...oggi portiamo un nastro giallo, per solidarietà col popolo della Catalogna.
Una signora di gentile aspetto, mentre me ne vado dalla buvette alla sala Maccari per un problema di certificato di sicurezza del PC, che andava sottoposto ai nostri esperti, incrocia il mio sguardo (o viceversa), e interloquisce: "Scusi, volevo chiederle, ma perché portate quel nastro?"
Io: "Sa, è per solidarietà con la Catalogna, perché noi siamo questi qui..." (e mi tocco l'Albertino - aka Power Ranger - qui in una rara immagine di repertorio risalente al 2015:
quando avevo dormito a Legnano di ritorno da un concerto).
Lei sorride, e dice: "Ah, io pensavo che avesse a che fare con la ricerca...".
Io: "Certo! Con la ricerca della libertà."
(...Com’io da loro sguardo fui partito,
un poco me volgendo a l’altro polo,
là onde ’l Carro già era sparito,
vidi presso di me un veglio solo,
degno di tanta reverenza in vista,
che più non dee a padre alcun figliuolo.
Lunga la barba e di pel bianco mista
portava, a’ suoi capelli simigliante,
de’ quai cadeva al petto doppia lista...)
(...oh, naturalmente adesso si scatenerà un appassionante dibbbattito sulle autonomie e la loro relazione più o meno sana col progetto europeo. Io da fiorentino mi avvalgo della facoltà di non rispondere, limitandomi a una serena, fattuale constatazione: se esiste il Belgio, potrebbe tranquillamente esistere la Serenissima! Immagino ora la ridda di interpretazioni. Vi esorto serenamente a farle collassare in un unico punto, questo: meglio perdere un amico, che una buona risposta...)
"Certo! Con la ricerca della libertà."
RispondiEliminaStanding ovation. Quando ce vo', ce vo'.
Infatti il Belgio non esiste...chiamasi Stato cuscinetto. L'Italia il suo Stato cuscinetto già ce l'ha, è l'Austria infelix. Il resto sono chiacchiere, in Italia non ci sono Catalogne perché l'Italia era spiritualmente unita anche quando era divisa ma purtroppo negli ultimi tempi in cui è stata divisa, rispetto al resto d'Europa non era esattamente un luogo felice di prosperità, ricchezza e sovranità... tranne sparute eccezioni. Ora è meglio non riprovarci, tenuto conto della fastidiosa propensione dell'italiano medio a farsi governare dallo straniero...l'Italia è una e indivisibile. Punto e basta.
RispondiEliminaDirei.
EliminaL'Austria infelix intanto non ha espulso nessun diplomatico russo, al contrario dell'Italia che con un governo in scadenza dovrebbe solo fare l'ordinaria amministrazione e ne ha espulsi due (giusto per non fare i bastian contrari). Bene ha fatto l'Austria a tutelare i suoi interessi, al contrario dei nostri governanti a termine che fanno danni fino all'ultimo.
EliminaGiusto condivido parola per parola e sottolineo
EliminaL'Italia è una e indivisibile
Mai Più sotto lo straniero
L'Italia, oltre che spiritualmente, è unita anche etnicamente, pur con ovvie differenze fra un nord con influssi celti e un sud più greco, e costituisce una nazione nel vero senso della parola. Oggi è diventato un po' scomodo dirlo, in ossequio alla vulgata secondo cui l'Italia sarebbe un crogiolo di razze e quindi siamotuttimigranti.
EliminaNon c'entra niente col post, ma volevo dirlo, così i giornalisti che da qualche settimana stanno spulciando il blog potranno dire che in esso si annidano pericolosi epigoni della purezza della razza, facendone aumentare esponenzialmente i lettori.
eeeeeeh??? Ma perché la gente parla con gli slogan? A volte penso di vivere in un eterno spot pubblicitario. Bisognerebbe parlare solo quando si conosce la materia. L'Italia è una e indivisibile? Mi sembra di sentire chi dice che l'euro(pa) è (uno/a e) indivisibile! Bisogna conoscere la storia, la cultura e la lingua prima di dare un giudizio del genere! Ad esempio la Sicilia fino agli arabi è stata molto piü greca che romana, molto piü legata al mediterraneo (orientale) che a Roma. Durante l'impero romano d'occidente era l'unica provincia in quello che oggi è politicamente territorio italiano (insieme alla Sardegna.... <-- non a caso gli unici due regni fino all'unificazione, e non unità, d'Italia). Anche dopo gli arabi e i normanni la Sicilia ha avuto una storia a se stante. Era molto piü legata a territori esterni all'attuale Italia di quanto non lo fosse al nord Italia.
EliminaLa Sicilia (ma non solo) è (stata) all'Italia come l'Italia sta all'Europa.
Almeno in questo blog in cui si fa informazione di alta qualità, vediamo di non dire cose tanto perché suonano bene. Si rischierebbe di fare figuracce. Punto e basta.
Caro Diego, non penso proprio. Io sono Veneto, e qui la Serenissima Repubblica di Venezia è esistita beatamente per mille anni. Gli stati possono essere fatti e disfatti.
Eliminal'Italia una ed indivisibile non esiste, esistono decine, centinaia di Italie che sono state riunite sotto la stessa bandiera dal progetto imperialistico dei Savoia. Il che non significa che di per sé l'unità politica d'Italia sia stato un male, ma dire che l'Italia sia o sia stata spiritualmente unita mi sembra un pio desiderio.
EliminaCaro Simone, ho trovato sempre molto curioso questo improvviso amore di alcuni veneti ( molto presenti in rete pur essendo un infima minoranza) per la repubblica "serenissima"...un amore improvviso e recente, iniziato una trentina di anni fa. Strano perché fino agli anni 50 e 60, quando il Veneto beneficiava della solidarietà nazionale, di questi fautori del particolarismo veneto non vi era neanche l'ombra...mi viene un leggerissimo dubbio, non è che dietro l'inesistente e pretestuosa questione "identitaria" si nasconde una reale e rispettabilissima questione di schei?...Anche perché la bufala del Veneto governato per 1000 anni dalla Serenissima non regge alla lettura dei libri di Storia, dato che l'entroterra Veneto è stato governato da Venezia per poco più di 300 anni, eppure in giro non vedo nostalgici della marca di Verona...ma io non sottovaluto i problemi di schei, solo che mi piacerebbe meno retorica e più senso della realtà. Certamente gli Stati possono essere fatti e disfatti, ma per disfare una nazione come l'Italia (quella si, plurimillenaria) il cui Stato unitario moderno è stato costruito col sangue, occorre versare altro sangue...non so se mi spiego. La via catalana ha un vizio di fondo, quello di pensare di distruggere una nazione millenaria come la Spagna a colpi di referendum, il punto è che anche per divorizare bisogna essere in due, e i conti senza l'oste non si fanno. Potrà sembrare crudele ma è la legge della Storia. E qui sappiamo che la Storia conta.
Elimina@Giovanni
Elimina"La Sicilia è legata all'Italia come l'Italia lo è all'Europa"....non proprio. Perché se è vero che la Sicilia, come tutto il sud, legandosi al nord d'Italia ha subito un danno in termini di competitività della propria economia ( e in questo il paragone con l'unione monetaria europea ci sta tutto), è altrettanto vero che la Sicilia e tutto il mezzogiorno, in cambio, beneficiano di generosi trasferimenti da parte del governo italiano, trasferimenti che in ambito UE non esistono e non potranno mai esistere, proprio perché l'Italia è una nazione mentre l'Europa no. Il discorso finisce qui.
@Diego... ma quali sono questi trasferimenti? Forse la cassa STRAORDINARIA del mezzogiorno??? A parte l'ammontare esiguo... questa cassa è così straordinaria che l'hanno utilizzata.... per fare scuole, strade, ponti... cioè cose che in altre parti d'Italia sono ordinarie (e ne abbiamo cmq di meno). Se vuoi fare un discorso generale per tutto il sud Italia, basta guardare che le infrastrutture (aeroporti, ferrovie funzionanti, autostrade, ecc.), pagate con le tasse di tutti, sono soprattutto al nord <-- qst è un traferimento dal sud al nord! Anche i vari traferimenti che sono fatti come integrazione al reddito (e non come investimenti!!!) ritornano al nord... perché la maggior parte degli acquisti dei cittadini del sud sono rivolti alle imprese del nord (quindi di questi ne beneficiano tanto il nord quanto il sud, a differenza dei traferimenti a scopo d'investimento che "avvantaggerebbero" il sud). Poi se vuoi parlare della Sicilia in particolare il discorso diventa anche piü interessante, perché entrano in gioco problemi "guiridici", come l'attuazione "a tratti" dello statuto siciliano (che ha dignità pari alla costituzione italiana, e infatti non vale niente quanto quella). A tratti vuol dire: le spese che in altre parti d'Italia sono a carico dello Stato in Sicilia sono a carico della Regione; le entrate che perö dovrebbero essere accreditate alla Regione (come ad esempio una quota consistente dell'Iva) sono SCIPPATE dallo Stato. Per non parlare delle royalties...! E delle grandi aziende che producono (e sporcano) in Sicilia perö le tasse le pagano dove hanno la sede (al nord). Se vuoi approfondire (senza pregiudizi) guarda questo articolo http://www.inuovivespri.it/2017/09/22/baccei-torno-se-me-lo-chiedono-i-siciliani-attesa-una-folla/#_ e gli altri articoli alla fine dello stesso e puoi farti un'idea). Sennö perché i siciliani (e i meridionali in generale) sarebbero così poveri nonostante i trasferimenti di cui parli??? Siamo piü scemi? O meno "tedeschi" dei settentrionali? Forse solo piü colonizzati...
EliminaEgregio Sig. Lo Biondo, quello di cui si parla va sotto il nome di "residuo fiscale".
EliminaAd esempio, nel periodo 2013-2015 un cittadino in Lombardia ha versato in media 17000€ allo Stato, ricevendone in cambio prestazioni e servizi per 12000, quindi con un saldo "negativo" di circa 5000.
Nello stesso periodo, i valori in Calabria sono stati rispettivamente 7400 e 12900, quindi con un "guadagno" di 5500€.
Le cifre sono ufficiali, il link sottostante riporta quelle pubblicate sul sito del CNR, ottenute utilizzando i dati forniti dall’Istat e dalla banca dati dei Conti pubblici territoriali dell’Agenzia per la coesione territoriale:
https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-7729/i-residui-fiscali-delle-regioni
I dati variano da regione a regione, ma la sostanza è che quelle settentrionali versano allo Stato di più di quanto ricevono.
In linea di principio la scelta è giusta e si basa sul principio di solidarietà, quello che è (da sempre) oggetto di contrattazione politica è il "quanto" di più o di meno vada versato.
@Sig. Brunelli, grazie per il link e la spiegazione.
EliminaPurtroppo non ho il tempo di vedere in che modo quei numeri sono stati calcolati, per esempio immagino che molte cose non siano prese in considerazione, come gli aiuti di Stato alle banche in fallimento (del Nord), la super commessa di Fincantieri dal Quatar che, se non ricordo male, è finita quasi tutta al Nord, o altri servizi indiretti come il fatto che l'unico porto franco italiano è a Trieste (quando invece Messina poteva benissimo essere una sostituta) con tutto l'indotto che genera. Poi ci sono altre cose un po' meno quantificabili: ad esempio il governo italiano, nell'ambito dell'accordo di libero scambio tra Europa e Cina, ha dato una lista di prodotti DOP e IGP che saranno messi al riparo dallo stesso. Dei 26 prodotti italiani, solo 1 è del sud (io me ne sarei aspettati una decina almeno). Per non parlare del CETA, in cui sono stati inclusi prodotti del Nord che già godevano di tutela (come i Prosciutti di Parma e di San Daniele Dop) togliendo spazi ad altri prodotti, ma soprattutto l'unico olio extra vergine d'oliva incluso è... non pugliese.... non siciliano... ma veneto (regione famosa in Italia appunto per gli ulivi). Potrei continuare con altri esempi. Ad ogni modo dubito che queste cose siano incluse.
Quanto esposto sopra è valido per il sud in generale. Per la Sicilia aggiungerei alle suddette considerazioni anche quanto esposto in questo articolo (in cui alla fine si parla di "residuo fiscale", ma per capirlo bisogna leggerlo tutto).
Onestamente, cosa ne pensa?
Ecco l'articolo di cui parlavo al post precedente
Eliminahttp://www.sicilianiliberi.org/index.php/news/405-le-fake-news-sulla-sicilia-un-vademecum-per-i-siciliani-sul-web
Totale autodeterminazione dei Popoli e delle Comunità.
RispondiEliminaOvviamente secondo il principio di responsabilità.
Chi pretende Autonomia, poi deve saper cavarsela da solo.
Molto meglio che "male accompagnati"...
NOn son certo leghista, ma queste cose le ho apprese da Proudhon... che di fatto definì in termini moderni sia la Anarchia che il Federalismo.
Che molti considerano contrapposti.
Ma non lo sono affatto.
Ogni Bene.
"Chi pretende Autonomia, poi deve saper cavarsela da solo".... come la Sicilia, autonoma ma piena di debiti immagino.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSento odor di delusion, speriam di no...
EliminaCaro Senatore mi aspettavo da lei una lotta serrata contro euro ed europa...
Ho creduto che la lega avesse abbandonato desideri secessionisti...
se le premesse sono queste col kayser che vi ribeccate il mio voto..Speriam bene...
Saluti buona pasqua
Caro, questa sarà una lotta lunga, e occorrono persone salde. Del resto ci faremo una ragione. Vorrei ricordarti che questo blog esiste perché lavoce.info voleva togliermi la parola, e che sono in Parlamento perché la Boldrini voleva togliermi la parola. Vedi tu.
EliminaConcordo con il senatore Bagnai.
EliminaPer rifilarci l'euro se la sono studiata, preparata e attuata per dieci anni, non è che si può uscirne in dieci minuti.
Fondamentale credo sia prendere il controllo di tutti i posti di comando importanti, altrimenti non sarà possibile neanche cominciare, con i bastoni fra le ruote messi messi dall'interno.
Il monumento che appare alle sue spalle è dedicato al "Guerriero di Legnano", come ho avuto modo di scoprire alcuni mesi fa leggendo la piccola targa alla base, in piazza Monumento.
RispondiEliminaL'equivoco che porta a confonderlo con una rappresentazione dell'immaginario personaggio Alberto da Giussano è molto diffuso anche tra gli abitanti di Legnano e dintorni.
Per mostrare la diffusione dell'equivoco in maniera aneddotica e non scientifica, posso dire che ho vissuto a Olgiate Olona (a 4 km da Legnano) per oltre 30 anni, ho creduto che il monumento rappresentasse Alberto da Giussano per oltre 40 anni e ho scoperto che anche i miei familiari più anziani avevano equivocato il soggetto della statua.
Per quello che può valere Wikipedia come fonte, qualche dettaglio si trova qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Monumento_al_Guerriero_di_Legnano
Questo invece è un contributo costruttivo alla discussione. Grazie! Comunque, sai, ormai l'uso è invalso...
EliminaLa solidarietà con i catalani è giusta e complicata al tempo stesso. È in atto un'offensiva giudiziaria da parte spagnola che sta portando alla detenzione preventiva di decine di politici e amministratori catalani, compresi poliziotti. È una situazione spropositata e senza precedenti in Europa. Il tutto a fini propagandistici con l'effetto di esacerbare il nazionalismo spagnolo di fronte a quello catalano con l'aspettativa di vantaggi elettorali, anche reciproci, con un gioco delle parti incosciente. Il tutto condito da politici mediocri da entrambe le parti. Ma soprattutto da un gioco al massacro pericoloso che sta portando a una progressiva esasperazione degli animi dopo ogni sproposito giudiziario. L'ultimo sproposito è ora una Germania chiamata a consegnare il prigioniero principe alla Spagna, per farlo incarcerare probabilmente sine die e processare per delitti che lo porterebbero a 10-35 anni di carcere. Il tutto in base a normative penali strabilianti e interpretare le in maniera ancor più strabiliante. Roba incredibile che non possiamo neanche immaginare qui da noi.
RispondiEliminaConcordo. Si aggiunge la difficoltà del fare politica a casa altrui. Ho alcuni amici da quelle parti, e so di non riuscire a capire le loro ragioni.
EliminaIl trentennio glorioso fu opera dell'Italia unita, siamo stati per un po' la quarta potenza industriale a livello mondiale e se gli industriali erano del nord, gli operai in massa provenivano dal sud
RispondiEliminaNon ne rifarei una ambizione vitale
Ma salvare l'unità e la prosperità del nostro Paese.
Questo è vitale e prioritario
La Serenissima Repubblica di San Marino garantisce pace democrazia e benessere ai propri cittadini da più di 1700 anni. Se ce l'hanno fatta loro, significa che ce la possono fare tutti ..
RispondiEliminaLa libertà è cara, in entrambi i sensi, come sa "chi per lei vita rifiuta". Non ricordo lotte di liberazione nazionale sans larmes, per pacifica via referendaria, con lo Stato ex oppressore che si scusa di esistere, fa ciao ciao con la manina e augura ogni bene agli ex concittadini che se ne vanno con un bel pezzo dell'ex territorio nazionale. Oddio, c'è sempre una prima volta per tutto; sino al recente passato, per esempio, non s'era mai visto che agli attentati terroristici si rispondesse facendo disegnini per terra con i gessi colorati, quindi chissà, magari anche il regno di Spagna chiederà scusa agli indipendentisti catalani e gli augurerà buon viaggio, solleciterà i baschi a seguire il loro esempio, e il re Felipe si metterà a fare il madonnaro sul marciapiede davanti alla Zarzuela...
RispondiEliminaBeh, cechi e slovacchi si sono separati pacificamente e tutto sommato è andata bene ad entrambi.
EliminaQuesto dato lo dimenticano tutti (anche perché dimenticarlo fa comodo, visto che fu la rottura pacifica di un’unione monetaria). Per memoria: Slovacchia, 5.4 milioni di abitanti; Catalogna, 7.5; Veneto, 4.9.
EliminaDa insipiente riguardo la situazione ceca e slovacca, credo che il divorzio sia stato pacifico perché consensuale. Ultimamente invece va di moda uccidere la moglie infedele...
EliminaNotare che la Repubblica Ceca ben si guarda dall'entrare nell'euro, eppure stanno benissimo così, misteri inspiegabili.
EliminaUna delle priorità del nuovo governo (spero) a trazione leghista sia anche l'autonomia del Veneto e la poltrona del mef a lei Prof.
RispondiEliminaIntanto prof, confesso di provare un po' di imbarazzo con la parola senatore. Visto il tema federale ci sarebbe da capire se dobbiamo chiamarla con il termine "Senatur", di bossiana memoria o "i'Ssenatore" molto più fiorentineggiante. Sono un po' meno solidale con la Catalogna perché non è un progetto di autonomia. Purtroppo, sono stato a Barcellona e Terrassa per lavoro due settimane fa e non posso continuare a sentir dire: Spagna no, UE sì. Capisco che siano in cerca di legittimazione (come la Scozia) e necessitano di alleati ma la coerenza è tutto. Se vuoi l'autonomia deve essere chiaro che non significa solo cambiare padrone. Senza contare che, almeno politicamente, autonomia deve far rima anche con solidarietà. Tema spinoso ma è bene ricordare che cambiare la struttura dello stato non significa eliminare i sistemi di perequazione che dovrebbero comunque essere il più incentivanti possibile. Semplificando: In Svizzera, uno dei paesi più federali (e democratici) del mondo. I fondi federali esistono e vanno ad alimentare solo la spesa per investimenti e non la spesa corrente.
RispondiEliminaSottolineo che una forma di governo federale è quella più adatta al nostro Paese per ragioni storiche e culturali ma per altre ragioni storiche e culturali ci troviamo con un governo centralista, costruito, per volontà sabauda, sul modello francese. Allo stesso tempo ritengo che un sistema cantonale e non regionale sarebbe più adatto alla realtà italiana per diverse ragioni. Il primo motivo è una questione di attribuzioni specifiche di compiti e contrappesi. Con un sistema più polverizzato (senza regioni) l'assegnazione dei compiti è più chiara e senza ambiguità e a mio parere lo stato centrale ne risulterebbe più legittimato e in grado anche di contrastare pacificamente anche le dinamiche centrifughe; senza contare che le decisioni sarebbero più democratiche e vicine ai cittadini. Queste paure devono finire; proprio la Svizzera ha almeno 4 gruppi etnici profondamente differenti ma nessuno si sogna di mettere in discussione lo stato federale. Preciso che un cantone ha mediamente 270000 abitanti, la dimensione cantonale, quindi, assomiglia molto ad una Provincia italiana. Poi, storicamente parlando, una delle massime espressioni "democratiche" ed economiche dell'Italia è stata raggiunta con l'età comunale e anche il simbolismo leghista è proprio la rappresentazione di quel periodo, quando una serie di comuni "lombardi"si UNÌ contro l'invasore tedesco. Concludo tirando per la giacca i'Ssenatore: basta con il centralismo fiorentino! Vogliamo mettere una soluzione cantonale con una Repubblica Senese, Pisana, Lucchese, Livornese etc...? Almeno in Toscana sarebbe un divertimento...
Questo dibattito, come abbiamo imparato su questo blog, è vecchio di alcuni secoli, e non riusciremo a vederne la fine nella nostra esistenza né a risolverlo in questo blog. Come ci siamo detti, la razionalità economica indica che in questo periodo, caratterizzato da apertura dei mercati e abbattimento dei costi dell'informazione, un modello decisionale decentrato è superiore (e questo spiega perché la sovranità politica si va frazionando e perché la Leuropa è un progetto antistorico). Va anche detto però che le fondamenta di questo ragionamento sono marce, cioè liberista (le due cose largamente coincidono)! Insomma: da studiare ce n'è. Una volta, quando facevo una provocazione, seguiva un dibattito. Non vorrei scoprire che ora invece partono i cori da stadio...
EliminaChe il dibattito sia "antico" è vero ma bisogna anche riconoscere che a Cattaneo e chi lo ha seguito (fino alla vecchia Lega Nord) "non hanno fatto mai toccar palla". In Italia si parla di autonomia ma è solo decentramento della spesa o tradotto: finanza di trasferimento con piena deresponsabilizzazione di chi effettua la spesa. Da un punto di vista economico, ciò è più deleterio del centralismo. Se esiste il federalismo in Italia forse è rilegato all'Alto Adige (sulle altre regioni a statuto speciale non mi pronuncio). In questo caso le ragioni sono più politiche che economiche. Il problema liberista lo vedo poco, le soluzioni per mitigare le differenze o situazioni di svantaggio ci sono in uno stato federale come in uno centralizzato. L'unica vera novità nel dibattito potrebbe essere quella suggerita da Claudio: un Paese con più monete limiterebbe i trasferimenti senza intaccare l'aspetto solidale. Vedo più un rischio anarchico che liberista se le competenze non sono definite bene ma alla fine ce lo ha insegnato lei con il dibattito sulla moneta: molte delle cose che diceva erano gia state dette.
EliminaCredo che la Lega dovrebbe decidere se è nazionalista oppure autonomista. Quello che vale per l'Italia dovrebbe valere, a rigor di logica, anche per la Spagna.
RispondiEliminaInutile ricerca della libertà: nessuno ti lascia libero se ha bisogno dei tuoi soldi!!!
RispondiEliminahttps://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2079697992262510&id=1836224849943160&__tn__=-R
RispondiEliminahttps://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2094659120766397&id=1836224849943160&__tn__=-R
Forse ho capito la signora. Il 19 marzo era la giornata mondiale dell'endometriosi e il 24 marzo c'è stata la marcia mondiale dell'endometriosi. Ora, il colore in questione è giustamente il giallo, si tratta di una malattia e della ricerca medica dunque per comprenderne le origini oltre che le cure... http://rome.carpediem.cd/events/6206282-marcia-mondiale-endometriosi-roma-at-piazza-barberini-00187-roma-rm-italia/
RispondiEliminaQuello dell'endometriosi è un problema serio, anche se è uno dei pochi che non ho. Il metodo delle "giornate mondiali", invece, è un metodo molto poco serio. Uno dei motivi della mia risposta alla gentile interlocutrice era proprio il fastidio per questo metodo. Alla ricerca fondamentale ci deve pensare lo Stato sempre, e non i privati con collette organizzate saltuariamente. Peraltro, se ogni giornata è una giornata mondiale, nel giro di un anno le persone dedicheranno a queste fauste ricorrenze la stessa attenzione che dedicano ai santi del calendario (ricordandosene solo quando sono direttamente coinvolti).
EliminaConcordo perfettamente con la sua analisi, soprattutto perché vedo lo Stato sempre più sullo sfondo e i privati in primo piano. A Parigi, la giornata è stata organizzata sotto l'egida di un ospedale privato cittadino e di un'associazione privata (che non si occupa principalmente di endometriosi) la quale ha donato un assegno di 100 000€ per la ricerca. Quando purtroppo in Francia non esistono ambulatori pubblici dedicati o ospedali pubblici che perennizzino la ricerca e la cura pluridisciplinare di questa patologia.
EliminaBuona Pasqua a lei ai suoi cari e all'imbalsamatore neoborbonico Sire, con la speranza di potervi risentire in concerto.
RispondiEliminaGià,chi va con la Lega impara a zoppicare..ma l'Italia è Italia da sempre, è la Saturnia Tellus, nonostante voi...
RispondiEliminaSpettacolare questo voi! Qui c'è solo un tu, e non è un gran che, se si presenta così.
EliminaBella L'Italia unita, ma purtroppo ci sono già le basi per una lontana divisione:
RispondiElimina-questioni sociali irrisolte da tanto tempo, anzi aggravate ultimamente
-modelli economici contrastanti tra nord e sud (e ovviamente interessi contrastanti viste le regole che ci siamo dati)
-storia di annessione militare ed economica del sud (nonchè culturale)
-Oltretutto ci piaccia o no è il nord Italia è inserito (in posizione subordinata) nella catena del valore tedesco e il sud no (in compenso tutta insieme è nella catena del volere germanico)
-Ma la cosa più interessante è la distribuzione geografica del voto: fatta eccezione per la Toscana (in cui vivo) e il Trentino la spaccatura diventa palese: il nord vuole il centrodestra e il sud i pentastellati. Questa potrebbe essere l'origine lontana della spaccatura di questo paese.
Oltretutto ricordo anche che per tutto il periodo compreso fra la fine dell'impero romano (476 secondo alcuni, 410 secondo me) e l'affermazione degli stati nazione (prima fase 1400-1500, seconda fase (1800) per andare da Firenze a Milano attraversavi svariate (non so quante onestamente) dogane, non ti dico se pensavi di arrivare a Berlino.
Concludendo la tendenza alla disgregazione e/o decentramento del potere non è solo europea ma mondiale (come più spesso ha ricordato anche chi ci ospita nel blog) e di conseguenza i catalani sono l'avanguardia di ciò che aspetta tutti noi (come i migranti secondo alcuni)
queste genti italiane con una lingua comune eppure diverse e variegate miglio le vedeva meglio armonizzarsi in un federalismo che permettesse a ciascun gruppo di valorizzare meglio nell'interesse di tutti le proprie peculiarita'...nell'asino di buridano un suo libretto agile cio' e' ben sintetizzato e spiegato...del resto borghi che fra l'altro ha proposto una doppia moneta x il sud italia si ispira anche all'insegnento di miglio come lui stesso ha piu volte detto
RispondiEliminaDi questo passo torneremo ai Comuni....
RispondiEliminaCredo sia molto difficile immaginare come ci organizzeremo fra un paio di secoli.
EliminaMagari i comuni...
EliminaIo non ci vedo niente di male se la scelta fosse fatta con buon senso, intelligenza e amor di patria. Si vuole la democrazia ma quando è troppa vien paura.
EliminaSecondo Pierre Hillard, Dottore in scienze politiche e professore di relazioni internazionali, “la regionalizzazione, presentata come un mezzo per ravvicinare i cittadini ai luoghi dove si decide, non sarebbe altro che un artifizio per prevenire l’emergenza di una Europa-potenza, in applicazione della «dottrina Wolfowitz» (Defense Policy Guidance for the Fiscal Years 1994-1999 , US Department of Defense, 18 febbraio 1992)”. Per il professore Hillard “dopo aver pilotato la creazione dell’Unione per stabilizzare l’Europa occidentale e sottrarla all’influenza sovietica, gli Stati Uniti incoraggiano oggi a un tempo la sua espansione geografica e la sua diluizione politica”. Lo scopo sarebbe quello di portare l’Europa verso l’incubo di una generale balcanizzazione, facendone un’area di libero scambio sotto la diretta giurisdizione delle lobby transnazionali.
RispondiEliminaInfatti, prima è arrivata la divisione della Jugoslavia, poi le rivoluzioni colorate finanziate da Soros per allargare l’Europa agli stati dell’ex Patto di Varsavia e ora si prospetta una parcellizzazione delle nazioni europee le cui popolazioni perderanno definitivamente la sovranità per essere rinchiuse, se siamo fortunati, in una democrazia solamente formale perdendo in questo modo ogni possibilità di rivendicare la ricostituzione della sovranità dello stato e dell’interesse nazionale. Quindi, l’ultima evoluzione del processo scaturito dalla unione monetaria, la “regionalizzazione” è solo l’esito voluto e inevitabile che ci ha portato dal divieto dell’aggiustamento del cambio alla compressione dei salari e poi a quella dei diritti politici.
L’articolo di Hillard è del 2003 è fa riferimento alla dottrina Wolfowitz che si trova in un documento pubblicato 18 febbraio 1992. 15 anni fa l’Europa poteva ancora non essere del tutto dominata il ché lasciava aperta la possibilità che si potessero stabilire, con un importante partner commerciale come la Russia, anche intese sul piano politico, a conferma di questa relativa autonomia politica vi è il fatto che l’euro veniva preso in considerazione come moneta alternativa nel commercio del petrolio (Saddam Hussein prima di essere attaccato con la scusa delle armi di distruzione di massa stava prospettando la vendita del petrolio in euro). Da allora sono cambiate molte cose: la discesa in campo della Russia e l’alleanza con la Cina, i BRICS come costituzione di un asse politico economico con una propria banca che sostiene gli investimenti e l’economia reale di questi paesi, sottraendosi progressivamente alla finanziarizzazione del sistema e al cappio dei prestiti del FMI. Ma soprattutto, si sta costruendo concretamente un’alternativa al dominio del dollaro. Diventa evidente che la prospettiva multipolare che si viene a costituire non è altro che la risposta al piano USA: “Questa – la regionalizzazione – non riguarda soltanto l’attuale Unione, ma è concepita per estendersi a tutta l’Eurasia. Tutti gli Stati dell’Europa centrale, gli Stati baltici, l’Ucraina, la Russia – con una frontiera all’est che si stende verso la Siberia -, gli Stati del Caucaso e la Turchia sono già integrati in questo progetto europeo o piuttosto euro-atlantico. L’adesione all’Unione non sarebbe più il mezzo per realizzare l’unità europea, ma al contrario per smembrare il continente, assicurando così il trionfo pacifico dell’iperpotenza statunitense secondo il principio classico «dividere per regnare»” (Pierre Hillard). Certo le cose non stanno andando proprio nella direzione che prospettava Wolfowitz, ma in risposta a Putin e all’asse sovranista sembra si voglia portare avanti il piano di smembramento delle nazioni e la cancellazione delle sovranità partendo da quella macroregione che il capitalismo finanziario che fa capo alla City di Londra e gli USA ancora controllano: l’Europa.
Diciamo che se l'obiettivo è quello della balcanizzazione, allora l'euro è lo strumento perfetto per conseguirlo, come ho spiegato qui, e in questo senso la tutela delle spinte autonomistiche si sposerebbe molto bene con il disegno "Leuropeo". Faccio solo notare che questi sono ragionamenti molto astratti (vedi alla voce: "sono cambiate molte cose"). In ogni caso, come la penso lo sapete: monete nazionali.
Elimina1. Complimenti senatore! Da comunista, stavolta ho votato anche io Lega, alienandomi buona parte delle amicizie e delle parentele. Però sono riuscito a convincere 3 persone a votare Lega, e la cosa mi riempie d'orgoglio.
RispondiElimina2. Ma per quale motivo le province sono state "abolite"? Tra virgolette, ché in realtà esistono ancora, ma con competenze dubbie, zero possibilità di spesa, e rappresentanza politica illegittima, ovvero non più legittimata dal voto diretto dei rappresentati.
A me piacerebbe un passettino indietro, per esempio dare alle province tutte le competenze relative alla scuola e alle infrastrutture, e alle regioni la sanità, la protezione civile e una Camera di compensazione politica in caso di conflitti tra province. E ovviamente amerei tornare a votare per il presidente della provincia.
Per me il federalismo è anche poter controllare il lavoro dei miei rappresentanti da vicino, e poterlo comparare con quello dei rappresentanti del vicino contado. Più diventa grande e spersonalizzata l'area politico-amministrativa di appartenenza, più diventano difficili controllo e comparazione (che è la forma più elementare di valutazione).
OT (ma neanche tanto): quelli che cianciano di vincolo di mandato, voltagabbana da punire eccetera, mi hanno devastato le pudenda. Ma ci vuole tanto a capire che il modo migliore per punire chi ha tradito gli elettori è quello di ripristinare il proporzionale con voto di preferenza (che per di più è il sistema che maggiormente garantisce la rappresentatività degli eletti) ? Se sarò stato un voltagabbana, oppure uno che ha saputo interpretare in anticipo il cambiamento in seno al popolo, lo deve decidere il popolo, nell'urna. Un Casini, per dire, costretto a guadagnare ogni preferenza nel proporzionale, sarebbe stato eletto? Forse sì, ma almeno si saprebbe con precisione quanti lo votano per stima politica (e non per appartenenza e/o disciplina di partito).