L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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giovedì 30 gennaio 2025
Sull’utilità dell’OMS
(…continenza nei commenti, perché sappiamo che questo è un argomento che non viene capito da chi non vuole capirlo…)
Resto dell’idea già espressa dellà. Assistendo e, soprattutto, ascoltando le audizioni di oggi e l’altro ieri, la domanda che continuo a pormi è: “Ma i politici, sono gli auditi o i commissari”❓🤔
Buonasera, non so se vado fuori tema rispetto all'OMS, ma sperando di aggiungere qualcosa di utile, riporto dal sito ISS ( https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/2020 ):
"30/1/2020 - L’ISS contro i falsi miti
Perché non bisogna temere di mangiare cinese? L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) scende in campo per contrastare timori e notizie false sull'epidemia da coronavirus. Condividila sui social."
"31/1/2020 - Lotta alle notizie false
I prodotti made in China in vendita possono trasmettere il virus? Continua l’impegno contro i falsi miti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che sposa la dichiarazione del Direttore Generale dell’OMS “È tempo di fatti e non delle paure, è il tempo della scienza e non delle dicerie, è il tempo della solidarietà e non dello stigma”. Condividi le nuove infografiche sui social."
(2/2/2020) "L’OMS è a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche e ne sottolinea la rarità. [...] la trasmissione del virus da casi asintomatici è molto rara. Sulla base di questi dati, l’OMS conclude che la trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei motori principali della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV."
(N.B. lo stesso giorno Nardella lanciava l'hashtag #Abbracciauncinese)
A che scopo? Sto apprezzando molto gli sforzi tuoi, di Claudio e degli altri (ad esempio Francesco Ciancitto) che in commissione CoViD cercate di fare risaltare il castello di menzogne su cui poggia la narrazione dominante, ma qual è poi lo scopo se non si riesce a INCHIODARLI alle loro menzogne e ne possono IMPUNEMENTE raccontare delle altre?
Ad esempio i lockdown della Svezia. Perché il dott. Pezzotti può MENTIRE alla commissione CoViD senza che nessuno lo evidenzi, dicendo a Claudio (cfr. video ufficiale 2:46:05) che «lei fa l'esempio della Svezia, che poi a un certo punto [i lockdown] li ha fatti»? Perché può mentire impunemente ad una commissione d'inchiesta?
Perché, sempre sulla Svezia, non si confronta l'eccesso di mortalità dell'Italia sotto lockdown con l'eccesso di mortalità della Svezia ristretto alle sole città, così da annullare la menata della densità abitativa una volta per tutte?
Oppure, perché la prof.ssa Palamara può NON rispondere alla tua domanda (cfr. video ufficiale al minuto 2.00.00) su come hanno fatto la Dengue e altri virus ad arrivare in Italia, facendo invece intendere che vettore (la zanzara) e virus siano arrivati qui insieme? Non è mentire anche questo?
Altrimenti la commissione diventa l'ennesimo luogo dove, come nei TG o su La Repubblica, si raccontano impunemente balle. Scusa la rabbia che OVVIAMENTE non è rivolta a te o a Claudio.
Raccogliendo l'invito a preparare le audizioni, azzardo un suggerimento per una domanda da porre ai ricercatori dell'iss la prossima volta (o se qualcuno sa rispondere prima): per quale ragione (biologica) nessun test salivare sia mai stato autorizzato e omologato? La risposta dovrebbe contenere delle cifre, per confrontare quantitativamente sensibilità e specificità.
Se si vogliono raccogliere domande per la seconda fase, quella vaccinale, posso procurarne una lista relativa a ciò che la ricerca in quel momento produceva ed ai campanelli d'allarme che a qualunque biologo molecolare, non ideologizzato, avrebbe fatto sollevare. Il mio background in terapia genica forse mi ha aiutato, ma è sconcertante come ricerche utili alla comprensione del prodotto inoculato, siano state completamente ignorate, e vorrei tanto capire se per ignoranza o per volontà ( propendo per la seconda).
Questa elaborata risposta pero' mi fa sorgere una domanda: L' OMS gli ha aiutati alla fine a capire che c'era un virus trasmissibile tra gli essere umani e stabilire i lockdown?
Diciamo che il loro comprensibile desiderio di rivendicare l’eccellenza del loro lavoro li spingeva, per ovvi motivi, a fornire una visione meno agiografica di quanto arrivava dall’estero. Oggettivamente, anche se dovrò confermare questa impressione con una lettura attenta dello stenografico, dall’audizione ho tratto l’idea che il coordinamento internazionale sia stato sostanzialmente inefficiente, nel migliore dei casi, e fuorviante nella norma. Quello che si evinceva molto chiaramente era che ciò di cui abbiamo bisogno è un servizio di vigilanza più efficiente in patria. Cosa fare con i segnali che ci arrivino da quel servizio lo sappiamo da noi senza bisogno che un etiope o un kazako ce lo vengano a dire.
Ho avuto lo stesso pensiero quando ho ascoltato le dichirazioni riguardanti gli ECDC. In queste dichiarazioni funzionari OMS non pervenuti mentre vengono menzionati i Cinesi.
Riascoltando il video mi ha colpito un fatto. La tesi dell' OMS non ha prevalso rispetto alla tesi dell' ECDC che ha agito secondo un sacro algoritmo. Detto ció mi pongo una domanda: Siccome abbiamo comunque fatto di testa nostra, sti 100 milioni, se proprio dobbiamo usare un' algoritmo, non possiamo spenderli per migliorarlo?
Hai perfettamente ragione. Nelle audizioni, sia quando presiedo che quando ascolto, mi concentro su altri dettagli, sul linguaggio non verbale, su tutto quello che non resterà a stenografico. Mi succede sia quando presiedo, perché devo gestire il traffico, che quando partecipo, perché spesso, come ieri, ti arriva con tante belle slide, magari non te le dà in anticipo, rendendo complesso seguire la parte “razionale“ della sua esposizione. Fatto sta che, purtroppo, questa è quella che rimane a verbale. Direi che la pietra tombale sull’utilità dell’OMS è proprio in questo ragionamento. Vogliamo tenere in vita una cosa alla quale, per ottimi motivi e per fortuna, considerando che è completamente egemonizzata dai cinesi prima ancora che gli americani se ne vadano, non siamo però disposti a dare retta quando ne va della nostra pelle! Un elogio alla competenza e al buon senso, ma anche un invito a usare il rasoio di Occam.
Una cosa che ho notato sia in questa audizione che nella precedente è la notevole cautela o meglio “paura” con cui gli auditi si approcciano alla Commissione. È di tutta evidenza che la “campagna stampa” sulla Commissione come tribunale ostile o meglio come strumento di “vendetta” ha avuto sugli auditi una presa notevole. Ho, per questo, particolarmente apprezzato il suo tono non solo cortese ma assolutamente rassicurante (che le è del resto piuttosto usuale, almeno con gli avversari… con gli amici è giustamente molto diverso!😉🤣) Credo veramente che sia l’unico modo di arrivare ad aver delle risposte se non totalmente sincere almeno… "semi-tali”. Mentre l’approccio contrario porta semplicemente l’audito a richiudersi a testuggine nel suo scudo difensivo fatto di risposte o da “manuale di istruzioni” o di “supercazzole”, il suo favorisce un dialogo disteso ed è noto che “ ..lasciateli parlare e vi diranno tutto!”.
Anche in questo, come in altri contesti, si pone il difficile trade-off fra l’avere il plauso degli sciroccati (voi) e l’ottenere il risultato. Io mi pongo sempre dalla parte del risultato perché, sinceramente, se avessi bisogno di applausi, mi applaudirei da solo. Peraltro, quelli che dicono “finalmente! Adesso tornerò a votarvi!” hanno una cosa importante in comune con quelli che dicono “maledetti! Non vi voterò più!“: non votano, né hanno votato, né voteranno. Quindi il lavoro che si fa nella cloaca non serve a organizzare o raccogliere un consenso consapevole: serve solo a far credere ai comunicatori e ai capi che ci sia un consenso misurabile attorno a certe cose. L’unico consenso (e quindi dissenso) misurabile era quello contro l’unione europea, e quindi contro Draghi, cioè, quello costruito qui in lunghissimi anni di lavoro scientifico e divulgativo. Da quella battaglia abbiamo appreso l’importanza di liberarci dalla governance sovranazionale, strumento del vincolo esterno, la cui utilità non è quella dichiarata (cioè il coordinamento delle politiche), ma quella non dichiarata, cioè il regolamento di conti fra cosche nazionali, come abbiamo appreso da Featherstone. Questo vale per tutti gli ambiti, è un principio metodologico generale, e, a voler essere puntigliosi, i fallimenti della governance sovranazionale sono stati molto più tragici in ambito umanitario che in ambito economico (in Ruanda è andata peggio che in Grecia).
"La politica è l' arte del possibile, e certamente, per quanto riguarda"l' emergenza Covid" non è possibile con gli attuali assetti parlamentari niente di più che "mettere agli atti" ciò che allora avvenne , definendone almeno un minimo delle reali (e supposte ) responsabiltà POLITICHE. E questo sarebbe comunque un buon risultato (politico) per RIaffrontare prossime simili "emergenze".
Perché purtroppo resta l' impressione ( per usare un eufemismo) che ciò che allora fu tentato ( un direttorio mondiale e €uropeo tramite "l' emergenza salute" ) resti ne Lagendachenoncè e che la attuazione di questultima sia stata momentaneamente interrotta solo dal sorgere di una imprevista "emergenza" geopolitica.
… se non fosse chiaro, tengo a precisare che nel suo post precedente (che, per una svista di cui si scusa, ha dimenticato di siglare come suo uso) questo “svalvolato” intendeva appunto esprimere il plauso (del quale, ovviamente e giustamente, a lei importa meno di nulla) al suo metodo di approccio agli auditi e lo faceva per esprimere la sua personale opinione (del tutto irrilevante) che differenti metodi di approccio, che aveva notato in quella, ma più ancora in altre occasioni, non conducano a risultati utili ed apprezzabili. Per il resto della sua risposta, questo "svalvolato" è quasi completamente d'accordo con lei, a parte il definire X "cloaca nera", perchè, con tutti isuoi difetti, questo "svalvolato" ritiene che sia, allo stato attuale delle cose, l'unico "posto" dove, con le opportuner scelte di chi "seguire", sercitate le dovute attenzioni ed effettuati gli opportuni blocchi, si riesca ad avere un panorama d'informazioni abbastanza vasto e vario e non uni-orientato. Opinione che per altro so benissimo che a lei non interessa affatto.
"One Algorithm to rule them all, One Algorithm to find them, One Algorithm to bring them all and in the darkness bind them."
L'Algoritmo (in maiuscolo, come ente) è stato nominato varie volte in Commissione e sempre come responsabile ultimo di qualche scelta con pretesa di insindacabilità. Metodo generale dell'epoca scientista in cui siamo. Purtroppo, una mente un po' fine può ancora argomentare che una mente un po' fine non è algoritmica e, dunque, la scelta, che richiede una mente un po' fine che la faccia, così come la responsabilità che comporta, non può essere stata algoritmica, ma della mente parecchio fine che dell'Algoritmo si ammanta. Ma nessuna paura: la mente parecchio fine si schermerà presto dietro l'AI, che non è algoritmica e può aspirare al ruolo di responsabile delle scelte con un credito meno scalfibile... al prossimo giro, se non ce ne tiriamo fuori, l'OMS (e, come lei, ogni altro aspirante decisore irresponsabile) avrà la sua brava AI da portare a testimone di insindacabili scelte in future commissioni... nel caso specifico, magari Deepseek? Una nuvola di silicio a schermare i novelli apprendisti demiurghi mentre si aggirano per il mondo a confondere le menti degli uomini. Per caso si capisce che quando sento "algoritmo" per giustificare qualcosa mi sale il sangue al cervello? Che uomini e donne di scienza, nonostante perplessità derivanti dalla propria esperienza, considerino giustificato e giustificante un metodo che vede decisioni critiche prese da algoritmi fa capire quanto siamo avanti nella china.
Non ci sarebbe bisogno di dirtelo, ma sai quanto ti sono vicino nella sconsolata constatazione della desolante povertà culturale dei cosiddetti scienziati. A me fa strano che un operatore della “scienza normale“ nel senso di Kuhn possa essere totalmente digiuno di minimi rudimenti di epistemologia. Considerando che parte integrante del fare ricerca è comunicarla (banalmente scrivere un paper e fare comunicazione), credo non sia difficile rendersi conto di quanto essere incapaci di collocare in un orizzonte epistemologico corretto il valore del proprio contributo esponga a errori di valutazione e di comunicazione che sono stati evidenti anche ieri. Uno “scienziato” che non sa di epistemologia rimane per me come un ingegnere che non sa di fisica (metafora che non a caso, usai tanto tempo fa qui: https://goofynomics.blogspot.com/2012/03/il-fisico-e-lingegnere.html).
Avrei potuto stampare su una lastra di bronzo alcuni articoli di Ioannidis per arrotolarli e sbatterli sul musetto del botolo scientifico di turno, ma se non l’ho fatto è perché io rifiuto il principio di autorità e perché lì non eravamo in un convegno scientifico, ma io una commissione di inchiesta parlamentare, cui anch’io ho colpevolmente permesso che si mancasse di rispetto, ma vi prometto che non sarà più così. Ne ho i coglioni pieni degli idiots savants e dei loro tentativi goffi di sottrarsi ai propri obblighi etici. “Io ho pubblicato” o “l’ha detto l’algoritmo” non significano niente, perché anche altri hanno pubblicato, con maggiore autorevolezza scientifica (durante la pandemia, grazie a Claudio, per avere un consiglio indipendente ci eravamo messi in contatto con Ioannidis, il cui h-index eccede quello cumulato degli auditi, con cui avevo organizzato anche qualche call), e perché l’algoritmo è stato scritto da qualcuno, e noi vogliamo sapere da chi. Trovo scandaloso ad esempio che l’Istat non abbia fornito alcun riferimento sulla metodologia di standardizzazione dei tassi di mortalità utilizzata. Sarà anche una metodologia standard, ma allora dovrebbe essere semplice documentarla. Durante la pandemia la ricerca scientifica ha dato una pessima immagine di sé. Dopo la pandemia, le istituzioni stanno dando una pessima immagine di sé. Io sostengo che bisognerebbe aumentare i fondi di ricerca, ma quando assisto a spettacoli simili penso che forse è meno rischioso utilizzare quei soldi per riasfaltare le strade provinciali.
Sono sempre più convinto che, per qualsiasi corso di laurea in una disciplina scientifica (intesa come disciplina che poi autorizza il laureato a parlare in nome della "Scienza", ma in particolare per Ingegneria, Architettura e Medicina) dovrebbe essere obbligatorio non un esame di ammissione, ma una laurea in epistemologia con tesi pubblicata dopo revisione tra pari.
Riasfaltare le provinciali! Da motociclista sfegatato apprezzerei moltissimo. Prima dei fondi di ricerca, rifondare, ma proprio da zero, la scuola. Vedo buoni intelletti, in potenza, tra gli studenti di mia moglie (insegnante di matematica e fisica al liceo) completamente abbrutiti, spianati, normalizzati (all'infima norma odierna) dalla nostra "buona", anzi ottima, scuola. Non sono riuscito a salvare del tutto nemmeno le mie figlie, la famiglia non basta, un rammarico costante. Il pensiero critico, e persino quello astratto indispensabile per qualsiasi visione d'insieme (la differenza concettuale tra variabile e parametro sfugge spesso anche ai migliori!), vengono completamente eradicati dall'applicazione di protocolli, di procedure, di indicazioni didattiche, tutte volte all'inclusione, cioè alla omologazione al livello più basso. Saranno loro gli scienziati di domani, come possiamo aspettarceli migliori di quelli di oggi? Non basterà finanziare.
Può forse venire utile il concetto di scienza ipernormale introdotto tra gli altri da Harry Collins (un sociologo della scienza che ha studiato tra le altre cose la storia della osservazione delle onde gravitazionali col metodo dell’osservazione partecipante- inserendosi tra gli scienziati come un antropologo presso una tribù, cosa che lo ha portato anche a Pisa). Proprio le scienze biomediche sembrano giungere a un livello di standardizzazione che le porterebbe oltre l’originaria classificazione di Kuhn, in un terreno in cui in fin dei conti lo scienziato diventa più simile ad un ingegnere, colle annesse carenze epistemologiche. Vedi e.g. https://muse.jhu.edu/pub/6/article/887073/pdf
A parte la evidente coda di paglia di molti auditi, quello che mi impressiona di più è la subalternità culturale di chi accetta bovinamente il risultato di un indefinito “Algoritmo” come fosse oro colato. Dovrebbe essere ovvio, a chiunque, che qualsiasi algoritmo bisogna vedere chi lo scrive e con quali criteri. Un po’ meno ovvio, ma noto a tutti gli specialisti, è che la maggior parte dei problemi non può essere risolta per via algoritmica: il motivo più fondamentale del totale fallimento dei famigerati “protocolli” di gestione della pandemia è proprio questo: hanno imposto un approccio algoritmico dove non aveva senso aspettarsi che funzionasse, ovvero all’Arte Medica (che come noto non è di per sé una scienza). Infatti i bravi medici, anche se probabilmente a digiuno di algoritmi, hanno sempre rifiutato di adeguarsi ottusamente all’algoritmo definito dai protocolli, rimanendo invece fedeli ad Ippocrate (per la fortuna dei loro pazienti).
Premesso che ritengo la OMS un carrozzone inutile, farei una proposta minima per rimanere "soci": - via tutti i finanziamenti privati (palesi o mascherati) - apertura di filiali negli Stati finanziatori, composte da personale nazionale e soggetto alle leggi locali. - assunzioni in base a selezioni molto stringenti. - audit annuale dell'attività svolta con possibilità di licenziamenti in caso di palesi inadempienze e/o scarso rendimento.
Ennesimo proverbio di mio nonno: "piedi caldi, mente fresca". Sto sentendo dire che in merito sono in arrivo delle linee guida dell' OMS sulle calzature da escursionismo invernale :D :D
Il 9.01 la Cina ci dice che è Coronavirus, il 22.01 l'OMS conferma mentre l'ECDC ci dice che il rischio di trasmissione è basso. 13 giorni per confermare/disprezzare il lavoro del CDC cinese nel determinare se un evento statistico "strano" sia una pandemia o un raffreddore più forte, sono tanti o pochi? A gennaio 2020 cosa ne sapevano i virologi del Coronavirus? Non sono un biologo e quindi non so, col senno di poi è facile giudicare, se questi enti di coordinazione (OMS, ECDC) hanno dimostrato di non funzionare nel caso di eventi cigni neri (delle caratteristiche di un evento statistico cigno nero mancherebbe il "mai successo nel passato", ma lasciamo stare), con tutto l'impegno che vi abbiamo investito diamogli fiducia, ce ne serve di più, aspettiamo che dimostrino di non funzionare nemmeno nel quotidiano e poi valutiamo.
Mi ha comunque colpito che venga detto "rispettiamo" l'algoritmo, invece del classico "crediamo" (nel lascienza, amen). Io sono ottimista, sono sicurissimo che con "rispettiamo" si intenda "rispettiamo l'algoritmo in quanto vanno democraticamente rispettate tutte le forme di espressione di opinioni dell'intelletto umano, siano esse algoritmi, sonetti o importanti citazioni di Voltaire". Certo rispettare non vuole dire condividere, e spiace che l'algoritmo rimanga senza nome e pure orfano, poraccio, questi decision-makers poi manco possono prendersela con qualcuno e devono stare là a subire una critica del loro operato che non è manco colpa loro, c'era tanta incertezza e glistrumenti per gestire questo cignonero mancavano.
Proprio per questo, io che credo con ottimismo nel progresso e nel sole dell'avvenire, propongo di assegnare a questi grandi carrozzoni di coordinamento mondiale un ruolo puramente consultativo, smettiamola di metterli nei guai, lasciamo che il loro gigantesco e sfiancante lavoro sia supportato da agili ed economici algoritmi basati sull'intelligenza artificiale, per offrire un'ulteriore interessantissima e utilissima opinione a chi deve prendersi delle responsabilità e fare delle scelte.
Tra l'altro l'oms avrebbe già lo sponsor tecnico pronto!
In caso di errore, potremo aprire un'inchiesta e l'algoritmo (poraccio, gli diamo un nome? dai chiamiamolo roBerto*) sarà in grado di ripercorrere il suo ragionamento e spiegarci con dettaglio dove ha sbagliato e saremo tutti più contenti, persino i morti continueranno a rimanere serenamente morti.
* roBerto è un acronimo, re-oriented Bayesian epidemic response through optimization, non pensate male eh.
Colpisce di più l'amore nei confronti dell'ingranaggio mondiale+Leuropeo+locale, ha quel vago sentore di essere "scienziati del 21esimo secolo" che in agenda hanno l'apericena coi colleghi di Hong Kong; il risultato è un vincolo esterno in campo medico che, come tutti i vincoli esterni, stempera l'impatto della responsabilità (o la sostituisce integralmente).
Faccio fatica ad organizzare un commento costruttivo. Nelle realtà che frequento intravedo un problema di individuazione dell'obiettivo. Rendere stabile un modello o efficace un algoritmo ha senso come attività all'interno della costruzione di un sistema complesso. Invece sembra essere diventato l'obiettivo finale in questa perenne ottimizzazione del modello precedente. Completamente scollegato dalla realtà ovvero coerente con una realtà parallela che per qualcuno non è modello ma realtà.
Tornando al pratico, è gia noto chi sarà il prossimo audito? Cosi ci prepariamo. :D
Algoritmizzare la società la rende meno imprevedibile, con conseguente maggiore facilità (specie per chi quegli algoritmi conosce e sa maneggiare) di ritorno sicuro degli investimenti in capitale di rischio. Consapevolmente o inconsapevolmente il punto, secondo me, è quello.
La paura dell'indeterminatezza, come la definisce Lei, è effettivamente un tratto essenziale della cultura occidentale moderna. In pratica, da quando illuminismo e positivismo hanno scartato l'esistenza di Dio come possibile fondamento della individualità personale, l'occidente deve trovare un fondamento dell'io trascendentale (ossia in pratica deve trovare la ragione per cui una persona può dimostrare razionalmente a sé stessa che esiste come sè individuale e autonomo) e stanno usando la tecnica per rendere uniforme (e dunque trascendentale) il fenomeno umano, così da poter sostenere che ciascun io può dirsi tale (dunque dimostrare a sè stesso di esistere come individuo) in quanto si uniforma alle regole di comportamento uniformi osservate da (ma serebbe meglio dire "imposte a") tutti gli "io" dalla tecnica. Ovviamente la mia è una grossolana semplificazione (per esigenze di estrema sintesi) di un fenomeno molto più complesso, che ha avuto (e sta avendo) una evoluzione storica assai più articolata di come si dice qui sopra. Ma la sostanza è quella, dunque in effetti la sua osservazione coglie nel segno e mostra la vera ragione gnoseologica per cui anche il capitale, in realtà, sta agendo in attuazione di uno spirito dei tempi che, per come la vedo io (che in questo non condivido le posizioni marxiste), si fonda su ragioni gnoseologiche che precedono le valutazioni economiche: ragioni che dunque generano (non essendone dunque la semplice sovrastruttura) i conflitti di classe che portano alle attuali dinamiche economiche.
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in questo interessante articolo di Moreno Pasquinelli datato 12 agosto 2021, che contestualizza lo scenario politico delle vicende sulle quali sta indagando la Commissione Morte. Un più recente contributo sulla questione, sempre di Moreno Pasquinelli, si può trovare qui. Ne riporto un passaggio particolarmente significativo: «In nome della salute pubblica e del bene comune, è avvenuto un vero e proprio colpo di stato mondiale, col quale, per la prima volta nella storia, è stato decretato e attuato un eversivo Stato d’Eccezione Mondiale. Esso ha consentito ai Padroni Universali di telecomandare da remoto gli stati; di collaudare i dispositivi liberticidi del nuovo regime di dittatura e biosorveglianza e di verificare l’efficacia degli shock improvvisi dall’alto come metodo ordinario di governo dei popoli. (…) Dopo lo shock dello Stato d’Eccezione il trauma dello Stato di Guerra informale. Usando l’Ucraina come punta di lancia e carne da cannone, il blocco USA-NATO-UE ha creato le condizioni per scatenare una guerra contro la Russia che mentre rischia di sfociare nella terza guerra mondiale (…) Un conflitto da cui quindi dipendono, più di ogni altro fattore, le sorti del mondo, tra cui la nascita o la morte del mostro cybercapitalista».
Personalmente trovo le due suddette analisi piuttosto convincenti, indipendentemente dal fatto che l’OMS sia stata o meno una cinghia di trasmissione delle suddette tendenze. A questo punto mi chiedo: quale ruolo si può attribuire agli auditi all’interno dello scenario descritto nei due predetti articoli?
A me, per analogia, sono venuti in mente i soggetti che, con le più disparate motivazioni e più o meno consapevoli, nella Germania degli anni ’30 del secolo scorso “camminavano incontro al Führer”.
Se penso male fatemi sapere.
Nel caso non funzionassero o avessi inciuccato i link di cui sopra, li riporto per intero:
È il mio primo commento su questo blog, che seguo da “La spesa pubblica al bar dello Sport”. In primis colgo l’occasione per ringraziare, sentitamente, e per salutare.
Come contributo a questo dibattito vorrei segnalare il libro “Carlo Urbani Le malattie dimenticate” (2004). È un libro pubblicato a un anno dalla morte del grande medico italiano, e curato dal suo amico dottor Marco Albonico. Nonostante la casa editrice importante, Feltrinelli, oggi si fa fatica a trovarlo, risulta non disponibile, bisogna andare in biblioteca, e alla fine è dimenticato anche il libro. Ne agevolo una scansione in pdf (per studio personale, confidando di non far torto a nessuno, sperando il link funzioni).
Spoiler alert.
Il libro permette di ascoltare la viva voce del dottor Carlo Urbani, sia attraverso lettere, sia attraverso i pezzi della sua rubrica giornalistica “Come sta Fatou?” pubblicata sulla rivista "Missioni Consolata" tra il 1999 e il 2000. Per esempio: ∙ Se i bambini orinano rosso (pag 21) ∙ Prima il profitto, poi la salute (pag 82) ∙ Un mondo di vermi (pag 99)
Con questa piccola antologia il libro dà voce al Carlo Urbani medico-divulgatore, medico-educatore. Il libro è anche un primer sulle malattie infettive (con numerose schede di approfondimento) e sulla scuola parassitologica italiana (pag 177).
Dirà di Carlo Urbani il capo-redattore della rivista, Paolo Moiola, nel suo ricordo:
Quando è partito per il Vietnam, come dirigente dell’Organizzazione mondiale della sanità, sulla rivista abbiamo annunciato che avrebbe continuato a scrivere la sua rubrica per noi. Ma non è andata così. Mi ha spiegato che, come alto funzionario dell’Oms, non avrebbe potuto portare avanti la sua denuncia contro le multinazionali dei farmaci, contro chi fa le proprie scelte pensando soltanto al profitto. “Non potrei essere così chiaro e netto come in passato, meglio sospendere la mia collaborazione”
Il libro comincia con un bel ricordo del dottor Lorenzo Savioli, suo superiore all'OMS, ed è davvero "chiaro e netto". È chiaro e netto per le prese di posizione – per esempio sulla (in)disponibilità di farmaci essenziali nei paesi in via di sviluppo… ∙ discorso per la celebrazione italiana del premio Nobel a MSF (1999)(pag 78) ∙ il "kit" per le scuole (lettere)(2003)(pag 144) … il libro è chiaro e netto per la presenza di dati. Il carico di malattia e morte delle “malattie dimenticate” nel 2001, per esempio (pag 18), è di circa 16 milioni di morti. (“Dimenticati”). E seguendo il filo dei dati, si può partire da lì per andare a leggere anche report recenti, sulle malattie respiratorie, sulla mortalità infantile, sulle cause di morte globali.
E così ascoltare Carlo Urbani vuol dire integrare malattie dei paesi poveri e Sars-Covid, OMS e Medici Senza Frontiere, formazione dei medici e denuncia delle storture delle multinazionali del farmaco.
(L’ente che un quarto di secolo fa se entri a farne parte è meglio che attenui la tua denuncia contro le multinazionali dei farmaci, può diventare oggi l’ente cui i paesi del mondo delegano la loro politica sanitaria.)
Accostare le morti infantili nei paesi in via di sviluppo e il Covid, infine, potrebbe servire perché anche il Covid non diventi una “malattia dimenticata”. Che non vanno dimenticate né quelle, né questa.
Del morbo della terra di Qin non ci dimenticheremo presto, tant'è che stiamo assistendo a una commissione parlamentare che mette a nudo cose che dovrebbero alimentare il dibattito pubblico a reti unificate, ma non se ne fa menzione su nessun tg. Non capisco a cosa ci serva un libro in questo caso.
È un libro di vent’anni fa e naturalmente non fornisce dettagli sull'ultimo episodio (cioè quale aiuto ha dato l'OMS ai medici in Italia in occasione del Covid). Ma fornisce un po’ di “prospettiva storica” sull'OMS. Anche perché il medico al centro della storia non era proprio uno de passaggio (semicit).
Quindi oggi si parla di Bill Gates o Cina o interessi privati per il "controllo" dell'OMS e delle politiche sanitarie globali. Allora il tema era il profitto delle case farmaceutiche combinato con l'indisponibilità di farmaci essenziali, di cure poco costose, cose che provocavano milioni di morti ogni anno.
Il libro racconta la difficoltà dell'OMS a cambiare quello stato di cose, anzi anche solo a denunciarlo, la sua posizione (delicata, per carità) ma alla fine più vicina al "capitale" che ai "diritti umani", diciamo così.
I lavori della Commissione Parlamentare sono l'azione più importante "per non dimenticare" il Covid, ma il fatto che non ci sia dibattito a reti unificate, o che ci sia voluto un bel po' per far partire i lavori, mostra anche che c'è anche chi invece preferirebbe dimenticare. Circolare. Niente da vedere.
La cronaca dei nostri giorni parla di "Uscita dall'OMS" "Sull'utilità dell'OMS" anche in generale, non solo con riferimento al Covid o ai futuri trattati, e quindi un po' di prospettiva storica non guasta.
BRAVO! https://youtu.be/E-T5Rok81NI?si=HrRqLO2bFhFjEGwi
RispondiEliminaResto dell’idea già espressa dellà.
RispondiEliminaAssistendo e, soprattutto, ascoltando le audizioni di oggi e l’altro ieri, la domanda che continuo a pormi è: “Ma i politici, sono gli auditi o i commissari”❓🤔
Nella vita social non c’è un aldilà. Siete nati qui, di là c’è l’oltretomba dei troll.
EliminaGià❗️
EliminaBuonasera, non so se vado fuori tema rispetto all'OMS, ma sperando di aggiungere qualcosa di utile, riporto dal sito ISS ( https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/2020 ):
RispondiElimina"30/1/2020 - L’ISS contro i falsi miti
Perché non bisogna temere di mangiare cinese? L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) scende in campo per contrastare timori e notizie false sull'epidemia da coronavirus. Condividila sui social."
"31/1/2020 - Lotta alle notizie false
I prodotti made in China in vendita possono trasmettere il virus? Continua l’impegno contro i falsi miti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che sposa la dichiarazione del Direttore Generale dell’OMS “È tempo di fatti e non delle paure, è il tempo della scienza e non delle dicerie, è il tempo della solidarietà e non dello stigma”. Condividi le nuove infografiche sui social."
(2/2/2020) "L’OMS è a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche e ne sottolinea la rarità. [...] la trasmissione del virus da casi asintomatici è molto rara. Sulla base di questi dati, l’OMS conclude che la trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei motori principali della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV."
(N.B. lo stesso giorno Nardella lanciava l'hashtag #Abbracciauncinese)
Hanno fatto propaganda anche loro. Non era il loro compito. Forse sarà il caso che le audizioni le prepariamo qui con un po’ di anticipo.
EliminaA che scopo?
EliminaSto apprezzando molto gli sforzi tuoi, di Claudio e degli altri (ad esempio Francesco Ciancitto) che in commissione CoViD cercate di fare risaltare il castello di menzogne su cui poggia la narrazione dominante, ma qual è poi lo scopo se non si riesce a INCHIODARLI alle loro menzogne e ne possono IMPUNEMENTE raccontare delle altre?
Ad esempio i lockdown della Svezia. Perché il dott. Pezzotti può MENTIRE alla commissione CoViD senza che nessuno lo evidenzi, dicendo a Claudio (cfr. video ufficiale 2:46:05) che «lei fa l'esempio della Svezia, che poi a un certo punto [i lockdown] li ha fatti»?
Perché può mentire impunemente ad una commissione d'inchiesta?
Perché, sempre sulla Svezia, non si confronta l'eccesso di mortalità dell'Italia sotto lockdown con l'eccesso di mortalità della Svezia ristretto alle sole città, così da annullare la menata della densità abitativa una volta per tutte?
Oppure, perché la prof.ssa Palamara può NON rispondere alla tua domanda (cfr. video ufficiale al minuto 2.00.00) su come hanno fatto la Dengue e altri virus ad arrivare in Italia, facendo invece intendere che vettore (la zanzara) e virus siano arrivati qui insieme? Non è mentire anche questo?
Altrimenti la commissione diventa l'ennesimo luogo dove, come nei TG o su La Repubblica, si raccontano impunemente balle. Scusa la rabbia che OVVIAMENTE non è rivolta a te o a Claudio.
Raccogliendo l'invito a preparare le audizioni, azzardo un suggerimento per una domanda da porre ai ricercatori dell'iss la prossima volta (o se qualcuno sa rispondere prima): per quale ragione (biologica) nessun test salivare sia mai stato autorizzato e omologato? La risposta dovrebbe contenere delle cifre, per confrontare quantitativamente sensibilità e specificità.
EliminaSe si vogliono raccogliere domande per la seconda fase, quella vaccinale, posso procurarne una lista relativa a ciò che la ricerca in quel momento produceva ed ai campanelli d'allarme che a qualunque biologo molecolare, non ideologizzato, avrebbe fatto sollevare. Il mio background in terapia genica forse mi ha aiutato, ma è sconcertante come ricerche utili alla comprensione del prodotto inoculato, siano state completamente ignorate, e vorrei tanto capire se per ignoranza o per volontà ( propendo per la seconda).
EliminaQuesta elaborata risposta pero' mi fa sorgere una domanda:
RispondiEliminaL' OMS gli ha aiutati alla fine a capire che c'era un virus trasmissibile tra gli essere umani e stabilire i lockdown?
La risposta è nel video, no?
Eliminapare di capire che la dottoressa confermi, anche nel suo ambito, la preferenza diciamo di “rapporti bilaterali”
RispondiEliminaDiciamo che il loro comprensibile desiderio di rivendicare l’eccellenza del loro lavoro li spingeva, per ovvi motivi, a fornire una visione meno agiografica di quanto arrivava dall’estero. Oggettivamente, anche se dovrò confermare questa impressione con una lettura attenta dello stenografico, dall’audizione ho tratto l’idea che il coordinamento internazionale sia stato sostanzialmente inefficiente, nel migliore dei casi, e fuorviante nella norma. Quello che si evinceva molto chiaramente era che ciò di cui abbiamo bisogno è un servizio di vigilanza più efficiente in patria. Cosa fare con i segnali che ci arrivino da quel servizio lo sappiamo da noi senza bisogno che un etiope o un kazako ce lo vengano a dire.
EliminaHo avuto lo stesso pensiero quando ho ascoltato le dichirazioni riguardanti gli ECDC. In queste dichiarazioni funzionari OMS non pervenuti mentre vengono menzionati i Cinesi.
EliminaRiascoltando il video mi ha colpito un fatto.
EliminaLa tesi dell' OMS non ha prevalso rispetto alla tesi dell' ECDC che ha agito secondo un sacro algoritmo.
Detto ció mi pongo una domanda:
Siccome abbiamo comunque fatto di testa nostra, sti 100 milioni, se proprio dobbiamo usare un' algoritmo, non possiamo spenderli per migliorarlo?
Hai perfettamente ragione. Nelle audizioni, sia quando presiedo che quando ascolto, mi concentro su altri dettagli, sul linguaggio non verbale, su tutto quello che non resterà a stenografico. Mi succede sia quando presiedo, perché devo gestire il traffico, che quando partecipo, perché spesso, come ieri, ti arriva con tante belle slide, magari non te le dà in anticipo, rendendo complesso seguire la parte “razionale“ della sua esposizione. Fatto sta che, purtroppo, questa è quella che rimane a verbale. Direi che la pietra tombale sull’utilità dell’OMS è proprio in questo ragionamento. Vogliamo tenere in vita una cosa alla quale, per ottimi motivi e per fortuna, considerando che è completamente egemonizzata dai cinesi prima ancora che gli americani se ne vadano, non siamo però disposti a dare retta quando ne va della nostra pelle! Un elogio alla competenza e al buon senso, ma anche un invito a usare il rasoio di Occam.
Eliminao anche semplicemente il rasoio.
EliminaNon mi aspettavo che gli AC/DC avessero avuto un ruolo nella faccenda, ma separo l'arte dalla parte
RispondiElimina(...fugge...)
Elimina:D
Ruolo determinante e senza neanche passare da X Factor.
EliminaPer l’incontro in Abruzzo, torno da voi il 1 febbraio.
RispondiEliminaUna cosa che ho notato sia in questa audizione che nella precedente è la notevole cautela o meglio “paura” con cui gli auditi si approcciano alla Commissione. È di tutta evidenza che la “campagna stampa” sulla Commissione come tribunale ostile o meglio come strumento di “vendetta” ha avuto sugli auditi una presa notevole.
RispondiEliminaHo, per questo, particolarmente apprezzato il suo tono non solo cortese ma assolutamente rassicurante (che le è del resto piuttosto usuale, almeno con gli avversari… con gli amici è giustamente molto diverso!😉🤣)
Credo veramente che sia l’unico modo di arrivare ad aver delle risposte se non totalmente sincere almeno… "semi-tali”.
Mentre l’approccio contrario porta semplicemente l’audito a richiudersi a testuggine nel suo scudo difensivo fatto di risposte o da “manuale di istruzioni” o di “supercazzole”, il suo favorisce un dialogo disteso ed è noto che “ ..lasciateli parlare e vi diranno tutto!”.
Anche in questo, come in altri contesti, si pone il difficile trade-off fra l’avere il plauso degli sciroccati (voi) e l’ottenere il risultato. Io mi pongo sempre dalla parte del risultato perché, sinceramente, se avessi bisogno di applausi, mi applaudirei da solo. Peraltro, quelli che dicono “finalmente! Adesso tornerò a votarvi!” hanno una cosa importante in comune con quelli che dicono “maledetti! Non vi voterò più!“: non votano, né hanno votato, né voteranno. Quindi il lavoro che si fa nella cloaca non serve a organizzare o raccogliere un consenso consapevole: serve solo a far credere ai comunicatori e ai capi che ci sia un consenso misurabile attorno a certe cose. L’unico consenso (e quindi dissenso) misurabile era quello contro l’unione europea, e quindi contro Draghi, cioè, quello costruito qui in lunghissimi anni di lavoro scientifico e divulgativo. Da quella battaglia abbiamo appreso l’importanza di liberarci dalla governance sovranazionale, strumento del vincolo esterno, la cui utilità non è quella dichiarata (cioè il coordinamento delle politiche), ma quella non dichiarata, cioè il regolamento di conti fra cosche nazionali, come abbiamo appreso da Featherstone. Questo vale per tutti gli ambiti, è un principio metodologico generale, e, a voler essere puntigliosi, i fallimenti della governance sovranazionale sono stati molto più tragici in ambito umanitario che in ambito economico (in Ruanda è andata peggio che in Grecia).
Elimina"La politica è l' arte del possibile, e certamente, per quanto riguarda"l' emergenza Covid" non è possibile con gli attuali assetti parlamentari niente di più che "mettere agli atti" ciò che allora avvenne , definendone almeno un minimo delle reali (e supposte ) responsabiltà POLITICHE.
EliminaE questo sarebbe comunque un buon risultato (politico) per RIaffrontare prossime simili "emergenze".
Perché purtroppo resta l' impressione ( per usare un eufemismo) che ciò che allora fu tentato ( un direttorio mondiale e €uropeo tramite "l' emergenza salute" ) resti ne Lagendachenoncè e che la attuazione di questultima sia stata momentaneamente interrotta solo dal sorgere di una imprevista "emergenza" geopolitica.
… se non fosse chiaro, tengo a precisare che nel suo post precedente (che, per una svista di cui si scusa, ha dimenticato di siglare come suo uso) questo “svalvolato” intendeva appunto esprimere il plauso (del quale, ovviamente e giustamente, a lei importa meno di nulla) al suo metodo di approccio agli auditi e lo faceva per esprimere la sua personale opinione (del tutto irrilevante) che differenti metodi di approccio, che aveva notato in quella, ma più ancora in altre occasioni, non conducano a risultati utili ed apprezzabili.
EliminaPer il resto della sua risposta, questo "svalvolato" è quasi completamente d'accordo con lei, a parte il definire X "cloaca nera", perchè, con tutti isuoi difetti, questo "svalvolato" ritiene che sia, allo stato attuale delle cose, l'unico "posto" dove, con le opportuner scelte di chi "seguire", sercitate le dovute attenzioni ed effettuati gli opportuni blocchi, si riesca ad avere un panorama d'informazioni abbastanza vasto e vario e non uni-orientato. Opinione che per altro so benissimo che a lei non interessa affatto.
LGG
Adoro quando mi date ragione involontariamente, mentre mi infastidisce quando mi adulate.
Elimina…questo “svalvolato” lo sa benissimo ed infatti il suo plauso era indirizzato non a lei ma al suo “tono” o metodo 😉🤣
EliminaLGG
"One Algorithm to rule them all, One Algorithm to find them,
RispondiEliminaOne Algorithm to bring them all and in the darkness bind them."
L'Algoritmo (in maiuscolo, come ente) è stato nominato varie volte in Commissione e sempre come responsabile ultimo di qualche scelta con pretesa di insindacabilità. Metodo generale dell'epoca scientista in cui siamo. Purtroppo, una mente un po' fine può ancora argomentare che una mente un po' fine non è algoritmica e, dunque, la scelta, che richiede una mente un po' fine che la faccia, così come la responsabilità che comporta, non può essere stata algoritmica, ma della mente parecchio fine che dell'Algoritmo si ammanta.
Ma nessuna paura: la mente parecchio fine si schermerà presto dietro l'AI, che non è algoritmica e può aspirare al ruolo di responsabile delle scelte con un credito meno scalfibile... al prossimo giro, se non ce ne tiriamo fuori, l'OMS (e, come lei, ogni altro aspirante decisore irresponsabile) avrà la sua brava AI da portare a testimone di insindacabili scelte in future commissioni... nel caso specifico, magari Deepseek?
Una nuvola di silicio a schermare i novelli apprendisti demiurghi mentre si aggirano per il mondo a confondere le menti degli uomini.
Per caso si capisce che quando sento "algoritmo" per giustificare qualcosa mi sale il sangue al cervello? Che uomini e donne di scienza, nonostante perplessità derivanti dalla propria esperienza, considerino giustificato e giustificante un metodo che vede decisioni critiche prese da algoritmi fa capire quanto siamo avanti nella china.
Non ci sarebbe bisogno di dirtelo, ma sai quanto ti sono vicino nella sconsolata constatazione della desolante povertà culturale dei cosiddetti scienziati. A me fa strano che un operatore della “scienza normale“ nel senso di Kuhn possa essere totalmente digiuno di minimi rudimenti di epistemologia. Considerando che parte integrante del fare ricerca è comunicarla (banalmente scrivere un paper e fare comunicazione), credo non sia difficile rendersi conto di quanto essere incapaci di collocare in un orizzonte epistemologico corretto il valore del proprio contributo esponga a errori di valutazione e di comunicazione che sono stati evidenti anche ieri. Uno “scienziato” che non sa di epistemologia rimane per me come un ingegnere che non sa di fisica (metafora che non a caso, usai tanto tempo fa qui: https://goofynomics.blogspot.com/2012/03/il-fisico-e-lingegnere.html).
EliminaAvrei potuto stampare su una lastra di bronzo alcuni articoli di Ioannidis per arrotolarli e sbatterli sul musetto del botolo scientifico di turno, ma se non l’ho fatto è perché io rifiuto il principio di autorità e perché lì non eravamo in un convegno scientifico, ma io una commissione di inchiesta parlamentare, cui anch’io ho colpevolmente permesso che si mancasse di rispetto, ma vi prometto che non sarà più così. Ne ho i coglioni pieni degli idiots savants e dei loro tentativi goffi di sottrarsi ai propri obblighi etici. “Io ho pubblicato” o “l’ha detto l’algoritmo” non significano niente, perché anche altri hanno pubblicato, con maggiore autorevolezza scientifica (durante la pandemia, grazie a Claudio, per avere un consiglio indipendente ci eravamo messi in contatto con Ioannidis, il cui h-index eccede quello cumulato degli auditi, con cui avevo organizzato anche qualche call), e perché l’algoritmo è stato scritto da qualcuno, e noi vogliamo sapere da chi. Trovo scandaloso ad esempio che l’Istat non abbia fornito alcun riferimento sulla metodologia di standardizzazione dei tassi di mortalità utilizzata. Sarà anche una metodologia standard, ma allora dovrebbe essere semplice documentarla. Durante la pandemia la ricerca scientifica ha dato una pessima immagine di sé. Dopo la pandemia, le istituzioni stanno dando una pessima immagine di sé. Io sostengo che bisognerebbe aumentare i fondi di ricerca, ma quando assisto a spettacoli simili penso che forse è meno rischioso utilizzare quei soldi per riasfaltare le strade provinciali.
Sono sempre più convinto che, per qualsiasi corso di laurea in una disciplina scientifica (intesa come disciplina che poi autorizza il laureato a parlare in nome della "Scienza", ma in particolare per Ingegneria, Architettura e Medicina) dovrebbe essere obbligatorio non un esame di ammissione, ma una laurea in epistemologia con tesi pubblicata dopo revisione tra pari.
EliminaRiasfaltare le provinciali! Da motociclista sfegatato apprezzerei moltissimo.
EliminaPrima dei fondi di ricerca, rifondare, ma proprio da zero, la scuola. Vedo buoni intelletti, in potenza, tra gli studenti di mia moglie (insegnante di matematica e fisica al liceo) completamente abbrutiti, spianati, normalizzati (all'infima norma odierna) dalla nostra "buona", anzi ottima, scuola. Non sono riuscito a salvare del tutto nemmeno le mie figlie, la famiglia non basta, un rammarico costante. Il pensiero critico, e persino quello astratto indispensabile per qualsiasi visione d'insieme (la differenza concettuale tra variabile e parametro sfugge spesso anche ai migliori!), vengono completamente eradicati dall'applicazione di protocolli, di procedure, di indicazioni didattiche, tutte volte all'inclusione, cioè alla omologazione al livello più basso. Saranno loro gli scienziati di domani, come possiamo aspettarceli migliori di quelli di oggi? Non basterà finanziare.
Può forse venire utile il concetto di scienza ipernormale introdotto tra gli altri da Harry Collins (un sociologo della scienza che ha studiato tra le altre cose la storia della osservazione delle onde gravitazionali col metodo dell’osservazione partecipante- inserendosi tra gli scienziati come un antropologo presso una tribù, cosa che lo ha portato anche a Pisa). Proprio le scienze biomediche sembrano giungere a un livello di standardizzazione che le porterebbe oltre l’originaria classificazione di Kuhn, in un terreno in cui in fin dei conti lo scienziato diventa più simile ad un ingegnere, colle annesse carenze epistemologiche. Vedi e.g. https://muse.jhu.edu/pub/6/article/887073/pdf
EliminaA parte la evidente coda di paglia di molti auditi, quello che mi impressiona di più è la subalternità culturale di chi accetta bovinamente il risultato di un indefinito “Algoritmo” come fosse oro colato. Dovrebbe essere ovvio, a chiunque, che qualsiasi algoritmo bisogna vedere chi lo scrive e con quali criteri. Un po’ meno ovvio, ma noto a tutti gli specialisti, è che la maggior parte dei problemi non può essere risolta per via algoritmica: il motivo più fondamentale del totale fallimento dei famigerati “protocolli” di gestione della pandemia è proprio questo: hanno imposto un approccio algoritmico dove non aveva senso aspettarsi che funzionasse, ovvero all’Arte Medica (che come noto non è di per sé una scienza). Infatti i bravi medici, anche se probabilmente a digiuno di algoritmi, hanno sempre rifiutato di adeguarsi ottusamente all’algoritmo definito dai protocolli, rimanendo invece fedeli ad Ippocrate (per la fortuna dei loro pazienti).
RispondiEliminaPremesso che ritengo la OMS un carrozzone inutile, farei una proposta minima per rimanere "soci":
RispondiElimina- via tutti i finanziamenti privati (palesi o mascherati)
- apertura di filiali negli Stati finanziatori, composte da personale nazionale e soggetto alle leggi locali.
- assunzioni in base a selezioni molto stringenti.
- audit annuale dell'attività svolta con possibilità di licenziamenti in caso di palesi inadempienze e/o scarso rendimento.
Mi sembrerebbe il minimo.
Ennesimo proverbio di mio nonno: "piedi caldi, mente fresca".
RispondiEliminaSto sentendo dire che in merito sono in arrivo delle linee guida dell' OMS sulle calzature da escursionismo invernale :D :D
Il 9.01 la Cina ci dice che è Coronavirus, il 22.01 l'OMS conferma mentre l'ECDC ci dice che il rischio di trasmissione è basso.
RispondiElimina13 giorni per confermare/disprezzare il lavoro del CDC cinese nel determinare se un evento statistico "strano" sia una pandemia o un raffreddore più forte, sono tanti o pochi? A gennaio 2020 cosa ne sapevano i virologi del Coronavirus?
Non sono un biologo e quindi non so, col senno di poi è facile giudicare, se questi enti di coordinazione (OMS, ECDC) hanno dimostrato di non funzionare nel caso di eventi cigni neri (delle caratteristiche di un evento statistico cigno nero mancherebbe il "mai successo nel passato", ma lasciamo stare), con tutto l'impegno che vi abbiamo investito diamogli fiducia, ce ne serve di più, aspettiamo che dimostrino di non funzionare nemmeno nel quotidiano e poi valutiamo.
Mi ha comunque colpito che venga detto "rispettiamo" l'algoritmo, invece del classico "crediamo" (nel lascienza, amen).
Io sono ottimista, sono sicurissimo che con "rispettiamo" si intenda "rispettiamo l'algoritmo in quanto vanno democraticamente rispettate tutte le forme di espressione di opinioni dell'intelletto umano, siano esse algoritmi, sonetti o importanti citazioni di Voltaire".
Certo rispettare non vuole dire condividere, e spiace che l'algoritmo rimanga senza nome e pure orfano, poraccio, questi decision-makers poi manco possono prendersela con qualcuno e devono stare là a subire una critica del loro operato che non è manco colpa loro, c'era tanta incertezza e glistrumenti per gestire questo cignonero mancavano.
Proprio per questo, io che credo con ottimismo nel progresso e nel sole dell'avvenire, propongo di assegnare a questi grandi carrozzoni di coordinamento mondiale un ruolo puramente consultativo, smettiamola di metterli nei guai, lasciamo che il loro gigantesco e sfiancante lavoro sia supportato da agili ed economici algoritmi basati sull'intelligenza artificiale, per offrire un'ulteriore interessantissima e utilissima opinione a chi deve prendersi delle responsabilità e fare delle scelte.
Tra l'altro l'oms avrebbe già lo sponsor tecnico pronto!
In caso di errore, potremo aprire un'inchiesta e l'algoritmo (poraccio, gli diamo un nome? dai chiamiamolo roBerto*) sarà in grado di ripercorrere il suo ragionamento e spiegarci con dettaglio dove ha sbagliato e saremo tutti più contenti, persino i morti continueranno a rimanere serenamente morti.
* roBerto è un acronimo, re-oriented Bayesian epidemic response through optimization, non pensate male eh.
"ci sono degli algoritmi (che di solito vengono rispettati)" è davvero iconico, come passaggio.
RispondiEliminaColpisce di più l'amore nei confronti dell'ingranaggio mondiale+Leuropeo+locale, ha quel vago sentore di essere "scienziati del 21esimo secolo" che in agenda hanno l'apericena coi colleghi di Hong Kong; il risultato è un vincolo esterno in campo medico che, come tutti i vincoli esterni, stempera l'impatto della responsabilità (o la sostituisce integralmente).
EliminaPurtroppo non avevano l'algoritmo per controllare l'algoritmo: in fondo bisogna capirli ed essere un po' indulgenti... :-)
EliminaLa conferma, circa ad un secolo di distanza, della tesi di Heidegger: la tecnica non è mai uno strumento, ma un modo di concepire la realtà.
EliminaFaccio fatica ad organizzare un commento costruttivo. Nelle realtà che frequento intravedo un problema di individuazione dell'obiettivo. Rendere stabile un modello o efficace un algoritmo ha senso come attività all'interno della costruzione di un sistema complesso. Invece sembra essere diventato l'obiettivo finale in questa perenne ottimizzazione del modello precedente. Completamente scollegato dalla realtà ovvero coerente con una realtà parallela che per qualcuno non è modello ma realtà.
RispondiEliminaTornando al pratico, è gia noto chi sarà il prossimo audito?
Cosi ci prepariamo.
:D
Arcuri, martedì 4 alle 10,45
EliminaAlgoritmizzare la società la rende meno imprevedibile, con conseguente maggiore facilità (specie per chi quegli algoritmi conosce e sa maneggiare) di ritorno sicuro degli investimenti in capitale di rischio. Consapevolmente o inconsapevolmente il punto, secondo me, è quello.
Elimina@federica
EliminaGrazie, ho visto il tweet. Toccherà riguardare la prima puntata per ripassare.
@markbossard
Sicuramente, condivido. Ma secondo me c'è dell'altro. Qualche cosa che ha a che fare con la paura dell'indeterminatezza. ( si può dire?)
La paura dell'indeterminatezza, come la definisce Lei, è effettivamente un tratto essenziale della cultura occidentale moderna. In pratica, da quando illuminismo e positivismo hanno scartato l'esistenza di Dio come possibile fondamento della individualità personale, l'occidente deve trovare un fondamento dell'io trascendentale (ossia in pratica deve trovare la ragione per cui una persona può dimostrare razionalmente a sé stessa che esiste come sè individuale e autonomo) e stanno usando la tecnica per rendere uniforme (e dunque trascendentale) il fenomeno umano, così da poter sostenere che ciascun io può dirsi tale (dunque dimostrare a sè stesso di esistere come individuo) in quanto si uniforma alle regole di comportamento uniformi osservate da (ma serebbe meglio dire "imposte a") tutti gli "io" dalla tecnica. Ovviamente la mia è una grossolana semplificazione (per esigenze di estrema sintesi) di un fenomeno molto più complesso, che ha avuto (e sta avendo) una evoluzione storica assai più articolata di come si dice qui sopra. Ma la sostanza è quella, dunque in effetti la sua osservazione coglie nel segno e mostra la vera ragione gnoseologica per cui anche il capitale, in realtà, sta agendo in attuazione di uno spirito dei tempi che, per come la vedo io (che in questo non condivido le posizioni marxiste), si fonda su ragioni gnoseologiche che precedono le valutazioni economiche: ragioni che dunque generano (non essendone dunque la semplice sovrastruttura) i conflitti di classe che portano alle attuali dinamiche economiche.
EliminaQualche giorno fa mi sono imbattuto in questo interessante articolo di Moreno Pasquinelli datato 12 agosto 2021, che contestualizza lo scenario politico delle vicende sulle quali sta indagando la Commissione Morte.
RispondiEliminaUn più recente contributo sulla questione, sempre di Moreno Pasquinelli, si può trovare qui. Ne riporto un passaggio particolarmente significativo:
«In nome della salute pubblica e del bene comune, è avvenuto un vero e proprio colpo di stato mondiale, col quale, per la prima volta nella storia, è stato decretato e attuato un eversivo Stato d’Eccezione Mondiale. Esso ha consentito ai Padroni Universali di telecomandare da remoto gli stati; di collaudare i dispositivi liberticidi del nuovo regime di dittatura e biosorveglianza e di verificare l’efficacia degli shock improvvisi dall’alto come metodo ordinario di governo dei popoli. (…) Dopo lo shock dello Stato d’Eccezione il trauma dello Stato di Guerra informale. Usando l’Ucraina come punta di lancia e carne da cannone, il blocco USA-NATO-UE ha creato le condizioni per scatenare una guerra contro la Russia che mentre rischia di sfociare nella terza guerra mondiale (…) Un conflitto da cui quindi dipendono, più di ogni altro fattore, le sorti del mondo, tra cui la nascita o la morte del mostro cybercapitalista».
Personalmente trovo le due suddette analisi piuttosto convincenti, indipendentemente dal fatto che l’OMS sia stata o meno una cinghia di trasmissione delle suddette tendenze.
A questo punto mi chiedo: quale ruolo si può attribuire agli auditi all’interno dello scenario descritto nei due predetti articoli?
A me, per analogia, sono venuti in mente i soggetti che, con le più disparate motivazioni e più o meno consapevoli, nella Germania degli anni ’30 del secolo scorso “camminavano incontro al Führer”.
Se penso male fatemi sapere.
Nel caso non funzionassero o avessi inciuccato i link di cui sopra, li riporto per intero:
https://www.sollevazione.it/2021/08/il-piano-strategico-del-nemico-di-moreno-pasquinelli.html?fbclid=IwY2xjawIJ2mxleHRuA2FlbQIxMQABHTXZ8dtE5OTUc-WPLkHF-KeivtYGLGvYATossgUmblblubJg8eEa_4YJVw_aem_LyCfk0k-SwQXg6xnDkPBFw
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29683-moreno-pasquinelli-alle-porte-del-fascismo.html
Come si e' degradato questo blog di economia che per anni ci ha fatto sognare una rinascita del paese...
RispondiEliminaMa sei serio❓
EliminaAnche la mezza stagione ultimamente latita.
EliminaNon è più tempo di studiare, è tempo di agire!
EliminaPuò essere... ma spiegati meglio, così capiamo noi e magari AB corregge il tiro.
EliminaVai... con parole tue.
Rinascita del Paese che secondo Paco, par di capire, passa per la subalternità alle organizzazioni sovranazionali filocinesi…
EliminaDev’essere del segno del serpente… Paco.
EliminaStiamo per caso assistendo a un classico "namo, dimo, famo" moment?
Elimina“Sull’utilità dell’OMS”.
RispondiEliminaÈ il mio primo commento su questo blog, che seguo da “La spesa pubblica al bar dello Sport”. In primis colgo l’occasione per ringraziare, sentitamente, e per salutare.
Come contributo a questo dibattito vorrei segnalare il libro “Carlo Urbani Le malattie dimenticate” (2004). È un libro pubblicato a un anno dalla morte del grande medico italiano, e curato dal suo amico dottor Marco Albonico. Nonostante la casa editrice importante, Feltrinelli, oggi si fa fatica a trovarlo, risulta non disponibile, bisogna andare in biblioteca, e alla fine è dimenticato anche il libro. Ne agevolo una scansione in pdf (per studio personale, confidando di non far torto a nessuno, sperando il link funzioni).
Spoiler alert.
Il libro permette di ascoltare la viva voce del dottor Carlo Urbani, sia attraverso lettere, sia attraverso i pezzi della sua rubrica giornalistica “Come sta Fatou?” pubblicata sulla rivista "Missioni Consolata" tra il 1999 e il 2000. Per esempio:
∙ Se i bambini orinano rosso (pag 21)
∙ Prima il profitto, poi la salute (pag 82)
∙ Un mondo di vermi (pag 99)
Con questa piccola antologia il libro dà voce al Carlo Urbani medico-divulgatore, medico-educatore. Il libro è anche un primer sulle malattie infettive (con numerose schede di approfondimento) e sulla scuola parassitologica italiana (pag 177).
Dirà di Carlo Urbani il capo-redattore della rivista, Paolo Moiola, nel suo ricordo:
Quando è partito per il Vietnam, come dirigente dell’Organizzazione mondiale della sanità, sulla rivista abbiamo annunciato che avrebbe continuato a scrivere la sua rubrica per noi. Ma non è andata così. Mi ha spiegato che, come alto funzionario dell’Oms, non avrebbe potuto portare avanti la sua denuncia contro le multinazionali dei farmaci, contro chi fa le proprie scelte pensando soltanto al profitto. “Non potrei essere così chiaro e netto come in passato, meglio sospendere la mia collaborazione”
Il libro comincia con un bel ricordo del dottor Lorenzo Savioli, suo superiore all'OMS, ed è davvero "chiaro e netto". È chiaro e netto per le prese di posizione – per esempio sulla (in)disponibilità di farmaci essenziali nei paesi in via di sviluppo…
∙ discorso per la celebrazione italiana del premio Nobel a MSF (1999)(pag 78)
∙ il "kit" per le scuole (lettere)(2003)(pag 144)
… il libro è chiaro e netto per la presenza di dati. Il carico di malattia e morte delle “malattie dimenticate” nel 2001, per esempio (pag 18), è di circa 16 milioni di morti. (“Dimenticati”). E seguendo il filo dei dati, si può partire da lì per andare a leggere anche report recenti, sulle malattie respiratorie, sulla mortalità infantile, sulle cause di morte globali.
E così ascoltare Carlo Urbani vuol dire integrare malattie dei paesi poveri e Sars-Covid, OMS e Medici Senza Frontiere, formazione dei medici e denuncia delle storture delle multinazionali del farmaco.
(L’ente che un quarto di secolo fa se entri a farne parte è meglio che attenui la tua denuncia contro le multinazionali dei farmaci, può diventare oggi l’ente cui i paesi del mondo delegano la loro politica sanitaria.)
Accostare le morti infantili nei paesi in via di sviluppo e il Covid, infine, potrebbe servire perché anche il Covid non diventi una “malattia dimenticata”. Che non vanno dimenticate né quelle, né questa.
Del morbo della terra di Qin non ci dimenticheremo presto, tant'è che stiamo assistendo a una commissione parlamentare che mette a nudo cose che dovrebbero alimentare il dibattito pubblico a reti unificate, ma non se ne fa menzione su nessun tg.
EliminaNon capisco a cosa ci serva un libro in questo caso.
A cosa serve.
EliminaÈ un libro di vent’anni fa e naturalmente non fornisce dettagli sull'ultimo episodio (cioè quale aiuto ha dato l'OMS ai medici in Italia in occasione del Covid).
Ma fornisce un po’ di “prospettiva storica” sull'OMS.
Anche perché il medico al centro della storia non era proprio uno de passaggio (semicit).
Quindi oggi si parla di Bill Gates o Cina o interessi privati per il "controllo" dell'OMS e delle politiche sanitarie globali.
Allora il tema era il profitto delle case farmaceutiche combinato con l'indisponibilità di farmaci essenziali, di cure poco costose, cose che provocavano milioni di morti ogni anno.
Il libro racconta la difficoltà dell'OMS a cambiare quello stato di cose, anzi anche solo a denunciarlo, la sua posizione (delicata, per carità) ma alla fine più vicina al "capitale" che ai "diritti umani", diciamo così.
I lavori della Commissione Parlamentare sono l'azione più importante "per non dimenticare" il Covid, ma il fatto che non ci sia dibattito a reti unificate, o che ci sia voluto un bel po' per far partire i lavori, mostra anche che c'è anche chi invece preferirebbe dimenticare. Circolare. Niente da vedere.
La cronaca dei nostri giorni parla di "Uscita dall'OMS" "Sull'utilità dell'OMS" anche in generale, non solo con riferimento al Covid o ai futuri trattati, e quindi un po' di prospettiva storica non guasta.