L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Inquietante.... forse era meglio l'invasione delle locuste perché,in tal caso,tutte le classi sociali avrebbero avuto un nemico comune.Nel percorso delle riforme definito nell'articolo sarà difficile coinvolgere i lavoratori perché saranno piu frustrati di ora.Spero che si sveglino,anche se la speranza è inutile perché se siamo arrivati fin qui la coscienza di classe l'hanno già persa e paradossalmente mi danno più speranza le minoranze sociali.
Penso che tra i puntini ci sia anche l'introduzione del 'politically correct' Sostituire 'appena' un vocabolo con un altro . Occupazione con occupabilità. Un fatto con una possibilità teorica (molto variabile). Un numero concreto con un concetto. Il dramma dei suicidi trasformato in casualità. Alla loro morte noi parleremo di mortalità.
"un nuovo linguaggio in cui sono ammessi solo termini con un significato preciso e privo di possibili sfumature eterodosse, in modo che riducendone il significato ai concetti più elementari si renda impossibile concepire un pensiero critico individuale"
Direi che 1984 sia una lettura fondamentale. Quando negli anni novanta le guerre divennero "missioni di pace", i missili "intelligenti" e i civili ammazzati "danni collaterali", mi capitò tra le mani il bellissimo libro di Orwell. E accipicchia se fu illuminante!
L'articolo di Agenor però manca di un puntino che a mio modesto parere è fondamentale: la scuola e l'università. Non è affatto un caso che le spinte riformatrici del settore arrivino e arrivassero sempre da OCSE e UE; ricorderete ad esempio la famigerata riforma Berlinguer (quello che nel 2010 firma appelli "spinelliani") elaborata proprio negli stessi anni novanta dai governi di "sinistra" che ci portarono in €uropa. Non mi dite però che era meglio "la scuola di una volta":che come sicuramente qualcuno già sa io tra TINA e Maria scelgo senza incertezza alcuna Maria (quella sulle 1000 lire).
Il punto è che la scuola attuale NON è, nella sua generalità, la scuola di MARIA: la scuola attuale, e mi riferisco in particolare alla scuola superiore perché questa conosco (dal punto di vista, limitato, di un tipo di scuola superiore), rischia proprio, da tempo, di NON essere.
Il secondo punto del confronto è dunque QUESTA (lunga) attualità e realtà. Pertanto, non posso preferire la scuola attuale reale.
Solo che anche la scuola per l'infanzia di MARIA, e lasciatemelo dire a me che sono un nativo della stessa città incui Ella nacque, non ha neanche qui inItalia una degna considerazione. Scuole dedicate alla Montesssori esistono in tutte le parti del mondo e quì a Chiaravalle abbiamo difficoltà ad aprire una scuola montessoriana per le resistenze del ceto docente. E dire che sarebbe un discreto business anche a fini turistici per dire. Trovo spesso pullman di giapponesi in avanscoperta a cercare la casa nativa della M. Che debbono accontentarsi di una fugace visita in un ben modesto luogo dei ricordi per nulla valorizzato come dovrebbe o potrebbe. Ma questa é forse OT rispetto al contesto
@Mirco, le " inspiegabili" resistenze del ceto docente provo brevemente a spiegartele: il MIUR ha stipulato una convenzione con l'Opera Nazionale Montessori che prevede la "fornitura" di insegnanti col "bollino" Montessori (cioè formati a caro prezzo dall'Opera, anche se una recente sentenza a incrinato il mopolio dell'ONM). Il risultato è che se vuoi trasformare una scuola "tradizionale" in Montessori (col bollino) devi far votare al collegio docenti la creazione di "perdenti posto" al proprio interno. Un po' come chiedere al tacchino di decapitarsi da solo! Qui a Modena siamo riusciti a far aprire un paio di scuole pubbliche Montessori in due modi: 1) a Carpi i genitori hanno pagato la formazione degli insegnanti disponibili a formarsi (migliaia di euro). 2) a Modena il tacchino si è suicidato, probabilmente senza esserne completamente consapevole (ma ora i nodi stanno venendo al pettine, e sono guai). In entrambi i casi parliamo di plessi con una unica sezione. A mio modesto parere bisognerebbe nazionalizzare l'ONM che sembra fare gli interessi propri e basta, ONM che tra l'altro inspiegabilmente è l'unica associazione nazionale non associata all'AMI, l'Associazione Montessori Internazionale.
@Adriana "...di NON essere." Sono d'accordo. Ma non ci riesco a considerare la scuola "di una volta" migliore della attuale (anche se ha permesso di studiare a un pezzente come il sottoscritto). Anche la scuola di oggi in altri modi lo permette. Quelli bravi, scusateci se mi ci metto, si salvano sempre dai difetti della scuola. No, il punto è quello che fa la scuola di oggi a chi è in difficoltà. Non mi sembra che i risultati siano migliori di quelli di un tempo su quella fascia lì.
E ridagli con quelli bravi. "Quelli bravi" hanno poco bisogno di insegnanti che spesso ne sanno meno di loro. Hanno, anche loro, bisogno della SQUOLA. Anzi della scuola pubblica.
@AP, da alunna considerata "brava" anche se un po' troppo di testa dura e che ha odiato a tal punto il suo liceo classico da non voler più neanche immaginare di rimettere piede in una scuola: non è vero che i "bravi" o presunti tali non abbiano bisogno di - bravi - insegnanti. Hanno forse bisogno di un insegnamento diverso, che ne rispetti autonomia e curiosità, ne sappia indirizzare le energie e non li mortifichi; inoltre ha bisogno di insegnanti che sappiano creare un ambiente che non li respinga e non li sfrutti, dando loro un ruolo che sia positivo per sé e per il gruppo, insegnando il mutuo rispetto e le possibilità di interazione positiva, non solo di dominio. Però spesso e volentieri gli insegnanti li lasciano da parte "perché tanto non danno problemi". E forse perché è più gratificante, specie in chi ha una forte dimensione politica o etica, ma anche più facile professionalmente, occuparsi dei meno abili e fortunati, perché consentono di mantenere le distanze. Un alunno "bravo" pone più sfide a chi vive di routine, fosse pure routine leninista.
@Longagnani: consolante, io ho avuto la fortuna di fare una scuola Montessori alle elementari e benché fosse un po' all'acqua di rose, ne sono tuttora molto contenta.
Le clave contro le armi automatiche non hanno mai avuto un grosso successo...farsi smontare le garanzie Costituzionali, che tra l'altro erano state montate dopo e in seguito a un conflitto con armi automatiche...cosa credi che servirà' a restaurarle efficacemente ?
Meglio un AK47 della clava. Ce ne sono molti in circolazione a buon mercato. Questo però porta alla conclusione che ha già anticipato il Prof. qualche tempo fa, cioè l'ennesima guerra in Europa.
Al di là del tono ovviamente scherzoso, faccio notare che l'AK47 presuppone una preparazione tecnica (la clava metaforica, quella di Caino, no), e che comunque non è poi così chiaro chi sia il nemico in questa guerra.
Infatti: "non è poi così chiaro chi sia il nemico".
A mio figlio ho spiegato, fin da piccolo, che a fare il re si rischia la testa, e che pur con tutto l'approccio nonviolento possibile, il tagliare la testa al re, possibilmente metaforicamente, non è poi così sbagliato, anzi.
Ma qui, chi è il re? Chi sono i nobili ai quali accorciare l'altezza? Dove si nascondono?
La situazione presente ha forse questo di diverso dal passato: ognuno di noi, almeno un pochetto, è terribilmente in conflitto di interessi con sé stesso. L'imprenditore finanziarizzato è i parte pure lui un rentier, come anche l'operaio col sudato gruzzoletto investito in vario modo è un po' rentier.
Giusto prof.! Il nemico vero è difficile da individuare. Si mimetizza spezzettandosi in tante piccole parti che si installano in noi favorendo, per certi aspetti, un comportamento piddinico in senso lato. Diventa difficile a questo punto prendere la mira e gli scrupoli ti impediscono di premere il grilletto. Situazione molto pericolosa perché ti fa accumulare la tensione che quando poi esplode si concreta nel famoso 'ndo cojo cojo.
Il nemico n° 1 è la disinformazione. È grazie al bombardamento continuo continuo se siamo ridotti in questo modo. Non c'è una vera coscienza di classe da decenni, ormai. Ognuno guarda solo il suo orticello e se ne fotte di tutto e tutti fin quando non è il suo turno. Una situazione praticamente perfetta per instaurarsi di una dittatura. Dittatura che è ormai di fatto una realtà, per lo meno per chi frequente questo o altri blog liberi e indipendenti.
Bene per la clava. Bene anche per la riaccensione del conflitto di classe (magari depurato dei sogni palingenetici di marca ottocentesca). Ma il soggetto dov'è? Latita, la coscienza assopita, oscillando tra disinformazione e traccheggiamento sulla spuma dell'esistente ("Finché non tocca a me... Tanto Renzi adesso gliele canta giuste all'€pa e così il sogno di Spinelli sarà salvo eccetera). La presa di coscienza sarà un risveglio brusco, la presa d'atto di una condizione disperata. Lì interverrebbe la sinistra, se non avesse puttaneggiato immonda con la propria antitesi storica (come darsi ad abbuffate onanistiche usando lime da legno, suppergiù, sfoggiando il sorriso ebete del Giusto-a-priori). Rimarranno una rabbia cieca e pulsioni di rivalsa che ben altri saprà orientare. Per maggiori dettagli, vedi alla voce Storia. I crimini della menzogna sinistrista sono imperdonabili, ha ragione Bagnai. Quanto a me, sono all'odio e prego Dio che li stermini, non essendo in grado di farlo io perché disperatamente aggrappato al concetto puramente astratto,a ancora miracolosamente efficiente, del rispetto della vita altrui, fosse pure quella di un infame.
@Luca Pasello Non c'è nemmeno bisogno di scomodare Iddio: andranno caoticamente in tilt da se stessi, in un modo o nell'altro e in un momento o nell'altro, come un circuito a massa che faccia saltare i fusibili. Non esiste peggior giudice della coscienza impersonale che, prima o poi, riaffiora in qualsivoglia persona, a prescindere da quanto ella stessa possa volerlo o no. Da un giudice esterno ci si può ancora difendere, insultarlo, rigettarlo, da lui dissentire e così via: da uno interno ch'è più tu di te stesso, no. E fai bene a perpetuare, non fosse soltanto che per un concetto astratto, il senso del rispetto della vita altrui: certi portali, una volta che siano stati valicati, aprono su abissi da cui si ritorna solamente con estremo sforzo e terribile sofferenza. Già pare avvicinarsene una, di fonte di dolore: risparmiamoci quest'altra ultima ch'è di natura ben più nascosta, sottile e duratura.
Grazie, Citodacal: il tuo equilibrio mi richiama al senno. In realtà i miei sfiati umorali sono il portato, secondario rispetto al problema, di una disperazione fredda. Sbircio ancora nella storia e leggo le rare riconciliazioni come episodi di rimozione, mai risarcitori, della sofferenza evitabile e della stupidità più odiosa. Ho tanto astio scomposto per odio al me stesso di appena ieri, alla mia piddinitas di allora di cui è figlia l'inerzia di adesso. Darò il 5*1000 al centro studi del prof., e così mia madre e, forse, la mia compagna: mi pare poco. Ulteriori contributi, di tanto in tanto? Ok. Seguire Goofyn.? Certo. Sono in grado di verificare la tenuta logica delle argomentazioni, i rinvii alla letteratura scientifica, ma passivamente, inseguendo un discorso che non è il mio e del quale non posso essere padrone. Non posso mettermi a studiare economia, proprio non posso, poter ragioni che non ti dico, e dunque tutto è poco, e quella stupidità di cui dicevo in qualche modo è ancora la mia. Ma sto dicendo delle mie ubbie, e chissenefrega. Transeamus... Spero di rimanere civile, al redde rationem.
Antonio, posso solo regalarti un forte abbraccio dall'altra parte del pianeta e regalarti parole di uno più' bravo di me a scrivere: O ragazza dalle guance di pesca, O ragazza dalle guance d'aurora, Io spero che a narrarti riesca La mia vita all'età che tu hai ora. Coprifuoco: la truppa tedesca La città dominava. Siam pronti. Chi non vuole chinare la testa Con noi prenda la strada dei monti.
Silenziosi sugli aghi di pino, Su spinosi ricci di castagna, Una squadra nel buio mattino Discendeva l'oscura montagna. La speranza era nostra compagna Ad assaltar caposaldi nemici Conquistandoci l'armi in battaglia Scalzi e laceri eppure felici.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore.
Non è detto che fossimo santi, L'eroismo non è sovrumano, Corri, abbassati, dài, balza avanti, Ogni passo che fai non è vano. Vedevamo a portata di mano, Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto, L'avvenire d'un mondo più umano E più giusto, più libero e lieto.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore.
Ormai tutti han famiglia, hanno figli, Che non sanno la storia di ieri. lo son solo e passeggio tra i tigli Con te, cara, che allora non c'eri. E vorrei che quei nostri pensieri, Quelle nostre speranze d'allora, Rivivessero in quel che tu speri, O ragazza color dell'aurora.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. * Italo Calvino
Se con la mia famiglia trivello fino a sbucare nei pressi di casa tua, ci dai una piccola mano a sbarcare il lunario per un anno? (o forse di più, chi lo sa)
@antonio, di quello che ha scritto Agenor mi manca soltanto di andare in un altrove...e mi fermo qui perchè la mia rabbia potrebbe andare in automatico sulla tastiera. In casa di altri non voglio trascendere e poi non ti sarebbe di alcun conforto. Un abbraccio.
(Alessandra/Cassandra da Firenze. "Mirjams siegesgesang", F. Schubert. Un canto di vittoria)
@ Stefano Io sono un lettore compulsavo, e una delle cose che ho letto e mi ha colpito, e' la solidarietà' tra poveri che si sviluppo' nel 1929 per fare fronte alla crisi. Mentre scrivo, guardo la tessera del PSIUP di mio nonno datata 1943, quando averla in tasca comportava rischi. Non ti sto a dettagliare cosa ho fatto e continuo a fare per risolvere microsituazioni umane che alla fine fanno un macroquadro, ma sappi solo che se bussassi alla mia di porta, con la tua famiglia, rischieresti di non vedertela chiusa in faccia. E la sera ci parleremmo, dividendo il caffe', e decidendo come fare a sbarcare il lunario di domani per tutti. Non ho una casa piccola e siamo solo in due, qui. So la differenza tra necessario e superfluo. So benissimo fare a meno del secondo, non avevo niente da ragazzo, e non e' difficile non avere niente. Non sei solo, amico Stefano, e magari in due il lunario da sbarcare fa meno paura. In tanti, non ce ne fa nessuna.
Ahaha...a Auckland. New Zealand. West Auckland, nella vecchia base aerea di Hobsonville Point. :) Nel 2005 mi sono reso conto di cosa sarebbe successo in Europa. Nel 2007 sono arrivato qui. E sono neozelandese dal 2012. Meglio prevenire che essere in affanno...e stanno diventando difficili con l'immigrazione anche qui.
Difendere il molo d'attracco della città di Zion, impiegando quegli interessanti servorobot a doppia arma (qualcuno sa come costruirne uno?), dagli odiosi sciami d'assalto delle macchine è un'impresa più gradevole (1) che il doverlo fare nei confronti di quanto viene delineato nella pubblicazione segnalata.
(1) è anche ontologicamente più fondata: che gliene può "importare" a una macchina della vita di milioni di persone umane?
Stasera ho visto un mio collega di lavoro piangere. Non entro nella questione e non so chi sia responsabile della situazione conflituale creatasi, però fa impresione. Vent anni fa non sarebbe successo, di questo sono sicuro.
A proposito di “il contatto diretto con la durezza del vivere” di un certo Schioppato... E quello che racconti purtroppo rafforza l'idea secondo la quale molti di questi fenomeni che ci hanno condotto in questa situazione non sono (o erano, se dipartiti) altro che degli psicopatici.
Articolo veramente ricco di contenuti e significati. Il passaggio migliore è questo: "In Italia ce ne è voluto, ma alla fine dopo tanti tentativi l’Articolo 18 è stato abbattuto. Il Jobs Act ha sostanzialmente – anche se non formalmente – fatto sparire il concetto di contratto a tempo indeterminato, in quanto questo tipo di contratto ha perso tutte le tutele che lo rendevano effettivamente tale. Avendo così drasticamente penalizzato una parte dei lavoratori, nel settore privato, è stato poi facile convincerli che la colpa è di quegli altri, quelli del pubblico che sono più tutelati. Quindi anche loro adesso chiedono a gran voce di eliminare i “privilegi” del settore pubblico. Così pian piano si realizza la flessibilità in uscita per tutti. A titolo di esempio, nel paese modello per le recenti riforme del lavoro, la Spagna, ormai il 28% dei nuovi contratti ha una durata inferiore a 7 giorni: assunzione il lunedì mattina, licenziamento il venerdì sera, e poi si ricomincia il lunedì successivo."
Ottimo spunto di Agenor...Ordoliberismo, cioè Economia Sociale di Mercato, ovvero un misto di frattaglie composto da elementi predominanti di liberismo e da una piccola ma fondamentale base di socialismo (quello reale però), il tutto frullato nel mixer dello statalismo, giusto per beneficiare quanto basta di un Istituzione come lo Stato (quello attuale, defraudato del suo ruolo di rappresentanza popolare) utile a legiferare a favore del capitale. Che l'Eurozona sia ordoliberista è dimostrato dalla prova del nove attuata dai liberisti che l'accusano di essere un nuovo regime socialista (URSSE)e dagli statalisti che invece la ritengono di essere il regno del liberismo. Ovviamente sbagliano entrambi perchè in questa EZ non c'è nessun tipo di egualitarismo socialista e chiaramente nessuna limitazione liberista al ruolo dello Stato.
@Maurizio In questo caso, sovranazionalsocialismo. Il che, oltre a significarne l'estensione oltre le sovranità nazionali, ne indicherebbe una versione potenziata e più subdolamente invasiva.
Te lo evoca perchè l'ordoliberismo è una variante del nazionalsocialismo. Come riporta Andrea Fumagalli "L’idea di economia sociale di mercato ebbe origine nell’ambiente culturale tedesco durante il periodo della Repubblica di Weimar, dopo la Prima guerra mondiale, a partire dal contributo di L. von Mises (➔), che nel 1919 pubblicò Nation, Staat und Wirtschaft. Il libro non ebbe molta fortuna, ma le idee in esso contenute furono successivamente rielaborate, dopo il fallimento dell’esperimento di Weimar e l’ascesa al potere del nazionalsocialismo, dalla scuola di Friburgo (ordoliberalismo".
E conclude affermando che "...l’e. s. di m. è il sistema economico dell’UE previsto dal Trattato di Lisbona".
@Giulia Grazie! Non sai quanto mi hai fatto bene! Hai scelto veramente l'antidoto che ci voleva. Confesso che dopo avere letto (e condiviso a manetta) Agenor, agghiacciante nella sua lucidità, mi era rimasta una certa qual voglia di suicidarmi. Lotteremo con le unghie e con i denti perché non ci tolgano almeno questo: la gioia, quella così profondamente espressa da questa musica, e la nostra speranza.
È tradizione che il padrone faccia pagare al lavoratore l'utilizzo degli strumenti di lavoro. È coerente che oggi si faccia pagare la formazione. Si paga per studiare (negli USA ci si indebita a vita per pagarsi il college...) e istupidirsi per diventare più o meno pron(t)i al lavoro. Si paga il master, si paga lo stage, si ritorna al datore di lavoro una parte del nominale in busta paga... Siamo finalmente arrivati alla concezione del lavoro che aveva Fantozzi prima di incontrare Folagra, "mi fanno lavorare perché sono buoni..."
SS: '"Io sono nato nell'euro, lo trovo un progetto essenziale per sopravvivere in un mondo globalizzato, e basterà un'altra generazione, altri trent'anni, perché si crei un consenso politico che lo renda sostenibile."
...
AB: "Lei parla di aspettare altri trent'anni perché se lo può permettere, ma là fuori molti non possono. Veda se si può permettere che la vengano a cercare..."'
(Estrattato da "L'Italia può farcela" - Alberto Bagnai, 2014)
E no, purtroppo il messaggio non passa per la testa se, anche per loro, prima non passa dove fa più male. Forse ci siamo quasi, o forse no.
PS_Se dovessi inscenare il concetto di economia sociale di mercato, la migliore rappresentazione che ne farei sarebbe lo Stato (meglio se amministrato da quelli col grembiule rosso) che tiene il lavoro mentre il capitale finisce di pestarlo.
Beh, io direi di organizzare la resistenza, pur con tutto il pessimismo della ragione che volete voi. Il professor Bagnai lo ha spiegato e raccontato più volte: pur nella disperazione non si arrese e 5 anni fa aprì questo blog. E ha dato l'esempio di come si può e soprattutto si DEVE combattere: e qualche risultato lo sta ottenendo, mi sembra, no? Ci ha anche fornito le "armi" per combattere questa battaglia in difesa del nostro paese. E allora facciamola, ciascuno nel proprio "territorio", da intendersi non solo in senso strettamente geografico. Nel mio piccolo, insieme ad uno sparuto gruppo di compagni, lo sto facendo ed ogni volta che mi capita (e succede spesso) non perdo l'occasione per far presente a platee anche molto diverse come le questini specifiche che si stanno trattando hanno una stretta connessione con l'attacco da parte dell'ordoliberismo ai valori della nostra costituzione. E debbo dire di trovare spesso orecchie attente, più di quante ne potessi immaginare. Su, un po' di ottimismo della volontà!
Un grazie ad Alberto, A/Simmetrie ed Agenor, che seguivo anche su Sbilanciamoci ... Vado OT e mi scuso, ma qualcuno può ricordarmi chi era che diceva che fuori dall'Euro c'erano i fire sales? ;)
Io lo faccio all'università. Quest'anno sferrerò più colpi perché il corso si presta. Gli studenti non sono sciocchi né così degradati come li presenta la tv. Comunque la mia arma è sempre la stessa (non ne ho altre): difendere a denti stretti i valori della cultura e del pensiero critico.
Caro Professore, la leggo da 3 anni. Questo articolo mi ha scioccato. Non sono pronto a vivere come in Grecia, non sono pronto a vedere azzerati i miei diritti, prima di persona, e poi di lavoratore, eventualmente di ammalato e infine di pensionato in veneranda età. Non sono pronto, perché la situazione italiana peggiora di anno in anno, e lei articolo dopo articolo, ci dice sempre cosa accadrà “domani”. E tutto in nome di cosa? Di una moneta? Di assurde regole contabili che ci siamo imposti da soli? Alcuni giorni fa lei aveva citato Australia, Nuova Zelanda e Canada se non sbaglio, come porti in cui approdare. Davvero qualche volta comincio a pensarci seriamente. L’impoverimento complessivo dell’Europa non è funzionale a nessuno, dato che noi europei siamo sempre stati i consumatori assieme agli americani del pianeta. Sono convinto che una leggera decrescita economica farebbe bene prima di tutto a noi stessi internamente e al pianeta. Ma davvero qui parliamo di ritornare a situazioni di povertà di 200 anni, con intere classi sociali che ancora credono nella sinistra come fonte di soluzione dei loro problemi, quando invece ne è la maggiore responsabile.
Credo di fare cosa gradita per i bloggers, soprattutto i presenti, ieri sera al meeting di Roma, intorno al tavolo della pizzeria Montecarlo, con Alberto e dopo il concerto a S. Luigi dei Francesi.
Un sondaggio mostra che la maggioranza degli italiani è già per l'uscita dall'euro. Il padrone di casa lo ha certo già letto sul sito di Sapir, http://russeurope.hypotheses.org/4633 ma per i diversamente francofoni fra noi qui c'è la notizia in lingua italica: http://vocidallestero.it/2016/01/17/sapir-chi-vuole-leuro-litalia-dice-no/
Quello che faccio fatica a comprendere è come questi grandi strateghi possano pensare di controllare tutte le variabili che un piano del genera comporta. Il quadro descritto è inquietante ma rimane comunque fortemente instabile perchè estremizzato nella sua applicazione. Presuppone che la "corda" la si possa tirare a oltranza senza che si spezzi, più la strategia viene messa in pratica e più le tensioni sociali, economiche e politiche diventeranno insostenibili. Sappiamo tutti che qualsiasi essere vivente, qualsiasi sistema ha un punto di rottura oltre il quale tenderà inevitabilmente a cercare un equilibrio. Sono crollati imperi, le grandi ideologie del ventesimo secolo sono finite nella polvere, come fanno a pensare che anche la nuova grande ideologia neo liberista resistere a lungo?
Io mi trovo d'accordo con quello che dici, Max. Vorrei solo sottolineare che in Italia non c'e' ancora presa di coscienza per quello che sta avvenendo. Siamo tutti molto sparpagliati e focalizzati ognuno sul suo problema. Non abbiamo ancora compreso l'opera nel suo insieme.
Lo dico con dispiacere, e guai a pensare che io sia l'illuminato. Ho capito molto leggendo le analisi su questo blog. Non so cosa sia necessario in Italia per costruire una cultura del "salvaguardiamo il vicino di casa", nonostante il problema non riguardi me in prima persona.
Mi pare ci sia in molti un senso di tirare a campare o peggio ancora, quello di trarre godimento del torto subito altrui.
Speriamo che questa bad bank sia l'opportunita' per riflettere.
Mio caro omonimo, quello che descrivi è studiato in fisica e matematica e prende il nome di 'complessità', ed in particolare quello che descrivi è un 'sistema complesso adattativo' ossia capace di adattarsi. Esistono svariati esempi di tali sistemi: chimica, biochimica, cellula, organo, essere vivente, ecologia, economia, pianeta terra, universo, cervello, ecc. Una delle caratteristiche di un sistema complesso adattativo è il fatto che tenda autonomamente ad un punto di equilibrio e che sia difficile spostarlo da lì perchè resiliente, cioè in grado di assorbire perturbazioni interne o esterne senza modificare sostanzialmetne la propria struttura. Tuttavia queste perturbazioni non fanno altro che aumentare il livello di tensione che viene accumulato fino ad un punto limite. Oltre questo punto, come la sommità di una collina, il sistema tende a ricercare un nuovo punto di equilibrio. Quello che descrivi tu: prima o poi succederà (a meno di bloccare le perturbazioni), il problema è che non è detto che il nuovo punto di equilibrio sia 'migliore' del precedente. Ai i dinosauri, il famoso meteorite non ha migliorato molto la vita. Un complottista potrebbe dire che sia proprio questo l'obiettivo, cioè si voglia arrivare a questo limite massimo di tensione volontariamente per indurre il sistema socio-economico a migrare verso nuove forme più consone agli obiettivi di qualcuno. Personalmente non lo so, quello che so è qualunque cosa succeda, se va avanti così ci rimettiamo solo noi...
Infatti mi chiedo come mai Renzi non abbia ancora tirato fuori il jolly del "reddito minimo" per spiazzare definitivamente l'inutile M5stelle... forse attende le prossime elezioni anticipate (se mai ci arriverà... ne dubito). E' pur vero che già la nuova NASPI integra il concetto del ricatto al lavoratore, anche se, credo, non è stato ancora implementato con i relativi decreti attuativi. A me è parso sempre evidente che Renzi è a tutti gli effetti un politico usa-e-getta, come quelli che lo hanno preceduto. Presumo che lui e i suoi ministri ne siano ben coscienti.
Mi pare però che oggi Renzi abbia raffreddato accortamente i toni, per cui preferisce ancora offrirsi più per l'uso che per il getta. Forse qualcuno gli ha detto di star sereno (magari senza l'hashtag), che la temuta letterina non gliela inviano (ancora). Bisogna vedere però cosa ne pensano i poteri sottesi alla sua maschera, ovvero i rapporti di forza tra certa finanza italiana e quella teutonica.
Riportiamo da video (Rai 3 – Agorà, 28 luglio 2015) Dal minuto 50 in poi. Mario Monti: “Abbiamo un’altissima percentuale di cittadini che sono proprietari della casa e allora, da questo, il passaggio logico è quindi la casa è sacra come la famiglia quindi non va tassata. Conseguenze di questo modo di pensare. Primo: siamo un paese con un altissimo debito pubblico e un altissimo patrimonio privato, cominciamo a togliere un pezzo rilevante di questo patrimonio dalla possibilità di esere tassato Seconda cosa: una famiglia, se investe nella casa, spesso questo investimento è a scapito nell’investimento nell’educazione dei figli. Per creare una maggiore occupabilità nel mercato del lavoro nelle giovani generazioni l’investimento nell’educazione è quello piu’ importante. Altra cosa: quando c’è la casa di proprietà, c’è meno mobilità nel paese, il mercato del lavoro è meno mobile.
Lucia Annunziata: “E dunque l’Imu che c’entra? L’Imu rende ancora piu’ statica questa cosa perché rende la casa ancora piu’ costosa.”
Mario Monti: “Se noi vogliamo continuare ad avere una scarsa mobilità e giovani che vivono a lungo con i genitori e le caratteristiche che fanno dell’Italia un paese poco competitivo, allora andiamo avanti a dare un trattamento privilegiato sulla casa.”.
Per chi ha abbastanza stomaco: http://www.imolaoggi.it/2015/07/30/monti-quando-ce-la-casa-di-proprieta-il-mercato-del-lavoro-e-meno-mobile/
Monti attribuisce la scarsa crescita al fatto che gli italiani hanno la casa di proprietà, il che li induce a non muoversi per inseguire altrove il lavoro. Per cui, propone di tassare il più possibile la casa, per indurre gli italiani a non investirvi i risparmi, e anzi a dirottarli per finanziare le scuole private per "migliorare" le conoscenze dei figli… e inoltre, così facendo, il patrimonio immobiliare perderà drasticamente valore, e diverrà, in stato di necessità, facile preda di banche e finanziarie, che potranno affittare gli alloggi a un popolo di precari randagi disposti ad andare ovunque gli si offra un piatto di lenticchie.
Questo è, in conclusione, il mondo che questo spregevole e infame traditore, assieme ai suoi complici nazionali ed europei, dopo averci già ridotto sul lastrico, sta preparando per noi e per i nostri figli. Importante (e disperante) il post odierno di Orizzonte48
Bisogna chiarire una cosa. Quando Monti (o chiunque altro) dice "competitivo", bisogna correttamente tradurlo con "a buon prezzo", "in svendita", ecc. Questo si applica perfettamente anche ad un paese (voglio svenderlo perché ho trovato gli acquirenti e mi pagheranno bene).
Ieri sera a San Luigi dei Francesi mi sono congratulato con lei per l'esecuzione e la bellissima serata. Finalmente con l'EU(ro) anche le note europee si sono unificate. Prima ,quando l'europa non esisteva, immagino fossero una cacofonia di suoni alla paesana. Oggi Iuncher (o Giuncher o IJunker) , consigliandosi con un toscano de passaggio ,ha deciso che:
Ut queant laxis Re-sonare fibris Mi-ra gestorum Fa-muli tuorum Sol-ve polluti La-bii reatum S-ancte Iohannes
Mi scuso anticipatamente per l'OT e per lo sfogo...
Non sono un economista e non posso fornire grafici e statistiche MA sono una commerciante QUINDI non vivo su Marte ma con i piedi ben piantati a terra.
Sarebbe noioso e superfluo raccontare proprio qui quanto sia ogni anno, ogni stagione, ogni giorno più dura sopravvivere ma forse non tutti sono a conscenza dei meccanismi che si nascondono nel "retrobottega" di un negozio... È sempre stato uso comune per le aziende (ovviamente parlo per il mio settore, le calzature) accettare pagamenti a 30/60/90 o anche 120 giorni dell' importo totale: in pratica io compro oggi e ti pago durante la stagione in cui vendo. Ma la crisi ha ovviamente fatto abbassare molte serrande e le aziende di conseguenza hanno perso molti soldini...soluzione al problema: pagamenti anticipati del 30/50/100/% della merce. Ovviamente è un gioco al massacro reciproco: io negoziante non ho soldi da anticipare e proverò a comprare da un'altra azienda (soprattutto spagnole) che ancora accetta il "vecchio" sistema, ma perderò la merce che volevo e mi dovrò accontentare. In pratica o le aziende rischiano di non rivedere i soldi o rischiano di perdere i clienti: comunque va si perde TUTTI. Una notissima azienda inglese di scarpe sportive ha ceduto ad una multinazionale amerikana (tanto per cambiare) e il nuovo direttore commerciale per l' Italia ha OBBLIGATO i rappresentanti a sfoltire le liste clienti perchè tutti troppo PICCOLI (per la nota legge del grande è bello!). Risultato anche se per anni hai sempre comprato e regolarmente pagato quella marca di scarpe ora sei tagliato fuori. Da qui il mio sfogo di cui mi scuso ancora. Al peggio non c'è mai fine e a volte vedere un pò di luce è davvero difficile...
Interessante questo commento. E' per via delle scarpe "spagnole" che in Italia (vivo a Roma ma penso anche lei) non si trova più una suola in cuoio (e tomaia in pelle) sotto i 400 euro? se lei ne vende, passo a vedere.
Vede a fare le calzature sono rimasti solo quelli che hanno il marchio che decuplica il prezzo. A oggi io potrei fare delle scarpe in pelle e fondo in cuoio di ottima fattura anzi migliori di quelle dei marchi ma nonostante il prodotto sia migliore nessuno lo comprerebbe. Se su un mio paio di scarpe in pelle scrivessi per dire gucci o prada in un sol colpo il prezzo di vendita decuplicherebbe. Sarà un luogo comune o una banalità ma non si capisce come e perche le persone sembrano interessate alla qualità ma quando la presenti non la accettano se non li fa sentire fighi o partecipi di un club ristretto. Ora stiamo parlando di scarpe ma credo che il discorso vada allargato a un moltitudine di prodotti. Per inciso a oggi questi poveri cristi dei marchi tipo tod"s prada gucci fanno i loro prodotti con materiale che definire scadente è poco ma visto che il lavoro anche è poco se la qualità tende a scarseggiare si rifanno su i terzisti facendogli ripagare il danno che secondo loro subiscono da prodotti difettosi. Un discorso che mi fa pensare alla fondina quindi è meglio sorvolare.
Per la precisione il mio settore è scarpe per bambini. Ho avuto per qualche anno anche un negozio di scarpe per donna che era il mio orgoglio; andavo direttamente in fabbrica nelle Marche e sviluppavo i modelli con gli artigiani tra suole, sagome, e quel profumo misto di pelle e colla che non potrò scordare mai.... Di anno in anno trovavo ad ogni mio viaggio un nuovo capannone chiuso; alla fine ho desistito anche io. Nelle Marche è ancora possibile (ma per quanto?) trovare ottime scarpe con fodera e tomaia in pelle (e non di maialino!), con suola in cuoio e mezza piantina a prezzi più che ragionevoli. Qui a Roma effettivamente si trovano quasi esclusivamente prodotti d'importazione scadenti.
Ogni minimo cambiamento è peggiorativo del già disastrato presente. Ogni risveglio si accompagna al rassegnato terrore di perdere qualcosa d'altro. Ogni decisione da prendere, per quanto saggia, porta con sé una rimessa. La deflazione è una tortura, una lenta agonia, mentre ancora oggi il corsera di Bologna, in prima pagina, si arrabatta a calcolare il risparmio annuo famigliare derivante dalla diminuzione dei prezzi.
L'ho girato ad un amico di quelli de sinistra che "l'euro ci ha salvato, i fannulloni, è colpa dell'italietta corrotta...". Insomma, avete capito. Ognuna delle misure, singolarmente considerata, era per lui ontologicamente apprezzabile. Poi, rileggendo più volte, ha messo a fuoco il quadro d'insieme.... "Interessante" il suo commento. Credo che l'autore disponga di notevole tecnica argomentativa. Il lettore viene pian piano invogliato a capire. È una gran dote.
L'articolo di Agenor è agghiacciante nella sua incontestabile verità. Son tutte cose che abbiamo sotto gli occhi da anni e a cui siamo stati lentamente e abilmente mitridatizzati. A proposito di articoli, dopo uno che disvela puntualmente i problemi della ns triste epoca, segnalo un articolo che tra cose condivisibili, scivola miseramente (more solito) sui fatti economici, segnatamente sulla genesi del debito pubblico italiano. Infatti il nostro buon M. Travaglio insiste come un disco rotto su castacriccacorruzione. Facendo una specie di "recensione" al libro di Mattia Feltri su Tangentopoli oggi nel suo consueto editoriale scrive: "È l’ennesimo tentativo di analizzare l’inchiesta più importante della storia repubblicana in ambiente sterile, in camera iperbarica: a prescindere dalla corruzione endemica che nel 1992-‘93 aveva trascinato lo Stato in bancarotta, col governo Amato costretto a rapinare gl’italiani col prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti e con una Finanziaria da 92 mila miliardi di lire di sole tasse per continuare a pagare stipendi e servizi.". Ma come? Lo SME sottoscritto nel 1979, il divorzio Tesoro-Banca d’Italia del 1981, gli attacchi speculativi degli investitori internazionali che costrinsero all’uscita pure la Gran Bretagna (prima di noi), ancora non pervenuti caro Marco? Prof. ma non puoi chiedere a quell'altro Feltri (Stefano) di fargli una sintesi, un bignami, del tuo Tramonto dell'euro? Forse, scrivendo su questi temi, la finirebbe di confondersi con la massa dei disinformatori di professione. Continuo a sperare che le cadute delle analisi di MT sull’economia siano semplice frutto di ignoranza, ma forse mi illudo. PS: ieri non sono riuscito a venire al concerto-incontro per una nobile causa: ho dovuto affrontare un proditorio attacco di mia moglie alla bilancia dei pagamenti, sventando in extremis l’acquisto del giocattolone da cucina Bimby, costosissimo e soprattutto germanico …
All'inizio del 2016 il cliente principale dell'azienda per cui mi onoro di lavorare, ha chiesto a muso duro di abbassare i costi, motivo per cui, pur di tenercelo, ci toccherà offrirgli alcuni servizi (si spera per poco tempo) in perdita. Il mio capo, persona probabilmente poco informata sull'attualità ma di cultura (laureato, grande viaggiatore, parla con disinvoltura 7 lingue tra cui il russo e il cinese, in questo mi ricorda qualcuno..), oggi di punto in bianco ci ha regalato questa citazione: “A quel c… di X. X. (che mi sembra si sia rimb…) bisognerebbe ricordare quella massima di John Ruskin (scrittore inglese del 800) che diceva pressappoco così: difficilmente esiste al mondo qualcosa che qualcuno non possa produrre di qualità inferiore e vendere ad un prezzo più basso. Ma coloro che tengono conto solo del prezzo diventeranno preda legittima.” E bravo il mio vecchio capo: ha il culo al caldo (è anche lautamente pensionato), è un "padrone" volendola vedere in un certo modo, ma sta dalla parte giusta. Da suo dipendente devo dire che si avverte eccome, che è un giusto, per questo "mi onoro...".
Non chiederti cosa può fare l'UEM per te, ma cosa tu possa fare per mantenere in vita l' euro(zona).
RispondiEliminaInquietante.... forse era meglio l'invasione delle locuste perché,in tal caso,tutte le classi sociali avrebbero avuto un nemico comune.Nel percorso delle riforme definito nell'articolo sarà difficile coinvolgere i lavoratori perché saranno piu frustrati di ora.Spero che si sveglino,anche se la speranza è inutile perché se siamo arrivati fin qui la coscienza di classe l'hanno già persa e paradossalmente mi danno più speranza le minoranze sociali.
RispondiEliminaSperiamo esista un'élite forte e combattiva che sia insopportabilmente danneggiata dall'impoverimento della classe media.
EliminaInfatti
EliminaPenso che tra i puntini ci sia anche l'introduzione del 'politically correct'
RispondiEliminaSostituire 'appena' un vocabolo con un altro .
Occupazione con occupabilità.
Un fatto con una possibilità teorica (molto variabile).
Un numero concreto con un concetto.
Il dramma dei suicidi trasformato in casualità.
Alla loro morte noi parleremo di mortalità.
Tratto da qui
Elimina"un nuovo linguaggio in cui sono ammessi solo termini con un significato preciso e privo di possibili sfumature eterodosse, in modo che riducendone il significato ai concetti più elementari si renda impossibile concepire un pensiero critico individuale"
Direi che 1984 sia una lettura fondamentale. Quando negli anni novanta le guerre divennero "missioni di pace", i missili "intelligenti" e i civili ammazzati "danni collaterali", mi capitò tra le mani il bellissimo libro di Orwell. E accipicchia se fu illuminante!
EliminaL'articolo di Agenor però manca di un puntino che a mio modesto parere è fondamentale: la scuola e l'università. Non è affatto un caso che le spinte riformatrici del settore arrivino e arrivassero sempre da OCSE e UE; ricorderete ad esempio la famigerata riforma Berlinguer (quello che nel 2010 firma appelli "spinelliani") elaborata proprio negli stessi anni novanta dai governi di "sinistra" che ci portarono in €uropa. Non mi dite però che era meglio "la scuola di una volta":che come sicuramente qualcuno già sa io tra TINA e Maria scelgo senza incertezza alcuna Maria (quella sulle 1000 lire).
@Stefano Longagnani
EliminaIl punto è che la scuola attuale NON è, nella sua generalità, la scuola di MARIA: la scuola attuale, e mi riferisco in particolare alla scuola superiore perché questa conosco (dal punto di vista, limitato, di un tipo di scuola superiore), rischia proprio, da tempo, di NON essere.
Il secondo punto del confronto è dunque QUESTA (lunga) attualità e realtà. Pertanto, non posso preferire la scuola attuale reale.
Solo che anche la scuola per l'infanzia di MARIA, e lasciatemelo dire a me che sono un nativo della stessa città incui Ella nacque, non ha neanche qui inItalia una degna considerazione. Scuole dedicate alla Montesssori esistono in tutte le parti del mondo e quì a Chiaravalle abbiamo difficoltà ad aprire una scuola montessoriana per le resistenze del ceto docente. E dire che sarebbe un discreto business anche a fini turistici per dire. Trovo spesso pullman di giapponesi in avanscoperta a cercare la casa nativa della M. Che debbono accontentarsi di una fugace visita in un ben modesto luogo dei ricordi per nulla valorizzato come dovrebbe o potrebbe. Ma questa é forse OT rispetto al contesto
Elimina@Mirco, le " inspiegabili" resistenze del ceto docente provo brevemente a spiegartele: il MIUR ha stipulato una convenzione con l'Opera Nazionale Montessori che prevede la "fornitura" di insegnanti col "bollino" Montessori (cioè formati a caro prezzo dall'Opera, anche se una recente sentenza a incrinato il mopolio dell'ONM). Il risultato è che se vuoi trasformare una scuola "tradizionale" in Montessori (col bollino) devi far votare al collegio docenti la creazione di "perdenti posto" al proprio interno. Un po' come chiedere al tacchino di decapitarsi da solo! Qui a Modena siamo riusciti a far aprire un paio di scuole pubbliche Montessori in due modi: 1) a Carpi i genitori hanno pagato la formazione degli insegnanti disponibili a formarsi (migliaia di euro). 2) a Modena il tacchino si è suicidato, probabilmente senza esserne completamente consapevole (ma ora i nodi stanno venendo al pettine, e sono guai). In entrambi i casi parliamo di plessi con una unica sezione.
EliminaA mio modesto parere bisognerebbe nazionalizzare l'ONM che sembra fare gli interessi propri e basta, ONM che tra l'altro inspiegabilmente è l'unica associazione nazionale non associata all'AMI, l'Associazione Montessori Internazionale.
@Adriana
"...di NON essere."
Sono d'accordo. Ma non ci riesco a considerare la scuola "di una volta" migliore della attuale (anche se ha permesso di studiare a un pezzente come il sottoscritto). Anche la scuola di oggi in altri modi lo permette. Quelli bravi, scusateci se mi ci metto, si salvano sempre dai difetti della scuola. No, il punto è quello che fa la scuola di oggi a chi è in difficoltà. Non mi sembra che i risultati siano migliori di quelli di un tempo su quella fascia lì.
@Stefano
EliminaD'accordo sui difetti di entrambe.
Riflessione: chissà se siamo gli u(nici)ltimi due illusi e fissati con la scuola :-)
E ridagli con quelli bravi. "Quelli bravi" hanno poco bisogno di insegnanti che spesso ne sanno meno di loro. Hanno, anche loro, bisogno della SQUOLA. Anzi della scuola pubblica.
EliminaPuntino università e ricerca:
Eliminahttp://vocidallestero.it/2016/01/21/senza-prezzo-come-la-fed-si-e-comprata-la-professione-economica/
@Adriana
EliminaIo sono un terrible ottimista: non siamo gli unici fissati! (Fai un bel respiro e ripeti con me...)
Alberto, tu come fai per l'insonnia?
Elimina:-)
@AP, da alunna considerata "brava" anche se un po' troppo di testa dura e che ha odiato a tal punto il suo liceo classico da non voler più neanche immaginare di rimettere piede in una scuola: non è vero che i "bravi" o presunti tali non abbiano bisogno di - bravi - insegnanti. Hanno forse bisogno di un insegnamento diverso, che ne rispetti autonomia e curiosità, ne sappia indirizzare le energie e non li mortifichi; inoltre ha bisogno di insegnanti che sappiano creare un ambiente che non li respinga e non li sfrutti, dando loro un ruolo che sia positivo per sé e per il gruppo, insegnando il mutuo rispetto e le possibilità di interazione positiva, non solo di dominio. Però spesso e volentieri gli insegnanti li lasciano da parte "perché tanto non danno problemi". E forse perché è più gratificante, specie in chi ha una forte dimensione politica o etica, ma anche più facile professionalmente, occuparsi dei meno abili e fortunati, perché consentono di mantenere le distanze. Un alunno "bravo" pone più sfide a chi vive di routine, fosse pure routine leninista.
Elimina@Longagnani: consolante, io ho avuto la fortuna di fare una scuola Montessori alle elementari e benché fosse un po' all'acqua di rose, ne sono tuttora molto contenta.
Elimina"Il dramma dei suicidi trasformato in casualità." > Casualties
RispondiEliminaSono sempre piú convinto che finché non ci ricordiamo dove abbiamo messo la clava non c'è speranza.
RispondiEliminaLe clave contro le armi automatiche non hanno mai avuto un grosso successo...farsi smontare le garanzie Costituzionali, che tra l'altro erano state montate dopo e in seguito a un conflitto con armi automatiche...cosa credi che servirà' a restaurarle efficacemente ?
EliminaUn secolo e tante vite buttate quello che è sempre successo quando l'avidita e la miopia prendono il sopravento.
EliminaMeglio un AK47 della clava. Ce ne sono molti in circolazione a buon mercato.
EliminaQuesto però porta alla conclusione che ha già anticipato il Prof. qualche tempo fa, cioè l'ennesima guerra in Europa.
Al di là del tono ovviamente scherzoso, faccio notare che l'AK47 presuppone una preparazione tecnica (la clava metaforica, quella di Caino, no), e che comunque non è poi così chiaro chi sia il nemico in questa guerra.
EliminaInfatti: "non è poi così chiaro chi sia il nemico".
EliminaA mio figlio ho spiegato, fin da piccolo, che a fare il re si rischia la testa, e che pur con tutto l'approccio nonviolento possibile, il tagliare la testa al re, possibilmente metaforicamente, non è poi così sbagliato, anzi.
Ma qui, chi è il re? Chi sono i nobili ai quali accorciare l'altezza? Dove si nascondono?
La situazione presente ha forse questo di diverso dal passato: ognuno di noi, almeno un pochetto, è terribilmente in conflitto di interessi con sé stesso. L'imprenditore finanziarizzato è i parte pure lui un rentier, come anche l'operaio col sudato gruzzoletto investito in vario modo è un po' rentier.
E quindi... Che fare?
Giusto prof.! Il nemico vero è difficile da individuare. Si mimetizza spezzettandosi in tante piccole parti che si installano in noi favorendo, per certi aspetti, un comportamento piddinico in senso lato. Diventa difficile a questo punto prendere la mira e gli scrupoli ti impediscono di premere il grilletto. Situazione molto pericolosa perché ti fa accumulare la tensione che quando poi esplode si concreta nel famoso 'ndo cojo cojo.
EliminaIl nemico n° 1 è la disinformazione. È grazie al bombardamento continuo continuo se siamo ridotti in questo modo. Non c'è una vera coscienza di classe da decenni, ormai. Ognuno guarda solo il suo orticello e se ne fotte di tutto e tutti fin quando non è il suo turno. Una situazione praticamente perfetta per instaurarsi di una dittatura. Dittatura che è ormai di fatto una realtà, per lo meno per chi frequente questo o altri blog liberi e indipendenti.
EliminaBene per la clava. Bene anche per la riaccensione del conflitto di classe (magari depurato dei sogni palingenetici di marca ottocentesca). Ma il soggetto dov'è? Latita, la coscienza assopita, oscillando tra disinformazione e traccheggiamento sulla spuma dell'esistente ("Finché non tocca a me... Tanto Renzi adesso gliele canta giuste all'€pa e così il sogno di Spinelli sarà salvo eccetera). La presa di coscienza sarà un risveglio brusco, la presa d'atto di una condizione disperata. Lì interverrebbe la sinistra, se non avesse puttaneggiato immonda con la propria antitesi storica (come darsi ad abbuffate onanistiche usando lime da legno, suppergiù, sfoggiando il sorriso ebete del Giusto-a-priori). Rimarranno una rabbia cieca e pulsioni di rivalsa che ben altri saprà orientare. Per maggiori dettagli, vedi alla voce Storia. I crimini della menzogna sinistrista sono imperdonabili, ha ragione Bagnai. Quanto a me, sono all'odio e prego Dio che li stermini, non essendo in grado di farlo io perché disperatamente aggrappato al concetto puramente astratto,a ancora miracolosamente efficiente, del rispetto della vita altrui, fosse pure quella di un infame.
RispondiElimina@Luca Pasello
EliminaNon c'è nemmeno bisogno di scomodare Iddio: andranno caoticamente in tilt da se stessi, in un modo o nell'altro e in un momento o nell'altro, come un circuito a massa che faccia saltare i fusibili. Non esiste peggior giudice della coscienza impersonale che, prima o poi, riaffiora in qualsivoglia persona, a prescindere da quanto ella stessa possa volerlo o no. Da un giudice esterno ci si può ancora difendere, insultarlo, rigettarlo, da lui dissentire e così via: da uno interno ch'è più tu di te stesso, no.
E fai bene a perpetuare, non fosse soltanto che per un concetto astratto, il senso del rispetto della vita altrui: certi portali, una volta che siano stati valicati, aprono su abissi da cui si ritorna solamente con estremo sforzo e terribile sofferenza. Già pare avvicinarsene una, di fonte di dolore: risparmiamoci quest'altra ultima ch'è di natura ben più nascosta, sottile e duratura.
Grazie, Citodacal: il tuo equilibrio mi richiama al senno. In realtà i miei sfiati umorali sono il portato, secondario rispetto al problema, di una disperazione fredda. Sbircio ancora nella storia e leggo le rare riconciliazioni come episodi di rimozione, mai risarcitori, della sofferenza evitabile e della stupidità più odiosa. Ho tanto astio scomposto per odio al me stesso di appena ieri, alla mia piddinitas di allora di cui è figlia l'inerzia di adesso. Darò il 5*1000 al centro studi del prof., e così mia madre e, forse, la mia compagna: mi pare poco. Ulteriori contributi, di tanto in tanto? Ok. Seguire Goofyn.? Certo. Sono in grado di verificare la tenuta logica delle argomentazioni, i rinvii alla letteratura scientifica, ma passivamente, inseguendo un discorso che non è il mio e del quale non posso essere padrone. Non posso mettermi a studiare economia, proprio non posso, poter ragioni che non ti dico, e dunque tutto è poco, e quella stupidità di cui dicevo in qualche modo è ancora la mia. Ma sto dicendo delle mie ubbie, e chissenefrega. Transeamus... Spero di rimanere civile, al redde rationem.
EliminaTutto ciò che è scritto lo sto vivendo di persona che fare?
RispondiEliminaAntonio, posso solo regalarti un forte abbraccio dall'altra parte del pianeta e regalarti parole di uno più' bravo di me a scrivere:
EliminaO ragazza dalle guance di pesca,
O ragazza dalle guance d'aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all'età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.
Silenziosi sugli aghi di pino,
Su spinosi ricci di castagna,
Una squadra nel buio mattino
Discendeva l'oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
Ad assaltar caposaldi nemici
Conquistandoci l'armi in battaglia
Scalzi e laceri eppure felici.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.
Non è detto che fossimo santi,
L'eroismo non è sovrumano,
Corri, abbassati, dài, balza avanti,
Ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
L'avvenire d'un mondo più umano
E più giusto, più libero e lieto.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.
Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
Che non sanno la storia di ieri.
lo son solo e passeggio tra i tigli
Con te, cara, che allora non c'eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
Quelle nostre speranze d'allora,
Rivivessero in quel che tu speri,
O ragazza color dell'aurora.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore. *
Italo Calvino
Tutto il male avevamo di fronte,
EliminaTutto il bene avevamo nel cuore.
Grazie anche da parte mia, Maurizio
Grazie di cuore anche da parte mia.
EliminaSe con la mia famiglia trivello fino a sbucare nei pressi di casa tua, ci dai una piccola mano a sbarcare il lunario per un anno? (o forse di più, chi lo sa)
"Suonate il salterio, percuotete le corde, che l'eco si spanda lontano".
Elimina@antonio,
di quello che ha scritto Agenor mi manca soltanto di andare in un altrove...e mi fermo qui perchè la mia rabbia potrebbe andare in automatico sulla tastiera. In casa di altri non voglio trascendere e poi non ti sarebbe di alcun conforto. Un abbraccio.
(Alessandra/Cassandra da Firenze. "Mirjams siegesgesang", F. Schubert. Un canto di vittoria)
@ Stefano Io sono un lettore compulsavo, e una delle cose che ho letto e mi ha colpito, e' la solidarietà' tra poveri che si sviluppo' nel 1929 per fare fronte alla crisi. Mentre scrivo, guardo la tessera del PSIUP di mio nonno datata 1943, quando averla in tasca comportava rischi. Non ti sto a dettagliare cosa ho fatto e continuo a fare per risolvere microsituazioni umane che alla fine fanno un macroquadro, ma sappi solo che se bussassi alla mia di porta, con la tua famiglia, rischieresti di non vedertela chiusa in faccia. E la sera ci parleremmo, dividendo il caffe', e decidendo come fare a sbarcare il lunario di domani per tutti. Non ho una casa piccola e siamo solo in due, qui. So la differenza tra necessario e superfluo. So benissimo fare a meno del secondo, non avevo niente da ragazzo, e non e' difficile non avere niente. Non sei solo, amico Stefano, e magari in due il lunario da sbarcare fa meno paura. In tanti, non ce ne fa nessuna.
Elimina@Maurizio
EliminaGrazie di cuore. Vado a dormire più tranquillo. Sono una curiosità? Dove abiti? ;-)
Ahaha...a Auckland. New Zealand. West Auckland, nella vecchia base aerea di Hobsonville Point. :)
EliminaNel 2005 mi sono reso conto di cosa sarebbe successo in Europa. Nel 2007 sono arrivato qui. E sono neozelandese dal 2012. Meglio prevenire che essere in affanno...e stanno diventando difficili con l'immigrazione anche qui.
Be' se passi da Modena in vacanza... Un divano te lo teniamo pronto... ;-)
EliminaDifendere il molo d'attracco della città di Zion, impiegando quegli interessanti servorobot a doppia arma (qualcuno sa come costruirne uno?), dagli odiosi sciami d'assalto delle macchine è un'impresa più gradevole (1) che il doverlo fare nei confronti di quanto viene delineato nella pubblicazione segnalata.
RispondiElimina(1) è anche ontologicamente più fondata: che gliene può "importare" a una macchina della vita di milioni di persone umane?
Stasera ho visto un mio collega di lavoro piangere. Non entro nella questione e non so chi sia responsabile della situazione conflituale creatasi, però fa impresione.
RispondiEliminaVent anni fa non sarebbe successo, di questo sono sicuro.
@Dragan Tutto il male avevamo di fronte,
EliminaTutto il bene avevamo nel cuore.
A proposito di “il contatto diretto con la durezza del vivere” di un certo Schioppato...
EliminaE quello che racconti purtroppo rafforza l'idea secondo la quale molti di questi fenomeni che ci hanno condotto in questa situazione non sono (o erano, se dipartiti) altro che degli psicopatici.
Più Europa
RispondiEliminaArticolo veramente ricco di contenuti e significati.
RispondiEliminaIl passaggio migliore è questo:
"In Italia ce ne è voluto, ma alla fine dopo tanti tentativi l’Articolo 18 è stato abbattuto. Il Jobs Act ha sostanzialmente – anche se non formalmente – fatto sparire il concetto di contratto a tempo indeterminato, in quanto questo tipo di contratto ha perso tutte le tutele che lo rendevano effettivamente tale. Avendo così drasticamente penalizzato una parte dei lavoratori, nel settore privato, è stato poi facile convincerli che la colpa è di quegli altri, quelli del pubblico che sono più tutelati. Quindi anche loro adesso chiedono a gran voce di eliminare i “privilegi” del settore pubblico. Così pian piano si realizza la flessibilità in uscita per tutti. A titolo di esempio, nel paese modello per le recenti riforme del lavoro, la Spagna, ormai il 28% dei nuovi contratti ha una durata inferiore a 7 giorni: assunzione il lunedì mattina, licenziamento il venerdì sera, e poi si ricomincia il lunedì successivo."
Ottimo spunto di Agenor...Ordoliberismo, cioè Economia Sociale di Mercato, ovvero un misto di frattaglie composto da elementi predominanti di liberismo e da una piccola ma fondamentale base di socialismo (quello reale però), il tutto frullato nel mixer dello statalismo, giusto per beneficiare quanto basta di un Istituzione come lo Stato (quello attuale, defraudato del suo ruolo di rappresentanza popolare) utile a legiferare a favore del capitale.
RispondiEliminaChe l'Eurozona sia ordoliberista è dimostrato dalla prova del nove attuata dai liberisti che l'accusano di essere un nuovo regime socialista (URSSE)e dagli statalisti che invece la ritengono di essere il regno del liberismo.
Ovviamente sbagliano entrambi perchè in questa EZ non c'è nessun tipo di egualitarismo socialista e chiaramente nessuna limitazione liberista al ruolo dello Stato.
Come mai a me ordoliberismo mi evoca nazionalsocialismo e fanno pure rima ?
Elimina@Maurizio
EliminaIn questo caso, sovranazionalsocialismo. Il che, oltre a significarne l'estensione oltre le sovranità nazionali, ne indicherebbe una versione potenziata e più subdolamente invasiva.
Te lo evoca perchè l'ordoliberismo è una variante del nazionalsocialismo.
EliminaCome riporta Andrea Fumagalli "L’idea di economia sociale di mercato ebbe origine nell’ambiente culturale tedesco durante il periodo della Repubblica di Weimar, dopo la Prima guerra mondiale, a partire dal contributo di L. von Mises (➔), che nel 1919 pubblicò Nation, Staat und Wirtschaft. Il libro non ebbe molta fortuna, ma le idee in esso contenute furono successivamente rielaborate, dopo il fallimento dell’esperimento di Weimar e l’ascesa al potere del nazionalsocialismo, dalla scuola di Friburgo (ordoliberalismo".
E conclude affermando che "...l’e. s. di m. è il sistema economico dell’UE previsto dal Trattato di Lisbona".
Anche questo è unire i puntini...
Andrea Fumagalli
Chiedo scusa, vorrei proporre una piccola/grande parentesi: un po' di bellezza e un po' di letizia ...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=jjxeeU43fAQ
https://www.youtube.com/watch?v=7ShmBOWJnwM
https://www.youtube.com/watch?v=rFiecB3POEw
https://www.youtube.com/watch?v=PomPEShSVXM
https://www.youtube.com/watch?v=H6EGYPmrF8Q
https://www.youtube.com/watch?v=T6flpJdvJPE
https://www.youtube.com/watch?v=jpobgyceGbg
https://www.youtube.com/watch?v=a_gMu6Ao9Xw
... e un po' di speranza.
@Giulia Grazie! Non sai quanto mi hai fatto bene! Hai scelto veramente l'antidoto che ci voleva. Confesso che dopo avere letto (e condiviso a manetta) Agenor, agghiacciante nella sua lucidità, mi era rimasta una certa qual voglia di suicidarmi. Lotteremo con le unghie e con i denti perché non ci tolgano almeno questo: la gioia, quella così profondamente espressa da questa musica, e la nostra speranza.
EliminaDelizioso intermezzo. Grazie Giulia.
EliminaÈ tradizione che il padrone faccia pagare al lavoratore l'utilizzo degli strumenti di lavoro.
RispondiEliminaÈ coerente che oggi si faccia pagare la formazione.
Si paga per studiare (negli USA ci si indebita a vita per pagarsi il college...) e istupidirsi per diventare più o meno pron(t)i al lavoro.
Si paga il master, si paga lo stage, si ritorna al datore di lavoro una parte del nominale in busta paga...
Siamo finalmente arrivati alla concezione del lavoro che aveva Fantozzi prima di incontrare Folagra, "mi fanno lavorare perché sono buoni..."
E' tradizione che nessuno regali nulla.
EliminaSS: '"Io sono nato nell'euro, lo trovo un progetto essenziale per sopravvivere in un mondo globalizzato, e basterà un'altra generazione, altri trent'anni, perché si crei un consenso politico che lo renda sostenibile."
RispondiElimina...
AB: "Lei parla di aspettare altri trent'anni perché se lo può permettere, ma là fuori molti non possono. Veda se si può permettere che la vengano a cercare..."'
(Estrattato da "L'Italia può farcela" - Alberto Bagnai, 2014)
E no, purtroppo il messaggio non passa per la testa se, anche per loro, prima non passa dove fa più male. Forse ci siamo quasi, o forse no.
PS_Se dovessi inscenare il concetto di economia sociale di mercato, la migliore rappresentazione che ne farei sarebbe lo Stato (meglio se amministrato da quelli col grembiule rosso) che tiene il lavoro mentre il capitale finisce di pestarlo.
Beh, io direi di organizzare la resistenza, pur con tutto il pessimismo della ragione che volete voi. Il professor Bagnai lo ha spiegato e raccontato più volte: pur nella disperazione non si arrese e 5 anni fa aprì questo blog. E ha dato l'esempio di come si può e soprattutto si DEVE combattere: e qualche risultato lo sta ottenendo, mi sembra, no? Ci ha anche fornito le "armi" per combattere questa battaglia in difesa del nostro paese. E allora facciamola, ciascuno nel proprio "territorio", da intendersi non solo in senso strettamente geografico. Nel mio piccolo, insieme ad uno sparuto gruppo di compagni, lo sto facendo ed ogni volta che mi capita (e succede spesso) non perdo l'occasione per far presente a platee anche molto diverse come le questini specifiche che si stanno trattando hanno una stretta connessione con l'attacco da parte dell'ordoliberismo ai valori della nostra costituzione. E debbo dire di trovare spesso orecchie attente, più di quante ne potessi immaginare. Su, un po' di ottimismo della volontà!
RispondiEliminaUn grazie ad Alberto, A/Simmetrie ed Agenor, che seguivo anche su Sbilanciamoci ... Vado OT e mi scuso, ma qualcuno può ricordarmi chi era che diceva che fuori dall'Euro c'erano i fire sales? ;)
RispondiEliminaIo lo faccio all'università. Quest'anno sferrerò più colpi perché il corso si presta. Gli studenti non sono sciocchi né così degradati come li presenta la tv.
RispondiEliminaComunque la mia arma è sempre la stessa (non ne ho altre): difendere a denti stretti i valori della cultura e del pensiero critico.
Difendere con forza bruta e scaltrezza il nostro esser gentili e corretti. Roba da Cavalieri.
EliminaCaro Professore, la leggo da 3 anni. Questo articolo mi ha scioccato. Non sono pronto a vivere come in Grecia, non sono pronto a vedere azzerati i miei diritti, prima di persona, e poi di lavoratore, eventualmente di ammalato e infine di pensionato in veneranda età. Non sono pronto, perché la situazione italiana peggiora di anno in anno, e lei articolo dopo articolo, ci dice sempre cosa accadrà “domani”. E tutto in nome di cosa? Di una moneta? Di assurde regole contabili che ci siamo imposti da soli? Alcuni giorni fa lei aveva citato Australia, Nuova Zelanda e Canada se non sbaglio, come porti in cui approdare. Davvero qualche volta comincio a pensarci seriamente.
RispondiEliminaL’impoverimento complessivo dell’Europa non è funzionale a nessuno, dato che noi europei siamo sempre stati i consumatori assieme agli americani del pianeta. Sono convinto che una leggera decrescita economica farebbe bene prima di tutto a noi stessi internamente e al pianeta. Ma davvero qui parliamo di ritornare a situazioni di povertà di 200 anni, con intere classi sociali che ancora credono nella sinistra come fonte di soluzione dei loro problemi, quando invece ne è la maggiore responsabile.
Ormai, rileggere Charles Dickens e' diventato una finestra sul futuro....maledetti bastardi.
EliminaI tuoi diritti? Quali diritti?
Elimina(così, tanto per cominciare ad abituarsi)
Esatto Porter, quali diritti? I diritti di essere cittadino, cosa che ci siamo disabituati ad essere.
EliminaMaurizio: Dickens mi piaceva, ma se devo rileggere i suoi libri per capire come finiremo, comincerà a piacermi di meno.
Credo di fare cosa gradita per i bloggers, soprattutto i presenti, ieri sera al meeting di Roma, intorno al tavolo della pizzeria Montecarlo, con Alberto e dopo il concerto a S. Luigi dei Francesi.
RispondiEliminaQui la prima immagine, scattata da una gentilissima e bella cliente che si è prestata a scattarla
Questa è la seconda, scattata dal sottoscritto.
Come detto, si tengano in conto le rilevanti conseguenze della questione!
Un sondaggio mostra che la maggioranza degli italiani è già per l'uscita dall'euro. Il padrone di casa lo ha certo già letto sul sito di Sapir, http://russeurope.hypotheses.org/4633 ma per i diversamente francofoni fra noi qui c'è la notizia in lingua italica:
RispondiEliminahttp://vocidallestero.it/2016/01/17/sapir-chi-vuole-leuro-litalia-dice-no/
Quello che faccio fatica a comprendere è come questi grandi strateghi possano pensare di controllare tutte le variabili che un piano del genera comporta. Il quadro descritto è inquietante ma rimane comunque fortemente instabile perchè estremizzato nella sua applicazione. Presuppone che la "corda" la si possa tirare a oltranza senza che si spezzi, più la strategia viene messa in pratica e più le tensioni sociali, economiche e politiche diventeranno insostenibili. Sappiamo tutti che qualsiasi essere vivente, qualsiasi sistema ha un punto di rottura oltre il quale tenderà inevitabilmente a cercare un equilibrio. Sono crollati imperi, le grandi ideologie del ventesimo secolo sono finite nella polvere, come fanno a pensare che anche la nuova grande ideologia neo liberista resistere a lungo?
RispondiEliminaIo mi trovo d'accordo con quello che dici, Max. Vorrei solo sottolineare che in Italia non c'e' ancora presa di coscienza per quello che sta avvenendo. Siamo tutti molto sparpagliati e focalizzati ognuno sul suo problema. Non abbiamo ancora compreso l'opera nel suo insieme.
EliminaLo dico con dispiacere, e guai a pensare che io sia l'illuminato. Ho capito molto leggendo le analisi su questo blog. Non so cosa sia necessario in Italia per costruire una cultura del "salvaguardiamo il vicino di casa", nonostante il problema non riguardi me in prima persona.
Mi pare ci sia in molti un senso di tirare a campare o peggio ancora, quello di trarre godimento del torto subito altrui.
Speriamo che questa bad bank sia l'opportunita' per riflettere.
Saluti a tutti.
Mio caro omonimo, quello che descrivi è studiato in fisica e matematica e prende il nome di 'complessità', ed in particolare quello che descrivi è un 'sistema complesso adattativo' ossia capace di adattarsi. Esistono svariati esempi di tali sistemi: chimica, biochimica, cellula, organo, essere vivente, ecologia, economia, pianeta terra, universo, cervello, ecc.
EliminaUna delle caratteristiche di un sistema complesso adattativo è il fatto che tenda autonomamente ad un punto di equilibrio e che sia difficile spostarlo da lì perchè resiliente, cioè in grado di assorbire perturbazioni interne o esterne senza modificare sostanzialmetne la propria struttura. Tuttavia queste perturbazioni non fanno altro che aumentare il livello di tensione che viene accumulato fino ad un punto limite. Oltre questo punto, come la sommità di una collina, il sistema tende a ricercare un nuovo punto di equilibrio.
Quello che descrivi tu: prima o poi succederà (a meno di bloccare le perturbazioni), il problema è che non è detto che il nuovo punto di equilibrio sia 'migliore' del precedente. Ai i dinosauri, il famoso meteorite non ha migliorato molto la vita.
Un complottista potrebbe dire che sia proprio questo l'obiettivo, cioè si voglia arrivare a questo limite massimo di tensione volontariamente per indurre il sistema socio-economico a migrare verso nuove forme più consone agli obiettivi di qualcuno. Personalmente non lo so, quello che so è qualunque cosa succeda, se va avanti così ci rimettiamo solo noi...
Infatti mi chiedo come mai Renzi non abbia ancora tirato fuori il jolly del "reddito minimo" per spiazzare definitivamente l'inutile M5stelle... forse attende le prossime elezioni anticipate (se mai ci arriverà... ne dubito).
RispondiEliminaE' pur vero che già la nuova NASPI integra il concetto del ricatto al lavoratore, anche se, credo, non è stato ancora implementato con i relativi decreti attuativi.
A me è parso sempre evidente che Renzi è a tutti gli effetti un politico usa-e-getta, come quelli che lo hanno preceduto.
Presumo che lui e i suoi ministri ne siano ben coscienti.
...e ciò comprova definitivamente e incontrovertibilmente la sua stupidità (già resa evidente dall'arroganza).
EliminaMi pare però che oggi Renzi abbia raffreddato accortamente i toni, per cui preferisce ancora offrirsi più per l'uso che per il getta. Forse qualcuno gli ha detto di star sereno (magari senza l'hashtag), che la temuta letterina non gliela inviano (ancora). Bisogna vedere però cosa ne pensano i poteri sottesi alla sua maschera, ovvero i rapporti di forza tra certa finanza italiana e quella teutonica.
EliminaRiportiamo da video (Rai 3 – Agorà, 28 luglio 2015) Dal minuto 50 in poi.
RispondiEliminaMario Monti: “Abbiamo un’altissima percentuale di cittadini che sono proprietari della casa e allora, da questo, il passaggio logico è quindi la casa è sacra come la famiglia quindi non va tassata.
Conseguenze di questo modo di pensare.
Primo: siamo un paese con un altissimo debito pubblico e un altissimo patrimonio privato, cominciamo a togliere un pezzo rilevante di questo patrimonio dalla possibilità di esere tassato
Seconda cosa: una famiglia, se investe nella casa, spesso questo investimento è a scapito nell’investimento nell’educazione dei figli. Per creare una maggiore occupabilità nel mercato del lavoro nelle giovani generazioni l’investimento nell’educazione è quello piu’ importante.
Altra cosa: quando c’è la casa di proprietà, c’è meno mobilità nel paese, il mercato del lavoro è meno mobile.
Lucia Annunziata: “E dunque l’Imu che c’entra? L’Imu rende ancora piu’ statica questa cosa perché rende la casa ancora piu’ costosa.”
Mario Monti: “Se noi vogliamo continuare ad avere una scarsa mobilità e giovani che vivono a lungo con i genitori e le caratteristiche che fanno dell’Italia un paese poco competitivo, allora andiamo avanti a dare un trattamento privilegiato sulla casa.”.
Per chi ha abbastanza stomaco:
http://www.imolaoggi.it/2015/07/30/monti-quando-ce-la-casa-di-proprieta-il-mercato-del-lavoro-e-meno-mobile/
Monti attribuisce la scarsa crescita al fatto che gli italiani hanno la casa di proprietà, il che li induce a non muoversi per inseguire altrove il lavoro. Per cui, propone di tassare il più possibile la casa, per indurre gli italiani a non investirvi i risparmi, e anzi a dirottarli per finanziare le scuole private per "migliorare" le conoscenze dei figli… e inoltre, così facendo, il patrimonio immobiliare perderà drasticamente valore, e diverrà, in stato di necessità, facile preda di banche e finanziarie, che potranno affittare gli alloggi a un popolo di precari randagi disposti ad andare ovunque gli si offra un piatto di lenticchie.
Questo è, in conclusione, il mondo che questo spregevole e infame traditore, assieme ai suoi complici nazionali ed europei, dopo averci già ridotto sul lastrico, sta preparando per noi e per i nostri figli.
Importante (e disperante) il post odierno di Orizzonte48
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/ari-fate-presto-habemus-ital-tacchino.html
Ancora parla quel farabutto?!?
EliminaCerto che leggere queste cose è proprio agghiacciante.
EliminaBisogna chiarire una cosa. Quando Monti (o chiunque altro) dice "competitivo", bisogna correttamente tradurlo con "a buon prezzo", "in svendita", ecc.
EliminaQuesto si applica perfettamente anche ad un paese (voglio svenderlo perché ho trovato gli acquirenti e mi pagheranno bene).
Ieri sera a San Luigi dei Francesi mi sono congratulato con lei per l'esecuzione e la bellissima serata.
RispondiEliminaFinalmente con l'EU(ro) anche le note europee si sono unificate.
Prima ,quando l'europa non esisteva, immagino fossero una cacofonia di suoni alla paesana.
Oggi Iuncher (o Giuncher o IJunker) , consigliandosi con un toscano de passaggio ,ha deciso che:
Ut queant laxis
Re-sonare fibris
Mi-ra gestorum
Fa-muli tuorum
Sol-ve polluti
La-bii reatum
S-ancte Iohannes
Grazie ancora!!!
Interessante osservazione da parte del sovietologo di radio 24: si passa da "whatever it takes" a "we won't give up".
RispondiEliminaMi scuso anticipatamente per l'OT e per lo sfogo...
RispondiEliminaNon sono un economista e non posso fornire grafici e statistiche MA sono una commerciante QUINDI non vivo su Marte ma con i piedi ben piantati a terra.
Sarebbe noioso e superfluo raccontare proprio qui quanto sia ogni anno, ogni stagione, ogni giorno più dura sopravvivere ma forse non tutti sono a conscenza dei meccanismi che si nascondono nel "retrobottega" di un negozio...
È sempre stato uso comune per le aziende (ovviamente parlo per il mio settore, le calzature) accettare pagamenti a 30/60/90 o anche 120 giorni dell' importo totale: in pratica io compro oggi e ti pago durante la stagione in cui vendo. Ma la crisi ha ovviamente fatto abbassare molte serrande e le aziende di conseguenza hanno perso molti soldini...soluzione al problema: pagamenti anticipati del 30/50/100/% della merce. Ovviamente è un gioco al massacro reciproco: io negoziante non ho soldi da anticipare e proverò a comprare da un'altra azienda (soprattutto spagnole) che ancora accetta il "vecchio" sistema, ma perderò la merce che volevo e mi dovrò accontentare. In pratica o le aziende rischiano di non rivedere i soldi o rischiano di perdere i clienti: comunque va si perde TUTTI.
Una notissima azienda inglese di scarpe sportive ha ceduto ad una multinazionale amerikana (tanto per cambiare) e il nuovo direttore commerciale per l' Italia ha OBBLIGATO i rappresentanti a sfoltire le liste clienti perchè tutti troppo PICCOLI (per la nota legge del grande è bello!). Risultato anche se per anni hai sempre comprato e regolarmente pagato quella marca di scarpe ora sei tagliato fuori.
Da qui il mio sfogo di cui mi scuso ancora.
Al peggio non c'è mai fine e a volte vedere un pò di luce è davvero difficile...
Interessante questo commento. E' per via delle scarpe "spagnole" che in Italia (vivo a Roma ma penso anche lei) non si trova più una suola in cuoio (e tomaia in pelle) sotto i 400 euro? se lei ne vende, passo a vedere.
EliminaVede a fare le calzature sono rimasti solo quelli che hanno il marchio che decuplica il prezzo.
EliminaA oggi io potrei fare delle scarpe in pelle e fondo in cuoio di ottima fattura anzi migliori di quelle dei marchi ma nonostante il prodotto sia migliore nessuno lo comprerebbe.
Se su un mio paio di scarpe in pelle scrivessi per dire gucci o prada in un sol colpo il prezzo di vendita decuplicherebbe.
Sarà un luogo comune o una banalità ma non si capisce come e perche le persone sembrano interessate alla qualità ma quando la presenti non la accettano se non li fa sentire fighi o partecipi di un club ristretto.
Ora stiamo parlando di scarpe ma credo che il discorso vada allargato a un moltitudine di prodotti.
Per inciso a oggi questi poveri cristi dei marchi tipo tod"s prada gucci fanno i loro prodotti con materiale che definire scadente è poco ma visto che il lavoro anche è poco se la qualità tende a scarseggiare si rifanno su i terzisti facendogli ripagare il danno che secondo loro subiscono da prodotti difettosi.
Un discorso che mi fa pensare alla fondina quindi è meglio sorvolare.
Per la precisione il mio settore è scarpe per bambini. Ho avuto per qualche anno anche un negozio di scarpe per donna che era il mio orgoglio; andavo direttamente in fabbrica nelle Marche e sviluppavo i modelli con gli artigiani tra suole, sagome, e quel profumo misto di pelle e colla che non potrò scordare mai....
EliminaDi anno in anno trovavo ad ogni mio viaggio un nuovo capannone chiuso; alla fine ho desistito anche io.
Nelle Marche è ancora possibile (ma per quanto?) trovare ottime scarpe con fodera e tomaia in pelle (e non di maialino!), con suola in cuoio e mezza piantina a prezzi più che ragionevoli. Qui a Roma effettivamente si trovano quasi esclusivamente prodotti d'importazione scadenti.
nuovo post sul blog di Grillo
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/2016/01/si_alluscita_dalleuro_noalbailin.html
Ogni minimo cambiamento è peggiorativo del già disastrato presente. Ogni risveglio si accompagna al rassegnato terrore di perdere qualcosa d'altro. Ogni decisione da prendere, per quanto saggia, porta con sé una rimessa. La deflazione è una tortura, una lenta agonia, mentre ancora oggi il corsera di Bologna, in prima pagina, si arrabatta a calcolare il risparmio annuo famigliare derivante dalla diminuzione dei prezzi.
RispondiEliminaL'ho girato ad un amico di quelli de sinistra che "l'euro ci ha salvato, i fannulloni, è colpa dell'italietta corrotta...". Insomma, avete capito.
RispondiEliminaOgnuna delle misure, singolarmente considerata, era per lui ontologicamente apprezzabile. Poi, rileggendo più volte, ha messo a fuoco il quadro d'insieme....
"Interessante" il suo commento.
Credo che l'autore disponga di notevole tecnica argomentativa. Il lettore viene pian piano invogliato a capire. È una gran dote.
L'articolo di Agenor è agghiacciante nella sua incontestabile verità. Son tutte cose che abbiamo sotto gli occhi da anni e a cui siamo stati lentamente e abilmente mitridatizzati.
RispondiEliminaA proposito di articoli, dopo uno che disvela puntualmente i problemi della ns triste epoca, segnalo un articolo che tra cose condivisibili, scivola miseramente (more solito) sui fatti economici, segnatamente sulla genesi del debito pubblico italiano. Infatti il nostro buon M. Travaglio insiste come un disco rotto su castacriccacorruzione. Facendo una specie di "recensione" al libro di Mattia Feltri su Tangentopoli oggi nel suo consueto editoriale scrive: "È l’ennesimo tentativo di analizzare l’inchiesta più importante della storia repubblicana in ambiente sterile, in camera iperbarica: a prescindere dalla corruzione endemica che nel 1992-‘93 aveva trascinato lo Stato in bancarotta, col governo Amato costretto a rapinare gl’italiani col prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti e con una Finanziaria da 92 mila miliardi di lire di sole tasse per continuare a pagare stipendi e servizi.". Ma come? Lo SME sottoscritto nel 1979, il divorzio Tesoro-Banca d’Italia del 1981, gli attacchi speculativi degli investitori internazionali che costrinsero all’uscita pure la Gran Bretagna (prima di noi), ancora non pervenuti caro Marco?
Prof. ma non puoi chiedere a quell'altro Feltri (Stefano) di fargli una sintesi, un bignami, del tuo Tramonto dell'euro? Forse, scrivendo su questi temi, la finirebbe di confondersi con la massa dei disinformatori di professione. Continuo a sperare che le cadute delle analisi di MT sull’economia siano semplice frutto di ignoranza, ma forse mi illudo.
PS: ieri non sono riuscito a venire al concerto-incontro per una nobile causa: ho dovuto affrontare un proditorio attacco di mia moglie alla bilancia dei pagamenti, sventando in extremis l’acquisto del giocattolone da cucina Bimby, costosissimo e soprattutto germanico …
All'inizio del 2016 il cliente principale dell'azienda per cui mi onoro di lavorare, ha chiesto a muso duro di abbassare i costi, motivo per cui, pur di tenercelo, ci toccherà offrirgli alcuni servizi (si spera per poco tempo) in perdita.
RispondiEliminaIl mio capo, persona probabilmente poco informata sull'attualità ma di cultura (laureato, grande viaggiatore, parla con disinvoltura 7 lingue tra cui il russo e il cinese, in questo mi ricorda qualcuno..), oggi di punto in bianco ci ha regalato questa citazione: “A quel c… di X. X. (che mi sembra si sia rimb…) bisognerebbe ricordare quella massima di John Ruskin (scrittore inglese del 800) che diceva pressappoco così: difficilmente esiste al mondo qualcosa che qualcuno non possa produrre di qualità inferiore e vendere ad un prezzo più basso. Ma coloro che tengono conto solo del prezzo diventeranno preda legittima.”
E bravo il mio vecchio capo: ha il culo al caldo (è anche lautamente pensionato), è un "padrone" volendola vedere in un certo modo, ma sta dalla parte giusta.
Da suo dipendente devo dire che si avverte eccome, che è un giusto, per questo "mi onoro...".
Finché dura.
Cordiali saluti
Paolo