(...sbrinando il frigo...)
Poco fa mi ha telefonato Isla Binnie (moderate la vostra invidia) per chiedermi cosa mi aspettavo dalle stime preliminari del PIL per il secondo trimestre 2016, che usciranno venerdì. Sarebbe un "professore chennepenZa", ma lei può farlo perché è professionista: voi no.
Aspettando che mi richiamasse ho fatto un piccolo gioco tecnico, con la mano sinistra, utilizzando l'indice della produzione industriale come indicatore anticipante del PIL. I dati sull'indice infatti escono prima (tant'è che li ho commentati oggi sul Fatto Quotidiano). Più esattamente: a inizio agosto esce il dato definitivo dell'IPI del mese di giugno, ed dopo il dato preliminare del PIL del secondo trimestre. Quindi è possibile in qualche modo usare il secondo trimestre dell'IPI (media aprile-giugno) per anticipare la stima del PIL del trimestre corrispondente, che poi è la logica di quanto fanno all'ISTAT per produrre le stime preliminari (ovviamente in modo più sofisticato, considerando una quantità di altri indicatori, ecc.).
Il post è tecnico perché ho fretta. Mi spiace per chi non potrà seguire tutti i dettagli. Quando avrò tempo ve li spiegherò.
I dati si presentano così:
e come vedete si parlano abbastanza. Dove va l'IPI (scala di destra) generalmente va anche il PIL (scala di sinistra). Certo che questo non esaurisce la storia: nel PIL ci sono i servizi, la domanda estera, ecc., ma diciamo che l'IPI è abbastanza informativo, siete d'accordo?
La correlazione fra le due serie è piuttosto elevata:
e anche se Bisin ci direbbe che è una bivariata e altri comincerebbero a ragliare aforismi random su correlazione e causalità qui c'è poco da fare: le due serie vanno molto insieme, e non per caso, ma perché l'IPI è (broadly speaking) una parte del tutto (del PIL).
Ovviamente con una correlazione così la relazione (log)-lineare fra le due variabili è piuttosto forte:
ma questo non sarebbe sufficiente a rendere il modello un buon modello previsionale. Il fatto è però che i suoi residui rispettano tutte le ipotesi classiche.
Intanto non sono bianchi: sono candidi! Guardate il Durbin-Watson, ma guardate anche:
o, se siete più bravini:
Poi sono omoschedastici:
e naturalmente sono anche normali:
Ma oltre a questo, i coefficienti dell'equazione sono particolarmente stabili (nonostante il campione corrisponda a un periodo non esattamente quieto):
e questo si riflette nei consueti test di stabilità:
Insomma: ci saranno anche altre informazioni da sfruttare per prevedere il PIL, ma il nostro modello sfrutta molto bene le informazioni che abbiamo a disposizione. Possiamo quindi usare il dato dell'IPI nel secondo trimestre 2016 per prevedere il Pil nel secondo trimestre 2016, e i risultati sono questi:
NA vuol dire not available (non disponibile) e significa appunto che il dato del PIL nel secondo trimestre 2016 ancora non c'è. YF vuol dire "Forecast (previsione) di Y (PIL)" ed è uguale a 386814.0 milioni (387 miliardi) di euro. Y_SE è lo "Standard Error" (scarto quadratico medio. s.q.m.) della previsione, corrispondente a 862 milioni di euro.
La previsione puntuale quindi è di 387 miliardi, ed è ovviamente in diminuzione rispetto al dato precedente, quello del primo trimestre, che era di 389 miliardi, e questo per il semplice motivo che, come vediamo dal primo grafico, sappiamo che la variabile esplicativa (l'IPI, linea rossa) nel secondo trimestre è diminuita, e quindi ci aspettiamo che la variabile esplicanda (il PIL, linea blu) diminuisca anche lei.
La previsione intervallare possiamo costruirla prendendo due s.q.m. (a voler essere precisi, sarebbero 2.08), per cui diciamo che secondo il modello il PIL nel secondo trimestre del 2016 cadrà nell'intervallo fra 385089,8 e 388538,2 milioni con il 95% di probabilità. Dato che il valore del primo trimestre è stato di 388807 milioni, questo implica che il tasso di crescita fra il primo e il secondo trimestre dovrebbe comunque assumere un valore negativo:
Tenete presente che questo è un intervallo al 95%, quindi è abbastanza ampio: è largo quasi 0.9 punti percentuali.
Però è tutto sotto lo zero...
Diciamo che con queste informazioni, se dovessi giocarmi a testa o croce il segno della variazione del PIL nello scorso trimestre, metterei volentieri 100 euro sul segno meno.
Il modello però è molto rudimentale. Dovremmo intanto renderlo dinamico (e si può fare facilmente), per tener conto degli eventuali effetti di feedback, e poi inserirci altre informazioni. Una di queste, che però non posso valutare statisticamente in modo rigoroso per mancanza di dati, è l'indice del fatturato della GDO, che tante soddisfazioni ci dette in passato. Il fatto è che la GDO sta andando male anche lei. Lo so perché uno dei nostri amici e sostenitori ci lavora e quindi mi informa. La situazione è talmente compromessa che ormai nemmeno il nostro amico Marco Frojo riesce più a improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Guardate ad esempio il suo ultimo report: il fatturato della GDO chiude anche luglio in calo, e il cumulato da inizio anno è -1,38%. Sarebbe quando voi (non) andate (più) a fare la spesa al supermercato, per dirla in parole povere (cioè per parlare come non mangiamo). Notate anche che ormai Repubblica rispetto all'ANSA fa un figurone (il che è tutto dire)...
Ora, nel primo trimestre la spesa delle famiglie (componente predominante del PIL, pari a circa il 60% del totale) era aumentata dello 0.3%, contribuendo in modo determinante al risultato complessivo (pari anch'esso a una crescita dello 0.3%). In effetti, nel primo trimestre anche il fatturato della GDO aveva avuto un incremento di grandezza comparabile, pari allo 0,55%. Il fatto è che se ora il cumulato è -1,38%, la mia sensazione è che nel secondo trimestre si sia perso qualcosa di vicino al -1.38-0.55 = -1.93% (linearizzando). Vedo difficile che i consumi di contabilità nazionale possano essere aumentati, con un simile andamento dei dati micro (a proposito: se qualcuno li ha, li metto nel modello...).
Un'altra cosa da considerare è l'andamento della domanda mondiale. Magari il riscatto potrebbe venire dalle esportazioni nette. Tuttavia, non mi sembra che le proiezioni dell'economia mondiale siano all'insegna dell'ottimismo.
Ricapitolando: domanda interna in calo, domanda estera stagnante...
Che ne dite?
Scommettete 100 euro che il PIL nel secondo semestre non cresce?
(...poi se magari gli amici dell'ISTAT riescono a farlo crescere, aspettando il dato definitivo, io mi faccio raccontare come hanno fatto, e non ve lo dico. Promesso!...)
Prof, faranno comunque un bel titolone, come quelli che fanno quando parlano di disoccupazione, per non farci capire nulla e per non dirci le cose come stanno. Non scommetterei mai contro di lei, sarebbe una sconfitta già in partenza.
RispondiEliminaLeggo già i titoloni:"La ripresa c'è! PIL italiano aumentato del -0,51%!"
RispondiEliminaLa ripresa c'è ma decelera rispetto allo stesso giorno della settimana precedente! Wahahhhhhhhhhhhhh
EliminaQuesto è mooolto meglio di Billy Ray Valentine che definisce a quanto comprare la pancetta affumicata!!!
RispondiEliminaQuindi, l'anno scorso il Cdm aveva previsto il PIL per il 2016 in aumento dell'1,2%... poche settimane fa, OSCE e FMI hanno rivisto le loro stime al ribasso rispettivamente all'1,0% ed allo 0,9%: ogni 0,1% vale circa 1,64 miliardi di EUR (su di un PIL 2015 di 1636,372), voglio proprio vedere che cosa si inventeranno questa volta per far tornare i "numeri". Ricordiamoci che il governo deve anche sterilizzare le clausole di salvarguardia relative agli aumenti IVA etc. e poi ci sarebbero le mance elettorali che Renzi vuole assolutamente distribuire prima che si tenga il referendum... dire che la coperta è corta, questa volta è più che un eufemismo.
RispondiEliminaDai è interessante notare, come tante energie vengono spese per tenerci nell'euro e allo stesso tempo mantenere quel minimo di coesione sociale.
EliminaImmagina se tali energie fossero volte al bene del paese, certe volte non só se ridere o piangere.
Il tizio infatti mi sa che ha capito che gli conviene uscire di scena con la faccenda del referendum, piuttosto che per i dati economici
RispondiEliminaQuesto articolo di Express UK sostiene che, conseguenza della Brexit, si è formata una specie di coalizione dei paesi mediterranei volta a contrastare le politiche di austerità della Germania che deprimono, fra le altre cose, il PIL dei loro paesi.
RispondiEliminaSe la notizia fosse vera (in effetti non l’ho letta da nessun’altra parte), potrebbe significare che le leaderships di questi paesi cominciano a sentire il vuoto sotto ai piedi. Ancora una volta, però, pensano che un’altra Eurozona sia possibile. Speriamo lo possano pensare ancora per poco.
http://www.express.co.uk/news/world/697628/Brexit-news-European-Union-rethink-anti-austerity-alliance
Rosso Piceno
Ho trovato altri due articoli, uno dalla Grecia ed uno da Malta, che riportano la notizia di un'allenza del "Sud" proposta dal Primo Ministro greco:
Eliminahttp://www.ekathimerini.com/211017/article/ekathimerini/news/tsipras-eyes-southern-eu-alliance-to-back-debt-deal
http://www.maltatoday.com.mt/news/europe/68293/greece_plans_alliance_of_southern_eu_states_malta_included_#.V6uftcupXqA
E pensare che per aumentare il pil basterebbe svalutare la moneta...
RispondiEliminaCheddite? Dove sta la novità?
Bastava sentire il servizio del Tg 1 delle 20 in cui l'ottimo inviato da Londra Varvello, lodava le lodi e progressive della svalutazione della Sterlina ,che ha permesso l'assalto degli europei ed italiani in particolare, a spendere a più non posso nella capitale inglese.
Svalutazione Sterlina bella ma della Lira brutta.
Forse l'euro cominciamo a meritarcelo.
E daje, tanto le agenzie Stefani hanno già pronta la spiegazione, senza tanti grafici e correlazzzzzioni: #HASTATOBREXIT (in soli 7 giorni!)
RispondiElimina(dice: ma la Gran Bretagna non è ancora uscita..
dice: sì, ma le aspettative razionali ecc. ecc.)
Quanto al crollo delle vendite nella GDO, potrebbe anche essere che #HASTATOLONESTA', unita ad un rigurgito di cucina futurista in salsa ("light") pentastellata:
"Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia..."
".. la cucina futurista deve impedire che l'Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre più coll'italiana, snella trasparenza spiralica di passione, tenerezza, luce, volontà, slancio, tenacia eroica. Prepariamo una agilità di corpi italiani adatti ai leggerissimi treni di alluminio che sostituiranno gli attuali pesanti di ferro legno acciaio."
".. nella probabile conflagrazione futura vincerà il popolo più agile, più scattante .. adatto ad una vita sempre più aerea e veloce. [IL SENSO DELLA VITA, I BIGLIETTI AEREI LOW COST A 20 EURI!]"
Secondo il Manifesto, affinché il popolo italiano vinca questa futura conflagrazione è necessaria l'abolizione della pastasciutta [!!!], "assurda religione gastronomica italiana accusata di contrastare collo spirito vivace e coll'anima appassionata generosa intuitiva dei napoletani .. Nel mangiarla essi sviluppano il tipico scetticismo ironico e sentimentale che tronca spesso il loro entusiasmo."[E' SEMPRE COLPA DEI NAPOLETANI]
Marinetti nomina inoltre un professore napoletano suo amico, il dott. Signorelli, il quale gli avrebbe confidato che "...a differenza del pane e del riso la pastasciutta è un alimento che si ingozza, non si mastica. Questo alimento amidaceo viene in gran parte digerito in bocca dalla saliva e il lavoro di trasformazione è disimpegnato dal pancreas e dal fegato. Ciò porta ad uno squilibrio con disturbi di questi organi. Ne derivano: fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo".
Anticipazioni:
Per il prossimo trimestre, con il calo del turismo, aridaje: #HASTATOISIS
Per fine anno: #HASTATOPUTINCOERDOGAN (e magari pure #HASTATODONALD, no, non quello nostrano, l'altro)
P.S. A proposito di Agenzia Stefani:
"La Stefani è la prima agenzia di stampa italiana. Nasce a Torino nel 1853, si afferma con l’appoggio di Crispi e diventa nel ventennio fascista un’agenzia di rilievo internazionale.
Con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana l'agenzia link text divenne proprietà dello Stato; la sede venne trasferita a Milano, sotto la direzione di Luigi Barzini senior. Il suo ultimo direttore, Ernesto Daquanno, venne fucilato a Dongo insieme ai gerarchi che accompagnavano Benito Mussolini nel suo tentativo di fuga [STATE BBONI!]. La "Stefani" venne infine disciolta il 29 aprile 1945; la struttura tecnica e organizzativa dell'agenzia venne di fatto rilevata e utilizzata dalla neonata ANSA.
Oggi la proprietà della testata rimane all’ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna e dà il nome al settimanale della scuola di giornalismo di Bologna."
In pratica (se ho capito bene?) le variabili sono molto correlate (e qui basta guardare il grafico senza intendersi di statistica), e le piccole differenze dalla corellazione del 100% sono simili ad un 'rumore statisticamente quasi bianco'?
RispondiEliminaNon ho trovato i dati delle due serie sul sito ISTAT (non sono molto pratico di queste cose), ma forse, ai fini della tua scommessa, sarebbe interessante fare il grafico dei DELTA (sia trimestrali e magari anche annuali) delle grandezze, e vedere se c'è una correlazione su tali DELTA.
...ma io l'ho detto che era per professionisti...
EliminaQui è facile immaginare che l' organo di stampa governativo (gioco facile), in perfetto accordo con ISTAT, attribuirà alla brexit, al calo della sterlina ed ai problemi bancari da essa indotti, un valore minore del - 0,2% del PIL. Ma minimizzeranno, anzi diranno che in questo contesto il governo non poteva fare meglio di così e poi diranno che anche la Germania, la locmotiva d' Europa sta rallentando e questo vorrà pure dire qualcosa!
RispondiEliminaE poi Bankitalia (pag. 6) ha messo le mani avanti nell'ultimo boleco (previsioni PIL pag.49 fig.36):
Sui mercati borsistici l’aumento
generalizzato dell’avversione
al rischio ha avuto
ripercussioni soprattutto sui corsi dei titoli dei
settori ritenuti più esposti a un rallentamento
dell’economia, in primo luogo su quelli delle banche
dell’area dell’euro. La flessione delle quotazioni,
dal giorno del referendum all’8 luglio, è stata
in questo comparto del 29 per cento in Italia, del
26 in Germania, del 23 nella media dell’area. Il
calo dei corsi delle banche italiane è stato accentuato
anche dalla presenza di un elevato livello di
crediti deteriorati ereditato dalla recessione, nonché
dalla preoccupazione che le attuali condizioni
dei mercati possano rendere più difficile la cessione
di queste esposizioni o la raccolta di capitale.
Bagnai, sono fuori tema ma può interessare un'opinione lampo su queste dichiarazioni di Weidmann riprese dal Corriere: solite palle tipo 'Wii in Chermany...' o una chiara dichiarazione tra le righe che 'l'euro è finito, è solo questione di (poco) tempo'? Grazie
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/economia/16_agosto_03/weidmann-l-unione-monetaria-un-bivio-si-cede-piu-sovranita-bruxelles-o-si-accettano-procedure-default-d3e5319e-59b7-11e6-9678-6c5e366d4cd4.shtml
Quel giorno, ovvero il 4 agosto u.s. ben tre giornaloni hanno praticamente parlato, con fonti diverse, delle due diverse opzioni capestro, ma, come dicevo Alberto ne aveva diffusamente disquisito a dicembre '15 (c'è il link) dopo Lars Feld (sempre Furbini al lavoro; forse c'è una sottile inquietudine nel soggetto!). Quindi nessuna sorpresa marcos marcos!
EliminaApproved, ma Padoan ha già detto che è colpa della Brexit :-) :-)
RispondiEliminaMa che ce ne frega a noi del PIL!!! L'euro è un problema di sovranità democratica del popolo.
RispondiEliminaI piddini sono i democratici, non siamo in geometria euclidea, non si può confondere la base con l'altezza e sperare che il loro prodotto dia sempre lo stesso risultato.
Interessante l'articolo di Zingales, certo se poi lui fosse più onesto nelle sue opinioni... (o forse smerdando Giannino volle porre rimedio ?)
RispondiEliminaPeccato che anche trasmissioni dalla nomea altisonante come Report mentano sapendo di mentire quando fa comodo...
Professor Bagnai, ha colpito nel segno ancora una volta!!!
RispondiEliminaCristo Santo....
"Che ne dite?
Scommettete 100 euro che il PIL nel secondo semestre non cresce?"
Dal sito dati.istat.it => Prodotto interno lordo e variazioni (stima preliminare)
Territorio - Italia
Correzione - Dati destagionalizzati
Edizione - Ago-2016 (stima preliminare)
T1-2016 388987.9
T2-2016 389021.8
Variazione congiunturale 0.0%
E' inutile, i dati non mentono MAI!!!
I tuoi sì.
EliminaOops... questo vuol dire che devo aver sbagliato a prendere i dati dal sito Istat, o meglio non aver capito quali prendere.
RispondiEliminaC'è ancora tanto da studiare.