domenica 16 luglio 2017

Breve storia del debito privato

Frugando nei World Development Indicators per confutare un'affermazione di Rodrik che mi convince poco (e già mi aspetto il lettore un po' ingenuo: "Ma come? Te la prendi con Rodrik? Ma lui è di sinistrah...") trovo per caso dei dati che, nella loro semplicità, ci raccontano una storia interessante.

Questi:


I dati si riferiscono all'intera economia mondiale. Per capire un po' meglio cosa è successo qui da noi, ve li ripropongo aggiungendo quelli dei paesi ad alto reddito, e dell'Unione Europea:


Chi è qui da tempo non credo abbia bisogno di spiegazioni. Ma siamo sempre di più, e quindi tracanno per gli ultimi arrivati l'amaro calice dell'ovvio. Premessa: il credito erogato al settore privato è debito del settore privato (se non lo capite, pensate che il mutuo di casa è un credito che la banca vi ha erogato: vi sentirete meno ricchi, quando si sarà estinto? Nel caso,vi suggerisco di rivolgervi a uno specialista...).

Fatta questa premessa doverosa, quindi, forse, inutile (Marattin, ad esempio, non la capirebbe), procediamo con la descrizione.

I paesi avanzati, ad alto reddito (high income, linea arancione) sono sempre stati più finanziarizzati dalla media mondiale (forse perché ci sono più banche a Manhattan che a Ouagadougou: chiamiamola ipotesi Grazia Arcazzo). I paesi dell'Unione Europea, nonostante appartenessero per lo più agli "high income", storicamente sono invece molto meno finanziarizzati della media mondiale (e quindi degli high income). Anche qui, non ci vuole molto a capire perché: noi avevamo una "cultura condivisa del risparmio" (come ricorda Alessandro Montanari), che nei paesi "avanzati", quelli dove già negli anni '80 le famiglie campavano facendo rollover su un mazzo di carte di credito, veniva stigmatizzata come "repressione finanziaria" (un concetto del quale avete imparato a diffidare leggendo questo romanzo).

Alla fine del grafico, se non siete un consigliere di Renzi, non può sfuggirvi l'unica vistosa anomalia presente in oltre mezzo secolo di dati: dopo quattro decenni di crescita sostanzialmente in parallelo, dal 2001 al 2008 l'indebitamento privato europeo cresce a un ritmo mai sperimentato prima, convergendo rapidamente verso la media mondiale. Poi arriva la crisi, e il debito cala (perché le banche non erogano più credito).

Dedico questo grafico agli imbecilli che "la colpa è della globalizzazione e non dell'euro". Certo, la globalizzazione finanziaria ha fatto aumentare ovunque il debito del settore privato (lo chiamaremo corollario di Grazia Arcazzo). Tuttavia, caso strano, per quattro decenni questo processo è andato avanti in parallelo da noi e nel resto del mondo. Se coi grafici non ce la fate, vi do dei numeri: fra il 1960 e il 2001 il rapporto debito privato/Pil è aumentato di 70 punti in Europa e di 75 in media mondiale. Fra il 2002 e il 2008 è aumentato di 17 punti in Europa e diminuito di 1.7 punti in media mondiale.

Non vorrei pensaste che ciò dipenda dall'euro! L'euro, si sa, è solo una moneta: cosa mai potrà avere a che fare con l'erogazione del credito (che è credito, quindi non debito, come pretendono alcuni strampalati economisti di provincia)! La spiegazione scientifica è un'altra: vi suggerisco di cercarla nella fonte dei piddini. Quaerendo invenietis... D'altra parte, se la ripresa c'è ma non si vede, perché mai dovreste cercare nello spettro del visibile le cause di un fenomeno misurabile?

A quelli che "l'euro non c'entra" dedico una delle mie ottave preferite:

Forse era ver, ma non però credibile
a chi del senso suo fosse signore.
Ma parve facilmente a lui possibile
ch'era perduto in vie più grave errore.
Quel che l'uom vede, l'Amor gli fa invisibile
e l'invisibil fa vedere Amore.

Nel 1968 loro hanno smesso di studiare questi versi desueti, perché volevano la fantasia (ovviamente, la loro fantasia) al potere, e ci sono riusciti. Il dadaismo di Padoan e dei suoi collaboratori ne è degna prova. Comunque, #iostoconariosto...



(...nel caso, posso dirvi che l'affaire Tampa - agosto 2001 - con questa storia non c'entra nulla. C'entra molto coi due post precedenti, però. Che ne dite: facciamo come l'Austrialia? E cosa c'è, nell'acqua della Scandinavia, che spinge quel nobile popolo ad andare in giro per il mondo scassando i maroni a stati sovrani nel tentativo spesso frustrato di condizionarne le politiche sociali? Viene quasi da pensare che non avere troppi problemi in casa propria spinga a crearne in casa altrui... Comunque, ho capito perché da quelle parti le donne mi sembrano così annoiate: con uomini che si dedicano ossessivamente a salvare il mondo, non mi stupirei se molti matrimoni fossero in pericolo...)

48 commenti:

  1. Toh. E io che credevo che l'euro facesse parte della globalizzazione.

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    1. Toh, un troll che non sa leggere l'italiano?!

      «Certo, la globalizzazione finanziaria ha fatto aumentare ovunque il debito del settore privato (lo chiamaremo corollario di Grazia Arcazzo). Tuttavia, caso strano, per quattro decenni questo processo è andato avanti in parallelo da noi e nel resto del mondo.»

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    2. Non ho mai capito esattamente che animale sia Pellegrina. Potrebbe anche essere quell'animale lì. Se sono ancora vivo è perché sono prudente.

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    3. Stefano, per cortesia, il mio commento era dedicato a quelli che: "la colpa è della globalizzazione e non dell'euro" citati dal post.

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    4. Pellegrina, cosa significa "facesse parte"? La globalizzazione riguarda i mercati, l'euro è una moneta unica in una area valutaria comune. La globalizzazione è resa possibile dalla liberalizzazione di movimenti di capitali e di merci, la moneta unica "sarebbe dovuta servire" (forse) ad agevolare quei movimenti (one money, one market). La globalizzazione può esistere con o senza moneta unica. Quello che è evidente è che la globalizzazione può essere governata SOLO fuori dall'euro e ciò in quanto: 1) nell'UEM non vi sono istituzioni con strumenti idonei; 2)nell'UEM non vi è la volontà politica di regolamentare i mercati; 3)adottare una moneta nazionale significa riacquistare tutti quegli strumenti di politica economica persi con l'ingresso nell'euro.

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    5. oh santo cielo.
      Giovanni, certo che puo' esistere sia con che senza!
      Fine; chi voleva ha capito, per parafrasare qualcuno.

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    6. Va bene, sei un troll. Se negli anni di globalizzazione senza euro avevamo certi dati macro e negli anni di globalizzazione con euro ne abbiamo altri, mi spieghi che senso ha affermare che l'euro fa parte della globalizzazione? Nessuno. O sei molto confuso o sei abituato a scrivere senza pensare oppure vuoi solo trollare.

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  2. Postilla: ieri ho passato un'imprevista pausa su questo oggetto. Sono molto grata al mio sconosciuto vicino di tavolo per averlo tirato fuori dal magazzino in un sabato di ponte, in biblioteca, facendomi profittare del suo sapere.
    Non ho purtroppo vissuto il '68 a scuola, ma la questione non è tanto smettere di studiare Ariosto, Dante o altro: sarebbe stupido. Quello che all'epoca me li ha resi insopportabili era, e lo sarebbe oggi, l'approccio soffocante e benpensante con cui si studiavano: prettamente estetico, risorgimentale, romantico, moralista, zero contesto, su cui il '68 ormai da tempo sepolto aveva influito zero.
    Risultato: ho finito per studiare una cultura diversa, sostanzialmente perché la scuola non mi aveva rovinato quegli autori con il suo insopportabile, ristretto perbenismo e l'università, paradossalmente più sessantottina, mi ci ha gettato dentro con l'entusiasmo di poter capire, finalmente, come e perché creassero e funzionassero.

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    1. Postilla: è colpa della scuola, come sempre.

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    2. Stefano, la scuola puo' essere fatta in tanti modi.
      Quella scuola tradizionale aveva un'ottima scelta di materie, e un pessimo modo di insegnarle e di soffocare le idee, le curiosità, la fantasia, le domande, la messa in questione e mille altre cose. L'università che io ho frequentato no.
      Vogliamo provare ad ammetterlo?
      Quella scuola li', sostanzialmente il liceo (ho ricordi molto migliori delle elementari e di un paio di insegnanti delle medie, eterodosse frettolosamente epurate dal preside di turno, con aguzzina al loro posto in terza media) mi avrebbe portato dritta dritta ad accettare per oro colato la vulgata piddina, se non avessi avuto anticorpi familiari (nei contenuti) e universitari (nel metodo).
      Era ed è una scuola che vuole trasmettere una vulgata funzionale ad addormentarti senza farti domande, non a farti crescere né intellettualmente né in altra maniera.
      Si sarebbe anche detto una scuola di classe ma non va di moda.

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    3. Pellegrina, quella scuola lì, quella che descrivi, c'è adesso, è proprio quella che URLA ai quattro venti, per bocca di chi la dirige (chiunque: son tutti uguali da decenni) di essere e voler essere il contrario.

      Quella scuola lì c'è adesso e (sorpresa!) ha ragione Stefano a ironizzare, è sempre colpa della scuola.

      Mi spiego. È una tana ad altissima densità piddina, giusto: ma perché lo è?

      Inoltre, dici "era ed è", ed è dura da sostenere la tua tesi, allora, dato che tu stessa alludi a una vistosa differenza della scuola attuale dalla "tradizionale" che descrivi all'inizio.

      Io una risposta ce l'ho, e tira in ballo un... fattore esogeno ma, come sottolinea Stefano, di cui immagino il sorriso amaro, tanto è sempre colpa della scuola...

      P.s. Non pensare a una difesa corporativa da parte mia: quella è porcheria da CGIL, che infatti ha tutti i tratti della corporazione e nessuno del sindacato.
      E poi, se definisco la scuola una tana di piddini chi vuoi che difenda? Giusto raras aves, che soffrono quanto me (sensi di colpa compresi).

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    4. @Luca: la differenza di cui parla il mio commento non è tra scuola e scuola, bensi' tra scuola (tradizionalissima nella sua chiusura asfittica) e università.

      Non ho frequentato facoltà in cui si giochi un reale potere, come economia o giurisprudenza, per cui non potrei paragonare la loro maggiore o minore soggezione al potere (che, sospetto, in una certa misura vi sia sempre stata) oggi rispetto a qualche anno fa.
      Tuttavia l'università che ho frequentato mi ha aiutato, ripeto, a percepire le note stonate, quelle enunciate senza prove né fonti né rigore, quelle che proteggevano certi interessi e non altri, quelle che andavano contro la Costituzione economica (ne parlavamo da 48, un tempo), nel discorso eurista di oggi (con buona pace dei dementi che danno del troll a colazione al primo che non capiscono).

      La scuola che ho frequentato mi avrebbe soltanto insegnato a ripetere a pappagallo la verità dei potenti e dei perbenisti. Ovviamente con un barile di moralismo attaccato sopra. Quella scuola è programmata esattamente per quello, e quello fa, il che non rende meno grave la sua responsabilità.

      Quanto all'insegnante medio, poveretto, che vuoi dirne? Piddino? Si', certo. Tuttavia, piddino come un impiegato, piddino come un negoziante, piddino come tanti. Il suo ruolo sociale non ha ormai particolare prestigio, né lo pone in contatto con ambienti (del resto timorosi, chiusi e elitari nel loro altezzoso disprezzo bipartisan verso i ceti inferiori) che possano dargli una visione particolarmente ampia o complessa degli avvenimenti, né svilupparne la cultura. Lo stipendio non permette troppe integrazioni al necessario, né esplorazioni di territori sconosciuti... Non è detto che debba comprendere politica o macroeconomia, ma il suo mestiere potrei aspettarmi che lo facesse diversamente. Invece no.

      Le rarae aves soffrono in ogni contesto, comunque :-/.

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  3. Fino al 2008 la linea azzurra vola, in quel punto crolla fino a oggi.
    Quindi si direbbe che i debiti privati siano scesi drasticamente con la crisi, come dire che la crisi aiuta a diventare più sobri.
    Qua più che la dottoressa grazia arcazzo ci soccorre il marito ossia il signor TOCAZZO.
    Quello che è accaduto, che è oramai palese , è che si è inserito il turbo per la legge universale del :se deve accadere è meglio che accada al tuo culo piuttosto che al mio.
    Ossia la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti.
    I crediti privati li hanno messi e li mettono ancora nei pagherò degli stati, ossia ce li siamo accollati noi.
    La legge della SDP-PDP viene oramai usata come pacifica dai nostri governati o meglio dai portaborse al governo al servizio del capitale.
    La storia attuale degli immigrati ricalca pari pari quella dei pannelli fotovoltaici.
    Capisco che potrebbe sembrare un azzardo ma un azzardo non è.
    In entrambi i casi chi prima ha avuto la corsia preferenziale per attingere ai fondi ne è risultato il più avvantaggiato economicamente.
    In entrambi i casi le erogazioni sono sproporzionate per quantità.
    In entrambi i casi il debito o deficit creato è stato regalato al cittadino.
    Come per i pannelli fotovoltaici anche per gli immigrati la cosa gli è scappata di mano( ricordate il record italiano di energia rinnovabile da solare fatta in alcuni anni?) e ora tentano di correre ai ripari come fecero anche allora vietando(dopo) i pannelli in pieno campo.
    Chiaramente i primi avranno accumulato denaro per loro e per i pronipoti e cosi sarà per i caritatevoli della immigrazione.
    Io ne ho un esempio fianco casa mia, chiude una discoteca balera che funzionava egregiamente per accogliere un centinaio di immigrati.Il tutto per qualche milioncino di euro, che vuoi che sia, che pagheremo noi in comode rate.
    Non le potranno mettere in bolletta ma un modo lo si trova sempre.
    Oramai non hanno più nessuno scrupolo e lo fanno palesemente tanto hanno capito che non ci sarà reazione, ossia la nazione risulta oramai apatica e tollerante a tutto.
    In pratica è in via di dissoluzione.

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  4. Ciao Alberto, proprio l'altro ieri ho polemizzato con un economista non accademico, sai proprio quello che non si è presentato al convegno cui eri presente tu 4 anni fa qua a Piddinia Felix, che mi ha fatto un po' cadere le braccia quando in un messaggio privato di risposta (l'ultima, mi ha detto, perché è stanco di fare volontariato...) mi ha detto che la monetasovrana non basta come dimostra UK, ora c'è la Ciiiiina e la globalizzazione...in risposta ad un mio temerario "Voi della scuola di Chicago" (ma nega di ispirarvisi) mi ha detto "Voi della scuola di Pescara...".

    Troppa grazia per me, che ne dici???

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    1. Però scusa, Dante: una cosa te la devo dire. Possibile mai che uno come te, che un lavoro ce l'ha, che ha esatta contezza, di prima mano, della poraccitudine di quel tipo, perda tempo così? Perché ci parli? Cosa può insegnarti che tu non sappia? Vuoi convincerlo? E se anche riuscissi a convincere uno che è pagato per non capire, cosa otterresti? Bo...

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    2. Lo so Alberto che è tempo perso, è che a volte quando leggo in giro certe cose non mi so trattenere...

      Un abbraccio

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    3. Gradiremmo sapere questo tizio chi è.

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  5. Prof,
    mi sa che Lei ha mischiato i dati della crescita del debito privato UE tra 1960 e 2001 con i dati della crescita del debito privato dell' EA tra 2002 e 2008 ...
    Comunque sia tra 2002 e 2008 debito privato ITA cresce di circa 22 punti Pil, nulla di preoccupante rispetto ad altre ben conosciute situazioni dell'EA ...

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    1. Ti ho dato il link, mentecatto: vai a controllare. Oltre a spregevoli insinuazioni (a portata di "europeista") il tuo commento contiene anche il link alla tua fonte? Pubblico il tuo commento perché è illuminante per comprendere la qualità (?) umana (?) degli europeisti e il loro modus operandi.

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    2. "Comunque sia tra 2002 e 2008 debito privato ITA cresce di circa 22 punti Pil, nulla di preoccupante rispetto ad altre ben conosciute situazioni dell'EA".

      Ah, ok: crisi di debito pubblico no, di debito privato nemmeno ("incremento non preoccupante").

      Dunque, Yanez? Cos'è che non ha funzionato, in risposta allo shock esterno?

      Ci sono! I forestali siciliani e il bagnino di Chioggia (qui c'è un anacronismo, ma "niente di preoccupante" per uno par tuo).

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    3. Yanez, le do del lei, sta peggiorando da qualche mese; lei si sta inacidendo e rimbecillendo progressivamente e la sua simpatia sta virando verso una tragica ridicolaggine.
      Si riguardi i suoi interventi di qualche mese fa, erano stringatissimi, banali ma avevano almeno il pregio di farci/mi fare una risatina, come si fa con i pagliacci del circo che ripetono sempre le stesse battutine.

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    4. Lascialo fare, @Alberto49: i suoi interventi qui hanno un potente effetto catalizzatore sulle contribuzioni volontarie ad Asimmetrie. Le accelera, quantomeno: ora accendo il PC e verso il caffè promesso.

      C'è un modo democratico per annientare certi soggetti, ed è finanziare per quanto possibile le... macchine asfaltatrici.

      Soprattutto, detti soggetti provano sgradevolmente a rintracciare relazioni biunivoche tra il Prof. e chiunque lo legga o intervenga qui.
      È accaduto ieri su TW. A me.

      Lo scopo è chiaro: la mia pochezza (parlo per me, e possa morire se ho scritto una sola riga su argomenti tecnici, qui o altrove) deve riverberare negativamente sul Prof., come se un blogger e non la sua community (termine peraltro improprio in questo caso), ma semplicemente i suoi lettori, unum essent.

      Quanto sia laida questa operazione è evidente a tutti, ad eccezione appunto di quattro sgradevolissimi gatti che, tra l'altro, l'ironia non la sanno fare.

      Così, due piccioni con un caffè: vado a versare.

      Prof, sono stato attentissimo a non nuocerle:
      - i commenti qui li filtra lei;
      - non entro MAI in questioni tecniche, ché non è il mio pane;
      - su TW non sono suo follower né vorrò mai esserlo;
      - mi limito a RT, lei ma anche un sacco di alta gente;
      - qualche volta ho perculato: se tocchi il vespaio gli inquilini si agitano.

      Lei ha facoltà e modo di farmi sparire, se lo ritiene opportuno, e a me interessa leggere e studiare (e ringraziare), il resto è inessenziale.
      Su Twitter, nel caso, sarò più agevolmente Luca Pasello e non, come uno sfigato insinuava, un accolito della "cricca" (dicitur- sintetizzo) di Alberto Bagnai.

      E le chiedo scusa, sinceramente, se la mia presenza sui social media possa averle recato nocumento.

      Sed Satis.

      Caffè.

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    5. @Luca Pasello
      Ogni tanto, casualmente, vedo la feccia come Yanez o altri della sua risma che in giro per il web, diffondono veleno a buon mercato; mi consola però scoprire, dalle risposte che molti rifiutano di sorbirselo. La maggioranza ha compreso e non ci casca più.

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  6. Mi spiace per la mia banca, che non è differente, ma io ho appena finito di pagare il credito che mi ha erogato.
    Condivido questo lieto evento con voi Mi sento sollevato, definirmi più ricco in questo periodo è difficile, non ho più il mio debito privato e l'immobile acquistato rimane alla mia famiglia, si credo sia una ricchezza.
    Se Marattin non lo capisce, Alberto, per favore, mi devi spiegare perché qualche post fa hai detto che era uno bravo.
    Ad ogni modo, sappi che se viene da noi me la paghi.

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    1. Nella mia personale anagrafe il banner lampeggiante "attenzione ironia" è un certificato di morte. Peccato. Eri una brava persona. Mi mancherai.

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    2. Mi spiace, ti auguro buon lavoro e ogni bene.
      Grazie ancora per tutto.

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    3. Uomo fortunato Zedda! Spero che abbia fatto un affare, nel complesso.

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    4. L'affare di vivere nella mia casa, volevo condividerlo con voi e invece ho conquistato un "certificato di morte". Facevo meglio a star zitto o a evitare l'ironia. Pazienza.

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  7. OT: domenica 17 luglio 2017, il Voelkischer Beobachter, sotto ad una supercazzola Scalfariana, ospita uno scritto del Profeta Tony Blair.
    "Siamo ancora in tempo per fermare la brexit".
    Ci sta che sotto alle farneticazioni di un GUF si possa leggere un'intemerata para-fascista traducibile con "Siamo ancora in tempo per #facciamocome Saviano, e fare strame del suffragio popolare".
    OT fino a un certo punto, perché il Vate piddino cita statistiche economiche Freudiane, pseudoscientifiche, tra le quali la svalutazzionebbrutta, lanflazzione, laggente sono vecchi, il credit crunch, il lungo periodo, la Leuropa più bella e più potente che pria (BRAVO!) e via cianciando, dalla cattedra di soprusi di sinistra che ha costruito ammazzando innocenti (e pure a casa sua, dicono, mah...)

    Scusate, ma mi è andata per traverso la brioche a colazione, e volevo condividere.

    Un grazie al Pedante #santosubito

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  8. Aggiungo una piccola postilla a quanto già commentato da qualcuno: la "Mano invisibile" del mercato (quella che i Padoan di turno non "vedono" perchè lavorano per Lei) ha la strana tendenza a presentarsi per gli umani qualunque con una postura tipica: quattro dita chiuse a pugno e il medio eretto come un pene trionfante...

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  9. Umilmente domando: il crollo a cavallo del 2000 da cosa dipende?

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    1. Me lo chiedevo anch'io (incuriosito anche dal buco nella curva azzurra). Forse la bolla delle dot-com....

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    2. Ti racconto una cosa capitata a me. Mio suocero morì a giugno 2000 ed aveva investito in titoli azionari americani circa 200 milioni guadagnando dal 1997 al 2000 circa il 30 %; guadagni facili ed incredibilmente buoni, pensavo. Dopo la sua morte, a giugno, una parte di quei fondi passò a noi e da circa 6 mesi la crescita si era fermata, la mia prudenza mi consigliò di investire in fondi bilanciati e così iniziai a seguirne l' andamento utilizzando excel. Da giugno 2000 a maggio 2001 avevo perso il 10% mentre i titoli azionari almeno il triplo ed io non dormivo più di notte ed avevo gli incubi; capii che l' investimento finanziario non era cosa per me. Vedevo che nel Golfo persico c' erano movimenti che non mi piacevano affatto ed allora decisi di prendere il controvalore e spostarli su un libretto postale; la direttrice della banca, che da mesi frequentavo quasi settimanalmente per chiedere informazioni, e mi diceva che tutti gli impiegati della banca lei inclusa avevano investito negli stessi titoli, criticò moltissimo la mia scelta ed io le risposi di fare anche lei quello che avevo fatto io. Arrivò dopo qualche mese il fatidico 11 settembre e molti persero una barca di denari; qualche impiegato o direttore di banca arrivò sull' orlo del suicidio. Io andai dalla direttrice la quale mi disse "avessi fatto ciò che lei mi consigliava, oggi starei meglio".

      La bolla esplose esattamente agli inizi del 2000, ma molti non capirono e continuarono a credere nei facili guadagni e ci fu un rimbalzo ma nel successivo 2001 ci fu la seconda e definitiva botta; quella del 2001 fu la causa o solo l' effetto?

      Warren Buffet dice cose interessanti su quella crisi; io credo che i motivi siano soprattutto psicologici e fisici. Una bolla enorme, come nel '29, e come quella del 2000 o 2008, esplode perchè è arrivata alla sua massima espansione compatibile con la resistenza dell' involucro che la contiene. Dato che coloro che soffiano per farla crescere non si fermano, dovendo mantenere la dinamica espansiva, diventa impossibile evitarne l' esplosione.

      Io credo che oggi siamo vicini ad un evento del genere e credo che una delle cause principali dell' esplosione certa è l' area euro e la Germania in particolare; e questa bolla esploderà in un contesto molto peggiore dei precedenti avvenuti nel 2000/2001 e 2008.

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    3. Grazie dell'interessante storia. Trovo sempre inquietante la tetra bellezza di questi grafici che con una linea attraversano molti decenni e ogni sussulto, impennata, caduta, leggera persistente pendenza, incerto plateau, evoca la storia di milioni di vite ignare.

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  10. Al di là dei famigerati accordi europei, credo che gli svedesi abbiano capito l'errore di portarsi in casa immigrati musulmani.

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    1. Vabbè..
      L'articolo mi da l'idea di esagerare un po'. Fosse vero, se fossi uno svedese, non mi sentirei per niente sicuro ad essere protetto da quelle mammolette di poliziotti.
      Conosco decine di persone di paesi musulmani e sono assolutamente persone a modo.

      Tuttavia lo ius soli non si deve fare. Almeno non adesso e non prima del essere tornati sovrani.

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    2. Aspetta che crescano di numero e vedrai come saranno a modo: saranno a modo loro e pretenderanno che lo sia anche tu.
      E' già accaduto in tutti i paesi islamizzati e sta accadendo nei paesi nordici. Non si capisce perché in Italia dovrebbe essere diverso.
      In questo blog ci si lamenta a ragione del tradimento della sinistra e più in generale del tradimento della classe dirigente. Con l'avvento di Bergoglio assistiamo ad un ulteriore tradimento: quello dei tanti pastori che sposano la causa del mondialismo incoraggiando l'immigrazione musulmana, invece di avvertire i fedeli dei gravi rischi che corrono.
      Per quanto concerne la debolezza della polizia svedese, se malauguratamente i prossimi 5 anni dovessero essere governati da Pd o M5s, vedrai anche da noi il capo della polizia chiedere pubblicamente aiuto ai cittadini per garantire l'ordine pubblico.

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    3. Siamo quasi d'accordo, no immigrazione selvaggia. Anzi, in questo momento storico, no immigrazione e punto, siano essi musulmani, ucraini ortodossi o cattolici Filippini.
      Per mille motivi.
      Tra cui, appunto, la difesa della nostra identità nazionale.
      E questo vale anche contro gli attacchi teutonici di farci digerire il loro modello economico (a favore loro....).

      Ma, almeno io, evito di mettere sullo stesso piano:
      il disperato appena sbarcato
      (dove magari la religione è l'ultimo dei suoi problemi), il musulmano che lavora e si integra (dove lavoro sono una decina) col terrorista ed il fanatico religioso.

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    4. Mi pare che la parola integrazione stia all'immigrazione come la flessibilità sta alla politica economica dei governi attuali: una parola buona per tutte le occasioni e dal potere taumaturgico.
      Che significa "musulmano integrato"? Se un musulmano lavora regolarmente e manda i figli a scuola, non significa che sia integrato. E' necessario che egli condivida i nostri valori e riconosca la bontà del nostro ordinamento giuridico.
      Solitamente noi applichiamo al musulmano un quadro interpretativo occidentale, areligioso, individualista e relativista. Facendo ciò compiamo un grave errore di valutazione.
      L'essere musulmano non è una condizione conciliabile con altre visioni dell'uomo. Il musulmano è certo di detenere la verità rivelata, che è quella annunciata dal Profeta. E' certo che tutti debbano sottomettersi ad essa. E' certo che ogni altra visione del mondo vada combattuta nel peggiore dei casi, oppure tollerata con esplicita ammissione di inferiorità, nel migliore.
      L'essere musulmano comporta inoltre il senso di appartenenza all'Islam, che definisce la propria partecipazione alla grande famiglia musulmana e al progetto di espansione e conquista voluto da Allah. Tutto ciò definisce l'identità profonda del musulmano, sia esso poco o molto religioso.
      Anche parlare di singoli musulmani è improprio. Bisogna invece parlare di comunità musulmane. A noi pare strano, a causa della cultura fortemente individualistica che permea il nostro modo di pensare.
      Le comunità musulmane disprezzano i nostri valori e le nostre leggi, questo è il motivo della comparsa ovunque in Europa di zone in cui vige di fatto la legge islamica.
      Ho notato la tendenza in questo benemerito blog a ridurre le problematiche migratorie a fenomeni escusivamente economici e sociali: analisi certamente valida, ma parziale. Se si tracurano le componenti identitaria, comunitaria e religiosa si parla dei musulmani ignorando il loro mondo valoriale, incompatibile col nostro.

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    5. Musulmano integrato:
      Uno che lavora onestamente, paga le tasse, fa gli straordinari, manda i figli a scuola (dove impara la storia del nostro paese), collabora, ecc.... Ma soprattutto non mi rompe i maroni con la sua religione e non la impone a nessuno. Se lo fa viola la legge è quindi.... via dai nostri confini senza se e senza ma.

      Molti immigrati musulmani che conosco hanno il "problema" che i loro figli non sono più credenti e religiosi. Preferiscono solo i cellulari ed andare in discoteca. Esattamente come alla maggioranza degli italiani gli frega di andare in chiesa. Più integrati di così!

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    6. E' solo una constatazione, non una critica: mi pare tu abbia un approccio aneddotico alla realtà sociale che riguarda l'islam. Alberto forse lo definirebbe "miccuginismo".
      Le comunità musulmane in Italia si stanno organizzando, come del resto fanno in tutta Europa. Leggi ad esempio questo articolo.

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  11. Il 1968, anno in cui la banca centrale svedese istituì il premio Nobel farlocco per l'economia allo scopo di indirizzare gentilmente l'ortodossia economica.
    Obiettivo brillantemente raggiunto assegnando metà dei premi ad economisti della scuola di Chicago.

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  12. ...la finanza, scatenata in UK? (E non sarebbe da scorporare da EU?)

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