martedì 24 gennaio 2023

La schiavitù del debito (privato)

Nel letamaio di Twitter ho trovato questa perla elargita da un nostro amico:


Non ci avevamo pensato! In effetti, il circolo vizioso della globalizzazione finanziaria, che avevamo descritto qui:


ha anche questa ulteriore sfumatura: i lavoratori indebitati (vedi alla voce "necessità di sostenere la domanda col debito") perdono potere contrattuale, perché se ti corrono le rate di uno o più mutui è pericoloso restare senza liquidità, per cui meglio ottenerne pochi (maledetti e subito) che scioperare.


Tanto aumenta la "finanziarizzazione" (debito), tanto diminuisce la rivendicazione (sciopero), e di conseguenza la remunerazione (salario), il che peraltro rende comunque complesso ripagare il debito, ma questo è un altro discorso, cioè il solito discorso (crisi finanziaria).

Il nostro schema si arricchisce quindi di un ulteriore feedback loop (vizioso) fra "necessità di sostenere la domanda col debito" e "crollo della quota salari". Questi due elementi si rinforzano a vicenda, una volta che ci si sia avviati nel meraviglioso mondo dell'egemonia finanziaria, della libertà incondizionata dei movimenti dei capitali, del finanziamento a debito della domanda.

Lo si potrebbe dire anche così: quando gli elettori accettano che i mercati disciplinino i Governi, stanno in realtà accettando anche che i mercati disciplinino loro.

Resta misteriosa la legittimazione dei mercati (che poi sono uomini) a disciplinare chicchessia, visto che la terza stazione di questo Calvario è sempre una crisi finanziaria, cioè una dimostrazione più o meno plateale, più o meno dolorosa, che i mercati per primi non sanno investire bene i propri soldi (e quando succede che i nodi del loro stolido conformismo vengano al pettine, per un po' smettono di fare la morale ai Governi, visto che devono affidarsi alla clemenza di questi ultimi per salvare la pelle...).

Per i nerd il paper è qui e anche chi non capisce le tabelle troverà interessanti le figure. Ad esempio, la Figura 1, che mostra i trend della conflittualità sindacale (ore, durata, partecipazione agli scioperi), ci mostra plasticamente la futilità di certe petizioni di principio di cui si parlava nell'ultimo webinar di a/simmetrie con Elisabetta, in particolare dell'idea che la società di ieri fosse più "stabile" di quella di oggi, meno caratterizzata da "cambiamenti e discontinuità".

Nella società di ieri la norma era il conflitto. In quella di oggi la norma è il ricatto. Sono due diverse forme di instabilità.

Strappano anche un sorriso, per chi come me le avesse distrattamente ascoltate in macchina, le appassionate perorazioni dei candidati alla segreteria del PD in favore del lavoro, del recupero di un'iniziativa politica a sostegno delle classi sociali più svantaggiate, ecc. Il mondo in cui i lavoratori hanno paura di scioperare, perché sono sotto il ricatto del debito, lo hanno voluto e costruito loro in cambio dell'usufrutto perenne di un pezzo di potere costituito. Purtroppo è andata male, ma nessuno di loro è attrezzato culturalmente per capire perché.

24 commenti:

  1. Mmmm se mi posso permettere un commentino ino ino , il lavoratore perde potere contrattuale anche se il fattore disoccupazione è elevato. Esplicitamente se trovassi un luogo di lavoro a pari salario o anche lievemente piu basso in un ambiente più sano e meno tossico di quello attuale mi sposterei , problema che lavoro non c'è 😅

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    1. Ma tu guarda? Veramente? Davéro?

      Vorrà dire che da oggi in poi la curva di Phillips la chiameremo curva di Daniele.

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    2. Perché la curva di Phillips è stabilmente positiva? A me risulta che empiricamente vada da tutte le parti a seconda del luogo e del tempo che si osserva

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    3. Caro Marco, sei proprio una macchietta! La curva di Phillips positiva sarebbe quella dove quando la disoccupazione aumenta aumentano i salari, giusto? Non so perché, ma se uno che parla di economia come un ingengngngniere non sa distinguere una derivata positiva da una negativa improvvisamente mi sento più a disagio nel prendere il treno...

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  2. Così come l'internazionalizzazione del debito pubblico nell'ambito di "regole" leuropee di finanza pubblica permette di "disciplinare" i modo efficacissimo lo stato, l'internazionalizzazione delle grandi banche nell'ambito di una serie di "regole" leuropee di finanza privata permette di "disciplinare" in modo efficacissimo produttori ed i lavoratori. Imercati e Leregole sono due facce della stessa medaglia. Siamo tutti sorci nella stessa gabbia: scannarsi tra noi non serve a nulla.

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  3. Sarebbe interessante vedere il livello e l'evoluzione dell' "Household debt-to-GDP ratio" per l'Italia, in confronto a quegli altri paesi. Magari da quel punto di vista siamo (ancora?) messi meglio?

    Ma d'altro canto, forse in Italia è invece una maggiore disoccupazione/precariato a "disciplinare" i lavoratori?

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    1. Senz'altro. Più che in Inghilterra e meno che in Spagna.

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    2. Ciao Mormur, il dato con relativo grafica o e comparazione con altri paesi EU, lo trovi sul report mensile di Banca Italia "L'economia italiana in breve". Sito BI sezione pubblicazioni a fondo pagina!
      Vedrai che i nostri dati sono, insieme a quelli tedeschi, fra i piu bassi

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  4. Nel meccanismo includerei a pieno titolo anche i buoni banchieri del microcredito, poiché introducono nel club dei debitori soggetti marginali che dovrebbero vedere soddisfatti dal welfare i bisogni che vengono invece finanziati dalle loro pie istituzioni creditizie.

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    1. Il merito creditizio del micro credito è molto più attento di quello rivolto ai troppo grandi per fallire

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  5. i nostri genitori una volta "mettevano via" i soldi e poi acquistavano il bene, ovvio che adesso, con gli stipendi che ci sono, per avere il bene lo devi acquistare a debito...il cane che si morde la coda....

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  6. é proprio così... tutto corretto.

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  7. "...quando gli elettori accettano che i mercati disciplinino i Governi, stanno in realtà accettando anche che i mercati disciplinino loro".
    Parole sante. Sta avvenendo come per il dogma delle Banche Centrali indipendenti, che aumentano il costo del denaro per frenare un' inflazione sostenuta dal rincaro e dalla relativa carenza delle materie prime aumentando la disuguaglianza di reddito tra le classi sociali più di quanto il QE agisca nel ridurre questa disuguaglianza.
    Il vortice autodistruttivo nel quale ci hanno ficcato i tanti piddini che oggi si stracciano le vesti nella improvvisa scoperta dei bassi salari è probabilmente di lungo periodo e difficile da correggere.
    Poi c'è questa guerra, che sta piallando ogni residua speranza di deglobalizzazione incruenta. In attesa della prossima crisi finanziaria che ci imporrà una nuova dolorosa stagione di rigore.

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  8. Nel rinnovare stima e gratitudine per il suo lavoro di divulgatore prima, e di politico poi, mi concedo (anzi, mi conceda!) una breve osservazione: la pars destruens, la critica meritoriamente portata avanti in tutti questi anni mi è abbastanza chiara; quello che, sicuramente per limiti miei, non vedo emergere nel Dibattito (qui e altrove) è un modello alternativo da opporre a quello che così efficacemente ha descritto e criticato negli ultimi lustri.
    Il vento è sempre favorevole a chi sa dove andare.

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    1. Ti è stato già detto dove vogliamo andare. Ora dovrai accontentarti di sapere dove non vogliamo andare.

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  9. Ascoltando la chiacchierata con la dott.sa Frezza, quando ha fatto riflettere sulla questione "discontinuità", mi è venuto subito in mente l'attuale (ma non tanto) tema del cambiamento climatico.

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    1. L'intento retorico del "claimatcieing" è appunto questo...

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  10. A breve scriveranno un paper in cui si dimostra che dipendenti senza sostegno familiare hanno meno potere contrattuale.

    A corredo di questo, non solo la famiglia rappresenta un sostegno diretto in caso di necessità, ma anche un vincolo alla mobilità (una persona da sola si muoverà più facilmente di una con figli o genitori/parenti anziani a cui badare).

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  11. È il modello statunitense della "vita a debito" tipica dell'americano medio, di cui parlava Foa nel Goofy dell'ottobre scorso (se non ricordo male), e che ogni tanto compare in alcuni dei migliori film che Hollywood riesce ancora a produrre (Margin call, The big short etc). L'americano medio si indebita non solo per comprare la casa (come da sempre facciamo anche noi) e l'auto col leasing (in tal caso il costo non è esorbitante), ma per iscriversi alle università che, sulla carta, gli consentano di trovare più facilmente un lavoro ben pagato (e qui credo si parli di decine di miglia di dollari che dovrà ripagare nei decenni successivi), per sottoscrivere polizze sanitarie per se e la propria famiglia in assenza di un servizio sanitario pubblico universale (credo che qlc di simile al SSN esista solo per gli indigenti, e magari solo in alcuni degli stati USA). Fa specie, ma non sono affatto meravigliato che la sinistra, con la sua adesione incondizionata e acritica al sistema U€, sia stata l'araldo del processo (anzi, progetto) di compressione salariale che porta necessariamente al sovraindebitamento di chi, col proprio lavoro, non è più in grado di permettersi un livello di vita decente (nell'evo antico, chi non era in grado di pagare i propri debiti, poteva essere ridotto in schiavitù...)

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  12. Solo sull'utima frase non concordo ("Purtroppo è andata male.."), è vero hano perso le elezioni e sono in crisi profonda, ma resta saldo il loro controllo/influenza sul potere mediatico-televisivo (la RAI non è forse mai stata così dichiaratamente piddina, salvo piccole irrilevanti eccezioni), su quello giudiziario, nonchè la presenza di loro fedelissimi nell'alta burocrazia pubblica (dal Colle in giù), con relative capacitò di orientare le scelte interne e internazionali del nostro Paese. Non dico nulla che lei non sappia meglio di me, ovviamente, ma questi assetti di potere purtroppo sono assai consolidati e continuano a spingerci verso il rafforzamento di tutti i vincoli esterni a cui la sinistra ha giurato eterna fedeltà.

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    1. Ma se non fosse per la narrazione farlocca dell'evento palingenetico, che non mi sembra che qui abbiamo mai portato avanti (parlando di condizioni necessarie, mai di condizioni sufficienti!), il problema non si porrebbe. Sappiamo bene che in 70 anni di Governo la sinistra democristiana, oggi PD, ha avuto modo di stratificarsi. Ma, ad esempio, ora abbiamo il primo vicepresidente del CSM non di sinistra da (quasi) sempre. Gli assetti di potere sono consolidati soprattutto se non vi rendete conto del vostro, di potere!

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  13. C'è da dire che i sindacati odierni sono diventati praticamente ammortizzatori del dissenso più che difensori dei lavoratori. Fanno accordi discutibili con le aziende, seguiti da consultazioni inutili o farlocche dove la base approva sempre almeno con l'80% di consenso. Chiaro che i lavoratori non hanno molta voglia né di sostenerli economicamente (campano infatti con i CAF e le associazioni consumatori di sx) né di perdere ulteriori soldi scioperando per il clima o la guerra o i migranti.

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    1. Anche questo è vero, ma è un derivato dell'aver lasciato mano libera al capitale finanziario, secondo me.

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