[...bbona la prima, anche se in un disco non la metterei: ma tanto voi siete fascioleghisti, quindi...]
...dunque, dicevamo: lavorando come una bestia. Esempio: due giorni fa ero a Brescia per un incontro dal titolo "L'Europa tra sogno e realtà", promosso da APINDUSTRIA Brescia. Nel suo intervento, il presidente della Confapi, Maurizio Casasco, ha fra le altre cose invitato a tener conto, oltre al sogno, della dimensione dell'interesse. Io ho fatto una breve presentazione, della quale cercherò di darvi conto appena possibile, e dalla quale vorrei estrarre tre slides che non ho presentato per motivi di tempo. Sono cose che sapete, è un lavoro che siamo stati i primi fare e abbiamo rifatto tante volte, ma ripetersi male non vi farà, e ci permetterà anche di porre su solide basi alcune precisazioni che intendo fare nei prossimi post.
Dice: "Perché lavorando come una bestia?"
Bè, perché poi, il giorno dopo, mi sono svegliato alle 5 per prendere il volo da Orio al Serio a Pescara, dove avevo un consiglio di dipartimento, nel corso del quale mi sono addormentato, cosa che non mi è riuscita in aereo, a causa della presenza di un adorabile frugoletto, e dove dovevo vedere i campioni del merchandising per il #goofy6.. eh già, perché quest'anno abbiamo anche qualche oggettino da proporvi, oltre a tante altre cose... poi sono andato a prendermi un bus per tornare a Roma - avrei voluto mettere il Doblò nel bagaglio a mano, ma Ryanair è molto fiscale, come sapete - e poi, arrivato a Roma, sono andato a mettermi in mano a #lascienza, che deve decidere, in base ad alcuni valori di alcune sigle arcane, cosa devo fare per veder passare di fronte a me i cadaveri di tutti i miei nemici. E siccome questi sono tanti, io mi prosterno a #lascienza ed eseguo pedissequamente, anche perché, per motivi che non vi posso dire, quest'anno proprio non posso permettermi di arrivare sul palco del #goofy6 sfasciato nel fisico. A proposito: se non vi siete ancora iscritti, il modulo è qui...)
Ce l'abbiamo fatta! Siamo fuori dalla crisi! Questo ci raccontano i giornali, e su queste basi gli economisti laureati, quelli che si muovono solo fra le piante dai nomi poco usati: bossi, ligustri, acanti, liquidano con spallucce la nostra pretesa di voler ancora dibattere di integrazione europea. Un dibattito che non ha senso, un dibattito che si sarebbe esaurito con la fine della crisi, dicono loro:
La ripresa "persistente e pervasiva" è come la granata "penetrante e dilacerante", quella del Gaddus, sapete, nella Cognizione del dolore (l'azione di quota 131...). Pervasivo... Ma! A me sembra tanto un anglicismo, però un suo perché, lessicalmente, ce l'ha. La ripresa ci pervade... verrebbe quasi da dire che "tutta si transferisce in noi", per citare un altro dei due o tre libri che ho letto.
Ora, c'è però un problema: noi siamo penetrati e dilacerati, anzi, no, scusate: pervasi da questa ripresa persistente, ma... resta il fatto che proprio non vogliamo accorgercene! Come spiegare questo paradosso?
La spiegazione più semplice è che i giornali mentano. Che sui fatti economici (fatti, non opinioni) i giornali "sbaglino" qui lo abbiamo accertato più volte (mi limito a ricordare il caso più eclatante). Abbiamo anche appurato che la colpa non è sempre loro. Spesso, purtroppo, è di miei colleghi un po' smemorati e diversamente inclini a verificare le proprie fonti (questo e questo sono due esempi eloquenti). Ma in questo caso le cose non stanno così. I dati, i migliori amici dell'uomo, ci dicono che la ripresa c'è:
Dalla seconda metà del 2015, con una certa buona volontà, possiamo vedere un decollo che poi si rafforza, diventando più visibile ed esplicito negli ultimi mesi.
Quindi?
Quindi i giornali non mentono, ma non dicono nemmeno la verità. C'è infatti un problema di tassi di crescita, e un problema di livelli, un problema di dinamica e un problema di statica. Se allarghiamo lo zoom la situazione, come voi ben sapete e gli operatori informativi ben ignorano, si presenta così:
La slide precedente corrisponde al quadratino rosso riportato in questa slide: un lasso di tempo in cui si è materializzata una ripresa al tasso dello 0.16% mensile. Certo, meglio di una decrescita, ma il rettangolo azzurro ci ricorda che dopo lo shock Lehman, imperante Abberlusconio, il rimbalzo dell'Italia era stato ben più vigoroso: 0.35% in media mensile, fino all'arrivo del killer della nostra economia, Mario Monti.
Sì, stiamo ripartendo, ma a una velocità che è meno di metà di quella dell'ultima ripartenza, e da un livello inferiore di oltre il 20% a quello pre-crisi.
Quindi le cose non vanno proprio bene. Eh, no, direi proprio di no: direi che vanno peggio. Lo si capisce se si allarga ulteriormente lo zoom, cosa che giornalisti e colleghi diversamente familiari coi dati non possono fare (almeno, non senza ricorrere al dottorando di turno, che però, di questi tempi, è facile che sia a sua volta diversamente familiare con l'alfabeto... il che non semplifica le cose!). Io, invece, sono da sempre economista applicato, e in tale veste mi pregio di sottoporvi questo disegnino:
Questo è l'indice della produzione industriale in termini annuali dal 1958 a oggi (59 anni). Vi ricordo che gli indici descrivono la dinamica di un fenomeno, non il suo livello. Insomma: quando osservate un indice, quello che conta non è se vale 10 o 100, ma la velocità alla quale cresce (o cala). Si vede bene, dal grafico, che dal 1958 alla metà degli anni '90 la produzione industriale italiana si è sviluppata a un tasso di crescita leggermente superiore a quello della produzione industriale tedesca. Infatti, partiamo più bassi (la linea arancione è sotto quella blu) ma arriviamo insieme a metà degli anni '90. Arrotondando, i rispettivi tassi di crescita sono del 4% e del 3% fra 1958 e 1996, poi del -1% e del 2% dal 1997 a oggi. I motivi vi sono noti, sono stati discussi in questo blog, e poi sono diventati una pubblicazione scientifica.
Naturalmente anche in questo grafico il riquadro rosso isola l'ultimo pezzo della storia, quello descritto con dati mensili nella prima slide, l'unico che i giornalisti vedano o di cui comunque vi parlino. Potete valutare da voi in quale considerazione prendere le parole di chi parla di persistenza e pervasività: senza voler influenzare le vostre considerazioni, mi limito a dire forse sarebbe meglio riflettere su un concetto più familiare: quello di dimensione. Con una ripresa di queste dimensioni, non raggiungeremo mai più la Germania, nonostante anche questa sia rimasta invischiata nella trappola in cui ha attirato i suoi concorrenti...
(...se vi interessa uno che Froberger lo suona bene, naturalmente è un italiano, ed è qui...)
gli interventi riescono, ma i pazienti continuano a morire.
RispondiEliminaMaledetti pazienti...
EliminaIl miracolo portoghese, il miracolo spagnolo, il miracolo greco ed infine il miracolo italiano. Se questi 3 grafici fossero mostrati (non dico sui giornali che non li compra quasi più nessuno) in una qualsiasi trasmissione televisiva, credo che finalmente tutti capirebbero. Ma la nostra non è quasi più (di fatto) una repubblica democratica. Questo il problema più grave, che temo i più sottostimino.
RispondiEliminaGrazie Prof. Un patchwork di verità parziali per indurre a comporre sintesi deviate. Aka manipolazione. Oddio siamo sempre manipolati da qualcosa o qualcuno, l'importante è scegliere bene la propria guida.
RispondiEliminaE allora facciamoli questi investimenti! Aumentiamola questa produktivität! Il parco macchine va allargato con un bel claviorgano.
RispondiEliminaSul somiere, oltre ai classici 8' 4' e 2', ci faccia caricare anche una bella Groß Mixtur spaccatimpani.
La pressione dei mantici, ça va sans dire, deve essere regolata secondo la rigorosa tradizione teutonica che GUARDA CASO come lei ben sa è il 30-35% più alta di quella degli organi italiani (non è cambiato proprio niente nei secoli dei secoli amen).
Le canne magari le richieda in legno che, se uno le sa costruire a modino, suonano perfettamente e rendono superfluo l'utilizzo di un B-52 per spostare lo strumento.
Per il design invece tutto rigorosamente all'italiana.
Voglio proprio vedere se poi Angela o chi per essa avrà il coraggio di lamentarsi.
L' ultima slide comunica che siamo tornati alla seconda metà degli anni ottanta e questo fatto ha una conseguenza sulla mia vita:se siamo tornati indietro con la produzione abbiamo avuto anche più disoccupati che non possono versare i contributi con i quali pagare le pensioni.Ecco perchè mandano in pensione il più tardi possibile me e i miei coetanei ,perchè monti e suoi successori prevvedevano un futura di decrescita infelice( anzi proprio sfigata!)
RispondiElimina"Vi ricordo che gli indici descrivono la dinamica di un fenomeno, non il suo livello. Insomma: quando osservate un indice, quello che conta non è se vale 10 o 100, ma la velocità alla quale cresce (o cala)."
EliminaIn pratica i grafici a/18 e a/19 rappresentano la crescita della produzione industriale in due modi distinti.Il primo facendo vedere solo una porzione di anni(quella post-crisi),che tanto entusiasma i giornaloni buoni solo per incartar le uova;Il secondo grafico dimostra,allargando la visione temporale alla crescita pre-crisi,che trattasi del classico "rimbalzo del gatto morto",anzi,addirittura è un"Ribalzo del gatto morto che aveva già rimbalzato precedentemente" col governo Monti.In pratica la seconda vita del gatto che va via.
RispondiEliminaSe è vero che l'Euro crollerà ma non si sa quando,forse questo è un'indizio:Contare i rimbalzi del gatto morto,e se i gatti come si dice hanno 6 vite,aspettare gli altri 4 rimbalzi.
Per tornare ai grafici,nell'ultimo si intravede benissimo la prova del crollo della nostra produzione industriale,ovvero l'Euro,con messa in evidenza che prima dell'aggancio alla maledetta moneta,la nostra produzione industriale viaggiava pari a quella degli estortori di opere d'arte.
Mi darai atto che da ingegneri, qualcosa, brutalmente, la percepiamo. Certo ci manca la raffinatezza del vero economista, ma non siete poi tanti ed abituati al regolo calcolatore, pressappoco ci prendiamo.
RispondiEliminaSembrava stesse suonando Baglioni non Froberger ��������
RispondiEliminaUna critica ben argomentata è sempre bene accetta. Ora, grazie ai potenti mezzi di Internet, dovresti completarla fornendo un link che ci permetta di accertarci che tu sappia la differenza fra Baglioni e Froberger... Ma qualcosa mi dice che questo link non arriverà...
EliminaForse è stato Baglioni a copiare Froberger.
EliminaDi solito sono i musicisti nati in epoche successive a plagiare le opere dei loro predecessori.
Un esempio su tutti: il canone di Pachelbel, ovvero il brano di musica classica più plagiato degli ultimi 300 anni.
Ma al goofy suonerà?
RispondiEliminaNon mi pagate abbastanza.
EliminaAumenta il prezzo, visto che c'è domanda. Magari con un bel sondaggio prima di organizzare si strutturano una serie di attività per chiedere ai partecipanti cosa vorrebbero. Idea ottima quella del merchandising.
EliminaIn buona sostanza; i soldi li cacciano?
RispondiEliminaE sviluppo ulteriormente; hanno capito che per togliersi dalle secche serve creare un sottosistema che convogli l'energia (le risorse) in un loop che possa sostenersi (tipo le autoreggenti che tanto parono piacere)?
Ultimamente (almeno da 30 anni ... nello specifico) quando sento parlare di gazzettieri mi prudono le mani, e non esistono (pseudo) economisti che possano fungere da esimenti. Quindi ho appena digitato con le mie manine un contributo extra ad Asimmetrie, oltre ad acquistare il biglietto per il goofy6.
RispondiEliminaControllare per credere.
SP ci upgrada ma, paradossalmente, la notizia non mi aggrada. E si, perché, nel motivare il miglioramento dell'outlook, SP allude a velocizzazione nello smaltimento degli NPL. "S&P: Resolution of crises related to Mps and two Veneto banks, and the quickening disposal of npl support Italy's improved economic outlook"
RispondiEliminaHo una domanda: a quali crediti in smaltimento si riferisce effettivamente SP, quelli del settore privato o quelli del settore pubblico? Ed infatti, un'accelerazione nello smaltimento di crediti deteriorati si sta verificando nel settore pubblico.
È di questi giorni la notizia di un paio di provvedimenti inseriti in legge di bilancio: allungamento, con effetto retroattivo, dei termini prescrizionali dei crediti iscritti a ruolo e cessione a privati da parte di Agenzia delle entrate - riscossione (ex equitalia) di 500/600 mld di crediti iscritti a ruolo negli anni dal 2000 al 2010, dal quale il Governo si attende nel prossimo biennio 4 mld e spiccioli.
A naso, direi che non è un affare malvagio per gli acquirenti privati (i migliori nel settore sono gli americani) di questi crediti pubblici. E, sempre a naso, direi che non è un ottimo affare per lo Stato e, soprattutto, è un pessimo affare per chi sarà escusso con minori garanzie (fermi tutti i dubbi di costituzionalità per la disparità di trattamento tra debitori ceduti e non ceduti che ciò comporta)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/20/legge-di-bilancio-i-crediti-di-equitalia-venduti-ai-privati-cosi-torna-il-rischio-pignoramento-della-prima-casa/3925023/
La somma delle due/tre nasate, oltre che deprimente, temo possa essere depressiva per l'economia italiana.
Ecco, da un lato ci sono i grafici di questo post e dall'altro c'è l'outlook in miglioramento così motivato. Io so di chi fidarmi.
Ma questa cessione di crediti statali non sa di anti costituzionalità?
EliminaPer ora si vendono i crediti che lo stato ha verso i cittadini massacrati dall' euro, poi qualcuno si occuperà di vendere i beni dello stato, poi ci sarà il massacro dei pensionati e poi arriverà, la vendita forzosa dei beni dei privati. Cosa c' è ancora di costituzionale con l' euro?
EliminaNon sarò certo io ad invocare Piazzale Loreto e Norimberga e non li auspico più da almeno tre anni, ma non ci posso fare nulla per evitare questi esiti tranne che avvertire.
La crisi é finita,
RispondiEliminama io, per "colpa" Sua,
proprio non ci riesco ad andare in pace.
E son qua che aspetto la prossima
che sará naturalmente colpa Mia
pigro cialtrone e spendaccione che non sono altro.
Senza dimenticarmi poi la massa perfidamente astuta e alacremente laboriosa dei diavoli gialli: che come faccio io molle latino della Lusitana pubblica funzione a competere coi nipotini d'Attila l'unno e del Gran Khan?
Il ratto, narra mia moglie che in infanzia vi ha intrattenuto una certa spiacevole intimitá domestica, morde e poi soffia un poco per lenirti il dolore, affinché tu tapino non ti renda conto che ti sta smontando il welfare poco a poco etc...etc...
Io siccome ( anche se sono nel numero degli asini che di economia non capisce na mazza ) giá non casco piú mi consolo altrimenti e,
rimanendo in tema, mi abbandono alla mesta eleganza di questa suite di J.J.Froberger
https://www.youtube.com/watch?v=QVkPb8OGeu8
Fossi l'Imperatore me lo metterei a casa mia sto "Neuchatel Ruckers"
Molto brava. Non la conoscevo.
EliminaNo, non capirebbero,perché c'è da fare prima un percorso. E poi c'è bisogno della ripetitività del messaggio, devi farli vedere per mesi,anni (vedi il messaggio"deBBBitopubbbblicobrutto").
RispondiEliminaI media, tutti, funzionano così.
Dopotutto anche Grillo può vantare un paio di post giusti...all'interno di una caterva di post sbagliati.
L'unica cosa finita qui e' la pazienza....
RispondiEliminaEsattamente!!!
EliminaLa crisi è finita, è cominciata la fame.
RispondiElimina(Gianfranco d'Angelo, Drive in, millenovecentottantaerotti).
"Con una ripresa di queste dimensioni, non raggiungeremo mai più la Germania"
RispondiEliminaE neppure la Corea del Sud, che in termini di PIL PPA pro-capite ci sta facendo vedere la polvere (dopo averci superato con discrezione grazie al suo wonnettino e senza particolari fogni di gloria).
Ieri transitavo da via Nomentana verso Porta Pia e non ho potuto fare a meno di notare l'enorme bandierone EU che sventolava sornione in cima alla porta sovrastando (anche simbolicamente) il monumento al bersagliere (con la celebre epigrafe "Nulla resiste al bersagliere") ed il vicino tricolore italiano, di dimensioni apparentemente piu' contenute.
Passata la porta verso Termini, subito dall'altra parte, ho notato invece una solitaria 'union flag' sul pennone dell'ambasciata inglese che, riparata dal vento dalle mura aureliane, pendeva floscia.
Poco oltre, nelle vicinanze delle caserme intorno alla stazione Termini, non ho potuto fare a meno di notare il logo Hyundai sulle auto verdi targate EI nuove di pacca.
Per le menti curiose basta osservare Roma per capire dove sta andando il mondo.
La domanda che sorge è: in regime di cambi fissi, come è l'Euro,
RispondiEliminaquali strategie economiche e fiscali avrebbero potuto essere adottate dai vari Ministri dell'economia nell'interesse della Nazione ?
Appurato che l'obiettivo era il riequilibrio del saldo con l'estero, poteva essere ottenuto per altre vie, diverse da quella dell'aumento della pressione fiscale ?
L'introduzione del fiscal compact in Costituzione e la conseguente approvazione del patto di stabilità a carico degli enti locali non ha bloccato ulteriormente ogni possibilità di sostentamento della domanda interna ?
I recenti referendum sull'autonomia non sono altro che il desiderio delle elites locali del nord di uscire da questa gabbia che li obbliga a non spendere e a non pagare i fornitori nonostante i denari siano disponibili in cassa ?
E' la guerra scatenata dall'Euro: tutti contro tutti.....e il sospetto è che alla fine il risultato sarà che diventeremo tutti solo incattiviti, stressati e magari anche un pò paranoici, assorbiti dall'ossessione quotidiana della crisi economica.
E' questo l'obiettivo della nostra classe politica ?
quando si viene pervasi, la dimensione conta!
RispondiEliminaA proposito dei frugoletti che impediscono il meritato riposo...
RispondiEliminaHo scritto un commento in due post. Mi scuso per la lunghezza, i concetti mi hanno preso la mano….
RispondiEliminaPARTE1° - Tutti noi lettori del blog e dei libri del Prof sappiamo che il problema di fondo dell’Italia, cioè l'arresto della crescita della produttività dei fattori, inizia a fine anni ’90 con la reintroduzione del cambio fisso (fatto, come sappiamo rivalutando di botto di quasi il 20% vs il marco), che, arrestando il circolo virtuoso domanda/investimenti, (Kaldor-Verdoorn.) mina le basi della crescita futura. Questo elemento è ancora più importante per le economie, come l’Italia degli anni pre-crisi, dove il settore industriale pesa sul GDP in modo molto più significativo che in altri paesi (es Francia).
In altre parole, Bagnai ci ha fatto capire come L’Italia sia arrivata “all’appuntamento con il destino”, cioè la Grande Recessione post Lehman, con pochissimi anticorpi, avendo progressivamente perso competitività (per il forte calo degli investimenti soprattutto in R&D) in molti dei sotto comparti del mondo industriale che potevano garantire crescita nel presente e nel futuro. L’esatto opposto di quanto succede da inizi 2000 in Germania, dove il cambio effettivo reale fortemente sottovalutato (anche a seguito della stretta sul costo del lavoro con le riforme Hartz) stimola la domanda estera e fa riprendere il circolo virtuoso domanda/investimenti che si era arrestato negli anni ’90 a seguito della riunificazione (allora, come ricorderete, tutti parlavano della Germania quale la Grande Malata d’Europa).
Il crollo del GDP del 2008/2009 è forte per tutti i paesi sviluppati e sappiamo che per noi è stato anche più rilevante degli altri 3 grandi dell’Eurozona. I dati ci dicono che l’Italia, per i noti problemi di Deb/GDP fuori dalle regole europee, non ha dispiegato la stessa potenza di fuoco nelle politiche pubbliche anticicliche che, viceversa, mettono in campo gli altri nel 2009 e anche nei tre anni successivi. Per inciso ricordo che dal 1996 ad oggi abbiamo avuto un solo anno, il 2009, dove il deficit primario, cioè Entrate/Uscite al netto della spesa per interessi, è stato negativo; Francia, Spagna e, sia pure in misura minore, anche Germania hanno usato la leva del deficit primario con molta più forza e durata per contro-bilanciare gli effetti della Grande Crisi sui consumi e sugli investimenti privati. L’impatto della crisi sul settore industriale è ben testimoniato dai grafici del post.
Il calo del GDP in Italia dura 9 trimestri, arrivando a perdere nei i primi due trimestri del 2009 oltre il 6%. Con il primo trim 2010 si torna in positivo e lo si fa fino al terzo trim 2011, con un balzo che inizialmente supera il 2% cioè appena 1/3 di quanto avevamo perso nel momento di massima crisi.. (SEGUE)
PARTE 2° - Dopo l’ammissione (a denti stretti!) del Giavazzi Consensus nel 2015, è oramai pensiero comune che la ripresa DEL 2010/11 è stata affossata dalle politiche di austerità. Sicuramente queste hanno avuto il loro preponderante peso (Monti e la domanda interna da distruggere per riequilibrare i conti con l’estro), ma, seguendo questo filone di ragionamento che il prof ha svelato, l’intensità e la durata della seconda recessione non è ascrivibile solo ad esse. La crisi Lehman aveva già minato la competitività di quelle aziende che negli anni precedenti avevano ridotto o azzerato gli investimenti sul core business e su R&D (magari per diversificare sull’immobiliare!) e/o avevano puntato o reindirizzato le politiche commerciali sul mercato interno. La cura Monti (cioè politiche pro-cicliche) è fatale per tutto questo mondo produttivo già in deficit di competitività.
RispondiEliminaLa cartina di tornasole di questa tesi della “concausa” (Austerità + Effetti dei sotto investimenti pregressi, cioè dell’eredità dell’Euro) credo la si possa ritrovare nell’andamento della bilancia dei pagamenti: la ripresa del 2010/11 avviene con lo stesso vizio del pre Lehman, con un deficit persistente negli scambi con l’estro. Le nostre aziende, nella ripresa 2010-11 continuavano a perdere quote di mercato estero come avevano fatto negli anni precedenti, gli anni del “Miracolo Euro”.
E siamo ad oggi. Sono 14 trimestri che il ns GDP non scende. La crescita c’è, ma ha un ritmo blando, ben più basso degli altri Paesi dell’EuroArea. Si stima che di questo passo ritorneremo ai valori di GDP per capita pre crisi solo a dopo il 2025: quasi una generazione dopo. Ci siamo adattati alla new normal imposta dall’appartenere ad una Area Valutaria Non Ottimale: tasso di crescita basso, ma debito netto estero in progressiva diminuzione. Stiamo diventando tutti “tedeschi”. E, come i tedeschi, sfruttiamo la crescita del resto del mondo senza contribuirvi, anzi sottraendo. Ci sarebbe finalmente spazio e per far crescere la quota salari (ovviamente mai quanto in Germania, dove il dato grida allo scandalo nell’indifferenza dei media) e, forse, con essa ridare ulteriore ossigeno a quelle aziende, quelle sopravvissute, la cui produzione può essere rivolta al mercato interno, senza ritornare in deficit nelle current account. Anche Draghi, il miglior interprete del washington consensus, sta raccomandando di aumentare la quota salari… Ma è l’Euro bellezza! Si gioca alle Sue regole che non sono emendabili, se non facendo saltare il banco: fino a che la prossima Recessione (che come sempre credo partirà dall’America) farà deflagrare la situazione
Io che oramai ho la depressione in corpo mi sono fatto una idea , più che sulla crisi su sistema del nostro tempo, sul modo di comandare e farsi poi obbedire.
RispondiEliminaIo oramai troppo vecchio per allettare i mangiatori di contributi statali e sempre troppo vecchio per aprire una mia attività e usufruire dei medesimi vantaggi.
Non sei più commerciabile quando ti presenti con le mani piene di artrosi e un paio di protrusioni discali.
Sono riusciti pure a farmi pensare di aver sbagliato a procreare, del resto non era quello che dicevano ai poracci secoli fa?
La povertà dei poveri è perche trombano troppo e producono la prole che li impoverisce.
Trombate meno e magari vi resta da mangiare.
Tornando alla mia idea, o meglio leggendo questo articolo
http://blog.ilgiornale.it/angelini/2017/04/19/oro-e-argento-aggiornamento-trimestrale-aprile-2017-derivati-a-1500-trilioni/
Mi sono reso conto che la percezione che avevo potrebbe essere veritiera, nel senso che la realtà potrebbe aver superato di molto la fantasia o fantascienza vedete voi.
Noi ci sbattiamo per osservare la crisi, e i dati indicano che la crisi non si è mai allontanata da noi.
Noi verificando i dati della economia reale troviamo conferme oramai da anni e non parlo di italia ma di tutto il sistema mondiale.
Ebbene la crisi reale continuerà il suo sporco lavoro di depurazione sociale e nel mentre un altro mondo, quello di sopra, vivrà di vita propria.
In un contesto in cui la finanza è tutto non sono più sicuro che una crisi economica reale possa permeare il sistema finanziario mentre una crisi finanziaria provocherebbe il collasso della economia reale.
Abbiamo palesi dimostrazioni che ogni singolo dato è manipolabile e ogni singolo prezzo idem.
Non siamo più al prezzo creato dalla domanda e offerta, siamo oltre, siamo in un sistema in cui il prezzo viene gestito, viene indirizzato.
Sia che si parli di titoli di stato o azioni o indici o materie prime il prezzo non risulta più essere il risultato o di scarsità o di eccedenza.
Risulta essere altro.
Non si può definire un complotto qualcosa che viene palesato, FMI ammette placidamente che indice vix della volatilità rimarrà basso, come possa sapere una cosa del genere non è dato sapersi.
Quindi siamo in una nuova epoca, in cui il ciclo economico non presenta crescita occupazionale ma disoccupazione e sotto occupazione.In cui gli stati nazione invece di abbassare i loro debiti li aumentano, in cui tutti stampano moneta elettronica ma la circolazione di moneta è quella da tempi di guerra.
Siamo in tempi in cui il prezzo di una azienda non è dato dalla sua redditività, dal suo fatturato presente e futuro ma da enigmatiche operazioni borsistiche gestite da macchinette che scambiano migliaia di azioni al secondo.
Il sistema mediatico chiaramente è parte integrante dello sterminio silente,tutto intorno a noi va benissimo e se io non ho lavoro e non ho reddito la colpa è evidente che ricade su se stesso, sulla propria inadeguatezza a affrontare la realtà.
Un buon metodo di verifica è di andare sul sito di TERNA e verificare i dati del consumo energetico
RispondiEliminaGennaio/Settembre 2017 239.540 GWh
Gennaio/Settembre 2016 235.458 GWh
Prodotti + 4.082 GWh
pari a un + 1,7% in linea con i dati del PIL....
.....MMMMMMAAAAAA.....
a se si confronta Settembre 2017 con lo stesso mese del 2016 troviamo un - 2%.
Frenata in arrivo?
Prof., non L'ho mai ringraziata per la musica, credo.
RispondiEliminaBeh, è ora. Grazie.