L'odierno editoriale del professor Giavazzi (Distrazioni pericolose sull'Europa) contiene alcune intuizioni condivisibili: la prima è che il vero game changer degli assetti europei sarà il cambiamento al vero vertice dell'Unione Europea, cioè la scelta del successore di Draghi nel 2019; la seconda è che la costruzione europea è nei fatti affidata all'opera delle burocrazie del Nord; la terza è che l'unione monetaria non è irreversibile, in particolare perché troppo giovane.
Salutiamo con ottimismo l'ingresso della storia nel ragionamento dell'Ing. Prof. Giavazzi, una delle persone che più hanno contribuito alla de-storicizzazione (cioè alla de-umanizzazione) della scienza (sociale) economica. Questa resipiscenza, se non fosse puramente tattica, lascerebbe ben sperare.
Purtroppo la speranza è immediatamente falciata da una raffica di conclusioni affrettate e errori di analisi economica veramente spettacolare, condita con svarioni linguistici estremamente eloquenti.
Cominciamo da questi ultimi: prima il piacere e poi il dovere.
Vorrei far notare al professor Giavazzi, e alla mia professione tutta, che la traduzione corretta di domestic non è "domestico", ma "interno". Se la traduzione corretta fosse "domestico", allora dovremmo dire "Prodotto domestico lordo" (Gross Domestic Product). Invece diciamo "Prodotto interno lordo", e non per faciloneria, ma perché domestico, in italiano, vuol dire un'altra cosa, come spiega quel simpatico organo di propaganda europeista che è la Treccani (fornisco al professore una fonte cui è ideologicamente affine, sperando che almeno in essa abbia fiducia). Quindi la frase del professore "i problemi al centro dell'attenzione saranno domestici" in italiano significa che questi problemi non saranno selvatici. Ma in effetti (traduco per chi ancora l'italiano se lo ricorda) il professore vuole dire che questi problemi saranno "interni" (ai singoli stati membri).
Il secondo svarione è ancora più spettacolare, testimonia in modo ancora più profondo l'analfabetismo di ritorno di queste élite pseudo-cosmopolite che ormai pensano in americano (non in inglese: in americano) e traducono all'americana (cioè maccheronicamente) il loro pensiero a uso delle popolazioni domestiche (nel senso di serve). La frase è "Oltre alla politica vi sono questioni più mondane da affrontare", che in italiano, come direbbe Giavazzi, non fa senso (it does not make sense). L'aggettivo "mondano" in italiano si riferisce alla vita terrena in contrapposizione a quella eterna, o alla vita delle élite, squadernata dagli appositi organi di stampa (Novella 2000, Eva 3000, ecc.).
Di primo acchito ho fatto l'errore di leggere la frase in italiano, e sono rimasto interdetto. Cosa voleva dire il professor Giavazzi? Voleva forse stabilire una contrapposizione fra la sacralità della politica e la mondanità degli altri interessi materiali? Ma da parte di una persona che ha fatto della distruzione della politica attraverso il vincolo esterno la propria missione esistenziale, sulla base dell'argomento che la politica era mondana (cioè corrotta, depravata dal contatto con le contingenze materiali), questo non avrebbe avuto (o fatto...) senso. Voleva forse dire che ci dobbiamo occupare di risistemare la marina di Porto Cervo, ormai inadeguata alle dimensioni degli yacht che è chiamata ad accogliere? Ecco, questo, magari, avrebbe più senso, valutandolo alla luce degli ambienti nei quali il professore (beato lui) si muove.
Poi ho capito! La frase andava letta in americano! Eh già, perché in americano capita che:
Quindi il professore voleva ammonirci a considerare, oltre ai grandi equilibri geopolitici, anche le questioni della vita di tutti i giorni. Saggio ammonimento: ma se veramente il professore si preoccupa per noi, dovrebbe fare lo sforzo di parlarci nella nostra lingua...
Ora voi direte: "sei un pedante (ma purtroppo non Il Pedante), alla fine con un po' di buona volontà il messaggio si capiva, perché ti accanisci così contro un venerato maestro? Mostri solo invidia e livore!". Questo, va da sé, siete liberi di pensarlo: basta che poi non mi accusiate di superbia, perché quest'ultima è lievemente incompatibile con l'invidia (e anche con la presunzione). Ma il fatto è che quando vi dicevo che nel secondo dopoguerra è stata detta una sola cosa di sinistra, "io non parlo di cose che non conosco", in effetti mi sono tenuto stretto. Ne sono state dette due, e l'altra è "chi parla male pensa male e vive male".
Segue dimostrazione.
Giavazzi sostiene che fino all'avvicendamento al vertice della Bce in Europa non succederà sostanzialmente nulla. Insomma: ci aspettano tre anni di palude. Una conclusione simile, come ricorderete, l'abbiamo sentita esprimere anche da uno studioso come Giandomenico Majone alla scorsa conferenza annuale: equilibri subottimali possono persistere indefinitamente, ci ha detto Majone (qui). Tuttavia la granitica fiducia di Giavazzi che le banche non falliranno perché si troverà il modo di salvarle, se da un lato puramente tecnico è ovviamente condivisibile, ignora totalmente la dimensione politica del problema. L'unico modo di salvare le banche (in particolare DB) è nazionalizzarle, cioè violare quelle regole la cui applicazione nel nostro paese ha fatto alcuni morti. Mi sembra evidente che ciò indebolirà la finzione politica sulla quale è costruita l'Europa, per istigazione dello stesso Giavazzi: quella che le decisioni politiche debbano essere sottratte alla mediazione politica, e affidate a regole "ottimali" (perché decise da Giavazzi e dai suoi amici) il cui scopo è proprio quello di contenere l'avidità e di sovvenire all'imperizia di una classe politica per definizione corrotta e incapace (perché non tutta laureata alla Bocconi). Giavazzi non vede che la violazione delle regole da parte del più forte rischia di portare all'attenzione di chi ancora non ci avesse riflettuto il motivo per il quale siamo passati da un'Europa della politica a un'Europa delle regole: per tutelare gli interessi del più forte.
Non capire quanto questa riflessione sia politicamente destabilizzante non è pensare molto bene.
Anche la seconda conclusione affrettata ricade in questo ambito: Giavazzi sostiene che le burocrazie del Nord, nel periodo di palude, porteranno avanti la progettazione delle istituzioni europee, e quando gli italiani saranno chiamati al tavolo delle trattative i giochi saranno già stati fatti, nel senso che le opzioni sul tavolo saranno poche e potenzialmente a nostro svantaggio, ovviamente per colpa nostra. In questa linea argomentativa c'è molto di vero. Tuttavia, sarebbe onesto corredarla con un paio di osservazioni. La prima è che questo fenomeno non è la novità della stagione autunno 2016-inverno 2019: è sempre stato così, e, per dire, la vicenda del bail-in è solo l'ultima di una lunga serie di inadeguatezze del nostro governo nel relazionarsi con istanze pseudotecniche europee. La seconda osservazione è che, per nascondere quello che queste affermazioni palesano, cioè la natura ademocratica della costruzione europea (mediata da burocrazie sostanzialmente tedesche, come a/simmetrie per prima ha messo in luce, venendo poi variamente ripresa o scopiazzata dal Fatto Quotidiano, da Linkiesta, perfino dal Sole - una prece), Giavazzi dice che sì, la costruzione è portata avanti da burocrazie in assenza di governi, ma "alla fine sarà la politica a decidere". Questa affermazione rassicurante (et pour cause! A differenza di Scalfari, Giavazzi ci tiene a non passare per un oligarca!) è purtroppo smentita dai fatti. La politica, in definitiva, non può decidere, perché il quadro istituzionale nel quale è inserita le vieta di farlo, e perché, soprattutto in Italia, questa situazione di subalternità istituzionale è aggravata da una situazione di subalternità culturale che lo stesso Giavazzi ha fattivamente contribuito a creare, diffondendo l'idea che per un paese corrotto come il nostro la soluzione migliore fosse proprio quella di legare le proprie mani al paese della Siemens, della Volkswagen, della Deutsche Bank.
Insomma: se la politica in effetti in Italia non decide, è anche perché qualcuno (pensando male) ha diffuso il mito della superiorità ariana. Temo fosse una persona che parla male.
Ma la cosa più spettacolare, per un tecnico dell'economia che non è un ingegnere di ritorno e che non ha scoperto la storia il 16 ottobre 2016, è l'affermazione che "le cancellerie di Berlino e Parigi" non escludano, se pure non la auspichino, la limitazione dell'unione monetaria a un gruppo di paesi omogenei, Francia e Germania e i loro satelliti.
Pensate! Sull'omogeneità di Francia e Germania ho fatto proprio l'ultima lezione del mio corso di Politica economica, dove, parlando della disoccupazione, ho mostrato questa slide:
sulla quale mi sarebbe gradito (ma temo che rimarrò frustrato) avere un parere dal professor Giavazzi. La linea verticale rossa corrisponde all'anno 2008 (inizio della crisi) e la linea verticale blu corrisponde all'anno 2015 (quello dal quale il Fondo Monetario Internazionale fornisce dati previsti, per mancanza di dati consolidati: il 2016 non è ancora finito).
Cosa ci dice questo disegnino? Ma, direi che è la rappresentazione plastica di quanto un collega del professor Giavazzi, lievemente più prestigioso di lui (non me ne voglia) esprimeva su Foreign Affairs nel novembre del 1997: "l'aspirazione francese all'uguaglianza non è compatibile con le aspettative tedesche di egemonia" (ne parlammo qui). Il grafico mostra chiaramente come a partire dalla crisi Francia e Italia abbiano dovuto far schizzare verso l'alto la disoccupazione al fine di far calare i salari, cioè di realizzare quella svalutazione interna che è, per precisa scelta politica, l'unico modo di reagire a shock macroeconomici nel contesto di una unione monetaria (adottata appunto per produrre simili effetti, cioè per trasformare ogni crisi esogena in un ulteriore arretramento del lavoro rispetto al capitale). Questo naturalmente mentre, per motivi uguali e contrari, la disoccupazione tedesca divergeva verso il basso.
Siamo proprio sicuri che la Francia sia omogenea alla Germania? E allora perché, quando c'è una crisi, i suoi fondamentali divergono da quelli tedeschi e si allineano a quelli italiani? Sappiamo che la difesa dell'occupazione, per motivi esistenziali e ideologici, non è una priorità del professor Giavazzi: però i dati bisognerebbe conoscerli...
L'idea di Giavazzi che l'Italia abbia perduto punti di competitività rispetto a Francia e Germania, che quindi costituirebbero il blocco omogeneo dei paesi virtuosi, non sta né in cielo né in terra. Il grafico mostra chiaramente che la Francia è del tutto omogenea all'Italia, e attenzione: il minore incremento della disoccupazione rispetto all'Italia non si spiega con una maggiore virtù francese, ma solo con il fatto che la Francia ha nascosto sotto il tappeto la mucca nel corridoio (cit.), perché per motivi geopolitici finora se l'è potuto permettere.
Che la Francia non stia meglio di noi risulta peraltro da un dato che lo stesso professor Giavazzi cita selettivamente: il saldo delle partite correnti. Guardate come convergono Francia e Germania:
I loro saldi delle partite correnti sono su traiettorie divergenti dalla fine degli anni '90 (crescente quello tedesco, decrescente quello francese), e anche qui si vede come la Francia sia stata del tutto omogenea all'Italia, che però ora si è riportata in surplus, mentre la Francia non lo ha fatto: è ancora in deficit, con un moderato surplus previsto per il 2016 da quello stesso FMI che prevede anche che l'immenso surplus tedesco (8 punti di PIL) comincerà a ridursi a partire dal duemilacredici ((c) Kappa). Bullshit: le previsioni, ma anche e soprattutto l'idea che ci sia una sostanziale omogeneità fra Germania e Francia: le loro traiettorie divergono ormai da decenni, e solo un economista iperuranio può ignorare questo dato. Peraltro, Feldstein aveva intuito questa dinamica un anno prima che cominciasse, quindi se Giavazzi non ne prende atto dopo venti anni che le cose vanno avanti così la colpa non è dell'economia, che come scienza offre tutti gli strumenti analitici per interpretare certe dinamiche, ma di un economista: lui. Del resto, come dice molto opportunamente Kevin Hoover, lo scopo della nuova macroeconomia classica, programma di ricerca cui Giavazzi sostanzialmente aderisce, era appunto "l'eutanasia della macroeconomia". Questa era strumentale all'assassinio delle politiche macroeconomiche e alla loro sostituzione con regole da applicare ai deboli e interpretare per i forti. Non stupisce quindi che chi ha radicalmente negato la rilevanza dei fondamentali macroeconomici (negando la stessa possibilità di un discorso macroeconomico) si trovi così a disagio nel leggerli e interpretarli.
Il grafico precedente direbbe, prima facie, che Giavazzi sbaglia: la frase corretta sarebbe "perché alcuni paesi della periferia, fra cui la Francia, hanno perduto molti punti di competitività rispetto a Italia e Germania". Infatti noi e la Germania siamo in surplus estero, mentre la Francia è ancora in deficit. Ma naturalmente questo non sarebbe del tutto corretto, perché noi qui sappiamo come è stato ottenuto questo risultato. Non migliorando una fantomatica "competitività" delle nostre esportazioni, ma abbattendo le nostre importazioni tramite il taglio dei redditi realizzato con politiche fiscali restrittive (la famosa austerità). E anche qui c'è il disegnino:
Noi, deboli come la Francia, ci siamo indeboliti ancora di più rispettando le assurde regole europee e rientrando immedatamente entro quel valore totalmente infondato del 3% di rapporto deficit/PIL che la Francia rispetterà forse nel duemilasettordici (nel 2014, ultimo dato consolidato, era ancora al 4%). Questa scelta politica assurda è stata dettata, fra l'altro, dagli editoriali del professor Giavazzi, il quale, come gli ho amabilmente ricordato, ha capito solo il 7 settembre 2015 quello che qui avevamo capito il 16 novembre 2011, ovvero che la crisi non dipendeva dal debito pubblico ma da quello privato, e che quindi l'attacco ideologico portato da Monti, con il beneplacito di Giavazzi, allo stato, inteso come intervento pubblico nell'economia, non ci avrebbe salvato ma affossato.
Ci vedremo il 12 novembre a Montesilvano proprio per celebrare il quinto anniversario di quella previsione tristemente corretta, riflettendo sui possibili assetti europei con economisti meno schierati ideologicamente e più disposti a venire a patti con la realtà: Francia e Germania non sono un blocco omogeneo da più di dieci secoli. Ma uno che ci ha messo cinque anni a capire che la crisi non dipendeva dallo statoladro di gianniniana memoria, può benissimo darsi che ci metta alcuni decenni a capire una cosa non meno evidente, ma più difficile da incastrare nel quadro del delirante sogno europeo.
Vale la nota citazione di Upton Sinclair, che non riporto per carità di patria...
te me pias un mund quand te set acid coi to culega.
RispondiEliminaCaloger
Te me piaset..... Ocio!
Eliminabel fioeu ,ciàpa el disiunari Francesco Cherubini dell Imp. Regia stamperia de Milan, e studia un cicin.
EliminaTe saludi
Terroni austriaci...
EliminaEl me pias (soggetto: el, terza persona), ti me piaset (soggetto: ti, seconda persona), de ti me pias nient (soggetto: nient, terza persona). Magari i vocabolari occorrebbe anche saperli leggere, persino dove servirebbero più le grammatiche.
EliminaPerfetto! O dici "me pias un mund quand.." oppure "te me piaset un mund quand..". Cazzo le bbbasi!!!!
EliminaAttendo le scuse.
Eh, però, raga... per una volta che compaiono due parole in milanese su questo blog romanofono... e subito ci facciamo riconoscere...
EliminaPure Fitoussi ha ricordato le difficolta della Francia e quanto sia piu vicina all`italia che non alla germania, qualche spunto interessante alla #biennalecoop c´e stato.
RispondiEliminamondane... si potrebbe porre la parola peripatetiche come sostituzione e la frase funzionerebbe ad indicare quanto ci si avvicini all'antico mestiere
RispondiEliminaVisto che sono linguista e filologo, faccio i complimenti per l'analisi testuale dello scritto giavazziano la quale ha riscontrato un'ovvia interferenza dell'idioma statunitense. Capita anche a me (si parva licet componere magnis) - ma non quando scrivo, s'intende.
RispondiEliminaIo ho la sensazione (da non addetto ai lavori, chiedo conferma) che errori del genere li puoi fare solo se stai traducendo, e non scrivendo nella tua lingua madre, e se non sei un traduttore professionista ed esperto.
EliminaLa scelta del vocabolo assonante quando devo tradurre da dilettante è il mio errore più tipico. Ne avevo fatto uno anche su questo forum (avevo letto un pretend e nella mia testa leggevo pretendere, e non mi tornava il significato della frase).
Ne avevo trovati anche nei fogli-manuali pieghevoli in 1000 lingue che inseriscono nel materiale elettronico di bassa qualità.
Caro, quando si parla una seconda lingua si traduce sempre e l'interferenza con la prima è un device a cui il cervello cerca sempre di ricorrere (Stephen Krashen's Theory: Model Monitor): è una strategia di comunicazione. Naturalmente, più le due lingue sono distanti, più questo accorgimento produce errori. Qui in Svizzera romanda i giovini che vogliono farmi vedere di essere italofoni (li potremmo definire "le j[i]uns") mi dicono sempre: "Signore, quando partite stasera?", "Ma io non ritorno in Italia stasera: e mi dia del lei! E non sono un 'signore' qualsiasi!!!". Li mortifico molto.
EliminaComplimenti innanzitutto al Professor Bagnai per l'impagabile commento filologico.
EliminaDetto questo, penso proprio che l'utilizzo di quei termini da parte di Giavazzi sia voluto. Il suo articolo si chiude con una nota di malcelato disprezzo verso gli italioti ("A quel punto, ancora una volta, dovremmo rimproverare solo noi stessi"): esprimersi senza neanche essere interessati a farsi capire e anzi, rimarcare implicitamente con un linguaggio esoterico la distanza tra il popolo e l'elite a cui lui appartiene, è l'altra faccia della medaglia.
Credo anch'io che fra le diverse motivazioni di quello che chiamo un po' sbrigativamente "analfabetismo di ritorno" ci sia anche questo desiderio di ostentare appartenenza a una casta sacerdotale.
EliminaSara' genetico, ma il linguaggio anglo-aziendalista mi pare piu' ridicolmente triste (monocorde nonche' compiaciuto) che eletto. Non ci sono piu' i grandi di una volta, sembra. Oppure i piccoli sono proprio a terra.
EliminaAnch'io nel mio piccolo pensavo che nel cibo industriale ci fossero i preservativi ☺
Elimina“Per un po' i due non aprirono bocca. Poi Duroy, tanto per dir qualcosa, mormorò:
RispondiElimina«Quel Laroche-Mathieu mi par molto intelligente e colto.»
Il vecchio poeta rispose: «Lei trova?»
Il nostro giovanotto esitò, sorpreso: «Be', sì. Del resto, passa per uno degli uomini più dotati della Camera.»
«Sarà. Nel regno dei ciechi ogni guercio è re. Ma dia retta, è tutta gente meschina, quella lì, con la mente limitata da due muri, il denaro e la politica. Son degli scorzoni, amico mio, coi quali è impossibile intavolare un discorso, specie su quanto ci sta a cuore. La loro intelligenza posa sulla melma, o meglio sugli spurghi, come la Senna ad Asnières.”
Gtazie, bellissima. Il punto e' che gli "scorzoni" sembrano gli unici a far girare (male) il mondo.
EliminaRicordati che è un ingegnere, ricordati che è un ingegnere, ricordati che è un ingegnere . . .
RispondiEliminaElettronico, elettronico, elettronico...
EliminaBellissimo post (anche se si tratta del giudizio di un ingegnere).
RispondiEliminaNoto con soddisfazione l'applicazione alla lettera di un aforismo poco noto della periferia romana (Roma sud), di cui non conosco pero' la fonte:
"Quando decidi di farti un nemico non deve mai accadere per caso".
Involontariamente, del tutto involontariamente (non c'è da dubitarne, come il post illustra sul piano..."culturale"), Giavazzi aderisce al pensiero di Carl Schmitt, senza avere, direi inevitabilmente, la piena cognizione dei limiti del processo istituzionale che egli addita, quali evidenziati dallo stesso Schmitt.
RispondiEliminaLa cosa, di arduo e forse inutile approfondimento, potrebbe pure non interessare: ma ridotta in soldoni, significa che credenze "teologiche", sottostanti alla nuova macroeconomia classica, portano a predicare il diritto come area elettiva dell'ingiustizia, divenuta legge naturale del mercato.
Storicamente confusa (inutile dirlo).
"Chi accetta realisticamente una trasformazione che è regresso e degradazione, vuol dire che non ama chi subisce tale regresso e tale degradazione. Cioè gli uomini in carne ed ossa che lo circondano.
RispondiEliminaChi invece protesta con tutta la sua forza, anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che ama quegli uomini in carne ed ossa.
Amore che ho la disgrazia di sentire, e che spero di comunicare a te".
Apprezzo il valoroso tentativo di marcare le distanze con chi agisce in maniera subdola per far passare un messaggio pericoloso e dannoso per la nostra comunità. Questo è peraltro un messaggio non cristiano, quindi non europeo.
Pasolini.
EliminaLancio un crowdfunding per portare Giavazzi a Montesilvano.
RispondiEliminaBleh, io non metto un nEuro ma, in ogni caso, non credo sia un evento realizzabile: la violenza e gli impropèri non sono accettabili al convegno del 12 novembre e dubito siano contenibili. ;D
EliminaIl mite Letta... l'equilibrato Prodi... il patriottico Ciampi... il competente Giavazzi... lo spirituale Scalfari... il colto Benigni... il saggio Napolitano... il combattivo Renzi... la sorprendente elasticità sfinterica del popolo della sinistra... (ego non me absolvo).
RispondiEliminaLa "spiritualità" di Scalfari attiene alla sostanza sottile con cui si possono aromatizzare le ciliegie, estrarre certi principi attivi dai vegetali, e per la quale, imbottigliata, si paga un'accisa statale.
Elimina@Citodacal
EliminaNo, è affine ma è metanolo e rende ciechi.
Hai dimenticato "il presidente" Mattarella, che non perde occasione per dire la sua per il solito punto di vista. Poi non ci stupiamo se di gente a vederlo ce n'è ben poca... E non è l'unico esempio...
Elimina@Frank
EliminaRendono di gran lunga più pericolosamente ciechi le pippe €uropeiste...
'Vorrei far notare al professor Giavazzi, e alla mia professione tutta, che la traduzione corretta di domestic non è "domestico", ma "interno"'... esilarante: ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate, se non ci fosse da piangere per il mondo in cui è amministrata la "res publica" nel nostro martoriato paese.
RispondiEliminaAndrebbe fatto notare anche al giornale che lo ospita sin dai tempi in cui si teorizzava "l'austerita' espansiva". Attenzione a non fare la fine del sole h24.
EliminaIl "controintuitivo" è sempre di moda, post-Brexit va molto il "collettivismo oligarchico" rispolverato dall' EU-genio....
EliminaAlla fine, con tutto il rispetto, il professor Giavazzi è solo un Trasimaco de noantri...("il giusto non è altro che l'utile di chi è superiore", citando La Repubblica, quella di Platone, non quella di Scalfari, Libro I, 338c)
RispondiEliminaUna precisazione sul tavolo delle trattative; quel tavolo a cui l'Italia dovrebbe partecipare in realtà non esiste e non è mai esistito. Forse è lo stesso tavolo su cui dovremmo sbattere i pugni... Vi assicuro che in certi ambienti di Bruxelles, in tempi non sospetti, era già difficile, al momento della conta, di ricordarsi dell'Italia fra i Paesi fondatori. Le regole sono state sempre fatte dagli altri. Colpa sempre dell'Italia? Non credo, l'unica cosa che può fare il Paese è dire no. Sul fatto che poi quando i ns governi avrebbero dovuto dire no ed invece hanno detto sì non sempre ciò è il risultato di insipienza o forme di autorazzismo. Più correttamente, dovremmo chiederci quale sia il nostro livello di sovranità. Ci accorgeremmo che oltre a non partecipare alle trattative molto spesso abbiamo l'obbligo di dire sì. La stessa descrizione di Giavazzi sul futuro prossimo del Continente lo fa intuire: gli altri (solo Francia e Germania a dir la verità) preparano le regole, al momento della trattativa le opzioni sono scarse ma tra queste non vi è la possibilità di dire no. Purtroppo, questa è stata la costruzione europea fin dall'inizio. Sono sempre più convinto che, stantibus rebus, non solo dobbiamo abbandonare l'Euro ma anche l'UE.
RispondiEliminaTra le varie cose che non mi convincono del discorso di Giavazzi (molte smontate ampiamente nel post) c'è questa sorta di "volemose bene" in salsa europeista che dovrebbe trascinarsi fino al 2019; la situazione generale (non solo per quanto riguarda l'Europa e l'euro) mi sembra che sia sfuggita di mano a molti; il tempo della "calma apparente" è ampiamente finito.
RispondiEliminaDel ns sito aziendale ciò di cui vado più fiero è l'ultima riga della sezione chi siamo che recita:
RispondiEliminaSosteniamo a/simmetrie
Sono da tempo assiduo lettore di Goofynomics. Per me questo è il primo commento. Non posso infatti trattenermi dal sottolineare la genialità di alcuni frasi, quali "...FMI che prevede anche che l'immenso surplus tedesco (8 punti di PIL) comincerà a ridursi a partire dal duemilacredici ((c) Kappa)..." o "...quel valore totalmente infondato del 3% di rapporto deficit/PIL che la Francia rispetterà forse nel duemilasettordici ...". Distillati di pura ironia. Chapeau. Michele Masoch
RispondiEliminaDa linguista, la prima parte del post ha scatenato in me la stending ovescion. Ci voleva un economista, evidentemente, per dire quello che ormai gli umanisti impecoriti non riescono più a dire.
RispondiEliminaBè, anche se guru il Nostro non fa certo un lavoro clericale (ops! interference...)
EliminaLa morale della favola e' che questi illustri finti tonti si son beccati incarichi e lavori strapagati continuando a raccontare la favola che protegge quelli che li pagano per continuare a farlo.
RispondiEliminaA questo punto, anch'io son tentato di farmi due bei baffetti a manubrio e partecipare al nuovo master in Social Engineering by Giannino Foundation: "The rich may cry, but the poor does even more.
E come dico sempre: "per tutto il resto, c'e' Mastercard".
Giavazzi di qua, Giavazzi di là. ...Insomma, per fare un accostamento spero caro al nostro Professore, al tempo, non era Salieri a non essere bravo, semplicemente, era Mozart a essere un fuoriclasse, proprio com'è Alberto Bagnai. Ci vorrebbe solamente che un bravo e molto influente politico italiano che abbia a cuore le sorti del suo popolo e della sua nazione, gli chieda la sua consulenza o meglio la sua collaborazione. Ma qui entriamo nel campo delle probabilità. ....
RispondiEliminaD'accordo fino al primo punto. Sulle probabilità c'è almeno un post del prof.
EliminaCoglierei l'occasione per ricordare che la rivalita` tra Salieri e` Mozart e` del tutto immaginaria e tratta da una delle opere meno ispirate di Puskin.
EliminaL'occasione mi è gradita per evidenziare come essa abbia dato spunto a una delle opere più ispirate di Rimsky-Korsakov. Ma voi, che siete europei, quindi non europeisti, questo lo sapevate già, a differenza della feccia spinellata che ha infestato il post precedente.
Elimina(peraltro il Mozart della situazione è senz'altro il professor Giavazzi. Sono pronto con carta pentagrammata e penna a scrivere sotto sua dettatura il Confutatis: non vedo l'ora...)
EliminaSarà immaginaria ma la scena è fantastica.
EliminaA che santo ci rivolgiamo? Qui ci può salvare solo il trascendente
RispondiEliminaA S. Gimignano, quello della Vernaccia....
EliminaI pensieri del Col. Prof. Ing. Giavazzi, o la spessa linea rossa.....
RispondiElimina"L’effetto anestetico dei due anni di calma apparente che ci aspettano....."
RispondiEliminaCome economista qualche svarione l'ha preso, come veggente temo lo prenderà.
Il meglio di se lo ha dato come acrobata.
"... la violazione delle regole da parte del più forte rischia di portare all'attenzione..."
RispondiEliminaSpero che avvenga, almeno da qualche parte "a destra", élites comprese.
Il PD e la sinistra compatta sono decisi all'estremo sacrificio per riscattare una volta per tutte l'infame tradimento verso l'Alleato Tedesco.
Dice: ma, e la resistenza?
Giusto: moriremo per la Germania cantando "bella ciao"!
Giavazzi è riuscito a far diventare femminile il "Deutscher Zollverein".
RispondiEliminaAnche Wikipedia.it lo chiama "Lo Zollverein".
«I intend to do what little one man can do to awaken the public conscience, and in the meantime I am not frightened by your menaces.»
RispondiEliminaUpton Sinclair
Non penso sia la citazione adombrata nella conclusione del post, ma mi sembra valga la pena di essere conosciuta, soprattutto perché calza a pennello.
Io, invece, conoscevo questa:
Elimina“Il denaro somiglia alla carta igienica: quando serve, serve con una certa urgenza!”
«It is difficult to get a man to understand something, when his salary depends upon his not understanding it!»
RispondiEliminaUpton Sinclair
Giavazzi scambia causa con effetto... sembra dire che la colpa dell'enorme surplus tedesco è dell'Italia, colpevole di avere perso molti punti di competività.
RispondiEliminaÈ inoltre sembra voler dire che la cancelleria tedesca di troverà costretta a far uscire l'Italia dall'euro.
Ma pure le pietre sanno in quanto di informazione pubblico dominio che la Germania ha bisogno dell'Italia nell'Eurozona.
È incredibile come Giavazzi ribalti la realtà di 180 gradi.
Il finale è poi sconcertante:
"A quel punto, ancora una volta, dovremmo rimproverare solo noi stessi."
La giavazzi-logica in sintesi è:
- Italia brutta e cattiva e poco competitiva
- Germania buona ed ariana e competitiva
- Germania punisce Italia costringendola ad uscire dall'euro.
- Italia dovrebbe rimproverare se stessa, se succedesse ciò.
Praticamente il ribaltamento completo della realtà e della logica, oltre ad essere molto autorazzista
In questo periodo i temi politici al centro dell’attenzione saranno domestici, mentre su quelli europei regnerà una grande calma. Ma non perché l’Europa avrà risolto i suoi problemi: l’inevitabile cancellazione del debito greco verrà solo rimandata, il Portogallo, oggi il Paese più debole dell’Ue, rimarrà in bilico, di completare l’unione bancaria non si parlerà più, né di riscrivere le regole per i bilanci pubblici che lo stesso presidente Juncker giudica ormai superate. In questi due anni i contrasti fra i governi nazionali e la Ue verranno sopiti, le leggi Finanziarie approvate, anche se non proprio in linea con le regole di Bruxelles. Le banche non falliranno: se necessario si troverà un modo per salvarle con denaro pubblico.
RispondiEliminaMa scusate, scusami Albè, ma questo qui siamo sicuri che stia bene?
- regnerà una grande calma sui temi europei fino al 2019?
- le turbolenze saranno solo interne ai paesi dell' UE e dell' UEM?
- le banche saranno salvate con soldi pubblici, e di chi, italiani per esempio? Cioè quando si scatenerà il casino, perchè si scatenerà come nel 2008, con situazioni molto peggiori nei conti pubblici, con una banca centrale che non ha gli strumenti per fare ciò che fece la FED o la BoE, questo qui dice che saranno salvate coi soldi dei paesi con sofferenze? Ma questo s' è bevuto il cervello; da ingegnere a non so cosa, io dico che a Giavazzi gli manca il senso del calcolo strutturale, ecco perchè ha cambiato mestiere!
- i contrasti tra i governi saranno sopiti, con tutto ciò che è prevedibile accada con le premesse sopraesposte?
- le leggi finanziarie verranno approvate anche infrangendo le regole europee; gente come Juncker forse potrebbe farlo, ma non sarà consentito da gente come Weidmann, Schaeuble o H.W. Sinn, rigidi custodi dell' ordoliberismo tedesco; e qui abbiamo gente come Monti, pronta a fare il proprio compito.
Ma questo Giavazzi, ripeto che s' è fumato ieri?
Parafrasando un vecchio ma efficace adagio pubblicitario: "Oh, è Giavazza eh? Più lo mandi giù e più ti tira su!"
EliminaAmichevolmente e credo simpaticamente, facevo notare al collega ing. che sarebbe bene, prima di scrivere un articolo, restare sobrio e perchè no, prendersi " 'NA TAZZULELLA 'E CAFE' " (tanto per capire meglio la situazione)
EliminaE nuje passammo 'e guaje,
nuje nun putimmo suppurtà.
E chiste, invece 'e dà na mano,
s'allisciano, se váttono,
se mágnano 'a città.
Scusate, ma avete notato che abbiamo anche un Ministro degli Esteri che traduce assets con assetti? Anche i militari parlano di "assetti navali e aerei" senza traccia di vergogna, come per esempio qui. Non so se sia analfabetismo di ritorno, ostentazione di appartenenza ad una casta sacerdotale o semplice cialtroneria: l'impressione è che sia una combinazione lineare di tutto ciò, e che il problema riguardi molti della cosiddetta "classe dirigente".
RispondiEliminaA me pare che qui assetto, nel senso di disposizione dei mezzi sul terreno o delle navi in mare, sia corretto. Sbagliato e' iinvece nviare i nostri soldati in lettonia. Ma a una classe dirigente abituata a ubbidire non possiamo chiedere di fare diversamente.
Elimina"A quel punto, ancora una volta, dovremmo rimproverare solo noi stessi." Ecco come si conclude l'articolo di Giavazzi, chiaramente dicendo che la colpa è sempre nostra.
RispondiEliminaProf. ho bisogno di un chiarimento.
RispondiEliminaSe la manovra è di 27 mld e il deficit 2017 previsto al 2,3% (una trentina di mld) come si può sostenere che non sia fatta tutta a debito?
La ringrazio per la risposta è la saluto
Che differenza c'è fra "abbandonare la periferia al suo destino" e " lasciare che la periferia determini il suo destino". All'atto pratico nessuna,ad un certo punto chi determinava il destino altrui cessa di farlo. Epperò la prima è una minaccia la seconda una speranza.
RispondiEliminaMi segnalano che sul wikizinario il significato n. 4 di "domestico" è: "relativo all' economia interna di uno stato". Naturalmente non voglio mettere a paragone la Treccani con Wiki e comunque sembra chiaro che i compilatori del wikizionario si siano limitati a registrare questo barbarismo "di ritorno" come fosse italiano, che non è.
RispondiEliminaAzzardo una ipotesi (malevola?) forse Giavazzi dice "domestico" perchè i problemi "interni" sono quelli della UE, quelli della piccola Italia sono nulla più che domestici. Subliminalmente quel "domestico" si allinea anche alla favoletta del governo che deve fare come il buon padre di famiglia e non deve spendere più di quanto guadagna per non fare il passo più lungo della gamba vivendo al di sopra delle proprie possibilità.
Per me va benissimo. Allora, da oggi, invece di cchiù pilu, cchiù prodotto domestico lordo per tutti. Contenti? E naturalmente anche più decadi, più ragionamenti consistenti, e più soluzioni interiori.
EliminaFinché dura...
E non dimentichiamo i contributi seminali!
EliminaCi sentiremo tutte massaie alle prese coi problemi domestici.
EliminaUtilizzare idiotismi random non improva le nostre skills.
EliminaChiedo scusa per l'OT.
RispondiEliminaMa la notizia merita di essere posta all'attenzione di più persone possibili.
http://www.zerohedge.com/news/2016-10-17/rts-bank-accounts-blocked-uk
Un passo alla volta....
Professore perché non gli cuce un bel vestitino al Signor Hans-Werner Sinn in risposta a questa sua intervista offensiva ?
RispondiEliminahttp://www.greek-inews.gr/2016/10/germanos-oikonomologos-h-italia-den-ta-bgazei-pera-me-to-eyrw.html
Perché ritiene che l'intervista di Hans Werner Sinn sia offensiva?
EliminaPerché afferma " Στην Ιταλία συζητούν πολύ, αλλά δεν δρουν"
EliminaL'intervista di Sinn , nel passo da lei citato secondo me è da interpretare così:
EliminaL'Italia si trova ad un bivio: o recupera (rimanendo nell'euro) la competività perduta rispetto alla Germania o esce dall'euro.
Effettivamente se l'Italia vuole ancora salvare il salvabile non può stare a parlare e a lagnarsi con i partner europei e la Germania in particolare, ma deve "handeln", agire.
E noi lo sappiamo benissimo che l'unica azione necessaria per recuperare competività é l'uscita dall'euro.
In tutta l'intervista di Sinn non vedo una vena offensiva nei nostri confronti.
Quanto piuttosto la preoccupazione che rimanendo in questo acquitrino, l'Italia sprofonda di giorno in giorno sempre di più .
ΚΑΛΟΚΑΓΑΘΙΑ
EliminaTi rispondo prendendola un po’ alla larga, e magari celiando un po’, per assecondare il mio bisogno di sorridere, anche trattando un argomento così triste come l’ europa dell’euro.
Sono un sostenitore del principio della kalokagathia, come del resto dice di essere anche il prof Bagnai, per sua stessa ammissione, in un suo precedente post magistrale intitolato “Sinn e l'inflazione nell'eurozona: una menzogna ripetuta mille volte... “ del 26 febbraio 2012
“La kalokagathia dunque rappresenta la concezione greca del bene connessa all'azione dell'uomo e si sostiene quindi che vi sia una complementarietà tra "bello" e "buono" : ciò che è bello non può non essere buono e ciò che è buono è necessariamente bello.” ( Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Kalokagathia )
Nel tentativo di testare questo principio su me stesso non potevo certamente pretendere di avvalorarlo per la via diretta. Infatti, pur ritenendo personalmente di essere bello, molte persone non concordano. Quindi di me non posso dire “sono bello dunque buono”.
Ma per la via inversa invece tutto si risolve come per incanto. Poiché io sono buono, e su questo tutti concordano, allora io sono anche bello.
Dunque questo fondamentale principio della cultura mediterranea è perfettamente avvalorato per il fatto di averlo testato su di me.
E allora ecco che mi ricollego al post del prof Bagnai citato sopra. Anch’io ( si parva licet ), come il prof Bagnai, sono disturbato dall’ aspetto del Signor Sinn e dalla turpitudine delle sue basette, per cui non posso dire che sia bello dunque buono ( per restare nello scherzo ) ma soprattutto non posso neppure dire ( e qui parlo seriamente ) che il Signor Sinn sia la bontà fatta persona. In altre parole, quando dice che noi italiani parliamo tanto e non agiamo, non lo fa perché gli stanno a cuore le sorti dell’Italia, bensì perché gli servono dei colpevoli su cui addossare la colpa storica del fallimento dell’euro. Insomma, la frase che ho menzionato, è, a mio avviso una sintesi di orgoglio e pregiudizio: loro, tedeschi, ariani, e noi, italiani, piccoli e neri.
E’ un misto, a mio parere, di furbizia e di razzismo. Non so quale dei due ingredienti prevalga, la furbizia o il razzismo, ma certo non credo alla favoletta, del genere Esopo, per cui il Signor Sinn si preoccupa del destino dell’Italietta. Mentre suggerisce che L’Italia esca dall’euro, in realtà vuole spingerla a fare ancora più austerità per diventare finalmente fabbrica e magazzino della Germania. Altrimenti alla Germania non serviamo più.
Quindi, come dice il prof Bagnai: “ quando un intelligente (tu) incontra un furbo (Sinn), il furbo vince. Ma solo la prima volta. La seconda volta vince l’intelligente (come ci ricorda Boccaccio, ottava giornata, novella settima: enjoy!)”
Non sono d'accordo. Il 16 novembre dovrebbe andare dalla Gruber. Non vedo l'ora di sentire l'obiezione granitica: "e il dividendo dell'Euro?" E poi tutto in vacca.
RispondiEliminaPeccato aver già votato l'articolo più bello per il MIA awards. Questo è puro godimento.
RispondiEliminaMi urge la necessità di ricordare che la "Ode a Giavazzi" l'aveva già scritta, composta e pubblicata nel 1974 con grande preveggenza e titolo suggestivamente evocativo tale Stevland Hardaway Morris, con le immortali parole:
RispondiEliminaWhen you believe in things
that you don't understand
Then you suffer
Superstition ain't the way
Cosa altro se non la superstizione potrebbe far dire che le economie di Germania e Francia convergono? L'unica alternativa alla superstizione sarebbe il conseguimento di un titolo di studio all'università del Dott. Giannino, ma sappiamo non essere questo il caso.
Però, se ci pensate, non è plausibile che il grande Stevie scuotesse la testa a destra e a manca proprio pensando alla manifesta infondatezza delle affermazioni del Nostro?
Convergeranno, convergeranno, come a Verdun, nel 1916....
EliminaRiporto da Voci dalla Germania, il pezzo di oggi, tratto da una articulo della FAZ.
RispondiElimina"Il loquace presidente fornisce anche una spiegazione per l'indulgenza della Commissione con la Francia: "è il privilegio dei grandi paesi". "Noi siamo la Francia, vi proteggiamo, abbiamo un esercito, una capacità di deterrenza, una diplomazia". Gli europei lo sanno "che hanno bisogno di noi. E questo ha un prezzo, che deve essere pagato".
Mentre la Germania fa carne di porco di trattati, economie e stati sovrani, il paese omogeneo, non può fare di meglio che vantarsi delle concessioni strappate a un organo privo di poteri vincolanti, la Commissione, che lui stesso finanzia, su regole che si è autoimposto su come spendere i suoi soldi.
Indicativo è anche il fatto - notarsi la statura dell'uomo - che parla della gente di Bruxelles come, "gli Europei" dando ad intendere che lui, e i Francesi, che rappresenta, non lo siano.
Chi può fare fa e fa in silenzio. Chi non può fare parla, ed è pure sboccato.
Questione di cultura mi verrebbe da dire, ma non è il Belgio, è la Francia.
"Noi siamo la Francia, vi proteggiamo, abbiamo un esercito, una capacità di deterrenza, una diplomazia. Gli europei lo sanno che hanno bisogno di noi. E questo ha un prezzo, che deve essere pagato".
EliminaEnnesima mosca cocchiera.....
Nel 2009 il Presidente Sarkozy fece entrare a pieno titolo la Francia nella NATO (quindi l' "Impero Repubblicano di Francia" non ha piu' la piena sovranita' militare, in quanto la NATO e' controllata dagli USA, ergo le FFAA francesi non potranno piu' essere impegnate in modo non conforme agli interessi USA).
Per quello che riguarda la presunta deterrenza mi viene da sorridere.
Certo sono in grado di controllare militarmente il loro impero e nella misura in cui da bravi vassalli non pestano troppo i piedi agli USA possono pure pensare di distruggere Paesi con deboli capacita' difensive (tipo Libia) che minacciano il loro impero.
Bastano pero' solamente una ventina di missili cruise lanciati da sottomarini per rendere la Francia inabitabile.
https://it.wikipedia.org/wiki/Centrali_elettronucleari_in_Francia
La vera sicurezza si costruisce solo con la diplomazia, quando si rinuncia alle politiche imperiali e quando si accetta di trattare con gli altri Paesi in regime di reciprocita' (e la Francia non mi pare proprio avviata su questa via).
Significativo anche notare come Giavazzi inserisca nel suo discorso la guerra Prusso-Francese come spunto per il consolidamento dell'unione monetaria tedesca, soprattutto dopo aver letto il post precedente di questo blog.
RispondiEliminaNaturalmente noi "non vorremmo" una soluzione analoga (meno male) e comunque "non sarebbe più possibile" (allora forse la vorremmo un pochino?).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/18/lavoro-inps-31-di-licenziati-piu-nei-primi-otto-mesi-del-2016-e-351mila-assunzioni-rispetto-al-2015/3105545/
RispondiEliminaAltra prova di come il jobs act abbia fallito, come ha già dimostrato il Prof. Magari servirebbe un altro post da servire al PD però.
Ma il giostraio di Rignano è andato a farsi assumere come testa d' ariete contro la Germagnakattifa dallo zio Tom?
RispondiEliminaDopo la marchetta dell' ambasciatore al referendum, il ragazzo immagine ha fatto quella sull' austerità brutta.
Io vorrei capire: vogliono spezzare le reni alla Germania? Niente austerità, questa fa saltare in aria la periferia creando di nuovo le condizioni per l' austerità. Non c'è che dire.
Trovo che una delle conseguenze della brexit, almeno per l' Italia, sia stata quella di far diventare i nostri ancora più striscianti di fronte a Washington. Che sperino di poter vivacchiare come se fossero il negro padrone di casa nella Carolina di 160 anni fa?
Ciao prof. Stasera partenza alle 18.30 sull'argine a destra il Po che sembra uno specchio a sinistra la campagna ormai muta il sole solo il rumore dei miei passi e di qualche uccelli nelle golene. ..chissà se un giorno correrai con me. .ciaone!
RispondiEliminaSegnalo che, del libro di Stiglitz, sono uscite l'edizione tedesca, francese, spagnola (e catalana) e olandese. Io continuo a pensare che questo libro avrà un impatto.
RispondiEliminaTutti i paesi europei sono omogiavazzati.
RispondiElimina(ma alcuni sono più omogiavazzati di altri)
Cosi per farsi due risate vi segnalo che oggi intorno alle 14:30 sul tg di rainews24 ho visto una slide dove si affermava che nel 2015 l'evasione sarebbe stata di 765 miliardi di euro.....sticazzi!
RispondiEliminaA proposito di chi parla male, che significa anche dire cazzate. Qui, credo si sia raggiunto il massimo; ne troverete a josa!
RispondiEliminaStavo ripercorrendo un po' di storia degli ultimi anni, attraverso articoli che avevo salvato. Ricordate questo appello su una pagina del CORSERA?
Renzi l'americano annuncia la volontary disclosure. Orbene, non entrò nel merito però un effetto lo percepisco: tutti nuovamente a dare addosso all'evasore/ladro. Per lavoro, sono in contatto con inprenditori e poveri cristi che non pagano le tasse non perché non vogliono, ma perché non possono! Al che pongo una domanda (retorica): i soldi delle nostre tasse, a cosa servono, se non ci tornano in servizi? Se devo pagare le tasse e acquistarmi comunque i servizi, non mi resta nulla per fare la spesa o, in generale, per vivere dignitosamente. Bravo Renzi. Ancora una volta è riuscito a sviare l'attenzione. Colpa dell'evasione!
RispondiEliminaBisognerebbe rilanciare con la "Go to do in the ass!" (improbabile slang italo-americano) almeno per due motivi; il primo in riferimento alla citata ossessione nei confronti dell'evasione fiscale (che va ovviamente combattuta, ma anch'io confermo la presenza di molti che evadono per "campare la famiglia" al minimo indispensabile); il secondo perché questa mania anglofona, indice di provincialismo e subalternità, ci ha maciullato abbondantemente le gonadi.
EliminaE nessuno si azzardi a ribattere che anche Goofynomics non è un termine italiano!
OT - Piccole provocazioni crescono
RispondiEliminaDue F-16 del Belgio (!) hanno bombardato una oscura localita' della Siria (senza un motivo plausibile) facendo molte vittime civili.
http://tass.com/politics/907287
Scalfari su Repubblica ripete sempre che l'Europa unita è necessaria per competere in un mondo globalizzato. L'economia globale prevede scontri tra continenti e l'Italietta da sola è destinata a diventare irrilevante.
RispondiEliminaIeri Renzi incontra Obama in USA in un tripudio di dichiarazioni bilaterali su quanto forte sia l'amicizia Italia- USA e importante la collaborazione in campo economico e militare. A chiusura dell'incontro Renzi e Obama criticano le politiche di austerità imposte dalla Germania in Europa.
Insomma, con gli USA andiamo proprio d'amore e accordo e con la Germania no. Però dobbiamo fare gli Stati Uniti d'Europa assieme alla Germania per competere contro gli USA.
Ho provato a chiedere a conoscenti piddini quale sia la logica di tutto questo. Molti tacciono, altri rispondono che siamo in Europa e dobbiamo essere europeisti. Altri ancora mi dicono che non capisco nulla di politica ed economia.
Scalfari, come molti ormai inutili, idioti ignora ciò che è chiaro anche alla miope classe dirigente tedesca, che dice e pubblica nel 2016 quello che Bagnai diceva e pubblicava nel 2012, citando la letteratura scientifica internazionale: l'Euro non può durare e verrà spazzato via alla prossima crisi economica; le acrobazie della BCE valgono per mantenere in piedi lo status quo fin che dura. Lei comunque (la BCE) si è assicurata la sopravvivenza con la vigilanza bancaria. Quanto al resto, dopo che la tempesta sarà passata si convocherà una CIG per l'inevitabile riforma dei trattati. Chi si sarà preparato prima, ovviamente, negozierà da una posizione di forza
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