sabato 30 aprile 2016

Irlanda vs Ungheria

...e ci risiamo: anche stamattina, a Coffee Break La 7, i soliti argomenti da bar.

Nonostante la conduzione equilibrata dell'ottimo Pancani, e la disponibilità de La 7, che ringrazio, ad accogliermi (in fondo, sono solo uno che dice cose che a Harvard dicono da vent'anni, e a Cambridge - quello vero - da cinquanta...), è desolante vedere come la qualunquologia sia egemone.

Si va da "la svalutazione che crea il debito" (ma se la Germania era un paese forte, perché la sua valuta non avrebbe dovuto rivalutarsi? Ed è possibile la rivalutazione di un paese senza la svalutazione di un altro? Insomma, nel mondo dei qualunquologi un marco compra più lire ma con una lira compri gli stessi marchi: a gente così non vorrei mettere in mano nemmeno cinque euro per andare a prendere il pane dal fornaio! E se la svalutazione promuove esportazioni e crescita, come ci conferma il Fmi, come farebbe a far crescere il rapporto debito/PIL? In effetti, questo è cresciuto negli anni '80, quando eravamo agganciati allo SME, e ve l'ho fatto vedere migliaia di volte), al miracolo irlandese, e all'Ungheria nazzzzzzzista bbbrutta che fa i muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuri (grande classico, qui interpretato da Furio Colombo).

Qualche post fa vi ho spiegato, parlando della Lettonia, che in un sistema economico la spesa è necessariamente uguale al reddito (tenendo conto, ovviamente, degli scambi internazionali, cioè degli acquisti fatti a o dall'estero e dei redditi percepiti o corrisposti all'estero).

Insomma:

SPESA = REDDITO

che poi significa:


CONSUMI + INVESTIMENTI + ESPORTAZIONI NETTE = SALARI + PROFITTI

(cioè: la spesa delle famiglie e delle imprese, tenuto conto degli scambi con l'estero, deve corrispondere ai redditi percepiti dai lavoratori dipendenti e dai "capitalisti").

La svalutazione "esterna" (del cambio) rilancia il reddito perché rilancia le esportazioni nette (se avete problemi con questa affermazione citofonate al Fmi, o guardatevi questa slide del suo chief economist). Quella interna (cioè il taglio dei salari) deprime la spesa perché... ecco: perché taglia i salari, appunto, e quindi deprime il reddito.

Nel lungo periodo, magari anche prima che finisca come diceva Keynes, può anche darsi che entrambe le strategie portino a una nuova crescita (che poi dipende anche da quanto succede al resto del mondo e a tante altre cose - ad esempio, al sistema finanziario: vedi sotto la storia dell'Irlanda). Ma nel breve la scelta fra le due strategie è chiaramente una scelta di classe. La svalutazione interna è una scelta fascista di compressione dei salari (quando dico "fascista" intendo innanzitutto "mussoliniana", ma di questo vi parlerò in un post separato, e poi "classista" e "paternalista", secondo l'accezione più generica del termine). Quindi, come dire: se sei un fascista ovviamente porti ad esempio i paesi che l'hanno praticata. Attenzione: questa è una condizione sufficiente ma non necessaria. Ad esempio, io non credo che Massimo Franco, che in trasmissione a La 7 ha lodato il caso irlandese, sia fascista: sono sicuro che sia un sincero democratico, e infatti ha espresso preoccupazione per quanto sta succedendo in altri paesi dove la svalutazione interna è stata portata alle estreme conseguenze (vedi ad esempio la Grecia). Credo però che non abbia visto i dati che ora vi mostro, riferiti all'aggiustamento nell'Irlanda brava che ha fatto le riforme e nell'Ungheria brutta che alza i muri (dimenticandoci sempre di dire che li alza perché l'Europa le chiede di farlo allo scopo di controllare le frontiere esterne, preciso obbligo sancito dal Trattato di Schengen, obbligo la cui inadempienza viene rinfacciata alla Grecia con ipocrisia farisaica tipicamente alamanna...).

Cui le due tabelle:




Le variabili, ve lo ricordo sono il PIL (Y), consumi interni (C), investimenti fissi lordi (I), esportazioni nette (NX), salari (W), redditi da capitale/impresa e misti (GOS), imposte indirette nette (NT) e i relativi rapporti.

Sintesi: nell'Ungheria nazista, che alza i muriiiiiiiiiiiiiiiiii, un governo conservatore è riuscito a mantenere la quota salari W/Y sostanzialmente inalterata, fra il 45% e il 45% del PIL nel periodo per il quale Eurostat ci fa la cortesia di elargirci i dati (che si ferma a tre anni or sono). Ovviamente, l'Ungheria ha svalutato il fiorino quando è stato necessario, come vedete da qui (sono fiorini per euro, quindi quando la linea sale il fiorino svaluta e ce ne vogliono di più):


ma questo non ha portato ad alcun innalzamento significativo della quota dei profitti.

Nell'Irlanda, membro eletto dell'accolita degli stati virtuosi, un governo laburista ha realizzato il miracolo economico nazionalizzando banche a stecca (piccolo dettaglio che al dott. Franco era sfuggito, nonostante abbia portato il rapporto debito pubblico/Pil dell'Irlanda dal 42,4% al 119,9% del Pil in cinque anni - ma loro sono virtuooooooosi!), e schiacciando la quota salari W/Y di quattro punti, che poi sono esattamente i quattro punti dei quali è cresciuta la quota dei profitti GOS/Y.

Cosa c'è di strano? In un paese che salva le banche con soldi pubblici e recupera competitività schiacciando i salari perché non può aggiustare il cambio, i salari diminuiscono e i profitti aumentano (in rapporto al reddito totale). Questo è il mondo che, a quanto mi sembra di capire, piace al dott. Franco (magari perché non aveva avuto modo di approfondire questi aspetti, o forse perché credo sia il mondo che legittimamente piace al suo editore, che è un capitalista e quindi fieramente schierato a difesa della sua quota di prodotto, il profitto. Sarebbe utile poterne discutere con serenità, cosa che non dipende da noi, ma dal rifiuto di certa stampa di dare spazio a voci indipendenti).

Ci dicono che piace anche agli irlandesi, ma io ci credo poco.

A me non piace.

E a voi?




85 commenti:

  1. Certi personaggi non dovrebbero neanche essere invitati nei talk show televisivi... tanto la loro malafede e' garantita!!!

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    1. Questa è una cosa che riguarda il padreterno. Certo, che l'informazione economica venga fatta in modo alquanto selettivo trincerandosi dietro "io non sono un economista me..." è cosa inquietante, che non contribuisce alla qualità del dibattito. Però non presuppone necessariamente malafede. Se uno non è un economista, forse non dovrebbe azzardarsi in analisi o dovrebbe avere un atteggiamento più aperto (non mi riferisco qui a Franco ma all'organo presso il quale lavora). La chiusura potrebbe "backfire"...

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    2. con gente come Gruber o Floris c'è poco da sperare

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    3. Quelli li diamo per persi. Ma sono meno influenti di quanto pensiamo. Non dipende certo da loro e sarà bello vederli cambiare "narrazione".

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  2. Professore, domanda storica sul sistema mussoliniano di compressione dei salari: c'è o non una differenza col regime attuale liberista? Ovvero: il trasferimento di risorse non si accompagnò con una spesa sociale maggiore, per cui il reddito non più disponibile per i lavoratori si tradusse sì in maggiori profitti ma anche in maggiori provvidenze sociali?
    Oggi invece assieme al taglio dei salari assistiamo anche al taglio dello stato sociale. Sbaglio?
    Emanuele

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    1. Di questo, come vi ho detto, parliamo in un altro post (e ne abbiamo comunque parlato a sufficienza in passato). Se all'Economist Mussolini piaceva, vi assicuro che i motivi c'erano (anche se, come ogni amore, anche questo è stato tormentato...).

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    2. @Emanuele, in attesa del post, puoi sbirciare il post il miracolo lettone fra propaganda e contabilità. C' è un link attivo destra sociale. Se sai l' inglese... io, l'inglese non lo so: ho studiato il francese, ho imparato lo spagnolo nei pub (so parlarlo e leggerlo, ma non scriverlo) e l' albanese antico me lo hanno trasmesso genitori e nonni. Se io sto facendo uno sforzo immane, per via della ignoranza della lingua, puoi farlo anche tu ;)

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    3. Ci sarà un motivo se, come ricorda il prof. Canfora nel suo libello "E' l'Europa che ce lo chiede! - Falso", Gramsci ebbe ad etichettare il fascismo ed il corporativismo come 'rivoluzione passiva' in grado di consentire "il passaggio a forme politiche e culturali più progredite senza cataclismi radicali e distruttivi in forma sterminatrice" (Quaderno 8, f.78, 1932)!

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    1. Ma è una chiara manifestazione di fallimento del mercato. Ognuno pensa di potersi tirar fuori lasciando il cerino della crisi agli altri dopo aver intascato il suo profitto, solo che non funziona così. Il cambiamento di linea editoriale di organi di regime come il Sole 24 Ore fa intuire che qualche capitalista comincia ad avvertire un certo disagio. Ma voi continuate a interpretare fenomeni storici ed economici complessi in termini di categorie quali la Gar magna, li Taglia, la Merika, il lercapitale, il lerlavoro, er labbònafede, ecc. Ovviamente questo non vi aiuta, ma io che posso farci? Per essere aiutati bisogna cominciare dall'aiutarsi da soli!

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    3. Caro Ruggero, io non nego l'esistenza di classi sociali, di interessi costituiti, di forme più o meno organizzate e consapevoli di difesa degli stessi. Ma al contempo pensare che anche a livello di imprese del FTSE MIB ci sia una sufficiente solidarietà di classe e visione strategica (come implicitamente tu facevi) mi sembra un po' esagerato. Tutto qui. Mi sembra del tutto ovvio che al momento di scegliere i loro rappresentanti politici queste aziende si rivolgeranno ai personaggi che tu citi (a quelli ancora in vita, ovviamente). Ma non è altrettanto ovvio che nella gestione dell'economia esse agiscano senza segare il ramo sul quale sono sedute, che è il nostro paese.

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    5. Sintesi: io non nego quello che tu sostieni e che documenti coi video che peraltro conosco, anche se sai benissimo che ritengo semplicistica l'analisi di Prodi, e non riesco a farmi capire da te. Va benissimo: massimo rispetto, ma anche questo tipo di incomprensioni spiega perché abbiamo l'euro e dimostra che finirà malissimo.

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    6. Provo a interpretare: l'agire di ogni soggetto é personale e in generale non coordinato perché persegue un suo proprio obbiettivo. Ma se tutti agiscono in un determinato modo, succedono disastri che tu non puoi controllare. Esempio, se l'imprenditore signor x potesse non pagare i salari, per lui é la situazione é ideale, perché massimizza il suo profitto e pertanto cerca di perseguirla. Ma se lo fanno tutti, il signor x fallisce perché non vende piu' neanche uno spillo ed in quel caso perde non solo il profitto ma anche tutto il capitale. E questo secondo me é quello che é successo al FTSE MIB. In Germania lo hanno fatto ma a differenza nostra hanno sostituito la domanda interna con quella estera. A quel punto la situazione a tutti i capitalisti teutonici era chiara visto che qualsiasi conto economico aziendale te la mostra chiaramente: senza euro perdi tutta la domanda estera e ti trovi nella situazione italiana. Quindi essendo chiaro e lampante a chiunque, per loro il mantenimento dell'euro (che gli garantisce il mercato e quindi i profitti) é piu' o meno una cosa assodata tipo "devo cercare di pagare il meno possibile gli operai". Questo essere scoordinati pero' alla fine implica che si "taglia l'albero su cui si é seduti"....

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  4. Pensi che scemo: pensavo che Coffe Break andasse in diretta!
    Questo ho scritto su FB, a caldo:

    CoffeBreak. C'è il Guru.
    L'unico che dice la verità sul dumping sociale (a parte il Guru), sulla democrazia e sull'UE è Fedriga (Lega Nord), anche se, al solito, lo condisce di cattivismo di maniera e di ruspe ridicole, autosqualificando un discorso che di suo sarebbe sensato.
    Per il resto "Gli immigrati finanziano la pensione degli italiani"
    "La Merkel non sta facendo importazione di manodopera a basso costo, è tutta colpa dell'Occidente che ha sbagliato"
    "Il Populismo guadagna terreno, ma non vince"
    "Non abbiamo un vero Nazionalismo Europeo, solo nazionalismi locali (wow! il nazionalismo europeo mi mancava)"
    "L'Irlanda ha svortato nonostante l'austerità"
    (Massimo Franco, L' intelligentone)
    "Non penseremo mica di tornare a stampare la nostra moneta?"
    "Non possiamo mica mettere i muri sul mare!"
    "Renzi è l'unico che sta facendo qualcosa"
    "La politica di svalutazione competitiva (sic!) ha prodotto il debito pubblico"
    (il piddino, il nome è indifferente)
    Il Guru dice parole di verita, come quasi sempre, nonostante le interruzioni di Pancani: i costi vanno sempre sulle spalle dei porecani, e in Europa quel che manca è l'equità sociale. L'umanitarismo (giusto, per l'amor di dio!) è tutto a spese dei bassi salari, e ciapelaintelcul, nella prossima vita avrai la giusta mercede.
    E per come va il sistema sanitario, sarà presto - aggiungo io.
    Un grillino non c'è.
    Tristezza.

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  5. Non ho capito come mai in Ungheria la svalutazione ha rilanciato le esportazioni nette ma i consumi e gli investimenti siano scesi (e quindi anche il PIL...)

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    1. Fammi capire, quindi secondo te il PIL sarebbe stato più alto se fossero scese anche le esportazioni nette?

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    2. Se anche le esportazioni nette fossero calate, il Pil sarebbe diminuito di più. Detto così forse si capisce meglio. Con la leva del cambio non puoi risolvere tutto! Ma privarsene non è saggio (nemmeno in automobile)!

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    3. NO assolutamente sarebbe stato peggio! Ma immaginavo un risultato molto migliore di quello Irlandese

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  6. Ma come fa a restare sempre così calmo? Pratica lo yoga?

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    1. Ho crescenti difficoltà con queste vostre affermazioni. Capisco che uno i follower non se li sceglie, ma sinceramente preferirei averne di vincenti. Quindi secondo te io dovrei fare come Fedriga, l'unico che in fondo ha detto anche qualcosa di buon senso (perché ha detto anche cazzate), cioè screditare con atteggiamenti strampalati (tipo le ruspe) le cose che dico, e che sono nel mio caso espressione immediata della dottrina scientifica e della verità fattuale? E a quale scopo, di grazia, dovrei dare un simile vantaggio dialettico a interlocutori che già sono di per sé dialetticamente sleali (come il dott. Franco, che mi sembrava mi attribuisse l'idea che la migrazione esiste "perché" la signora Merkel ha chiamato i migranti)? A me non sembra un'ottima idea, sinceramente. Certo che se fate così, poi nel dibattito siete perdenti. Lo capite, ora, perché mi son dovuto scrollare di dosso scorie di ogni genere? Se non lo avessi fatto, non sarei ancora qui, dopo cinque anni.

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    2. Sospetto volesse essere un complimento. E comunque, oggettivamente lo è.

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    3. Grazie. Ma il punto è che se non vi date tutti e subito una calmata ci sarà difficile esercitare il ruolo di egemonia culturale che ci spetta per la nostra onestà intellettuale. Il dibattito su TW ne è un esempio. Perché dovrei inquietarmi se sento fare un'affermazione che so essere falsa? Aspetto, controbatto se è il caso, e tiro dritto. Non ha senso alterarsi, non ha senso contestare tutto, si perde solo il filo del discorso. Aggredendo sui social certe "verginelle" austeriane (e qui non mi riferisco al dr Franco ma ai miei colleghi) date loro un immenso vantaggio tattico. Questo a te è chiaro, ma agli altri?

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    4. Infatti alterarsi è controproducente, ma umanamente è difficile tenere a bada la rabbia di fronte alla disonestà intellettuale.
      Penso che il complimento si riferisca alla sua professionalità e alla sua capacità di autocontrollo senza le quali porgerebbe il fianco a chi, non avendo argomenti scientifici, vorrebbe liquidarla come caciarone leghista/populista.
      Penso che sia chiaro a tutti.

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    5. Mi è talmente chiaro, che il fatto che lei riesca a frequentare una fogna a cielo aperto senza sporcarsi della sostanza ivi prevalente direi che ha del miracoloso. Più in generale, mi sembra evidente che proprio la sua lucidità dialettica sia una delle cause della sua sottodimensionata visibilità mediatica (al netto di trasmissioni come La Gabbia, i cui inviti - Borghi non me ne vorrà - considero saggio declinare): se la temessero un po' meno, la farebbero parlare un po' di più. Ma poi saremmo noi a cambiare canale (il che, se valesse alla causa, sarebbe poco male).

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    6. Ci siamo capiti (e vedo che intercetti il mio telefono)! ;)

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    7. Nulla a Paragone di quello che sicuramente fa qualcun altro.

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  7. Mi sorprende che alcuni economisti di sinistra pensano che le oscillazioni
    del cambio,che ci furono in italia,dipendano più dalla presunta debolezza dei nostri capitali che dalle politiche distributive poste in essere dai governi nazionali.

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  8. non sono un economista e quindi penso che per capire un certo capitalismo bisogna passare dalla macroeconomica alla psicologia freudiana o superiori , i comportamenti razionali porterebbero sulla strada di Bagnai , quelli psicopatologici portano su quella corrente , vedono la fine che si avvicina e come il moribondo ha il miglioramento prima della morte , questi si girano per non vedere e pasteggiano a caviale e champagne . Sta per grandinare sassi e usano l'ombrello per proteggersi . Comunque questo accumulo di ricchezza in mano di pochissimi tantissima stabilità del denaro , dove chi più è ricco e più aumenta la sua ricchezza in base ad una attrazione gravitazionale del denaro ci sarebbe da inventare la formula per valutarla, sta creando scompensi in mezzo mondo e per forza grandinerà .

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  9. Vorrei fare presente una visione meno "macro" in merito alla capacitá di spesa: guardando al singolo essere umano, prendiamo un padre di famiglia.

    Quando un padre di famiglia apre un mutuo, la banca crea dal nulla l'importo del mutuo, tramite una serie di uni e zeri in un bilancio. Si é quindi creata capacitá di spesa, "powered money" in gergo. Il padre di famiglia con questi soldi creati dal nulla compra la casa. Notare che la casa non entra nella produttivitá o nel PIL. Il debito complessivo nel paese é aumentato ma non la produttivitá né il reddito. In compenso si sono gonfiati":
    1. mercato immobiliare
    2. azioni e titoli grazie alla cartolarizzazione del mutuo del padre di famiglia. Quindi ne ha giovato la finanza.

    Ogni volta che il padre di famiglia rimborsa una rata del mutuo, il denaro viene distrutto, per la quota relativa al capitale rimborsato.

    Il problema sono gli interessi. Questo denaro "non esisteva" all'ínizio. Quindi il padre di famiglia deve lavorare per rimborsare gli interessi, attraverso denaro creato altrove da un'altra banca, per esempio quella che ha prestato soldi all'impresa per cui il padre di famiglia lavora.

    In un sistema siffatto, l'unico modo per poter spendere é fare altro debito. Cioé, puoi spendere solo se hai credito da una banca.
    E la banca decide quanto credito erogare, sulla base della fiducia che nutre sul futuro. Il nostro destino si basa sulla "fiducia" di un manipolo di banchieri.

    A livello globale, assistiamo ad un macrosquilibrio fra vecchi e giovani, dappertutto nel mondo, e fra ricchi e poveri, dappertutto nel mondo. Questi macrosquilibri non fanno che aumentare. Per una ragione semplice: i giovani non hanno ancora capitale da investire in asset e si sono trovati con un debito enorme privato e pubblico ereditato dai piú vecchi. Mentre il debito creato non ha finanziato il settore produttivo (beni e servizi) ma il settore immobiliare e finanziario, che NON contribuiscono al PIL.
    Poi si puó anche discutere della deindustrializzazione dei paesi avanzati, ma anche questo é riconducibile a fiat money. E potremmo allargare il discorso a come é nato e si sta diffondendo il bitcoin come reazione a questo stato di cose.

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    1. grazie lorenzo di esistere, finalmente una boccata di libertà in questo consesso di keynesiani della prima ora, o ottavo giorno, non ricordo più...
      domandina-ina-ina.. se il padrei di famiglia col mutuo creato dal nulla (sigh..) compra una casa nuova di palla, questa viene contabilizzata nel PIL oppure no?

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    2. I clickdemousisti Dio li fa e poi li accoppia...

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    3. Gli immobili di nuova costruzione contribuiscono eccome al PIL: tanto e' vero che all'acquisto si paga l'IVA (10% o 4% se si tratta di prima casa).

      Osservo poi che se il reddito totale dei residenti (salari + profitti) aumenta per effetto di una crescita complessiva 'normale' (per una economia matura diciamo intorno al 2-3% annuo) si puo' tranquillamente remunerare di piu' sia il lavoro (salari) che il profitto stesso (rendendo automaticamente virtuoso il meccanismo capitalistico di creazione della moneta bancaria a mezzo concessione di prestiti).

      Se i salari poi crescessero troppo, diciamo 1% piu' degli aumenti di produttivita', allora ci penserebbe una corrispondente inflazione (1%) a riportare il sistema in equilibrio.

      Come spiegava benissimo J. M. Keynes negli 'essays', inflazione e deflazione influiscono sia sulla produzione di ricchezza che sulla sua distribuzione (ai lavoratori ed agli imprenditori conviene infatti una inflazione positiva e non troppo diversa dall'eccesso di aumento della quota salari rispetto agli aumenti di produttivita').

      Riguardo il 'rigonfiamento' del valore di immobili e/o titoli segnalo che la plus (o minus) valenza si realizza all'atto della compra-vendita.

      Se non vuoi cambiare casa per acquistarne una piu' adatta alle tue esigenze che te ne frega di quanto vale la tua casa?

      E se i titoli li acquisti per garantire il tuo risparmio nel medio/lungo termine, che te ne frega delle fluttuazioni nel breve?

      E' poi di tutta evidenza che in uno scenario deflattivo non convenga acquistare proprio nulla (immobili e/o titoli, anche se per i titoli il 'fallimento del mercato' in atto - vedi oltre - sembrerebbe incoraggiare il loro acquisto).

      Oggi lo scenario, oltre che deflattivo, contempla pure un totale fallimento del mercato e del governo stesso del mercato (a quando il ripristino del caro Glass-Steagal act?).

      In un contesto in cui ormai le banche acquistano azioni e diventano azionisti di riferimento delle imprese, in cui le imprese si fanno prestare soldi a tasso quasi nullo per riacquistare azioni proprie e distribuire dividendi (a fronte di EBITDA tendenti a zero o negativi), tutto questo dico non puo' essere chiamato mercato.

      Ogni tanto rileggo qualche capitolo di IPF, e' tutto cosi' chiaro per chi ha occhi per vedere.....

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    4. Falso! Semplicemnte non ti accorgi che il debito è uno stock e il reddito è un flusso. E' vero che in un mondo semplificato non potresti pagare gli interessi in scedenza se questi dovessero essere corrisposti contemporaneamente al capitale. Ma se il padre prende 200 euro a prestito scadenza 1 anno con 20 euro di interesse da pagare: lui spende i 200 euro presi a prestito per comprare il cellulare da euronics. Poi lavora una settimana per euronics e questi gli da indietro i 200 euro per il lavoro.Il padre puo gia pagare i 20 euro di interesse alla banca dai 200 che ha, restandogliene 180. La banca spende 20 euro da euronics per le penne, ed euronics paga 20 euro per il lavoro al padre. Il padre adesso ha di nuovo 200 euro e puo pagare il capitale alla banca.

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    5. @ Davide

      ho risposto a Mario Napolitano per chiarire il senso dell'impatto dell'immobiliare sul PIL rispetto all'impatto sul debito, nel lungo periodo. Mi rendo conto che qua siamo tutti ospiti quindi non getto altra benzina sul fuoco.

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    6. @ Cellai

      Nel lungo periodo il debito vince sul reddito, proprio per come il credito viene generato.
      In merito all'inflazione, dipende cosa intendi per inflazione. Attualmente ci si riferisce al CPI, per beni di consumo. Che soffrono della globalizzazione, cioé della concorrenza di prezzi dei paesi emergenti. Un televisore si svaluta, la casa no. La globalizzazione per i beni di consumo é deflattiva. Titoli azionari no, mutui cartolarizzati nemmeno..che sono tenuti in piedi dalle politiche di Quantitative Easing. Questi asset non entrano nel CPI. Guardi agli indicatori sbagliati.

      Quando le banche vendono titoli alla BCE in cambio di liquiditá, per ogni euro di titolo si crea un euro di riserve e un euro nel deposito della banca. Che, con denaro a buon prezzo, puó acquistare altri asset a prezzo scontato.

      Comunque facciamola breve: il problema della creazione di denaro dal nulla non é tanto l'inflazione di particolari asset (ripeto, asset assicurativi, bancari e immobilari, non di beni di consumo) quanto chi é che prende per primo i soldi e ha modo di moltiplicarli.

      Una eccellente spiegazione di questi meccanismo é offerta da Steve Seville.

      http://tsi-blog.com/2016/04/who-gets-the-new-money-first/

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    7. E basta con questa pseudo storia delle giovani generazioni oberate dai debiti accumulati in passato dalle vecchie. E' stato grazie ai debiti di mio padre, lavoratore dipendente ed insegnante di lettere al liceo, che ho potuto mangiare, crescere, studiare, affermarmi come professionista. E' stato grazie a quel sistema di governo dell'economia che intere generazioni di giovani si sono potute affacciare ed emancipare: rinfacciare quel sistema equivale a sputare in faccia ai propri genitori. Ma che cosa siamo diventati?

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    8. @Lorenzo Marchetti

      Senza alcuna polemica, una domanda: cosa significa che la casa non si svaluta?
      Mercato immobiliare di Genova (ma in tutto il resto d'Italia la canzone è la stessa), immobile comprato nel 2008 a 100 oggi viene inserzionato a 65 sperando di venderlo a 60. Che nome gli diamo a questa cosa?

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    9. Vuol dire che la casa non è un asset. Secondo Marchetti, ovviamente, del quale già abbiamo apprezzato ecc.

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    10. @ Vetrugno

      Non sto dicendo che il nonno ha rubato al nipote. Sto scrivendo qualcosa di ben diverso che magari, se si prova a cambiare la lente della furia ideologica, balza all'occhio per l'evidenza. E cioé che a partire dai primi anni '70, e con una accelerazione negli anni '80, si é creata una bolla di debito enorme, in tutti i paesi avanzati. Debito privato, principalmente.
      Questo debito é cresciuto molto piú rapidamente del reddito, a causa del fatto che il credito concesso dalle banche ha finito per essere "investito" nel mattone, che a sua volta ha fatto esplodere i valori degli asset in borsa legati al mattone (vedi derivati - crisi 2008)

      In altri termini, anziché avere finanziato investimenti in strade, fibra ottica, ingegneria medicale, nanotecnologie, energie alternative su vasta scala, si é preferito creare denaro e metterlo nel mercato immobiliare. I redditi sono rimasti quindi al palo: gli investimenti nei settori produttivi sono stati miseri, e con la globalizzazione i posti di lavoro si sono spostati all'estero. Schiacciando ulteriormente redditi giá provati dai debiti contratti per pagarsi le case che aumentavano di prezzo perché tirate su dal credito bancario.

      Quindi, spiace dirlo, ma il fatto di avere il tablet a prezzi stracciati, lo si paga con la disoccupazione di tuo figlio.

      Come uscirne? complesso, siccome i privati non investono nei paesi di origine, perché conviene loro investire dove il costo del lavoro é basso, quindi nei paesi emergenti, dovrebbe essere lo Stato a farsi carico degli investimenti.
      Quindi andare in deficit, e andarci per anni, per consentire a questi investimenti di generare ricchezza negli anni a venire.
      Ma si tratta di una soluzione a mio avviso utopistica. Per diverse ragioni che non posso argomentare qua per mancanza di spazio perché richiederebbe la spiegazione di come funziona una bilancia commerciale in regime di gold standard, e una in regime di fiat money.
      Il vero problema di fondo é come viene creato il denaro, a chi va per primo, a chi va per secondo, per terzo e a chi per ultimo.

      Se una ristretta cerchia controlla la generazione e la distruzione del credito, si puó solo essere schiavi.

      Visto che si parla di euro, l'euro é un ulteriorestrumento di distruzione di massa, perché concentra un potere immenso nelle mani della BCE e di pochi politici che dovrebbero gestire dinamiche economiche completamente diverse dalla Finlandia alla Grecia con le stesse politiche fiscali suicide (austerity) e monetarie (svalutazione). Poi mettiamoci il lavoro degli spin doctor e la propaganda di terrorismo mediatico e il quadro europeo che se ne trae é desolante.

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    11. "Comunque facciamola breve: il problema della creazione di denaro dal nulla non é tanto l'inflazione di particolari asset (ripeto, asset assicurativi, bancari e immobilari, non di beni di consumo) quanto chi é che prende per primo i soldi e ha modo di moltiplicarli."

      Suggerisco sommessamente di rileggere IPF da pag. 131 a pag. 139 (Moneta e inflazione in teoria & Moneta e inflazione in pratica).

      Nei passi di IPF citati si osserva che la moneta e' essenzialmente endogena e che quando aumenta il prodotto della sua quantita' per la sua velocita' di circolazione (i.e. aumenta l'inflazione) allora i prezzi devono generalmente aumentare (oppure viceversa, se uno preferisce vederla nell'altro modo).

      Nell'attuale contesto, che possiamo tranquillamente definire deflattivo, perche' ad ogni aumento di massa monetaria - QE - corrisponde una altrettanto marcata diminuzione della sua velocita' di circolazione, si assiste invece ad un aumento del prezzo dei soli prodotti finanziari a fronte di una generale e proporzionale diminuzione del prezzo del lavoro (salari) e dei prezzi di beni e servizi (piu' marcata per quelli 'tradable' rispetto a quelli 'non-tradable').

      Ma, come osservavo in altri commenti di questa sezione, il mercato dei titoli finanziari non fa granche' testo, perche' e' ormai frequentato solo da banche e 'rentiers' che 'se la suonano e se la cantano'; essendo quindi un mercato virtuale sempre piu' lontano dalla realta' economica i suoi prezzi si riallineeranno ai fondamentali economici (cioe' all'EBITDA delle aziende) quando si ritornera' al regime dei cambi flessibili.

      In un tale pseudo-mercato distopico sara' pure vero che 'chi prende i soldi per primo li moltiplica', ma questo rappresenta una patologia che non dovrebbe interessare piu' di tantochi come noi mira a etc. etc..

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    12. @ Francesco.

      La casa non si svaluta per la globalizzazione, non direttamente. La casa di svaluta perché il credito si é contratto, la gente non ha i soldi per ripagare i debiti preesistenti e le banche non erogano mutui o prestiti come prima. E'come se ad un drogato (di credito) gli levi improvvisamente la dose, o gliene somministri di meno: il drogato si "ripiega" su se stesso, magari boccheggiando sul pavimento per una crisi di astinenza.

      A Londra, per effetto del QE inglese, c'é una bolla immobilare enorme. In Danimarca, altra bolla ma per i tassi sottozero.

      Sono concetti interconnessi e complessi, ma vedo che si estrae una frase e ci si costruisce intorno tutto un altro significato.

      I numeri e i dati li ho forniti e possono fornirne a iosa per sostenere la tesi che si puó riassumere a questoe:
      1. La crescita del reddito non tiene il passo della crescita del debito per come é strutturata la creazione del denaro, volutamente asimmetrica
      2. la globalizzazione schiaccia i costi dei beni di consumo
      3. ci si puó finanziare in deficit comprando beni dall'estero stampando dal nulla denaro.

      Tutto questo funziona finché c'é credito per ripagare i debiti e per ottenere la fiducia dei creditori. Se manca il credito, crolla tutto come un castello di carte.

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    13. @ Cellai

      Sommessamente posso rispondere che se mi devo leggere un libro diverso per ogni risposta non mi bastano dieci vite? Ho letto nel 2012 il Tramonto dell'euro.

      Insisto che la tua visione dell'economia é distorta, accademica e fuori dalla realtá.

      1. La velocitá di circolazione della moneta é un artificio algebrico. E'semplicemente una variabile usata nella identitá M*V = P*Q. Suggerisco, perché proposto da vari think tank, come l'inglese Positive Money, di sostituire M con C, C di credito. E'piú pertinente all'epoca in cui viviamo.
      Un buon articolo sulla inutilitá totale del concetto di velocitá del denaro é questo:

      http://tsi-blog.com/2015/06/theres-no-such-thing-as-money-velocity/

      2. il QE non produce riduzione dei salari, tiene semplicemente in piedi la baracca (finché dura..) perché tiene in piedi il prezzo degli asset che altrimenti crollerebbero ancora di piú. In diversi modi, tra cui:
      a. grazie ai bassi tassi di interesse le compagnie ricomprano le proprie azioni, diminuendo il circolante e facendo salire le quotazioni delle rimanenti (e tenendo alti i dividendi)
      b. grazie all'acquisto di ABS, il prezzo delle case riesce a rimanere in piedi
      c. Il QE é cancellazione del debito pubblico

      Per capire il principio del QE, consiglio questo video, con cifre prese dal bilancio FED, numeri e slides.
      https://vimeo.com/user20236372/review/158596034/1600d662eb

      Per vedere quello sulla BCE, bisogna pagare. Sorry.
      3. Il mercato azionario non fa testo? ah sí? strano, i titoli dei giornali di questi giorni non fanno altro che parlare della tossicitá dei tassi negativi per fondi pensione e assicurazioni in Germania, con Schauble un tantino nervoso. O dell'esposizione in derivati delle banche che poi verranno salvate coi bail-in.

      E vabbé...

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    14. @ Pellegrini

      Gli immobili di nuova costruzione contribuiscono al PIL. Vedi cittá fantasma in Cina o a Dubai, che sono conteggiate nel PIL anche se sono disabitate: sono state edificate per canalizzare flussi enormi di dollari da esportazioni (manifattura la Cina, petrolio e paradiso fiscale gli Emirati Arabi) che hanno inondato di cemento il territorio. La Cina, per esempio, ha usato piú cemento in 4 anni che gli USA nel XX secolo.

      Ho risposto, come corollario credo, alla tua domanda attraverso la replica alla osservazione di Mario Napolitano.

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    15. Qual è il sesso degli angeli? È nato prima l'uovo o la gallina? Spesa = Reddito o viceversa? No http://goofynomics.blogspot.it/2016/04/lerrore-del-liberista.html, quest'ultima un senso ce l'ha.
      Siamo in crisi da credo 9 anni, Pil europei che si contraggono, deflazione degli asset fisici e finanziari, deflazione salariale ver-go-gno-sa, e ancora con la novella che il credito si è contratto.
      Gli imprenditori non investono, non aumentano l'offerta perché la domanda non cresce anzi si è contratta, quindi NON CHIEDONO credito al sistema bancario (se non ovviamente per turare npb, l'altra faccia degli npl, presso altri istituti che magari gli hanno chiuso i rubinetti...).
      I consumatori non domandano beni e servizi perché i loro salari sono diminuiti, e le tasse son aumentate, c'è deflazione quindi nel caso di acquisti di asset importanti (casa) rimandano l'acquisto a domani quando il prezzo sarà più basso, perché non hanno fiducia nel futuro, quindi NON CHIEDONO credito al sistema bancario.
      Quest'ultimo è sicuramente contento di non fare credito ma, mettiamola in questi termini, non è una sua scelta.
      Raccontare che le banche non danno soldi è una rappresentazione favolistica, distorta della realtà. Che poi questo conduca alla diminuzione del pezzo degli immobili è fantaeconomia. Meglio. È laqualunque. Rammento poi che se il tablet e i TV costano poco, a rate constano anche meno, e le rate sono il rimborso di prestiti fatti da banche. Basta guardare i volantini delle principali catene di tecnologia, quindi dove c'è domanda di beni c'è domanda, ed offerta, di credito.

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    16. Lorenzo, a parte il fatto che non attribuisco al termine 'ideologia' l'accezione negativa che sembra che tu voglia assegnare (ideologia, letteralmente "discorso, ragionamento attorno ad un'idea": il termine rimanda all'attitudine al pensare ed al discutere; è stato Nietzsche a propagandarne il significato deteriore di idea imposta), mi permetto solo di richiamare la tua attenzione su tre aspetti che potrebbero aver contribuito all'esplosione del debito a partire dagli anni 80' in Italia e che (salvo forse il primo) mi paiono estranei alla linea di orizzonte delle tue argomentazioni: il divorzio Tesoro-Banca d'Italia (1981), il taglio di 4 punti percentuali sull'indennità di contingenza o scala mobile (1984) e, ciliegina sulla torta, l'adesione allo SME credibile (1987). Segnalo incidentalmente che il secondo aspetto coincide cronologicamente con la decisione assunta oltralpe da Jacques Delors che nel 1982 da ministro delle finanze soppresse la scala mobile.

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    17. "In conclusion, “money velocity” doesn’t exist outside of a mathematical equation that, due to its simplistic and tautological nature, cannot adequately explain real-world phenomena."

      Grazie Dott.ssa Graziarcazzo.

      Da che mondo e' mondo si ragiona per modelli per cercare di venire a patti con la complessita' del mondo reale.

      La velocita' di circolazione del denaro, per quanto difficilmente conciliabile con un metodo di rilevamento semplice, esiste, non foss'altro che per rendere vera una identita' contabile di un modello semplificatissimo.

      Fossi in te mi farei invece questa semplice domanda:
      "Non sara' che siccome mi sto addentrando nelle sottili tecnicalita' dei potenti della finanza internazionale mi sto anche illudendo di poter diventare io stesso un rentier?"

      Perche' vedi, io questa domanda me la feci anni fa in un altro contesto e conclusi (correttamente) che non sarei mai riuscito a fare il salto di classe ed a diventare un rentier, cioe' che la mia classe di appartenenza era e sarebbe rimasta quella dei lavoratori e che dunque avrei bene a diffidare degli 'araldi dei rentier' e dei 'qualchecosaltristi'.

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    18. @Aquilano

      Reddito e spesa si equivalgono, non mi sembra di aver scritto nulla di diverso. Credito e debito sono la stessa cifra, intesa come numero.
      Il punto é capire chi crea "per primo"la capacitá di spesa. Oppure la capacitá di spesa perche il denaro circolante é una quantitá finita e vi puó essere solo redistribuzione (questa é una favola, cioé la tua).

      Ció detto, scusa ma ti manca il quadro generale, come diversi qua dentro. Gli imprenditori non investono (corretto), perché non aumenta la domanda (corretto) di beni e servizi, perché non chiedono credito al sistema bancario (scorretto).

      Lato domanda (famiglie): le banche non erogano mutui o prestiti come prima. Chiunque stia cercando di vendere casa in Italia (come chi scrive) deve fare i conti con potenziali acquirenti che chiedono un mutuo e la banca non lo eroga per mancanza di sufficienti "garanzie".

      Su un punto hai ragione perché mi sono espresso male; non é tanto il credito che si é contratto, quanto la crescita del credito. Il credito (inteso come rate) erogato delle banche commerciali si é ridotto in misura enorme. Per questo, le banche centrali sono intervenuto con misure convenzionali (riducendo a zero gli interessi sulle riserve) e non convenzionali (quantitative easing).

      Per avere una idea di quanto il credito si sia contratto NEL MONDO intero, a partire dal 2008, puoi dare un'occhiata a questo grafico, per UK.

      http://positivemoney.org/wp-content/uploads/2013/05/M4-Base-Money-Graph.png

      o a quest'altro, per USA

      http://wolfstreet.com/wp-content/uploads/2015/12/US-household-debt-2000-2015-Q3.png

      Insisto che se in questo blog la gente non capisce come viene creato, distrutto e distribuito il denaro in regime di fiat money allora non si inquadra nemmeno lontanamente la generazione di bolle come quella degli anni '20, l'iperinflazione degli anni '70, la bolla giapponese negli anni 90, quella cinese nei '00, l'esplosione dei mutui cartolarizzati del 2008, come é possibile finanziare guerre che durano anni a deficit, come é possibile tenere peggata una valuta ad un'altra (Danimarca e Svizzera con l'euro, Cina con il dollaro).

      Quindi direi che il qualunquismo economico é tuo, io porto dati da tutto il mondo e fornisco una chiave di lettura. Tu cosa? dici che una famiglia vive in una roulotte perché aspetta di comprare casa? Forse qualcuno. Domandati cosa succederá quando le banche decideranno di applicare tassi negativi al TUO conto corrente.

      Poi, che l'euro sia un disastro, lo sottoscrivo. E finirá violentemente, con quello che ne conseguirá. Una tensione che incrementa continuamente alla fine si scarica tutta insieme.

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    19. @ Cellai

      Mi sono messo a ridere sulla dottoressa.. :)

      Comunque, usiamo pure i modelli, finché non si pretende di usare il modello di un aeroplanino di carta per far volare un Airbus.

      @ Vetrugno: Punti di vista. Io cerco sempre qualcuno che metta al tappeto le mie convinzioni con argomentazioni valide.
      Se rimango ancorato troppo alle mie convinzioni finisce che poi perdo i contatti con la realtá. Sotto questo aspetto sono nemico delle ideologie, intese come frame di convinzioni assolute che cercano conferme continue per autorafforzarsi. E finiscono per colorare il mondo di bianco e nero.
      Per quanto riguarda i punti che hai citato, sono d'accordo su tutto per l'Italia. Posso stuzzicare la tua curiositá sulle ragioni per cui in USA (e nel mondo in generale) sono 40 anni che i tassi di interesse scendono?

      http://finance.yahoo.com/echarts?s=%5Etyx+interactive#{"range":"max","allowChartStacking":true}

      Tieni conto che il costo del denaro é LA componente fondamentale per un'economia.

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    20. A parte il fatto che io ho espresso la mia opinione in tranquillità, senza attaccare e senza ironia, io accetto lezioni da Alberto. E neanche sempre. Quindi vengo al primo punto. Ma tu chi sei? What the hell R U?Perché o mi dici che sei meglio di Alberto, ti apri un blog, e io ti seguo, se mi va. Altrimenti tu fai quello che faccio io. Non siamo economisti, ma esprimiamo pareri, alle volte coscientemente e informati, altre volte no.
      Voi spiegare perché un imprenditore in assenza di domanda dei suoi beni perché c'è crisi e deflazione dovrebbe investire per aumentare l'offerta e quindi dovrebbe domandare credito? Non puoi, perché è un ragionamento che non sta in piedi.
      Se tu dai cifre fammi sapere che tipo di credito offrono le banche. Scommetterei al netto di ristrutturazioni in disparate forme tecniche l'unico fido concesso è il mutuo fondiario. Le banche che applicano tassi negativi sui cc?
      Guarda, io sono laureato in economia e lavoro d 5 lustri nel settore finanziario. Non hai neppure idea della gente che ho visto lavorare 40 anni senza neanche sapere quello che aveva fatto tutto quel tempo. Io so solo una cosa, che sapevo e Alberto mi ha confermato. Che non so nulla. Sapere più di te non mi conforta oltre misura. Mi guardò bene comunque dall'affermare che non c'è offerta di credito, quando invece non c'è domanda di credito. Allora o Alberto mi dice che dico stronzate, oppure ogni volta che un non economista o un economista scrive quest cagata io sarò lì a dirgli ch si sbaglia.
      Un abbraccio.

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    21. @Ļorenzo Marchetti

      Non ho estratto una frase costruendoci un altro significato. Ho fatto una domanda.

      Sperando di non estrapolare di nuovo "a muzzo" cito la risposta che mi sembra essere la seguente:

      La casa di svaluta perché il credito si é contratto, la gente non ha i soldi per ripagare i debiti preesistenti e le banche non erogano mutui o prestiti come prima.

      E qui inizia il giochino delle ciliege, una che tira l'altra: e perché il credito si è contratto? Usiamo il riflessivo? Si è contratto "motu proprio"? E' una epidemia? Sono le macchie solari? E' solo dannata sfiga? O chi lo eroga ha deciso di contrarlo?

      Il QE non produce riduzione dei salari...
      Di sicuro possiamo osservare che i salari diminuiscono, e ammesso e non concesso che il QE non c'entri, di certo il QE non li fa aumentare.

      Il QE è cancellazione del debito pubblico

      Mi consenta di fare la parte del "trinariciuto", ma questa mi sembra la più grossa: come è possibile che fantastiliardi di soldi iniettati in vena nelle banche private rappresentino cancellazione di debito pubblico?

      E se fosse così, perché con tutto sto bazooka alla fine il nostro debito pubblico aumenta senza posa? Giuro di essere ignorante come un tacco, proprio non capisco.

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    22. @Marchetti

      Ma per favore! Che c'entrano i tassi nominali?

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    23. @ Pellegrini

      Il QE cancella il debito pubblico fino a quando non viene rivenduto DALLA Banca Centrale che lo ha acquistato in forma di treasuries, che rigira le cedole al Tesoro e che lo porta a maturazione (senza rivenderlo, rimarco). Ho giá inserito il link del video altrove in questo post alle spiegazioni dettagliate (in inglese). Nel video sono anche disponibili le %ali di riduzione. Ho anche spiegato che il credito viene in massima parte creato dalle banche commerciali che rispondono al clima di fiducia sul futuro dell'economia.
      Un ottimo libro che spiega come viene creato e distrutto il denaro, per chi é interessato, é "where does money come from". Spiega in dettaglio, guardando anche la struttura dei bilanci di banche commerciali, banche centrali e contabilitá governativa il percorso del denaro, dalla creazione alla distruzione. Spiega anche i modelli sbagliati che vengono insegnati ancora nelle universitá. Alternativamente, su Youtube sono presenti ottimi video del think tank britannico positive money che spiegano le stesse cose, e sono piú accessibili.

      @aquilano: se rileggi il tuo post, mi accusi di "dire la qualunque". Io ho risposto a tono. Inoltre, pensi che sia necessario avere un pezzo di carta per diventare accreditati di un argomento? Davvero? Ho amici laureati in economia e commercio che di economia sanno solo quello che hanno studiato, non vanno oltre, non hanno una visione di insieme, non gli interessa, e non sanno come viene creato il denaro, cosa sono le riserve centrali! E'la curiositá che spinge alla conoscenza, non il titolo accademico, secondo me.
      Attualmente, mi pare sia la Danimarca, le banche hanno iniziato a pagare i mutuatari per gli interessi sul mutuo. Tassi negativi sui mutui. C'é una ragione per i tassi negativi.

      @Bagnai:
      mi sento di porgere le mie scuse per i miei interventi in questo blog; pensavo potessero essere stimolanti, ma noto che ho sbagliato completamente il tiro. Sono visti come idiozie di un non titolato presuntuoso che urla in casa altrui.

      Siccome, come giustamente dice qualcuno, non sono nessuno qua dentro, e ha ragione dal suo punto di vista (non ho "titoli" in economia ma so solo che quello che sto imparando mi ha consentito di risparmiare migliaia di euro sulle surroghe dei mutui, cambiare lavoro e Paese a 41 anni raddoppiando il reddito e qualitá di vita, iniziare a investire pochi spicci con successo), mi asterró dal commentare ulteriormente.

      Se qualcuno é interessato a discutere in privato (ho ricevuto email di persone che mi hanno letto su Goofynomics ed erano interessate alle discussioni che ho portato avanti) saró felice di scambiare idee e opinioni.

      Saluti.

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  10. Professore, faccia une bel lavoretto su Mussolini...sa com'è, Lui era tanto Keynesiano negli anni trenta, ha fatto strade, ponti, piazze.
    Questi, tra un po', ce lo faranno rivotare!

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  11. ...e ci risiamo Prof... siamo ancora ai Massimo Franco che tristezza ...

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  12. ...capisco che lei non ce la faccia più... Ho trovato un modo per cercare parlando con la gente per fare capire se capiscono almeno un pochino quello che sta succedendo. Vado chiedendo se per loro un cambio 1euro - mille lire sarebbe stato meglio di quello che han fatto. Insomma per capire quanto pomiciniani ci sono a piede libero. Praticamente tutti. Io parto da questo e batto a tappeto. Forse questo ragionamento con un po di pazienza la gente lo capisce. È' logico,razionale. Attecchisce. Far capire che stringere i salari e' fascista e' già un livello superiore e capisco che in una trasmissione possa essere sostenuto il contrario. ( non lo capisco... Ma capisco che l ignoranza imperante può arrivare a non far cogliere ciò che per noi è una follia.)...

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  13. Non è proprio così semplice. Tieni conto che l'acquisto di un immobile di nuova costruzione rientra nella voce "investimenti delle famiglie", quindi l'acquisto di una casa nuova rientra nella contabilità del PIL. La spesa per una casa "vecchia" entra comunque in parte nel circuito del reddito; se io vendo la mia casa vecchia, i soldi non li distruggo ma li spendo...Il problema della gestione del credito è molto complesso...

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    1. @ Mario Napolitano, non so se rispondi a me. Penso di sí.

      Facciamo qualche esempio numerico per capire gli ordini di grandezza. In altri termini se mi sbaglio di uno o due punti su cento credo che il senso rimanga.

      Il debito privato nelle economie avanzate é passato dall'80% del PIL nel 1995 al 180% del PIL nel 2005. Prima dell'intervento delle bance centrali!
      In UK, paese no euro, non agganciato all'euro, tra il 2000 e il 2007, le banche commerciali hanno creato oltre 1000 miliardi di nuovo denaro, incrementando lo stock di nuovo denaro di 2,5 volte.

      Di questo nuovo denaro creato, ripeto dal nulla dalle banche, vediamo cosa é successo:
      31% usato per finanziare mutui immobiliari
      20% usato per prestiti immobiliari
      32% é andato al settore finanziario

      Questi settori sono complessivamente chiamati FIRE (Finance, insurance and Real Estate). In massima parte il FIRE non contribuisce alla crescita del PIL, che é la misura di NUOVI beni e servizi prodotti ogni anno ovvero una misura dei redditi generati dall'economia. Commerciare asset finanziari preesistenti non produce nuovi beni e servizi, e pertanto la maggior parte della attivitá finanziari non é registrata come parte del PIL.

      Cosa rimane? l'8% del denaro creato é andato alle imprese e un altro 8% alle famiglie per consumi.
      Un altro 1% é finito nel settore pubblico. Questi settori invece sono noti come economia REALE perché contribuiscono direttamente alla produzione e distribuzione di nuovi beni e servizi.

      Capisci quindi che il problema di fondo, seguendo questo ragionamento, suffragato da dati, é il meccanismo di generazione del credito. Asimmetrico, enormemente asimmetrico, che avvantaggia chi ha asset (ricchi e vecchi) a discapito di chi non ne ha (poveri e giovani).

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    2. "Capisci quindi che il problema di fondo, seguendo questo ragionamento, suffragato da dati, é il meccanismo di generazione del credito. Asimmetrico, enormemente asimmetrico, che avvantaggia chi ha asset (ricchi e vecchi) a discapito di chi non ne ha (poveri e giovani)."

      E' sempre stato cosi', approssimativamente dai tempi di Caino e Abele (se gia' possedevi un gregge, cioe' la pecunia, oppure un terreno, qualcuno che ti prestava qualche pezzo d'oro o di argento lo trovavi molto piu' facilmente di un semplice bracciante) e mi torna anche in mente il famoso detto popolare che "piove sempre sul bagnato".

      A livello Paese quello che conta non credo sia la maggiore o minore simmetria nell'erogazione del credito, quanto piuttosto gli effetti della concessione del credito sulla produzione di ricchezza e sulla sua distribuzione.

      Questo perche' per distribuire ricchezza occorre prima produrla e va poi da se che senza 'inflazione buona' (quella di cui parlavo poco sopra) criticare le asimmetrie nell'erogazione dei prestiti non aiuta minimamente la nostra causa.... anzi distoglie dall'obbiettivo auspicato (ritorno al cambio flessibile come condizione necessaria per poter riguadagnare sovranita' democratica e per poter innescare di nuovo la crescita).

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    3. @ Cellai

      Quale causa? la fine dell'euro? l'euro é scontato che finirá, semplicemente perché é insostenibile.
      Il quando non lo sa nessuno. Ma sará un evento violento.

      Tornando al tuo esempio, mi sembra che ti contraddici nella stessa frase:
      "A livello Paese quello che conta non credo sia la maggiore o minore simmetria nell'erogazione del credito, quanto piuttosto gli effetti della concessione del credito sulla produzione di ricchezza e sulla sua distribuzione."

      1. parli che non conta la simmetria nell'erogazione del credito, ma conta la sua distribuzione? é lo stesso concetto. Non solo: che senso ha parlare di sistema Paese se la FCA produce in Serbia, ha sede fiscale in Olanda e sede amministrativa a Londra?

      2. Non é vero che per distribuire ricchezza devo produrla. Posso andare in deficit per anni e anni, se mi chiamo USA e pago prodotti cinesi stampando dollari e i cinesi accettano i miei dollari sulla fiducia che li ripago con gli interessi (Non a caso gli USA si sono deindustrializzati) Quello che dici tu era vero nel gold standard, non in regime di fiat money.

      3. Ancora una volta fai un esempio che si contraddice: il gregge, l'oro, l'argento, sono beni tangibili. Al giorno d'oggi il sistema creditizio si basa sulla fiducia, o sulla paura.

      Scusa ma hai le idee un po'confuse, e credo sia dovuto ad una semplice ragione: segui teorie economiche nate quando c'era il gold standard, non esisteva la possibilitá di spostare miliardi in millisecondi, non era possibile creare 80 miliardi di euro con pochi click di computer, non era sostenibile avere una produzione a 15 mila km di distanza e ricomprare gli stessi oggetti scrivendo numerini su una tastiera.

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    4. "1. parli che non conta la simmetria nell'erogazione del credito, ma conta la sua distribuzione?"

      Negativo, mi riferivo agli effetti (sia della produzione che) della distribuzione della ricchezza prodotta. Per me l'asimmetria nella concessione del credito non e' poi cosi' importante.

      Per quello che riguarda invece le 'idee confuse' mi convinco sempre piu' di non essere il solo.
      So bene di essere 'infermo nelle mie indecisioni' (cit. Gigi Proietti) ma mi mette sempre un po' in sospetto l'eccessiva sicurezza altrui (la tua risposta mi appare un po' troppo "alla Boldrin").

      Ma va bene cosi', un po' di confusione non guasta e stimola sia il dibattito che gli approfondimenti individuali.

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    5. Luca, il problema è che segui teorie economiche nate quando c'era il gold standard. Mica come quelli che seguono teorie economiche nate al tempo delle Repubbliche Marinare...

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    6. Quanto è difficile far capire i dilettanti che la moneta è sempre stata intrinsecamente "fiat", come dicono loro (perché sono anche orecchianti...). Però è divertente starli ad osservare.

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    7. @ Bagnai

      Risposta accademica, se intende dire che dietro una moneta c'é sempre la fiducia nell'accettazione di questa come mezzo di scambio di beni e servizi.
      Una delle differenze sostanziali fra un pagamento internazionale in regime di gold standard e uno di fiat money é che nel primo caso esiste un sistema di compensazione automatico per le bilance commerciali, nel secondo no.
      Un'altra differenza é che il credito generabile (e quindi debito) in un regime di fiat money é infinito, nel gold standard no. Ne sanno qualcosa Nixon nel 1971, Roosevelt nel 1933, o Germania, Francia e Inghilterra nel 1914.
      Infine, proprio per il fatto che il credito generabile o distruttibile é a discrezione di chi lo controlla (Governo, Banche Centrali e Banche Commerciali) si creano, e perpetuano, squilibri enormi nell'allocazione della ricchezza che nel lungo termine portano a disoccupazione e povertá diffusa, taglio delle spese sociali e assistenziali.

      I precedenti tre difetti sono la chiave per il successo di Bitcoin che dovrebbe portare, nelle intenzioni dei creatori, a:
      1. tetto alla quantitá di moneta circolante (si puó solo frazionare)
      2. impossibilitá di debasing della valuta
      3. assenza di controllo centralizzato

      Ovviamente immagino che insegnino le criptovalute alla Bocconi :-)
      Peró insegnano la riserva frazionaria, il modello a piramide della creazione di moneta, e altri modelli che sono completamente inaccurati per voce delle stesse autoritá monetarie.

      A questo punto viva i dilettanti di talento alla Dominic Frisby.

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    8. Marchetti, studia. Sai, non è colpa tua. Il web è pieno di ciarlatani che parlano del gold standard come se fosse un sistema di cambi fissi. Qualche mente impressionabile potrebbe crederci...

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  14. Scusate, una domanda tecnica sul post, quando C+I+NX è uguale a salari + profitti, questo "profitti" è inteso come fatturati vero? (cioè il GOS). Mi sono immaginato a spiegare il concetto del post e mi è venuto questo dubbio...

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    1. Carissimo, non deve scusarsi chi fa domande tecniche, ma chi fa affermazioni non tecniche! Le variabili sono definite nel post sulla Lettonia con tanto di rinvio al manuale dello SNA (600 pagine di puro godimento) e GOS è il gross operating SURPLUS, cioè il risultato lordo di gestione, ovvero il fatturato meno i costi (cioè una misura dei profitti). Se non è chiaro chiedi (ma magari prima segui i link).

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  15. Prof, ho preso nota per fissare cosa è il gos, ma il link del post verso la lettonia non punta invece in lombardia?

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    1. Giusto, poi lo correggo. Torna indietro di un paio di post e trovi quello che ti serve.

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  16. Il concetto di Austerità nel senso moderno del termine o che comunemente utilizziamo oggi nasce proprio con la nascita del governo fascista, o meglio con l'implementazione delle politiche mussoliniane come descrive molto bene Clara Elisabetta Mattei nel saggio The Guardians of Capitalism: anche qui il noto rettore de La Sapienza Maffeo Pantaleoni e il suo staff hanno contribuito alla creazione di un'ideologia ripresa anche da Giavazzi e Monti, quella dell'"austerità espansiva", già nel 1924-1925, insomma niente di nuovo. Per ulteriori approfondimenti Le politiche economiche e finanziarie del governo Mussolini degli anni 20.

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  17. Albè credo ci sia un piccolo refuso sul debbbbbito pubbbbblico irlandese che dal 2008 al 2013 è cresciuto "solo" dal 42 al 120% del pil, non vorrei mai che qualche simpatico eurista pensasse che qui si truccano i dati :)

    Per il resto basterebbe invitare tutti i fan dell'euro (follia) a leggere le parole che la commissione europea scrive sul proprio sito:

    I divari macroeconomici, sociali e occupazionali tuttora crescenti minacciano gli obiettivi fondamentali dell'Unione sanciti dai trattati, ossia vantaggi generalizzati attraverso la promozione della convergenza economica e miglioramento della vita dei cittadini negli Stati membri. Il rapporto 2013 dimostra come le basi dei divari attuali siano state poste nel corso dei primi anni di introduzione dell'euro, giacché in alcuni Stati membri una crescita squilibrata, fondata sull'aumento del debito alimentato da bassi tassi di interesse e su massicci afflussi di capitale, è stata spesso associata a un andamento deludente della produttività e della competitività.

    Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla "svalutazione interna" (contenimento di prezzi e salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di un aumento della disoccupazione e del disagio sociale e la sua efficacia dipende da molti fattori come il grado di apertura dell'economia, la vivacità della domanda esterna e l'esistenza di politiche e di investimenti che promuovano la competitività non di prezzo.

    Qui http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-43_it.htm

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    1. Scusa il refuso e grazie: questi sono interventi utili. Non sono 210 altrimenti se ne parlerebbe un po' di più! Ma il punto è che triplicare il debito per salvare la banche va bene, se lo fanno i primi della classe, mentre incrementarlo del 25% per fare la stessa operazione non va bene se lo fanno i PIIGS. E che in ogni caso spendere per salvare i finanzieri è cosa buona e giusta, mentre farlo per salvare posti di lavoro è "populismo". Nessuno che rifletta mai sul fatto che queste scelte sono politiche e non tecniche. Nemmeno a sinistra. Non ho parole.

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  18. Lo hanno capito addirittura Weidmann e Schäuble, ma Franco Massimo e Furio Colombo, non possono capirlo, ti garantisco che non sono cattivi o in malafede, è che proprio non pci arrivano a capirlo, esattamente come Scalfari, sono PDEURISTI fino al midollo e la ragione c'è; loro sentono puzza di fascismo da lontano, cosa che fin dai tempi di Berlusconi, temevano senza l' ombrello protettivo dell' Europa-euro-Troika.
    Per quanto riguarda Franco e Colombo, li conosco bene avendoli incontrati l' uno al Corsera, e l' altro in qualità di direttore dell' Unità, giornale che stampavamo nello stesso stabilimento di Roma, dopo il 2001, dove stampavamo Corsera e Gazzetta dello Sport, dove, come sai ho avuto circa 16 anni di responsabilità tecnica; ti racconterò qualche episodio a voce, al riguardo.

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    1. Ripeto: mi sembra abbastanza chiara quale sia la loro posizione "di classe". Purtroppo il capitale, senza lavoro, non genera valore. Ma di questo se ne accorge sempre troppo tardi...

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    2. "(....)Scalfari non ne ha mai azzeccata una.Nel 1959,già dimentico del massacro ungherese,pubblicò sull'Espresso un articolo dall'eloquente titolo:"La Russia ha già vinto la grande sfida?",in cui profetava,con la consueta sicumera,che il sistema sovietico avrebbe prevalso su quello liberista americano,che,riletto oggi,ha effetti esilaranti e surreali(...)M.Fini,2007.

      “La Russia ha già vinto la grande sfida. Nel 1965 le distanze fra i due massimi contendenti saranno ridotte al minimo e in alcuni fattori essenziali saranno scomparse. Nel 1972 l’Urss sarà addirittura passata in testa non soltanto come potenza industriale, ma anche come livello di vita media della popolazione. Tutti i vecchi luoghi comuni della maggiore efficienza dell’iniziativa privata e dell’enorme sperpero di ricchezze che inevitabilmente si accompagna al collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte ai risultati raggiunti in quarant’anni dall’economia sovietica.”Scalfari,1959.

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    3. Lungi da me voler prendere le difese di Scalfari, ma colgo comunque l'occasione per segnalare "L'ultima favola russa" di Francis Spufford.
      Il libro è un fantastico reportage sulle promesse (e la tragica fine) della economia pianificata di stampo sovietico, e la bravura dell'autore è il rendere tutto avvincente con tecniche romanzesche, compresa una moltitudine di personaggi (alcuni veri, altri inventati) di diverse estrazioni sociali, livelli culturali e anche nazionalità.

      Nello specifico nel periodo citato, tutti, compresi gli USA, erano totalmente sorpresi (e comprensibilmente preoccupati) dall'incredibile progresso economico/produttivo dell'Unione Sovietica: per qualche anno sembrò davvero che il modello capitalista fosse perdente.
      Il libro illustra molto bene come mai le cose cominciarono bene e finirono così male (spoiler: casta cricca & corruzione, anche se hanno anche qua una parte in commedia, non furono veramente la causa del crollo).


      (Non posso garantire sulla qualità della traduzione e se vi è possibile consiglio la lettura in Inglese - qui c'è il link al sito dedicato al libro).

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  19. Alberto,

    ho fatto leggere questo post ad una persona intelligente, che vuole capire e che non sa proprio nulla di concetti economici (ma conosce la comunicazione e la psicologia umana).

    Alla prima uguaglianza mi ha detto: "ma per spendere non devo prima aver guadagnato? Non si dovrebbe quindi scrivere REDDITO = SPESA?".

    L'ho rapidamente convinta che è la stessa cosa dal punto di vista matematico e mi ha risposto: "matematicamente, sì, ma comunicativamente e percettivamente no". Ed ha aggiunto "devo prima guadagnare, per poter spendere. È vero che la mia spesa è il reddito di un altro, ma ognuno di noi interpreta 'in prima persona' ciò che legge".

    Ho pensato che se oltre alle varie migliaia di seguacie (absit iniuria verbis) e gli aficionados vari, che per te si getterebbero nel fuoco ad occhi chiusi, dobbiamo far capire questi argomenti anche a qualche milione di persone "disorientate", forse questa osservazione non è proprio da buttar via...

    Post e CoffeBreak ancora un pezzo di bravura, come una rapsodia ungherese suonata da Cziffra...

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  20. OT dall'accademia (una battaglia minore).
    Non solo il buon senso, ma anche i numeri indicano che inondare di denaro chi ne ha già (l'eccellenza non è gratis) non porta grandi risultati.
    Dato che credo che l'accesso all'articolo sia limitato, ne riporto il sommario:
    "European Research Council grants do not lead to an immediate, measurable improvement of researchers’ productivity and scientific impact, according to a report published by the European Commission."

    L'unica cosa che mi stupisce è che sia l'EC a dirlo.

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  21. A proposito degli economisti liberisti del fascismo è estremamente istruttivo lo studio (intero) segnalato su Twitter due giorni fa che sto leggendo poco a poco.

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  22. Ho iniziato a leggere il Prof. Bagnai attraverso i post del FQ, in particolare quelli nei quali si scagliava contro il luogocomunismo, inteso come banalizzazione e stravolgimento di concetti, fenomeni, verità complesse. Sentire oggi il giornalista del corrierone blaterare sul debito pubblico mi ha riportato indietro con la memoria e mi sono cadute le braccia. No, ancora con il debbbbbbbbitoooopubbbbbbbbblicooo e l' Irrrrlaaaaandaaa virtuosa e austera,
    non è possibile ! Non ce la posso fare, ho pensato. Ma poi ho sentito la pronta replica del Prof. e allora ho riflettuto che questo fatto alcuni anni fa non sarebbe potuto accadere.
    Molto semplice, ma reale. Le opinioni e le interpretazioni dei fatti economici e sociali, originate su questo blog e grazie al lavoro e agli scritti di Bagnai, sono divenute visibili, ascoltate, reali.
    Questo è cambiamento della narrazione mainstream, ed è quello per il quale noi siamo qui.
    Grazie.

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    1. Hai detto esattamente le stesse parole che ho detto ieri all'assemblea ordinaria di a/simmetrie, dove abbiamo approvato il bilancio. Cose che oggi ci sembrano naturali sono tali perché tali le abbiamo rese lavorando. Grazie a voi.

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  23. Una domanda veloce. Se col cambio fisso una nazione povera per cercare di rimanere a galla è costretta a svalutare il lavoro e quindi impoverire i cittadini, è forse questa la soluzione che hanno trovato per mettere le mani sul "mitico" risparmio italico? Quando saranno finiti i nostri soldi (e tra obbligazioni subordinate, tosature borsistiche ed interessi azzerati presumo che ci siamo), cosa accadrà?
    Non sono un tecnico, capisco poco di economia, ma mi è sorto il dubbio leggendo queste pagine.
    Grazie

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