci sono gli estremi per procedere con una querela : spargere veleno sulla sua persona inquina anche il campo delle responsabilita' politiche di quella parte del nostro paese che pur avendone il mandato elettorale non ha difeso gli interessi nazionali e sopratutto quella delle classi lavoratrici .
    Il riposizionamento degli intellettuali qua e la' gia' si avverte , credo sia pero' necessario e sacrosanto per il nostro futuro evidenziare chi ha remato in una direzione e chi no' , anche perche "Loro" su eventuali errori o/e crepe non farebbero sconti perche' molto incattiviti dalle scomfitte , almeno e' quello che si avverte dai media .

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  7. Una vecchia barzelletta racconta di un'antica sfida tra il Creatore e satana, con il primo intento a modellare un mondo ordinato e coerente e il secondo pronto a rintuzzare i colpi inserendovi elementi di speculare contrasto. Ecco che Dio creò il medico e satana l'associazione dei consumatori, Dio creò il magistrato e satana l'avvocato, Dio creò il fervente credente e satana l'ateo incallito, e così via. Ad un certo punto Dio creò il Professore Ordinario. La mossa mise in evidente difficoltà satana che ci mise sei giorni per trovare la contromossa e al settimo giorno creò...un altro Professore Ordinario. Posso immaginare la sua rabbia e la sua delusione: il prof Bisin non è nuovo a certe uscite pubbliche apertamente provocatorie nei suoi confronti e, se me lo si può consentire, canzonatorie nei confronti di tutti noi frequentatori di questo blog. Ma il professor Panizza è stato anche suo coautore e, pur nella diversità di punti di vista, sembrava una voce tecnica e comunque non livorosa. Evidentemente la questione Euro tocca equilibri accademici consolidati, dove i riposizionamenti non sono così immediati e le reazioni si fanno più scomposte. Non si curi di loro e continui con questo meraviglioso lavoro di divulgazione. Adesso l'attività politica l'assorbira' a pieno. Sono certo che i suoi collaboratori saranno tenere alta l'attenzione su temi che per noi comuni mortali sono divenuti più comprensibili grazie alla sua passione.

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  8. Sin dal principio di carriera, Catherine Deneuve ha adottato, con chi sparlava di lei o la fotografava in situazioni private, la linea di querelare, querelare tutti e sempre. Risultato: di Catherine Deneuve nessuno sparla più, nessuno più la fotografa mentre esce dalla doccia, eccetera. Morale: se lo fa Catherine Deneuve...

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  9. “La risposta fu che Panizza preferiva di no, perché a/simmetrie era associata a un certo lato del dibattito sull'euro, col quale Panizza preferiva non essere a sua volta associato (scelta comprensibile)"

    Io sarò ingenuo ma non la comprendo. E il dibattito tra gli accademici non sta dando un bello spettacolo, è tutto molto molto triste. Avevo un'idea troppo romantica, forse, del mondo accademico: dibattiti accesi, scambio di idee, dubbi, dubbi e ancora dubbi, ma sempre con l'intendo di capire e fare un passo avanti; vedevo l'università come il tempio del progresso scientifico e umano.
    Ma forse sono i social che mostrano il peggio di ognuno di noi.

    Rimane il fatto che non è un bel vedere.


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  10. Siamo ritornati alla pratica della doppia verità tomistica (e ci scusino il Peripatetico e l'Aquinate per questo astorico revival): da una parte c'è la verità della razionalità intersoggettiva negli studi scientifici, dall'altra c'è la verità espressa dal fideismo (credo quia absurdum) nel progetto dell'eurozona.
    Per il prof. Panizza l'esistenza di queste due 'verità' non confligge in un 'aut' ma si concilia in un 'et'.

    Sta bene. Il prof. Panizza è un uomo d'onore, oltre che uno studioso, quindi non mi cimento nel questionare la sua auctoritas.

    A me, però, come semplice cittadino, interessa un altro 'aut': quello fra UE e democrazia. E qui non c'è argomentum ab auctoritate che tenga.
    Il prof. Burioni potrà sempre sostenere che 'la scienza non è democratica', ma non si deve anche mai dimenticare che la democrazia non è scientifica.

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  11. Pare che più certe persone abbiano studiato, meno facile sia che cambino idea.
    Ho sentito vari interventi (Americani) su questo fenomeno.
    Medici spesso hanno questo problema, ed è un problema immenso perché le conoscenze mediche cambiano con grande velocità. Anche altri professioni ne soffrono ovviamente.
    Poi c'è il fenomeno di Group Think che disturba ogni gruppo, ma solo pochi riescono a considerarlo prendendo decisioni in gruppo.
    Credo che tante persone che si oppongono alle sue idee soffrono di questi disturbi e sono, nel loro mo(n)do, 'sinceri'.
    Questi fenomeni sono un enorme problema. Apertura mentale non viene esaminata mai ufficialmente.

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  12. "Nessun accenno al fatto di insultare chicchessia né di aizzare chicchessia a qualsiasi fine."

    Evidentemente per certi cattedratici essere contraddetti viene vissuto come un insulto personale e gli argomenti convincenti della controparte vengono percepiti come un aizzare le folle.

    Mi ricorda l'atteggiamento di diversi professori universitari che in molti esami finali del corso di laurea mi diedero solo 29/30 perchè nelle mie risposte o citavo i lavori di studiosi 'concorrenti' o perchè non utilizzavo le dimostrazioni del libro di testo.

    Alcuni di loro li incontrai molti anni dopo a ruoli invertiti (cercavano consulenze e fondi per dottorati) e, quando gli feci notare che anche se io non avevo dimenticato i 29 comunque non portavo rancore, tirarono un sospiro di sollievo.

    Ora devo dire che mi sento ancora più sereno (almeno utilizzando la metrica degli 'esticazzi' per unità di tempo, che in questi giorni sta raggiungendo vette altissime ascoltando le recriminazione idiote dei piddini).

    Forza e coraggio Senatore, la strada è solo all'inizio ed è pure in forte salita.

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  13. A scanso di equivoci l'art. 68 della Costituzione concede l'immunità ai parlamentari (il "privilegio" di cui al post) per le opinioni espresse, unicamente nell'esercizio delle loro funzioni. Ciò è ben lontano dalla libertà di insulto evocata da alcuno, che poi non ho visto da nessuna parte nel caso di specie.
    Quanto alla doppiezza... dobbiamo a chi è un professionista e fa per lavoro il lettore rigoroso, la divulgazione delle doppie verità alle quali non avrebbe avuto accesso chi manca degli strumenti analitici di base (e del tempo) necessari per accedere alla letteratura specialistica.
    Detto ciò, mi preme sottolineare come sebbene sia difficile per i non addetti entrare nel merito, tutti possono intendere la "stonatura" specie se tanto grossolana come la contraddizione.
    In diritto la cosa più complicata da accertare è sempre il nesso di causalità fra un fatto e un evento; e a una ricostruzione ortodossa e plausibile altre se ne possono affiancare che occultando, distorcendo o reinterpretando una parte dei dati, appaiono anche esse ragionevoli e plausibili.
    Ognuno ha diritto alle proprie opinioni e non ai propri dati, come è stato detto. Ma dove non c'è un giudice a decidere dove sta il giusto e dove il torto, e la tesi è consegnata a un uditorio indeterminato: una "comunità" ancorché scientifica, la vera opera di verità la fa la deontologia personale dell'autore.
    Poi alla lunga si vede chi lascia il segno davvero. Dio non paga tutti i sabati, ma nel medio periodo restituisce qualche interesse sugli investimenti. Chissà, forse anche Lui è un capitalista!

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  14. Credo che Panizza l'abbia rimproverato di ciò che invece, in cor suo, sa di determinare, credo abbia proiettato su di lei i propri conflitti dirimenti in quella sua forma accostabile alla coscienza.

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  15. Credo sia giusto onorevole senatore, educare le persone a misurare le parole, soprattutto quando l'intento è screditare diffamandola un'altra persona. Anche perché come giustamente dice, un attacco a lei non è più un attacco personale e basta, ma getta fango anche su chi lei rappresenta. Anche perché mi pare di ricordare che a lei non fu mai perdonato niente. Aspetto di leggere la rettifica del buon Ugo sul suo social e sul giornale.

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  16. aizzare le folle forse era cosi un mpdo di dire eppero' un po' malizioso e provocatorio...ma cosa buffa e' che il prof mi pare la persona piu' disponibile al dialogo ed anche curiosa e costruttivamente critica sia delle altrui mere opinoni che delle tesi scientifiche ...chi vuole valorizzare lo scambio di idee con lei sa per intuito che puo sempre farlo chiaramente ponendosi in modo civile diretto e possibilmente con quel pizzico di autironia che mai guasta...evidentemente il luminare proeuro voleva punzecchiare piu' che dialogare

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  17. Credo che l'imperturbabile annuncio di sventura in caso di uscita dell'Italia dall'euro, da parte di Panizza (nel documento citato sopra da Stefano Longagnani), sia più compatibile con una rimozione psicanalitica che con una mancata consapevolezza...Possibile non attribuire alla propria previsione neppure un margine minimo di errore?! E' scienza o fede? Ad ogni modo, il punto resta sempre, dannatamente, lo stesso: mai un eurista che spenda mezza parola (dico mezza!) sui costi della PERMANENZA nell'euro.

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    1. Niente rimozione "psicoanalitica". Basta il famoso "non c'è peggior sordo di chi non vuol senrire", oppure l'altrettanto famoso "è difficilissimo capire una cosa se dal non capirla dipende il tuo stipendio", o la tua carriera.

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  18. Mi sto trascrivendo,caro Alberto, con pazienza e perseveranza, l’ importante e significativo discorso tenuto al Bundestag nel 2015 dal rappresentante della Sinistra ( Die Linke ) il deputato GREGOR GYSI. Un discorso bellissimo,lucido,veemente,appassionato e polemico contro Frau Merkel, il Finanzminister Schäubele, e la Spd. Mi limito, questa volta, a inviarti un primo assaggio , quello sull'assoluta mancanza di spirito democratico della Germania nei confronti della Grecia. Ascoltiamolo, il deputato Gysi,mentre declama in tutta l'enfasi della lingua tedesca,le seguenti parole ( cfr. il testo originale su you tube ):

    “ Warum ist es undemokratisch : weil Sie den Volksentscheid in Griechenland vollständig negiert. Der griechischen Bevölkerung sagen Sie, kann entscheiden was sie will,( tanto a decidere è sempre e solo il sig.Schäubele !) Herr Schäubele entscheidet anschließend dass es anders lang geht. Das ist die Lehre, die sie ziehen soll !

    Und worüber müssen wir in unseren Parlamenten abstimmen, ich sage Ihnen ein Beispiel.

    Die griechische Regierung braucht die Erlaubnis der eu Kommission, des internationalen Währungsfonds und der europäischen Zentralbank schon allein für die öffentliche Diskussion eines Gesetzentwurfes und nur nach dieser Erlaubnis darf sie diskutieren und dann braucht sie noch eine Erlaubnis ins Parlament einzubringen und abstimmen zu lassen.

    DAS IST DIE FAKTISCHE ABSCHAFFUNF der PARLAMENTARISCHEN DEMOKRATIE, die Sie dort organisiert habt.

    Und der Gipfel der Demütigung, Herr Schäubele, Sie wollten Griechenland zum neuen früheren Ostdeutschland machen „ !!!

    Saluti aquilani !

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  19. Spieghi pure al buon Panizza che non sono mai stato psicologicamente suddito di alcuno e, quindi, mai ho avuto bisogno di essere aizzato da qualcuno per in …. alberarmi contro qualcun altro. E anche se lo fossi stato, avendo passato i 60, non sarei più schiavo di tale problema psicologico.
    Inoltre, avendo una solida preparazione storica, so bene, sulla base dell’esperienza dei secoli pregressi, contro chi in … alberarmi.
    Infine, faccio modestamente notare al buon Panizza, che le pescivendole de Les Halles non erano affatto aizzate da alcuno quando sono sciamate per i corridoi di Versailles e, anche se prive di cultura, sapevano benissimo con chi prendersela.
    Se poi le sue pregevoli doti dialettiche e didattiche facessero difetto e non riuscisse a chiarire le idee al Panizza, sono pronto io a fornire al medesimo Panizza una dotta ed efficace spiegazione.
    Sarebbe opportuno che il Panizza comprendesse che sono le sue prese di posizione ad aizzare, perché quando uno è stato depredato e umiliato e, quindi, è comprensibilmente in … alberato, sentirsi dire che si trova in quello stato per sudditanza psicologica ha il solo effetto di scatenare reazioni incontrollate.

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  20. miserie umane, Senatore… le solite, classiche, miserie umane. La vostra forza sta nei fatti... Münchau di questo parla, l'aria sta cambiando (è cambiata!) e i vari Panizza di ogni ordine e grado ci vanno in puzza, ancor di più.

    PS approfitto dell'ospitalità per chiedere una prece ad memoriam degli amici Janez&Co. dopo la sfolgorante esibizione di forza esibita nel triangolo Massa-Siena-Pisa devono essere un pochino abbattuti. Non avrei mai pensato di assistere in vita alla caduta della balzana piddina, ex asinistra area, in quella città; anche questo doveva succedere.

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  21. Parafrasando il prof.: Passeremo la seconda parte del 2018 a leggere le reazioni scomposte di castori Nutrie, ratti conigli e lepri. Quintali di segatura prodotta!

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  22. L'atteggiamento che vediamo in personaggi che dovrebbero almeno avere la capacità critica di valutare "l'avversario" che mai deve essere nemico mi richiamano alla mente il romando "Il profumo" di Patrick Süskind (non vidi il film e non so che interpretazione cinematografica sia stata data) il protagonista senza alcuna sensibilità se non l'olfatto aveva creato un profumo tale da suscitare desiderio sino al parossismo (dopo aver ucciso molte donne per riuscire nell'intento), avrebbe potuto trasformarlo in un elisir d'amore ma odiava l'umanità e preferì farsi divorare dai poveri di Parigi. Del resto l'invidia è il sentimento che, a braccetto con la superbia, ha perso Lucifero il più amato e il più bello tra gli angeli e quindi a buon titolo possiamo dire che è sentimento "diabolico" con quello che ne consegue. E' doloroso scoprire la "pochezza" umana lo so non riesco ad abituarmi. Un mio amico di un tempo mi disse che ero fortunata a vivere con la parte negativa dell'animo umano (sono un avvocato) perché posso solo trarne motivo di elevazione. Sarà così ma io non riesco proprio ad abituarmi. Scandalizzarci è un obbligo ma possiamo scuotere la polvere dai nostri calzari e andare avanti. Grazie per tutto quello che fa e soprattutto per quello che è

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  23. Vado OT.
    Non pensavo di vedere questa cosa prima di morire. per la prima volta vedo tutti i "giornalisti", dalle TV e dai giornali, tutti o quasi tutti, stare all'opposizione di un governo italiano! Invece di stare lì, a passare veline e allenare la lingua lambendo pelosi deretani, questi sono sulla barricata....
    Mi resta solo un desiderio. Chissà se accadrà mai.
    Adesso in TV e nei giornali vorrei vedere qualche giornalista....

    Intanto sprofondano nella melma pseudo scienziati a libro paga.
    Increduli cercano di trascinarsi dietro Prometeo.
    Nulla di strano.
    Io non mi sporcherei le mani, il tempo è poco e c'è da costruire.

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  24. purtroppo c'è di peggio anche ai piani superiori...
    http://www.finanzaonline.com/notizie/italia-premio-nobel-phelps-non-e-colpa-dell-euro-se-l-italia-cresce-poco
    e cito:
    “Se fosse l’euro la colpa della lenta ripresa dell’occupazione e del rallentamento della crescita sarebbe accaduto anche in Francia e in Spagna"
    Per nostra fortuna (ma siamo ancora in pochi) al Senato il 19 giugno e sul blog da almeno 4 anni il senatore Cimaglia ci ha fornito gli anticorpi per rispondere anche nel merito.
    Ancora grazie Professore.

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  25. Non ho seguito la discussione su twitter però leggendo questo articolo e rilevando le tue citazioni sul paper di Panizza e le sue ultime posizioni su twitter, mi è sorta spontanea una domanda: " E' sicuro che Panizza non abbia firmato quel paper senza leggerlo o in alternativa, è sicuro che Panizza non abbia qualche difficoltà di memorizzare i concetti che espone?"
    Io, dimentico nomi, dimentico dove metto le chiavi dove lascio la macchina parcheggiata, etc. ma i concetti che sono miei, non li dimentico mai.

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    1. Panizza non dimentica. Noi neppure...la carovana avanza.

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  26. 1. Il piddino travisa, e in maniera quasi sistematica, il senso di quel che è difficilmente travisabile (difficilmente se DAVVERO si presta ATTENZIONE filo-logica a quel che viene scritto/detto, savàsandìr)
    2. Il piddino spiega il 50% di lega e m5s dicendo “cosa vuoi, con l'analfabetismo funzionale degli italiani al 50%!”. Dove gli italiani=gli italiani che hanno votato lega e m5s, ovvero tutti tranne piddini et affini, per estensione della nota legge di Scanavacca.
    3. Visto però che a scambiare cazzi per crocifissi sono gli autoproclamatisi ceti medi riflessivi piddini, ma che gnente gnente se diminuischeno l'anarfabbeti funzionali del 20% le attuali forze de governo vanno al 70%?
    Forse analfabeta funzionale è proprio chi taccia di analfabetismo funzionale chi non ripete i suoi stessi slogan, che la guerra è pace et similia. E ritiene che se non li ripeti è perché non li hai capiti, e non li hai capiti perché non ci arrivi, e insomma sei inferiore. Che quegli slogan possano fare schifo non è contemplato.

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  27. Sul lavoro ho avuto a che fare con centinaia di persone: capi, capini, capetti, colleghi in ascesa e non (sottoposti sostanzialmente MAI). Centinaia non è un'esagerazione: nei call center il personale è in continuo avvicendamento, e per l'alto numero di lavoratori somministrati/temporanei/intermittenti, e per la condizione lavorativa; essa è dinamica e sfidante, come dicono i venduti, ovvero il rischio di burn-out è alto come quello di un paramedico, e anche chi è a tempo indeterminato mira a cambiare reparto. Ergo io, fermo nell’organigramma per 18 anni, nel corso del tempo ho collaborato con gente la più svariata per sesso età condizione lavorativa etc. La differenza tra le persone capaci e la fuffa stava sempre nell'attenzione prestata a quel che si diceva/scriveva negli scambi vicendevoli. Le prime, DOPO avere letto/ascoltato, e perfino chiosato, le ipotesi di lavoro, stavano sul punto, e con l'attenzione che è NECESSARIA per un lavoro fatto bene, cioè come deve essere fatto. La fuffa invece ascoltavano ("La fuffa" è un pluralia tantum della terza) con orecchio distratto, leggevano una riga sì e tre no delle comunicazioni scritte per poi inferire ad mentulam, sollecitavano risposte già in calce nella mail precedente, parlavano per frasi fatte o supercazzole aziendaliste, nel migliore dei casi ti dicevano “no, non hai capito, non è così, è cosà” e poi ripetevano quel che gli avevi appena detto, pari pari. Fieri ancorché inconsapevoli discepoli di Etarcos, non capivano una fava, ma si comportavano da detentori della verità, per un percepibile senso di superiorità nei confronti degli altri. Ingiustificato, suppongo, ma percepibile. Non solo da me, intendo, ma anche da quanti mettevo a parte di queste riflessioni.
    Mi sono fatto l’idea che quelli che si sentono superiori sono quasi sempre inferiori.
    Ma non vorrei ora si pensasse che io mi ritengo inferiore ai superiori, ovvero superiore agli inferiori. Io rimango l’umile ragazzo di Betlemme che sono sempre stato.

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  28. ...sono fuori tema con questo commento ma ho appena intravisto su Repubblica al seguente link
    https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2018/06/25/news/il_condominio_di_angela_e_giuseppe-200030979/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S1.4-T1
    un articolo il cui incipit è decisamente inquietante: purtroppo il resto è a pagamento... qualcuno ne sa di più?

    Facendo copia e incolla

    "Il condominio di Angela e Giuseppe
    25 GIUGNO 2018
    Mutualizzare i debiti pubblici dei Paesi dell'Eurozona è un modo per prendere soldi al contribuente tedesco e passarli a quello italiano. Un modo per far esplodere l'Ue, non per unirla
    DI ROBERTO PEROTTI
    4 / 5

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    Angela e Giuseppe abitano nello stesso condominio. Angela guadagna bene, ha un appartamento dignitoso e ha quasi finito di pagare il mutuo. Giuseppe abita in un bell'appartamento al di sopra delle sue possibilità, ha quasi tutto il mutuo da pagare ed è spesso in difficoltà con le rate. Nonostante questo non vuole lavorare di più e meglio, anzi organizza spesso feste, che oltretutto ogni tanto disturbano Angela e la sua famiglia. All'assemblea di condominio..."

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  29. Trent'anni fa comparivano i primi ipermercati (Carrefour, Auchan...) che aprivano la spietata concorrenza ai piccoli negozi. Prima un buon negoziante si comprava un po' di case, dopo al massimo viveva bene. Non so come sia andata in altri posti, ma i negozianti della cittadina di provincia vicina al mio paese per alcuni anni sostenevano con totale convinzione che le confezioni standard di prodotti di marca vendute negli ipermercati (pomodori Cirio, pasta Barilla...) avevano un peso inferiore e/o una qualità diversa da quelle che vendevano loro. Mentivano, ovviamente, ma credo che molti lo facessero in buona fede, ripetendoselo fra loro fino a convincersi veramente.
    D'altra parte che potevano fare? Gli stava franando il terreno sotto i piedi e non potevano farci nulla, erano disperati, i fatti li travolgevano e contro di essi potevano solo mentire per farsi coraggio.
    Mi vengono in mente i vari economisti (più o meno veri, più o meno titolati) che accusano il governo di portare gli italiani alla miseria e alla distruzione: urlano a perdifiato, che altro potrebbero fare?

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  30. Suvvia è il chiaro segno che sta lavorando bene Prof., temo anche che ne vedremo altri di Post simili...

    Rabbia, gelosie e mistificazioni sono il prezzo che deve pagare chi ha deciso di fare realmente qualcosa degno di nota.

    Cari saluti da Parthènope :)

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  31. Io ho visto quel tweet in diretta e sono rimasto sconcertato.
    Mi dispiace ora di aver considerato inutile questa risposta a Panizza:
    "Strano, io lo seguo da anni e mi pare sia esattamente l'opposto. Il suo blog e la sua tl sono pieni di testimonianze in cui prende le difese di economisti titolati con idee diverse attaccati da ignoranti come me."

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  32. OT:
    Le due cose peggiori che possono capitare all’usuraio sono
    1) la morte del debitore
    2) l’estinzione del debito

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  33. Prof che parla in senato nemmeno nei sogni più reconditi, sfiora l'onanismo.grazie di esistere

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  34. E' consolante constatare il livello di bassezza cui sono arrivati.

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