C'è una cosa che non riesco a sopportare, che proprio non mi va giù, che trovo moralmente ripugnante, intellettualmente squallida, politicamente subdola, umanamente censurabile e scientificamente inconsistente: l'atteggiamento di chi, avendo gestito la crisi in nome di interessi particolari facilmente leggibili, e avendola, per questa specifica ragione, trasformata in un disastro con pochi precedenti nella storia economica recente, ora se ne esce lellero lellero a spiattellarci le "lezioni" che la crisi ci avrebbe insegnato.
La verità è un'altra.
La crisi non ci ha insegnato nulla che non sapessimo già, compreso il fatto che il suo verificarsi era inevitabile, come gli economisti post-keynesiani avevano ampiamente previsto - un riferimento fra tanti è qui.
Cosa sarebbe mai successo durante la crisi che non fosse stato descritto prima della crisi in un qualsiasi libro del primo anno?
Le politiche procicliche (i tagli, l'austerità in recessione) hanno aggravato la crisi!
È una sorpresa?
No, assolutamente no: che politiche procicliche aggravino la crisi lo troverete in qualsiasi libro di testo. Questo perché il moltiplicatore keynesiano è maggiore di uno, e quindi, se tagli di uno la spesa, tagli di più di uno il Pil, e i rapporti al Pil di deficit e debito aumentano!
È una sorpresa?
No, assolutamente no: quando il Fmi, guidato da una francese e con un capo economista francese è intervenuto strozzando, pardon, salvando la Grecia (pesantemente esposta verso le banche francesi) lo ha fatto perché ha preso una decisione politica, smentita da tutta la letteratura scientifica: quella di ipotizzare che il moltiplicatore della Grecia fosse pari a 0.5, per cui tagliando la spesa di uno il Pil sarebbe diminuito solo di un mezzo, e i rapporti al Pil di deficit e debito sarebbero diminuiti. Ma, come vi ho dimostrato per tabulas, quando il Fmi prendeva questa decisione politica, la letteratura scientifica concordemente affermava che il moltiplicatore della Grecia era (molto) superiore a uno, per cui l'austerità sarebbe stata controproducente: ogni taglio di spesa avrebbe comportato un taglio di reddito multiplo, rovinando le famiglie e le imprese, cioè l'economia.
Era tutto noto, era tutto chiaro, era tutto scritto.
Ecco, io devo dire la verità: quando poi mi trovo a convegni come quello di Villa Mondragone, dove Luigi Paganetto ha avuto la gentilezza di invitarmi, mi capita di trovarmi a disagio. Immaginatevi ad esempio di ascoltare un economista del Fmi, come l'ottimo Jonathan Ostry, che interviene, e in modo molto scientifico, distaccato, accademico, racconta che bè, sapete che nuova c'è? Abbiamo scoperto che la disuguglianza è un problema. Sì, in effetti è un problema perché certo, ci sarebbe anche un problema etico, ma soprattutto noi avremmo bisogno di crescita, e la disuguaglianza frena la crescita. Il risultato è statisticamente significativo: viene confermato anche dalle stime panel, e rimane tale anche se si utilizza lo stimatore GMM con errori standard corretti per l'autocorrelazione e l'eteroschedasticità dei residui, e si considerano gli effetti della qualità delle istituzioni, degli shock alle ragioni di scambio...
Come se qualcuno ti spiegasse che sì, in effetti, usando uno spettrofotometro, in condizioni ambientali controllate, si è riusciti ad accertare, su un numero ampiamente rilevante di campioni, che l'aceto contiene acido acetico, e quindi si ritiene che in linea di principio potrebbe anche essere usato per rimuovere quelle antiestetiche macchie bianche che il calcare lascia sul lavello della cucina, dato che, reagendo con la parte alcalina di esse, genererebbe anidride carbonica (tralasciamo i problemi per il riscaldamento globale) e un sale solubile in acqua (ma su questo non abbiamo ancora sufficienti evidenze).
Insomma, le conclusioni cui nostre nonne erano arrivate con minor dispendio di mezzi.
E poi, perché la disuguaglianza frena la crescita?
"Ah, questo ancora non lo sappiamo!"
Noi invece sì, e lo abbiamo anche detto (peraltro, senza pretendere di essere originali): perché la disuguaglianza determina indebitamento eccessivo, e questo causa crisi finanziarie, che alla crescita bene non fanno. Anche questo, per carità, ora cominciano a dirlo, lo avete visto tutti. Ma la domanda è: mentre la Grecia (per dire l'ultimo paese) veniva massacrata, voi dove eravate? A stimare tre panel coi GMM? Ma se mi chiamavate, vi distaccavo Christian (magari ci dividevamo le spese del biglietto) e la chiudevate in quattro giorni, così avreste potuto gettare un occhio distratto a quello che stava succedendo sotto le vostre finestre, o magari sareste potuti andare in biblioteca, a leggere qualche vecchio paper, come quelli che ricordavo nel post del primo maggio.
Ecco, questo "risvegliarsi" per scoprire l'acqua calda lo trovo il modo più sistemicamente controproducente di sfuggire alle proprie responsabilità politiche. Non ho nulla contro Ostry: lavora bene, e il problema non è lui. Ma i "what-have-we-learned boys" come categoria dello spirito proprio non posso sopportarli, perché inducono nell'opinione pubblica un'idea totalmente falsa della scienza economica, facendola passare per una "non-scienza" vagamente assimilabile all'astrologia o all'alchimia, che può essere colta di sorpresa in qualsiasi momento dalla dura realtà del dato (cosa che alle scienze asseritamente "dure" non potrebbe mai accadere). Invece non è così. Gli errori non sono stati tali: sono state scelte politiche. Gli strumenti tecnici per capire come intervenire c'erano, ma non li si è voluti usare perché questo avrebbe inciso appunto sulla distribuzione del reddito (riducendo la disuguaglianza, che è tanto brutta, signora mia, ma non quando sei dalla parte dei creditori e pagato per fare i loro interessi). Insomma: queste persone che preferiscono passare per ciarlatani, o quanto meno per ritardatari, anziché prendersi le loro responsabilità, tirare virilmente una riga e andare avanti, creano una enorme esternalità negativa, diffondendo la falsa percezione che le crisi economiche siano un dato ineluttabile, che non può che coglierci impotenti. Domani ci sarà un'altra crisi, e avremo altre lezioni da apprendere, perché è tutto nuovo, siamo in uncharted waters (altra espressione che mi dà un potente urto di nervi) e quindi chissà, magari intanto facciamo il contrario di quello che abbiamo studiato a scuola, poi se non funziona avremo ucciso qualche migliaio di persone e però sapremo che quello che era scritto nei libri era giusto.
Portare qualche migliaio di morti al tavolo di Econ101... ma con grande delicatezza, e naturalmente coi GMM!
Perché ci penso oggi?
Perché ieri Vladimiro ha conferito l'#allanimadelimortaccisua del giorno al compagno Wolfgang, che come sapete è vivo ed è anche l'unico a lottare se non insieme, quanto meno senz'altro per noi (perché come lo fa saltare lui l'euro, nessuno mai...).
Io ho stilato una relazione di minoranza, sostenendo che invece andava assegnato a questo simpatico personaggio, il quale, con grande delicatezza, ci dice che la prima lezione che il Fmi ha imparato dalla crisi è che se il tasso di cambio non è flessibile le crisi durano più a lungo, il che crea un problema. No, non alle popolazioni: al Fmi, perché potrebbe doversi "prepare for longer programs with more financing".
Ma io dico! Che la flessibilità del tasso di cambio sia uno strumento indispensabile per risolvere in fretta i problemi causati da shock macroeconomici esterni è scritto in ogni e qualsiasi libro di testo! Ma come si fa a dire che è una lezione dalla crisi? Ma dove cazzo avete studiato? Per stare al Fmi a prendervi palate di dollari pagando tasse a nessuno verosimilmente dovrete aver preso un dottorato in qualche prestigiosa università statunitense. E non sono stati in grado di dirvi quello che io a Pescara insegno nel corso di economia aziendale?
Siamo sicuri?
È credibile?
No che non lo è!
E infatti il volenteroso membro del Fmi lo confessa apertamente che questa cosa si sa, la si è sempre saputa, ed è sempre stata vera, quando dice che "an old truth re-emerged: adjusting the economy smoothly and quickly is much harder to achieve when the nominal exchange rate is not available to help, such as in currency union members" (traducetelo da voi che io già mi incazzo a leggerlo, figuratevi a tradurlo)!
Ma come "è riemersa"?
Questa vecchia verità è riemersa perché voi l'avete affondata. Il problema non è quello che la crisi ci ha insegnato. Il problema è quello che voi avete voluto dimenticare, e far dimenticare, affinché la disuguaglianza della quale oggi vedete i limiti, perché temete che vi travolga, potesse affermarsi, nell'interesse della forza sociale dominante, alla quale obbedivate.
Ma io non ce l'ho con voi, amici del Fmi, così come non ce l'ho con gli amici tedeschi, per altri versi. Alla fine, voi, come loro, avete eseguito gli ordini. Sì: preferirei che per salvare la vostra onorabilità non spalaste letame sulla scienza che pratico, ma capisco che voi avete comunque fatto il vostro lavoro, quello che vi chiedevano di fare, che eravate pagati per fare, e che avevate scelto, perché vi piaceva, e magari anche perché era pagato bene.
In questo non c'è nulla di male.
La mia riprovazione più profonda andrà sempre a quelli "de sinistra": a quelli la cui missione sarebbe stata tutelare il lavoro, tutelare i deboli, e che invece hanno disappreso prima e meglio di voi quello che prima e meglio di voi avevano appreso, come ho spiegato qui.
I "what-have-we-learned boy" mi indispongono, ma in fondo ci sono sempre stati, e la loro provenienza li rende in qualche modo meno pericolosi: che il Fmi possa essere il novello Robin Hood nessuno dovrebbe aspettarselo, e nemmeno chiederglielo (anche se magari due domande sul perché stia facendo finta di esserlo dovremmo porcele tutti). Gli "uscisti da sinistra" invece sono pericolosi: se qui in Italia ancora non è potuta maturare una coscienza di classe sufficientemente focalizzata sulla natura dei problemi che ci troviamo ad affrontare, questo dipende unicamente dalla loro opera di disinformazione. Sarà solo e soltanto colpa loro se decenni di politiche di destra alla fine gioveranno alla destra, se l'esito della crisi sarà una svolta autoritaria, e se per rimettere in soffitta lo stantio e polveroso principio di indipendenza della banca centrale dovremo passare per il calvario di un conflitto.
Ma questo, se siete qui, lo avete capito da tempo...
(...oggi ho chiuso due cose: [1] con Christian la versione delle simulazioni di uscita da sottoporre a #pirreviù - uno splendore, ma non ve ne parlo oltre, se non per ringraziarvi sempre del vostro sostegno ad a/simmetrie, del quale non dovrete pentirvi, e per dire agli eventuali inglesi o assimilati in ascolto che la presenterò a Manchester in questo convegno - [2] con Marta e Federico il programma del goofy5. Di quest'ultimo posso dirvi le date: 12 e 13 novembre a Montesilvano, e il titolo: "C'è vita fuori dall'euro (?)" La risposta non la so: sto stimando un panel coi GMM, ma le risposte sono ambigue. Forse dovrei controllare per "acoruzzzione", o provare a calcolare gli standard error col bootstrap, o magari prendermi un aereo, andare a Budapest, e vedere se una volta sceso dalla scaletta dell'aereo incontro essere viventi. A proposito: farò anche questo...)
Penso che l'acido acetico si trovi più facilemente usando lo spettrometro di massa che non lo spettofotometro.
RispondiEliminaPer sicurezza, chiederò a Boldrin!
Se usi uno spettrometro IR, la banda di assorbimento del legame C=O a 1710 cm^-1 accompagnata da una banda diffusa tra i 3000 e 2500 cm^-1, potrebbero essere sufficienti. E uno spettrometro IR costa parecchio meno di una massa.
EliminaBasta anche solo odorare se la concentrazione è superiore a 130 mg/l... a costo zero.
EliminaE la buona cara vecchia cartina al tornasole?
EliminaSpettacolare il fatto che alla fine di chimica ne so più io, e soprattutto che tutte le intenzioni di questo post, da quelle politiche a quelle letterarie, vi rimangano evidentemente ben nascoste. Qualcuno spiega a Valerio? Io sono tranquillamente disposto a perderlo.
EliminaE, comunque, anche le altre discipline hanno preso cantonate colossali.
RispondiEliminaNon saprei spiegarti nei dettagli il fenomeno (mi occupo di modelli statici), ma ti assicuro che il paragone è poco azzeccato, per i seguenti motivi:
Elimina1) Non è una problematica nemmeno accennabile ad uno studente del primo anno. E' più da tesi di laurea (magistrale) o da studiare durante il dottorato
2) Quel ponte è stato il primo caso del genere. E' stato studiato moltissimo da ingegneri e fisici per capire cosa fosse andato storto, e adesso si comprendono le dinamiche del problema. Se ricapitasse di nuovo allora sì, sarebbe negligenza.
3) Il collasso di un ponte, per quanto può sembrar catastrofico, non è paragonabile al collasso dell'economia di un intero continente (anzi di più: diamo problemi a tutto il mondo).
Per curiosità, ecco un altra recente problematica nel campo dei ponti, la cui risposta ha coinvolto anche studi sul comportamento umano:
https://www.youtube.com/watch?v=eAXVa__XWZ8
(questo spiega perchè i militari, quando passano su un ponte, rompono il passo. Ma in certi casi non basta, laggente tende a sincronizzarsi spontaneamente).
@Valerio Santoro
EliminaIl punto non è "prendere cantonate":
"La mia riprovazione più profonda andrà sempre a quelli "de sinistra": a quelli la cui missione sarebbe stato tutelare il lavoro, tutelare i deboli, e che invece HANNO DISAPPRESO prima e meglio di voi QUELLO CHE prima e meglio di voi AVEVANO APPRESO, come ho spiegato qui."
Se il punto fosse prendersela con i poverini che prendono cantonate (che sono sempre esistiti e sempre esisteranno) cosa dovremmo fare ai "poverini" che adesso devono confessare alla vecchietta che sono dei traditori?
@ dargen
EliminaPer il punto 3, il codice penale dice qualcosa d'altro.
@ sciatore
Non voglio difendere il PD, anche perché le cause perse non mi affascinano. Però una considerazione e una domanda.
Per fare il politico devi poter gestire molti soldi:
-devi avere molto tempo libero, per poter illustrare le tue idee, quindi non puoi condurre una proficua attività professionale
- devi avere a disposizione dei professionisti (che vanno adeguatamente pagati) affinché ti organizzino la giornata, fissino gli appuntamenti, leggano i giornali e te ne presentino la sintesi, ti scrivano i discorsi
- devi viaggiare molto
- devi offrire pranzi, cene, colazioni e qualsiasi tipo di pasto per attrarre potenziali elettori per diffondergli il tuo messaggio politico
- devi pagarti santini, tazebao, manifesti e ogni forma di propaganda politica (compresi messaggi radiofonici o televisivi, costosissimi )
Quindi, al netto di tutto, per ottenere una carriera politica si ha bisogno di molti soldi che non si possono guadagnare direttamente. Per cui, o li si possiede perché ricchi di famiglia o li si deve chiedere a qualcuno. E se li si chiede a qualcuno, è chiaro che quel qualcuno i soldi deve averceli. Svisceriamo questo albero delle probabilità.
Opzione 1
Chiedo i soldi ai poveri per fare politiche a loro favorevoli. Questi non ce li hanno, e quindi non me li danno. Alle elezioni mi seccano. Me ne rimango a casa.
Opzione 2
Chiedo i soldi ai ricchi. Siccome sono un sincero democratico, gli dico che li userò per essere eletto e fare l'interesse dei poveri. I ricchi mi ringraziano, e mi fanno accompagnare dal loro maggiordomo alla porta. Alle elezioni mi seccano. Me ne rimango a casa.
Opzione 3
Chiedo soldi ai ricchi. Questa volta mi faccio furbo, farò politica favorevoli ai poveri, ma non glielo dico. Mi danno i soldi. Mi eleggono. Faccio le mie politiche a favore dei poveri. Alle prossime elezioni, arrivo a chiedere ai ricchi altri soldi. Questa volta, alla porta, anziché il maggiordomo, mi accompagna un dobermann.
Opzione 4
Vado a chiedere soldi ai ricchi. Giuro e spergiuro che farò politiche reazionarie da mane a sera. Forse ricchi i soldi me li daranno, forse no.
Se li prendo, faccio la mia campagna elettorale reazionaria; se vengo eletto, farò politiche reazionarie.
Siccome i ricchi, per definizione, sono circa il 10% della popolazione, e sono in molti a voler stuzzicare quell'elettorato, ci sarà molta concorrenza e io rischio di rimanere seccato alle elezioni.
Opzione 5
Vado a chiedere i soldi ai ricchi. Ci mettiamo d'accordo: farò campagna elettorale populista, in modo da ottenere più voti rispetto al 10% che i ricchi mi potrebbero garantire. Tranquillizzo I miei finanziatori che, una volta eletto, manco per l'anticamera del cervello mi passerà di mettere in pratica quelle politiche progressiste di cui avevo parlato in campagna elettorale. Sarò in tutto e per tutto dedito agli interessi di chi mi finanzia.
Prendo una barcata di soldi, mi pago una campagna elettorale da 1001 notte, vinco alla stragrande. Dopo la vittoria, favorisco in tutto e per tutto i miei finanziatori.
Alle prossime elezioni, torno dai miei finanziatori che, soddisfatti, mi riempiono di altri soldi per una campagna elettorale ancora più grossa e fastosa. Mi rieleggono. E quando i miei finanziatori passano all'incasso, li accontento.
Quale di queste cinque opzioni è la più razionale (considerando come funzione di utilità personale la carriera politica)?
Valerio: non hai capito nulla, ma proprio nulla di questo post. Non mi ricordavo fosse una tua abitudine. Altri hanno capito. Forse sto alzando l'asticella. Me lo chiede l'Europa. E attenzione: io, a differenza degli uscisti da sinistra, non voglio perdere...
EliminaDopo il tuo ulteriore commento: cazzo c'entra il PD? Stiamo parlando del PD? Quelle fetecchie degli uscisti da sinistra sono del PD? Nel PD c'è qualcuno che vuole uscire? Il PD è un nemico. Io sto parlando di traditori. Nemmeno questa differenza afferri? Cazzo devo fare? Mettere le foto segnaletiche? Se andrò al potere sarà la prima cosa che farò (è una promessa). Ora devo limitarmi a condividere con chi mi capisce.
Elimina"trovo moralmente ripugnante, intellettualmente squallida, politicamente subdola, umanamente censurabile e scientificamente inconsistente".. Mi ricorda un amico molto "truzzo" che sintetizzava spesso cosí:" ca..o, f..a,culo, tette, le ho dette tutte! Mai il suo stile prof, non ha pari con nessuno. Finalmente, il mio nuovo lavoro (autonomo) ha portato i primi incassi che, sebbene non sufficienti mi permettono di riprendere la mia piccola opera di sostegno ad Asimmetrie.
RispondiEliminaSolo applausi. I commenti sono inutili
RispondiEliminaLa versione dei tizi dell'FMI de "Sparecchiavo" non fa ridere. Non la sanno raccontare.
RispondiEliminaLa situazione mi ricorda un vecchio aneddoto che mi raccontava mio cugino: un venditore ambulante di cappelli cerca di appiopparne uno ad un cliente ma il cappello e' piccolo per sua la testa e lui non ha la taglia maggiore. Quindi l'ambulante prende il cappello, va dietro al furgone e allarga il cappello forzandolo con il ginocchio. Poi torna col sorriso dal cliente ed esclama "Ecco ho trovato la taglia maggiore, era dentro al furgone". Il cliente prova il cappello ed ora e' troppo largo. Il venditore ha esagerato col ginocchio. "Eh! Mi sa che gl'ho fatto fare un po' troppo". Questa frase era diventata un tormentone tra me e lui.
Ecco. Mi sa che con la disuguaglianza hanno fatto fare un po' troppo.
Quanto alla sinistra e' meglio che mi astenga dal commentare, non riesco a scrivere nulla senza pensare agli insulti, specialmente se penso alla situazione della stampa mondiale.
"Ma io non ce l'ho con voi, amici del Fmi, così come non ce l'ho con gli amici tedeschi, per altri versi. Alla fine, voi, come loro, avete eseguito gli ordini. Sì: preferirei che per salvare la vostra onorabilità non spalaste letame sulla scienza che pratico, ma capisco che voi avete comunque fatto il vostro lavoro, quello che vi chiedevano di fare, che eravate pagati per fare, e che avevate scelto, perché vi piaceva, e magari anche perché era pagato bene.
RispondiEliminaIn questo non c'è nulla di male."
Mi scusi, ma come fa a dire che non c'è nulla di male? Io questi li paragonerei al cecchino americano del film di clint eastwood:
assassini spietati.
Quanti anni hai?
EliminaE meno male che continua con:
Elimina“La mia riprovazione più profonda andrà sempre a quelli "de sinistra": a quelli la cui missione sarebbe stato tutelare il lavoro, tutelare i deboli, e che invece hanno disappreso prima e meglio di voi quello che prima e meglio di voi avevano appreso”
C’è chi sogna un mondo dove non ci sono cattivi, e magari senza frontiere.
Io mi accontenterei di un mondo in cui ognuno capisca bene, ma bene bene, quale sia il proprio interesse.Sarebbe un grandissimo passo avanti
@Colombo, quale sia il proprio interesse e come almeno a volte, per non dire spesso sia necessario mediare con gli interessi degli altri.
EliminaSì, deve essere un ragazzo...
@ bagnai:
EliminaTi significo un errore grammaticale nella frase:
"quelli la cui missione sarebbe stato tutelare il lavoro". Al posto di "stato" va messa "stata".
Buttaci un occhio dopo averlo estratto a qualcuno.
Tu sei il candidato ideale, visto che non hai risposto alla mia domanda. Grazie: non sei intelligente, ma sei attento. Potrebbe essere un inizio!
EliminaP.s.: una concordanza errata è un errore sintattico. Ma questo so di non poterti chiedere di capirlo. Sì, devi essere moooolto giovane... e quindi molto inutile, per ora. Toglimi questa curiosità. Per tutto il resto hai Donald...
EliminaProf, un refuso: "così avreste potuto gettare un'occhio distratto" :)
RispondiEliminaAlla faccia del refuso! Grazie. Era nata come occhiata, e morta come errore blu... Anzi: blù... O bhlù.
Elimina"e si considerano gli effetti della qualità delle istituzioni, degli shock alle ragioni di scambio...". Mi sembra ci sia un piccolo refuso: "degli" - "dagli"?
Elimina"Alla fine, voi, come loro, avete eseguito gli ordini". Esatto, nel mio lavoro - squisitamente tecnico - in trent'anni ne ho visti tanti di brillanti ciarlatani dagli stipendi dorati. Sbugiardarli e' sempre stato facile, ma il potere si mastica tutte le eccezioni tecniche, soprattutto quelle corrette. Ovviamente si sbatteva contro il muro, di cui nessuna delle autorita' ne aveva certificato l'esistenza perche' contrario ai propri ristretti interessi. Il punto e' che ho trovato estremamente difficile creare un minimo fronte di reazione, le persone giustamente si fanno i fatti loro, e' piu' semplice deresponsabilizzarsi finche' arriva lo stipendio. Poi e' troppo tardi.
RispondiEliminaGrazie Prof, qui ci si sente meno soli.
A ben guardare, a suo tempo fascisti e comunisti erano la stessa cosa. Non mi sorprende più che 100 anni dopo la sinistra sia passata nuovamente a destra, non solo nell'economia, ma anche nella pervasività del suo controllo sul sociale, sul pensiero, sulla lingua (a commissione "contro l'odio"......)
RispondiEliminaSorprendente la povertà di livelli di lettura di certi commentatori. Devo mio malgrado dare ragione a Martinet. La qualità si sta abbassando. L'incapacità di "metaletture" è sorprendente. Eppure questo post ha un titolo, e questo titolo dice una cosa ben precisa, no? Devo prendermi una querela perché siete deficienti? Ma andate a leggere Donald, ragazzi, se non arrivate a capire Goofynomics!
RispondiEliminaI gggiovani non hanno tempo di studiare la SStoria e di leggere i libri (e magare pure capirli)....
EliminaMeno Erasmus, più studio.
P.S.: se scrive Donald, questi pensano a Trump....
Sorpresi? Cosa volete che capisca un giovane allevato a INVALSI? Sa solo mettere le crocette ...
EliminaAvendo letto a suo tempo il libro (in italiano, con traduzione del titolo non fedelissima), a me in automatico era scattata questa associazione, ma l'avevo data abbastanza per scontata. Non so se è (anche) a questo che si riferisce.
RispondiEliminaUna curiosita': la Kaldor Conference 2016 e' aperta al pubblico?
RispondiEliminaNel senso, se mi trovassi a Budapest nelle stesse date posso presenziare (in qualita' di pubblico) alla sua conferenza?
Questa è la risposta differita alla risatina isterica del famoso professore nostro ex-primo ministro che ha irriso al post che diede inizio a questo splendido blog non volendo riconoscere, di fatto, che tutto era già stato scritto, tutto era saputo.
RispondiEliminaEra pagato ed è pagato anche con i soldi nostri.
E ci dice che nei momenti della responsabilità "non siamo in grado", abbiamo paura.
Noi o lui? Ah, no, scusate i mercati...
"umili e pentiti accoglici, o Signore, ..."
Buongiorno, Prof.
RispondiEliminaIei sera, tornando dal lavoro, ascoltavo una discussione su France Culture (Qui il podcast, astenersi deboli di stomaco) e, più ascoltavo, più mi tornava in mente "La banalità del male" di Hannah Arendt. Io, lo sa, non sono un economista. Quindi non mi metto a contraddire l'illustre studioso intervenuto. Ma trovo realmente nazista (fossi credente, direi che "grida vendetta al cospetto di Dio") il contrasto tra la descrizione, umana, terra terra, dell'inviata in Grecia e i commenti dell'"economista". È come leggere un articolo sulla fame nel mondo accompagnato da pagine di pubblicità sulle ostriche.
"Unwilling executioners", realmente. Basta non pensare. Non occorre nemmeno uno sforzo attivo; una forza passiva è sufficiente. Da una parte la gente che muore, dall'altra "l'aumentata fiducia dei mercati". Da una parte la carenza di medicinali e l'emigrazione di centinaia di migliaia di persone, dall'altra "la necessità di attirare investitori esteri".
Vede, io non ho una grande familiarità con le disquisizioni filosofiche circa la distinzione tra classe "in sé" e classe "per sé". Sono un rozzo bombarolo per caso trapiantato tra i vichinghi. Ma se una divisione di classe esiste ancora, passa di lì: tra quelli che pensano e quelli che eseguono gli ordini, tra chi riesce ancora a provare orrore e chi ha gli occhi talmente fissi ai libri da non vedere e non sentire. Le chiedo una cortesia: continui a scrivere. Abbiamo bisogno di continuare a pensare.
È così facile, a volte, arrendersi...
Buona vita, e grazie
Alcuni osservatori, che considero acuti, leggono la conversione di Paolo di Tarso sulla via di Damasco come frutto e conseguenza anche del suo zelo nell'essere stato, fino a quel momento, un persecutore di cristiani; Paolo non è un burocrate, ma un persecutore convinto: è dunque "willing", e questo può avere il suo peso in qualsiasi situazione.
EliminaAnche il grande santo buddista Milarepa fa uso, in gioventù, di poteri psichici per estendere l'azione del suo ego a discapito del prossimo; e anch'egli, in qualche modo, ne è consapevole al punto di arrivare finalmente a comprenderne la follia, tant'è che il suo futuro maestro, Marpa, lo sottopone a un vero e proprio “tour de force”, apparentemente privo di alcuna pietà, per fargli bruciare subito il debito accumulato.
Lo stesso Cristo afferma che i suoi discepoli non debbano essere "tiepidi" (il che non significa essere teste calde); analogamente, Rumi scrive che, se per i letteralisti islamici la stazione d'Abramo si trova in una certa area nei pressi della Ka'aba e siano sufficienti due raka'at di preghiera in quel luogo, secondo gli uomini della conoscenza, invece, la stazione d'Abramo è qualcosa che implica il gettarsi nel fuoco per amore di Dio, e faticare sulla via che conduce a Lui (ciò che un tiepido mai potrebbe fare).
Gli “unwilling” dunque accumulano un doppio debito, quello di generare danno e quello di non porsi la fatidica domanda (la quale è sostanzialmente la stessa, la cui assenza fa mancare il Graal a Parzival per la prima volta); ma è soprattutto questa seconda mancanza a diventar pesante poiché, al di là del fatto che chiunque può sbagliare (vedere al merito Salmi 129:3), senza il riflettere sulle vere radici della possibilità d’errare (ove il significato è palesemente quello di “sbagliare” come sinonimo di “vagare” ininterrotto) si è destinati a reiterare il danno stesso – oltre che a procedere nella deambulazione perpetua -, sia per leggerezza d’intelletto, che mancanza di discernimento e assenza di coraggio: porsi seriamente il problema della giustizia, infatti, richiede una certa dose di fegato (quanto faceva scrivere, come esempio, a Renard: “Se temi la solitudine, non cercar d’essere giusto”). Rimane dunque verificato, secondo più d’una modalità, il vecchio adagio che recitava “Per aspera ad astra” (il che, ovviamente, NON è la stessa cosa che intendeva Padoa Schioppa).
Si può dunque attribuire agli “unwilling” la debolezza dell’essere vigliacchi, e ciò alla faccia dei ruoli di prestigio che rivestono, i quali, nella luce delle apparenze, li fanno sembrare esattamente il contrario di quel che sono interiormente. Più o meno come Eichmann.
All'fmi quando parlano d'europa pensano in realta' alla giamaica o oramaica
RispondiEliminacaro professore, se non esistessi bisognerebbe inventarti. Ringrazio un mio amico che il Natale del 2014 mi regalò, lungimirante L'Italia può farcela. Da allora seguo attentamente e con grande beneficio al punto che senza ombra di dubbio indicherò come beneficiario del mio 5 per mille a.simmetrie grazie Stefano Cocchi
RispondiEliminaPerché affidarsi alla scienza economica quando si può fare una bella patrimoniale
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/14/poverta-il-sociologo-domenico-de-masi-ripresa-economica-le-parole-di-governanti-ed-economisti-sono-false-e-criminali/2904712/
Questo (magnifico) post mi ha fatto ricordare questa vecchia intervista di Visco sul FQ (leggetela se vi è sfuggita) dove il nostro, tra una bordata e l'altra, dice "Purtroppo ci manca un Keynes che per amore del liberismo mise a punto la dottrina che limitava gli effetti devastanti di un capitalismo autoritario"; come sarebbe a dire "ci manca"? A me pare che sia presente in tutti i testi di macroeconomia del primo anno; non si è mai mosso da lì.
RispondiEliminaPurtroppo sapevamo che sarebbe successo.
RispondiEliminaI What-Have-We-Learned-Boys tentano un disperato bail-in per salvarsi dall'inevitabile bancarotta morale.
Ecco versati due soldini ad Asimmetrie. Lo dico perché l'hanno detto anche altri: questo può avere un effetto-contagio.
RispondiEliminaE adesso torno a tacere (ma leggo, oh se leggo!)
Anch'io.
EliminaPrima di finire di leggere il post già stavo pensando di scrivere la stessa cosa che ha scritto Lei sul fatto che il problema non concerne coloro che fanno il lavoro sporco ma i "progressisti".Mi ha tolto le parole di bocca.
RispondiEliminaL'attacco razionale al FMI solo pochi riescono a sostenerlo senza vacillare anche se aver parlato di Tobin tax a sproposito per molti anni ha reso arduo il loro impegno.
RispondiEliminaInfatti,soltanto in ritardo di almeno una dozzina di anni rispetto alle chiacchiere,qualche giornalista ricordò che Tobin propose una tassazione sulle plusvalenze da arbitraggio sul mercato dei cambi e non su quello azionario:se i giornalisti facessero mejo il loro lavoro avremmo potuto piangere per la tassa di Tobin e non per la sciagura della disuguaglianza.
Se qualcuno mi puo' aiutare:
RispondiEliminaconoscete studi che abbiano controllato l'andamento della correlazione fra propensione marginale al consumo (il "c" del "1/1-c" ) al progressivo invecchiamento della popolazione italiana nel periodo 2000 - 2015 ?
L'analisi è, per dirla con una metafora inglese, "crystal clear". Ma, se Vico ha ragione ed è vero che, anche se in modalità diverse, la storia si ripete, dire che "si erano limitati ad obbedire agli ordini" non li salverà, come non ha salvato altri, dall'invevitabile nemesi che si avvicina ogni giorno di più.
RispondiEliminaEquazione. Non un'equazione differenziale non lineare, da esperti econometristi della BCE. Semplice semplice, di primo grado, da terza media.
RispondiEliminaDisoccupazione + distruzione del welfare = “populismo”.
Non occorrono tanti “think tank” per capirla.