sabato 19 luglio 2025

Una riflessione

Sto cercando di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, nec minimum credula postero, senza pormi troppe domande sul significato e l’efficacia della mia o di altre azioni politiche. Domenica scorsa ero a 2700 metri, sdraiato su un prato di stelle alpine, poi sono rientrato, due disegni di legge a mia prima firma sono stati approvati all’unanimità (dove avrò sbagliato?), poi giovedì sono ripartito per portare Claudio a presentare il suo libro, poi sono salito su una montagna su cui volevo salire da almeno 35 anni, una montagna che pochi conoscono e dove ero quindi completamente solo, motivo per cui guardavo bene dove mettevo i piedi, una montagna da cui si vedeva tutto, ma veramente tutto. Cerco di godere, finché ce l’ho, di quel minimo di energia fisica che mi permette di perdermi nella natura con una ragionevole certezza di ritrovarmi. Intanto, si continua a lavorare, a resistere, a organizzare.

In tutto questo, però, c’è una domanda che mi attraversa la mente: siamo proprio sicuri di poter sostituire quelli che credevano di aver capito cosa fosse l’euro e come combatterlo con quelli che credono di aver capito tutto grazie alla punturina? I primi, almeno, erano tanti. Ma non è neanche un problema di numeri. I social non li controlliamo noi: continuare a pensare che siano una metrica affidabile potrebbe rivelarsi un errore. Direi che è più un problema di coscienza di classe. Ma naturalmente, se si parte dall’idea che destra e sinistra non esistono più (signora mia!), poi ovviamente si tende a sottovalutare l’importanza di creare una coscienza di classe (salvo poi lamentarsi che manca l’ideologia). Diciamo che ci vuole molta pazienza, e che la pazienza qui non manca, soprattutto se lo sforzo che occorre fare è semplicemente quello di attendere che quello che non entra in testa a tanti gli entri da un’altra parte, e, come sa chi si è svegliato prima della punturina, la configurazione oggettiva del sistema in cui siamo immersi non mancherà di avvicinarci a uno di questi inesorabili momenti della verità. Basterà continuare ad applicare le regole europee, o anche semplicemente a non applicarle. Il problema infatti è un altro, e chi è qui probabilmente sa qual è.


43 commenti:

  1. Egregio Onorevole,
    da qualche tempo mi dedico, con alterna costanza, agli scritti e ai discorsi morotei;
    mi chiedo se di quella visione di un mondo possibile sia rimasto qualcosa nella cultura italiana: ossia se esista ancora un barlume di consapevolezza di quanto bene sia possibile fare anche se farlo costa molta fatica.

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    1. Rispetto alla tua specifica domanda sono parecchio pessimista. Il potere della propaganda è enorme e generalmente non percepito. La propaganda è in mano a due o tre centri di potere, che sulla maggioranza delle questioni davvero importanti addirittura concordano. La coscienza di classe non arriva nemmeno se «quello che non entra in testa a tanti gli entr[a] da un’altra parte» perché pare scomparsa la capacità minima di fare 1+1...

      (Che schifo di commento. I commenti mi venivano più positivi quando ero ingenuamente convinto della forza intrinseca dell'onestà intellettuale. Ora tendo a vedere più forte il potere malefico delle sovrastrutture di contesto che piegano e frustrano le migliori intenzioni. Resto convinto che l'importante in situazioni come questa sia l'appello di Gramsci del 1° maggio 1919 a prepararsi, un "Estote parati" con un programma di cose da fare abbastanza chiaro:
      ❗Istruitevi, perché avremo bisogno
      ❗ di tutta la nostra intelligenza
      ❗Agitatevi, perché avremo bisogno
      ❗ di tutta il nostro entusiasmo
      ❗Organizzatevi, perché avremo bisogno
      ❗ di tutta la nostra forza



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  2. Commento fuori dal seminato: sono stato in settimana vicino ai luoghi da lei descritti così bene che mi ha fatto voglia di raggiungerli in un certo modo: quattro giorni di corso di Gregoriano all'Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Che pace in quei luoghi e quanta gente appassionata, dedita alla riscoperta, allo studio e alla diffusione di quei canti che segnano la nostra storia passata. Sì, in quei luoghi poco frequentati dalla nostra specie vien molto facile domandarsi il senso della vita, ma vedere la passione con cui anche persone che hanno superato abbondantemente gli ottant'anni si dedicano allo studio e alla pratica di questa forma di preghiera (insieme anche ai giovani e a consacrati giovani!) fa ben sperare per l'umanità. Buona domenica.

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  3. E' illusorio credere che le "cose" cambino grazie al cambiamento della coscienza di molti , sia quella "di classe" che "dei più" ( come nelle mitica "democrazia").
    Le cose cambiano con i "fatti" perché sono i "fatti" a cambiare la percezione di TUTTI.
    L' esempio banale è stato il movimentismo "no vax" in gran parte formato da gente "asinistra" che non era mai stata "no euro" ( perché ancora "leuro" non li aveva toccati nei FATTI).
    E qui nascono due considerazioni:
    1) Sono le "avanguardie" a cogliere i punti critici in arrivo ed ad operare per cambiamenti "strategici" tramite "fatti" che poi cambieranno "le coscienze". Gli esempi di ciò sono infiniti ma citerò solo le famose"avanguardie proletarie" ( che tutto erano fuorché "proletarie"😁)
    2) nella politica italiana da 40 anni "l' avanguardia" che "coglie i punti critici in arrivo" è solo la Lega ma da sempre lo fa sostanzialmente "male" non riuscendo ad andare mai oltre la semplice "denuncia del bubbone" fallendo poi alla prova dei fatti" che non è mai riuscita ad orientare in modo proattivo .
    E così' finendo spesso funzionale al sistema e politicamente squalificata ( esempio direi "da manuale" : la ridicola proclamazione della "independenza della padania").
    MA anche sulla questione vax non è andata tanto meglio, sintomo che "l' avanguardia" non era un "granché" per mancanza di "coscienza " anche a l' interno dello stesso partito.
    La causa è sicuramente sempre stata l' insufficiente "lavoro politico" che dovrebbe essere "mandatory" in un partito "d'avanguardia".
    Perché "prendere i voti" è sicuramente "mandatory" ma ancor di più è "mandatory" sapere a cosa questo possa FATTUALMENTE servire ( a parte una buona "cadrega" 😁)

    Quindi , nelle attuali circostanze ( le prossime saranno favorevoli ad ALTRE "avanguardie" ) è confermato dai FATTI la sola efficacia del "metodo Borghi" ( dal nome di chi lo ha per primo messo in pratica 😁) : entrare in un partito in cui si può essere "avanguardia" e determinarne la politica con cui entrare in una coalizione di governo in cui essere "avanguardia" nel determinare ALCUNI strategici " fatti" . Il tutto tramite un incessante "lavoro politico" che allarghi la "coscienza" dei vari " compagni di strada" tramite inevitabili "compromessi" con i "progetti" degli ALTRI .
    Compromessi però comunque ben valutati perché di sicuro "i compromessi compromettono"😁

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    1. Ho passato decenni nella Lega, da militante. E posso confermarti che quello che sostieni è corretto. Ma voglio aggiungere che il passo in più che non ha fatto "l'avanguardia" non è dovuto alla mancata presa di coscienza ma da una bieca motivazione di marketing politico. Almeno qui in Veneto all'opposizione si predicava bene ma poi al potere si razzolava male. Non faccio nomi ma si intuiscono.

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    2. Il tema, dal punto di vista di uno che ha seguito l'evolversi della lega dai primi passi nel varesotto, è complesso, dovendosi tenere in considerazioni almeno tre aspetti: la lega nord bossiana e separatista usava la narrativa europeista come grimaldello per dire "via da Roma" e dunque una parte dell'elettorato leghista (con qualche anno sulle spalle) è infatuato dall'idea mitteleuropea del "meglio con Berlino che con Roma". Poi c'è il tema che la piccola impresa che esporta ha l'interesse all'Euro e a comprimere i salari e proprio questa parte degli elettori leghisti, specie in triveneto, rappresenta la parte "ricca" dell'elettorato del partito. infine c'è il tema dei molti esponenti della lega che hanno fatto per decenni professione di liberismo e che dunque, dinanzi a certi discorsi, per non cambiare musica semplicemente abbozzano. Essere Bagnai non è dunque per nulla facile.

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    3. Sinceramente non ci ho capito un cazzo, e secondo me nemmeno tu. Ex multis: i risvegliati dalla punturina di tutto erano tranne che di sinistra, i sinistrati anelavano a farsi crivellare. Purtroppo anche e soprattutto a destra c'erano molti begli addormentati.

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  4. C'é da sperare sia vero il detto che "la notte é più buia proprio prima dell'alba". Con stima ed ammirazione per la pazienza e la costanza.

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  5. Il mio commento è che fino a quando mancherà la possibilità di piazzare "gramscianamente" soggetti dotati di coscienza di classe in posti in cui possono esercitare una influenza, la coscienza di classe resterà una consapevolezza utile a chi ce l'ha, ma poco rilevante socialmente e politicamente. Il problema è che la suddetta possibilità, oggi, dipende dalla vil pecunia, controllata però da chi però una coscienza di classe (opposta) ce l'ha eccome. Il primo passo di tutto quanto è tornare a dotare i partiti di risorse economiche adeguate al ruolo di mediatori ideologici che la costituzione assegna loro.

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  6. Professore, consenta una breve riflessione sul suo post. Sono in vacanza con la famiglia nella piddinia profonda, dove non può muoversi foglia che PD non voglia. In anni di frequentazione di queste lande, ho constatato in prima persona i meravigliosi benefici apportati da L'Europah. Il giro d'affari si è molto ristretto: gli italiani sono minoranza. Ormai chi può (noi rientriamo ancora, chissà per quanto tempo, tra i privilegiati) al max si può permettere 7 giorni. Le due settimane dei tempi oscuri di quando non c'era il salvifico l'eurone sono un lontanissimo e sbiadito ricordo. Alberghi, la banca (!), e localetti vari hanno chiuso. Scomparso anche il collegamento tra la mia città e questo luogo di vacanza, gestito dalla locale linea di bus, ora ci si deve necessariamente rivolgere alla multinazionale (green) di quel nord de l'Europah frugaleh che ci moralizza e civilizza. Ovviamente i prezzi della tratta sono aumentati di un buon 50% e le corse, altrettanto ovviamente, si sono dimezzate.
    Gli asciugamani in albergo non vengono più cambiati giornalmente (forse per una maturata coscienza ambientale o per risparmiare sui lavaggi?). Ai pasti, porzioni e varietà di pietanze ridotte.
    Passeggiando e riflettendo su quanto sopra, un dettaglio mi ha colpito. Sulla sedia di un commerciante locale, faceva bella mostra di sé una copia della Verità. In altri tempi sarebbe stata Rep. o il più diffuso e letto Kazomene. Cosa può significare ciò? Posto che giornali amici non esistono (al max meno nemici), ognuno dia le valutazioni che desidera. Non significa nulla, poco, così così, tanto, chi l'aveva mai visto prima ecc. Io, che non sono ottimista, deduco che quella che Lei definisce "pedagogia rettale", inesorabilmente si sia inserita nei pertugi più stretti, dove ha scavato il suo doloroso cammino. Ciò significa che il Suo impegno e quello del Sen. Borghi sono tutt'altro che inefficaci. Per favore continuate: noi siamo con voi. Grazie di tutto da parte di coloro che vi seguono e vi stimano.

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  7. Il problema è secondo me più complesso. Il problema è il fatto che, quando l’eurozona cadrà, anche se la maggioranza fosse euroscettica, gli europeisti, credendo nell’euro quasi fosse una religione, potrebbero diventare violenti. Discutendo con loro, noto questo attaccamento emotivo, spesso patologico, verso l’euro, che li rende irritabili, irrazionali e violenti. Semmai dall’eurozona si uscisse, questi, secondo me, potrebbero perdere del tutto il senno e, ritenendosi “il bene”, potrebbero innescare una vera e propria guerra civile. Più vado avanti, più conosco e discuto con persone diverse e mi rendo conto che la sinistra è piena di persone latentemente violente, la cui violenza potrebbe emergere una volta che il fantoccio a cui si sono aggrappati verrà meno

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    1. Ma potrebbe anche succedere che quando questo accadrà diventeranno tutti euroscettici dall'oggi al domani e ci diranno, come se niente fosse, che loro l'avevano sempre detto.

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    2. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/07/20/lue-accusa-mosca-dietro-la-sfiducia-a-von-der-leyen_7958430d-2d74-4bd5-a03d-9b6fd58d389c.html ed infatti ....

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    3. Wendellgee985 non concordo del tutto. Naturalmente sono scenari e può benissimo realizzarsi ciò che dici ma penso che, come detto anche da Bagnai, l’euro è ben più di una moneta, è una religione. Una volta che sacralizzi un’istituzione e l’oggetto che essa rappresenta e l’istituzione cade, potrebbero anche esserci delle reazioni che ricordino le guerre di religione tra protestanti e cattolici. Il problema sta nella propaganda europeista che addossa ai “populisti” le responsabilità dei fallimenti dell’eurozona, il che comporta che, caduta l’eurozona,quella parte dell’opinione pubblica che aderisce a tale visione possa diventare violenta scaricando sui “populisti” le proprie responsabilità. Io un po’ di paura la ho. A priori, comunque, non si doveva sacralizzare l’eurozona poiché questo ha esacerbato il conflitto e ciò potrebbe degenerare molto facilmente .

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    4. Perdonami, e come, se non sacralizzandola, si sarebbero potuto costringere degli esseri raziocinanti ad accettare una istituzione totalmente irrazionale? Non c'era alternativa, non trovi?

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    5. Alberto, è quello che penso, ma , secondo me, manca un pezzo a tale ragionamento. Il problema è più generale: la sinistra, essendosi basata su un modo di ragionare materialista e tendenzialmente ateo(l’intellettualismo progressista ha sempre avuto queste tendenze), tende a sacralizzare determinati enti quasi a sostituzione del divino. Il pensiero conservatore, accettando il sacro, non ha queste tendenze a sacralizzare le cose, in particolare l’euro. Forse, rivalutando la religione, avremmo evitato di sacralizzare qualcosa, l’euro, che ha occupato un vuoto creato da un determinato intellettualismo e visione del mondo. Almeno i religiosi sono esplicitamente tali, mentre questi, per quanto si definiscano esplicitamente atei, son molto più religiosi, è che sacralizzano una cosa sbagliata!

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  8. "il problema infatti è un altro": che la produzione di debito attraverso altro debito (QED 111) https://goofynomics.blogspot.com/2025/05/qed-111-produzione-di-debito-mezzo-di.html
    obnubila il "buonsenso del pater familias" https://www.startmag.it/economia/economia-crisi-geopolitica-energia-economist/?_gl=1*1o5xnmo*_up*MQ..*_ga*MTAzODU2ODYyMS4xNzUzMDIzMTEy*_ga_8S195KFTFD*czE3NTMwMjMxMTIkbzEkZzAkdDE3NTMwMjMxMTIkajYwJGwwJGgw
    facendo credere che l'economia "s'ha teflonizzato resiliendosi" e così aggravando squilibri e possibili effetti "snowball".
    grazie di averci aperto gli occhi, onorevole.

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  9. Quando ero ragazzino, arrivava a casa e leggevo "La Torre": ricordo la frase sotto il nome "convenne rege, aver che discernesse de la vera cittade, almen la torre".

    Ecco, per cercare di scriverla correttamente ho cercato su Google che mi ha fornito anche la cosiddetta spiegazione: "significa che era necessario che esistesse un re, o un capo, che fosse in grado di capire, almeno da lontano, la vera natura della città, rappresentata dalla torre. In altre parole, serviva una guida che potesse distinguere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, anche se non aveva una conoscenza perfetta della realtà".

    Google mi dice che ci vuole un saggio capo che da lontano distingua la citta' grazie alla torre.

    Io l'ho sempre intesa, invece, come il combattente che, tra le macerie, difende il simbolo, l'essenza di cio' che dara', poi, la forza per rigenerare la citta'.

    Sara', ma gia' questa differenza tra le interpretazioni mi fornisce elemento di certezza che la mia sia la difesa di una Torre circondata da macerie che ho visto crearsi sin da quando ero, appunto, ragazzino.

    Mio padre mi disse che il boom fu generato dalla voglia che, alla fine di ogni guerra e distruzione, pervade il popolo: ricostruire ancor piu' bello cio' che e' stato distrutto. Ci fu un momento in cui mi chiesi perché noi non venissimo pervasi dallo stesso ardore: tutto si sta distruggendo sotto i nostri occhi, le macerie sono nello Stato prima ancora che visibili come muri crollati, ma non si ha forse un progetto? Cosa manca?

    Oggi vedo ancora molti che, consapevoli o meno, picconano sotto la Torre anziché difenderla, forse capisco che c'e' chi lavora per altre torri immaginarie e sta ostacolando la ricostruzione di cio' che stiamo difendendo.

    Spero di non essere andato troppo per farfalle, fuori tema, ma la sua riflessione questo mi ha fatto emergere.

    Qualcuno deve pur fungere da nucleo di condensazione: c'e' lei, c'e' Borghi, forse piovera'. La nube deve esser pronta.

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    1. È la Divina Commedia, Purgatorio, canto XVI (senza googlare). La sua interpretazione personale è sicuramente significativa, però teniamo a mente che non è ciò che intende Dante.

      È giusta la prima interpretazione. L'anima di Marco Lombardo si riferisce agostinianamente alla "vera città", la città di Dio, ossia la capacità di discernere il Bene del Male. Per Dante occorrono istituzioni morali integerrime che guidino il libero arbitrio dei cittadini, altrimenti questi si dedicherebbero ai primi beni inferiori in cui si imbattono e rimarrebbero a pascere lì come pecore.

      Per Dante la riscossa è innanzitutto morale. Ma non si illude per niente che possa "partire dal basso", assolutamente non "dal popolo". Lei si chiede cosa manca alla nostra generazione per avere la stessa voglia di ricostruire della generazione del dopoguerra. Forse l'anima di Marco Lombardo risponderebbe che abbiamo troppi beni inferiori con cui trastullarci, e che mancano istituzioni morali degne di nota capaci di dirigere i desideri dei cittadini verso beni più alti.

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    2. Grato per la risposta, che mi ha indotto ad andare a leggere cio' che a squola non facemmo in tempo, ma che è sempre magnifico scoprire. L'interpretazione che ho riportato, e fatto mia, la trovai, se ben ricordo, proprio come spiegazione all'aver messo tale frase nella testata della rivista. Volendola scrivere bene, tra l'altro, mi ha indotto a cercarla e nel farlo ho trovato anche un link per acquistare alcuni numeri di tale foglio, anche questa magnifica cosa che mi ha aperto il cuore: titolo in prima, anno '72, "Europa! Europa! ...e l'Italia?" corro a comprare quei numeri.

      Vedi, Raffaele, non c'è una giusta interpretazione, o almeno, come con la Sibilla, se nella mente si crea un pensiero per aver messo virgole ("convenne rege-aver che discernesse" vs "convenne rege, aver che discernesse, almen la Torre") e questo porta a una interpretazione diversa, l'importante è discuterne.

      La Torre è da reggere nella battaglia per tener viva e visibile l'identità, cosa che sin da allora, pur ragazzino, sentivo. Oggi, ritenere che manchino figure con forte e nobile morale mi appare molto grillino, nel senso che sarebbe la comune ed eterna proiezione che ha sfasciato tutto: i politici sono immorali e van cambiati, se non eliminati. Non dico che Dante abbia fatto parlare un grillino, certo, ma preferisco pensare nostalgicamente alla battaglia eroica.

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  10. Un esempio di coscienza di classe: "Dopo l'articolo inserire il seguente:

    «Articolo 9-bis.

    (Termini di prescrizione e di decadenza in materia di crediti di lavoro e determinazione giudiziale della retribuzione dei lavoratori)

    1. Fermo quanto previsto dagli articoli 2935 e 2948, numero 4), del codice civile, per i crediti di lavoro del personale dipendente impiegato nelle imprese che integrano il requisito occupazionale di cui all'articolo 18, ottavo e nono comma, della legge 20 maggio 1970, n. 300, nei cui confronti trovano applicazione le tutele nel caso di licenziamento di cui all'articolo 18 della medesima legge o quelle di cui agli articoli 2 e 3 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, il termine di prescrizione di cinque anni decorre in costanza di rapporto di lavoro.
    2. L'azione giudiziale avente ad oggetto la rivendicazione di crediti di lavoro del personale dipendente deve essere proposta, a pena di decadenza, mediante deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale in funzione di giudice del lavoro entro centottanta giorni dall'atto interruttivo della prescrizione con il quale, in base all'articolo 2943, quarto comma, del codice civile, il debitore è stato messo in mora.
    3. Il secondo comma dell'articolo 2099 del codice civile si interpreta nel senso che la retribuzione stabilita nell'accordo tra le parti, in applicazione di quanto indicato dal contratto collettivo stipulato a norma dell'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, per il settore e la zona di svolgimento della prestazione, si presume proporzionata e sufficiente ai sensi dell'articolo 36 della Costituzione, salvo che venga accertata la grave inadeguatezza dello standard retributivo stabilito dal contratto collettivo di lavoro per il settore e la zona di svolgimento della prestazione, tenuto conto dei livelli di produttività del lavoro e degli indici del costo della vita, come accertati dall'ISTAT.
    4. Con il provvedimento con cui il giudice accerta la grave inadeguatezza di cui al comma 3 e indica la retribuzione proporzionata e sufficiente di cui all'articolo 36 della Costituzione, il datore di lavoro non può essere condannato al pagamento di differenze retributive o contributive per il periodo precedente l'invio dell'atto interruttivo della prescrizione di cui al comma 2 o, in mancanza, la data del deposito del ricorso introduttivo del giudizio, se ha applicato lo standard retributivo previsto dal contratto collettivo stipulato a norma dell'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, per il settore e la zona di svolgimento della prestazione. Tali criteri non operano se il giudice accerta che il datore di lavoro non applica un contratto collettivo a norma dell'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, oppure se il contratto collettivo applicato non si riferisce al settore economico nel quale ha prestato attività per conto dell'impresa.»
    Questo emendamento è stato inserito nel DDL n. 1561 per rendere più facile abbassare i salari senza rischiare cause di lavoro.
    La maggioranza di destra dal 2018 a oggi ha votato per almeno due volte l'aumento dei periodi in cui impiegare contratti precari senza causale.
    Qualcuno la coscienza di classe ce l'ha sveglissima. Qualcun altro ne parla e questa roba la vota o la voterà.
    Un emendamento del genere non dovrebbe esistere. Tanto, gli emendamenti non portano voti, quindi che ci sta a fare? Lo leviamo? O no?

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    1. Grazie, sei dettagliatissima! Io ho solo una domanda: perché mai dovrei preoccuparmi di persone che hanno voluto l’euro e che perlopiù votano per chi questo regime lo ha disegnato e imposto a tutti noi? Quello che penso io vi è sufficientemente noto, ma voi oggi pensate solo alla punturina. Per me, se chi ha voluto l’Europa se la gode, non è poi un gran problema.

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    2. Dici che il problema è un altro, neppure nelle risposte mi pare di averlo letto.

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    3. Premetto che non sono sicuramente uno dei frequentatori più svegli. Mi pare d’intendere che il problema, quando questo letamaio salterà, qualsiasi ne sia la causa o il merito, dovremo comunque gestire il dopo con le medesime persone, i medesimi “informatori”, cercando di evitare i medesimi errori. Il lieto evento non sarà un momento in cui tutti capiranno e dopo il quale vivremo felici e contenti! Anzi…

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  11. Il dramma è senza fondo, dunque non esistono neanche i rimedi di fondo, che, quando mai si produssero, furono sempre molto dolorosi e in nessun caso pedagogici; meglio dunque non sperare in questi rimedi ortopedici su parti molli.
    Per intendersi sempre a fondo: adesso se la son presa con Gergiev, come qualche tempo fa se la presero con Lisitsa, e, mentre io avrei potuto solo dire che il primo è inquietantemente nervoso e la seconda eccessivamente impulsiva, così messe le cose mi vien da dire: se non si deve più ascoltare Prokof'ev e Rachmaninoff, e allora soprattutto Sostakovic ma diciamo pure Tchaikovsky, perché infine s'è capito che sono tutti in sospetto e devono andar via tutti, e comunque qui ci limitiamo solo alla musica per carità di patria, allora perché mai dovrei darmi pena, mettiamo: per Beethoven o per Bach?, perbacco! Per tralasciar di parlar di clavicembali più o meno ben temperati.
    Non so se rendo l'idea di quanto s'è fatto profondo lo sprofondo? Che so io, mi sarei aspettato qualche parolina da Muti, per esempio, o di un qualsivogliasia premio strega quando qualcuno arrivò a dire che era risaputo che Dostoevsky era malato.
    Uno finge di non sentire, passa avanti, si dedica ad altro, ma ahimè questa è l'attuale situazione, e non pare accidentale e non pare di passaggio! E allora quale rimedio mai si può dare ad un simile regresso alle epoche che precedono i sumeri? Quelle quando si stava ancora sui rami a mangiar banane, e sotto giravano mammut?

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  12. Basterà continuare ad applicare le regole europee...
    "...e attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità" (cit.)

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  13. Cosa mi ha ricordato! Un mio carissimo amico, compagno di studi universitari, che sapeva di dover morire giovane, e che difatti morì a 45 anni ormai tre lustri fa, mi disse che riusciva a andare avanti vivendo, sì, ogni giorno come l'ultimo, ma anche svegliandosi al mattino come fosse il primo, con l'entusiasmo per qualsiasi cosa di chi vedesse il mondo per la prima volta: curiosità e ingordigia, insomma. Era una persona incredibilmente positiva e empatica, capace di una conversazione scherzosa perfino il giorno prima del disperato trapianto di cuore che l'avrebbe ammazzato. E era anche abruzzese, di Teramo, chissà se qualche o nessuna correlazione con l'antica saggezza dei popoli del Bagnaistan.

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  14. E’ con soddisfazione che registro una sua frequente partecipazione nei programmi TV e radiofonici sui temi del momento: i dazi di Trump il pazzo, il Bilancio pluriennale 2028-2034 UE che, a causa delle errate valutazioni dei burocrati europei sul PNRR, costringerà la Commissione ad imporre ai vari governi un aumento delle tasse. Ti ho conosciuto leggendo un articolo “L’uscita dall’Euro prossima ventura” da ilmanifesto.it del 22 agosto 2011 e capii subito che era la strada, per chi come me, voleva capire, andare oltre l’unico racconto disponibile sui media su una sovrastruttura, l’UE, che non mi piaceva senza sapere perché. L’acquisto del Tramonto dell’Euro (che custodisco gelosamente fra i miei 100 libri più formativi) fece il resto. Sa perché le scrivo? Perché dopo una lunga attesa di quattordici anni oggi ho la sensazione che le contraddizioni interne al sistema europeo stanno provocando crepe sempre più profonde che molti operatori informativi e molti politici imputeranno ai sovranisti, a Trump, a Putin, alla crisi climatica, ecc. ecc.
    Essere stato su questo blog tutti questi anni ed averla seguita sui video quasi quotidiani su youtube mi ha dato strumenti utilissimi per comprendere che bisognerà avere solo fede e pazienza perché questo dannato sistema si piegherà su se stesso, prima o poi. La domanda che inizio a pormi è cosa accadrà dopo, con cosa sostituiremo questo schifo di insieme di regole astruse per 27 paesi profondamente diversi gli uni dagli altri? Sono troppo pessimista a temere che gli investimenti in difesa di cui si parla ad altro serviranno se non a difendere le elite, quali esse siano, dalla rabbia e dalla violenza incontrollata delle popolazioni portate alla disperazione? La miccia potrà essere ancora una volta la Francia, quando entro il 31 dicembre 2025 dovrà licenziare una manovra finanziaria fatta di tagli alla spesa pubblica, aumento della tassazione per i “ricchi”, tagli del welfare e ammortizzatori sociali, ed altro ancora. Ai francesi che scenderanno in piazza potranno unirsi i milioni di musulmani che, non proprio integrati, vivono in Francia e che potranno mettere a ferro e fuoco le città costringendo il governo alle dimissioni con conseguenti nuove elezioni dall’esito scontato: spostamento a destra.

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    1. Non so che dire se non due cose: questo esito della crisi francese, dopo anni che ne parliamo, mi sembra così scontato che quasi temo ormai che la SStoria voglia sorprenderci con qualcosa di diverso (ma non credo lo farà); in generale, però, non dobbiamo cercare negli altri Paesi e nelle loro disgrazie la soluzione ai nostri problemi. Certo, un deciso spostamento a destra di Francia e Germania cambierebbe in modo radicale gli equilibri del Consiglio europeo, e questo verosimilmente aprirebbe la strada a un ripensamento profondo dell'unione. In che direzione però è difficile dirlo. Ormai è un po' che non vado in Francia, ma gli economisti della Le Pen, quando li conobbi (una decina di anni fa) erano molto indietro. Va anche considerato che se AfD vuole lo smantellamento dell'euro, ci siamo a lungo intrattenuti sul fatto che, giustamente, lo vuole pro domo sua. Non c'è da stare tranquilli, perché purtroppo, come è ormai chiaro ed evidente, la strada scelta dalle élite europee è quella di subire il processo, non di gestirlo.

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  15. Destra e sinistra continuano immancabilmente ad esistere sotto il profilo ideologico e sociale, tuttavia entrambe con diverse sfaccettature restano in diverse occasioni lontane dal buon senso e dal riconoscere in proposte degli avversari elementi positivi su cui discutere ed in diversi case approvarle. Riconosco, mea culpa, che anche io ci ho messo un po’ a capire che l’adozione dell’Euro era una pessima idea. Solo nel 2008 mi sono convinto che l’idea dell’Europa, così come è stata concepita ed imposta non poteva funzionare. E si che già negli anni precedenti avevo subito come tutti un progressivo impoverimento, insufficiente ad aprirmi gli occhi ancora prima.
    Forse non ho capito del tutto neppure le conseguenze della gestione della pandemia, in effetti le punturine le feci anche io, pur di malavoglia, conscio che l’obbligo di farle per poter lavorare era un’imposizione dittatoriale (per non dire di peggio). Continuo a studiare, ringraziando che esiste un partito degno del mio voto per divulgarne le idee.

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  16. Del resto, che si può fare quando partono gli spin all'unisiono? Ora tutti a strillare dei dazi di Trump che, limitando l'export extra UE, ridurranno il PIL, ma non c'è un solo media mainstream che faccia qualche domanda sul perché mai i beni che non vanno negli USA non possono andare o in Italia o ad altri paesi UE. Non se ne esce: bugie su bugie per indurre gli europei ad applaudire quelli che stanno distruggendo tutto. Più grossi i fallimenti delle poliiche UE più grosse le bugie che raccontano. A loro basta che che crescano gli utili delle banche e la massa dei capitali gestiti dai fondi di private equity. Il resto può andare a ramengo e ... temo ... prima o poi ci andrà.

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  17. A proposito di pazienza.., mi sa tanto che anche quest'anno ci saltiamo San Crispino e Crispiniano... nel frattempo ci godiamo lo sdeng all'OMS e lo sclero dei giornaloni

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  18. A proposito di regole europee create a deutsche Konsum ...e del rodillo sui dazi la classe Dirigente di questo paese o ci fa o ci è...nessuno che pensa che se la UE fosse come agli antipodi oppure se ogni stato aderente al folle progetto avesse la sua sovranità monetaria i dazi probabilmente sarebbero attenuati per quegli stati come l'Italia che hanno rivalutato entrando nell' euro ? Una classe Dirigente fallimentare alle 18.20 più o meno nel programma di propaganda dell'agit Confind Barisoni un intervenuto del centro studi dell'omonima associazione ha detto che conviene trasferirsi negli stati uniti con tutta la produzione e che nel medio periodo si può tranquillamente fare... siamo a questi livelli...

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  19. Non so se vado completamente fuori tema, ma collegandomi all'osservazione "Se chi ha voluto l'EU se la gode, non è poi un gran problema" e a @Ottavio Agretti, mi verrebbe da dire che chi ha voluto l'EU non se la gode affatto, ma ne chiede comunque di più (semicit.?), come in questo mirabile esempio che fa venire voglia di strapparsi gli occhi:
    https://share.google/w5UBcc5QbAtGQyrMs
    Ci vedo un pò tutte le contraddizioni culturali e politiche altoatesine, l'arroganza del "noi sappiamo fare meglio" che, anche se riduttiva, caratterizza in parte la mia provincia, dove il legame con un certo partito politico è visto come garanzia di un'identità che purtroppo è sempre meno autentica e sempre più condizionata e vincolata. Il conformismo e un certo tipo di ottusità concorreranno anche loro ad avvicinarci al momento della verità...
    Mi vengono in mente anche questi due film:
    https://youtu.be/MbU_G1411Z0?si=z6Ip_xfWv87p4hOV

    https://youtu.be/4wdy3BHpqjM?si=GM_hmJKNeZogOucE

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  20. Bagnai si riposi perché tra poco arriverà inesorabile settembre e ogni settembre lei sa che dovra dire "come ogni settembre si diranno che non ci sono le coperture"...
    Spero che quest anno la manovra però sia meno mediocre della scorsa haha

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  21. la riflessione del giorno è la seguente: chi conosce la montagna, sa che discesa e salita dipendono solo dal punto di vista, e che la discesa, tanto anelata, può essere più spaventosa ed ardua della salita, se non si hanno gli apprestamenti giusti. Ma non è importante il viaggio quanto la meta, la vetta, "da cui si vede tutto, ma veramente tutto", dove tirare un bel respiro e recuperare le energie per portare a compimento il viaggio, che non finisce (purtroppo) in cima

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  22. Buongiorno Prof. lei ritiene plausibile questa riflessione che ho letto sul GEAB?

    Grazie

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  23. Avevo inserito il link con il linguaggio HTML come aveva insegnato Lei. Sicuramente ho sbagliato io qualcosa :-(
    Adesso lo incollo semplicemente:

    https://geab.eu/it/magazine/geab-196/

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