(perché questo non è più uno one-man show).
Oggi son venuto qui alle 7:30 per occuparmi di voi. Il milleproroghe andrà in aula da noi alle 9:30. Il presidente Alberti Casellati autorizzerà la VI e XI Commissione ad analizzare congiuntamente in sede referente il decreto dignità. L'incardinamento avverrà credo in mattinata (relazione e discussione generale), il deposito emendamenti in serata, domani e domenica ne discuteremo, lunedì andrà in aula. Toccherà anche a me fare le ore piccole. Purtroppo sono il presidente più anziano, e dirigere il traffico tocca a me...
Stiamo lavorando, come ho cercato di spiegare a chi me lo ha garbatamente chiesto:
(...non è colpa mia se mamma m'ha fatto istituzionale. E se volete provare a litigare, o a farci litigare, bussate a un'altra porta...)
(...aggiornamento delle 8:40: confermo che il dignità passa da noi. Sto studiando il facciario dell'XI Commissione: bisogna fare anche questo...)
ho sentito Molinari in diretta e poi la collega del 5Stelle e quello che mi è decisamente piaciuto è stato proprio il riconoscersi reciprocamente come parti attive, collaborative e leali. se ne sente la necessità, perché il giochino, come tu dici nell'intervista col mio omonimo è quello di cercare di spaccare. Io, quando sento il main stream parlare di scontro, di divisione, di incomprensione e divergenze, non ci credo, mai. Ma c'è chi ci crede...
RispondiEliminaCome ho avuto modo di dire a una deputata proprio della Lega il problema più grosso è la comunicazione per il semplice motivo che abbiamo quasi tutti i Media contro, e allora queste pubbliche dichiarazioni di stima sono importanti. Poi, ci vuole pazienza e battere la via che ha indicato in una intervista a Messora Alessandro Greco: se una menzogna ripetuta mille volte diviene verità, una verità ripetuta mille volte... cosa diventa? :-)
Torno al silenzio... e lascio lavorare il nostro Senatore.
La dichiarazione di voto di Molinari resterà nella storia parlamentare. Ieri sera l'ho fatta vedere in famiglia. Avanti così.
RispondiEliminaDalla parte dei lavoratori. Molinari è lì. E noi con lui. Sempre più convinti. Sempre più rossobruni. Schedateci tutti.
RispondiEliminaBuongiorno Onorevole,
RispondiEliminaHo votato Lega per mandare a casa il PD e per avere un po' di speranza per questo Paese, ma dopo aver letto la parte del Decreto Dignità relativamente ai contratti a tempo indeterminato ho provato una certa delusione: di fatto è stato confermato l'impianto del Jobs Act e nel decreto vi siete limitati a fare qualche aggiustamento verso l'alto degli indennizzi in caso di licenziamento illegittimo. Nel Decreto rimane, per il datore di lavoro, la possibilità di licenziare il lavoratore in qualunque momento pagandogli, a titolo di conciliazione, un minimo di 2 fino ad un massimo di 24 mensilità, a seconda dell'anzianità, perchè questi accetti il licenziamento senza fare storie, mentre per poter accedere alle indennità, che nel decreto vengono sì aumentate da un minimo di 6 fino ad un massimo di 36 mensilità, il lavoratore dovrà rivolgersi al giudice per ottenere, se gli va bene, quattro mensilità in più e se gli va male il pagamento delle spese processuali: in altre parole rimane in capo al lavoratore la scelta tra pochi maledetti e subito oppure un'attesa lunga senza soldi e senza lavoro. Come mai si è scelto di mantenere questa che, a mio avviso, è una fonte di precarizzazione costante del rapporto di lavoro? Le piccole aziende italiane già erano libere dall'art.18, questa norma aiuta invece le grandi aziende oramai tutte in mano estera per le quali i lavoratori sono ingranaggi intercambiabili.
Questo link è molto più chiaro di quanto lo possa essere io e ne consiglio la lettura ai frequentatori del blog. In conclusione, non mi sento di unirmi al coro degli entusiasti del decreto dignità perchè lo ritengo più una operazione di facciata che di sostanza perchè se è vero che si accede al contratto a tempo indeterminato prima, è anche vero che tale rimane solo sulla carta ma d'altronde non dovrebbe stupirmi il fatto che non si sia potuto procedere ad una modifica più radicale e tanto meno ad una sua abrogazione: siamo nell'euro e, come Lei ci ha insegnato, con il cambio fisso, se si vuole impedire di far collassare il sistema, devono pagare i lavoratori.
Cordiai Saluti
Il link del commento non funziona. Fare click qui per il link che penso fosse quello voluto.
Elimina@Longagnani
EliminaIl link è quello giusto, grazie.
Il meglio è nemico del bene. Non si è passati dallo Statuto dei Lavoratori al Jobs Act in una mossa sola. C'è stato prima il cd. Pacchetto Treu, poi la legge Biaggi, poi la riformina Maroni, poi le misure Sacconi. Tutte norme che guardano al lato dell'offerta, senza preoccuparsi del lavoro. Norme rese possibili da un movimento culturale (guidato da Ichino e non solo) che avviato all'inizio degli anni 90 da giuslavoristi di cd. sinistra si è progressivamente affermato tra le organizzazioni sindacali che quelle norme hanno accettato e persino promosso (Cassola). Non si può pensare di abrogare una norma dall'oggi al domani: si deve necessariamente procedere per gradi e lavorare perché la critica alla visione offertista si diffonda sempre più, perché, con una cultura del lavoro finalmente recuperata, il definitivo superamento del Jobs Act e delle norme che ne erano state il presupposto risulterà naturale. Questo non è un governo dell'emergenza e del fate presto: questo è un governo che nasce da un'emergenza (sociale e generazionale), ma si muove - non può non muoversi - secondo logiche di medio periodo. Non si ricostruisce un sistema di norme se non si ricostruisce un pensiero che quel sistema regga e accompagni. Questo blog ha "disintossicato" tanti di noi: occorre promuovere cultura nel Paese, per questo la battaglia su Foa non è solo simbolica.
Elimina@vetrugno
Eliminaho nella mia piccola libreria il libro "economia della rivoluzione" di Vladimiro Giacchè e quindi sono conscio della validità di quanto affermi; io ho espresso la mia delusione su di un punto specifico, ma sono anche in parte confortato dal segnale in controtendenza che il decreto fornisce su altri punti, come ad esempio quando si sancisce il principio che non è piu' ammesso delocalizzare se hai ricevuto aiuti pubblici, però trovo ancora prematuro esultare. Sarò ben lieto di scrivere su questo blog "mi sono sbagliato". Il governo durerà almeno cinque anni e poi gli Italiani decideranno avendo dimostrato di saperlo fare anche in presenza di una propaganda martellante a reti unificate.
Salve Senatore, Molinari dice che "la Lega si è opposta con forza all'approvazione del Jobs Act". Posso chiedere a Lei per quale motivo i punti chiave del Jobs Act, come demansionamento, art.18 e "controlli a distanza", non sono stati abrogati e/o modificati dal Decreto Dignità?
RispondiEliminaSe posso permettermi, intervengo velocissimamente solo per dire che Roma non fu fatta in un giorno, e ricostruire o abrogare un intervento legislativo corposo come il Jobs Act richiede tempo, non è banale. Questo governo si sta organizzando bene, sottotraccia, mettendo le persone giuste nei posti giusti. Vedrai che si arriverà anche lì, ma non puoi pretendere che si faccia tutto in una notte con la bacchetta magica
EliminaCapisco il tuo ragionamento, ma quando ci si arriverà, secondo te?
EliminaNel programma di governo della Lega questi punti non ci sono.
Se un decreto viene chiamato dignità, ci si aspetta che intervenga in quelle storture o forzature che rendono il lavoro non dignitoso. Le situazioni sarebbero tante come il lavoro a chiamata dove devi essere sempre disponibile e possono chiamarti la sera per la mattina (e magari lavori solo un giorno al mese e figuri occupato), oppure l'universo oscuro delle false cooperative che vincono appalti pubblici e pagano una miseria i loro soci. Nel decreto non c'è niente di tutto questo. Anche sulle tanto pubblicizzate indennità c'è da dire: per avere 36 mensilità di risarcimento devo avere 18 anni di anzianità presso il datore che mi licenzia. Lavoratori interessati oggi nessuno. Gli industriali fanno finta di incazzarsi per battere cassa più avanti, un film già visto. Niente di nuovo.
RispondiEliminaDignità.
RispondiEliminaNo, non il decreto.
Parlo della "considerazione in cui l'uomo tiene se stesso e che si traduce in un comportamento responsabile, misurato, equilibrato".
Avrei voluto stare sempre e solo qui, dove tempi e spazi dilatati consentono lo studio e la riflessione.
Poi, per sostenere il suo impegno politico (e per il conseguente ridursi di post) mi sono decisa a venire su Twitter.
Pur essendo al corrente della slealtà dell'avversario e della sua autoreferenzialità, sono rimasta SCONVOLTA dal suo incontro diretto.
Mi sono trovata in discussioni surreali con interlocutori a dir poco inquietanti.
Giornalisti, economisti, membri dell'opposizione e i loro follower combattono con le stesse subdole armi.
Diffamano e calunniano i nostri rappresentanti.
Mentono, provocano e insultano per impedire il dibattito e qualsiasi distensione, assolutamente incuranti della cittadinanza e della sua incolumità.
Utilizzano altri uomini come arma nella speranza che scocchi la scintilla che generi l'esplosione.
Sono arrivati a negare la nostra esistenza (bot e troll). Come se non ci fossero state elezioni, come se le loro piazze non fossero deserte, come se i sondaggi non ci dessero al 70%.
Nessuna motivazione logica regge. Nessuna possibilità di discussione. Solo violenza verbale.
L'avversario politico, democraticamente sconfitto, si è fatto apertamente nemico.
La dignità (apparente) ha lasciato uscire bestia feroce che aveva dentro. Non vogliono perdere il potere a qualsiasi costo e a qualsiasi prezzo.
Ce lo aveva detto, ma sentirlo dire non è come trovarsi di fronte a questo mostro che ha perso qualsiasi forma anche solo apparente di dignità.
Voi non avete fatto un decreto.
Voi siete l'ultima barriera contro la disumanizzazione.
azz....Albè....sei più ggiovine adesso di 7 anni fa....si vede che lappolitica tiffabbene!!!!! dai dai!!!!!
RispondiEliminaSono d'accordo. Anche la veste istituzionale giova molto, fa volare più in alto, sopra le beghe...
RispondiEliminaHo sentito poco fa Di Maio, intervistato da radio24 (Audio riportato su il fatto quotidiano), elogiare gli "alleati" (voi... noi!), dire che con Salvini si capiscono al volo, e che è molto contento di non aver trovato accordo con il pd (mi conceda di scriverlo in minuscolo perché questo si meritano), mi crede se Le dico che mi sono commossa? Abbiamo bisogno di questi messaggi, siamo sommersi dalla melma che ci buttano addosso tutti i giorni i msm, grazie.
RispondiEliminaLa leghista in trasferta.
Scusi prof una cosa non capisco; come mai la Lega se la gioca così male sulla questione delle insegnanti magistrali?
RispondiEliminaEppure in molti avevano speso parole e intenzioni al riguardo, Salvini in testa, tanto che anche la mia compagna si è spesa con colleghe perorando la causa.
Ora, a quanto risulta, non pare sia stata data molta dignità a queste insegnanti nelle scelte compiute e vista da fuori non pare ci sia stato alcun cambio di direzione rispetto ai governi precedenti.
Sarebbe un vero peccato non cogliere ogni occasione buona per dimostrare che si può fare politica in modo differente.
Grazie ancora per tutto quello che sta facendo.
Stia bene.
Salve a tutti.
RispondiEliminaLavoro in un magazzino come interinale (liceo classico, laurea triennale in Scienze Politiche) da circa 2 anni (i 24 mesi cadranno il 13/11/18).
Fino all'altro ieri potevo sperare di avere proroghe contrattuali fino a 36 mesi, mentre, giusto il giorno successivo il Decreto Dignità, sono stato prorogato fino al 31/10/18.
Domanda: perché la ditta dovrebbe stabilizzarmi a tempo indeterminato, anziché prendere un nuovo interinale (che gli costerebbe meno, non godendo, peraltro, dei benefit che il CIA riserva ai dipendenti diretti - premi e gettoni)?!?
Dov'è l'automatismo consequenziale tra fine contratto determinato e trasformazione in tempo indeterminato??
Ergo, se il mio rapporto di lavoro, già gravato dell'instabilità del determinato, potrebbe durare 24 mesi, anziché 36, per me significa PIÙ PRECARIETA'.
Ho notato il "glom".
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