(...vale la solita clausola, con l'ovvia considerazione che anche un piddino può dire l'ora giusta una volta al giorno...)
Molto al volo (scusatemi) perché sono sopraffatto da problemi organizzativi (so che volete post lunghi, li avrete, ma ora no).
Una cosa mi ha particolarmente colpito nella discussione del post precedente. Nessuno di voi ha notato lo stravagante uso del termine "autonomia" riferito alla Banca centrale. Vi fornisco una banale evidenza lessicografica. Se cercate "central bank autonomy" su Google, ottenete (o almeno io ottengo) 540.000 risultati. Se cercate "central bank independence" ne ottenete 26.600.000 (quasi 50 volte di più). Il dibattito, in effetti, è sull'indipendenza, e non sull'autonomia, perché indipendenza e autonomia sono due cose diverse e indipendenti (non: "autonome"), nel senso nessuna di esse implica l'altra.
L'indipendenza è la libertà da uno stato di soggezione, che poco ha a che vedere con l'autonomia, intesa come capacità di darsi leggi proprie. Nel dibattito vero, quello degli economisti sulla indipendenza della Banca centrale (i giuristi, in Italia, hanno rinunciato a dibattere questo tema nel 1981, e se vogliono farlo 36 anni dopo prima ci devono spiegare perché non lo hanno fatto 36 anni prima e poi studiare quello che gli economisti nel frattempo hanno appurato), nel dibattito vero, dicevo, la dialettica indipendenza/autonomia ricorda da vicino quella fra "goal independence" o "indipendenza politica" da un lato e "instrument independence" o "indipendenza economica" dall'altro. I riferimenti più utili su questo aspetto sono Grilli et al. (1991) e Debelle e Fischer (1994) (pubblicato qui), e una buona sintesi del dibattito è quella di Walsh (2005).
Quello che nel dibattito italiano chiamiamo "indipendenza" tout court è l'indipendenza politica, ovvero la facoltà della Banca centrale di darsi da sé i propri obiettivi senza interferenze esterne (o meglio, senza interferenza dell'esecutivo!). L'autonomia, di per sé, è assimilabile all'indipendenza "economica", cioè alla facoltà accordata alla Banca centrale di scegliere da sé gli strumenti economici coi quali realizzare gli obiettivi che si è data (se è indipendente in senso politico) o che altri le hanno dato (se non è indipendente in senso politico), di darsi le proprie regole, le proprie leggi.
Se leggete Walsh, vedrete che l'autonomia di per sé non è un enormissimo problema e può essere tranquillamente presente in assenza di indipendenza: la Banca centrale inglese è autonoma (instrument independent), ma non indipendente (goal independent). L'autonomia, sostanzialmente, è una delega che viene concessa alla Bc di scegliere come raggiungere gli obiettivi che il potere politico le ha dato. Ben diversa è l'indipendenza. Con l'indipendenza la Bc viene esplicitamente investita del compito di definire e perseguire i propri obiettivi politici, in competizione e quindi spesso in contrasto con gli altri corpi costituiti (in particolare, con l'esecutivo). A noi servirebbe appunto ridurre l'indipendenza (cioè ridurre la dipendenza della Bc da interessi economici non mediati democraticamente: quelli degli amici degli amici della burocrazia che la gestisce), quindi quello dell'autonomia è abbastanza un falso problema.
Ma queste, mi rendo conto, sono sfumature che ai dilettanti sfuggono. Ed è perché io vi metto in condizione di apprezzarle che voi, nonostante tutti i miei e i vostri sforzi, in fondo in fondo mi volete un po' bene...
(...vedervi asfaltare il dott. Cottarelli mentre spinnava l'idea che dovessimo vendere le caserme per ripagare il debito pubblico non aveva prezzo: bravi, bravi, bravi! Ma attenzione: i nostri nemici non sono solo quelli che si presentano come tali. Sono anche, e soprattutto, quelli che si presentano come alleati. State sempre molto, ma molto, ma molto attenti. Vinceremo, ma desidererei che la vittoria ce la godessimo tutti, e presto...)
"i nostri nemici non sono solo quelli che si presentano come tali. Sono anche, e soprattutto, quelli che si presentano come alleati. State sempre molto, ma molto, ma molto attenti."
RispondiEliminaNon è la prima volta che in questa sede si presenta, tra le righe, una riflessione simile. In particolare mi è sempre rimasta molto impressa quella in chiusura del post su Soros: "Il male si muove sotto la superficie..."
"Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io" un vecchio sacrosanto proverbio
EliminaSto un po' indietro con la lettura. In particolare i link degli ultimi due post. Ho letto cose che non capivo, anche nei commenti, e ho cercato di 'spigolare', la pulce è ancora nell'orecchio, però ti piaccia o meno, quel 'vinceremo,e presto' è musica per le me orecchie. Pulciose.
RispondiEliminaD'altronde uno dei grandi problemi della sinistra (a parte il piccolo particolare di averci traditi/venduti), è quello del linguaggio; o non si chiamano le cose con il loro nome, o si utilizzano i termini che il Capitale impone attraverso il sistema mediatico per perseguire la propria agenda (per dirne una, la parola "fake news", abusata dagli imbecilli fighetti "de sinistra", i quali, consapevolmente o meno, finiscono per alimentare il significato di fondo che essa evoca, che poi è il motivo per il quale viene diffusa incessantemente). Altri esempi classici sono "sovranità popolare"/"riferimento generico a er popolo" invece di "sovranità nazionale" (OVVOVE!!), "beni comuni" al posto di "beni pubblici" ecc. Anche quando vengono fatti ragionamenti più o meno corretti e condivisibili, viene utilizzato un linguaggio inadatto o assolutamente idiota; io non sono un linguista, ma...
RispondiEliminaCredo che la situazione relativa ad autonomia e indipendenza della BCE sia particolarmente anomala ed unica nel panorama mondiale ed essa non sia né autonoma né indipendente. Non è indipendente dato che ha un Presidente e non un Governatore che deve rispondere a Parlamenti nazionali del suo operato, ed in particolare ad uno di essi, come ad esempio l'anno scorso al Bundestag riguardo la sua autonomia monetaria e sempre dipendente da decisioni della Corte Costituzionale tedesca, ad eseempio. Ciò da un punto di vista formale.
RispondiEliminaMa direi che da un punto di vista sostanziale la questione sia ancora più complicata e paradossale infatti le misure monetarie che la BCE attua, e gli obiettivi che deve ottenere, sono questioni determinate e limitate non dal suo statuto ma da un coacervo di interessi spesso in conflitto e tra questi interessi ce ne è uno prevalente; ergo come si possa definire e rende compatibile l' interesse complessivo dell' eurozona (in particolare tra Paesi con capacità fiscale e paesi che non hanno) in tale contesto è cosa che mi risulta davvero oscura.
I giuristi hanno rinunciato al dibattito sulle banche centrali perché non hanno la minima idea su come funzionano i meccanismi di produzione del denaro. Siamo fermi ai nanetti.
RispondiEliminaVedo fra l'altro che nemmeno il TFUE usa con riferimento alla BCE il termine autonomia, e parla (correttamente) di indipendenza. Ci dimostriamo oltre tutto più sciatti del legislatore.
Il linguaggio, le parole, la convenienza e l'inutilità.
RispondiEliminaDa due grandi maestri Orwell e Tolstoj:
“Il grande nemico di un linguaggio chiaro è l'insincerità. Quando esiste uno scarto tra lo scopo reale e quello dichiarato, ci si rivolge istintivamente ai paroloni e a vecchi luoghi comuni, in modo da intorbidare le acque come fa la seppia col suo inchiostro. Nella nostra epoca non esiste "tenersi fuori dalla politica". Tutte le questioni sono questioni politiche e la politica stessa è una massa di bugie, di scuse, di sciocchezze, di odio e di schizofrenia. Quando l'atmosfera generale è negativa, il linguaggio ne soffre inevitabilmente. Non mi stupirebbe di scoprire, ma è un'ipotesi che per difetto di conoscenza non posso verificare, che le lingue russa, tedesca e italiana si siano tutte deteriorate negli ultimi dieci-quindici anni come conseguenza della dittatura.
Ma se il pensiero corrompe la lingua, anche la lingua può corrompere il pensiero. Un cattivo uso si può diffondere attraverso la tradizione e l'imitazione perfino tra le persone che dovrebbero essere più avvertite. Il linguaggio svilito di cui ho parlato è da alcuni punti di vista molto conveniente.”
“Linguaggio incredibile. Devo anch'io guardarmi da questo.
Parole non russe, inventate, con pretese di significare nuove sfumature sottintese di pensiero, oscure, artificiose, convenzionali e inutili. Parole che possono essere utili solo per parlare di cose inutili. Parole che s'impiegano e acquistano un senso solo se si suppone un grande desiderio del lettore di indovinare l'allusione, e che vanno sempre come accompagnate dalla postilla: «Tu capisci, no? Noi ci capiamo».”
“L’undicesima edizione è la definitiva” disse. “Stiamo dando alla lingua la sua forma finale… la forma che dovrà avere quando nessuno potrà parlare una lingua diversa. Quando avremo finito la gente come te dovrà impararla di nuovo. Tu crederai che il lavoro consista nell’inventare nuove parole. Neanche per sogno! Noi distruggiamo le parole, invece. Dozzine, ma che dico? Centinaia di parole ogni giorno. Stiamo riducendo la lingua all’osso.”
Elimina[..]
“Non hai ancora capito bene cos’è la neolingua, caro Winston” disse tristemente. “Anche quando scrivi continui a pensare in archelingua. Ho letto alcuni di quei pezzetti che scrivi di tanto in tanto nel Times. Non c’è male, ma sono traduzioni. Intimamente non sei ancora riuscito a staccarti dalle convenzioni dell’archelingua, con tutta la sua imprecisione, con tutte le sue inutili sfumature di significato. Non senti ancora la bellezza della distruzione delle parole. Non lo sai che la neolingua è l’unica lingua al mondo il cui vocabolario s’assottigli di più ogni anno?”
Winston lo sapeva, naturalmente. Sorrise, in attitudine di condiscendenza, almeno nella sua intenzione, ma non si fidava a parlarne. Syme diede un altro morso al suo pezzo di pane nero, lo masticò in fretta e poi riprese:
“Non ti accorgi che il principale intento della neolingua consiste proprio nel semplificare al massimo le possibilità del pensiero? Giunti che saremo alla fine, renderemo il delitto di pensiero, ovvero lo psicoreato, del tutto impossibile perché non ci saranno più le parole per esprimerlo. Ognuna delle idee che sarà necessaria verrà espressa esattamente da una “unica” parola, il cui significato sarà rigorosamente definito, mentre tutti gli altri significati sussidiari verranno aboliti e dimenticati. Già nella Undicesima edizione non siamo troppo lontani da questi risultati. Ma il processo di riassorbimento delle parole continuerà a lungo dopo che tu e io saremo morti. Ogni anno ci saranno meno parole , e la possibilità di pensare delle proposizioni sarà sempre più ridotta. Anche oggi, naturalmente, non c’è né ragione né giustificazione per lo psicoreato. E’ tutta questione di autodisciplina, di verifica della realtà. Ma un bel giorno non ci sarà bisogno nemmeno di questo. La Rivoluzione sarà completata solo quando la lingua avrà raggiunto la perfezione.”
[..]
“Anche gli slogan si trasformeranno. Come si potrà avere uno slogan, per esempio, come “la libertà è schiavitù” quando il concetto stesso di libertà sarà del tutto abolito? Lo stesso clima del pensiero sarà abolito: infatti non ci sarà il pensiero così come lo intendiamo oggi. Ortodossia significa non pensare, non aver bisogno di pensare. L’ortodossia è non-conoscenza.”
1984
[Per i piddini in ascolto: psicoreato, il delitto di pensiero, ecco la prossima grande idea dopo quella sulla “lotta” alle “fake news”! ]
Nel mio lavoro sono autonomo nel raggiungere gli obiettivi che l'organizzazione, di cui sono parte e non indipendente ( ma manco dipendente...), mi ha dato o ci siamo dati.
RispondiEliminaGestire il tempo, gli incontri, ecc, rientrano nella mia autonomia, ma è necessario che io lo faccia nel rispetto dei vincoli che devo necessariamente avere, come rendicontare il mio Lavoro.
Devo ammettere che leggendo il link di Somma, pubblicato su Micromega, la parola "autonomia" mi ha lasciato un po'confuso.
Dubbio da non economista che mi è sorto per libera associazione tra indipendenza e svendita patrimoni demaniali (attualità). Ma il fondo di un paese sovrano che batte moneta sovrana ed acquista beni esteri non lo fa in maniera molto scorretta? Stampa, limita molto l'effetto inflazione facedo affluire altrove i capitali e poi si intasca i dividendi in valuta pregiata gli anni successivi. come è possibile che sia permesso? o mi sfugge qualcosa?
RispondiElimina"...affluire altrove.." ha un non so che di Neosurrealesimo...(oltre che di profondamente scorretto...)
EliminaIn UEM il gioco è un po' diverso, prima ti desertificano l' economia, poi ti svalutano i patrimoni e poi ti espropriano con metodi collaudati.
EliminaEsproprio: ciò che è mio è mio e ciò che è tuo… pure. Il ritorno della Treuhand.
(…) Il paese reale è messo in vendita, sovente a prezzo di saldo. TUTTI (in maiuscolo nel testo originale NdT) i beni pubblici dello stato Greco sono stati ceduti per una durata di 99 anni all’Iper Cassa comandata dalla Troika allargata, una specie di “Treuhand” (il nome completo è “Treuhandastalt”, letteralmente “agenzia fiduciaria”), cioè l’organismo legale della Germania ovest incaricato della privatizzazione dei beni della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) dopo la riunificazione del paese. Ed è il “governo” Tsipras che ha firmato un atto di questo genere (Memorandum III) e, con esso, la sua fine.[“Della Guerra” 4/10/2016]
Poi, dopo aver ammazzato gli organismi vivi, ed averli venduti, se ne dividono ciò che resta.
Chi potrà trarre il maggiore vantaggio dal varo di una singola piattaforma di trading di Npl a livello di eurozona? In teoria sia gli investitori specializzati come Banca Ifis, sia le banche italiane, visto che quasi un terzo dei crediti più o meno deteriorati è ancora "made in Italy" per quel che riguarda l'eredità del passato e che per quanto attiene alle "nuove" sofferenze che vanno formandosi, visto che il 15%-20% delle inadempienze probabili ogni anni continua a trasformarsi in sofferenza conclamata (anche se parallelamente circa il 30%-33% tende a tornare "in bonis").
Uno dei grandi problemi attuali è che; se ti esprimi con frasi del tipo: "Le classi dominanti...", o: "Chi sta al vertice della piramide...", oppure: "Le oligarchie della globalizzazione...", hai già perso metà dell'attenzione che ti è stata concessa (about the problem).
EliminaDavvero un enorme problema e devi pure fare attenzione ad esprimerti, perchè se dai fastidio, ti castigano. I sudditi debbono tacere e farsi i fatti loro!
EliminaUno dei presunti alleati nella lotta contro l'Euro ha finalmente gettato la maschera. Il prof lo aveva detto anni fa, ci ha preso in pieno!
RispondiEliminaAnche se era oramai evidente dopo la votazione per entrare nell'ALDE, gli ortotteri hanno per un anno fatto ammuina ma ora le elezioni politiche si avvicinano e dovevano posizionarsi come PD più buono ed onesto...
E' importante che sia caduta questa ambiguità, anche se era una foglia di fico, ma che faceva ancora da tappo.
Dichiarazione di Di Maio:"L'obbiettivo di governo del MoVimento 5 Stelle non è assolutamente l'uscita dall'euro, ma rendere la permanenza del nostro Paese nella moneta unica una posizione conveniente per l’Italia. La nostra posizione è una scelta pragmatica, non ideologica. Il MoVimento 5 Stelle al governo porterà in Europa un pacchetto di proposte (che vi illustrerò nel dettaglio con un video). Proposte sensate e condivise anche da altre nazioni europee, proposte che solo a parole i governi precedenti hanno portato avanti visto che non hanno ottenuto alcun risultato. Noi non scherziamo. L'Italia ha un peso in Europa e lo faremo sentire, soprattutto ora che altri Paesi vivono momenti di forte incertezza politica.
Sono fiducioso nella strada del dialogo con le istituzioni europee. Sono convinto che se l'Italia fa sentire il suo peso l'Europa non farà finta di niente. È solo questione di volontà politica di cambiare le cose. Noi ce l'abbiamo. Siamo fiduciosi che non sarà necessario indire un referendum per l’uscita dall’euro che sarebbe l’ultima ratio solo e soltanto nel caso assurdo che l’Europa si dimostrasse completamente sorda a qualsiasi nostra richiesta. Noi vogliamo portare più ricchezza nelle tasche degli italiani e si può farlo restando nell’Euro accogliendo le nostre proposte. Ma se l’Europa sarà rimasta sorda a tutte le nostre richieste, non sacrificheremo la ricchezza e il benessere degli italiani sull’altare dell’Euro. La vera follia è fare finta che tutto vada bene e lasciare tutto così com'è."
L'unica differenza tra Tsipras e Di Maio sta nella cravatta che porta sempre il secondo .Se poi mi accontentassi d' uno che va a Bruxelles per battere sul tavolo i "pugnetti"mi terrei un usato "sicuro"votando pd .Ma non mi posso accontentare...
EliminaÈ il solito discorso in ambiguo ( cioè senza contenuti precisi e concreti) per dire quello che la mandria vuole sentirsi dire (annamo famo menamo) ma in modo rassicurante ( però stamo ) con quella retorica di merda che accalappia i paracculturati e i non
Eliminadi maio del resto ha un diploma in discorsi non in contenuti
EliminaDal mio punto di vista, e per questo ci stanno comunque massacrando, il vero contenuto di tutta la dichiarazione, peraltro di puro e semplice infiocchettamento della dichiarazione precedente molto piu' chiara e' che nel momento in cui si dovra' scegliere noi voteremo per uscire. Sappiamo tutti che la fuffa precedente alle ultime frasi e' inconsistente perche' chi dirige veramente la UE non accettera' mai alcuna modifica dei trattati ne' dialogo. Il dubbio sta semmai se, se mai si arrivera' al momento della verita', non ci faremo intimidire da quello che sara' un attacco come quello fatto alla Grecia centuplicato.
EliminaSappiamo inoltre perfettamente che voler uscire dall'Euro comportera' inevitabilmente una Italexit perche' non esiste nei trattati la procedura per recedere dalla sola moneta unica. Dopodiche' mi rendo perfettamente conto di tutti i limiti e le ambiguita' della posizione "ufficiale" del M5S sulla questione dell'Euro (come anche su tutti i temi piu' scottanti). Sicuramente la paghiamo (incluso il disprezzo di questo stimatissimo Blog tanto letto da moltissimi di noi "ortotteri") e la pagheremo, come tutti quelli che vogliono stare in cima ad una barricata per parlare con entrambi i contendenti.
"chi dirige veramente la UE non accettera' mai alcuna modifica dei trattati ne' dialogo". Il dialogo, la contrattazione si pongono solo se le parti hanno forze paragonabili. L'Italia, come sistema economico, potrebbe certamente battere i pugni non sul tavolo, ma sulla zucca delle controparti. Se non si fa, allora trattasi di collusione, per convenienza e/o paura. Il capitale è fortissimo, fa sicuramente paura.
EliminaIl dialogo e la contrattazione sono possibili se le parti si riconoscono come interlocutori. A me pare evidente che in UE abbiamo a che fare con una banda di bulli che credono di poter intimidire chiunque. L'atteggiamento verso la Grecia prima e verso la Gran Bretagna poi dimostrano il totale disprezzo nei confronti di qualsiasi ragione diversa da quella che impronta le politiche UE correnti. Abbiamo appena commentato l'articolo di Somma che mostra come anche nella cosiddetta "sinistra" italica si rendano conto della teutonica risolutezza a continuare sulla strada intrapresa anche di fronte all'evidenza dell'inevitabile disastro finale. Nel considerare il tema della moneta unica un tabu' neppure da nominare li' vediamo un vero e proprio asservimento, sconfinante nella collusione per le classi dirigenti. Nel valutare invece il probabile esito di un qualsiasi tentativo serio di trattare sul tema degli squilibri causati dalla moneta unica mi sembra abbastanza ragionevole essere molto pessimista, alla luce di quanto detto sopra.
EliminaHo appena visto l'intervento del Dibba da Floris.
EliminaHa ribadito la confusionaria trattativa a Brussels brandendo la minaccia del referendum sull'Euro. Sai che risate!
Questi non hanno proprio capito:
1) con chi hanno a che fare (che sono dei gran cattivoni)
2) immaginano un tavolo che non esiste
3) ignorano (o fanno finta di ignorare) la figuraccia già fatta dal duo comico Tsipras-Varoufakis
Sono inaffidabili e velleitari e fanno solo da tappo alla formazione di un più vasto fronte sovranista, distraendo una quota cospicua di elettori.
Poi non ho veramente capito la logica al contrario dell'uscita dell'Euro come ripicca. Ma se l'Euro è l'arma di ricatto della troika, te la devi disarmare prima di fare una trattativa per ridiscutere i trattati.
PS: io non sono affatto sicuro che arrivati al dunque (il referendum) il M5S si schiererà per il NO all'Euro, anzi esperienze recenti fanno propendere invece per l'ennesima giravolta.
E infatti questa sottigliezza lessicale mi era proprio sfuggita. Grazie.
RispondiEliminaPerò da tempo ho imparato la lezione sulla pericolosità di "color che son sospesi".
Chi nel 2017 ripete i concetti del 2011 non fa più paura. Il nemico è sempre più astuto e difficile da smascherare.
In questo caso, Somma è stato piuttosto maldestro: un quadro narrativo assurdo, a partire dalla temporalità fino alla focalizzazione di un nemico cattivo che, nell'uscire di scena, lascia un fuso avvelenato che addormenterà il protagonista (finito nella stessa combriccola del cattivo perché è buono) derubricandolo a comparsa.
InSomma, come può essere presa sul serio (da noi, che siamo una piccola minoranza per di più allertata dalla sua richiesta di lettura) una favola così strampalata?
Ma sarà sempre più difficile (per noi) scovare le sfumature, i dettagli dell'inganno.
Però, il bicchiere mezzo pieno secondo me è vuoto, anzi non c'è proprio.
Se l'autore credesse alla vulgata secondo cui “siamo fuori dalla crisi” allora perché esporsi proprio adesso che le cose dovrebbero riprendere ad andare bene? Per dare il merito a Schäuble?
Secondo me sa perfettamente che la crisi non è finita e quindi mette le mani avanti. Dal momento che le cose continueranno ad andare male e il PD malissimo, cerca di far guadagnare un po' di tempo all'EU e di credibilità al PD. Magari per ritagliarsi un ruolo nel partito.
Il piddino analogico indica l'ora giusta addirittura due volte al giorno, quello 2.0 soltanto una.
RispondiEliminaOttima metafora di un certo tipo di "progresso".
EliminaOvviamente... Non me n'ero accorto. Neanche dopo le due domande del padrone di casa.
RispondiEliminaCome dice Orwell qui sopra non basta leggere 7/8 libri all'anno per essere al riparo.
Per un giurista non parlare di moneta o non capire né conoscere i dati macroeconomici del Portogallo può essere giustificato. Confondere autonomia e indipendenza, in effetti, no.
Che sia stato pubblicato su micromega non so quanto sia significativo: ricordo che aveva ospitato un articolo completo, riassuntivo e sintetico di Gawronski, meno di un anno fa.
Resta interessante la questione se anche parlarne così può instillare in qualcuno il dubbio che lo porti a capire: la."Germania cattiva che ci rovina" mi sembra una precomprensione funzionale ad arrivare ad aprire gli occhi.
Non sono del tutto d' accordo che per un giurista sia giustificabile non capire o non conoscere dati macroeconomici: ci sono fior di costituzionalisti che non capiscono come il fical compact incida sul secondo comma dell' art. 3 della Costituzione, o meglio: lo capiscono, ma sono stati ingannati dalla retorica del "fate presto" e "non c'è alternativa". Sono i danni di un sapere troppo specialistico, talmente specialistico che uno non riesce ad orientarsi più nemmeno nella propria materia, perdendone di vista i principi fondamentali.
EliminaMi sembra di ricordare che prima del 1981, quando ancora BDI era obbligata a comprare i titoli di stato che il mercato non assorbiva (l'epoca di una certa dipendenza), si parlava (anche nei media) proprio di autonomia dei mezzi di BDI nel perseguire i suoi scopi istituzionali.
RispondiEliminaNon riesco a trovare link su quel periodo ma ci scommetterei sopra 100 vecchie lire che la memoria non mi tradisce.
La questione è chiarissima (la sua "finezza" in realtà è profondità di pensiero, ovvero: vedere dove gli altri non vedono) anche se non mi sembra un problema di facile soluzione/definizione. Si capisce benissimo la differenza tra autonomia strumentale e politica. L'autonomia politica non dovrebbe esistere perché la BC dovrebbe rispondere "al popolo" (per non farmi definire "populista" dovrei dire "ai rappresentanti democraticamente eletti"). Di conseguenza, la stessa durata non può essere indefinita, come lo era una volta e nemmeno di 6 anni ma dovrebbe seguire la legislatura. A dir il vero, gli strumenti a disposizione sono sempre i soliti, non è che la BCE non abbia gli strumenti; il problema è che li usa in modo improprio. Apparentemente, la questione politica può essere risolta ma il rischio di trovarci nelle stesse condizioni di oggi rimane, non solo in caso di elezione di un governo libBberista ma ancor di più quando i rappresentanti, come oggi, non rispondono agli elettori. Secondo questa linea, dovrei pensare che il problema principale sia di rappresentanza più che di indirizzo politico. Se il problema è un deficit di rappresentanza, allora dovrei risolvere la questione in un altro modo, impedendo la discrezione politica, il che mi sembra una contraddizione; insomma,una BCE all'incontrario. Faccio un esempio pratico: se il mio intento è quello di dire: ok, abbiamo imparato la lezione!: "mai più!!!" potrei pensare di reintrodurre l’obbligo da parte di Banca d'Italia di acquisto residuale dei Titoli di Stato emessi sul mercato primario. In questo modo, un governo libBberista può certamente ridurre la Spesa Pubblica ma non lascerebbe lo Stato in balia del mercato. Di certo, un governo potrebbe sempre rimuovere l'obbligo di acquisto; e allora? come posso impedirglielo o limitarlo? Mettendolo in costituzione in sostituzione del "pareggio di bilancio". Ciò significa che non solo devo limitare l'indipendenza politica della BC ma devo porre limiti (regole) anche all'autonomia strumentale.
RispondiEliminaCaro Professore, purtroppo non potrò più leggerla. Nonostante che il suo blog prima; e i suoi libri poi, mi abbiano illuminato la via, da oggi sono costretto a chiudere ogni rapporto. Non me lo posso più permettere. La mia azienda non se lo può più permettere. È una questione di sopravvivenza. Vivere nell’illusione (leggi certezza) che l’euro cadrà non aiuta il mio approccio alla conduzione della mia azienda. Mi spiego meglio: quello che lei ci ha insegnato sulla moneta unica è verità scritta nel vangelo. Non ci sono dubbi. Che leuropa, attraverso l’euro, stia attuando un programma di dittatura e distruzione di una parte della società è altrettanto vero. Che l’euro debba finire, non si discute. Il problema è quando!?! Qui entra in gioco il fattore tempo che mi vede costretto a ringraziarla infinitamente per il suo immenso e prezioso lavoro ma mi costringere a volgere lo sguardo altrove. È logico che la mentalità dell’imprenditore si legga nell’azienda. Quindi, se voglio sopravvivere devo cambiarla. Mi devo convincere che l’euro c’è e non se ne vuole andare. Devo lavorare in un ambiente, malato quanto si vuole ma reale, che opera con la moneta unica. I miei fornitori lavorano con l’euro, i mie clienti operano, direttamente o indirettamente, con questa moneta. Se io continuo a pensare che l’euro deve sparire faccio del male a me stesso e alla mia azienda. L’euro c’è e, purtroppo, gode di ottima salute se non economica almeno politica. Mi dispiace doverla lasciare così. per lei sarà solo un moscerino sul parabrezza ma, per me, è la fine di un grande amore. Segretamente, continuerò a stimarla ma, purtroppo, tengo famiglia e non mi devo più distrarre.
RispondiEliminaYours sincerely
LN
Ma la vendita dei beni demaniali a stati esteri non si accorda perfettamente con l’idea di Jens Weidmann di fornire garanzie per i debiti sul target2? E una volta spolpati di tutte le garanzie che saremo in grado di conferire che succederà? Che non verrà più garantito il cambio 1:1 nei rapporti commerciali? Che rimarrà solo per le monetine spese per turismo? Che si tornerà al cambio fluttuante tra monete contabili che di uguale avranno solo il nome?
RispondiEliminaEgregio Professore, chiedo scusa se con questo intervento esco fuori dal "seminario" -come direbbero al dipartimento economico del PD- ma desidero ardentemente fare partecipi i frequentatori di questo blog di una mia scoperta che non ésito a definire eccezionale.
RispondiEliminaSono sicuro che quando ve la rivelerò molti fra voi se non tutti penseranno che le mie siano elucubrazioni di un pazzo o spacconate del solito contaballe desideroso di mettersi in mostra. E non posso biasimarvi. Io stesso ho stentato a credere a quanto vedevo. Per cautelarmi e garantire la mia buona fede, preciso subito che la scoperta de qua non è frutto della mia fatica o della mia intelligenza o del mio intuito: è, invece, addebitabile unicamente al caso che ha fatto sì che mi trovassi nel punto e nel momento giusto.
Ma veniamo ai fatti. Ieri sera uscivo dal teatro dell'Opera -dove avevo assistito a La Damnation de Faust di Hector Berlioz- quando un gentile giovanotto mi ha porto un depliant, pregevolmente confezionato, che pubblicizzava uno spettacolo di musica e balletti cinesi di prossima programmazione nel teatro stesso.
Ho letto avidamente e cosa ho letto? Ebbene nel depliant era scritto che la cultura cinese ha 5.000 anni. Ho letto più volte questa frase, tanto mi sembrava increbile. Difatti, io -come voi e come tutti del resto- ero fermamente convinto che la Cina sia uscita dalla preistoria pochi anni prima dell'inizio della cosiddetta globalizzazione, come autorevolmente risulta nella nota affermazione ORA C'E' LA CINA.
Io credevo, per esempio, che negli anni 70, quando la Fracci beava gli italiani con le movenze aggraziate dei suoi balletti, l'unica forma artistica praticata dai cinesi fosse una rozza danza tribale in cui gli abitanti di questa primitiva contrada ballavano nudi, agitando le ossa dei nemici appena divorati, al ritmo scandito da un tronco cavo selvaggiamente percosso da uno di questi trogloditi.
Ovviamente, pur non appartenendo alla schiera degli accademici -tipo Marattin, tanto per intenderci- so bene che ogni scoperta deve essere comprovata e, pertanto, non mi affido totalmente a quanto ho letto. Ho, quindi, in programma di recarmi nei prossimi giorni all'Ambasciata cinese per chiedere lumi.
Eviti il teatro.
Elimina« Molti son li animali a cui s'ammoglia
RispondiEliminae più saranno ancora, infin che'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.
Questi la caccerà per ogne villa
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno
là ove 'nvidia prima dipartilla. »
Io non voglio i post lunghi,anche basta dopo 7 anni. I have a dream, la voglio vedere Ministro a primavera
RispondiEliminaI have this dream too. Toussaint
EliminaVedere un ventennale spagnolo o portoghese rendere tipo quello americano, considerando che nel primo caso stiamo parlando di un paese in cui la parte più ricca vuole scappare dal resto lascia perplessi.Del secondo non parlo visti i successi ottenuti, tipo restare sterilizzato dai mercati per anni.
RispondiEliminaGrazie
RispondiEliminaTutte le ipotesi sulle origini del coronavirus.
RispondiEliminaMi stavo chiedendo dove e come si sia generato questo signore che sta distruggendo le nostre certezze plurisecolari lasciandoci indifesi e storditi. Credo che sia arrivato il momento di vietare non so come, non so con quali procedure e definizione delle stesse a livello globale (il globalismo dei divieti inflessibili pena la fine degli altri globalismi) per la sopravvivenza della specie umana.