Cominciamo dalla:
Comunicazione di servizio
Vi ricordo che questa sera alle 21 mi trovate a via del Grottino in Grottaferrata, presso la cappella del Liceo Benedetto XV:
dove in compagnia del maestro Romeo Bernardo Ciuffa suonerò per chi c'è un bel programma di musica europeista, anzi, no, europea, comprendente i seguenti "aitems" (come dicono gli acculturati):
Irlanda
Anonimo irlandese - Chalk sunday, Jig
Anonimo irlandese - The silvermines, Reel
John Dolan - Old Jerry Doyle, Jig
James Buckley - A Mhaire's a Mhuirnin, Air
Germania
Johann Pachelbel - Fantasia in sol minore (vedi qui).
Johann Sebastian Bach - Trio super Herr Jesu Christ, dich zu uns wend.
Portogallo
Manuel Rodrigues Coelho - Primeiro tento do primeiro tom (vedi qui).
Spagna
Diego Ortiz - Recercada segunda.
Francia
Anne Danican-Philidor - Sonate pour la flute a bec.
Inghilterra
William Williams - Sonata in re per flauto dolce.
Ri-Germania
Georg Philipp Telemann - Canone in re per due flauti.
Italia (corrotta)
Francesco Maria Veracini - Sonata op. 1 n. 1
L'ingresso è gratuito, l'uscita dipende, e poi andiamo all'osteria.
Esaurite le formalità, passerei ad affrontare il tema del giorno.
De regressione
Il simpatico post tecnico precedente ha sollevato un ovvio e prevedibile vespaio, provocando un autentico tsunami di espertonismo. Il culmine della logica eurista è stato raggiunto con l'affermazione che la correlazione non implica causazione, ma la non correlazione sì! Su Twitter ho capito una cosa: dire la qualunque in qualsiasi materia è esercitare il sacrosanto diritto all'opinione, e quindi dar prova di democrazia. Rispondere in modo informato e puntuale è invece arroccarsi dietro un sapere tecnico, e quindi dar prova di spirito elitario e antidemocratico.
Al di là dell'ovvio "aridatece Luigi XIV!", che sgorga spontaneo di fronte a questa concezione distorta della democrazia come fascismo dell'opinione, mi è punta vaghezza di farvi capire quanto sono idioti certi idioti. Mi piacerebbe farvelo capire perché questo vi consentirebbe di apprezzare tutta l'estensione della calma olimpica di cui madre Natura mi ha generosamente provvisto, nonostante quanto dicono certe malelingue.
Potete farcela, vi assicuro: la statistica chi vuole capirla la capisce, il problema non è questo. Il problema è solo il tempo, per cui oggi mi limiterò a farvi una domanda che pone i termini della questione. Poi, se il percorso vi interessa, andiamo avanti.
Allora: sappiamo tutti che per due punti passa una e una sola retta (a meno che i due punti non coincidano, nel qual caso di rette ce ne passano infinite, ma non entriamo in dettagli: questo l'ho detto solo per vellicare un pochino gli amici matematici...).
La domanda è: ma per tre punti, quante rette passano?
E la risposta è: se i tre punti sono allineati lungo una retta, come nella legge di Travaglio (Marco, se scherza...), chiaramente di retta ce ne passa una sola. È quello che avevamo visto qui:
Ora, però, il problema è che in questo esempio i dati rappresentati, quelli di coruzzione e debbito, sono inventati, e sono inventati apposta perché cadano lungo una retta. Il fatto è che però raramente il mondo si diverte a costruire i dati apposta perché cadano lungo una retta, e una prova l'abbiamo vista nel post precedente:
I dati qui sono una nuvola, ma Excel una retta la traccia lo stesso. La domanda è: in base a quale criterio?
Excel cerca la retta che approssima "meglio" la nuvola di punti utilizzando il criterio dei minimi quadrati. Come funziona? Selezionando la retta tale per cui la somma dei quadrati degli scostamenti dei punti dalla retta stessa sia minima.
Aiuuuuuuuuuuuto!
Aspettate, vi faccio vedere la logica, poi, se veramente volete diventare dei tecnici, vi spiegherò anche come si fa (semplice: si va su Excel, e lo fa lui...).
La logica è questa: supponiamo che i dati a disposizione siano questi:
Sono come quelli dell'esempio precedente, con la differenza che il paese B invece di avere 100 di corruzione e 100 di debito ha solo 70 di corruzione ma 110 di debito (una cosa che nel mondo reale abbiamo visto può accadere). Quindi il punto B è fuori dalla retta y=x (perché 70 non è uguale a 110), e la situazione che si presenta è questa:
Vedete? Excel ci propone la retta Debito = 0.8571xCorruzione + 26.19. Il punto B sta sopra, i punti A e C stano sotto, quindi la retta proposta è quella che passa "meglio" in mezzo ai punti. Meglio in che senso?
Nel senso che se:
1) prendete le distanze fra i tre punti e la retta che Excel vi disegna (ve le ho evidenziate con delle graffe)
2) le elevate al quadrato, e
3) le sommate
ottenete il valore più piccolo fra quelli che potrebbero darvi tutte le altre possibili rette. Insomma: qualsiasi altra retta "sbaglierebbe" di più, nel senso che magari passerebbe più vicina a C, ma allora sarebbe più lontana da B, e siccome la distanza di B dalla retta è più grande di quella di C, questo "penalizzerebbe" il modello.
Perché si prende il quadrato?
Per due motivi: il primo è che il quadrato di 2 è uguale a quello di -2 ed è 4, per cui prendendo il quadrato eviti che grandi errori positivi si compensino con grandi errori negativi: sei costretto a cercare la retta che genera errori piccoli. La somma di un errore 2 e un errore -2 è zero, la somma dei rispettivi quadrati è 8.
Il secondo è che il quadrato di 2 è 4, ma il quadrato di 4 è 16. Insomma, se fai un errore doppio (4 è il doppio di 2), prendendone il quadrato il realtà lo consideri quadruplo (16 è il quadruplo di 4). Questo a cosa serve? Serve a penalizzare gli errori "troppo" grandi. La conseguenza pratica qual è? Ma ad esempio che siccome la retta passa già molto vicina a C (e quindi l'errore rispetto a C è piccolo), non avrebbe senso cercarne una che passi ancora più vicino, perché fatalmente si andrebbe ad aumentare lo scostamento da A o da B, che essendo più grandi "contano" di più nella nostra "funzione di perdita", cioè nella somma dei quadrati degli errori.
Non ci avete capito una mazza?
Peggio per voi: i post tecnici li volete voi. Se poi volete anche annoiarvi, oltre a sentirvi frustrati, vedi sopra alla comunicazione di servizio.
Si apra la discussione (alla quale non parteciperò, ma aspetto il contributo dell'ingiengniere marco a base di diffeomorfismi di questa beneamata fava...).
Discussione
mic1972 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "De regressione (post tecnico) più comunicazione di...":
Bah, io ho capito tutto... almeno credo... :-)
Piuttosto Prof mi è venuta in mente una cosa.
Sarebbe
interessante rispondere a una domanda e cioè quando, data una nuvola di
dati, è corretto cercare una regressione lineare e non p.es.
polinomiale, sinusoidale, arctangentale, etc... (una volta mi sono
imbattuto in un grafico della Volvo in cui il comportamento di uno
pneumatico era modellato attraverso l'arctan.. minchia!)
Ma
questo ovviamente non c'enta quasi niente col caso specifico, è una di
quelle curiosità che vengono in mente mentre uno legge.
Postato da mic1972 in Goofynomics alle 13 giugno 2014 14:20
Domanda lecita, alla quale do una risposta sleale (quella leale te la do dopo, se insisti). Visto che per k punti passa un polinomio di ordine k-1, in questo caso la scelta giusta è senz'altro una parabola. Dimostrazione:
Così però non stiamo aiutando chi è rimasto indietro...
Bah, io ho capito tutto... almeno credo... :-)
RispondiEliminaPiuttosto Prof mi è venuta in mente una cosa.
Sarebbe interessante rispondere a una domanda e cioè quando, data una nuvola di dati, è corretto cercare una regressione lineare e non p.es. polinomiale, sinusoidale, arctangentale, etc... (una volta mi sono imbattuto in un grafico della Volvo in cui il comportamento di uno pneumatico era modellato attraverso l'arctan.. minchia!)
Ma questo ovviamente non c'enta quasi niente col caso specifico, è una di quelle curiosità che vengono in mente mentre uno legge.
Una risposta che mi viene "a naso", perché quella corretta non la so, è che in fondo seni, tg, arcotangenti sono tutti esprimibili, a meno di un errore piccolo quanto si vuole, con la serie di Taylor, che è appunto un polinomio.
EliminaQuindi alle volte il polinomio approssimante assomiglia al polinomio di Taylor che approssima l'arcotangente. Quindi la curva approssimante è l'arcotangente, a meno di piccoli scostamenti.
Quella del prof e` una provocazione, non una risposta. La risposta secondo me e` che
EliminaBisogna usare il minor numero di costanti da fittare possibili
Nello specifico l'arctan non ha piu` coefficienti di una retta da fittare e, come dice Lorenzo, l'arctan e` approssimabile da una retta essendo una funzione analitica. Quindi quando usare l'arctan invece che una retta?
Quando si hanno dei presupposti razionali (un modello fisico) che permettano di prevedere che l'arctan sia piu` sensato della retta nello specifico caso in esame. In tal caso la stima dei coefficienti assume anche una valenza quantitativa: stimando i coefficienti si stimano delle grandezze fisiche del modello.
Se invece i dati suggeriscono chiaramente una correlazione ma non si dispone di un modello fisico adeguato allora si possono usare stime di correlazione piu` sofisticate tipo il Rank correlation coefficient:
http://en.wikipedia.org/wiki/Spearman%27s_rank_correlation_coefficient
In generale nei corsi di Analisi Dati (es.: https://www.coursera.org/specialization/jhudatascience/1?utm_medium=courseDescripTop ) viene illustrata una fase cossidetta "esplorativa" in cui si rappresentano graficamente i dati a disposizione per vedere se "appare" qualche relazione significativa che possa indicare quale tipo di modellazione sia più efficace.
EliminaSi tratta proprio di dare in pasto ad appositi sistemi (alla disperata va bene pure excel, anche se in genere si preferisce R o Julia o magari Mathlab) i dati e di provare a raffigurarli in vari modi (scatterplot, heatmap, radar etc.) e vedere se c'è qualche pattern interessante.
Amici, ricordate il nome della terza Grazia? Se volete apriamo Goofylab, ma lo spirito di questo post è un po' diverso. Intanto una riflessione di metodo: nella modellizzazione dei sistemi fisici spesso la forma funzionale è dettata dalla natura del problema, come nota Vittore. Certo che esistono software più appropriati, come nota Pamar. Il punto è che in (una certa) economia la forma funzionale viene imposta assiomaticamente, dal che deriva che non vi sono forti a priori per sostenerne una anziché un'altra,e spesso la presenza di eventuali nonlinearità è oggetto di investigazione, anziché essere un dato di partenza. Tornando all'esempio, se i punti invece di tre fossero 300, la prassi più seguita in (economic) time series analysis, volendo interpolare una tendenza, sarebbe quella di approssimarla vuoi con un polinomio di ordine q, dove q viene selezionato partendo da un ordine ragionevolmente alto e eliminando i termini di grado superiore che risultino statisticamente non significativi (una procedura general to specific suggerita da Anderson nei favolosi anni '70), vuoi usando somme di funzioni ortogonali (vedi Bierens). Qui mi terrei sul semplice. In ogni caso, il dibattito su quanto nonlineari siano i sistemi economici è giunto alla conclusione che purtroppissimo non lo sono molto, il che li rende abbastanza poco divertenti da studiare...
EliminaDunque...Grazia...Graziella...e Grazia al....
Eliminaprof fa caldo, pietà.....
Occorre avvertire gli sperduti qui sopra che interpolare troppi punti può portare al fenomeno di Runge!
EliminaInoltre, ATTENZIONE CON LE PARABOLE & CO.! Si rischia di perdere la caratteristica 'invertibilità' della retta approssimativa (supposto che la retta non sia nè verticale nè orizzontale)!
... oddio, forse per far zittire i polli che vogliono associare corruzione e debito pubblico, avere l'interpolazione che non è invertibile potrebbe essere un qualcosa...
Sisi li sto mandando ancora di più in confusione, ma pazienza...
Cosa vuol dire "comportamento"?
EliminaL'aderenza viene rappresentata, a livello scolastico, come modello polinomiale (per risparmiare tempo e potenza di calcolo, poiché i relativi problemi vengono risolti mediante analisi numerica al calcolatore), giacché un polinomio fa fine e non impegna.
Per quanto riguarda sforzi tangenziali o pressioni di contatto, ad esempio, bisogna tener conto che il moto "naturale" di un pneumatico non è longitudinale (lo diviene grazie ad angoli di correzione imposti una volta montati in vettura), così non lo sono le reazioni vincolari: l'utilizzo di funzioni trigonometriche si pone come ovvio o necessario.
L'utilizzo di un arcotangente mi fa pensare ad una grandezza angolare (imbardata, deriva?). Senonché, l'arcotangente è una retta per un dominio analogo alla magnitudine delle grandezze angolari coinvolte nel moto di un pneumatico, necessitando, però di una potenza di calcolo incomparabilmente maggiore. Hai il grafico e qualche informazione in più?
Ma per caso Travaglio ha letto il post e si è risentito? :-)
RispondiEliminaSe qualcuno lo conosce gli mandi il link... eheh
Una volta ci ho provato. Ho setacciato un po' il loro server di posta e a quanto pare Travaglio non ha un account valido sul dominio del Fascio Quotidiano, e Padellaro legge la posta molto raramente (la sua casella è sempre piena). A domanda sull'argomento il loro supporto tecnico mi ha gentilmente invitato a rivolgermi all'indirizzo info@ilfattoquotidiano.it, che credo fosse il loro modo di mandarmi a fa' 'n culo.
EliminaSospetto che Travaglio abbia un account di posta valido da qualche parte, ma pare sia abbastanza furbo da non usarne uno ovvio
Mmmmm....mi sa che preferivo i post non tecnici...
RispondiElimina:D
Ehhehe... non volevo sollevare un vespaio, però l'appetito vien mangiando e allora sai com'è...
RispondiEliminaAspetto la spiegazione leale, se hai voglia e tempo, altrimenti guarderò su wikipedia (!).
voto a favore del Goofylab
RispondiEliminaContinuerò a prenderla sul serio finché Lei non si prenderà troppo sul serio (gli "aitems"...). In merito all'idea corrente di democrazia, ha colto fin troppo nel segno e le sue osservazioni non ammettono alcuna deviazione standard: se ancora si ritenesse l'esser democratico il diritto a pensare ed esporre il proprio pensiero, articolandolo e sostenendolo perché, dopotutto, il problema di trovar qualcosa di realmente vero e non veramente ammiccante ce lo si è posti, e qualche faticuccia la si è spesa senza troppe divagazioni e concessioni al “look”, ebbene questo “pensiero” invece è ormai fin troppo confinante con la mera e smaccata opinione, quando non sconfini addirittura coll'idiozia del "famme di' quel che c'ho 'n capa ora". Al sottoscritto capitò, in circostanze ben più ilari, d’essere contestato col sostenere che quella palletta di luce lassù in quel quadrante di cielo e a quell’ora notturna, non fosse necessariamente Marte, ma potesse esser Saturno, benché le carte stellari consultate il giorno prima dimostrassero la prima istanza. Credo saremo tutti d’accordo nell’affermare che una democrazia abbia il compito di tutelare perfino idioti ed idiozia, ma sostituirli alla ricerca della verità, perché non si può fare loro un torto, e perché l’affermazione corretta, o quanto meno ponderata, non li rappresenta, mi pare un po’ eccessivo… Insomma, il fatto che la maggioranza dei dati poco si scosti dalla media del 50, finisce col negare in toto l’esistenza dell’unico dato che esprima 120: siamo sicuri che sia questa la democrazia, e non piuttosto l’applicazione inversa della legge del più forte? (del resto, Eraclito docet. Ed ora mi studio il resto del post, poiché sono piuttosto a digiuno di statistica).
RispondiElimina"Dire la qualunque in qualsiasi materia è esercitare il sacrosanto diritto all'opinione, e quindi dar prova di democrazia. Rispondere in modo informato e puntuale è invece arroccarsi dietro un sapere tecnico, e quindi dar prova di spirito elitario e antidemocratico".
RispondiEliminaQuesto è un altro nodo fondamentale: la scienza è democratica?
Per nulla, si direbbe,perché le "leggi naturali" offrono modelli interpretativi di una realtà che gira per conto proprio, alla faccia delle opinioni.
Invece è fondamentale un USO democratico della scienza, che significa mettere a disposizione di TUTTI sia i modelli che i processi che li hanno elaborati. L'esatto contrario del pricipio di autorità, questo sì assolutamente antidemocratico, che prevede "sapienti" che enunciano la verità e "predicatori" che la diffondono fra il volgo. Offenderei l'intelligenza portando esempi.
Esatto Frank. L'ideale romantico-salottiero del multilinguismo e' una delle tante prove della antidemocraticita' del progetto europeo. Se fin dagli anni '60 avessimo concentrato tutti gli sforzi verso UNA lingua comune (l'inglese, ovviamente), ci sarebbero stati almeno i presupposti per avere una generazione di giovani europei.
EliminaProf, ma è mai possibile che tra questi musicisti non ci sia nessun greco????
RispondiEliminaProf, scusi, non ha nulla a che fare con il post tecnico, ma un bel salto nella terra d'origine (intendo sotto la Cupola, quella originale) non ce lo farà mai?
RispondiEliminaNon si conoscono reazioni dal post precedente? Perche il tema sollevato non è affatto banale. In democrazia si ha diritto di critica, oltre al resto, si può e si deve criticare una politica come una linea editoriale(che poi è comunque politica).
RispondiEliminaSono affascinato dal post di Alberto e dalle tante reazioni "tecniche" al post stesso. Che Dio vi benedica, vi invidio, vorrei sapere quanto voi e proporre correzioni e aggiustamenti. E invece....Invece non sono proprio in grado. Ma sono molto contento per l'intervento di Alberto sul rapporto corruzione/debito, per varie ragioni. Partiamo da Montanelli e Travaglio. Montanelli: per ragioni anagrafiche ricordo che, quando gli spararono alle gambe, la gran parte di coloro che oggi ne venera la memoria e l'opera brindò. Avete letto bene: brindò. Anche perché è un po' difficilino essere stati di sinistra e trovarsi in accordo con il maestro Montanelli: basta rileggere che cosa diceva del Cile di Pinochet. Montanelli era un anticomunista senza se e senza ma che lasciava talvolta senza parole anche gli anticomunisti problematici tipo me! Ma Marco Travaglio non corre certo il pericolo di una tale contraddizione: è tipicamente il piccolo borghese, di estrazione cattolica se non vado errato, di destra (immagino che Giordano ne abbia parlato ad Alberto; erano amici e lavoravano insieme, sempre se non mi sbaglio). Uomo d'intuito sicuro, di un certo talento nel proprio lavoro, ha capito l'oppotunità che si apriva in quel contesto storico a persone come lui. E ci ha costruito un piccolo impero, diventando un punto di riferimento per varii ambiente (La7 è una specie di filiale del Fatto Quotidiano, meno Alberto naturalmente che, in quel foglio, ha il ruolo di imbucato). In questi ultimi giorni l'adamantino Travaglio ha imbastito una polemica (se ho capito bene, perché ormai ho deciso di seguire poco questa roba) contro la presunzione d'innocenza: se ho capito bene ed è così, si tratta di una quisquilia, si tratta solo di buttare a mare secoli di discussioni sui diritti degli individui (anche di quelli certamente schifosi, caro Travaglio; tanto che abbiamo abolito la pena di morte, pur sapendo che non guasterebbe con tante squisite personcine). Ma potevamo aspettarci qualcosa di diverso da chi ha la funzione di un Fouquier Tinville di periferia, per mantenere alta la disistima dei proprii concittadini in se stessi? E badate bene, non ha nemmeno provato una qualche esitazione a dire una scemenza sesquipediale a un economista, non avendo alcuna competenza in materia: ma l'€ è soltanto una moneta. L'economista in questione lo conosciamo, è Alberto. Eppure Travaglio è un autentico artista della confusione delle idee, e non dubito che un giorno chi di dovere gli manifesterà riconoscenza per aver contrastato il fascio-populismo dilagante di tanti loschi individui (tipo noi, per esempio). Eppure quella del moralismo come categoria interpretativa degli eventi è una storia antica: in senso tecnico, basta prendere le fonti antiche e vedere come descrivono la vicenda di Alessandro Magno e le sue molte reazioni "violente", come impazzimento, come influenza "asiatica" ecc ecc. Invece era solo politica, maledetta lotta per il controllo del potere e poi adeguamento necessario e forzato dei Macedoni riottosi alla nuova realtà imperiale. Ma sul più bello morì. Di morte propria o violenta? Non lo sapremo mai. Insomma siamo come gli antichi anche noi... Ecco forse aveva ragione Alberto, quando all'inizio del post ha detto che in realtà non c'era bisogno di questo post tecnico, perché chi aveva letto un libro senza figure sapeva bene che la questione del rapporto corruzione/debito pubblico fa ridere e ha soltanto una funzione propagandistica (siamo un paese che affoga nella propaganda e nel pensiero prigioniero). Molte grazie ad Alberto, come d'abitudine.
RispondiEliminaPer curiosità, qualcuno sa chi è quel punto a circa (1.2,190) ? Prometto che quando ho tempo rifaccio l'esercizio a casa... Anche perchè vorrei usare una logica opposta: quali sono gli stati che soddisfano la Ct (Condizione di Travaglio) ? Hanno qualcosa in comune?
RispondiElimina... Oppure unendo i puntini criterio si può ottenere qualsiasi disegno, come la settimana enigmistica
RispondiEliminaVabbeh ho capito.... Ma la domanda è questa: quando dici dopo annamo all'osteria, a chi è esteso l'invito? Lo dico magari per la prossima a Roma e dintorni.
RispondiElimina(MDS_TW su twitter)
"provocando un autentico tsunami di espertonismo"
RispondiEliminaMi permetta una provocazione, Prof. Bagnai :)
Fermo restando che sottoscrivo in toto la sua posizione sulla vexata quaestio (NON esiste una correlazione tra corruzione e debito pubblico) noto l'assenza di una figura: l'esperto in corruzione.
Nessun volontario? :)
Non è un caso che i troll che hanno infestato il post precedente si siano tenuti alla larga da questo, almeno finora.
RispondiEliminaQuesto ha rafforzato in me l'idea che essere democratici significa dare spazio alle idee degli altri, NON stare ad ascoltare un espertone che spara fesserie a raffica.
Gli espertoni si affacciano regolarmente quando si discute intorno a concetti ormai ridotti a dileggio qualunquistico, come appunto la corruzione. Divertente è la reazione di costoro di fronte a una disamina più qualificata: "sì va bene, però..." laddove il "va bene" significa accantonare la dimostrazione (non capìta, o addirittura nemmeno letta) e il "però" consiste nel continuare a sproloquiare ignorando la premessa. Questa non è democrazia, ma bullismo intellettuale.
sulla flat tax di borghi, dott. Bagnai non si pronuncia?
RispondiEliminaDomanda estremamente in topic. Dunque: secondo me tu sei un ortottero (lo dimostra il tuo secondo intervento). Non ritengo che un'imposta proporzionale risolverebbe il problema dell'evasione, e non sono certo che servirebbe a ripristinare un minimo di equità fiscale, cosa che sarebbe purtroppo necessaria. Per il resto, siccome io le tasse le pago, a me farebbe comodo, risparmierei qualche migliaio di euro.
EliminaPS: il metodo dei minimi quadrati tiene conto della DISTANZA tra i punti e la retta per tracciare la retta ottima, nell'immagine ci sono le graffe che non rappresentano la distanza ma racchiudono un segmento perpendicolare all'asse corruzzzzzzione che non ha senso mentre dovrebbero essere perpendicolari alla retta.
RispondiEliminaHai detto un'enorme scemenza. Chi ti ha insegnato statistica?
Elimina“The difficulty lies, not in the new ideas, but in escaping from the old ones, which ramify, for those brought up as most of us have been, into every corner of our minds.”
RispondiElimina— John Maynard Keynes, preface to The General Theory of Employment, Interest and Money (1936)
si capisce, si capisce...
RispondiEliminaHo una piccola richiesta da fare (potete anche insultarmi visto che non è sicuramente il luogo adatto).
Qualcuno può indicarmi dove posso trovare dei buoni appunti (o altro materiale di studio) di econometria?
Purtroppo ai miei tempi non frequentai il corso e ora me ne pento :(
Nel mio hard disk... Intanto parti da qui.
EliminaUscendo un attimo dall'ambito tecnico, ma stando al tema, penso che a nessuno sia sfuggita l'enfasi che le recenti Considerazioni Finali del Governatore della Banca d'Italia hanno posto sugli effetti nefasti che illegalità, evasione fiscale, corruzione starebbero avendo sull'economia italiana. Le mie prime impressioni (le mie “Considerazioni Iniziali”) sono state le seguenti :
RispondiEliminaQuando uno che dice di essere il governatore della Banca Centrale non trova di meglio che prendersela con la corruzione stiamo freschi. Anche dal punto di vista della sua integrità personale, proprio per aver fatto uso di categorie etiche, Visco avrebbe potuto dare prova di onestà riconoscendo, davanti alle prove inconfutabili di fallimento delle politiche da lui pervicacemente seguite negli ultimi anni, di avere sbagliato -e compiendo harakiri. In fondo, quando accettò il suo incarico (profumatamente pagato) il grado di illegalità del Paese era esattamente lo stesso di ora (ricorderete che ne era coinvolto persino il suo predecessore).
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Ebbene, avrete notato che i consensi alle parole di Visco sono stati invece unanimi (più che bipartisan, tripartisan direi, se il termine esistesse) ed entusiastici. A questo punto piuttosto che di PUDE parlerei di PDPU (Partito Del Pensiero Unico). Dal MIO punto di vista di vecchio pensionato che ne ha viste di tutti i colori, vi dirò che il fatto che io possa condividere le mie riflessioni solo fra i frequentatori di questo blog mi preoccupa quasi più della corruzione (nei confronti della quale non sono mai stato tenero). Che ne dite ?
Il punto è esattamente questo. E la genialità assoluta di Casaleggio sta nell'aver reso completamente succubi di questo pensiero tanti bravi uomini animati da ottime intenzioni.
EliminaForse la corruzione più letale è quella del pensiero, che consiste nel sostenere palesi menzogne per convenienza, oppure per conquistare o mantenere il potere. Sarebbe interessante - ancorché impossibile - capire quale incidenza ha sul PIL questo tipo di degenerazione.
EliminaLa storia dell'euro è una vicenda di mistificazione del pensiero, ancor prima che dell'economia. Chi approda su questo blog e vi resta è una persona che ha scelto di continuare o di ricominciare a pensare. Tutte le reazioni piddine o ortottere denunciano l'attitudine opposta "a viver come bruti".
Me pare di essere tornato all'esame di esperimentazioni di fisica (cmq, poi non ho finito).
RispondiEliminaConsiglierei su questi argomenti, la lettura del libro di Kahneman: Pensieri lenti pensieri veloci.
Il problema è che Alberto ci vuole troppo bene e ci vizia. Una descrizione formale dell'infondatezza del primo comandamento del populista perfetto, quello con la penna e il moschetto, ovvero che coruzzione (quella degli altri) = debbito pubblico (la devi pagare tu) è davvero metterli con le spalle al muro, nel caso di specie mentre levano borbottii aprendo un manuale di statistica del quale probabilmente avevano letto solo il titolo.
RispondiEliminaE' una caratteristica peculiare del populista: qualsiasi cosa accada, una tesi deve essere sostenuta anche a scapito della dimostrazione razionale del suo contrario o peggio della persino manifestazione del suo contrario nella realtà.
Per questo si meritano l'attuale presidente del consiglio, uno in grado di dire, tra le altre cose, che se il dieci giugno non faceva questa o quella riforma se ne sarebbe andato via oppure che avrebbe diminuito le tasse, avendo aumentato invece tra le altre persino ancora le accise della benzina, proprio quella tassa che gli eurolesi ragliavano in campagna elettorale sarebbe potuta aumentare "seusciamodalleuro".
Costoro lo sostengono ancora e sono degnamente rappresentati da questo.
Anche se in ritardo, ci tenevo a commentare questo post; mi ricorda quando alla fine degli anni 90 scrivevo la mia tesi a Siena. Argomento della tesi era il dualismo economico italiano spiegato utilizzando il lavoro di R. Putnam, "Making Democracy Work: Civic Tradition In A Modern Italy" in cui si teorizzava una diversa efficienza in termini istituzionali e, conseguentemente, una diversa performance economica causata da una differente dotazione di senso civico e di fiducia all'interno delle comunità locali. Mi costruii le serie storiche con i dati del PIL pro capite regionale ed altri dati (investimenti, crescita della popolazione, reddito iniziale) che secondo la letteratura empirica (Levine Renelt) potevano influenzare il tasso di crescita. La cosa che più saltava all'occhio era che i fattori che normalmente erano imputati come responsabili della crescita con l'Italia sembravano non funzionare. Fu così che introdussi una serie di variabili di Putnam; facendo varie prove e tentativi solo in un caso riuscii a a spiegare la crescita del PIL pro capite regionale e raggiungere un livello di significatività del 1% solo per una delle variabili utilizzate. Come alternative ai dati di Putnam, provai ad utilizzare delle variabili sulla corruzione ispirato da un lavoro di P. Mauro (Corruption and Growth). Mi ricostruii tutte le serie storiche con i dati dell'ISTAT sulla corruzione ma quello ipotizzato dalla letteratura internazionale non trovava riscontro anche perché in alcune aree del Centro-Nord la corruzZzione (quella da tangente), sembrava più elevata che al Sud. Allora decisi di provare una serie di variabili connesse ad un certo tipo di criminalità violenta come omicidi, rapine, associazioni per delinquere, estorsioni, attentati dinamitardi o incendiari ed effettivamente riscontrai dei livelli di significatività abbastanza elevati. In questo caso, direi che era ovvio: situazioni da Far West o stati di guerra non favoriscono di certo le relazioni economiche ma la tangente è un'altra cosa: è solo una tassa nascosta, seppur illegale. La cosa curiosa era che, ancora una volta, le variabili “classiche” della crescita di Levine e Renelt, pur in presenza di variabili significative che esprimevano il livello di criminalità, non funzionavano. Fu allora che decisi di provare una serie di variabili finanziarie (il rapporto garanzie richieste/crediti concessi, il rapporto sofferenze/impieghi, i tassi attivi e gli spread tra tassi attivi e passivi). Il risultato fu che il rapporto garanzie richieste/crediti concessi e il rapporto sofferenze/impieghi non funzionavano mentre gli spread tra tassi attivi e passivi e, soprattutto, i tassi attivi erano anticipatori con un livello di significatività dell'1% della crescita, capaci di rendere significative e quindi riabilitare anche le variabili di Levine e Renelt.
RispondiEliminaAllora ritenni che proprio i tassi attivi, in quanto segnalatori del rischio economico, fossero indici in grado di esprimere il livello locale di fiducia, civismo o Social Capital, per dirla alla Putnam, meglio delle variabili individuate dallo stesso professore americano. Oggi, invece, mi fanno pensare più, all'attuale situazione europea, dove, con una valuta unica e la segmentazione dei mercati finanziari, gli spread sui titoli di stato si sono poi estesi ai tassi attivi bancari dei vari Paesi; da cui è facile dedurre che anche l'Italia non è un'AVO. Di certo, ritengo la questione culturale dello sviluppo ancora valida ma sotto un'altra luce: non più, bravi e meno bravi, dotati e meno dotati ma Regioni e Paesi diversi che necessitano di strumenti ed istituzioni in grado di creare politiche su misura proprio come quando si va dal sarto per farci un vestito. Sono convinto che non esista un modello di sviluppo da seguire (tipo quello tedesco) e che i fattori di sviluppo locale sono molteplici come la ricchissima letteratura sulla “Terza italia” aveva mostrato. E questo grazie al suo immenso contributo (anche se poi ci fa scrivere corruzZzione con 3 z e penZare senza s).
Salve prof, mi permetto di insistere anche io nel voler avere la risposta leale alla domanda di mic1972.
RispondiEliminaGrazie davvero
Oh bagnai!
RispondiEliminaChe tu possa continuare ad illuminare le menti di noi ignari comuni mortali!
Dopo aver letto il tuo libro, mi sono finalmente sentito partecipe della vita politica , essendo prima annebbiato dalla massa di informazioni fasulle.
Non posso ringraziarti!
Ecco, allora non farlo, perché se lo fai così poi "er guru", "la setta", "i decerebrati" ecc. Tutto lo tsunami in un bicchier d'acqua delle piccole frustrazioni personali. Quindi se puoi evita. Sto solo facendo quello che credo giusto, prendendomi dei moderati rischi. Fallo pure tu.
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