Alcuni dati che non avevo mai controllato.
L'indice della produzione nel manifatturiero e nelle costruzioni:
Il valore aggiunto nelle costruzioni (milioni di euro):
L'indice del valore aggiunto nel manifatturiero e nelle costruzioni:
Sono dati che dovrebbero essere facili da interpretare alla luce di quanto sapete sugli agganci valutari. Il cambio forte deprime la produttività del manifatturiero, ma porta tassi bassi che incentivano la produzione nelle costruzioni. Poi c'è il redde rationem (crisi di bilancia dei pagamenti), il manifatturiero riparte, ma le costruzioni per un po' si fermano. Anche in questo caso la crisi del 1992 (preceduta dall'aggancio valutario 1987-1992) è una prova generale, su scala molto inferiore, di quello che vediamo succedere oggi, con un paio di differenze: non abbiamo recuperato ancora il livello pre-crisi, e lo scivolone post-crisi delle costruzioni è durato molto, molto più a lungo.
Chissà perché...
Chissà perché tante banche son super esposte con i costruttori...
RispondiEliminaIn effetti i dati sono coerenti con quanto il Prof ci ha spiegato in questi anni. La bolla del credito in euro ha favorito il settore delle costruzioni.
RispondiEliminaUn altro dettaglio a cui il Prof. ci aveva già accennato e di cui abbiamo conferma in questi grafici è il fatto che il valore aggiunto del settore delle costruzioni è più basso della media di quello industriale.
Sono dati Istat?
Certo.
EliminaAttenzione a non confondere una variabile col suo indice.
EliminaHa invertito la rotta anche la narrazione pubblicitaria infatti: l'altro giorno in metro a Roma ho visto una pubblicità che recitava "Vuoi vendere casa? Se lo sogni lo puoi fare ecc..ecc.."
RispondiEliminaBel sogno quello di "vendere", quando la realtà sarà "svendere".
Che il problema non riguardi tantissimi che non vestiranno per lungo tempo né i panni dell'acquirente né quelli del venditore poi...
Qualcuno gentilmente mi spiega cosa vuole dire "valori concatenati, anno di riferimento 2010" nel secondo grafico, quello del "Valore aggiunto nelle costruzioni"?
RispondiEliminaIl grafico mostra bene le bolle nel settore delle costruzioni, in periodi non casuali. Sarei grato di poter capire anche i dettagli di un grafico così chiaro.
P.s. la fonte? Magari riesco ad arrangiarmi...
Te lo spiega Google. Se vuoi posso farti ripassare le tabelline. Giovedì le ho tuittate (fino a quella del 10), perché ho visto che c'era tanto bisogno...
EliminaOk, ci sto.
EliminaIo vivo ad Ancona e lo scoppio della bolla immobiliare descritto nelle "figure",è stato il motivo principale della crisi di Banca delle Marche,"RISOLTA" con il decreto del 16 novembre 2015.La spiegazione "bancabruttafinanzacattiva" ,adottata da chi avevo votato,mi è sembrata subito un depistaggio per eludere quanto c'era di strutturale ed ha iniziato a farmi ricredere sulla formazione politica da me preferita ,che da scelta migliore s' è degradata a scelta "meno peggiore" con la prospettiva d' ulteriore alontanamento.La cosa che non tornava era che ,dal 2004 al 2009, un dirigente di banca sarebbe stato bollato come uno stupido se non avesse finanziato sia i costruttori che gli acquirenti degl' immobili di fronte al raddoppio del valore di questi in così poco tempo.Nessuno che spiegasse il motivo di questo fatto.Quindi tutti s'erano comportati in modo giusto"...i consumatori e le aziende, aspettandosi una futura crescita, hanno anticipato i consumi e gli investimenti come dei bravi ottimizzatori temporali....."come disse Victor Costantio nel discorso fatto ad Atene il 23maggio del 2013 e riportato in "L' Italia può farcela" .Quindi i danni dell' euro sono molteplici : a quelli economici s' aggiungono quelli inferti alle" risorse culturali ",come le definisce il Presidente Caracciolo,indispensabili per gestire la situazione nella quale siamo.Sono pessimista ma spero nello spirito di conservazione che ha sempre reso reattiva di fronte a fatti di gran lunga peggiori la nostra comunità nazionale
RispondiEliminaSecondo me i 5 stelle prenderanno una bella lessata, e comunque è chiaro che l'unico asse che gli si apre è quello con l'odiato PD (dopo la genialata di ieri al PE). Nati per intercettare il dissenso, moriranno quando questo sarà diventato "consensus". Sono comunque durati più del Fronte dell'uomo qualunque. Onore al merito.
EliminaEhilà! Un compaesano! (sono anche io di Ancona)
EliminaNon conoscevo nel dettaglio i grafici, e non saprei nemmeno decifrarli a fondo. Ma la 'gobba' del settore costruzioni l'ho sentita tutta. Da studente di ingegneria civile, ho sempre pensato che avrei avuto un futuro radioso, ma dopo la laurea mi sono reso conto che stava andando tutto a ramengo.
Nel centro della nostra città c'è un ex-ospedale (un intero quartiere) comprato da un costruttore in pieno boom per farci una zona residenziale di lusso. Risultato? Un'area vastissima sigillata, in ristrutturazione/costruzione da quasi 15 anni, e un parcheggio che non usa nessuno.
Per non parlare del campetto del Sacro Cuore dove passavo i pomeriggi da piccolo, ridotto ad un gigantesco scavo. C'è ancora il cartello con scritto 'Fine lavori prevista 2007'. Dopo ci si lamenta che i ragazzini stanno davanti alla PS4.
Quelle gobbe distruggono le comunità e la vita.
Si sta facendo un notevole can can sul fatto che siamo l' unico paese in UEM che non ha recuperato in termini di GDP rispetto al 2008. Non è del tutto vero, Finlandia, Grecia, Portogallo sono in analoghe situazioni, la Spagna ha raggiunto solo nel 2016 il livello del 2008, sappiamo anche quali ne siano i motivi, però è un argomento a mio avviso, piuttosto infido nelle mani di chi dice che il problema non è l' euro.
RispondiEliminaPer avere una visione plastica della bolla immobiliare basta fare una passeggiata nel quartiere edificato accanto al centro commerciale di Porta di Roma.
RispondiEliminaCi sono centinaia di moderne palazzine di nuova costruzione con il 75% degli appartamenti che risultano invenduti da anni.
La costruzione fu interamente finanziata dalle banche ed i terreni concessi in regime di proprietà superficiaria dal comune di Roma.
L'invenduto risulta ormai invendibile per il crollo dei prezzi di mercato e per gli effetti della sentenza della Cassazione di settembre 2015 che ha di fatto bloccato la compravendita degli immobili in regime di proprietà superficiaria.
I pochi "proprietari" residenti si trovano a pagare il mutuo (spesso neppure frazionato perché ancora in capo al costruttore) per un importo eccessivo rispetto al valore attuale e non possono neppure vendere ma solo svendere.
Tutto il quartiere può essere visto come un grande 'bad loan' in attesa della calata degli avvoltoi che rileveranno a non più del 35% e che ricaveranno quasi immediatamente almeno il 75%.....
Carino in grafico dell' indice della produzione. La bolla del credito che ha favorito la produzione di beni non tradable perché quelli esportabili subivano la concorrenza tedesca favorita dal cambio fisso...
RispondiEliminaIo ho comprato casa l' anno scorso. Un piccolo bilocale a Prato.
RispondiEliminaPagato 70000 euro (la richiesta era 85000...).
Mi han dato, in agenzia, copia del contratto con cui il vecchio proprietario si compro' quell' appartamento NEL 2006, appena ristrutturato dal precedente proprietario, che li aveva una vetreria, il prezzo? 160000 euro!
(Chissà Perché le banche falliscono....)
Sarebbe interessante, da molto punti di vista (esposizione bancaria, procedure in corso etc) cosa è successo al vetraio.
EliminaAl fondo non c'è mai fine: se Fu(r)ffaro & Company riusciranno a mettere un ulteriore patrimoniale, quella linea giallo-ocra riuscirà a sprofondare ulteriormente! E considerando che, per ora, circa l'ottanta per cento degli italiani possiede una casa, vorrà dire che sperimenteremo ulteriore moltiplicatore keynesiano in territorio negativo.
EliminaA riprova ed integrazione di quanto si dimostra nel post, in Germania il settore delle costruzioni si muove esattamente in senso opposto a quello Italiano.
RispondiEliminaAnche senza andare sul data base Eurostat e costruirsi i grafici, basta velocemente osservare il grafico di tradingeconomics dal sito: http://www.tradingeconomics.com/germany/gdp-from-constructional
impostando la data di inizio nel 1996 (primo anno disponibile per l’Italia) e sovrapporre a questo il grafico dello stesso settore italiano (il sito consente di fare la comparazione): gli andamenti sono esattamente speculari.
Il fatto è che, se si escludono le poche citta “internazionali” (Londra su tutte), il settore delle costruzioni è alimentato esclusivamente dai residenti. A metà anni ’90 la Germania sta vivendo la fase centrale di rivalutazione implicita del cambio dopo la fine dello SME. Il potere di acquisto della popolazione residente è sui livelli più alti di sempre e questo, in aggiunta alle spese per la “ricostruzione” dell’ex DDR, alimenta in maniera continua il settore delle costruzioni. Nello steso periodo l’Italia è da poco uscita dallo SME ed ha visto il cambio svalutarsi per riallinearsi ai valori fondamentali sia in termini di Inflazione che di poteri di acquisto. Mentre la competitività ritrovata del settore industriale e dei servizi collegati al commercio internazionale genera una forte spinta al PIL, il settore delle costruzioni non brilla.
Dal 1997 si entra di fatto nell’Euro e per l’Italia questo vuol dire una rivalutazione immediata che altera il potere d’acquisto. L’effetto ricchezza si manifesta progressivamente ed il mercato immobiliare decolla. Esattamente l’opposto di quanto avviene in Germania dove, con la svalutazione relativa del cambi verso i partners commerciali limitrofi, il potere d’acquisto diminuisce ed il mercato delle costruzioni va in crisi. La compressione salariale imposta dalle riforme del mercato del lavoro completa l’opera.
In Italia si assiste ad un ulteriore effetto deleterio. Molti imprenditori, soprattutto quelli esposti alla concorrenza internazionale, riducono significativamente gli investimenti sul core business e dirottano gli stessi sul ben più attraente mercato della costruzione residenziali e industriali/commerciali, da soli o acquisendo partecipazioni e/o stringendo alleanze con le imprese presenti. Il mercato decolla, spinto dai tassi bassi sul credito immobiliare, ma anche e (secondo me) soprattutto dall’effetto combinato di maggior potere d’acquisto dei possibili compratori e dal decollo dell’offerta di nuove costruzioni.
Dopo la crisi Lehman e la successiva “Cura Monti” il settore viene completamente “asfaltato” dalla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. Ed oggi è quello che vediamo.
In Germania, toccato il punto di minimo nel 2006-2007 si assiste ad una progressiva risalita del comparto che è solo marginalmente sfiorato dalle due crisi (leggera flessione nel 2009 e nel 2013. I bassissimi tassi di interesse e, soprattutto, la necessità di impiegare il consistente flusso di risparmio netto generato dal surplus crescente delle partite correnti fanno affluire sul settore liquidità e investimenti. Nel frattempo il settore industriale, dopo la forte caduta del 2008/2009, recupera velocemente i livelli pre-crisi e continua a crescere a ritmi simili al settore costruzioni.
Un ultima considerazione ed una domanda sulla Germania. Dalla seconda metà del 2013 il tasso di inflazione tedesco fa registrare valori mensili superiori a quello italiano. Non era mai accaduto dal 1990. Stanno cambiando sotto traccia le carte in gioco senza che ce ne stiamo accorgendo?
Mi ha sempre affascinato vedere questo grafico definito "ciclo del nido d'ape"; rende plasticamente le bolle immobiliari.
Eliminaanni fa, dopo aver compreso, grazie a Lei, perché eravamo allo sfascio, commentai un suo post tecnico, con tanto di grafici, richiamando la bolla immobiliare che aveva mantenuto ancora positivo il PIL del 2007. Con l'abituale rapidità e un po' di arroganza (peraltro legittima) Lei mi diede della merlettaia e non cercò di cogliere una indicazione che a mio avviso era e resta corretta.
RispondiEliminaDal mio osservatorio di piccola banca di provincia ho visto decine, centinaia di imprenditori, trascurare gradualmente il proprio business e passare all'immobiliare, corteggiati da banche che volevano disperatamente fare "buoni" impieghi. E pensare che il concetto di beni non tradables lo avevo appreso al Goofynomics da uno dei suoi tanti, eccellentissimi ospiti.
D'altra parte, anche Zibordi, di cui, di tanto in tanto condivido alcune analisi, mi ha risposto che in Italia non c'è una bolla immobiliare.
Forse perché non è generalizzata ma concentrata in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Marche e Roma. Il peggio, comunque, lo ha fatto Banca d'Italia che aveva tutti gli strumenti per capire il fenomeno e che avrebbe potuto contenerlo, evitando di far implodere l'intero sistema bancario del Paese.
Nel 2010, il pil crebbe dello stesso valore del 2007, + 1,7%, la bolla si sgonfiava, come appare dal grafico a nido d'ape. Forse le cause erano altre!
EliminaNel 2010 eravamo in ripresa. Le aziende che erano nel ciclo dell'export (anche solo come fornitrici di componenti) stavano recuperando fatturato, dopo la caduta del 2009. La mazzata definitiva è venuta dal governo Monti.
RispondiEliminaVedere anche il grafico sopra, del VA.
EliminaAnche in Romagna in ogni comune esistono centinaia se non migliaia di case e appartamenti invenduti, ma ho sempre pensato che questa corsa scellerata a costruire dipendesse dal fatto che le amministrazioni locali non avessero altro modo di finanziarsi se non vendendo concessioni edilizie, anche quando la logica indicava che era ora di fermarsi.
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