sabato 15 gennaio 2022

Meno nove

Oggi ero al telefono con Elisabetta e nel commentare alcune recenti evoluzioni normative in materia di istruzione (quella che i semicolti chiamano "educazione"), andando di fronda in fronda, mi son trovato a confluire nell'alveo di una riflessione iniziata qui:


quella sullo scostamento fra Costituzione formale e Costituzione materiale, un tema banale per i giuristi, che però, pur essendo in grado di trattarlo con grande raffinatezza, difficilmente possono comprenderne la pregnanza a meno di non essere coinvolti direttamente, in prima persona, e non come visitatori, in alcuni organi costituzionali dello Stato (tipicamente, nel Parlamento).

Personalmente non ho capito lo scandalo suscitato, anche in molti di voi, dalle parole di verità dette da un mio collega. Quella che è stata interpretata come una proposta in realtà era una fotografia: non è azzardato dire che in Italia vige un presidenzialismo de facto, nel preciso senso che la Presidenza della Repubblica esercita, in vari modi, funzioni di indirizzo politico che debordano dal ruolo arbitrale disegnato dalla Costituzione. Il tema politico, più urgente, che tutti vedono, sta ovviamente nello scegliere chi mandare a svolgere un ruolo così delicato e molto più penetrante di quanto appaia, ma poi c'è anche un tema intellettuale, più di lungo respiro, che era appunto quello del dibattito tenuto quattro anni fa al nostro convegno annuale. Il disallineamento fra Costituzione formale e materiale determina infatti un problema non indifferente in termini politici: quello posto da un soggetto che esercita significativi poteri di indirizzo politico in un totale vuoto di responsabilità politica, perché di questa è privo ai sensi della Costituzione formale (articolo 90), che lo "scherma" da responsabilità politica, presumendo che egli agisca da arbitro imparziale (cioè che non gli possa essere imputato quello che non può fare [ma fa!]: impartire un indirizzo politico). Da lunghi anni non è così, da lunghi anni - in effetti da decenni - l'arbitro ha abdicato al suo ruolo imparziale, forse non è mai stato così, certamente è umano che non sia così, e magari non è proprio possibile che le cose funzionino così (qui ci vorrebbe veramente un esperto di diritto costituzionale comparato).

Ma allora bisognerà a un certo punto prenderne atto.

Continuare a sdilinquirsi sulla "più bella del mondo" sbrodolando che "signora mia siccome c'era stato il fascismo oimmèna il presidenzialismo no perché è la strada maestra per l'avvento dell'uomo forte!" non è, a mio sommesso avviso di umile artigiano avventizio delle istituzioni (che però da studente di economia si era letto anche qualcosa di Crisafulli), un modo di ragionare particolarmente corretto. Intanto, dopo aver crocefisso uno che aveva, con espressione su cui si può discutere, chiesto agli italiani "pieni poteri", nel senso di piena legittimazione popolare conseguente da elezioni che riallineassero il Parlamento alle intenzioni del corpo elettorale, ci siamo sorbiti un altro che i pieni poteri se li è presi, ed era una persona tanto per bene ed elegante. Quindi, come dire: se il problema è questo, quattro anni dopo il nostro dibattito abbiamo visto che lasciare la Costituzione com'è non lo risolve (il Tempo è sempre un grande medico e un grande risolutore).

Si può comunque argomentare che sia una scommessa rischiosa quella di supporre che il passaggio a una repubblica presidenziale ripristini una qualche forma di accountability. Giusto, purché si abbia sempre ben presente che lasciare tutto così com'è, anzi, peggiorare la situazione indebolendo il contrappeso parlamentare, ci consegna alla certezza di una totale assenza di accountability.

C'è poi un altro aspetto, solo apparentemente accessorio: guardate che sforzi si stanno mettendo in campo per evitare che la Presidenza di un Paese di destra vada a un politico di sinistra!

Perdonate la brutale semplificazione, perdonate se ometto i rituali "centrini" da interno piccoloborghese (centrodestra e centrosinistra), perdonate (mi perdonino quelli "de sinistra") se per sintesi definisco l'Italia un Paese "di destra" (è sicuramente un Paese tradito dalla sinistra e questo blog è la storia di quel tradimento), ma insomma: ogni tanto bisogna capirsi, e credo che così ci siamo capiti. Dal momento che il Presidente ha un potere di indirizzo e lo esercita, ma che l'indirizzo in teoria dovrebbe darlo il popolo, viene naturale concludere che forse il Presidente dovrebbe sceglierlo il popolo. Questo ragionamento è volutamente, ostentatamente semplicistico, e ho molti amici che lo rigettano con ottime ragioni. Tuttavia, in questa fase politica in cui il Parlamento rispecchia debolmente la volontà degli elettori, il fatto che l'elezione del Presidente sia un'elezione di secondo livello si sta rivelando a mio avviso un elemento particolarmente tossico. Se l'elezione del Presidente fosse diretta, i partiti, invece di invilupparsi in una appassionante (?) partita a scacchi, dai risvolti spesso enigmatici per gli stessi addetti ai lavori, potrebbero essere semplicemente se stessi, dichiarare le proprie idee, afferrare l'asta della propria bandiera, e confrontarsi in un modo comprensibile per i cittadini, perché a questi ultimi sarebbe poi rimessa la scelta. Il 99% della strategia (e della tattica) messa in campo in questa fase delicatissima verrebbe accantonata, diventerebbe superflua, se la scelta del Presidente della Repubblica fosse messa direttamente nelle vostre mani. Vi infliggo un'altra semplificazione brutale di cui mi scuso in anticipo: se chi comanda  (cioè il sovrano) non può essere responsabile a termini di legge, almeno sarebbe opportuno che fosse scelto dal popolo, laddove si voglia conservare l'idea che la sovranità al popolo appartenga.

Ma insomma, non mi ricordo nemmeno perché ne stavamo parlando, e forse non è un tema così appassionante. Eppure, sapeste quante cose che vi appassionano dipendono da questo tema che non vi appassiona...

105 commenti:

  1. La "accountability" l'è una bella cosa, ad avercene.

    RispondiElimina
  2. Da prima del 2018, Lei ovviamente da molto prima, annoio i miei amici su questo tema...un Paese che e stato cambiato in corso d'opera senza quasi farsene accorgere dai più. In questo periodo si sente il peso del cambiamento in maniera chiara e allo stesso modo pesante...un arbitro che permette il disprezzo di una parte di popolazione da parte del Capo del Governo è qualcosa che verrà studiato nei libri di storia. In questo giorni ho pensato spesso a questo...e mi sono fatto l'idea che in un certo senso forse è meglio che il popolo non se ne stia rendendo conto di ciò che sta accadendo...non oso immaginare cosa potrebbe accadere se un ombra di così grande spessore potesse sovrastare il popolo e la creazione che ne potrebbe scaturire, un gruppo di persone preso dalla paura potrebbe commettere l'impensabile...tuttavia credo e spero che Lei, così come sempre fa, partecipi a questo percorso culturale, o a questa mediazione culturale per rendere consapevoli più persone possibili...mi sento di vivere in un momento di transizione...e come tutti i momenti di transizioni sono pieni di incognite, in questo caso forse si intravede il fine ultimo, che potrebbe essere una nuova forma di governo di questa nazione, bisogna farlo, è necessario...e allo stesso modo il popolo deve sapere anche a costo...di annoiarlo...mai qualcosa di così noioso sarà salutare per tutti e forse con questo noiosissimo argomento sarà forse la nostra liberazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso anch'io che questa sia una pagina buia. Stiamo per girarla, con la concreta possibilità di cadere dalla padella nella brace, come sempre nella vita. Io continuo a pensare che sulla gestione della pandemia non si riuscirà a costruire una reale coscienza delle aporie in cui ci siamo cacciati. Magari mi sbaglio.

      Elimina
    2. È vero ha ragione, non si sta costruendo una reale coscienza sul contesto politico...molti oggi reagiscono a qualcosa che pensavano lontanissimo da lui e dalla posizione ricoperta, è questo è una cosa che a lungo andare potrebbe fare perdere l'occasione di crearla... bisognerà avere pazienza e tempo a disposizione... perché quel fenomeno noto come "grillismo" ha provocato danni, continua a provocarne...ha fermato forse un percorso di crescita culturale soprattutto delle istituzioni che sono state aggredite e percosse da legionari del nulla...ha detto bene qualche mese fa, resistere e combattere devono essere le parole chiavi.

      Elimina
    3. (a M.Catanese)<<scrive: "e mi sono fatto l'idea che in un certo senso forse è meglio che il popolo non se ne stia rendendo conto di ciò che sta accadendo...non oso immaginare cosa potrebbe accadere se un ombra di così grande spessore potesse sovrastare il popolo e la creazione che ne potrebbe scaturire, un gruppo di persone preso dalla paura de popolo non se n'è accorto? "
      Ecco,qui sta la questione: il popolo che non vota manda l'avviso e i capi degli eletti sminuiscono perché avranno cinque anni per trovare una soluzione che non verrà!
      L'altra parte del popolo ,suddivisa nelle contee dei partiti ,è sempre minoranza ma una parte di essa è sempre maggioranza nella guerra delle alleanze per salvare il potere. Dunque? un'intellettuale russo del secolo scorso(N.Berdjaev-1874-19489,scrive acutamente che "La democrazia resta indifferente al bene e al male. Essa è tollerante perché ha perduto la fiducia nella Verità ed è impotente a scegliere una verità". Ed ancora procede in una sintesi che ho estrapolato in questo Aforisma _: La democrazia è uno strumento politico del governo del consenso ma non ha alcun fine di Libertà perché essa può solo essere solo individuale e spirituale". E qui mi sottraggo all'obiezione degli eletti che si stanno occupando a quale personaggio ,e di che levatura,vorranno dare un voto che non rappresenta il favore del popolo ma il voto di una parte di esso sempre pronta a servire lo straniero Francia o GERMANIA..

      Elimina
    4. Qui il problema è quello della rappresentanza e del significato dei corpi intermedi. In qualche modo vi sto ponendo questa ipotesi di lavoro: può avere in senso "disintermediare" il Parlamento per restituirvi "rappresentanza", nel senso di incidere nella scelta di chi effettivamente determina l'indirizzo politico? La domanda è aperta e la risposta non ce l'ho. So solo che lo scollamento fra Costituzione formale e materiale produce una cosa con cui convivo malissimo: disonestà intellettuale.

      Elimina
    5. Non è facile dare risposta pero' si puo' cercarla nei dati. Vedendo un attimino i risultati elettorali delle ultime suppletive a Roma, soprattutto non di chi ha vinto, di chi ha perso. Fa pensare molto il dato sull'affluenza un dato veramente "osceno" se posso permettermi il termine, una persona che eletta da qualsiasi provenienza politica con numero di voti così basso...Non potrebbe entrare in Parlamento, perché una minoranza che ha espresso su un deputato a malapena in quel contesto un elettore su 10... Già da qui si può partire un attimo su come si può convincere gli elettori ad andare a votare e se non sono interessati per nessuno tipo di rappresentanza poterlo esprimere comunque in sede di voto. Dopo si potrebbe anche ragionare che per esempio in una unica lista che si presenta da sola in un comune deve avere per forza un'affluenza superiore a un tot, (casomai mi correggerà) mi pare che sia il 40% per dei comuni sotto una certa soglia di numero di abitanti, anche il referendum ha una soglia di sbarramento il fatidico "quorum". Ci sono tante componenti e variabili che bisognerebbe modificare per migliorare o almeno renderlo più realistica una forma di governo anche a livello presidenziale, dato per assurdo sempre un presidente della Repubblica venisse eletto con meno della metà della fluenza non si potrebbe definirlo presidente di tutti. Certe votazioni andrebbero rifatte o cambiando candidato oppure come scrive lei "strattttegggiahhh" inutile bloccare un referendum perché il quorum non viene raggiunto e un deputato può essere eletto con un affluenza a malapena del 10% , una regola in democrazia dovrebbe valere per ogni tipo di elezione. Immagino l'argomento non sia semplice.

      Elimina
  3. È la debolezza dei partiti a creare tutto questo. Troppo facile abdicare al vostro lavoro di partiti ( ormai sei un politico) buttando la palla a noi. Riacquisite centralità e il PdR non potrà indirizzare proprio nulla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amico caro, con questa storia che l'elettore non ha responsabilità e che la colpa è de #aaaaabolidiga, con questo sterco, qui non si va da nessuna parte. L'accountability la voglio per tutti: per il Presidente, per me e per te. Perché ce l'hai anche tu. Ma qui il punto non è questo. Qui il punto è che se in Parlamento la maggioranza è "di sinistra" e nel Paese la maggioranza è "di destra" l'ordine "riacquisite centralità" non è solo vuoto di contenuto: è anche scollato dalla realtà! Se il Parlamento "riacquisisse centralità" (e come si fa, caro?) eleggerebbe Presidente la Boldrini! E quanto al "day by day", se leggi i giornali vedrai che io quanto a "riacquisire centralità" non ho molto da rimproverarmi. Ma non riesco nemmeno a rimproverare ai miei colleghi di non riuscire a esercitare le loro prerogative in un contesto che glielo rende impossibile per precisa volontà degli elettori.

      Elimina
    2. E' la debolezza insita dell'essere umano a creare il problema dell'accountability. La "Costituzione più bella del mondo" è tale se le persone che se ne fanno carico, sanno portare il peso di questa responsabilità.
      Mai come negli ultimi anni si sono viste persone schivare (con goffaggine o maestria) il peso della responsabilità.
      Ci vogliamo ricordare, per esempio, quando si era puntato il ditino verso chi ha votato in Parlamento la riforma del MES (2020?) e quanto ha dato fastidio che il dito puntato rimanesse statico nella rete?

      Elimina
    3. L'impegno PRINCIPALE dei politici che capiscono qualcosa, in questo momento dovrebbe essere ridare agli elettori la responsabilità della elezione dei propri rappresentanti. Questa possibilità è stata letteralmente rubata agli elettori contro la loro volontà. Ridateci le preferenze, pienamente e senza quote di maggioritario o assurde soglie di sbarramento, e "magicamente" il parlamento riacquisterà centralità, i partiti si riscopriranno democratici e le elezioni di secondo livello diventeranno un argomento secondario.

      Elimina
    4. Stefano, il non aver le preferenze è l'unica benedizione di cui possiamo godere oggi. Il sistema delle preferenze lo puoi riscontrare nelle modalità adottate dai 5S per selezionare i suoi candidati via web. Fai un giro nelle aule e ti renderai conto di cosa ha scelto il popolo...
      I partiti e le segreterie a qualcosa servono!

      Elimina
    5. Scusate, io non capisco una cosa: da un lato la fortuna di non avere le preferenze perché guarda i 5S, guarda cosa sceglie il Popolo. Dall’altro facciamo eleggere al Popolo il Presidente, dato che, alla fine ci siamo accorti che svolge funzione di indirizzo politico de facto scevro da responsabilità di diritto. Ma stiamo parlando dello stesso Popolo nei due casi? A mio parere, col sistema dei media che abbiamo attualmente, che informa il Popolo come fatto negli ultimi 24 mesi, come Presidente potremmo ritrovarci facilmente Erode reincarnato. Con una bella e sana legittimazione popolare.

      Elimina
    6. Stefano, credo Lei abbia centrato esattamente il punto. L'abolizione del proporzionale con preferenze è stata la principale causa dello scollamento tra elettori ed eletti. Prima doveva esserci per forza un rapporto personale, diretto o intermediato, tra elettori e candidati, che, certo, poteva essere patologico (ovvero clientelare), ma garantiva la rappresentanza. Secondo me quella delle clientele è stata solo una scusa della cosiddetta seconda ex-repubblica per spezzare il legame e creare un semi-oligopolio di fatto, in mano ai segretari di partito. Anche il centrodestra, specie FI, ha una pesante responsabilità, in questo non vedo con molto favore l'eventuale elezione di Berlusconi al colle. Il fatto che siamo qui è una evidente anomalia, in quanto, se si considera il 'prof. Bagnai' come 'senatore Bagnai', egli ha meritoriamente mantenuto (come una volta era indispensabile per avere una speranza di elezione e oggi solo volontario) un filo diretto con mezzi non istituzionali come il presente blog e i social. Ma pochi politici italiani eccezionalmente lo fanno (e spesso non è dialogo ma solo propaganda).

      Elimina
    7. A parte il modo ridicolo con cui i 5S hanno scelto i loro candidati, se le prossime elezioni si tenessero ancora con le preferenze, quanti di loro pensi sarebbero rieletti? È questa l'accountability.

      Elimina
    8. Tendenzialmente sarei anch'io a favore del proporzionale, contro quella che capisco essere la linea del mio partito. Dico "tendenzialmente" perché il tema non mi appassiona per due ordini di motivi, uno a monte e uno a valle.

      A monte, chi fa le leggi elettorali "contro" qualcuno storicamente se l'è sempre presa in tasca, tant'è che ai miei amici dico che la migliore legge elettorale per la Lega sarebbe una legge scritta dal PD. I miei colleghi più esperti e seri invece sono molto preoccupati da questa eventualità.

      A valle, perché, come i fatti dimostrano, la storiella che "col maggioritario il giorno dopo si sa chi governa", in cui peraltro è implicita una sottile ma devastante vena antipolitica (il rifiuto, anzi, la delegittimazione del confronto e del negoziato), è una bufala conclamata. Abbiamo visto benissimo che il "maggioritario" ha portato a una proliferazione di partiti e a una accresciuta necessità di mediazione, accresciuta soprattutto perché l'illusione di poterne fare a meno aveva disabituato la classe politica a praticarla.

      Il ragionamento dello stimato Stefano però mi sembra un non sequitur. Non si capisce, veramente, in che modo il proporzionale dovrebbe ridare centralità al Parlamento. Io credo che i motivi della "non centralità" del Parlamento qui dovrebbero essere noti, tanto più che molti di voi leggono anche altri blog. Ho notato ultimamente nello stimato Stefano una deriva grillina che mi ha portato a bloccarlo su Twitter. Gli voglio sempre bene e capisco perfettamente i motivi che lo hanno condotto a perdere lucidità (potrebbe anche non averla mai avuto), ho il timore anch'io di perderla, ma se l'ipotesi è che con il proporzionale gli eletti sono scelti da laggenteh e quindi sono migliori di quelli scelti da #aaaaabolidiga allora mi duole essere d'accordo con l'altrettanto stimato Mauro, per esperienza diretta che voi non avete (io sì).

      Occhio perché il proporzionale à l'ancienne spiana la strada alla logica "candido quello lì perché mi porta voti!" E la domanda è: "Perché te li porta?"

      Elimina
    9. Fate una riflessione sulla legge elettorale per il Parlamento europeo e sulle sue conseguenza, a questo proposito.

      Elimina
    10. Ame, capisco il tuo argomento, che però sconta due ordini di problemi: primo, se "accountability" è "non essere rieletti" (e ci sta, ovviamente!), allora vedrai che il problema sarebbe risolto anche con un sistema maggioritario all'inglese, anzi, forse risolto in modo ancor più radicale; secondo, mi sembra che tutti dimentichiate che per essere votati bisogna essere candidati e per essere candidati bisogna militare in un partito e essere selezionati da chi fa le liste.

      Elimina
    11. Cioè: possiamo anche immaginare un proporzionale purissimo in cui "er popolo" si autocandida e si autovota. Il grillismo sostanzialmente era questo. Visto com'è finita?

      Elimina
    12. Per Zabatta (vedo che il tema del proporzionale affascina...):

      fornisco due ulteriori sfaccettature.

      La prima è che non è vero che non ci sia oggi un rapporto fra eletto e elettori. Almeno nel mio partito il rapporto c'è, e credo anche negli altri, per il semplice motivo che, sano o malsano che sia, questo rapporto ti fornisce comunque un minimo di legittimazione verso gli organi interni (ovvero: il tema "io valgo molti voti" comunque esiste) e in ogni caso un piano B se le cose vanno male (ovvero: se ti identifichi con un territorio, male che va - in realtà bene! - vai a fare l'eletto locale). Questo per mettermi al livello grilloide che comunque è endemico (quello di chi pensa che si entri in politica per guadagnare senza lavorare: aspirazione di chi lo pensa, ma non necessariamente di chi fa il mio lavoro). Se ci vogliamo mettere su un altro piano, meno becero, il rapporto esiste perché molti di quelli che entrano in politica lo fanno per risolvere problemi altrui.

      Il problema del proporzionale me lo sono posto (e magari tornerò a pormelo) in altri termini: al tempo del "famoerpartitismo", la mia riflessione era che portare in Parlamento istanze minoritarie non tanto nella società, quanto nel sistema della rappresentanza, sarebbe stato possibile se e solo se si fosse passati a un sistema proporzionale, dove una lista "euroscettica" (per banalizzare) avrebbe comunque potuto fare il suo porco 5%, e costruire partendo da lì.

      Piccolo problema: entrando in un partito mi sono vieppiù accorto di quanto complessa fosse l'organizzazione di un partito e la sua gestione, e conoscendo la banda di matti che siete (detto con affetto, ovviamente!) mi sono rafforzato nell'idea che forse sarebbe stato meglio evitare.

      Certo, c'è sempre il caso che il mondo diventi più matto di voi... e mi pare che si stia rapidamente portando in vantaggio!

      Elimina
    13. Questo sta diventando un post nel post, perché evidentemente il tema è centrale.

      A Stefano posso solo dire che centra il punto. Il vero cancro della democrazia è il sistema dei media e tutta la storia di questo blog lo dimostra (a partire da come il blog è nato, passando per l'interminabile costellazione di bufale di Stato che ha smascherato).

      Allora, posto che tu hai ragione, mettiamola così: se il popolo (lo stesso popolo) che ha votato certi colleghi venisse chiamato a votare il Presidente della Repubblica sulla base di una campagna elettorale svolta sui media (gli stessi media), forse qualcuno smetterebbe di chiedere la Luna e si renderebbe conto di quali e dove sono le forze schierate in campo. O forse no, e quindi a un partito del 17% si continuerebbe a rimproverare di non aver fatto cadere un Governo che ha la maggioranza dell'80%. Ci sarà pure un motivo se oggi a scuola si portano molto "le competenze" e poco la geografia, la storia, l'aritmetica, ecc.

      Elimina
    14. Grazie per la risposta. Effettivamente le mie considerazioni sulla legge elettorale, che partono dalle osservazioni dell'uomo della strada che alle elezioni cerca di capire chi votare, sono meno fondate in un mondo molto diverso da quello di 30 anni fa. Oramai i media sono così pervasivi che la percezione della realtà attraverso di essi
      è molto più distorta di un tempo in cui esistevano solo giornali e TV, dove era (forse) relativamente più semplice distinguere chi diceva cosa e a quale parrocchia apparteneva. A parte l'evidente malafede di certi attori, grave anomalia non solo italiana, il fatto di avere accessibilità a una così grande quantità di informazioni e opinioni, ciascuna orientata in un verso, ha complicato anziché semplificato l'interpretazione della realtà da parte del lettore meno attrezzato. Onestamente non ho idea di come questa distorsione possa essere almeno mitigata, mi sembra un problema ineliminabile. Forse potrebbe essere mitigato introducendo più stringenti regolamentazioni del settore, ma esse potrebbero somigliare un po' troppo ad una censura che per ottimi motivi qui tutti deprechiamo.

      Elimina
  4. "se chi comanda (cioè il sovrano) non può essere responsabile a termini di legge..."

    Beh, si sa quanto fosse stato considerato non responsabile a termini di legge Luigi XVI, ma sappiamo anche meglio cosa davvero fu e perchè (e da chi) la "rivoluzione" francese :)
    Il presidenziaalismo sarebbe certamente una forma di gov più nelle corde della nostra millenaria storia, cultura, tradizione.
    Ma manca l'elemento fondamentale: la Nazione... :/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No. Manca un altro elemento. Luigi XVI era un monarca assoluto, ma tutti sapevano che lo era, chi era, e dove abitava, e alla fine sono andati a prenderlo. Fermo restando che il metodo dell'andare a prendere va condannato, il punto che sollevo è che anche noi abbiamo un monarca assoluto (nel senso di unaccountable), ma praticamente nessuno sa che c'è né chi sia. Più chiaro così?

      Elimina
    2. Ehh già, non tutte le Nazioni potevano vantare i bei nomi (-1) delle le dinastie che avevamo in penisola... ;)
      Su Louis XVI e quel periodo va posto un enorme filtro rappresentato dalla propaganda liberale post 1789. Ovvietà. Che sui libri e nell'immaginario comune latitano da 233 anni.
      Se dal pdv storico so da 20 anni cosa fu realmente la cosiddeta riv.francese, so anche dagli ultimi 10 anni di dibattito quale ne fu la miccia mercantilista... oltremanica (*), come so anche che "i popoli non hanno mai organizzato rivoluzioni, poichè le rivoluzioni dal basso hanno sempre un finanziatore dall'alto" (Cit.) e che le élites vengono abbattute da altre élites (lo vediamo in queste ore).

      Vige un aforisma nel nostro mondo degli ingegneri informatici no-nerd: "il bello degli standard è che ce ne sono tantissimi" (oltre al mio "l'informatica appassiona solo chi non la capisce"), ossimoro che sta ad indicare che nelle società umane ogni tentativo totalizzante sarà sempre destinato nel medio-lungo periodo a fallire miseramente portandosi via nani (in scienza ed in statura) e ballerine e lasciando macerie.
      Siamo troppi, troppo diversi, troppe teste, troppi interessi, e poi l'eterogenesi dei fini always rules!
      Ergo: "il bello delle élites è che ce ne sono tantissime"... e si combattono tra loro ferocemente. E'nei loro interstizi che ci si infila e si cambia la Storia, scegliendosi quella più decente quando non se ne ha più una propria e facendosi trovare PRONTI quando sarà il momento.
      Il vantaggio di un sovrano è che ha il suo destino legato al suo territorio, lo puoi vedere, ci mette la faccia (ed a volte la testa). Ma quanto meno non prende ordini da nessuno.
      I sovrani degli ultimi 233 anni non si vedono e sono slegati dai territori. Quelli visibili eseguono ordini.



      OT: alla luce di quel 95% di vaxxxed non deve stupire che in italia sia superfluo un ordine dei docenti ;)


      (*) voglio suggerire questa storia molto meno nota avvenuta all'altro capo del globo, avente come sempre i medesimi fini di quell'altra: https://it.wikipedia.org/wiki/Navi_nere

      Elimina
    3. Il mio punto è molto più semplice: qualsiasi gueux francese sapeva che Luigi XVI era il re. Pressoché nessun intellettuale italiano (i gueux hanno smesso di votare) ha un'idea precisa di quanto la Presidenza della Repubblica abbia esondato.

      Elimina
    4. DEFINITELY... sempre Overton rules.

      Si rifletta invece sui mendicanti e sugli intellettuali tedeschi che entranbi invece neanche sanno chi sia il loro PdR

      Elimina
    5. Bè, però in quel caso un motivo c’è: il loro presidente conta veramente poco. Lì il perno è il cancelliere, e quello tutti sappiamo chi era…

      Elimina
    6. Esattamente.
      Per quel che ne so di Diritto Costituzionale anche il nostro conterebbe veramente poco... anche se intellettuali in primis e costituzionalisti d'accatto (quelli dell'obbligo vax per capirci) non lo sanno o non vogliono saperlo quando gli conviene, per poi ricordarsene e spaccare vetrine per le strade se sale Lui e Dudù :D
      Tutto il resto ce lo ha spiegato Ginevra 4 anni fa con il suo schiacciasassi parcheggiato di fronte il Serena :D
      Che un PdC sia una figura centrale, alla tedesca, ci può stare. Ma da quelle parti pare che il Parlamento sia ancor più centrale nella sua funzione di controllo e dibattito di indirizzo.
      Oltre agli ordini professionali direi sarebbero da abolire le questioni di fiducia, tout court, e limitare all'osso i campi dei DL. Magari si allungano un po' i tempi nel legiferare ma dimiuisce la probabilità di emanare porcate.
      D'altronde se nonostante un cambio di governo all'anno tra gli anni 60 e gli anni 90 siamo stati per quel periodo la quarta potenza industriale un motivo c'è.
      Non può esistere un sistema di governo di un Paese che vada bene applicato ad un altro. A ben vedere, anche la democrazia non va bene "applicata" in ogni Paese del globo...
      Siamo un paese antichissimo e variegato, carico di interessi i più frastagliati e più incasinati al mondo da 160 anni. E nella nostra unicità abbiamo diritto e bisogno di un nostro sistema altrettanto unico (se mai possa esistere).
      Beniamino Rossi, quello che plasmò un'altra forma di Stato tutt'oggi solidissima, ci aveva visto giusto. Peccato sì beccò una patriottica coltellata a Roma mentre ci stava lavorando, con lama firmata dal confinato svizzero.

      Elimina
  5. Se si riuscisse mai ad eleggere un Berlusconi, ho come il sospetto che il problema sarebbe superato: forse i media riscoprirebbero improvvisamente quanto il ruolo del PdR debba essere confinato al più ristretto protocollo istituzionale, senza mai avvicinarsi neanche lontanamente all'agone politico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido totalmente. Di fatto stiamo accettando il terreno e l’impostazione mentale dell’avversario proUE, il che spiega le tante opinioni-tentazioni favorevoli in entrambi gli schieramenti.
      Come perdere molto di sé...

      Elimina
    2. Nel leggere il commento di Pellegrina in coda pensavo: "Finalmente qualcuno mi ha capito...", ma nel vedere dove è collocato penso che forse Pellegrina non abbia capito Andrea. Mai 'na ggioia...

      Elimina
  6. Il paese reggerebbe un presidente alla francese che ha poteri spaventosamente forti con un 25% di consensi elettorali o un Pdr tipo sindaco, che come a Roma è stato eletto dal 25%?
    Potrebbe succedere questo ed il percorso per arrivarci non è banale e tantomeno facile creare i contrappesi ed a mio avviso non siamo pronti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è un tema interessante.

      Un meccanismo "alla francese" o addirittura "all'americana" aprirebbe la strada a dinamiche molto divisive. Tuttavia, la violenta discriminazione scatenata, su basi scientifiche discutibili e basi fattuali falsate, dal Ministero della Salute contro una fascia di popolazione ci fa capire che anche nell'attuale ordinamento non esistono contrappesi che evitino la radicalizzazione dello scontro politico a un livello tale che perfino Amnesty International è stata costretta a manifestare una qualche pelosa preoccupazione!

      Temo che sfugga ai più (non a voi) un dato molto semplice: un Paese che da oltre vent'anni è con la testa sott'acqua non è un Paese dal quale ci possiamo attendere compostezza di movimenti. La gente (che non è laggenteh) non ne può più e tutti i commentatori e la maggior parte dei leader politici secondo me non hanno gli strumenti culturali per rendersene conto.

      Elimina
    2. Ah, sì, scusate: dopo tanto pessimismo, permettetemi di regalarvi un attimo di buonumore. Nel caso di cui vi parlo (discriminazione ecc.) il contrappeso sarebbe la magistratura. E niente, fa già ridere così...

      Elimina
    3. Ho l’impressione di vivere tra le macerie, come quelle provocate da un terremoto o da un bombardamento. I sopravvissuti (quelli che sono riusciti a mantenersi intellettualmente vivi) vagano tra i detriti cercando di recuperare qualche frammento del mondo che conoscevano (lotta di classe, destra, sinistra, istituzioni, costituzione, diritti…) nella speranza di poterlo riedificare. Nel contempo gli sciacalli depredano il possibile.

      Valzer Triste - Jean Sibelius da ' Allegro non Troppo'
      https://www.youtube.com/watch?v=APSEYn7CqzQ

      Elimina
    4. Riformandola e va riformata una volta per tutte (alcune idee le avrei ma qui serve davvero accortezza e professionalita quindi osservo, certo pure i codici e le sentenze sono da brivido), la magistratura, il paese, la democrazia stessa, l'economia potrebbero crescere di molto.
      Tra tutte le emergenze è forse la più difficile da affrontare e risanare e come tutte le altre che risalgono alla fase unitaria del Paese saranno difficili da modificare e sradicare.

      Elimina
  7. >> Intanto, dopo aver crocefisso uno che aveva, con espressione su cui si può discutere, chiesto agli italiani "pieni poteri"

    La domanda è: crocefisso da chi? Siamo sicuri che l'espressione sia stata discussa dalla maggioranza del SUO elettorato?

    Nella mia piccola nicchia di giovani (ormai un po' meno giovani) intellettuali (nel senso "cor PhD, o quasi") di destra (nel senso che amiamo la libertà) adoravamo quel Salvini. Sguardi seri, azioni decise e linguaggio diretto.

    Pieni poteri chiedeva, e pieni poteri volevamo dargli. Per cambiare l'italia. Per la libertà.

    Ogni cosa a suo tempo. Mi rimetto alla saggezza di chi è più anziano di me. Ma nel Qoelet, poco dopo sta scritto:

    "Et adhuc vidi sub sole: in loco iudicii ibi impietas, et in loco iustitiae ibi iniquitas"

    E noi vogliamo che il tempo della libertà, del diritto e della giustizia arrivi presto. O perlomeno, che finisca questo tempo.

    Buon lavoro,

    Davide

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, ma forse qualcuno pensa che voi siate minoranza...

      Elimina
    2. Certamente minoranza del paese. Se poi considero la mia nicchia, allargandola un po' oltre ai confini del mio (ex) laboratorio, siamo ultra minoritari.

      Tuttavia quelli (che la pensano) come noi, erano probabilmente la maggioranza degli elettori leghisti.

      Il 33% si sentiva, eccome se si sentiva. Mai nella mia vita ho visto tante persone così convinte di votare per un partito (che non fosse il PD). Mai nella mia vita ho visto persone insospettabili affermare che approvavano "quello che stava facendo Salvini" (come ministro dell'interno).

      Noi non siamo quelli che vanno in piazza a gridare, sappiamo benissimo che è inutile. Noi non scriviamo sui social, sappiamo benissimo che danneggia le nostre carriere e basta.

      Noi siamo quelli che andiamo nelle urne a votare.

      Scrivo qui solo per dar testimonianza della nostra esistenza, e per ricordare che se Salvini prende la bandiera della Libertà, noi lo seguiremo.

      Ovviamente, se l'obbiettivo è Berlusconi al colle, attendo fiducioso. Se dimostrerete che il centrodestra è compatto e se Salvini si dimostrerà ancora il "capitano" carismatico e vincente del 33%, sono convinto che molti degli elettori che avete perso si ricrederanno e torneranno a sostenervi.

      Davide

      Elimina
  8. Sommariamente: un PdR o è estraneo alla formazione dell'indirizzo politico o non lo è. La Costituzione dovrebbe dirlo esplicitamente predisponendo gli strumenti per rendere la realtà congruente al testo. Un modo che mi gira in testa da tempo è il seguente: l'elezione è valida solo a maggioranza di due terzi (o perfino più onerosa, se si vuole) ad ogni chiama. Se il parlamento (e i delegati regionali) non trovassero un accordo sufficientemente ampio potrebbero infine desistere e chiedere al presidente uscente di indire un'elezione presidenziale a suffragio universale oltre allo scioglimento delle camere. Nel primo caso si avrebbe la possibilità di eleggere veramente una figura di garanzia, nel secondo si espliciterebbe il ruolo politico dell'eletto, che potrebbe così assumere anche un atteggiamento pubblico più assertivo, legittimato dal voto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma tu quindi attribuiresti gli stessi poteri a una figura istituzionale scelta attraverso due percorsi così diversi?

      Elimina
    2. Non necessariamente. Tuttavia, se anche fossero gli stessi poteri per ambo le figure, credo le prassi sarebbero diverse, e questa diversità sarebbe percepita come fisiologica. Nel caso di PdR "notaio" il fautore dell'indirizzo politico sarebbe legittimamente il Presidente del Consiglio dei Ministri, nel caso di PdR "popolare" sarebbe legittimamente quest'ultimo: credo non susciterebbe scandalo se nel secondo caso il PdR inviasse alle Camere un messaggio di richiesta di sfiducia ad un Governo sgradito, per esempio.

      Questione che resterebbe comunque inevasa è la seguente: cosa accadrebbe se un neoeletto PdR "notaio" si rivelasse poi "attivo"? Per contrastare questa deriva l'unico modo è rafforzare i poteri del Parlamento (immunità, scioglimento delle camere come potere condiviso col Capo del Governo, possibilità per il Parlamento di approvare mozioni di censura, di indire elezioni di un nuovo PdR prima della scadenza del settennato in maniera unilaterale, grande trasparenza sulle comunicazioni del PdR...)

      Elimina
  9. Per quanto sia vero che il PdR abbia da molti anni (da sempre?) un ruolo con capacità di indirizzo politico e che la sfrutti, resta il problema di come arginare un governo troppo ansioso di fare e disfare a colpi di decreti e fiducie.

    Tecnicamente ci sono due camere, anche se per questioni di tempo ogni tanto se ne usa una sola.

    Tecnicamente i decreti e i carrozzoni di emendamenti sono strumenti emergenziali, ma vengono usati così spesso da essere diventati la procedura comunemente accettata (o sbaglio?) e il PdR firma pressoché tutto.

    Forse gli ultimi 22-23 mesi hanno creato una visione distorta ed amplificata di questi fenomeni, ricordo vagamente decreti Contiani da oltre 1.000 articoli, senza contare gli emendamenti, ricordo le pile di fogli di carta che lei ci mostrava in diretta quando ci raccontava le fatiche a cui si sarebbe dovuto avvicinare.

    Di fronte a questa enorme problematica, dove l'applicazione delle norme e dei regolamenti è a dir poco interpretata, dove il ruolo delle camere è diminuito e in alcuni casi forse sminuito, di fronte a perenni stati di emergenza e ritardo per cui de facto la procedura è sempre decreto + emendamenti (e per non farsi mancar nulla, infiliamo all'interno di queste voluminose norme, articoli che trattano di cose non assolutamente urgenti, ma che magari si riesce a far passare sotto traccia), ecco... di fronte a tutto ciò, è veramente così importante la scelta tra presidenzialismo e ciò che abbiamo ora?

    Lei mi dice che è importante e io mi fido, dopotutto ha dimostrato molte, moltissime volte di meritare una copiosa dose di fiducia.

    Noi cittadini chiamati a votare per il PdR? Sarebbe interessante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, decreti da mille articoli non ce ne sono stati. Non abbiamo superato la barra dei 300, anche se ti assicuro che già oltre 30 articoli un decreto, per come vengono scritti, è illeggibile.

      Qui però tu tocchi un punto molto interessante per spiegare a chi non lo avesse capito che cosa intendo per "poteri di indirizzo politico". L'abuso della decretazione è un esempio perfetto. L'attuale Presidente l'ha più volte correttamente deprecato, con particolare riguardo al tema della non omogeneità di materia (basta googlare per trovare i suoi interventi), ma non ha mai esercitato i poteri di cui all'art. 74 della Costituzione (quello di rinvio alle Camere di una legge, segnatamente di una legge di conversione di un decreto). Ognuno tragga le proprie conclusioni: qui tacet adsentire videtur si loqui potuisset.

      Elimina
  10. A me la corsa al Quirinale appassiona molto, sicuramente di più delle ultimissime sul fronte COVID; per quanto mi riguarda, la passione non è causata solamente dall'importanza politica dell'evento (che pure è notevole), ma anche dal suo aspetto "formale": sembra un gioco di società complicatissimo, altroché Kriegsspiel... Riusciranno i nostri strateghi a prevalere? Prima che preoccupato, sono curioso.
    Per il resto, sono d'accordo su tutto (magari avere un'elezione diretta del Presidente della Repubblica!), però mi permetta di dissentire sull'Italia "Paese di destra".
    Durante la Prima Repubblica i due maggiori contendenti in campo erano il PCI, un partito affiliato ai paesi del socialismo reale, e la DC, un partito che si ispirava alla Dottrina Sociale della Chiesa.
    Durante la Seconda Repubblica i due maggiori contendenti in campo erano il PCI che ha cambiato nome perché i paesi del socialismo reale nel frattempo erano falliti economicamente e un imprenditore brianzolo che ha costruito un partito da zero riempiendolo di ex-socialisti.
    Nelle elezioni del 2018 la terza ridenominazione del PCI ha preso il 19%, mentre un partito di sinistra estrema, estimatore di Nicolás Maduro e agitatore sistematico della questione morale di berlingueriana memoria, ha preso addirittura il 32%.
    Ora, 19% + 32% = 51%. Così, alla fine, se non abbiamo avuto un quinquennio PD-M5S, mi sembra di aver capito che sia stato esclusivamente per volontà di Matteo Renzi, non per volontà del popolo italiano.
    Grazie ancora per l'impegno che ci mette nel Suo lavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la si può vedere anche in questo modo. E allora... Dibba for president! Almeno sarà uno di cui ho il numero di telefono! Però è ancora troppo giovane...

      Scherzi a parte: senza rientrare nell'annosa canzonetta di "che cos'è la destra, che cos'è la sinistra", con la quale mi hanno polverizzato i testicoli fin dall'apertura di questo blog, credo di poter dire che c'è una certa risacca, nel Paese, rispetto alla retorica globaliota e accogliona del Partito Deflazionista. O no?

      Elimina
  11. In attesa di ritornare alla Carta del 48 e ad un PdR garante di questa e tutore dei "diritti" del Popolo Le faccio molto umilmente notare che i miei due figli fra un mese resteranno senza lavoro,senza salario e senza nessuno che li rappresenti in Parlamento. Convengo con Lei che quanto sta accadendo in questo Paese è incredibile,con lo svuotamento delle camere ed il capovolgimento della stessa Costituzione,e nel contempo nessuno,ripeto nessuno,che si assuma l'onere e l'onore di rappresentare il Popolo in modo tangibile e,mi consenta,Popolare.Il Popolo è stanco e diviso e basterà una leggerissima scintilla per scatenare l'inverosimile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Una minoranza e stanca e divisa e basterà una leggerissima scintilla per scatenare alcunché" te l'ho corretto, così è più sincero.

      Elimina
    2. Ma questo difetto di rappresentanza è esattamente il motivo che mi ha spinto a scrivere questo post, per spiegarvi perché sta accadendo. Sta accadendo perché il meccanismo che ci siamo dati in altri tempi in questa fase ci costringe a giocare a scacchi anziché afferrare l'asta della bandiera per proclamare pochi semplici principi, come quello della libertà.

      Elimina
  12. Ricordo quando l'insegnante di storia diceva a noi giovani virgulti "imbancati" quanto il Presidente della Repubblica avesse un ruolo "puramente rappresentativo". Tant'è, noi le si credeva. E son quelle cose che ti rimangono. Poi all'improvviso, a distanza di decenni, t'appare chiaro che anche no. Capisci di colpo che sei stato istruito fondamentalmente con una fregnaccia e che l'importanza del Presidente della Repubblica è tutt'altro che rappresentativa e che può essere potentemente operativa (soprattutto alla bisogna di una parte politica). Son quelle badilate che fanno riflettere. A questo punto dove porre il limite? Cresciuto come sono tra Wittgenstein e Heidegger credo che che ripartire dal linguaggio sia sempre illuminante. La consuetudine è sempre un cancro della semantica e se la proposizione è un'immagine del mondo allora sarebbe importante capirne la corrispondenza biunivoca. Colui che pre-siede alla cosa pubblica dovrebbe essere attento a ciò che appartiene a tutto il popolo. Certo, le nostre ultime esperienze non annoverano dei presidenti "di tutti gli Italiani". Forse è questo il limite. Forse è anche questo che dà un senso alla sua posizione e che me la fa condividere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però attenzione a quanto dice Alberto49 qua sopra: non è detto che l'elezione diretta conduca necessariamente a un Presidente di "tutti gli italiani", anzi! Io auspicherei che conducesse a un Presidente della maggioranza degli italiani, ma Alberto49 ci ricorda che invece potrebbe condurre a un Presidente della minoranza...

      Elimina
    2. A noi lo raccontava il docente di diritto alle superiori, che si premurava di spiegare anche il sistema del risparmio e di come le banche erogassero prestiti. Si parlava ancora di Cossiga di quando si calava la mimetica, come aneddoto divertente.
      Il punto sta nella responsabilità e nel calibro degli uomini, io credo ci sia una ciclicità nel tempo. A grandi uomini (con tutti i loro difetti umani) bastano regole semplici.

      Elimina
  13. Essendo un elettore di destra ho sempre apprezzato l'idea del presidenzialismo perché, essendo rozzo e ignorante, mi piace votare e sapere chi è chi e chi fa cosa, senza tanti fronzoli (che poi sono quelli che ti fregano, come le righine piccole delle polizze).
    Giunti a questo punto, però, dopo aver visto veramente di tutto e non aggiungo altro, mi piacerebbe anche che le funzioni del monarca, come di tutti i pesi e contrappesi, fossero definiti e delimitati con maggior chiarezza.
    Perché poi arrivano i kostituzionalisti quelli bravi e ti fan passare un cammello per ogni buco che trovano...
    Come dice qualcuno prima di me, allo stato attuale, possiamo immaginare come un PdR "sconveniente" per lor signori sarebbe immediatamente commissariato e limitato, come lo è stato di volta in volta ogni potere in mano alla destra: quando a dar fastidio era il Governo si è bastonato il Premier, quando era il Parlamento lo si è chiuso come una scatoletta di tonno (!), chissà poi cosa dev'essere accaduto recentemente alla Magistratura...
    Va bene il Presidenzialismo, ma soprattutto che ognuno stia a casa sua e non "debordi" più, né in teoria né di fatto.
    Sono 24 anni che l'Italia mi prende in giro e poi mi sento dire che l'accountability è dell'elettore che sceglie male, sarà, ma io ho una sensazione diversa, dal sapore vagamente sudamericano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bè, però se stiamo nei guai in cui stiamo è oggettivo (e qualche intervento qua sopra lo fa vedere bene) che ciò dipende dal fatto che per "punire" #aaaaabolidiga gli elettori hanno usato il rasoio di Abelardo, mentre pensavano di usare quello di Occam.

      Posso dire che con la Lega al 34% e il Mov al 17% il film sarebbe stato diverso? No? E chi è accountable per questo? Io, che fin dal 2012 vi ho detto di stare attenti? Dai, su...

      Elimina
    2. Giusto, ce n'è per tutti.
      Però io nel 2008, giusto o sbagliato, ho votato Berlusconi e come me una gran massa di italiani (si può giudicare bene o male, ma le alternative erano due).
      Ebbene, me l'hanno tirato giù come un colombaccio.
      Sul 2018 alzo le mani,secondo me ho votato bene, ma ho meno che pareggiato.
      Partiamo dal Pdr? Mi sta bene.

      Elimina
  14. E percorrere la via via contraria? Alla tedesca? Un presidente di pura forma.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è anche chi mi parla appunto di cancellierato con sfiducia costruttiva. Dovrei studiare, non è il mio campo. Credo sia un pezzo di quello che intendi tu.

      Elimina
    2. Però c'è un errore da non fare: quello di personalizzare le istituzioni (o di farlo in capo alle persone meno rilevanti...). Qui il problema non è il Presidente, ma la Presidenza, l'istituzione, che è una macchina burocratica complessa, ramificata, resistente al cambiamento e dotata di grande massa e quindi grande inerzia. Se torniamo al post precedente, attenti all'illusione ottica! Pensare di cambiare una istituzione come quella con un tratto di penna (ad es., una modifica alla Costituzione), è un po' come pensare di fermare una locomotiva con una raffica di AR70/90. Succede qualcosa di simile alla fine di "Un pesce di nome Wanda" e non finisce benissimo.

      Elimina
    3. E, infatti, mi chiedo cosa vedremmo accadere se fosse eletto un Presidente non troppo gradito alla Presidenza... il che, forse, potrebbe avvenire, o no?

      Elimina
  15. E se invece di farlo eleggere dal popolo - il che comporterebbe scegliere la modalità di elezione, cosa che, viste le tendenze moderniste, porterebbe di sicuro a una qualche forma di ballottaggio per cui alla fine la gente finirebbe per votare contro qualcuno invece che a favore - se invece di farlo eleggere dal popolo, dicevo, si mettesse mano alla Costituzione definendone con la massima precisione possibile i compiti e il perimetro di azione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci si dimenticherebbe del fatto che "fatta la legge, trovato l'inganno".

      Elimina
    2. Inganni che, ormai l'abbiamo capito, non necessitano neppure di essere troppo fini. #ingannigrezzi

      Elimina
  16. Un post di una semplicità entusiasmante .
    Per un qualche motivo mi è venuta in mente la famosa "Dio è morto".
    Nel medioevo (o giù di lì) l'ordine era costituito e voluto dall' Alto o (Altissimo) ma almeno c'era stato uno che aveva detto "il regno di Dio è in voi".
    Oggi stiamo andando verso un ordine voluto dall' alto... e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era dichiaratamente e ostentatamente troppo semplice, ma per fortuna i commenti l'hanno complicato...

      Elimina
  17. Invece vedo che il tema vi appassiona e vi ringrazio per i molti commenti, tutti utili ad aggiungere complessità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto, il tema del PdR è il tema nodale, ne parlava Claudio anni fa e se ho inteso bene le sue parole, ci vedeva la chiave per la "liberazione" (per così dire).
      Ma di acqua (e macerie) sotto ai ponti ne è passata tanta, forse ora si è aggiunta ancora più complessità al problema.

      Elimina
  18. In che modo riconoscere più poteri sul piano formale alla presidenza della repubblica rafforzerebbe il contrappeso parlamentare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh!? Qui occorrerebbe che tu chiarissi quale passo ti ha fatto giungere a questa conclusione, ma... dopo un altro caffè!

      Elimina
  19. Gli esempi di vero e proprio vulnus costituzionale nella prassi delle scelte presidenziali, avvenuti soprattutto negli ultimi 15 anni, è banale ricordarlo sono stati tanti ed a mio avviso tutti avvenuti nel segno di una incombente ombra europeista.
    I più eclatanti sono stati ovviamente quelli del governo Monti che fu preparato da giugno 2011.
    Addirittura auspicato a marzo dello stesso anno in una illuminante intervista di De Benedetti a Die Zeit poi ci fu l'aiutino dello spread di matrice tedesca a completare il processo.
    Poi anche Mattarella ha fatto la sua parte con la bocciatura dell'economista Savona a maggio 2018 e la nomina di Tria e con il mancato scioglimento delle camere a inizi 2021 con la motivazione della pandemia che avrebbe reso impossibile fare elezioni a giugno (elezioni ammnistrative poi svoltesi ad ottobre in condizioni di pandemia peggiori di giugno).
    Paese a destra e determinazioni presidenziali evidentemente in linea con le sensibilità delle sinistre; no, non mi sembra assolutamente normale quanto avvenuto e ribadisco, dietro queste scelte vedo la matrice europea.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bè, un altro evidente scollamento fra Costituzione formale e materiale riguarda il primo comma dell'art. 87. Inutile girarci tanto intorno. Questo vale anche per calibrare la corretta individuazione delle responsabilità in un Paese soggetto alla mistica del "vincolo esterno".

      Elimina
    2. Sai che risate che mi farei se accadesse! Un colpo difficile da digerire per Pdini, UE e giornaloni. Almeno sulla carta sembrerebbe finalmente una lezione contro 40 anni di vincolo esterno; purtroppo B ha grossi problemi personali ed aziendali e questo rende il tutto troppo complicato.
      Non accadrà! Troviamoci un degno rappresentante di destra, e ce ne sono di autorevoli.

      Elimina
  20. Le sue opportune considerazioni hanno lo scopo di togliere il velo ipocrita sulla mancanza di responsabilità politica del Capo dello Stato, sancita dalla Costituzione formale, in aperto e crudo contrasto con il ruolo attivo di indirizzo politico che viene oggi svolto dallo stesso.
    Non se ne può davvero più della falsa retorica sul ruolo del garante della Costituzione, dell' arbitro imparziale nel confronto tra le forze politiche.
    Abbiamo tutti assistito increduli in questi anni, a Presidenti che hanno posto veti di natura politica alla nomina di Ministri con ricco curriculum ed elevata esperienza, a Presidenti che si sono fatti dettare l'agenda politica dall'estero, con risultati disastrosi dal punto di vista economico e sociale, alla costante predicazione contro il pericoloso "sovranismo", identificato senza fronzoli e conoscenza della storia con il nazionalismo imperialista.
    Abbiamo subito l'accelerazione del potere esecutivo senza controllo durante la pandemia, all'affievolirsi del ruolo del Parlamento, all'anomalo ricorso alla decretazione d'urgenza, addirittura all'abuso ripetuto dei DPCM, al voto di fiducia utilizzato come tagliola del dibattito e del confronto parlamentare, all'insensato attacco alle prerogative dei singoli componenti delle Aule, descritti come burattini attaccati alla poltrona, fonte di spreco di risorse pubbliche al punto che ne possa essere decisa la decurtazione drastica.
    Il vento gelido del qualunquismo grillino si sta affievolendo, ma i danni prodotti nelle menti e nelle coscienze delle persone sono purtroppo grandi e destinati a durare.
    Sono personalmente favorevole all'elezione diretta del PdR, agendo con gli opportuni contrappesi sulla irresponsabilità sancita nell'articolo 90.
    Sono anche consapevole che l'elezione del prossimo PdR sia molto importante e mi auguro che si riesca a rompere l'egemonia pluridecennale della peggiore sinistra del continente o che si finisca sulla solita figura pseudo tecnica che prenderà ordini da Bruxelles.
    Buon lavoro e incrociamo le dita.

    RispondiElimina
  21. Un PdR eletto, in due turni, a PARITA' di poteri, direttamente dai Cittadini? A naso parrebbe possibile in tempi brevi senza stravolgere la Costituzione evitando teatrini tipo "commissione dalema" del 97. È l'ora di un Presidente che risponda a domande vere, non solo a quelle telecomandate degli alunni di scuola.

    RispondiElimina
  22. Qui nell'estremo lembo (martire) da una ventina d'anni s'ingrossano, anche con insospettabili nuovi adepti, le fila di chi rimpiange Kaiser Franz Josef. Va detto però che il pensiero critico e non onirico è retrocesso spaventosamente grazie a quel 95% (ora con i nuovi decreti il 100%) che infesta la scuola pubblica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...e questo è l'altro grosso problema, che poi è quello da cui partiva la mia discussione con Elisabetta, insieme al problema dei media. Scuola e media ricadono nella categoria "Propaganda", che, non a caso, è la più frequentata dai post di questo blog (vedi sotto l'elenco dei tag).

      Elimina
    2. Tre sono i pilastri della barbarie attuale, da radere al suolo e ricostruire da zero, a poterlo fare. Nell'ordine, Istruzione, Media e Magistratura. Ovvero, riabilitare ascoltatori, racconto e morale finale.

      Elimina
  23. Se ricordo bene, è passato un po' di tempo da quando arrivai qui, la tesi divulgata dal Prof era che non fosse più possibile una ricomposizione pacifica del conflitto di classe in corso. E che anche la fine dell'euro sarebbe avvenuta in modo violento. Non ho mai pensato che questo significasse prevedere, e neanche auspicare, una guerra vera e propria, ma più un punto di rottura dato dalla realtà dei fatti che, ad una certa ora, avrebbe reso insostenibile una situazione fino ad allora accettata senza problemi di sorta. Ciò che sarebbe avvenuto dopo, serebbe dipeso dal grado di consapevolezza degli italiani sul proprio ruolo subalterno a livello europeo e sui rapporti di forza interni. Dal canto mio, sebbene abbia sempre apprezzato la nostra costituzione più di tante altre, proprio perché nata in contrapposizione sia al fascismo che al liberismo, non ho mai creduto che un sistema democratico fosse poi tanto migliore di un altro. Se, per esempio, volessimo un presidenzialismo e/o un maggioritario, oggi vincerebbero i piddini (nel senso di categoria antropologica) tanto quanto vincono oggi. Forse tra trent'anni sarà diverso, e io mi auguro che a questo possa servire il grande lavoro di divulgazione politica che il Prof e altri stanno facendo. Oggi temo che a poco serva cambiare, perché sarebbe di certo in peggio. Se sarà il caso, meglio farlo dopo, quando saremo qualcosa di più di un gruppo minoritario, e anche molto diviso. Spero di portare più speranza che rassegnazione anche se, in effetti, pure io oscillo spesso tra l'una e l'altra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo intanto che la "violenza" (intesa come "intensità") degli shock economici ha dimostrato di essere al tempo stesso una cosa da cui la moneta unica non riesce a schermarci (vedi le dinamiche inflattive in atto), come più volte abbiamo ricordato, e una cosa che non basta a determinare un'evoluzione del sistema, come qualcuno forse si illudeva che potesse essere. Mi sembra del tutto chiaro che la prima conseguenza dell'essere sottoposti a un rigido vincolo esterno sta nel fatto che le evoluzioni del sistema sono ovviamente condizionate da questo vincolo, e per affievolirlo bisogna contare sulla forza dell'avversario (fatta salva la necessità di avere una consapevolezza il più possibile accurata delle dinamiche in atto).

      Elimina
  24. Torno a lasciare un breve commento dopo tanto tempo. Sono amareggiato, come tanti, e forse questo mi impedisce di vedere eventuali sviluppi favorevoli in senso democratico. Una volta la cartina al tornasole (per noi, e grazie a lei) era l'euro; poi la pandemia è stata una sorta di cromatografia globale, e la globalità della monocromia mi atterrisce.

    Dubito che, al punto in cui siamo, modifiche dei sistemi elettorali abbiano qualche possibilità (ricordo il referendum greco, ed era pre-covid...). Spingere verso questi cambiamenti può anche rappresentare un investimento in speranza che, una volta delusa, ottiene solo ulteriore erosione di fiducia da parte dell'elettorato.

    Sui social, a seguito di queste esternazioni, la classica risposta sarebbe il falso dilemma (e allora non facciamo niente?) o lo scaricabarile (allora trovala tu la soluzione). So che qui posso trovare di meglio.

    Per quanto può valere, penso che gli unici spiragli che possono davvero aprire qualcosa, o dare davvero "fastidio" siano nell'ambito dei media. Non so come portare lì la rappresentatività, ma è solo lì che vedo possibilità di fare la differenza.

    In ogni caso spero davvero di sbagliarmi e che voi (lei e chi come lei cerca di fare qualcosa) abbiate una vista più lunga.

    (P.S. qui risulto ancora con il nick UnTuttologo, ma su Twitter sono ClaudioC)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo dire che questa è un'osservazione che sento molto mia: la condivido e mi ci identifico totalmente. Quando fui colpito dalla natura intrinsecamente e dichiaratamente antidemocratica del vincolo esterno, nel noto dialogo sulla scaletta dell'aereo per l'Europa (era il 2010), fra le mie varie reazioni ci fu anche quella di scappare. Dato che mi ero inserito con un certo successo in una rete di economisti italiani che lavoravano all'estero, la prima cosa che mi venne in mente fu di andarmene in Australia, un paese anglosassone, dove non avrei avuto difficoltà a trovare lavoro, e la forza di Coriolis scherma abbastanza da eventuali cose che possano andare storte. La pandemia mi ha aiutato a relativizzare. La deriva antidemocratica è globale: pressoché ovunque i Governi hanno reagito in modo irrazionale e discriminatorio, anche nei Paesi che per traiettoria culturale e contesto geopolitico potevano sembrare meno suscettibili di involuzioni autoritarie. La cromatografia ha funzionato. In un certo senso, noi qui (e non intendo qui in Italia, intendo qui su questa pagina) siamo stati più fortunati di altri, perché il particolare contesto italiano, dove certe dinamiche erano già esplicite da tempo, ci ha preparato (o dovrebbe averci preparato) al peggio. Posso anche condividere l'idea che a fronte dell'evoluzione (cioè dell'involuzione) del capitalismo globalista sia utopistico ragionare di temi come quelli che ho sollevato qui. Però ricordo sempre che ci sono stati sistemi politici nei quali era stati investito un capitale politico ben più rilevante, per periodi di tempo ben più lunghi, che sembravano ben più inscalfibili, e poi le cose sono cambiate. Magari solo apparentemente, magari solo spostando a un altro livello il piano del conflitto, ma sono cambiate. Lo "jus primae noctis" non c'è più sostanzialmente perché non c'è mai stato, ma la legge di bilancio una volta non c'era e adesso c'è...

      Elimina
    2. Grazie della risposta. Ripeto, spero di sbagliarmi e non ho davvero alcun desiderio di autocompiacimento da "l'avevo detto". Mi auguro che questa iniziativa politica possa trovare un frutto, per quanto personalmente - se la mia decisionalità impattasse - non investirei.

      Purtroppo anch'io sto valutando l'espatrio addirittura dopo questa verifica di globalità del cetriolo. Sono convinto che ogni luogo è straniero, non è certo la soluzione. Sono convinto che quando la pandemia o chi per lei arriverà anche sull'isola di gomera, loro cominceranno a fischiare all'unisono, come qui. Però la vita è nel tempo... e nel frattempo, laddove esiste ancora una rete sociale più umana e meno corrotta dalla paura, magari c'è un ambiente temporaneamente più fecondo per coltivare inclinazioni, amicizie, ricerca. Ho ancora qualche mese di GP da guarito, ora, per pensarci e per vedere un altro episodio di questa serie TV (in cui, nel mio piccolo, cerco di recitare la mia parte nell'ambito che mi appartiene, ossia la presa in carico di qualche paziente).

      Le mando un abbraccio virtuale

      Elimina
  25. Anche io grezzo giurassico leghista.
    La costituzione materiale è influenzata dalla tecnologia dell'informazione mentre la costituzione formale è vincolata ai tempi fissati nel 1948 . Se le elezioni avvenissero una volta l'anno il PDR non potrebbe fare ciò che abbiamo visto fare da Scalfaro in poi . La stessa cosa per coloro che furono eletti nel M5S a quest'ultimo giro.
    Molti anni fa proposi:
    IL COLLARE BIP BIP
    Ogni eletto del M5S verra' dotato di un collare inamovibile contenente un ricevitore radio ed una carica esplosiva.
    Il collare si disattiva immediatamente in caso di dimissioni.
    Gli aderenti al movimento , via internet, in ogni momento , clikkano su un pulsante verde o rosso .
    Quando la meta' piu' uno saranno rossi il nostro deputato avra' 24 ore per dare le dimissioni, disattivando cosi' il conto alla rovescia.
    Naturalmente sono favorevole a soluzioni meno cruente, ma il senso non deve cambiare.


    RispondiElimina
  26. Prima hanno votato in massa il Movimento antiparlamentarista e adesso si lamentano perché il Parlamento non conta e iiiiipolitighi fanno i "camerieri dei banchieri" (uno dei vecchi refrain della peggiore demagogia fascista, per altro).
    E graziarcà.
    Votando in massa il suddetto Movimento hanno per altro consegnato il Paese nelle mani della totale ingovernabilità (che era il vero obiettivo del clown psicopatico portavoce del Movimento) e alla follia (anche antigiuridica, tra le altre forme riscontrate). La c.d. "accountability", in un sistema parlamentare, e quindi partitico, DEVE pesare SOPRATUTTO sull'elettore, che col ciufolo ha sempre ragione: la colpa è tua caro amico che hai votato l'uno vale uno, parimenti a te caro che hai votato lo smacchiatore di grandi felini, perché è "onesto"; ed il suo partito è buono perché la lotta al contante è la lotta civile alla Mafia e all'evasione del panificio. In una Repubblica dei Partiti, come la nostra, la classe politica non è una maledizione divina, ma il frutto di una scelta. Quindi se mandi Di Maio nelle stanze delle istituzioni a rappresentarti hai poco da lamentarti. Il problema, semmai, è che coinvolgi anche me nelle tue decisioni idiote e questo non va bene.

    RispondiElimina
  27. il fatto che la sinistra stia evitando che al governo non vada la destra non è per il presidenzialismo vs parlamentarismo ma perché i gangli del potere sono nelle mani della sinistra e ha tutti gli strumenti per poterlo fermare sta a noi popolo essere compatto e votare la destra in ogni occasione perché se pensate che essere puri e anche credervi furbi non andando a votare sapete qual'è il risultato?? che gli elettori di sinistra vanno a votare e poi scopriamo non stupendoci che noi che stiamo furbi non abbiamo votato e loro come i lemming vanno a votare e poi vincono mica come noi che siamo più intelligenti di loro poi facciamola una riflessione a noi stessi perché sta cosa che è sempre colpa dei politici mi ha rotto le palle ma anche basta

    RispondiElimina
  28. Presidente della Repubblica eletto dal popolo con siffattaaccountability che benissimo funziona in Francia.
    da lunghi anni - in effetti da decenni - l'arbitro ha abdicato al suo ruolo imparziale. La vera domanda è "perché chi avrebbe dovuto non ha mai proposto conflitto di attribuzioni in Corte Costituzionale"?
    Ma non vi preoccupate: nell'ipotetico caso che eleggiate al Quirinale uno dei vostri, vi spiegherà il PD come si fa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma potresti anche spiegarcelo tu che sicuramente credi di sapere come si fa...

      Elimina
    2. Tranquillo: se da parlamentari non sapete aprire un conflitto di attribuzioni, vi aspetto nel mio blog di cucina, che mi sembra più consono.
      Quello era il momento per farequalcosa: vincendo avreste tolto un potere "usurpato"; perdendo, il post (e lo spin del cdx) sarebbe quanto meno giustificabile ("ci abbiamo provato con le regole attuali, ma non si riesce e quindi bisogna cambiare le regole") se non credibile.
      Continuate a farvi scrivere i quesiti referendari da Calderoli facendoli bocciare alla Consulta e denigrate Mattei perché è, invece, in grado di farseli approvare.

      Elimina
  29. Ho letto con attenzione e vivo interesse il Suo intervento e tutti i commenti. Per questo ringrazio tutti per le profonde argomentazioni che aiutano ad analizzare la situazione che si è creata ed le possibilità di superamento delle anomalie. Ora aspettiamo, con fiducia nei nostri rappresentanti, l'esito di questa elezione. Poi noi dovremo farci una opinione, anche con il Suo prezioso aiuto, di cosa è successo, ed alle politiche votare per il partito e i candidati che meglio corrispondono alle aspettative di risanamento delle anomalie che si sono evidenziate nei secondi 40 anni della vigenza della Costituzione.

    RispondiElimina
  30. La repubblica presidenziale era nei piani di “Rinascita democratica”.

    La Lega primigenia, invece, aveva come riferimento ideale il sistema politico svizzero:

    “Governo

    Il Consiglio federale, il governo centrale della Svizzera, ha sette membri, i consiglieri federali. A turno, ogni anno, uno dei consiglieri diventa presidente della Confederazione. La carica ha funzioni soprattutto rappresentative. Il presidente o la presidente continuano a dirigere un dipartimento (ministero). Normalmente nel governo sono rappresentati i quattro maggiori partiti.
    I membri del governo sono eletti dalle due camere del parlamento riunite, l'Assemblea federale.”

    Fonte: https://www.swissinfo.ch/ita/sistema-politico/29126166

    Sarò un nostalgico ma, siccome a qualche modello dobbiamo pur ispirarci, continuo a preferire quello svizzero (dove, tra l’altro, c’è un eccellente equilibrio tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta).

    RispondiElimina
  31. Se la Storia ci dovrebbe insegnare qualcosa allora chiedo: è mai successo che, dopo aver affrontato condizioni eccezionali e averle risolte, una personalità particolarmente capace di risolvere problemi in periodi eccezionali ed aver assunto il ruolo di "dittatore" (nell'accezione che l'Impero Romano attribuiva alla carica), la carica venisse restituita, ed egli facesse un passo indietro assieme al sistema che lo ha retto?

    E aggiungo: il presidenzialismo come primo passo per la liberazione del paese, o come ordinamento futuro per il dopo?

    RispondiElimina
  32. Lo faro' leggere ai miei figli. Come sempre lei usa la parola scritta in modo sublime. Le intuivo tutte queste cose, ma il suo intervento me le ha rese chiare. Grazie
    Giovanni

    RispondiElimina
  33. Professore la butto li' ma Tremonti presidente?avrebbe tutte le carte in regola come autorevolezza e competenza

    RispondiElimina
  34. Diciamo che questo aspetto del vincolo esterno è attinente al tema qui trattato nel senso che nonostante le due economie siano diverse e con enormi diverse esigenze, le politiche monetarie comuni impegnano a subire trattamenti negativi per la nostra economia e non saranno rose e fiori.
    Quando in un precedente articolo si trattava di inflazione e tassi di cambio reale, mi chiedevo "Chissà che dirà Hans Werner sull'€ di fronte a questo dato!, il nostro simpatico amico (a me risulta simpatico che ci posso fare?) è puntualmente intervenuto sulla faccenda "Top-Ökonom Hans-Werner Sinn warnt: "Feuer der Inflation muss man sofort austreten"(Il massimo economista Hans-Werner Sinn avverte: "Bisogna uscire immediatamente dal fuoco dell'inflazione")

    RispondiElimina
  35. Una cosa positiva c'è già a prescindere da come vada: da quando si è fatto il nome di Berlusconi come candidato del gruppo parlamentare Conservatore o di Destra o di Centro Destra (ci si può sbizzarrire, ma il concetto è quello), i PIDDINI si sono scoperti Presidenzialisti...per 20 anni mi hanno ripetuto che il Popolo non elegge il Capo dello Stato (per fortuna che me lo hanno ricordato loro...perché non ci sarei mai arrivato...questa egemonia culturale della sinistra funziona.....)....adesso non appena hanno sentito che potrebbero esserci i numeri parlamentari (forse...ma basta il forse...) per eleggere dopo non so quanto tempo (forse da Cossiga??) un candidato a loro NON vicino (nonostante ci governino e lo abbiano corteggiato negli ultimi 2 anni), si sono scoperti a favore del Popolo che potrebbe assicurare (che strano) più del Parlamento un candidato "equo" (un pò come il canone)....Insomma: in un colpo la Sinistra è diventata Populista e Presidenzialista...
    Scherzi ed ironie a parte...vediamo come andrà...solitamente il primo nome viene sempre poi superato. La mia sensazione è che la probabilità di vedere Berlusconi al Quirinale, sia molto bassa. Ho fiducia (preferisco la fiducia alla speranza), però, nel lavoro che il Professore ed il mondo conservatore tutto riusciranno a giocare bene la partita. Noi osserviamo in silenzio, io personalmente evito anche la bagarre sui socia come consigliato saggiamente dal Professore...
    Saluti

    RispondiElimina
  36. Se il Presidente della Repubblica ha acquisito,negli ultimi 30 anni(da Scalfaro in poi) una capacità di orientare le scelte politiche è perchè i partiti non hanno più la possibilità di rappresentare una qualsiasi parte in lotta nel conflitto più importante in seno ad una società :quello DISTRIBUTIVO(ossia la cara vecchia LOTTA DI CLASSE). Tale conflitto è stato sedato da decine di anni di "libero mercato"(free trade)che ha ridotto di molto il potere contrattuale delle classi subalterne che erano rappresentate in tutti i partiti di massa (ad esempio la dc prendeva voti di tantissimi salariati) .La diminuzione del potere contrattuale delle classi subalterne ha trasformato gli stessi partiti in formazioni personali e in comitati elettorali che si occupano di tutt' al più di conflitti sub sezionali(dai conflitti etnici,localistici ai conflitti di genere e per i diritti "civili"o meglio ,come felicemente li ha definiti il Presidente Luciano Barra Caracciolo,"DIRITTI COSMETICI").Riportare il conflitto distributivo al centro della lotta politica e con esso riportare i partiti ad essere di nuovo rappresentativi e di massa, presuppone un percorso di emancipazione dal "LIBERO MERCATO"e dai suoi strumenti quali,nel nostro caso,sono i trattati Ue e la moneta unica.

    RispondiElimina
  37. Riguardo alla Costituzione ,il sistema socio economico da essa prescritto era un tentativo di mediazione ,parzialmente attuata fino agli anni 70 ,del conflitto tra la necessità di conservazione della società dalla sua distruzione da parte del mercato e quella dello sviluppo economico che è attuato dal mercato stesso. Il trionfo del mercato negli ultimi 30 anni ha causato oltre che lo svuotamento della democrazia anche la crisi della società :uno dei segnale di tale crisi,forse perchè è il più "esistenziale "è la crisi demografica che spesso è ricordata nei suoi interventi dal prof.Cesare Pozzi o la desertificazione dei territori "periferici"(sono marchigiano esattamente di Ancona)

    RispondiElimina
  38. Sì, man mano che passa il tempo anche per i comuni mortali arriva la sensazione che l'architettura istituzionale materiale sia un tantino diversa da quella progettata dalla più bella del mondo, la quale designava il Capo dello Stato come il guardiano, e non l'esecutore.
    Ora, come apprendiamo grazie solamente ai social, bisogna dirlo, l'indirizzo politico arriva dai Palazzoni di Vetro via Bruxelles, il Quirinale esegue, Palazzo Chigi emenda e le Camere ratificano senza aver mai toccato palla. A parte al Senato, forse, dove si può spostare una virgola, letteralmente, mentre alla Camera arriva un malloppo blindato da timbrare.

    Purtroppo, i cittadini in tutto questo, vedono solo aaaapolidiga, e la Costituzione formale, perché per loro invece vale solo quella.
    Qui si inserisce l'elezione imminente del Presidente della Repubblica. Se vige la Costituzione materiale, allora Draghi può stappare lo champagne.
    Se invece, essendo il Paese allineato con i conservatori, allora il prossimo settennato sarà guidato da Casellati, e non dovrebbero esserci grandi discussioni. Mentre alla Camera non c'è stata partita, al Senato è tutt'altro che scontato un nome di Governo. E il compromesso trovato per la presidenza del Senato a inizio legislatura, nell'attuale schema tutti contro tutti al cubo, riproporlo mi sembra un'ottima opportunità per l'Italia. Potrebbe rivelarsi un'argine alla deriva "materialista" sovranazionale, e la Casellati ha riconosciuto l'entità del diluvio di direttive anonime che diventano legge. Anche i moderati di sinistra terrorizzati dagli smottamenti in atto potrebbero rianimarsi. Con Berlusconi nome ancora super spendibile, la cui popolarità è stata riesumata proprio dalla catastrofe dell'incompetenza, dall'isteria vaccinista e dalla deriva sicuritaria dei "buoni", vedendo la follia globalista svilupparsi e prendere corpo proprio dalla loro parte, potrebbero vedere un spiraglio di luce in una "donna"(sarete contenti finalmente), capace, figura politica di spicco, non appare imboccata dai Palazzi, che non ripete "Europa, Europa" a vanvera e non usa formulette aziendalistiche farcite di informatichese per accattivarsi chissà chi.

    Io preferisco ritornare alla Costituzione: il Presidente è un compromesso del Parlamento italiano e dei rappresentanti regionali. Quindi se non sarà un nome euro-unionista, se ne facciano una ragione. E colgo l'occasione per ricordare agli euro-unionisti che il Mistero dell'Economia non lo può scegliere il Quirinale, deve essere una scelta del Presidente del Consiglio.

    Parlare di presidenzialismo, ora? Diventerà appassionante col tempo, certo. Non va bene che ci esista un presidenzialismo di fatto, introdotto con un metodo che, a confronto, quello di Junker sembra quello di una democrazia all'avanguardia. Mi sembra più facile, però, parlare del ritorno ai quattro ministeri dell'Economia. Ed è sicuramente più difficile che parlare della riforma della giustizia.

    Questa è una lettura che do da fuori, magari voi al Senato avete visto un altro film.

    RispondiElimina
  39. Riprendo una citazione di Dani Rodrik ,fatta in questo post su Orizzonte 48 "https://orizzonte48.blogspot.com/2015/02/la-condizionalita-2-da-chang-rodrik.html "Le conseguenze politiche di una prematura deindustrializzazione sono più sottili, ma possono essere più significative.
    I partiti politici di massa sono stati tradizionalmente un sotto-prodotto dell'industrializzazione. La politica risulta molto diversa quando la produzione urbana è organizzata in larga parte intorno all'informalità, una serie diffusa di piccole imprese e servizi trascurabili.
    Gli interessi condivisi all'interno della non-elite sono più ardui da definire, l'organizzazione politica fronteggia ostacoli maggiori, e le identità personalistiche ed etniche dominano a scapito della solidarietà di classe.

    Le elites non hanno di fronte attori politici che possano reclamare di rappresentare le non-elites e perciò assumere impegni vincolanti per conto di esse.
    Inoltre, le elites possono ben preferire - e ne hanno l'attitudine- di dividere e comandare, perseguendo populismo e politiche clientelari, giocando a porre un segmento di non elite contro l'altro.
    Senza la disciplina e il coordinamento che fornisce una forza di lavoro organizzata, il negoziato tra l'elite e la non elite, necessario per la transizione e il consolidamento democratico, hanno meno probabilità di verificarsi.
    In tal modo la deindustrializzazione può rendere la democratizzazione meno probabile e più fragile."

    RispondiElimina
  40. 1. Sulla legge elettorale.
    A me l'attuale piace abbastanza; anzi mi spingo a dire che è la migliore che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni. Tutto sommato, contempera un impianto proporzionale (che dà a ogni partito la possibilità di esser rappresentato in Parlamento per quanto davvero è presente nel paese) con una parte maggioritaria uninominale sulla base delle alleanze elettorali (che dà modo di pesare anche le coalizioni e in una certa misura di favorirle, chiarendo quali potrebbero essere gli sbocchi parlamentari post-voto). Non ci sono le preferenze scritte (che comunque in passato non ci evitarono l'elezione di osceni figuri), ma i listini ristretti nella parte proporzionale e i collegi uninominali nella parte maggioritaria danno comunque modo di sapere esattamente chi si sta votando e quindi di esprimere le proprie preferenze (o di non esprimerle affatto!).
    Insomma, io me la terrei stretta, anche se forse sono l'unico.

    2. Sul PdR.
    L'eventuale elezione di Berlusconi, oltre a far scoppiare i fegati di un sacco di piddogrillini, avrebbe non meno di due grandi pregi (oltre alle tante criticità di immagine, prima tra tutte che avremmo un PdR già pregiudicato e ancora sotto processo...):
    A - l'uomo non sarebbe controllabile da remoto dal PD, come accaduto con gli ultimi due, e questo sarebbe già un notevole passo in avanti; non sarebbe forse controllabile da nessuno, tranne il suo andrologo, ma a evitare sfracelli penserebbe il punto
    B - avrebbe contro tutti i giornaloni e i piddini incistati nei vari media! E questa sarebbe una magnifica opportunità per mettere una volta per tutte nero su bianco che cosa può e che cosa non può fare, che cosa deve e che cosa non deve fare il PdR, ovviamente vendendo la cosa ai piddini come un modo sicuro per limitare Berlusconi. Oltretutto in maniera condivisa, così che i piddini non possano dire che si fa una riforma contro di loro (ma in realtà pensando a quando il PdR sarà nuovamente un ectoplasma piddino; per cui la riforma dovrà essere a prova di bomba), ma tenendo il coltello dalla parte del manico.
    Per il resto, l'importante è che qualcuno faccia venire a Silvio il sospetto che l'UE sia una manovra comunista per fregarci, e che l'Euro sia come il rublo sovietico. A quel punto è fatta.

    RispondiElimina
  41. Il tema è invero interessantissimo, per vari aspetti.
    Il primo: la posta in gioco. Questa elezione darà un’indicazione chiara sulla possibilità di tornare indietro (dico: verso il modello di società in cui sono cresciuti i miei genitori, invertendo la degenerazione in atto da 41 anni) in maniera pacifica e democratica e in tempi compatibili con la durata della vita umana. Perché le alternative non mi attraggono per nulla: non ho da lasciare grandi testimonianze culturali per le future generazioni che continueranno la lotta, e non mi attira l’altra forma di testimonianza, quella con l’etimologia greca.
    È impossibile però analizzare dinamiche di cui non si sa nulla (chi sono i veri candidati e quali le posizioni degli elettori?). Ma, soprattutto, come ebbe a twittare Claudio Borghi, è troppo lungo l’elenco di ottime persone che si sono trasformate in mostri appena dopo essere state elette, quindi saranno più interessanti le reazioni della stampa che il nome in sé.
    Altra questione interessante è quella della Costituzione formale vs materiale. Forse la faccio troppo semplice, però quello che è più cambiato dal trentennio glorioso ad oggi non è certo la Costituzione, ma le condizioni materiali in cui viviamo. A livello geopolitico non abbiamo né peso nostro né una posizione che ci renda strategici; a livello industriale e infrastrutturale, se non siamo del tutto dipendenti dall’estero, ci manca poco (per inciso: sul tema mi permetto di dissentire rispettosamente dall’ON. Borghi quando dice che il MES è metterci nelle mani di potenze straniere mentre il greenpass è affare interno: almeno fin quando i preparati industriali che concedono il lasciapassare sono prodotti da multinazionali e fin quando misure equivalenti non siano applicate con una sincronia incredibile a livello globale da governi di ogni colore, non penserò che il greenpass sia un problema solamente interno). Sul piano interno, le disuguaglianze economiche tra classi sociali, l’alto tasso di disoccupazione, il predominio mediatico e istituzionale di una unica visione del mondo e la degenerazione del sistema scolastico rendono tragica la situazione per chi voglia presentare istanze differenti. Non credo che questo problema si possa risolvere attraverso modifiche della costituzione, soprattutto dati gli attuali rapporti di forza.
    Infine, mi appassiona il tema della rappresentanza. Anch’io, come Stefano Longagnani, vorrei un ritorno del proporzionale secco con preferenze. Non tanto perché sarebbe la soluzione per le prossime elezioni, ma comincerebbe a esserlo dalle successive. Mi spiego: la poltrona del rappresentante deve essere molto comoda e calda (al contrario di quello che dicono i grillini), però, allo stesso tempo, molto precaria. Ogni parlamentare (ma non solo…) deve voler conservare la sua posizione (e non magari usarla per garantirsi un futuro impiego in grandi banche di investimento), sapendo che sarà giudicato presto, e individualmente, su quello che ha fatto. Anche e soprattutto per questo i parlamentari devono essere molti, molti di più degli attuali. Diciamolo male, ma in forma molto pop: il parlamento dovrebbe essere un grande talent show della politica.

    RispondiElimina
  42. Parlamentarismo o presidenzialismo questo è il dilemma (?).
    Penso sia buona cosa intanto mettere dei paletti alla decretazione.
    Ormai i decreti fanno schifo anche alle grida manzoniane.
    Limitarne la portata e un bel controllo preventivo di costituzionalità?
    (La corte costituzionale... mamma che paura!).

    RispondiElimina
  43. Mattarello,Mattarello,Mattarello,🤣

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.