L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Io in verità sta storia che il petrolio se costa tanto è buona cosa perché aumenta l'inflazione l'ho già sentita ma continuo a non capirla: un discorso è se l'inflazione è data da un'economia sana, che cresce, con tanta gente che finalmente si può permettere di spendere due lire, e allora i prezzi tendono all'aumento. E questa secondo me è un'inflazione buona e giusta. Un'altra cosa è se i prezzi salgono perché le materie prime e l'energia salgono alle stelle: c'è l'inflazione ma crollano i consumi. Se è cosi necessaria un'inflazione importata basta buttarla sulle accise no? L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea? Secondo me è una sciocchezza, ma potrei non sapere o considerare delle cose, in quel caso lo sciocco sarei io.
non esiste una risposta in termini assoluti, come non esiste un parametro ottimo di inflazione in termini assoluti, né nella situazione "fisiologica" che descrivi tu (aumento dei prezzi normale in una economia produttiva in cui la gente lavora, aumenta di produttività e guadagna di più, CONSUMANDO DI PIÙ) né in quella patologica, quando i prezzi delle materie prime, che non controlliamo noi, salgono alle stelle. L'unica cosa certa, nella dinamica degli scambi internazionali è che questi devono essere equilibrati, e normalmente questo equilibrio lo determinano i prezzi (se lasciati liberi di fluttuare, secondo la nota legge). Ora, se vi è un giusto prezzo del petrolio (che non è quello attuale) i prezzi interni magari salgono un pò, ma insieme a questi prezzi - a parità di consumi - saliranno anche i redditi: le spese di qualcuno sono sempre reddito di qualcun altro. Mi puoi obiettare che questo "maggior reddito" va all'estero e quindi per noi rappresenta un drenaggio. E' vero, in parte, ma quello che per noi è un deflusso (spesa) per l'estero è un afflusso (reddito) che consente a quella parte del mondo di attivare domanda per acquistare i lavorati del petrolio, che produciamo noi. L'inflazione è solo uno dei tre fattori economici principali (gli altri sono produttività e disoccupazione) e probabilmente per la persona ordinaria è la meno preoccupante dei tre, perchè agisce sul valore nominale della moneta ma non necessariamente sul potere di acquisto (vedi caso Italia anni 70); di conseguenza grava sui rapporti soggetti al criterio nominalistico e non sugli altri: penalizza per esempio i creditori finanziari, ma non incide sui redditi da lavoro (che sono soggetti a contrattazione sindacale e possono, fra l'altro, essere parametrati al tasso di inflazione). Il problema specifico dell'iperinflazione in quanto tale, sperimentato da vari paesi sudamericani per esempio, è piuttosto che attacca la moneta come riserva di valore e induce la gente a utilizzare come corrispettivo delle transazioni commerciali beni reali o moneta estera. Ma tendenzialmente, un livello medio di inflazione intorno al 10% non suppone di questi pericoli. Durante l'intervista poi il Prof. parla del noto problema deflattivo, dico noto perchè ci è tornato più volte su: se non vi sono aspettative di inflazione ovvero l'imprenditore, siccome ci sono meno soldi in giro, è sicuro che venderà a meno dei costi di produzione.... non vende. O magari vende pure, ma solo se ha una aspettativa deflattiva ulteriore, che gli permette a breve termine di avere sul solo mercato interno, una parità di potere d'acquisto equivalente a quella di prima. Dico di breve periodo, perchè nel medio lungo, le materie prime gli costeranno sempre lo stesso (o di più, come probabilmente sarà con la benzina) e la sua redditività sbriciolata dalla spirale deflattiva, non gli consentirà più di comprarle. E insieme a lui ovviamente vanno a picco stipendi e consumi. Poi si sa che nel lungo...
Sperando di averci capito qualcosa di economia.... sono in fase di studio anche io e spero di aver interpretato bene le informazioni presenti nel blog.
Non è necessaria l'inflazione, sono necessarie le cause che porterebbero, oltre che all'inflazione, anche ad altri benefici.
Ad esempio è necessaria una redistribuzione della ricchezza dal capitale al lavoro, ed è necessario attivare quelle politiche che garantiscono la piena occupazione e soprattutto la fiducia per il futuro e per gli investimenti. Così facendo aumenterebbero di conseguenza i consumi, gli scaffali si svuoterebbero (cit. Borghi) e ci sarebbe inflazione, ma non sarebbe un problema perchè adesso l'unica cosa importante è che l'economia vera ritorni a 'girare'.
Il prezzo del petrolio basso favorisce l'Italia parzialmente perchè importiamo materie prime, ma sfavorisce le esportazioni perchè esportiamo di meno verso i paesi produttori di materie prime. Inoltre l'Italia ha ancora una discreta industria petrolchimica, se si abbassa il prezzo del petrolio si abbassa anche il prezzo del prodotto finito che poi rivendiamo.
Che ci faccio con il prezzo del petrolio basso se poi non mi conviene usarlo perchè l'economia non gira? (anzi... penso sia proprio questo il motivo principale per cui è basso, oltre a questioni di geo-strategia militare su cui non mi esprimo)
sintesi eccellente come sempre, un raggio di luce nelle tenebre ... è un periodo che sono ammutolito, i livelli di nausea sono al limite, a volte penso di comprare delle armi e di prepararmi a morire combattendo... boccia ricci zanetti alfieri taddei pittella grillo casaleggio di maio di battista; opportunismo/approfittamento, mantenere ad ogni costo una posizione di potere ad esclusivo tornaconto personale e del proprio gruppo sodali ; bifrontismo continuo con giravolte verso il vittimismo il buonismo , arroganza sfacciata contro i non mansuefatti, paurosa incompetenza , sotterfugio, inganno perpetrato con ogni mezzo mediatico e non; un apparato politico rivoltante ...e su tutto questo abominio manca la possibilità pratica e legale di poter attribuire delle responsabilità, di poter punire efficacemente gli autori del disastro politico/economico, mentre i nostri giudici si masturbano Tribunale Milano 17 luglio 2012 - - Est. Martina Flamini. Protezione internazionale – Provvedimento della Commissione Territoriale – Lingua – Mancata traduzione – Conseguenze – Ammissibilità dell’opposizione tardiva – Decorrenza – Dal momento in cui il richiedente ha avuto conoscenza del contenuto del provvedimento (nel caso di specie, Nigeria)
Protezione internazionale – Via di fuga interna – Art. 8 DIR 2004/83/CE – Omessa trasposizione da parte del dlgs 251 del 2007 – Effetti – Criterio non vincolante per il diritto interno (nel caso di specie, Nigeria) In materia di protezione internazionale, le norme che prevedono la necessità di traduzione dei provvedimenti emessi nei confronti dello straniero nella prima lingua indicata dallo stesso od, in mancanza, in una delle lingue veicolari (inglese, francese, spagnolo o arabo) secondo l'indicazione di preferenza fornita dal medesimo (art 10 commi 4 e 5 D.Lgs. n. 25/2008), sono norme imperative quale garanzia - imposta dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali e dalle norme comunitarie - di pieno espletamento delle possibilità di difesa del destinatario dell'atto, la cui violazione comporta la nullità dell'atto e giustifica la tardività dell'impugnazione, il cui termine decorre dal momento in cui l'opponente abbia potuto avere una adeguata conoscenza della natura dell'atto e del rimedio avverso lo stesso proponibile. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
L'art. 8 della direttiva 2004/83/CE recante norme sulla qualifica di rifugiato e sulla protezione minima riconosciuta prevede che "Nell'ambito dell'esame della domanda di protezione internazionale, gli Stati membri possono stabilire che il richiedente non necessita di protezione internazionale se in una parte del territorio del paese d'origine egli non abbia fondati motivi di temere di essere perseguitato o non corra rischi effettivi di subire danni gravi e se è ragionevole attendere dal richiedente che si stabilisca in quella parte del paese. Nel valutare se una parte del territorio del paese d'origine è conforme al paragrafo 1, gli Stati membri tengono conto delle condizioni generali vigenti in tale parte del paese nonchè delle circostanze personali del richiedente all'epoca della decisione sulla domanda". La norma in esame della direttiva lascia dunque agli stati membri la facoltà se trasporla o meno del proprio ordinamento: nel caso dell'Italia, la attuazione della direttiva è avvenuta tramite il D.Lgs. n. 251 del 2007 che non ha ripreso la disposizione dell'art. 8 della direttiva. Come riconosciuto dalla Cassazione (16.2.2012 n. 2294) “ciò significa che quella disposizione non è entrata nel nostro ordinamento e non costituisce dunque un criterio applicabile al caso di specie”. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Capite ? noi non possiamo dirgli aho guarda che ci ai la via di fuga interna naa niggeria , erdgls nun ha rippreso allrticolo 8 daa direttivaceee
1)Per quale motivo ora il petrolio è basso? 2) Siamo o no in deflazione (più o meno ammessa)? 3) Basta buttarla sulle accise?(questa la potevi risparmiare). Non c'è niente di assolutamente buono o cattivo. Dipende da quantità e contesto.
Ciao Stefano, se quello che ti stupisce e' la divergenza tra le parole di Draghi e il suo mandato e' normale. Le psicopatie comprendono anche la dissociazione.
Sul punto tecnico forse posso aiutarti con qualche linea guida base, credo. L'inflazione e' sempre la stessa cosa (aumento generalizzato del livello dei prezzi) ma può essere causata, come dici tu, da diversi fattori, principalmente due, più' una vaccata. I primi due sono: - inflazione da domanda (crescita dei redditi, più' soldi da spendere, imprenditori che aggiustano i prezzi verso l'alto) - inflazione da costi (paese importatore di molte materie prime e prodotti che importa inflazione dai paesi produttori di tali materie prime e prodotti se i prezzi in quest'ultimi salgono).
La terza e' una cagata che dice che i prezzi dipendono dalla quantità di moneta che circola.
L'ultimo tassello del puzzle e' la relazione tra inflazione e crescita. Nel caso da inflazione da domanda mi pare chiaro che ad un certo livello di crescita si accompagni un certo livello di inflazione, che dipende dal fatto che siamo più' ricchi, aumentano i redditi e gli imprenditori aggiustano i prezzi. Nel caso dell'inflazione da costi le notizie non sono cosi rosee, i redditi nel paese importatore non crescono ma i prezzi si e sono tutti più poveri.
Adesso mi pare evidente che e' praticamente impossibile avere crescita in assenza totale di inflazione.
Stanti queste regole, il mandato di Draghi e' di tenere l'inflazione sotto ai tassi di interesse, cioè a zerissimo, in modo tale da non far perdere soldi ai suoi datori di lavoro (prestatori di denari). Sentirlo dire che lotta contro i cospiratori per far salire l'inflazione e' francamente vomitevole e, come dice Bagnai, sapere che il destino di tanta gente e' in mano a questo pupazzo sociopatico non eletto da nessuno fa rabbrividire.
Ad ogni modo, lo stupore di Draghi deriva dal fatto che, credendo lui (o dovendoci credere per lavoro) alla teoria che dice più moneta/più inflazione, ha inondato il continente di moneta sperando che l'inflazione e quindi la crescita, ripartano. Ecco, a mio modo di vedere siamo al livello di quello che vuole aggiustare al TV a forza di martellate, non funziona nel 99% dei casi, specie se il più grosso della classe fa politiche deflazionistiche da circa 20 anni.
Tornando alle domande, l'inflazione e' un fatto che si produce e può essere causata da diversi fattori. Sono i fattori che la generano che la rendono compatibile o no con la crescita.
Rispetto alla domanda sulle accise penso che il meccanismo sia più'complesso. Ad esempio, non solo aumenterebbe il prezzo del carburante ma anche quello di molti altri prodotti, ma qui lascio il campo a chi ne sa più di me
Domanda: ma lasciando perdere shock di breve periodo secondo te si possono avere materie prime alle stelle e contemporaneamente inflazione per periodi perduranti di tempo. Mi spiego meglio. Troppo spesso in economia confondiamo le cause con gli effetti. Ma non è che oggi il petrolio costa poco perché non possiamo permetterci di comprare prodotti da esso derivati. Voglio dire se il petroli costasse 100 dollari al barile dato l'attuale sistema monetario in Europa ci sarebbero solo un cumulo di macerie ma soprattutto di barili se ne venderebbero pochi. Bisogna sempre ragionare in termini di equilibrio tra più variabili.
Non esiste il mondo di Prodi in cui il petrolio costa 0 e i redditi reali crescono del 10% l'anno
E alla fine della partita di giro, con le accresciute difficoltà per l'export delle nostre imprese dovute al calo del prezzo del petrolio,che si traducono in nuove chiusure, nuove casse integrazioni, nuovi licenziamenti, il boomerang ci arriverà dritto dritto in testa. Morale: non tutto quel che è oro (nero) luccica
Salario reale = Salario nominale : prezzi Salario nominale è ciò che percepisci a fine mese. Salario reale indica cosa puoi comprare con ciò che percepisci a fine mese. L'inflazione è un male? No, è un male se il dividendo (Salario nominale) cresce più lentamente del divisore (prezzi). La deflazione è un male? No, è un male se il dividendo (Salario nominale) si riduce più velocemente del divisore (prezzi). Una parte del prezzo di un bene contiene il salario nominale del lavoratore che ha prodotto il bene. Se sei imprenditore compri le materie prime, dopo che le hai comprate il prezzo delle materie prime scende, i clienti ti chiedono lo sconto e poi tu tagli il salario ai dipendenti o li mandi a casa. Se uno viene licenziato, il suo salario nominale diventa zero, ma i prezzi pur riducendosi non diventano zero quindi Salario reale = 0 : prezzi = 0.
"L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea". Agosto:
...inflation redistributes wealth in a manner very injourious to the investor, very beneficial to the business man, and probably, in modern industrial conditions, beneficial on the whole di earners...
Se Draghi dice cose che non stanno né in cielo né in terra, se insiste dicendo che ci vorrebbe più inflazione ma: A) persegue politiche che non hanno l'inflazione come risultato; B) non si oppone ad un contesto generale aumento degli SQUILIBRI DI CLASSE, se non con discorsi risibilmente esoterici e palesemente infantili;
...forse è perché vuole che tutelare gli investors (credo che Iagatti abbia detto qualcosa di simile)? Il problema di oggi non mi sembra il ruolo del petrolio nel determinare i prezzi, o la bontà in senso assoluto dell'inflazione; la risposta alle domande iniziali secondo me passa per una riflessione sul compito delle istituzioni di redistribuire ricchezza, e l'inflazione può giocare un ruolo (avete letto Keynes, no? dice "probably") a favore di una delle classi. Il fatto che il petrolio oggi sia un fattore così determinante nel determinare i prezzi è ovviamente riflesso del fatto che altri fattori contano meno. Questo è un male, a prescindere dal prezzo che assume il greggio e dall'inflazione che contribuisce a generare. L'inflazione è un bene? È un male? Boh...
Sono d'accordo con Mario Draghi. E' tutta colpa dei pensionati e dai lavoratori, che facendo finta di non arrivare alla fine del mese, si rifiutano di spendere i loro lauti salari. Piuttosto che aumentare l'inflazione per compiacere Mario Draghi, preferiscono non spendere e morire di fame...è una vergogna. Questa è la riconoscenza della regalia degli 80 euro renziani... :)
"L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea". Agosto:
...inflation redistributes wealth in a manner very injourious to the investor, very beneficial to the business man, and probably, in modern industrial conditions, beneficial on the whole di earners...
Se Draghi dice cose che non stanno né in cielo né in terra, se insiste dicendo che ci vorrebbe più inflazione ma: A) persegue politiche che non hanno l'inflazione come risultato; B) non si oppone ad un contesto generale aumento degli SQUILIBRI DI CLASSE, se non con discorsi risibilmente esoterici e palesemente infantili;
...forse è perché vuole che tutelare gli investors (credo che Iagatti abbia detto qualcosa di simile)? Il problema di oggi non mi sembra il ruolo del petrolio nel determinare i prezzi, o la bontà in senso assoluto dell'inflazione; la risposta alle domande iniziali secondo me passa per una riflessione sul compito delle istituzioni di redistribuire ricchezza, e l'inflazione può giocare un ruolo (avete letto Keynes, no? dice "probably") a favore di una delle classi. Il fatto che il petrolio oggi sia un fattore così determinante nel determinare i prezzi è ovviamente riflesso del fatto che altri fattori contano meno. Questo è un male, a prescindere dal prezzo che assume il greggio e dall'inflazione che contribuisce a generare. L'inflazione è un bene? È un male? Boh...
In merito al podcast: credo che avere un "roccolo" in mezzo ai boschi di una valle laterale della Val Seriana, sia una piccola fortuna. Sempre che lo si riesca a raggiungere velocemente!
A proposito di sintesi ... "L'Europa è crisi" "L'euro è il marco" "Tutto quello che succede in Europa è asimmetrico e a nostro danno" "La deflazione blocca completamente l'attività economica" "Le elite europee sono principalmente se non solo tedesche" "Chi di rottamazione ferisce, di rottamazione perisce" "Chiudere le banche per una settimana e ripartire con un nuovo conio"
Quello che il nostro amico Stefano non considera è che se metti alla fame la gente che vive nei paesi che come ricchezza principale hanno il petrolio, poi non possiamo pretendere anche che importino i nostri prodotti. Da ciò se ne deduce che un prezzo del petrolio troppo basso produce un danno alle nostre imprese esportatrici, e quindi rallenta la crescita del PIL.
Se il GDP dei paesi opec è circa in 2% del totale mondiale, mi aspetto che il nostro commercio con loro non sia cosí importante. Sarà sempre qualche percento del totale, al massimo. Quindi questo controargomento non mi convince.
Infatti è un'assurdità mettere da una parte dell'equazione minore export nei confronti di pochi paesi e dall'altra i minori di costi di produzione e di trasporto verso tutti gli altri paesi del mondo. Come se gli unici mercati di sbocco per l'Italia fossero Abu Dhabi e Mosca. Il barile a 30 dollari è solo uno dei sintomi di una domanda globale in flessione. Non è la causa.
Ma non solo paesi in via di sviluppo, si consideri l'enorme quantità di investimenti fatti negli USA per lo sfruttamento del petrolio tramite fracking. Tutti soldi che stanno andando in fumo con migliaia di licenziamenti.
Avendo girato tutta l'Europa in lungo ed in largo per studio e per lavoro non ho esitazioni a dire, sulla base di valutazioni puramente qualitative, che la Germania è il paese che mi pare complessivamente meglio gestito dell'UE, tra quelli di dimensioni comparabili. Lo era prima dell'€ e lo è oggi. Sono culturalmente e tecnicamente i più attrezzati e lo sono soprattutto ai livelli medi ed alti del funzionamento della macchina. Ai livelli di vertice, anche in caso di cooptazione esiste comunque una selezione basata sulle competenze (as distinct from "amicizie"). Non solo quindi non mi sorprende che siano i tedeschi a prendere le posizioni chiave a BRU, ma rispetto alle alternative mi sembra un bene che a guidare siano loro. Peraltro in tanti anni che ci collaboro non ho mai notato alcun indizio di ambizioni imperiali. La Germania mi pare un paese molto più chiuso su se stesso rispetto a Francia, UK e persino Olanda. L'unica ambizione che noto io nei tedeschi e quello che li distingue più nettamente dagli altri popoli è quella di fare meglio degli altri tutto quello che fanno. Vale per la maestra d'asilo come per l'ingegnere aeronautico. Siccome di solito gli riesce, l'ambizione si può trasformare in presunzione (raro, nella mia esperienza e comunque mai arroganza) o paternalismo (frequente).
su qualcosa concordo , è indubbio che siano organizzati in un certo qual modo , che non sprechino nulla in generale , ma e c'è sempre un ma , sono molto compressi visto che non sono geneticamente modificati , e poi immagino lei non abbia mai conosciuto i super vertici , che li il discorso si fa un po' diverso : danno proprio l'impressione che abbiano in mente non proprio il bene di tutti , ma dividano sempre tra eletti e schiavi . L'arianità non è alla fin fine una storia passata , spunta sempre qua e la senza troppi nascondimenti , quasi niente nella popolazione comune ma molto di più nel ceto alto . Se lei poi vuole essere diretto da un tedesco valutandolo superiore moralmente ed intelletualmente , queste sono scelte personali , io personalmente preferirei autodeterminarmi , mentre come stanno andando le cose veramente stiamo finendo sotto le elite tedesche e poi cinesi e poi tutte le altre continuando a recitare il ruolo di furbi e disonesti , parlando con arabi , cinesi e tante altre etnie , ridendo ti dicono che gli italiani normalmente sono parecchio stupidotti salvo una piccola parte che essendo stupidotti e presuntuosi vengono presi come misura per tutto il resto della popolazione . Ora dire che un intero popolo è stupidotto non mi pare scientifico , ma si può certamente dire che per tanti ma tanto tempo si è sempre cercato di tenerlo molto ignorante . Poi è arrivata internet , poi il Prof .... poi piano piano si affacciano altre persone e le cose piano piano possono cambiare . Da non dimenticare che il piano piano italico è sempre parecchio veloce quando levano palla e catene .
Infatti nessuno dice che non facciano bene il loro lavoro. Qui si mette in discussione la capacità dei nostri rappresentanti di difendere gli interessi del cittadino italiano. Moreover la 'percezione, ciò che si nota, le apparenze' come pure la moralità o meno non sono commensurabili con nessuna unità di misura e quindi non trovano spazio nel discorso di questo Blog. Furthermore, singoli individui non fanno statistica. Sorry, aber es ist einfach so. Ob du es verstehen willst oder nicht.
Caro Francesco Z, considerato il tuo metodo di valutazione del reale, ti suggerirei di comprendere pure nel tuo universo lo scandalo Siemens (dove i corruttori erano tedeschi), lo scandalo Volkswagen (dove i truffatori erano tedeschi), e leggere il libro di Vladimiro Giacché sull'annessione della Germania orientale alla Germania occidentale (dove i profittatori erano tedeschi, e dove i disoccupati e i sussidiati erano e sono tedeschi). Se invece sei più sensibile ai numeri e alla scienza, guardati l'andamento dell'indice di Gini per la Germania e il suo valore assoluto. Poi mi raccomando: fai domanda di cittadinanza in Germania. Mi sembra meglio.
Caro Francesco Z, quello che vedi nei paesi in cui vai non è detto che sia del tutto rappresentativo. Ho avuto colleghi che hanno preso un anno "sabbatico" in germania ed hanno potuto constatare anche cose non precisamente "virtuose" che non sappiamo e che non sono evidenti dall'estero. Intanto guardati questo se non l'hai già visto.
In Germania tutti tirano la corda nella stessa direzione, in Italia invece tutti tirano la corda in direzioni diverse :-))).
Certo finchè il vento tira nella stessa direzione questo modo di fare è molto efficiente. Ma può creare problemi giganteschi sè il vento dovesse cambiare improvvisamente. Per mancanza di voci critiche un cambiamento di rotta è molto difficile è si continua a tirare dritto, fino al botto finale.
Ci sarebbero diversi esempi da citare.
1° La Hybris del nuovo mercato tedesco che causò perdite di diversi centinaia di miliardi. Non che in altri paesi non ci fù anche una bolla del new economie, ma in Germania si gonfiò talmente tanto da fare impallidire persino la Regina Nasdaq. :-))) In quei tempi i tedesci volevano comprarsi la borsa di Londra, tipico segno di "Grössenwahn". Il Neuer Markt poi sparì. Ci furono casi che imprese che non guadagnavano nemmeno 1 Cent avevano una quotazione in borsa più alta di Siemens.
2° Allocazioni di capitale sbagliate o diciamo subottimali in Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia è nel mercato Subprime USA, qui si può citare "gli idioti di Düsseldorf". Mentre tutti gli altri se sono scapati già da mesi, KfW persino 3 giorni prima del Default di Lehman lì ad investire in prodotti speculativi Lehman come sè non ci fosse un domani. Solo per informazione la Germania ha attualmente crediti in grio per il globo che ammontano alla somma pazzesca di 1800 mrd. di $.
La gestione demenziale della crisi del euro-zona. Proprio in questo caso si vede chiaramente l'inflessibiltà totale della Germania.
È anche VW prima che scoppiò il caso Dieselgate fù ammonita dal EPA già 1 anno prima, reazione di VW 0, poi venne il botto.
La but not least, la Hybris del Export della Germania, che secondo mè creerà non pochi problemi alla Germania. In fin dei conti la Germania e diventata molto vulnerabile. Già minimi cambiamaenti nel euro-zona o nel mondo può far saltare in aria il loro modello, con consequenze molto gravi. È attenzione gli americani questo lo sanno benissimo.
La Germania è molto meno chiusa di quanto si pensi, sul Golpe del presidente ucraìno è poi nelle successive proteste del Maidan la Germania ebbe un ruolo di primo piano, finchè venne il "Fuck the EU" della Nuland. Anche in Africa è medio-oriente la Germania è molto attiva. In Cina è Russia dito.
@ Longanimi Decidete: o la corruzione è un fattore oppure non lo è. Conta solo quella degli altri? Secondo me gli italiani possono insegnare tantissime cose ai tedeschi ma sull'etica pubblica non siamo nella condizione di fare prediche. Neanche di riceverle, magari, ma certo non di farle. Sull'unificazione della Germania ho letto abbastanza. Il mio principale cliente per alcuni anni è stato una società di Berlino (siccome mi piace nuotare contro corrente esportavo in Germania finanziato da una banca popolare italiana). Ho avuto testimonianze vive di ciò che la transizione ha comportato e penso di avere un quadro, sia pure sommario, della situazione. Anche in quel caso il vittimismo di oggi mi pare fuori luogo perché l'unificazione è stata voluta fortemente dai tedeschi dell'est e non certo imposta con la forza. Non so cosa dica/scriva Giacché (non so nemmeno chi sia, onestamente) ma immagino che non sostenga che il progetto di riunificazione sia stato concepito dalla Germania Ovest con finalità coloniali perché c'eravamo mentre succedeva e si è trattata di una convergenza di volontà politiche. Che poi oggi ci siano i pentiti è un fatto. Mi capita di frequentare le aree rurali della Romania ed è pieno di gente che rimpiange Ceausescu per ottimi motivi. Sull'indice di Gini, l'ultima volta che ho visto una classifica l'Italia era forse stra-penultima in Europa e non mi pare che l'ultima fosse la Germania. Poi mi pare che l'indice fosse appunto un indice e non un valore assoluto (su questo avrà sicuramente più informazioni lei - io sono sensibilissimo ai numeri e alla scienza ma mi intrattengo con altro). L'autorazzismo è da idioti, ma questa vena di razzismo generalizzato nei confronti della Germania secondo me squalifica il contributo alla discussione. Quanto agli schiavi felici, cara Margherita, non è il mio caso. Peraltro io dall'euro sono uscito ormai da un pezzo. Vivo in un posto dove battono moneta, la disoccupazione è al 5% ma è pieno di gente che vive in mezzo ad una strada o che si barcamena come può; anche qui il futuro delle giovani generazioni è a rischio per le sconsiderate politiche di austerity del governo. E mi pare che siano gli ultimi nella classifica europea del Gini index. Anche qui la colpa è dell'Europa e si preparano per il Brexit.
Pure il nord Italia una volta era preciso e virtuoso. Poi sono arrivati quelli più precisi e virtuosi di loro, i tedeschi, ad imporre le loro leggi, e pure il nord Italia é diventato vizioso, fannullone, con le strade dissestate piene di buche e lavori pubblici mai terminati.....
Francesco, te lo dico con affetto: sei solo un poraccio. Qui nessuno attacca "la Germagna". Qui si studia. Tu vai avanti a luoghi comuni, ma per farlo cercati un bar. In caso contrario, acquisisci il patrimonio comune di questo blog, in termini sia di metodo (distinguere livelli da dinamica e storia da aneddoti, ad esempio), che di contenuti, e poi torna. Tu hai bisogno di noi, e non lo sai. Noi non abbiamo bisogno di te, e lo sappiamo. Di cosa ti abbia detto tucuggino dell'unificazione tedesca me ne strabatto. Preferisco attenermi a un saggio che è già stato tradotto in due altre lingue europee. Stammi bene.
“L'unica ambizione che noto io nei tedeschi e quello che li distingue più nettamente dagli altri popoli è quella di fare meglio degli altri tutto quello che fanno. Vale per la maestra d'asilo come per l'ingegnere aeronautico.” Si ma bisogna essere più generosi allora! È giunta notizia che anche per i militari è stata in voga questa ambizione. Del saccheggio, ad esempio, ne parlava Manzoni, tra gli altri. Che poi dalla presenza di questa “ambizione” di fare meglio segua che si sia fatto e si faccia bene tuttavia, o addirittura meglio, beh, questo è proprio un problema di palato. E però poi pure, mandando giù il boccone, bisogna averci lo stomaco completamente foderato di peli.
E' ben nota l'efficienza operativa e tecnica che avevano le divisioni Totenkopf, Das Reich, Leibstandarte, Hitlerjugend et similia (tralasciando di citare le migliori in forza alla Wehrmacht); per produrre un esempio, il mettere fuori combattimento un carro Tigre I richiedeva in media 4-5 carri Sherman, che non sarebbero tutti sopravvissuti; in Russia l’Untersturmführer Wittmann, operando con un carro Tigre, eliminò ben 10 T-34 soltanto durante il soccorso offerto a un altro carro immobilizzato del suo plotone, pur essendo il suo a corto di benzina e colpi perforanti (tutte le volte che esplodeva una carica, il cannoniere gridava nell’interfono il numero dei pochi proiettili rimasti). Simili aneddoti giustificano il fatto che in Normandia i carristi inglesi dei Cromwell, quando sapevano della presenza nelle vicinanze di carri Tigre, si consideravano già morti (erano peraltro apparsi in quell’occasione i primi esemplari del Tigre II, o Königstiger, una macchina da guerra ancor più temibile). Nonostante tutto, i soldati che combatterono la Germania nazista si accorsero gradualmente che nemmeno il fanatismo e l'indubbio valore in combattimento di unità scelte, come ad esempio le efficienti ed equipaggiate SS, facevano di loro dei superuomini. Ora, se vogliamo ripercorrere quella consapevolezza seguendone le medesime modalità d’acquisizione, a breve forse verremo pure esauditi. Contenti noi…
Francesco caro, venire qui, un luogo comunque pubblico, a dire "tizio non so nemmeno chi sia" è quanto meno poco elegante. Hai perso minuti e minuti a scrivere commenti, e a leggere quelli degli altri, e non hai trovato pochi secondi per fare un giretto su google? Beh, perdona, ma quella è proprio una affermazione da bar. E se non trovi il tempo per informarti su una cosa così piccola, come posso prendere seriamente tutte le altre informazioni con cui vorresti sostenere la tua tesi? Forse è meglio che citofoni ad altro civico.
‘Quid? hic ’inquam‘ quis est, qui complet aures meas tantus et tam dulcis sonus?’ […] ‘Hoc sonitu oppletae aures hominum obsurduerunt; nec est ullus hebetior sensus in vobis, sicut, ubi Nilus ad illa, quae Catadupa nominantur, praecipitat ex altissimis montibus, ea gens, quae illum locum adcolit, propter magnitudinem sonitus sensu audiendi caret. Hic vero tantus est totius mundi incitatissima conversione sonitus, ut eum aures hominum capere non possint, sicut intueri solem adversum nequitis, eiusque radiis acies vestra sensusque vincitur’. Somnium Scipionis (De re publica) VI, 18-19.
Esiste un canto, sommesso, ma fatto in armonia e corale, e bello, alto e umile: è quello di tutti gli italiani che lavorano, che si alzano la mattina presto e per uno stipendio molte volte non adeguato vanno a compiere il loro dovere, nell’amministrazione pubblica, nelle aziende, nelle scuole, nei negozi: dappertutto. Sono bravi cantori, non stonano: non rubano lo stupendio, ma si dedicano al proprio lavoro con dedizione e con senso dello Stato. Sono dipendenti pubblici, ma sono anche lavoratori privati, imprenditori: pagano le tasse, guadagnano, e lavorano: e vogliono continuare a farlo. Vogliono continuare a cantare quell’unico Inno italiano che le nostre orecchie non avvertono, perché ci siamo abituati, come chi nasce vicino alle cateratte del Nilo, o del Niagara; è quello che sembra non esista, rispetto a cui si notano solo le dissonanze – poche, perché solo essendo tali si notano: sono quelle dei corrotti, dei cattivi italiani. È un dolce e grande suono di tanti italiani quello che riempie le mie orecchie: lo percepite, amici? Io sì, ma non tutti lo sentono, purtroppo: soprattutto quelli che non vogliono ascoltarlo.
È curioso. Io più leggo e giro l'Europa e più osservo come gli uomini si assomiglino molto. In effetti, le confesso un certo timore all'ipotesi di recarmi oltreoceano: non vorrei mai scoprire che anche lì è così.
@Martinetus Non potrei condividere in misura maggiore quanto ha scritto, che quasi mi emoziona. A questo proposito mai, mai nella vita ho provato un senso di tristezza (come altri snobisticamente sostengono di provare) trovandomi mescolata alla folla che va a lavoro, camminando veloce sui marciapiedi al mattino, infilandosi nei metrò, sollevando le saracinesche, entrando in una scuola, accendendo un computer, aprendo un libro... anzi mi è sempre piaciuto, vedere persone indaffarate, occupate, attive, mi ha sempre dato un senso di soddisfazione e di gioia pensare "tutti noi stiamo andando al nostro lavoro". Per me, che abito nella città celebre per la voglia di lavorare, sentirmi intorno questo brusio, questo ritmo, questo desiderio di fare, che nei casi migliori è anche voglia di partecipare, è sempre stato davvero percepire un "dolce e grande suono". La tutela del lavoro e dei lavoratori dovrebbe essere tra i primissimi compiti dello Stato, poche cose mi fanno più orrore di strategie che tollerino o addirittura incrementino la disoccupazione, che umiliino le persone con paghette elargite al posto di un dignitoso salario, per non parlare del disprezzo gratuitamente riversato su lavoratori che a volte sono quasi eroici (penso per esempio alla sanità pubblica o alla scuola oggi). Trovo che abbia scritto una cosa veramente bella, insomma.
Gentile Francesco, con cortesia vorrei dirle che lei rappresenta quel male d'Italia, per il quale qui si appronta una cura. Per quanto mi riguarda, non provo più interesse a dialogare con persone come lei. Potrebbe abbandonare al suo triste destino questo blog? Siamo una ciurma alla deriva, e così desideriamo rimanere. Vielen Dank
Come mai in Europa non abbiamo delle software house di un certo rilievo, e sopratutto i tedeschi non le hanno, che si credono i primi della classe. Qualcuno può spiegarmelo?
Francesco Z non è una persona gradita in questo blog, né in alcuna altra comunità della quale io o altri di noi dovessimo mai essere responsabili, compito che comunque assumeremmo con la piena consapevolezza di dover prima allontanare elementi di questa fatta, e solo a condizione che ciò ci venisse reso possibile dalle leggi prevalenti. Non stiamo lottando da anni contro il luogocomunismo e l'autorazzismo per niente. Appare ogni giorno più evidente come questo atteggiamento di infondata subalternità culturale sia il cancro che effettivamente corrompe il nostro paese e impedisce non tanto a noi, quanto a chi ci governa, di difendere il nostro ruolo e i nostri interessi.
La "porca rogna italiana dell'autodenigrazione", alimentata da giornalisti sopravvalutati come Montanelli o Scalfari (ed epigoni), non solo impedisce a chi ci governa di difendere il nostro ruolo e i nostri interessi, ma anche dà a chi di loro non vuole farlo (figuri alla Monti, che difendono piuttosto gli interessi e il ruolo della loro classe) un ottimo alibi, culturale e perfino etico. Dà loro la possibilità di sentirsi dei benefattori invece che dei traditori. È un immenso lavoro culturale distruggere l'autorazzismo italiano, qui lo si fa, e dobbiamo tutti farlo.
“è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”
Tra le poche cose che sono riuscito a fare veramente mie qui è la più importante. Quello che per te e me è una uscita (quanto spendo per il petrolio) per gli amici Yuri o Abdul-Azeez sono una entrata. Se opero per avere poche uscite e molte entrate sono un mercantilista, mi arricchisco dapprincipio, ma creo il deserto economico intorno a me ed alla fine avrò la guerra.
Le conclusioni mi sembrano precipitose. Perchè, in primo luogo, lasciare che il mecantilista si arricchisca se ciò è contro il mio interesse? Il mercantilista non prende solo i soldi, dà anche un prodotto in cambio. Prima di fare la guerra posso cercare il modo di non farlo arricchire senza averne qualcosa in cambio. Se non funziona, posso smettere di comprare da lui e rivolgermi ad altri. Oppure posso mettermi a produrre le stesse cose e venderle sul mio mercato e su altri. Questa ultima è la cosa più difficile perchè a parità di tutto il resto impone di saper produrre cose migliori allo stesso prezzo o cose simili ad un prezzo più basso. Vista l'impossibilità della sfida, resta la soluzione prospettata dal Prof, cioè quella di lasciar stare un gioco in cui le regole favoriscono il più forte e provare qualcosa che dia una chance anche ai meno adatti. E' un atteggiamento rinunciatario che da italiano accetterei con riluttanza ma al quale non posso negare piena legittimità, preso atto delle condizioni in cui versa il paese.
@Francesco Un freeclimber che eviti di salire sul ring con un pugile è un rinunciatario o un vigliacco? L'intelligenza è nel giocare il proprio gioco, quello nel quale si è più dotati. E capire in cosa si è più dotati (es. PMI vs. grande industria, servizi vs. produzione, ecc.) è il primo passo verso il successo e la più proficua espressione delle proprie potenzialità. Con l'euro il freeclimber ha infilato i guantoni del mercantilista (ci sono migliaia di pagine del professore che lo spiegano) e, come era ovvio a priori (altre migliaia di pagine), ne esce pesto. Il bello è che lui, invece, per capire aspetta di farsi ammazzare, come tu ben dimostri. Perché, oltre a non saper boxare, il nostro arrampicatore non legge. Ho fatto un esempio banale, certo, ma per conformarmi al livello chiacchiera, tipo "posso mettermi a produrre le stesse cose e venderle sul mio mercato e su altri". Di precipitoso direi che c'è solo il tuo modo di affrontare la discussione.
Peccato che @Francesco non comprenda che al gioco del mercantilismo non si salva nessuno, nemmeno la Germania. Perchè fottere i vicini e creare il deserto intorno alla fine produrrà inevitabili conflitti. Tragedie che abbiamo già visto in Europa.
Scusami Stefano, ancora una volta si tratta di capire il senso di quello che viene detto. Nessuno ha detto che l'inflazione sia la soluzione o che sia un bene assoluto! Semplicemente nell'intervista viene fatto notare come gente blasonata che ci aveva indottrinato con considerazioni del tipo l'inflazione è cattiva, adesso che siamo in deflazione venga a dirci che vorrebbero un pò più inflazione e non riescono a "crearla"! Non sono quello con le basi in grado di spiegarti bene come, quanto e quando sia bene o male l'inflazione. Mi pare però abbastanza chiaro il concetto che ormai conosciamo: con disoccupazione alta, stipendi in calo ed austerità non c'è consumo e non ci può essere inflazione. L'inflazione è una conseguenza e non una causa della nostra ricchezza.
Dal sito dell'ENI - per ricordare che noi, il petrolio, lo esportiamo! (raffinato):
L’Italia è esportatrice netta di prodotti petroliferi (nel passato product supplier del Mediterraneo) e, se tale caratteristica fino a qualche anno fa ha rappresentato un punto di forza del sistema industriale italiano, nel mercato odierno si trasforma in un handicap. A differenza dei principali partner UE, l’Italia è nella posizione unica di esportatore non solo di benzina ma anche di gasolio. Oggi si ritrova stretta tra due tenaglie: da un lato i tradizionali outlet per la benzina europea si restringono (riduzione export verso USA e Medio Oriente), dall’altro cresce la competizione internazionale per soddisfare il deficit di gasolio europeo. Cresce l’export da Russia, Golfo USA e Medio Oriente, che presentano vantaggi competitivi verso l’Italia. Nonostante una riduzione di capacità di oltre il 20% dal 2006 a oggi, le chiusure non hanno compensato il vero e proprio tracollo dei consumi interni che hanno evidenziato una riduzione pari al doppio di quella europea (nello stesso periodo, -29% vs -14% Europa OCSE). Questo significa che in questi anni il Paese, già esportatore netto sia di benzina che di gasolio, ha accresciuto il suo surplus di prodotti anziché ridurlo.
Ascoltando le parole di Draghi ho ripensato al noto proverbio cinese del dito che indica la luna e dello stolto che guarda il dito. Sarà deformazione professionale, forse, ma sono spinto alla diagnosi (diagignoskein=capire) dei fenomeni di comprensione non semplice. E a proposito del ragionamento su deflazione, inflazione, e "forze occulte che cospirano contro la crescita dell' inflazione" ho pensato alla febbre. La febbre è un sintomo (sumptoma=evenienza) di una malattia, non la malattia. Quindi chi si ponesse l' obiettivo di curare soltanto il sintomo inevitabilmente fallirebbe, perchè ignorando la causa della febbre non avrebbe gli strumenti di conoscenza per mirare la terapia al bersaglio vero. Farebbe così la fine dello stolto che guarda il dito. Anche l' andamento dei prezzi (deflazione, inflazione) è forse un sintomo economico. Denuncia una malattia più profonda che non si conosce, o peggio, non si vuole affrontare perchè sarebbe controproducente per colui che la rivela. Insomma, se un paziente ha la febbre, dovrei diagnosticare la causa e curare sia il sintomo, ma soprattutto la malattia causa. A volte capita che un malato particolarmente compromesso, invece della febbre, sviluppi una temperatura più bassa del normale, cioè una ipotermia (Temperatura inferiore a 36 ° C). Il terapeuta stolto di fronte ad una ipotermia potrebbe suggerire il riscaldamento del povero malato, che invece necessita probabilmente di un chirurgo per una grave sepsi addominale. Ecco, curare la deflazione come fosse la malattia mi fa pensare a quei terapeuti cialtroni e stolti (oppure semplicemente un po' preoccupati del proprio ruolo) che si rifiutano di analizzare le cause, cioè fare diagnosi.
Tutto questo Draghi lo sa meglio di noi. È questa la cosa triste.
È probabile che Draghi le cause non è che si rifiuta di analizzarle, semplicemente non ne ha bisogno perché le conosce bene. Tutto il resto è solo una scenata.
Un off-topic per stimolare (provocare?) il piacere del Professore per la storia, la cultura, le connessioni, l'uso dei termini ("liberale", "radicale"). Settant'anni fa nasceva il Partito Radicale, staccandosi dal Partito *Liberale* Italiano. Tra i punti programmatici alla fondazione: Lotta ai privilegi e ai monopoli economici, Riduzione dei dislivelli esistenti fra i cittadini, le classi sociali e le Regioni.
Pensa che brutta fine.. che effetto fara' perseguire tutto il contrario del glorioso obiettivo? Quando ti accorgi cosa hai creduto te ne vergogni parecchio. A me (ex-radicale) successe cosi, spero sia successo anche ad Andrea. Se voi smantellare lo stato e privatizzare in regime di monopolio NON SEI (manco) LIBERALE. Sei fuori dalla legalita'. PUNTO. Tanto biscicare dello Stato di Diritto quando poi invece i principi fondanti lo stesso patto sociale, i super-principi della Repubblica, vengono sconvolti e brutalizzati, che hanno fatto i radicali? Niente? No, peggio. La Bonino che abbraccia Monti, prima di lui solo Mussolini divento' PM in modo cosi "fuori" dalle regole. Il partito radicale e' una vergogna forse addirittura peggiore del PD stesso. Stanno (spero non doevr dire "state") tutti li a dire "+EU".. massiiiii, buttiamo via tutto (lo stato, la nazione, la Costituzione) in cambio di niente (la governance di una "commissione" che non ha nessuna legittimita' democratica). Andrea se non l'hai gia' fatto, ripijate, e comincia dalla sezione per cominciare. Sergio
Tranquillo, mai stato radicale (ho cominciato a votare all'inizio degli anni novanta, quando il pr era già finito purtroppo). Ma mi ha colpito leggere la sua storia e i suoi ideali iniziali, non colpisce solo la distanza dal pr di oggi ma anche la distanza tra le italie, tra i contesti, tra le europe, tra le parole.
Se è per questo, ancor più bizzarro è il percorso del partito socialista, visto a più di un secolo dalla sua nascita, avente per fine la rivoluzione proletaria, oggi il PPE rappresenta quanto di più borghese, filo-capitalista e filo-imperialista ci sia in Europa.
Dal punto di vista di uno che le ha vissute, quelle parabole infelici (pur non appartenendovi mai), la funzione-euro ha fatto precipitare, dal punto di vista economico, il rinnegamento politico che era già in nuce nei decenni prima. E, magra consolazione, ha fatto chiarezza delle ambiguità dietro cui i partiti (Pci compreso) si nascondevano riguardo la difesa dell'interesse dei lavoratori. Quando la Storia deciderà di rimboccarsi le maniche, mi auguro che qualche storico porti alla luce tutti gli aspetti di quel loro percorso politico d'abiura e svendita.
"Nel pomeriggio, i lavoratori sono intervenuti bloccando uno dei camion che stava partendo: è arrivata la polizia e a stretto giro gli assessori Piazza (Comune) e Rixi (Regione), oltre a Bruno Manganaro della Fiom - Cgil. Si è trovato un accordo di massima perché l’azienda, che produceva poltroncine speciali per attività dentistiche o simili, riconosca qualche cosa ai 16 lavoratori che comunque saranno lasciati a casa. Il tavolo di discussione è previsto per lunedì. " Siamo alla mancetta... maledetti. Ma la ditta dove se la portano? In Germania? Maledetti anche loro.
Renzi verrà sostituito ? Mah, il discorso è un po’ più ampio, a mio avviso. Mario Monti prima, ed Enrico Letta dopo, hanno rappresentato, in estrema e brutale sintesi, la mafia tedesco-europea. Con la macelleria sociale che ne è conseguita. Renzi, invece, con la Boschi, Lotti e compagnia bella, rappresenta la mafia-massoneria italiana. Quella dell’economia sommersa, dell’evasione fiscale, del riciclaggio di denaro, dei pagamenti in nero. Tutte misure, queste ultime, che in ogni caso rappresentano anche una reazione all’euro, poiché permettono di mantenere i profitti in Italia, anziché mandarli in Europa. Ecco, dunque, che sono d’accordo con il Prof., soprattutto quando dice che chi verrebbe dopo Renzi potrebbe essere peggiore dello stesso Renzi. In conclusione, come italiani, con questo governo ci siamo ripresi, maldestramente, la sovranità, in parte anche monetaria. Le esportazioni sono ripartite, un minimo ed anche l’occupazione. Alla faccia della Merkel e compagni. Mi duole dirlo ma dobbiamo augurare lunga vita a questo governo.
alla fine di tutto , visto che questo è un'agorà ( chissà se l'apostrofo è corretto ) di economia , chiedo a chi volesse intraprendere un conteggio di cui io non dispongo elementi per farlo , quanto ipoteticamente costerebbe alla Germania invadere l'Italia con i panzer ( pura ipotesi teorica naturalmente) senza conseguenze internazionali e quanto costerebbe invece aquisirla piano piano scartando le parti non profique , naturalmente ipotizzando costi e benefici quali distruzione e ripristino nel primo caso ipotizzato . Ho scritto Germania Italia ma potrebbe essere qualunque altro paese , condizione necessaria che il conquistato possa difendersi ma perdere in ogni caso . Forse è una cosa stupida, ma se io fossi il banchiere che finanzia lo vorrei sapere ?
molto sintetico... :)
RispondiEliminaIo in verità sta storia che il petrolio se costa tanto è buona cosa perché aumenta l'inflazione l'ho già sentita ma continuo a non capirla: un discorso è se l'inflazione è data da un'economia sana, che cresce, con tanta gente che finalmente si può permettere di spendere due lire, e allora i prezzi tendono all'aumento. E questa secondo me è un'inflazione buona e giusta. Un'altra cosa è se i prezzi salgono perché le materie prime e l'energia salgono alle stelle: c'è l'inflazione ma crollano i consumi. Se è cosi necessaria un'inflazione importata basta buttarla sulle accise no? L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea? Secondo me è una sciocchezza, ma potrei non sapere o considerare delle cose, in quel caso lo sciocco sarei io.
RispondiEliminaLo aiutate voi? Io mi sto imbarcando.
EliminaUn consiglio a stefano cortesi: qui nel blog, sulla destra c'è un 2011. Incominci a leggere quei post! Io cominciato così.
EliminaTi do una risposta sintetica: all'età della pietra, molto probabilmente, il petrolio era gratis.
Eliminanon esiste una risposta in termini assoluti, come non esiste un parametro ottimo di inflazione in termini assoluti, né nella situazione "fisiologica" che descrivi tu (aumento dei prezzi normale in una economia produttiva in cui la gente lavora, aumenta di produttività e guadagna di più, CONSUMANDO DI PIÙ) né in quella patologica, quando i prezzi delle materie prime, che non controlliamo noi, salgono alle stelle. L'unica cosa certa, nella dinamica degli scambi internazionali è che questi devono essere equilibrati, e normalmente questo equilibrio lo determinano i prezzi (se lasciati liberi di fluttuare, secondo la nota legge). Ora, se vi è un giusto prezzo del petrolio (che non è quello attuale) i prezzi interni magari salgono un pò, ma insieme a questi prezzi - a parità di consumi - saliranno anche i redditi: le spese di qualcuno sono sempre reddito di qualcun altro. Mi puoi obiettare che questo "maggior reddito" va all'estero e quindi per noi rappresenta un drenaggio. E' vero, in parte, ma quello che per noi è un deflusso (spesa) per l'estero è un afflusso (reddito) che consente a quella parte del mondo di attivare domanda per acquistare i lavorati del petrolio, che produciamo noi. L'inflazione è solo uno dei tre fattori economici principali (gli altri sono produttività e disoccupazione) e probabilmente per la persona ordinaria è la meno preoccupante dei tre, perchè agisce sul valore nominale della moneta ma non necessariamente sul potere di acquisto (vedi caso Italia anni 70); di conseguenza grava sui rapporti soggetti al criterio nominalistico e non sugli altri: penalizza per esempio i creditori finanziari, ma non incide sui redditi da lavoro (che sono soggetti a contrattazione sindacale e possono, fra l'altro, essere parametrati al tasso di inflazione). Il problema specifico dell'iperinflazione in quanto tale, sperimentato da vari paesi sudamericani per esempio, è piuttosto che attacca la moneta come riserva di valore e induce la gente a utilizzare come corrispettivo delle transazioni commerciali beni reali o moneta estera. Ma tendenzialmente, un livello medio di inflazione intorno al 10% non suppone di questi pericoli. Durante l'intervista poi il Prof. parla del noto problema deflattivo, dico noto perchè ci è tornato più volte su: se non vi sono aspettative di inflazione ovvero l'imprenditore, siccome ci sono meno soldi in giro, è sicuro che venderà a meno dei costi di produzione.... non vende. O magari vende pure, ma solo se ha una aspettativa deflattiva ulteriore, che gli permette a breve termine di avere sul solo mercato interno, una parità di potere d'acquisto equivalente a quella di prima. Dico di breve periodo, perchè nel medio lungo, le materie prime gli costeranno sempre lo stesso (o di più, come probabilmente sarà con la benzina) e la sua redditività sbriciolata dalla spirale deflattiva, non gli consentirà più di comprarle. E insieme a lui ovviamente vanno a picco stipendi e consumi. Poi si sa che nel lungo...
EliminaAho, io non sono un economista, magari ho detto un mare di stronzate, riferitevi sempre alla fonte!
EliminaSperando di averci capito qualcosa di economia.... sono in fase di studio anche io e spero di aver interpretato bene le informazioni presenti nel blog.
EliminaNon è necessaria l'inflazione, sono necessarie le cause che porterebbero, oltre che all'inflazione, anche ad altri benefici.
Ad esempio è necessaria una redistribuzione della ricchezza dal capitale al lavoro, ed è necessario attivare quelle politiche che garantiscono la piena occupazione e soprattutto la fiducia per il futuro e per gli investimenti. Così facendo aumenterebbero di conseguenza i consumi, gli scaffali si svuoterebbero (cit. Borghi) e ci sarebbe inflazione, ma non sarebbe un problema perchè adesso l'unica cosa importante è che l'economia vera ritorni a 'girare'.
Il prezzo del petrolio basso favorisce l'Italia parzialmente perchè importiamo materie prime, ma sfavorisce le esportazioni perchè esportiamo di meno verso i paesi produttori di materie prime. Inoltre l'Italia ha ancora una discreta industria petrolchimica, se si abbassa il prezzo del petrolio si abbassa anche il prezzo del prodotto finito che poi rivendiamo.
Che ci faccio con il prezzo del petrolio basso se poi non mi conviene usarlo perchè l'economia non gira? (anzi... penso sia proprio questo il motivo principale per cui è basso, oltre a questioni di geo-strategia militare su cui non mi esprimo)
sintesi eccellente come sempre, un raggio di luce nelle tenebre ... è un periodo che sono ammutolito, i livelli di nausea sono al limite, a volte penso di comprare delle armi e di prepararmi a morire combattendo... boccia ricci zanetti alfieri taddei pittella grillo casaleggio di maio di battista; opportunismo/approfittamento, mantenere ad ogni costo una posizione di potere ad esclusivo tornaconto personale e del proprio gruppo sodali ; bifrontismo continuo con giravolte verso il vittimismo il buonismo , arroganza sfacciata contro i non mansuefatti, paurosa incompetenza , sotterfugio, inganno perpetrato con ogni mezzo mediatico e non; un apparato politico rivoltante ...e su tutto questo abominio manca la possibilità pratica e legale di poter attribuire delle responsabilità, di poter punire efficacemente gli autori del disastro politico/economico, mentre i nostri giudici si masturbano
EliminaTribunale Milano 17 luglio 2012 - - Est. Martina Flamini.
Protezione internazionale – Provvedimento della Commissione Territoriale – Lingua – Mancata traduzione – Conseguenze – Ammissibilità dell’opposizione tardiva – Decorrenza – Dal momento in cui il richiedente ha avuto conoscenza del contenuto del provvedimento (nel caso di specie, Nigeria)
Protezione internazionale – Via di fuga interna – Art. 8 DIR 2004/83/CE – Omessa trasposizione da parte del dlgs 251 del 2007 – Effetti – Criterio non vincolante per il diritto interno (nel caso di specie, Nigeria)
In materia di protezione internazionale, le norme che prevedono la necessità di traduzione dei provvedimenti emessi nei confronti dello straniero nella prima lingua indicata dallo stesso od, in mancanza, in una delle lingue veicolari (inglese, francese, spagnolo o arabo) secondo l'indicazione di preferenza fornita dal medesimo (art 10 commi 4 e 5 D.Lgs. n. 25/2008), sono norme imperative quale garanzia - imposta dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali e dalle norme comunitarie - di pieno espletamento delle possibilità di difesa del destinatario dell'atto, la cui violazione comporta la nullità dell'atto e giustifica la tardività dell'impugnazione, il cui termine decorre dal momento in cui l'opponente abbia potuto avere una adeguata conoscenza della natura dell'atto e del rimedio avverso lo stesso proponibile. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
L'art. 8 della direttiva 2004/83/CE recante norme sulla qualifica di rifugiato e sulla protezione minima riconosciuta prevede che "Nell'ambito dell'esame della domanda di protezione internazionale, gli Stati membri possono stabilire che il richiedente non necessita di protezione internazionale se in una parte del territorio del paese d'origine egli non abbia fondati motivi di temere di essere perseguitato o non corra rischi effettivi di subire danni gravi e se è ragionevole attendere dal richiedente che si stabilisca in quella parte del paese. Nel valutare se una parte del territorio del paese d'origine è conforme al paragrafo 1, gli Stati membri tengono conto delle condizioni generali vigenti in tale parte del paese nonchè delle circostanze personali del richiedente all'epoca della decisione sulla domanda". La norma in esame della direttiva lascia dunque agli stati membri la facoltà se trasporla o meno del proprio ordinamento: nel caso dell'Italia, la attuazione della direttiva è avvenuta tramite il D.Lgs. n. 251 del 2007 che non ha ripreso la disposizione dell'art. 8 della direttiva. Come riconosciuto dalla Cassazione (16.2.2012 n. 2294) “ciò significa che quella disposizione non è entrata nel nostro ordinamento e non costituisce dunque un criterio applicabile al caso di specie”. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Capite ? noi non possiamo dirgli aho guarda che ci ai la via di fuga interna naa niggeria , erdgls nun ha rippreso allrticolo 8 daa direttivaceee
1)Per quale motivo ora il petrolio è basso?
Elimina2) Siamo o no in deflazione (più o meno ammessa)?
3) Basta buttarla sulle accise?(questa la potevi risparmiare).
Non c'è niente di assolutamente buono o cattivo.
Dipende da quantità e contesto.
Ciao Stefano, se quello che ti stupisce e' la divergenza tra le parole di Draghi e il suo mandato e' normale. Le psicopatie comprendono anche la dissociazione.
EliminaSul punto tecnico forse posso aiutarti con qualche linea guida base, credo. L'inflazione e' sempre la stessa cosa (aumento generalizzato del livello dei prezzi) ma può essere causata, come dici tu, da diversi fattori, principalmente due, più' una vaccata.
I primi due sono:
- inflazione da domanda (crescita dei redditi, più' soldi da spendere, imprenditori che aggiustano i prezzi verso l'alto)
- inflazione da costi (paese importatore di molte materie prime e prodotti che importa inflazione dai paesi produttori di tali materie prime e prodotti se i prezzi in quest'ultimi salgono).
La terza e' una cagata che dice che i prezzi dipendono dalla quantità di moneta che circola.
L'ultimo tassello del puzzle e' la relazione tra inflazione e crescita. Nel caso da inflazione da domanda mi pare chiaro che ad un certo livello di crescita si accompagni un certo livello di inflazione, che dipende dal fatto che siamo più' ricchi, aumentano i redditi e gli imprenditori aggiustano i prezzi.
Nel caso dell'inflazione da costi le notizie non sono cosi rosee, i redditi nel paese importatore non crescono ma i prezzi si e sono tutti più poveri.
Adesso mi pare evidente che e' praticamente impossibile avere crescita in assenza totale di inflazione.
Stanti queste regole, il mandato di Draghi e' di tenere l'inflazione sotto ai tassi di interesse, cioè a zerissimo, in modo tale da non far perdere soldi ai suoi datori di lavoro (prestatori di denari). Sentirlo dire che lotta contro i cospiratori per far salire l'inflazione e' francamente vomitevole e, come dice Bagnai, sapere che il destino di tanta gente e' in mano a questo pupazzo sociopatico non eletto da nessuno fa rabbrividire.
Ad ogni modo, lo stupore di Draghi deriva dal fatto che, credendo lui (o dovendoci credere per lavoro) alla teoria che dice più moneta/più inflazione, ha inondato il continente di moneta sperando che l'inflazione e quindi la crescita, ripartano. Ecco, a mio modo di vedere siamo al livello di quello che vuole aggiustare al TV a forza di martellate, non funziona nel 99% dei casi, specie se il più grosso della classe fa politiche deflazionistiche da circa 20 anni.
Tornando alle domande, l'inflazione e' un fatto che si produce e può essere causata da diversi fattori. Sono i fattori che la generano che la rendono compatibile o no con la crescita.
Rispetto alla domanda sulle accise penso che il meccanismo sia più'complesso. Ad esempio, non solo aumenterebbe il prezzo del carburante ma anche quello di molti altri prodotti, ma qui lascio il campo a chi ne sa più di me
Domanda: ma lasciando perdere shock di breve periodo secondo te si possono avere materie prime alle stelle e contemporaneamente inflazione per periodi perduranti di tempo. Mi spiego meglio. Troppo spesso in economia confondiamo le cause con gli effetti. Ma non è che oggi il petrolio costa poco perché non possiamo permetterci di comprare prodotti da esso derivati.
EliminaVoglio dire se il petroli costasse 100 dollari al barile dato l'attuale sistema monetario in Europa ci sarebbero solo un cumulo di macerie ma soprattutto di barili se ne venderebbero pochi.
Bisogna sempre ragionare in termini di equilibrio tra più variabili.
Non esiste il mondo di Prodi in cui il petrolio costa 0 e i redditi reali crescono del 10% l'anno
E alla fine della partita di giro, con le accresciute difficoltà per l'export delle nostre imprese dovute al calo del prezzo del petrolio,che si traducono in nuove chiusure, nuove casse integrazioni, nuovi licenziamenti, il boomerang ci arriverà dritto dritto in testa. Morale: non tutto quel che è oro (nero) luccica
EliminaSalario reale = Salario nominale : prezzi
EliminaSalario nominale è ciò che percepisci a fine mese.
Salario reale indica cosa puoi comprare con ciò che percepisci a fine mese.
L'inflazione è un male? No, è un male se il dividendo (Salario nominale) cresce più lentamente del divisore (prezzi).
La deflazione è un male? No, è un male se il dividendo (Salario nominale) si riduce più velocemente del divisore (prezzi).
Una parte del prezzo di un bene contiene il salario nominale del lavoratore che ha prodotto il bene.
Se sei imprenditore compri le materie prime, dopo che le hai comprate il prezzo delle materie prime scende, i clienti ti chiedono lo sconto e poi tu tagli il salario ai dipendenti o li mandi a casa.
Se uno viene licenziato, il suo salario nominale diventa zero, ma i prezzi pur riducendosi non diventano zero quindi
Salario reale = 0 : prezzi = 0.
"L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea". Agosto:
Elimina...inflation redistributes wealth in a manner very injourious to the investor, very beneficial to the business man, and probably, in modern industrial conditions, beneficial on the whole di earners...
Se Draghi dice cose che non stanno né in cielo né in terra, se insiste dicendo che ci vorrebbe più inflazione ma:
A) persegue politiche che non hanno l'inflazione come risultato;
B) non si oppone ad un contesto generale aumento degli SQUILIBRI DI CLASSE, se non con discorsi risibilmente esoterici e palesemente infantili;
...forse è perché vuole che tutelare gli investors (credo che Iagatti abbia detto qualcosa di simile)? Il problema di oggi non mi sembra il ruolo del petrolio nel determinare i prezzi, o la bontà in senso assoluto dell'inflazione; la risposta alle domande iniziali secondo me passa per una riflessione sul compito delle istituzioni di redistribuire ricchezza, e l'inflazione può giocare un ruolo (avete letto Keynes, no? dice "probably") a favore di una delle classi. Il fatto che il petrolio oggi sia un fattore così determinante nel determinare i prezzi è ovviamente riflesso del fatto che altri fattori contano meno. Questo è un male, a prescindere dal prezzo che assume il greggio e dall'inflazione che contribuisce a generare. L'inflazione è un bene? È un male? Boh...
Sono d'accordo con Mario Draghi. E' tutta colpa dei pensionati e dai lavoratori, che facendo finta di non arrivare alla fine del mese, si rifiutano di spendere i loro lauti salari. Piuttosto che aumentare l'inflazione per compiacere Mario Draghi, preferiscono non spendere e morire di fame...è una vergogna. Questa è la riconoscenza della regalia degli 80 euro renziani... :)
RispondiEliminaDà la colpa al suo elettorato :)
Elimina"L'inflazione è sempre buona a prescindere da come si crea". Agosto:
Elimina...inflation redistributes wealth in a manner very injourious to the investor, very beneficial to the business man, and probably, in modern industrial conditions, beneficial on the whole di earners...
Se Draghi dice cose che non stanno né in cielo né in terra, se insiste dicendo che ci vorrebbe più inflazione ma:
A) persegue politiche che non hanno l'inflazione come risultato;
B) non si oppone ad un contesto generale aumento degli SQUILIBRI DI CLASSE, se non con discorsi risibilmente esoterici e palesemente infantili;
...forse è perché vuole che tutelare gli investors (credo che Iagatti abbia detto qualcosa di simile)? Il problema di oggi non mi sembra il ruolo del petrolio nel determinare i prezzi, o la bontà in senso assoluto dell'inflazione; la risposta alle domande iniziali secondo me passa per una riflessione sul compito delle istituzioni di redistribuire ricchezza, e l'inflazione può giocare un ruolo (avete letto Keynes, no? dice "probably") a favore di una delle classi. Il fatto che il petrolio oggi sia un fattore così determinante nel determinare i prezzi è ovviamente riflesso del fatto che altri fattori contano meno. Questo è un male, a prescindere dal prezzo che assume il greggio e dall'inflazione che contribuisce a generare. L'inflazione è un bene? È un male? Boh...
Scusate, era una risposta al commento precedente.
EliminaIn merito al podcast: credo che avere un "roccolo" in mezzo ai boschi di una valle laterale della Val Seriana, sia una piccola fortuna. Sempre che lo si riesca a raggiungere velocemente!
RispondiEliminaGentile Stefano Cortesi
RispondiEliminaUna rilettura a questo post del Prof. dovrebbe consentirti di rispondere alle tue domande.
Inflazione, svalutazione e quota salari
Buona vita
Guglielmo
Buon viaggio, Prof. !
RispondiElimina(Alessandra/Cassandra da Firenze. Novella partita iva, ma questa è un'altra storia)
A proposito di sintesi ...
RispondiElimina"L'Europa è crisi"
"L'euro è il marco"
"Tutto quello che succede in Europa è asimmetrico e a nostro danno"
"La deflazione blocca completamente l'attività economica"
"Le elite europee sono principalmente se non solo tedesche"
"Chi di rottamazione ferisce, di rottamazione perisce"
"Chiudere le banche per una settimana e ripartire con un nuovo conio"
Se l'intervista radiofonica del prof. è una sintesi, tu l'hai distillata. Complimenti.
EliminaQuello che il nostro amico Stefano non considera è che se metti alla fame la gente che vive nei paesi che come ricchezza principale hanno il petrolio, poi non possiamo pretendere anche che importino i nostri prodotti. Da ciò se ne deduce che un prezzo del petrolio troppo basso produce un danno alle nostre imprese esportatrici, e quindi rallenta la crescita del PIL.
RispondiEliminaSe il GDP dei paesi opec è circa in 2% del totale mondiale, mi aspetto che il nostro commercio con loro non sia cosí importante. Sarà sempre qualche percento del totale, al massimo. Quindi questo controargomento non mi convince.
EliminaInfatti è un'assurdità mettere da una parte dell'equazione minore export nei confronti di pochi paesi e dall'altra i minori di costi di produzione e di trasporto verso tutti gli altri paesi del mondo. Come se gli unici mercati di sbocco per l'Italia fossero Abu Dhabi e Mosca.
EliminaIl barile a 30 dollari è solo uno dei sintomi di una domanda globale in flessione. Non è la causa.
paesi produttori di petrolio = 2% pil mondiale. Sono USA, Russia, paesi del Golfo e paesi sudamericani... sei sicuro di questa stima?
EliminaIo guardavo paesi OPEC. Certo ci sono produttori di petrolio anche fuori dall'OPEC (appunto USA, ecc...). Il calcolo diventa più complicato.
EliminaMa non solo paesi in via di sviluppo, si consideri l'enorme quantità di investimenti fatti negli USA per lo sfruttamento del petrolio tramite fracking. Tutti soldi che stanno andando in fumo con migliaia di licenziamenti.
RispondiEliminaAvendo girato tutta l'Europa in lungo ed in largo per studio e per lavoro non ho esitazioni a dire, sulla base di valutazioni puramente qualitative, che la Germania è il paese che mi pare complessivamente meglio gestito dell'UE, tra quelli di dimensioni comparabili. Lo era prima dell'€ e lo è oggi. Sono culturalmente e tecnicamente i più attrezzati e lo sono soprattutto ai livelli medi ed alti del funzionamento della macchina. Ai livelli di vertice, anche in caso di cooptazione esiste comunque una selezione basata sulle competenze (as distinct from "amicizie"). Non solo quindi non mi sorprende che siano i tedeschi a prendere le posizioni chiave a BRU, ma rispetto alle alternative mi sembra un bene che a guidare siano loro.
RispondiEliminaPeraltro in tanti anni che ci collaboro non ho mai notato alcun indizio di ambizioni imperiali. La Germania mi pare un paese molto più chiuso su se stesso rispetto a Francia, UK e persino Olanda.
L'unica ambizione che noto io nei tedeschi e quello che li distingue più nettamente dagli altri popoli è quella di fare meglio degli altri tutto quello che fanno. Vale per la maestra d'asilo come per l'ingegnere aeronautico. Siccome di solito gli riesce, l'ambizione si può trasformare in presunzione (raro, nella mia esperienza e comunque mai arroganza) o paternalismo (frequente).
Anni fa avrei mandato a cagare chi avesse fatto simili affermazioni...ma anche oggi!
EliminaCiao, te e la germania.
P.S.: scusi prof, ovviamente può censurare
su qualcosa concordo , è indubbio che siano organizzati in un certo qual modo , che non sprechino nulla in generale , ma e c'è sempre un ma , sono molto compressi visto che non sono geneticamente modificati , e poi immagino lei non abbia mai conosciuto i super vertici , che li il discorso si fa un po' diverso : danno proprio l'impressione che abbiano in mente non proprio il bene di tutti , ma dividano sempre tra eletti e schiavi . L'arianità non è alla fin fine una storia passata , spunta sempre qua e la senza troppi nascondimenti , quasi niente nella popolazione comune ma molto di più nel ceto alto . Se lei poi vuole essere diretto da un tedesco valutandolo superiore moralmente ed intelletualmente , queste sono scelte personali , io personalmente preferirei autodeterminarmi , mentre come stanno andando le cose veramente stiamo finendo sotto le elite tedesche e poi cinesi e poi tutte le altre continuando a recitare il ruolo di furbi e disonesti , parlando con arabi , cinesi e tante altre etnie , ridendo ti dicono che gli italiani normalmente sono parecchio stupidotti salvo una piccola parte che essendo stupidotti e presuntuosi vengono presi come misura per tutto il resto della popolazione . Ora dire che un intero popolo è stupidotto non mi pare scientifico , ma si può certamente dire che per tanti ma tanto tempo si è sempre cercato di tenerlo molto ignorante . Poi è arrivata internet , poi il Prof .... poi piano piano si affacciano altre persone e le cose piano piano possono cambiare . Da non dimenticare che il piano piano italico è sempre parecchio veloce quando levano palla e catene .
EliminaAmen
EliminaInfatti nessuno dice che non facciano bene il loro lavoro. Qui si mette in discussione la capacità dei nostri rappresentanti di difendere gli interessi del cittadino italiano.
EliminaMoreover la 'percezione, ciò che si nota, le apparenze' come pure la moralità o meno non sono commensurabili con nessuna unità di misura e quindi non trovano spazio nel discorso di questo Blog. Furthermore, singoli individui non fanno statistica.
Sorry, aber es ist einfach so. Ob du es verstehen willst oder nicht.
Taroccano anche i software meglio degli altri, fracescoz. Però ti consiglierei una lettura, vai a questo link e li scorri/leggi una alla volta.
EliminaCaro Francesco Z,
Eliminaconsiderato il tuo metodo di valutazione del reale, ti suggerirei di comprendere pure nel tuo universo lo scandalo Siemens (dove i corruttori erano tedeschi), lo scandalo Volkswagen (dove i truffatori erano tedeschi), e leggere il libro di Vladimiro Giacché sull'annessione della Germania orientale alla Germania occidentale (dove i profittatori erano tedeschi, e dove i disoccupati e i sussidiati erano e sono tedeschi).
Se invece sei più sensibile ai numeri e alla scienza, guardati l'andamento dell'indice di Gini per la Germania e il suo valore assoluto. Poi mi raccomando: fai domanda di cittadinanza in Germania. Mi sembra meglio.
Gli schiavi felici sono i nemici più agguerriti della libertà.
Elimina(Marie von Ebner-Eschenbach)
Caro Francesco Z, quello che vedi nei paesi in cui vai non è detto che sia del tutto rappresentativo. Ho avuto colleghi che hanno preso un anno "sabbatico" in germania ed hanno potuto constatare anche cose non precisamente "virtuose" che non sappiamo e che non sono evidenti dall'estero. Intanto guardati questo se non l'hai già visto.
EliminaIn Germania tutti tirano la corda nella stessa direzione, in Italia invece tutti tirano la corda in direzioni diverse :-))).
EliminaCerto finchè il vento tira nella stessa direzione questo modo di fare è molto efficiente. Ma può creare problemi giganteschi sè il vento dovesse cambiare improvvisamente. Per mancanza di voci critiche un cambiamento di rotta è molto difficile è si continua a tirare dritto, fino al botto finale.
Ci sarebbero diversi esempi da citare.
1° La Hybris del nuovo mercato tedesco che causò perdite di diversi centinaia di miliardi. Non che in altri paesi non ci fù anche una bolla del new economie, ma in Germania si gonfiò talmente tanto da fare impallidire persino la Regina Nasdaq. :-)))
In quei tempi i tedesci volevano comprarsi la borsa di Londra, tipico segno di "Grössenwahn". Il Neuer Markt poi sparì. Ci furono casi che imprese che non guadagnavano nemmeno 1 Cent avevano una quotazione in borsa più alta di Siemens.
2° Allocazioni di capitale sbagliate o diciamo subottimali in Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia è nel mercato Subprime USA, qui si può citare "gli idioti di Düsseldorf". Mentre tutti gli altri se sono scapati già da mesi, KfW persino 3 giorni prima del Default di Lehman lì ad investire in prodotti speculativi Lehman come sè non ci fosse un domani. Solo per informazione la Germania ha attualmente crediti in grio per il globo che ammontano alla somma pazzesca di 1800 mrd. di $.
La gestione demenziale della crisi del euro-zona. Proprio in questo caso si vede chiaramente l'inflessibiltà totale della Germania.
È anche VW prima che scoppiò il caso Dieselgate fù ammonita dal EPA già 1 anno prima, reazione di VW 0, poi venne il botto.
La but not least, la Hybris del Export della Germania, che secondo mè creerà non pochi problemi alla Germania. In fin dei conti la Germania e diventata molto vulnerabile. Già minimi cambiamaenti nel euro-zona o nel mondo può far saltare in aria il loro modello, con consequenze molto gravi. È attenzione gli americani questo lo sanno benissimo.
La Germania è molto meno chiusa di quanto si pensi, sul Golpe del presidente ucraìno è poi nelle successive proteste del Maidan la Germania ebbe un ruolo di primo piano, finchè venne il "Fuck the EU" della Nuland. Anche in Africa è medio-oriente la Germania è molto attiva. In Cina è Russia dito.
@ Longanimi
EliminaDecidete: o la corruzione è un fattore oppure non lo è. Conta solo quella degli altri? Secondo me gli italiani possono insegnare tantissime cose ai tedeschi ma sull'etica pubblica non siamo nella condizione di fare prediche. Neanche di riceverle, magari, ma certo non di farle.
Sull'unificazione della Germania ho letto abbastanza. Il mio principale cliente per alcuni anni è stato una società di Berlino (siccome mi piace nuotare contro corrente esportavo in Germania finanziato da una banca popolare italiana). Ho avuto testimonianze vive di ciò che la transizione ha comportato e penso di avere un quadro, sia pure sommario, della situazione.
Anche in quel caso il vittimismo di oggi mi pare fuori luogo perché l'unificazione è stata voluta fortemente dai tedeschi dell'est e non certo imposta con la forza. Non so cosa dica/scriva Giacché (non so nemmeno chi sia, onestamente) ma immagino che non sostenga che il progetto di riunificazione sia stato concepito dalla Germania Ovest con finalità coloniali perché c'eravamo mentre succedeva e si è trattata di una convergenza di volontà politiche. Che poi oggi ci siano i pentiti è un fatto. Mi capita di frequentare le aree rurali della Romania ed è pieno di gente che rimpiange Ceausescu per ottimi motivi.
Sull'indice di Gini, l'ultima volta che ho visto una classifica l'Italia era forse stra-penultima in Europa e non mi pare che l'ultima fosse la Germania. Poi mi pare che l'indice fosse appunto un indice e non un valore assoluto (su questo avrà sicuramente più informazioni lei - io sono sensibilissimo ai numeri e alla scienza ma mi intrattengo con altro).
L'autorazzismo è da idioti, ma questa vena di razzismo generalizzato nei confronti della Germania secondo me squalifica il contributo alla discussione.
Quanto agli schiavi felici, cara Margherita, non è il mio caso. Peraltro io dall'euro sono uscito ormai da un pezzo. Vivo in un posto dove battono moneta, la disoccupazione è al 5% ma è pieno di gente che vive in mezzo ad una strada o che si barcamena come può; anche qui il futuro delle giovani generazioni è a rischio per le sconsiderate politiche di austerity del governo. E mi pare che siano gli ultimi nella classifica europea del Gini index. Anche qui la colpa è dell'Europa e si preparano per il Brexit.
Pure il nord Italia una volta era preciso e virtuoso.
EliminaPoi sono arrivati quelli più precisi e virtuosi di loro, i tedeschi, ad imporre le loro leggi, e pure il nord Italia é diventato vizioso, fannullone, con le strade dissestate piene di buche e lavori pubblici mai terminati.....
Francesco, te lo dico con affetto: sei solo un poraccio. Qui nessuno attacca "la Germagna". Qui si studia. Tu vai avanti a luoghi comuni, ma per farlo cercati un bar. In caso contrario, acquisisci il patrimonio comune di questo blog, in termini sia di metodo (distinguere livelli da dinamica e storia da aneddoti, ad esempio), che di contenuti, e poi torna. Tu hai bisogno di noi, e non lo sai. Noi non abbiamo bisogno di te, e lo sappiamo. Di cosa ti abbia detto tucuggino dell'unificazione tedesca me ne strabatto. Preferisco attenermi a un saggio che è già stato tradotto in due altre lingue europee. Stammi bene.
Elimina...poi si sono ritrovati la bandiera rossa sul Reichstag e hanno capito di aver sbagliato qualcosa.
Elimina"ma rispetto alle alternative mi sembra un bene che a guidare siano loro"
Accidenti come non darti ragione, basta guardare i risultati...secondo me tu sei Bagnai che tenta di fregarci ho indovinato ?
“L'unica ambizione che noto io nei tedeschi e quello che li distingue più nettamente dagli altri popoli è quella di fare meglio degli altri tutto quello che fanno. Vale per la maestra d'asilo come per l'ingegnere aeronautico.”
EliminaSi ma bisogna essere più generosi allora! È giunta notizia che anche per i militari è stata in voga questa ambizione. Del saccheggio, ad esempio, ne parlava Manzoni, tra gli altri.
Che poi dalla presenza di questa “ambizione” di fare meglio segua che si sia fatto e si faccia bene tuttavia, o addirittura meglio, beh, questo è proprio un problema di palato.
E però poi pure, mandando giù il boccone, bisogna averci lo stomaco completamente foderato di peli.
E' ben nota l'efficienza operativa e tecnica che avevano le divisioni Totenkopf, Das Reich, Leibstandarte, Hitlerjugend et similia (tralasciando di citare le migliori in forza alla Wehrmacht); per produrre un esempio, il mettere fuori combattimento un carro Tigre I richiedeva in media 4-5 carri Sherman, che non sarebbero tutti sopravvissuti; in Russia l’Untersturmführer Wittmann, operando con un carro Tigre, eliminò ben 10 T-34 soltanto durante il soccorso offerto a un altro carro immobilizzato del suo plotone, pur essendo il suo a corto di benzina e colpi perforanti (tutte le volte che esplodeva una carica, il cannoniere gridava nell’interfono il numero dei pochi proiettili rimasti). Simili aneddoti giustificano il fatto che in Normandia i carristi inglesi dei Cromwell, quando sapevano della presenza nelle vicinanze di carri Tigre, si consideravano già morti (erano peraltro apparsi in quell’occasione i primi esemplari del Tigre II, o Königstiger, una macchina da guerra ancor più temibile). Nonostante tutto, i soldati che combatterono la Germania nazista si accorsero gradualmente che nemmeno il fanatismo e l'indubbio valore in combattimento di unità scelte, come ad esempio le efficienti ed equipaggiate SS, facevano di loro dei superuomini. Ora, se vogliamo ripercorrere quella consapevolezza seguendone le medesime modalità d’acquisizione, a breve forse verremo pure esauditi. Contenti noi…
EliminaFrancesco caro, venire qui, un luogo comunque pubblico, a dire "tizio non so nemmeno chi sia" è quanto meno poco elegante. Hai perso minuti e minuti a scrivere commenti, e a leggere quelli degli altri, e non hai trovato pochi secondi per fare un giretto su google?
EliminaBeh, perdona, ma quella è proprio una affermazione da bar. E se non trovi il tempo per informarti su una cosa così piccola, come posso prendere seriamente tutte le altre informazioni con cui vorresti sostenere la tua tesi?
Forse è meglio che citofoni ad altro civico.
‘Quid? hic ’inquam‘ quis est, qui complet aures meas tantus et tam dulcis sonus?’ […] ‘Hoc sonitu oppletae aures hominum obsurduerunt; nec est ullus hebetior sensus in vobis, sicut, ubi Nilus ad illa, quae Catadupa nominantur, praecipitat ex altissimis montibus, ea gens, quae illum locum adcolit, propter magnitudinem sonitus sensu audiendi caret. Hic vero tantus est totius mundi incitatissima conversione sonitus, ut eum aures hominum capere non possint, sicut intueri solem adversum nequitis, eiusque radiis acies vestra sensusque vincitur’.
EliminaSomnium Scipionis (De re publica) VI, 18-19.
Esiste un canto, sommesso, ma fatto in armonia e corale, e bello, alto e umile: è quello di tutti gli italiani che lavorano, che si alzano la mattina presto e per uno stipendio molte volte non adeguato vanno a compiere il loro dovere, nell’amministrazione pubblica, nelle aziende, nelle scuole, nei negozi: dappertutto. Sono bravi cantori, non stonano: non rubano lo stupendio, ma si dedicano al proprio lavoro con dedizione e con senso dello Stato. Sono dipendenti pubblici, ma sono anche lavoratori privati, imprenditori: pagano le tasse, guadagnano, e lavorano: e vogliono continuare a farlo. Vogliono continuare a cantare quell’unico Inno italiano che le nostre orecchie non avvertono, perché ci siamo abituati, come chi nasce vicino alle cateratte del Nilo, o del Niagara; è quello che sembra non esista, rispetto a cui si notano solo le dissonanze – poche, perché solo essendo tali si notano: sono quelle dei corrotti, dei cattivi italiani.
È un dolce e grande suono di tanti italiani quello che riempie le mie orecchie: lo percepite, amici? Io sì, ma non tutti lo sentono, purtroppo: soprattutto quelli che non vogliono ascoltarlo.
@Francesco Z
EliminaÈ curioso. Io più leggo e giro l'Europa e più osservo come gli uomini si assomiglino molto. In effetti, le confesso un certo timore all'ipotesi di recarmi oltreoceano: non vorrei mai scoprire che anche lì è così.
@Martinetus Non potrei condividere in misura maggiore quanto ha scritto, che quasi mi emoziona.
EliminaA questo proposito mai, mai nella vita ho provato un senso di tristezza (come altri snobisticamente sostengono di provare) trovandomi mescolata alla folla che va a lavoro, camminando veloce sui marciapiedi al mattino, infilandosi nei metrò, sollevando le saracinesche, entrando in una scuola, accendendo un computer, aprendo un libro... anzi mi è sempre piaciuto, vedere persone indaffarate, occupate, attive, mi ha sempre dato un senso di soddisfazione e di gioia pensare "tutti noi stiamo andando al nostro lavoro".
Per me, che abito nella città celebre per la voglia di lavorare, sentirmi intorno questo brusio, questo ritmo, questo desiderio di fare, che nei casi migliori è anche voglia di partecipare, è sempre stato davvero percepire un "dolce e grande suono".
La tutela del lavoro e dei lavoratori dovrebbe essere tra i primissimi compiti dello Stato, poche cose mi fanno più orrore di strategie che tollerino o addirittura incrementino la disoccupazione, che umiliino le persone con paghette elargite al posto di un dignitoso salario, per non parlare del disprezzo gratuitamente riversato su lavoratori che a volte sono quasi eroici (penso per esempio alla sanità pubblica o alla scuola oggi).
Trovo che abbia scritto una cosa veramente bella, insomma.
@Francesco Z
EliminaGentile Francesco, con cortesia vorrei dirle che lei rappresenta quel male d'Italia, per il quale qui si appronta una cura. Per quanto mi riguarda, non provo più interesse a dialogare con persone come lei. Potrebbe abbandonare al suo triste destino questo blog? Siamo una ciurma alla deriva, e così desideriamo rimanere. Vielen Dank
Come mai in Europa non abbiamo delle software house di un certo rilievo, e sopratutto i tedeschi non le hanno, che si credono i primi della classe. Qualcuno può spiegarmelo?
EliminaSignora Nat,
Eliminagrazie dei complimenti.
Francesco Z non è una persona gradita in questo blog, né in alcuna altra comunità della quale io o altri di noi dovessimo mai essere responsabili, compito che comunque assumeremmo con la piena consapevolezza di dover prima allontanare elementi di questa fatta, e solo a condizione che ciò ci venisse reso possibile dalle leggi prevalenti. Non stiamo lottando da anni contro il luogocomunismo e l'autorazzismo per niente. Appare ogni giorno più evidente come questo atteggiamento di infondata subalternità culturale sia il cancro che effettivamente corrompe il nostro paese e impedisce non tanto a noi, quanto a chi ci governa, di difendere il nostro ruolo e i nostri interessi.
EliminaLa "porca rogna italiana dell'autodenigrazione", alimentata da giornalisti sopravvalutati come Montanelli o Scalfari (ed epigoni), non solo impedisce a chi ci governa di difendere il nostro ruolo e i nostri interessi, ma anche dà a chi di loro non vuole farlo (figuri alla Monti, che difendono piuttosto gli interessi e il ruolo della loro classe) un ottimo alibi, culturale e perfino etico. Dà loro la possibilità di sentirsi dei benefattori invece che dei traditori.
EliminaÈ un immenso lavoro culturale distruggere l'autorazzismo italiano, qui lo si fa, e dobbiamo tutti farlo.
Per quelli come Francesco ci vuole un bel Ma lasciamo perdere!
Elimina“è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”
RispondiEliminaTra le poche cose che sono riuscito a fare veramente mie qui è la più importante.
Quello che per te e me è una uscita (quanto spendo per il petrolio) per gli amici Yuri o Abdul-Azeez sono una entrata.
Se opero per avere poche uscite e molte entrate sono un mercantilista, mi arricchisco dapprincipio, ma creo il deserto economico intorno a me ed alla fine avrò la guerra.
Le conclusioni mi sembrano precipitose.
EliminaPerchè, in primo luogo, lasciare che il mecantilista si arricchisca se ciò è contro il mio interesse? Il mercantilista non prende solo i soldi, dà anche un prodotto in cambio. Prima di fare la guerra posso cercare il modo di non farlo arricchire senza averne qualcosa in cambio. Se non funziona, posso smettere di comprare da lui e rivolgermi ad altri. Oppure posso mettermi a produrre le stesse cose e venderle sul mio mercato e su altri. Questa ultima è la cosa più difficile perchè a parità di tutto il resto impone di saper produrre cose migliori allo stesso prezzo o cose simili ad un prezzo più basso.
Vista l'impossibilità della sfida, resta la soluzione prospettata dal Prof, cioè quella di lasciar stare un gioco in cui le regole favoriscono il più forte e provare qualcosa che dia una chance anche ai meno adatti.
E' un atteggiamento rinunciatario che da italiano accetterei con riluttanza ma al quale non posso negare piena legittimità, preso atto delle condizioni in cui versa il paese.
Caro Z,
Eliminascambi gli effetti con le cause. Ti ri-consiglio di chiedere la cittadinanza tedesca.
@Francesco
EliminaUn freeclimber che eviti di salire sul ring con un pugile è un rinunciatario o un vigliacco?
L'intelligenza è nel giocare il proprio gioco, quello nel quale si è più dotati. E capire in cosa si è più dotati (es. PMI vs. grande industria, servizi vs. produzione, ecc.) è il primo passo verso il successo e la più proficua espressione delle proprie potenzialità. Con l'euro il freeclimber ha infilato i guantoni del mercantilista (ci sono migliaia di pagine del professore che lo spiegano) e, come era ovvio a priori (altre migliaia di pagine), ne esce pesto. Il bello è che lui, invece, per capire aspetta di farsi ammazzare, come tu ben dimostri. Perché, oltre a non saper boxare, il nostro arrampicatore non legge. Ho fatto un esempio banale, certo, ma per conformarmi al livello chiacchiera, tipo "posso mettermi a produrre le stesse cose e venderle sul mio mercato e su altri". Di precipitoso direi che c'è solo il tuo modo di affrontare la discussione.
Peccato che @Francesco non comprenda che al gioco del mercantilismo non si salva nessuno, nemmeno la Germania. Perchè fottere i vicini e creare il deserto intorno alla fine produrrà inevitabili conflitti. Tragedie che abbiamo già visto in Europa.
EliminaBene, abbiamo trovato il fratello di Yanez!
EliminaScusami Stefano, ancora una volta si tratta di capire il senso di quello che viene detto. Nessuno ha detto che l'inflazione sia la soluzione o che sia un bene assoluto! Semplicemente nell'intervista viene fatto notare come gente blasonata che ci aveva indottrinato con considerazioni del tipo l'inflazione è cattiva, adesso che siamo in deflazione venga a dirci che vorrebbero un pò più inflazione e non riescono a "crearla"! Non sono quello con le basi in grado di spiegarti bene come, quanto e quando sia bene o male l'inflazione. Mi pare però abbastanza chiaro il concetto che ormai conosciamo: con disoccupazione alta, stipendi in calo ed austerità non c'è consumo e non ci può essere inflazione. L'inflazione è una conseguenza e non una causa della nostra ricchezza.
RispondiEliminaDal sito dell'ENI - per ricordare che noi, il petrolio, lo esportiamo! (raffinato):
RispondiEliminaL’Italia è esportatrice netta di prodotti petroliferi (nel passato product supplier del Mediterraneo) e, se tale caratteristica fino a qualche anno fa ha rappresentato un punto di forza del sistema industriale italiano, nel mercato odierno si trasforma in un handicap. A differenza dei principali partner UE, l’Italia è nella posizione unica di esportatore non solo di benzina ma anche di gasolio. Oggi si ritrova stretta tra due tenaglie: da un lato i tradizionali outlet per la benzina europea si restringono (riduzione export verso USA e Medio Oriente), dall’altro cresce la competizione internazionale per soddisfare il deficit di gasolio europeo. Cresce l’export da Russia, Golfo USA e Medio Oriente, che presentano vantaggi competitivi verso l’Italia.
Nonostante una riduzione di capacità di oltre il 20% dal 2006 a oggi, le chiusure non hanno compensato il vero e proprio tracollo dei consumi interni che hanno evidenziato una riduzione pari al doppio di quella europea (nello stesso periodo, -29% vs -14% Europa OCSE). Questo significa che in questi anni il Paese, già esportatore netto sia di benzina che di gasolio, ha accresciuto il suo surplus di prodotti anziché ridurlo.
Ha ragione Pippo.
RispondiEliminaAscoltando le parole di Draghi ho ripensato al noto proverbio cinese del dito che indica la luna e dello stolto che guarda il dito. Sarà deformazione professionale, forse, ma sono spinto alla diagnosi (diagignoskein=capire) dei fenomeni di comprensione non semplice. E a proposito del ragionamento su deflazione, inflazione, e "forze occulte che cospirano contro la crescita dell' inflazione" ho pensato alla febbre. La febbre è un sintomo (sumptoma=evenienza) di una malattia, non la malattia. Quindi chi si ponesse l' obiettivo di curare soltanto il sintomo inevitabilmente fallirebbe, perchè ignorando la causa della febbre non avrebbe gli strumenti di conoscenza per mirare la terapia al bersaglio vero. Farebbe così la fine dello stolto che guarda il dito. Anche l' andamento dei prezzi (deflazione, inflazione) è forse un sintomo economico. Denuncia una malattia più profonda che non si conosce, o peggio, non si vuole affrontare perchè sarebbe controproducente per colui che la rivela. Insomma, se un paziente ha la febbre, dovrei diagnosticare la causa e curare sia il sintomo, ma soprattutto la malattia causa. A volte capita che un malato particolarmente compromesso, invece della febbre, sviluppi una temperatura più bassa del normale, cioè una ipotermia (Temperatura inferiore a 36 ° C). Il terapeuta stolto di fronte ad una ipotermia potrebbe suggerire il riscaldamento del povero malato, che invece necessita probabilmente di un chirurgo per una grave sepsi addominale.
RispondiEliminaEcco, curare la deflazione come fosse la malattia mi fa pensare a quei terapeuti cialtroni e stolti (oppure semplicemente un po' preoccupati del proprio ruolo) che si rifiutano di analizzare le cause, cioè fare diagnosi.
Tutto questo Draghi lo sa meglio di noi.
EliminaÈ questa la cosa triste.
È probabile che Draghi le cause non è che si rifiuta di analizzarle, semplicemente non ne ha bisogno perché le conosce bene. Tutto il resto è solo una scenata.
Un off-topic per stimolare (provocare?) il piacere del Professore per la storia, la cultura, le connessioni, l'uso dei termini ("liberale", "radicale"). Settant'anni fa nasceva il Partito Radicale, staccandosi dal Partito *Liberale* Italiano. Tra i punti programmatici alla fondazione: Lotta ai privilegi e ai monopoli economici, Riduzione dei dislivelli esistenti fra i cittadini, le classi sociali e le Regioni.
RispondiEliminaPensa che brutta fine.. che effetto fara' perseguire tutto il contrario del glorioso obiettivo?
EliminaQuando ti accorgi cosa hai creduto te ne vergogni parecchio. A me (ex-radicale) successe cosi, spero sia successo anche ad Andrea.
Se voi smantellare lo stato e privatizzare in regime di monopolio NON SEI (manco) LIBERALE. Sei fuori dalla legalita'. PUNTO.
Tanto biscicare dello Stato di Diritto quando poi invece i principi fondanti lo stesso patto sociale, i super-principi della Repubblica, vengono sconvolti e brutalizzati, che hanno fatto i radicali? Niente? No, peggio. La Bonino che abbraccia Monti, prima di lui solo Mussolini divento' PM in modo cosi "fuori" dalle regole.
Il partito radicale e' una vergogna forse addirittura peggiore del PD stesso.
Stanno (spero non doevr dire "state") tutti li a dire "+EU".. massiiiii, buttiamo via tutto (lo stato, la nazione, la Costituzione) in cambio di niente (la governance di una "commissione" che non ha nessuna legittimita' democratica).
Andrea se non l'hai gia' fatto, ripijate, e comincia dalla sezione per cominciare.
Sergio
Partito dei ”radicali liberi”.
EliminaQuello più giovane ha settant'anni!
Ormai sono scomparsi, per fortuna
Tranquillo, mai stato radicale (ho cominciato a votare all'inizio degli anni novanta, quando il pr era già finito purtroppo). Ma mi ha colpito leggere la sua storia e i suoi ideali iniziali, non colpisce solo la distanza dal pr di oggi ma anche la distanza tra le italie, tra i contesti, tra le europe, tra le parole.
RispondiEliminaSe è per questo, ancor più bizzarro è il percorso del partito socialista, visto a più di un secolo dalla sua nascita, avente per fine la rivoluzione proletaria, oggi il PPE rappresenta quanto di più borghese, filo-capitalista e filo-imperialista ci sia in Europa.
EliminaDal punto di vista di uno che le ha vissute, quelle parabole infelici (pur non appartenendovi mai), la funzione-euro ha fatto precipitare, dal punto di vista economico, il rinnegamento politico che era già in nuce nei decenni prima. E, magra consolazione, ha fatto chiarezza delle ambiguità dietro cui i partiti (Pci compreso) si nascondevano riguardo la difesa dell'interesse dei lavoratori. Quando la Storia deciderà di rimboccarsi le maniche, mi auguro che qualche storico porti alla luce tutti gli aspetti di quel loro percorso politico d'abiura e svendita.
EliminaOvviamente volevo scrivere PSE e non PPE. Scusate il refuso.
EliminaOT (perdonate)
RispondiEliminaCome finisce un IDE
"Nel pomeriggio, i lavoratori sono intervenuti bloccando uno dei camion che stava partendo: è arrivata la polizia e a stretto giro gli assessori Piazza (Comune) e Rixi (Regione), oltre a Bruno Manganaro della Fiom - Cgil. Si è trovato un accordo di massima perché l’azienda, che produceva poltroncine speciali per attività dentistiche o simili, riconosca qualche cosa ai 16 lavoratori che comunque saranno lasciati a casa. Il tavolo di discussione è previsto per lunedì. "
EliminaSiamo alla mancetta... maledetti.
Ma la ditta dove se la portano? In Germania? Maledetti anche loro.
Renzi verrà sostituito ?
RispondiEliminaMah, il discorso è un po’ più ampio, a mio avviso.
Mario Monti prima, ed Enrico Letta dopo, hanno rappresentato, in estrema e brutale sintesi, la mafia tedesco-europea. Con la macelleria sociale che ne è conseguita.
Renzi, invece, con la Boschi, Lotti e compagnia bella, rappresenta la mafia-massoneria italiana. Quella dell’economia sommersa, dell’evasione fiscale, del riciclaggio di denaro, dei pagamenti in nero. Tutte misure, queste ultime, che in ogni caso rappresentano anche una reazione all’euro, poiché permettono di mantenere i profitti in Italia, anziché mandarli in Europa.
Ecco, dunque, che sono d’accordo con il Prof., soprattutto quando dice che chi verrebbe dopo Renzi potrebbe essere peggiore dello stesso Renzi.
In conclusione, come italiani, con questo governo ci siamo ripresi, maldestramente, la sovranità, in parte anche monetaria. Le esportazioni sono ripartite, un minimo ed anche l’occupazione. Alla faccia della Merkel e compagni.
Mi duole dirlo ma dobbiamo augurare lunga vita a questo governo.
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RispondiEliminaalla fine di tutto , visto che questo è un'agorà ( chissà se l'apostrofo è corretto ) di economia , chiedo a chi volesse intraprendere un conteggio di cui io non dispongo elementi per farlo , quanto ipoteticamente costerebbe alla Germania invadere l'Italia con i panzer ( pura ipotesi teorica naturalmente) senza conseguenze internazionali e quanto costerebbe invece aquisirla piano piano scartando le parti non profique , naturalmente ipotizzando costi e benefici quali distruzione e ripristino nel primo caso ipotizzato . Ho scritto Germania Italia ma potrebbe essere qualunque altro paese , condizione necessaria che il conquistato possa difendersi ma perdere in ogni caso . Forse è una cosa stupida, ma se io fossi il banchiere che finanzia lo vorrei sapere ?
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