Dalle primissime informazioni a Sky pare si dovesse parlare di lavoro, ma siccome regna la cronaca quasi certamente non se ne parlerà. Riprendo allora qui il tema utilizzando questo grafico:
(che avevamo già visto qui) e ne assisto la lettura con questa tabella, ricordando che il Jobs act venne approvato a dicembre 2014:
Gli occupati a termine rispetto ad allora sono aumentati di circa 358.000 unità, ma gli occupati totali di circa 2.407.000 unità, e quindi il rapporto è rimasto invariato al 14%. Peccato che dopo l'approvazione del Jobs act fosse risalito a quasi il 18% (con un massimo nel 2018). Quindi chi parla di "aumento del precariato" non dice una cosa falsa, per carità: i lavoratori "a termine" sono aumentati, in effetti. D'altra parte, siccome sono aumentati in generale gli occupati, non dice una cosa false nemmeno chi sostiene che in realtà questo governo ha riportato (o, se preferite, che le circostanze hanno riportato) l'incidenza del precariato a quella precedente all'approvazione del Jobs act. Fra le varie circostanze sarebbe disonesto non considerare gli incentivi fiscali alla stabilizzazione dei lavoratori.
Tutto qua.
Secondo voi qual è il modo più equilibrato di raccontare questa storia?
Caro Alberto. Non riesco a capire una cosa relativamente alle dinamiche occupazionali attuali. Facciamo una ipotesi: un dipendente anziano a tempo pieno a 8 ore al giorno prende 2000 Euro netti al mese. Questo dipendente va in pensione e viene sostituito con due neo assunti (o collaboratori a partita iva) che hanno contratti da 4,5 ore al giorno e prendono ciascuno 950 Euro netti al mese. Avremmo un aumento degli occupati, un aumento delle ore lavorate ma una diminuzione di stipendio pagato. Il che impedirebbe all'aumento dell'occupazione di contribuire a stimolare la domanda interna. La crescita delle ore lavorate dovrebbe in teoria portare ad una crescita proporzionale dei compensi pagati, ma questo sta accadendo? Perché secondo me è questa la questione più importante. Mi aiuteresti a capire se sto sbagliando qualcosa?
RispondiElimina"Siamo tornati al rapporto pre-Renzi (14%) dopo che, con oscillazioni, era salito al 18% scarso"
RispondiEliminaNon saprei come si potrebbe porre la questione, anche perché non sono riuscito a seguire bene il precedente post, causa altri impegni. Però prendo spunto dalla diretta di oggi riportando dalla Grande Echochamber di Quora: ricordo che un tizio rispondendo alla domanda su "quant'èbbelloilcapitalismo?" (o qualcosa del genere) ha sciorinato una serie di dati sull'occupazione solo che anziché dire che la disoccupazione è ai livelli del 1970, parte dal ragionamento opposto, e cioè che l'occupazione odierna è invece superiore a quella del 1970 e quindi "nonvedetequantosistabbene?".
RispondiEliminaNon vedendo quanto in realtà si stava bene proprio perché ritenevo e ritengo alcuni stipendi fin troppo bassi, ma non avendo dati né alcuna voglia di uno scambio inutile (i quoranensi preferiscono i riti pagani), ho evitato. Mi domando invece come siano cambiati negli anni le metologie di calcolo dell'occupazione, perché quel "almeno un'ora di lavoro" racconta una storia da una certa prospettiva piuttosto ottimistica, ossia mi sembra non tenere conto di un relativo benessere del lavoratore. E' lecito ritenere occupato anche chi ha lavorato una sola ora durante l'anno?