L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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mercoledì 12 agosto 2015
La Cina spiegata alla suocera
save ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Oggi c'è la Cina! (vent'anni di cambio nominale e ...":
Perdonatemi ma non mi è chiara l'ultima parte.
Dall'analisi dei grafici, avevo intuito che alla cina servisse uno yuan più debole, invece poi si dice che "Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo". Cosa mi sono perso?
Inoltre se"Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo" perché adesso lo yuan sta svalutando?
Chiedo scusa per la domanda sicuramente banale, ma davvero mi sono perso. Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi meglio? Vorrei spiegarlo a mia suocera.. e se non lo capisco io.. non lo capirà manco lei :)
Grazie, saluti a tutti.
Postato da save in Goofynomics alle 12 agosto 2015 14:58
Mica devi scusarti. Siamo qui per questo. E poi le suocere vanno blandite in ogni modo possibile. Solo che qui siamo di fronte al solito paradosso logico di quando si parla coi piddini. Se dici che sarebbe meglio avere conti esteri bilanciati nel lungo periodo, loro ti dicono: "Ma allora sei per l'autarchia!", perché per loro
X-M=0
implica che X=0 e M=0 (cioè, l'unico modo per avere un saldo commerciale nullo, nella mens piddina, è avere flussi commerciali nulli).
Nel caso che metti in evidenza, la formulazione può essere, mi rendo conto, un po' fuorviante, ma la risposta sta nella tua domanda: alla "Cina" un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo perché concorrerebbe a bilanciare il suo modello di sviluppo appoggiandolo più sulla domanda interna che su quella estera (esportazioni), ma siccome l'apprezzamento dell'ultimo anno è stato violento e non moderato, ecco che la "Cina" svaluta per riportare l'evoluzione in linea con quanto ritiene desiderabile.
In altre parole, dire che sarebbe meglio che una cosa si muovesse un poco, non implica, come tu sembri ipotizzare, che sia bene che si muova molto!
Peraltro, la storia non è finita, e gli ultimi sviluppi (cioè l'ulteriore svalutazione di oggi, che porta il totale della correzione al 4%) sono abbastanza in linea con quanto vedevamo nel nostro grafico, dal quale si evinceva uno scollamento del tasso di cambio reale dal proprio trend piuttosto significativo.
Tieni comunque presente che esattamente come la svalutazione non basta, non basta nemmeno la rivalutazione: semplicemente, si tratta di rimuovere distorsioni del mercato (e infatti quello che la PBOC ha fatto ieri è stato semplicemente non intervenire in chiusura per riportare il fixing a 6.2, visto che, come avete tutti letto, oscillazioni giornaliere entro il margine del 2% erano ammesse (qui, al punto 1), come del resto dentro qualsiasi sistema di cambi fissi, a partire dal gold standard dove erano garantite dai punti dell'oro, fino al sistema di Bretton Woods (oscillazioni di più o meno 1%) e allo SME (oscillazioni di più o meno 2.25%).
La tua domanda mi permette quindi di ribadire il dato non trascurabile che l'euro è l'unico sistema di tassi di cambio totalmente fissi nell'intera storia dell'umanità.
Un simile atto di hybris non potrà non essere punito dagli dei.
Tornando alla Cina, invece, tu mi dirai: "Ma come: la Cina svaluta del 4% essendo in surplus estero (e quindi non avendone strettamente bisogno)! Ma questa è guerra!". E io ti risponderò: "Forse, ma la guerra eventualmente l'avremmo dichiarata noi, perché la Germania, che ha un surplus molto più rilevante di quello cinese, ha svalutato molto di più sia in termini reali che nominali!".
Del cambio nominale sapete tutti. Essendo agganciata al dollaro, la Cina ha rivalutato rispetto all'euro (cioè alla Germania) di quanto ha rivalutato il dollaro. In termini reali, i soliti dati BIS ti mostreranno che da gennaio 2014 la Cina ha rivalutato del 9% e la Germania svalutato del 5%. Se non è una dichiarazione di guerra questa!
Nonostante non le serva essere aggredita in questo modo, alla Cina una moderata rivalutazione reale servirebbe, e per capirlo possiamo utilizzare uno strumento a noi caro, l'analisi dei saldi settoriali, che abbiamo illustrato la prima volta con riferimento alla Grecia, qui e qui. Chi non la conosce, per favore, se la studi: è semplice e illuminante.
La storia recente della Cina è qui:
Ricorderete che la linea rossa esprime le importazioni nette di beni, cioè di capitali. In Cina ovviamente è negativa, perché la Cina è un esportatore netto (esportazioni = importazione negativa). Si vede una bella gobba in mezzo al grafico, che però nulla ha a che fare con la configurazione tipica di un ciclo di Frenkel (importazione eccessiva di capitali seguita da schianto), per il semplice motivo che la Cina i capitali li esporta (fa credito) e non li importa (cioè non si indebita). Per memoria, vi ricordo un tipico ciclo di Frenkel (aka romanzo di centro e periferia), quello della Slovenia, che abbiamo descritto qui:
In Slovenia la linea rossa stava sopra lo zero (la Slovenia si stava indebitando). I dettagli sono nel link.
La "gobba" che vedete in mezzo al grafico della Cina è un aumento del suo surplus estero, e quindi del suo accreditamento estero netto. Perché è successo? Per questo:
Vi ho riportato, nello stesso grafico, il tasso di cambio reale (scala di destra). Qualcuno sarà già arrivato, agli altri fornisco un aiutino dalla regia eliminando dal grafico il saldo pubblico e quello del settore privato cinese:
Alla facciazza di quelli che "il cambio non conta", fra cambio reale cinese e importazioni nette c'è una correlazione positiva di circa 0.4 (aumenta nella seconda metà del campione). In altre parole, il pronunciato surplus estero fra il 2003 e l'inizio della crisi è spiegato anche dall'andamento del tasso di cambio, e in particolare dall'indebolimento del dollaro rispetto all'euro (e quindi dall'indebolimento dello yuan rispetto all'euro), che ha comportato un aumento delle esportazioni nette (diminuzione delle importazioni nette), seguito da un rafforzamento dello yuan rispetto al dollaro (e rispetto a noi), che ha comportato un rientro delle esportazioni nette. Poi ci sono state altre cose: l'entrata nel WTO, ecc., non discuto i dettagli.
Ma il cambio conta, e come mostra l'ultimo grafico, per ricondurre il saldo estero cinese verso valori a una cifra è stato indispensabile rafforzarlo. Peraltro, il saldo estero non ha risposto subito, e buona parte della correzione è stat determinata anche dal crollo della domanda statunitense prima ed europea poi, a causa della crisi Lehman.
Ecco, questo dettaglio ci permette di capire una cosa importante, la più importante.
Campare sulle importazioni altrui (come fa la Germania, per capirci) sembra una ficata: alla fine, tu ti arricchisci e loro si indebitano. Ricordate: se non vuoi pagare gli operai, o campi sul debito privato, o su quello pubblico, o su quello estero (e quest'ultima cosa si chiama mercantilismo).
Questa strategia però ha un difetto: tu esporti agli altri i tuoi beni, ma importi dagli altri i loro problemi. Se il mondo va per aria e tu campi vendendo al mondo, vai per aria anche tu. Se hai un mercato da un miliardi e fischia consumatori, forse ti conviene disporti a sfruttarlo, come elemento di crescita e di stabilità. Per questo la Cina ha condotto gradatamente verso lo zero il suo surplus (le sue importazioni nette negative), come prevedevo nel mio libro del 2010 (basato sui dati del 2008, ma comunque il fenomeno era inevitabile).
Questo è il motivo per il quale alla Cina una moderata rivalutazione reale farebbe comodo.
E ora devo chiudere perché ho poca batteria. Ci saranno errori di ortografia che correggerete. Sono all'osteria e di meglio non posso fare. Domani vado sul Tagewaldhorn e credo che mi farà bene alla salute. Se dico che andarci di corsa mi farebbe male (soprattutto in discesa), mi credete? In ogni caso, anche senza la vostra approvazione, salirò col passo del montanaro.
Le oscillazioni del cambio cinese in termini reali sono largamente determinate da quello che succede al camibio euro/yuan, e quindi, se lo yuan è fisso sul dollaro, dal cambio euro/dollaro. Quel cambio che oggi deve essere molto basso (cioè dollaro e quindi yuan devono essere molto alti) perché altrimenti l'Eurozona soffrirebbe ancora di più, poiché i paesi periferici non avrebbero nemmeno i benefici di un euro debole (dei quali mi parlano alcuni amici imprenditori - che però preferirebbero la lira, perché era debole sul marco e forte sul dollaro).
RispondiEliminaLeggo nell' articolo sulla Cina che i paesi periferici della zona euro soffrono di più per uno yuan/dollaro debole, ovvero i benefici per i paesi periferici aumentano se l' euro è debole rispetto alla moneta tecnicamente solidale USA/CINA.
Ma ricordo anche che circa un anno fa pubblicasti questo articolo, dove su a/simmetrie, nel sommario, si diceva:
It is frequently claimed that the current EUR/USD exchange rate is too high and that a depreciation of the EUR against the USD would contribute to relieve the Eurozone economy from the current state of persistent crisis. Evidence provided by the a/simmetrie annual econometric model suggests that this claim is unsupported by the data, at least as far as the Italian economy is concerned. In fact, the size and sign of the trade elasticities show that the increases in net exports towards non-Eurozone countries, brought about by the depreciation of the euro, would be offset by an increase in net imports towards Eurozone countries, brought about by the increase in Italian domestic demand. To put it simply, in case of a depreciation of the EUR, the Italian economy would not only suffer a higher costs of energy (because of the depreciation vis-à-vis OPEC countries), but also spend in Germany much of the money it earned in the US, Japan, and the emerging countries, with a net effect likely to be almost zero or negative in the first three to four years.
Ovvero l' effetto dovrebbe essere nullo o negativo nei primi anni di svalutazione per aumento del costo dell' energia e per riversare in Germania gran parte di quanto guadagnato altrove, fuori dall' area euro. l'aumento dei costi energetici è ovviamente assente per riduzione del costo del petrolio e delle materie prime, ma la seconda problematica c' è tutta, anzi potrebbe assorbire i benefici della non prima. Ergo, surplus e distanze tra core e periferia dovrebbero peggiorare, nel caso descritto prima, euro debole. Qui invece, ultimamente, sta accadendo che l' euro si sta rafforzando. Insomma, sia che l' euro si indebolisca, che si rafforzi, la sostanza della questione è che l' Italia la prende comunque in culo (mi si perdoni l' analogia con atti contro natura, ma mi sembra che renda bene il concetto) o sbaglio?
I miei amici che vendono scarpe di lusso o meccanica di precisione o formaggio (!) in Cina NON sono la BdP italiana, e lo sanno.
EliminaAnche io ho amici nel mercato dell' arte, che sono riusciti a reimpostare l' attività a Shanghai o Canton ma anche ad Istambul e temporaneamente ogni anno, in UK o USA attraverso gallerie importanti e si stanno riprendendo; chi aveva pensato di spostarsi in Francia, ad esempio sta con la pistola puntata alla tempia. Capisco che si tratti di settori particolari e tutto sommato poco amati da chi deve portare avanti la carretta per arrivare a fine mese, ma qui è sparito sia il gallerista che la piccola o anche grande casa d' aste, che tutto l' indotto composto da una miriade di piccoli artigiani che campavano le loro famiglie. Solo per raccontare una piccola esperienza, fino al 2010 avevo contato circa 60 tra antiquari, corniciai e galleristi tra via Margutta e Via del Babuino, a Roma, oggi sono non più di 10 e credo non reggeranno ancora per molto. Ma la situazione in Germania è addirittura peggiore che da noi ed in Francia sta peggiorando in maniera spaventosa come è possibile vedere daai dati ARTPRICE.
EliminaMercato del lusso? Se voglio e posso comprarmi una Ferrari, non sara' un micragnoso 5% in piu' a farmi desistere. La mia personale definizione del mercato del lusso e' che compri quello che spendi per poterlo esibire. Piu' costa, meglio e'. Suvvia, se posso spendere 500 euro per un paio di scarpe, 550 ussignur che sara' mai. La lotta e' sulla fascia intermedia, le Geox le compri fino ad un certo prezzo, poi desisti e cerchi altro.
EliminaScusa, torno sulla tua domanda: "l'euro si sta rafforzando", dici. Veramente?
EliminaScusami a perfect world, hai letto il report di ARTPRICE che ho postato? In Francia addirittura la situazione è precipitata. Qui non stiamo parlando di una borsa di coccodrillo, ma di un settore ampio e culturalmente diverso da quello della pura esibizione dell'oggetto, settore che comprendeva soprattutto piccoli artigiani o piccole imprese, e che è sparito. Qui in Italia nessuno può più esibire nulla, per un mare di motivi, fiscali, culturali, ed economici.
EliminaTage-waldhorn, fra le cime la più musicale.
RispondiElimina... e intanto, mentre la verità scorre su questo blog, il diversamente laureato Giannino ci regala altre peerle, questa volta sulla Cina.
RispondiEliminaRispetto a questo volevo capire... non sono laureato in economia ma sto leggendo questo blog da qualche mese. Mi si perdoni la domanda, ma per verifica voglio essere sicuro.
EliminaLeggo nel post di Giannino
Ma come reagiranno Europa e Usa?
Se guardiamo alle medie quarantennali, oggi il dollaro è di un 10% circa più caro rispetto al basket di maggiori valute mondiali. Questa cosa, per l’importanza assoluta che ha per l’Italia l’export negli Usa – assai più che in Cina, è positiva per noi. L’idea he tutti possano svalutare a gara per crescere di più è tecnicamente una fesseria: sarà popolare e garantisce applausi, ma resta una fesseria. Perché se un paese ha i fondamentali che vanno peggio la sua valuta cede, e a quel punto altre valute salgono. Chi pensa che il problema dell’euro sia il suo cambio, dimentica che invece il nostro problema è la bassa produttività, che non si cura con le svalutazioni.
Non sarà che Giannino dimentica la storia italiana dei primi anni '90?
Ma mi sorge una domanda, perchè svalutare è una fesseria per Giannino e secondo quale logica? Dal mio punto di vista ci sono in ballo la domanda interna (che in Italia sta drasticamente scendendo) e l'euro forte. Una svalutazione (senza esagerare) ci farebbe solo bene!
In che modo Giannino vorrebbe "curare" la nostra bassa produttività??
Dobbiamo proprio parlarne? Un legame fra cambio e produttività è stabilito dal modello di Dixon-Thirlwall e ne abbiamo parlato. E poi, io proprio non capisco Giannino: dice che se un paese ha i fondamentali che vanno peggio il cambio cede (ed è giusto), ma non si pone alcuna domanda su cosa succede quando non può cedere! Di fatto, dice esplicitamente che è un bene l'aver svalutato sul dollaro, ma dice implicitamente che sarebbe un male lo svalutare una ipotetica lira. Dopo l'anno scorso, gli arrampicamenti sugli specchi sono esilaranti.
EliminaNon se ne può più di questi baffettisti che ragionano per paradossi, non fanno più ridere nessuno.
EliminaChe dirLe, sono commosso e grato.
RispondiEliminaPurtroppo però se a matematica ho sempre avuto sufficienze striminzite, non può essere un caso, perciò alcuni passaggi più teorici non mi sono ancora del tutto chiari, dando in ogni caso per buono ciò di cui non colgo ancora appieno la dimostrazione, se ho capito ciò che sfuggiva ieri, il senso dovrebbe essere grossomodo che:
Siccome vivere di sole esportazioni è rischioso, la Cina si sta da tempo riconvertendo, rivalutando la sua moneta. Ma questa rivalutazione (dal 2006 ad oggi) è stata troppo repentina, cosa ben visibile soprattutto dal grafico Reer specialmente nella zona finale, ove la linea blu si discosta da quella rossa, ossia il prezzo dei prodotti cinesi cresce molto rapidamente spinto dalla rivalutazione del dollaro sull'euro. Se è così, fra l'altro questo mi fa sorgere una domanda: Se il prezzo dei prodotti cinesi cresce molto pur rimanendo fisso il cambio CNY/USD, significa che il commercio estero cinese è molto sensibile ai movimenti del cambio dei mercati NON statunitensi, in special modo a quelli europei. E' così?
In ogni caso, essendo stata la rivalutazione troppo repentina, è necessario che questa si calmi non eccedendo troppo, motivo per cui adesso lo yuan sta svalutando.
Guardando però il grafico dal 1995 ad oggi, si nota che la svalutazione degli ultimi giorni non è che una piccola frazione in valore assoluto, rispetto alle variazioni degli ultimi anni.
Conseguentemente, come già dovrebbe essere ovvio, guardare ai dati con orizzonte 10 giorni non ha senso ne per le evoluzioni passate ne per quelle future, entrambe da valutare con orizzonti temporali molto più ampi. Motivo per cui la prossima evoluzione andrà valutata col tempo, in funzione della futura dinamica del dollaro.
Se questa mia sintesi ha un senso, tenterò di farne edotta mia suocera, e se ci riuscirò ....va da se, che lei ne sarà felice...... e un attimo dopo, si tenga pronto...... mi chiederà in cosa investire.. :)))).. beata terza età!
Grazie di nuovo, e saluti a tutti. :)
Ancora una volta il buon Fubini si toglie lo sfizio di fare giusto quel mezzo passettino in più rispetto agli altri che gli consente di sentirsi il primo della classe (e magari prepararsi per il dopo) senza pestare i piedi a nessuno:
RispondiElimina"Eppure questa volta l'area più esposta al contagio va cercata nel nord Europa: l'anno scorso la Germania ha spedito verso Cina beni e servizi per 74, 5 mld di euro, circa un quarto sotto forma di auto o pezzi di auto da montare in loco, e la Repubblica Popolare è diventata il quarto maggiore cliente della Repubblica Federale. Per la prima volta nel 2014 la Germania era arrivata persino a vendere alla Cina prodotti per una somma quasi pari a quanto comprava la Cina: che un medio paese ad altissimi costi di produzione azzeri il deficit commerciale con uno sterminato paese a basso costo, di per sé, è un evento storico.
Potrebbe anche restare un evento unico. Dal 2011 l'euro si era svalutato sullo yuan di quasi un terzo, aiutando sopratutto l'export tedesco; ma da questa settimana anche Pechino si sente costretta a entrare, a piccoli passi, nella guerra delle valute. Comprerà meno dall'Europa, le venderà di più a prezzi più bassi e dunque esporterà deflazione verso occidente pur di tutelarsi e difendere posti di lavoro nelle fabbriche di Canton o di Shangai" [Corriere 13.08.2015, p. 9]
Sono laureato in agraria e qualche esame di economia l'ho dato, ma confesso di aver capito ben poco di quanto letto. Alla fine credo che produrre circa 4000 qli di cereali l'anno mi faccia sentire più concreto di coloro che affidano i propri destini alla finanza creativa in un infinito gioco delle tre carte dove spesso chi paga sono i piccoli risparmiatori.
RispondiEliminaComplimenti per questo splendido saggio di qualunquologia. Ora sappiamo perché ci siamo fatti sottrarre benessere e democrazia. Perché ci sono persone come te, ignare della netiquette, che poi non è nient'altro che l'antica raccomandazione di riempire prima il cervello con un po' di studio (sezione "Per cominciare" di questo blog) e di connetterlo poi alle dita prima di commentare. Bravo, bravo, produci i tuoi cereali. Con te faranno il Soylent green, ma noi avremo altri lutti da piangere.
EliminaE i capannoni a Modena vuoti e desolati, con scritte Vendesi e Affittasi ormai rovinate dalle intemperie.... A Modena! Ma ci rendiamo conto?! Da adolescente d'estate alla porta di casa mia veniva a suonare l'impiegata dell'ufficio di collocamento, per propormi lavori stagionali vari. Sapeva che quel che rimaneva della mia famiglia non tirava certo avanti nel lusso... Era così la solidarietà di paese, nella provincia laboriosa italiana. E alla fine delle superiori (istituto tecnico per motivi economici) le aziende facevano a gara per accaparrarsi i diplomati più in gamba. Io stoico rifiutai, per fare l'Università senza un soldo in tasca (uno dei pochi in quel periodo di vacche grasse per tutti, anche per me in fondo: se fossi 19enne oggi non mi potrei permettere quelle scelte). E al quarto anno di Ingegneria la fila delle aziende ad offrire in anticipo il posto di lavoro ai futuri laureati.
RispondiEliminaQuell'Italia l'abbiamo seppellita. Perché? Per andare in vacanza all'estero senza dover sapere le tabelline.
Che tristezza!
E oggi assisto impotente al più grande licenziamento della storia italiana: quello degli insegnanti precari non inseriti per mille motivi nelle graduatorie ad esaurimento. Ma caxxo! Se sono decenni che si lavora con certezza da precario, ora che non fa più comodo entrò 36 mesi tutti a casa!? (Certo, un licenziamento col metodo Junker, un pochetto alla volta, spingendo piano in quel posto e con l'illusione del concorso.
Non ci sono in mezzo, ormai sono di ruolo, ma è come lo facessero a me. Stanno assumendo persone che sono decenni che non lavorano nella scuola, escludendo chi ci lavora da decenni. I nodi verranno al pettine... Ma cadranno in piedi.... (Scusate l'astio, ma sto leggendo un libro sulla rivoluzione francese... E anche se sono convintamente nonviolento, Robespierre mi sta simpatico).
Avrei una domanda. Di recente in Cina è successo un discreto casino, oltre alla svalutazione c'è stato il tonfo in borsa di poche settimane fa. Nel post precedente non si davano risposte definitive sulle cause che hanno spinto le autorità cinesi alla decisione fatale, e ciò a buon diritto,, anche perché non esistendo sfere di cristallo, non si possono conoscere le imperscrutabili menti dei vertici cinesi. Se veramente i cinesi sono un popolo pragmatico possiamo pensare che abbiano abbandonato la prudente via di rivalutazione reale percorsa prima per rimediare al danno, come accaduto in tutti i paesi del mondo dopo il botto Lehman, come quindi nella natura della moneta. È possibile che sia andata così?
RispondiEliminaNon saprei, ma ho come la sensazione che lo storno della borsa cinese sia molto enfatizzato dai media occidentali. Sicuramente crollo della borsa e svalutazione saranno in qualche modo interconnessi, ma non credo che quanto sta succedendo ha Shanghai possa avere per l'economia reale cinese un impatto paragonabile al crollo Lehman.
EliminaProf gentilmente può dirmi se secondo lei la situazione cinese è anche determinata dalla demografia? Lo chiedo per via di questo:
Eliminahttp://esa.un.org/unpd/wpp/Graphs/1_Demographic%20Profiles/China/Line%20Charts/Total%20Population%20by%20broad%20age%20group.png
Ciao a tutti! Purtroppo ho capito poco e non sono neanche munito di suocera che possa spiegarmi. Continuerò a seguirvi assiduamente, comunque anche se ho deciso di non fare alcuna donazione, poiché mi sono venuti dei dubbi atroci. Spero di non violare troppo la netiquette se espongo il più doloroso:
RispondiEliminail silenzio del Professor Borghi sulla violenta deriva xenofoba della Lega (non si può dire "razzista" perché hanno la denuncia facile), silenzio che ho l'impressione sia calato anche su tutto il fronte anti Euro. Sono convinto che il professor Borghi farà la fine del Principe Sihanouk, prigioniero dei Khmer Rossi o, male che vada, come il professore della precedente gestione, Gianfranco Miglio, a un certo punto liquidato con un epiteto irripetibile (una sco***gia nello spazio).
Gruppi come quello leghista, infatti, hanno come unico scopo: A) la conquista del potere con qualsiasi mezzo e senza scrupoli B) la creazione di un cerchio magico mediamente corrotto C) l'emarginazione di chi non fa parte del suddetto cerchio.
Perciò è impossibile usare la Lega per veicolare qualsiasi altra idea. Il povero Professor Borghi verrà grigliato dalle contraddizioni di uno dei partiti più bizzarri di tutti i tempi. Farà la fine della posata inserita per sbaglio nel microonde che poi dev'essere rimossa fumante e bruciacchiata.
Purtroppo "No euro" e "No zingari e immigrati" non possono coesistere, uno esclude l'altro: se il problema è l'Euro, automaticamente zingari e immigrati diventano un problema secondario (cosa che Borghi deve interiorizzare col suo silenzio, come sta facendo adesso), se il problema è l'Euro occorre una massiccia e immediata campagna di comunicazione per spiegare al popolo padano e non, che zingari e negri non sono il problema. Se invece il problema sono zingari e negri, il problema dell'Euro diventa secondario e Borghi finisce grigliato comunque (e si fa molto male, così come tutto il fronte anti Euro).
Quali sono le proporzioni? La Lega dedica circa il 90, forse 95% della comunicazione a zingari e immigrati solo il 5 - 10% al No Euro. C'è una scelta di campo precisa (toglietemi tutto, ma non la mia eugenetica padana).
La propaganda "zingari e immigrati problema principale" avvelena l'opinione pubblica che poi sceglie il capro espiatorio più comodo, così in larga parte (se non sbaglio il 70% secondo un recente sondaggio) rimane favorevole alla permanenza nell'Euro.
Chiedendo scusa per il lungo OT chiudo con una certezza: il Professor Borghi verrà grigliato dalle incongruenze della Lega e ciò mi rende triste
Magnifico esempio del perché siamo stati privati della democrazia. Ognuno è libero di non donare, nemmeno alle cause in cui crede, ma quello che colpisce in questo preclaro esempio di violazione della netiquette è: cosa diavolo c'entra a/simmetrie con la Lega? Se una persona è così "diversamente perspicace", come il nostro gentile lettore (che solleviamo dall'incombenza di seguirci), da aderire al messaggio "Bagnai leghistaaaaa!", allora è chiaro che la stessa diversa perspicacia lo porterà ad aderire al messaggio "l'euro ci ha dato la pace" o "la moneta forte ci difende dalla crisi".
EliminaSiccome qui siamo, ancora per un po', per la qualità, dopo questo simpatico esercizio di dietrologia sul nulla credo che non ci sia altro da fare che salutarsi. Peraltro, io stesso non capisco perché Salvini insista con le sue sparate razziste. Ormai, oltre che non condivisibili (come sempre sono state), sono anche controproducenti. Se non avrà paura di governare capirà che per ogni "ruspa" citata per tenere legato al Carroccio un elettore della bassa padana, perde decine di elettori nel centro Italia (questo è quello che mi dicono gli imprenditori ovunque vada). Quindi, come dire: se Salvini fa paura quando parla di ruspe, figuriamoci quando deciderà di non parlarne! Si realizzerà allora il tracollo completo (anche elettorale) della sinistra, ovvio seguito di quel tracollo etico e culturale dalla cui denuncia di fatto partì il mio impegno divulgativo (non devo ricordarvi come e dove). Peraltro, questo a sinistra lo sanno, e sono ormai rassegnati. Quanto a Borghi, è abbastanza adulto da saper sbagliare da solo. In passato non è andata così, tant'è che vive di rendita (beato lui), ma in futuro, chissà... Vedremo. Rimane il fatto che dire "non sostengo a/simmetrie perché Salvini parla di ruspe" è uno splendido esempio di bispensiero. Se mi mandi i soldi te li rimando indietro. E tu, sei pagato, o ragioni così gratis?
Forse Borghi verrà grigliato dalla Lega, come affermi, o forse no. Ma quello che farà la Lega a me personalmente interessa un belino. Mi interessa assai di più che il fronte antieuro abbia molteplici voci e tonalità, perché la battaglia da combattere è assai asimmetrica, dato lo spiegamento di forze e mezzi messi in campo dagli avversari. Vedi, a volte la Storia ci viene in aiuto e ci fornisce spunti di riflessione interessanti. Pensa se nel 1944, con le forze tedesche occupanti la penisola italiana, disseminandola di stragi, rappresaglie ed eccidi, Togliatti avesse affossato la possibilità di un governo Badoglio di unità delle forze politiche che costituivano il CLN (comunisti, socialisti, azionisti, cattolici e liberali), magari adducendo la motivazione tutt' altro che fantasiosa che Badoglio rappresentasse la continuità della monarchia o perchè affermasse il ruolo ancora fondamentale di Vittorio Emanuele III, nonostante i suoi terribili e tragici errori. Cosa voglio dire ? Che davanti alle scelte importanti che la Storia pone agli uomini e alle donne di una nazione, quelle dalle quali dipende la tua esistenza e quella delle persone che ti sono care, la scelta giusta da fare è quella che privilegia il raggiungimento rapido e nel modo più indolore dell' obiettivo principale. E, e sei minoranza, devi per forza accettare di fare un pezzo di strada comune con altre forze assai diverse e con persone dalle idee molto lontane dalle tue. Perché la salvezza del paese, oggi come nel 1944, sono prioritarie rispetto a tutto il resto. Questo ovviamente senza nessuna rinuncia alle proprie idee e convinzioni su tutto il resto, inclusi immigrati e rom. Se Salvini vuole usare le ruspe per raccogliere consensi facili, ciò avviene anche perché le scelte proeuro della sinistra hanno drammaticamente esposto i ceti più deboli alla crescente povertà, disoccupazione e miseria. Anche nel 1933 un insignificante tribuno nazionalsocialista approfittò della miseria e della disoccupazione tedesca creata da un governo tecnico ed austero diretto dal cancelliere Bruning e appoggiato dalla astensione benevola della sinistra socialdemocratica.
EliminaA Togliatti nel 1944, per fortuna, non poteva essere di ostacolo alla formazione del Governo Badoglio la mancata uscita di scena (abdicazione) di un pessimo monarca come Vittorio Emanuele III . Oggi per il mio paese la priorità delle priorità è l' uscita dalla moneta unica ed il ripristino delle sovranità oggi compromesse, quella democratica, economica, fiscale e monetaria. A regolare i conti politici su immigrazione e molto altro ci penseremo dopo. Mi dispiace che nel paese di Machiavelli non si riesca ancora oggi a comprendere la differenza tra strategia e tattica.
<< Campare sulle esportazioni altrui (come fa la Germania, per capirci) sembra una ficata ...>>
RispondiEliminao io non ho capito una fava o c'è un lapsus "esportazioni" al posto di "importazioni"
OT consapevole (ma parecchi mesi fa aveva dichiarato interessante un post del blog che le avevo sottoposto, quindi rischio...
RispondiEliminaLegga qui.
Tieni presente che in quel blog sono bannato perché boccio sempre il padrone di casa in termodinamica. Vedi te...
EliminaDistruggere l’uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, Tedeschi! Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice.
RispondiEliminaAlberto ed io siamo rientrati in baracca, e non abbiamo potuto guardarci in viso.
La conferma
RispondiEliminaSalve Prof,
RispondiEliminami permetto di segnalare (in maiuscolo) il refuso nella frase "Campare sulle ESPORTAZIONI altrui (come fa la Germania, per capirci) sembra una ficata: alla fine, tu ti arricchisci e loro si indebitano".
Buona serata e grazie
non sono un economistama...... Da venditore da strapazzo di roba da montagna non posso esimermi dal consigliare i bastoncini (due) . E adesso mi becco il cazziatone. . Comunque grazie come la solito. Buona vacanza
RispondiEliminaGià fatto. Cambia molto. Ma sul Rittnerhorn il problema era la mancanza di allenamento.
EliminaUno, due, tre... Fottuto. Lo sapevo.
RispondiElimina@Tronchi
RispondiEliminaa proposito di "non sono un economista ma"..
non sono un economista ma se uno parla di svalutazione e poi si chiede cosa succederebbero a stipendi, materie prime e vendite (a proposito di una discussione su twitter tra Borghi e Guerani) ho risposto pacatamente sottointendendo che bisogna lavorarci in un'azienda per capire cosa succede...
una marea di azienda sta letteralmente segando i margini e quindi banalmente la possibilità di aumentare i prezzi del 20% non sarebbe "spesa" del tipo "tutto 20%" ma semplicemente una via di mezzo (per avere più clientela e per riprendersi i fisiologici margini che nel giro di pochi anni porterebbero agli investimenti che farebbero realmente crescere il paese).
E viceversa chi rivaluta non aumenterebbe i propri prezzi del 20-30% bensì segherebbe i suoi margini!
ops.. benvenuti nel magico mondo reale.
e poi, alla domanda: "se importi il 20% dei tuoi consumi e svaluti del 20% di quanto sarà l'inflazione?"
a sì.. non sono economista e quindi non so fare le moltiplicazioni.
E va bene.
PS: questi non sanno nemmeno come è fatto un banale bilancio con
Ricavi
(differenza rimanenze)
- materie prime
- MOD
- Energia
- Ammortamenti
- Trasporti
- M.indiretta
- Altri ammortamenti
- Altri costi generali
- Costi amministrativi
Etc Etc
In poche parole, per loro aumenterebbero pure ammortamenti e stipendi pari pari alla svalutazione!
fantastici, fantastici e ancora fantastici
A volte non si capisce bene se certe soluzioni siano da intendere sempre efficaci o solamente al riguardo della nostra situazione contingente.
RispondiEliminaSe si parla banalmente di svalutazione e nel mentre le condizioni che hanno permesso certi squilibri permangono, la svalutazione resterà un palliativo destinato a inefficacia.
Quello che trovo preoccupante nel dibattito generale, e il prof è l'unico da cui abbia sentito proporre certi temi quali la B.C. nuovamente in collaborazione all'esecutivo, è la mancanza di riferimenti alle cause prime responsabili degli squilibri.
Anche da Borghi non ho mai sentito profferire parola al riguardo della B.C. o al ritorno, secondo me ancor più importante, del divorzio, questa volta benefico, tra banche commerciali e banche finanziarie.
Guardando con occhi "neutrali", per quanto lo si possa fare, certi dibattiti, non è chiaro e limpido che il semplice ritorno alla lira e connessa svalutazione sia la soluzione che risolva.
Questo è il vero problema: i dibattiti partono sempre da un punto a valle del problema e quindi inutile ai fini della comprensione corretta dell'opinione pubblica.
Stare a parlare mezzora della svalutazione ipotetica porta laggente a credere che sia un trucchetto bello e buono, peggiorando l'atteggiamento generale al proposito di un ritorno ad una nostra moneta.
Perché Borghi non ne parla? (io non sono su tweeter...ma qualcuno glielo ha chiesto mai?)
"Io credo che l’unica strada che abbiamo sia un’alleanza con gli Usa, un bel ponte sull’Atlantico. Anzi suggerirei di adottare il dollaro, una sola moneta per i Paesi ricchi del mondo."
RispondiEliminahttp://www.firstonline.info/a/2015/8/13/vaciago-la-svalutazione-dello-yuan-e-una-rivoluzio/e9c03289-a8db-443b-9785-e80cfa0f56b4
Contro QED:
RispondiElimina"Donald Trump, candidato presidenziale del partito repubblicano, s’è lanciato contro le misure adottate dalla banca centrale: un tentativo cinese di “distruggere” le industrie degli USA. Tale campagna mediatica contro la Cina non è nuova. Per anni Washington ha accusato Pechino di manipolare il tasso di cambio. Tuttavia, la verità è che lo yuan non s’è deprezzato in modo “artificiale”, ma piuttosto s’è apprezzato nei confronti della valuta statunitense. Dal 2005 (quando il regime di cambio era più flessibile) ad oggi, la valuta cinese s’è apprezzata di circa il 30% nei confronti del dollaro, quindi è solamente esagerato sostenere che la svalutazione dello yuan, del 4,6%, nella seconda settimana agosto sia il principale responsabile del crollo dell’economia degli Stati Uniti. E’ vero che merci a basso costo prodotte in Cina sono vendute agli statunitensi come mai prima. Tuttavia, dato che posti di lavoro ben retribuiti non esistono negli Stati Uniti da decenni, famiglie e imprese sono più preoccupate a risolvere i loro debiti che a porsi domande sull’origine dei prodotti a basso costo che acquistano quotidianamente nei supermercati. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti insiste nel screditare le politiche della Banca di Cina. Niente di strano, le banche centrali non sono note per i compromessi. La storia dimostra che in tempi di crisi e recessione globale, le istituzioni responsabili della politica monetaria agiscono unilateralmente per sostenere le proprie economie. La Federal Reserve degli Stati Uniti è di gran lunga il caso più illustre."
http://actualidad.rt.com/opinion/ariel-noyola-rodriguez/183446-devaluacion-yuan-prueba-china-potencia-mundial