...quia nescitis qua die Dominus vester venturus sit. Illud autem scitote quoniam si sciret pater familias qua hora fur venturus esset, vigilaret utique et non sineret perfodi domum suam. Ideo et vos estote parati, quia, qua nescitis hora, Filius hominis venturus est.
(...avevo appena lasciato Uga e Rockapasso alla libreria dell'Auditorium, quando controllando la posta sul minion trovo una lettera che mi lascia impietrito. Uno di noi - perché esiste un noi - ha subito un grave lutto - e naturalmente, se non vi dico chi è, significa che non dovete chiedermelo.
Mi scriveva quasi per scusarsi della sua assenza, che avevo notato, e del suo non riuscir più a seguire quanto ci diciamo qui, perché nulla riesce più a destare minimamente il suo interesse.
Queste poche parole, che arrivano in un momento per me non semplice - ho dovuto annullare Ginevra, come chi si era iscritto ha saputo, e non lo avrei fatto senza motivo - mi hanno riempito di dolore, ma anche di gratitudine. Io invecchio, e quindi, come immaginate, la morte comincia a colpire intorno a me: genitori, zii, amici... Eppure, conforme al personaggio che ho ritenuto di dovermi cucire addosso, pochi lutti erano riusciti a scuotermi così. Mi è molto mancato Felice, al nostro compleanno, ma Felice lo conoscevo, lo avevo visto, abbracciato, ci avevo parlato, e con Carmen lavoriamo insieme spesso. In questo caso, invece, si tratta di una persona che non ho mai visto, anche se, come con tutti voi, ho passato diverso tempo a cazzeggiarci nel corso degli ultimi tre anni. Spero che condividere con me il suo dolore l'abbia sollevata, ed ha senz'altro sollevato me, perché mi ha ricorato il Vangelo di stagione, che aiuta a mettere le cose in prospettiva, e perché mai quella persona avrebbe ritenuto di aprirsi a me, se non avesse, in tanti anni di dibattito, capito cosa ci distingue dai nostri nemici: l'umanità.
Che è una cosa della quale, forse, i fatti ci costringeranno a privarci - e quello sarebbe il nostro fallimento.
È la vostra qualità umana che rende questa esperienza unica al mondo. Viceversa, lo squallore di chi ci vuole sopprimere, l'abiezione di chi vuole mortificare la nostra umanità, di chi disconosce la nostra cultura, di chi dileggia la nostra dignità, di chi vuole privarci della nostra sussistenza, la dialettica da bar degli influencer minori, la povertà di logica, ma soprattutto di empatia e di lungimiranza - perché puoi anche battertene il cazzo di quello che succede agli altri, ma se non capisci che potrebbe succedere anche a te non sei poi furbo come credi - degli utili idioti prezzolati è abbastanza uniforme attraverso i continenti. Gli uomini valgono quanto gli obiettivi che si danno, che poi, in logica successione, determinano il linguaggio che usano, l'ortografia che adottano, e l'aspetto che hanno.
Solo in questo paese che tanto si denigra la reazione all'Efialte globale è stata all'altezza della sfida.
Torno, triste, ma determinato, al compito di dichiararlo nelle principali lingue occidentali, perché dobbiamo vincere per quelli che resteranno dopo di noi e per quelli che non ci sono ancora, ma anche per quelli che non ci sono più. Sarà un bel giorno quello in cui vedrò tornare fra noi chi ora ha bisogno di raccoglimento...)
Sono triste e stanco per una serie di motivi miei, soprattutto professionali. Negli ultimi tempi mi pare anche inutile leggere quello che qui ci scriviamo, eppure torno sempre, come a una casa, a ina famiglia che per un po' almeno mi conforta.
RispondiEliminaHa scelto la parola giusta: umanità. È chiaro che qui tra mille cose serie e mille boutade, questo sentimento c'è, ci pervade tutti e ci accomuna, in un modo o nell'altro.
In questo mio momento difficile, approfitto di questo suo post per ringraziare tutti voi, e per fare le mie più sincere condoglianze a questo amico che non conosco.
We few, we happy few, we band of brothers.
Dio vi benedica e grazie.
Caro Alfonso mi sento anche io così ma non voglio lasciarmi abbattere. Grazie di esistere a tutti voi e condoglianze all'amico sconosciuto.
RispondiEliminaMi dispiace molto. Dagli amici del blog, da questo blog ho ricevuto tanto - credo più di quanto si possa pensare - mi piacerebbe riuscire anche solo un poco a essere vicina a un amico in un momento così duro. Provo con questa musica, che a volte mi consola. Grazie, prof
RispondiEliminaPerò questa esecuzione è moooolto volitiva...
EliminaNe sentirò un'altra decina e foooorse riuscirò a coglierlo (dopo migliaia di ascolti)
EliminaGuarda, famo prima così, vedrai che cogli subito il senso della mia osservazione (Bagnai romanticooooooooooooo)... E se guardi dentro di te, vedrai che ti senti così. E anch'io (Bagnai internistaaaaaaaaa)...
EliminaPossiamo anche fare così, che magari qualcuno non lo vede...
EliminaGrazie, prof. Ora sto vagando per la Pastrufazio da bere (leggi: osservando le pantegane che fanno capolino dalle oscurità sotterranee che fiancheggiano i binari della metrò), ma appena arrivo a casa ascolto tutto.
Elimina@ Nat
EliminaLe dinamiche?
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dinamica_(musica)
@Alliv Grazie. Tu non trovi che questo brano trasmetta con forza il senso di una (per quanto possibile serena) ineluttabilità? Comunque devo ascoltare ancora molte volte tutte e tre le esecuzioni prima di capire. Ma anche la prima continua a piacermi.
Elimina@ Nat
EliminaIl Romanticismo senza romanticismo non è Romanticismo.Si lasci andare,ascolti i moti del cuore,vedrà che il brano si mostrerà in tutta la sua tragicità;-)
Torno in modalità "cazzaro"!Saluti.
Sì,in un altro commento l'ho definito tragico.In realtà,riascoltandolo,sembra che le tensioni,l'ineluttabilità si stemperino in uno stato di quiete,di dolorosa consapevolezza
EliminaMi associo, come al solito non trovando parole adatte.
RispondiEliminaUn abbraccio a chi va e a chi resta.
Condoglianze davvero sentite al compagno in lutto.
RispondiEliminaIn subordine, professore, grazie in particolare di queste parole: "Gli uomini valgono quanto gli obiettivi che si danno, che poi, in logica successione, determinano il linguaggio che usano, l'ortografia che adottano, e l'aspetto che hanno."
Non le nascondo (e a che pro, lei ha visto da subito che je n'avais pas l'habitude) che avrei voluto restare in provincia, studiare solo le cose che mi piacciono, laurearmi pigramente fumando mille spinelli, farmi una famigliola e insegnare letteratura - al massimo al liceo. Poi è arrivata la durezza del vivere, ed è ancora difficile capacitarsene. Qui nel Salento ci costringono a tagliare gli ulivi, ci impongono di non ripiantarli, alberi che hanno dato da vivere a decine di generazioni. Ci abituano a sgomitare in modo disumano per uno stage a 2000 km da casa, ci chiamano choosy se vogliamo stare vicini ai nostri nonni... E sono solo pochi esempi. Come ben sa sono ancora una persona parecchio sciatta e sensibile al richiamo della foresta, ma quello che si impara qui - dal po' in su - mi spinge a darmi obiettivi più alti. Magari alla fine varrò di più. E sarete stati lei e questi magnifici compagni a motivarmi. Grazie.
In Gallura un antico proverbio recita: "castagna, ca ni pianta non ni magna". Non credo ci sia bisogno di traduzione. Onore a tutti coloro che fanno le cose per chi verra' dopo di loro. Come l'uomo ha sempre fatto per millenni.
RispondiEliminaMagari non è lei, ma anch'io avevo notato un'assenza. Un abbraccio sincero a chi sta soffrendo e un abbraccio anche a te, Alberto, ti vogliamo davvero bene. Magari perderemo, ma - ne sono certo - non falliremo.
RispondiEliminaN. e D.C.
E se sconfitta sarà, che ci siano di conforto le immortali parole del nolano "Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l'aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille."
EliminaGiovine Baroni, lei è un disfattista!
EliminaCol cazzo che perderemo!
E come vedi il germe del disfattismo va cauterizzato, perché si diffonde...
EliminaMi perdonino lor signori, ma io non ho detto certo che perderemo. Solo trovo che la battaglia che più conta, il generale dal bell'orecchio già l'ha vinta e già la stia vincendo. Il disfattismo non rientra tra i miei attributi naturali.
EliminaGli uomini non sono divenuti automi computerizzati, ricevono input dalla propaganda ed eseguono.
EliminaSenza cervello, senza cuore.
Senza logica, nè affetti, nè rispetto nè amore.
Mah, vedetela come volete.
Ma come cittadini italiani, come cittadini del mondo, come umanità, abbiamo perso.
Intanto la fiducia negli altri.
Poi, la pazienza.
Poi, la speranza nel futuro.
D'accordo, quando gli Euristi affogheranno nella propria merda, vedendoli colare a picco grideremo loro: "te l'avevamo detto", facendo ciao ciao con la manina.
Però, forse perchè non ho sete di vendetta,
nè ira da placare (quando mi arrabbio mi passa subito),
tutto questo mi mette solo tristezza.
Dio, questo solo mi resta.
E lo sconforto di fronte al potere immenso di Satana.
Voi, che emergerete dalla marea
RispondiEliminanella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando piu' spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sara' venuto il momento
in cui l'uomo e' amico dell'uomo
ricordatevi di noi
Con indulgenza.
Bertolt Brecht
Non posso fare molto più che offrire ciò che vorrei per me. Una cortina di fumo si, ma nasconde... .
RispondiEliminaps https://youtu.be/eRy6CRHSBTw
Mi tengo per me la sensazione dell'amico assente. Condoglianze sentite.
RispondiEliminaPer il resto "stare" qui, anzi ritornare ogni volta in questo blog (ma anche quello di Luciano e di Carmen )è come rientrare a casa.
Spero con tutto me stesso, non voglio perdere la speranza ne l'umanità (dice bene), che le cose possano cambiare volgendo al meglio.
Vinca la vita, non l'oscurità.
Non è il vero senso di colpa che provo, piuttosto la sensazione di non aver fatto la cosa che andava fatta e che in certi momenti avrei voluto fare sentendomi uno di “noi”.
RispondiEliminaIl 14 ottobre è morta mia madre.
Fino a oggi ho scelto di stare in silenzio perché ogni volta che lo dicevo a qualcuno il dolore aumentava.
Per il nostro amico vorrei trovare qualche parola giusta, ma nonostante il potere delle parole, credo che in questo caso possono fare poco, e lo dico per esperienza.
Però anche parole che servono poco sono meglio di nessuna parola... Mia madre è morta da tanti anni, ma ancora ricordo alcune delle parole che mi sono state dette allora, e le persone che me le hanno dette. Vorrei poterti dire parole così, Dragan, ma almeno ti mando un abbraccio.
EliminaAllo stesso modo ringrazio di nuovo tutti quelli che, mesi fa, mi scrissero una parola di conforto dopo una morte pur annunciata nei fatti, logica, inevitabile e persino auspicabile.
EliminaVi ero preparata da tempo, ma fu sempre uno stacco da accettare e, come possibile, ricucire.
Mi venne naturale scrivere qui, forse non in grado di affrontare tutto da sola.
Una parola a @Dragan, che spesso pensa e trascrive saggezza: siamo qui, come possiamo.
Questa mia canzone avvolgerà attorno a te, bambino mio, la sua musica come le affettuose braccia dell'amore.
EliminaQuesta mia canzone toccherà la tua fronte con un bacio di benedizione.
Quando sei solo, si siederà al tuo fianco e ti sussurrerà all'orecchio:
quando sei tra la folla ti circonderà di riserbo.
La mia canzone sarà come un paio di ali ai tuoi sogni, trasporterà il tuo cuore al limite dell'ignoto.
Sarà come la fedele stella lassù quando la notte scura è sulla tua strada.
La mia canzone siederà nelle pupille dei tuoi occhi e porterà il tuo sguardo dentro il cuore delle cose.
E quando la mia voce sarà silente nella morte, la mia canzone parlerà al tuo cuore che vive.
Rabindranath Tagore
Che la sua voce ti accompagni e ti parli sempre. Un abbraccio.
Grazie a tutti.
EliminaScrivendo l'ultima frase avevo pensato che la stessa poteva essere interpretata in modo differente da come volevo venisse compresa. L'ho lasciata così pensando, comunque, che tra: “le parole possono fare poco” e “parole non servono” ci fosse una bella differenza.
Eppure mi sono sbagliato e ho sbagliato a buttarla giù così.
Se avessi scritto che le parole fossero più che necessarie, ma nel mio caso avevano fatto poco, avrei fatto meglio, credo.
Bene. Se comunico male non posso aspettarmi di essere compreso bene.
Grazie ancora, e ringrazio il padrone di casa per lo spazio che ci concede e la pazienza infinita nella quale si riflette la sua umanità profonda.
Wislawa Szymborska
RispondiEliminaNon s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
In un momento molto triste mi sono trovata a recitare dentro di me tante e tante Ave Maria, e ho trovato in questo consolazione. Ieri ne ho suonata una meravigliosa e spero porti consolazione a chi soffre.
RispondiEliminaCon affetto
A me vien dal cuore questa ...
RispondiEliminaMi dispiace molto, condoglianze di cuore a chi ha subito la grave perdita.
RispondiEliminaOrmai il blog è un po' un approdo sicuro in cui è confortante tornare dopo molte tempeste.
Le auguro di poter tornare, non sarà come prima, ma qua ci può considerare amici.
Un abbraccio
Non c'è granché da dire di fronte alla morte, Prof. Io sono uno di quelli che non è emigrato per volontà sua, ma perché non c'era alternativa. Ora, siccome io ho 54 anni, e mia madre 81, so bene che mia madre morirà senza che io possa essere con lei in quel momento. E mi dispiace, perché ero con mio nonno, con mia nonna, con mio padre, e con mio zio, quando hanno lasciato questa terra. Da mia zia, che era emigrata in Francia nel 1940, non ho potuto arrivare per tempo, se non per il suo funerale. Capirai, dunque, credo, perché io citi sovente le parole di Micheal Collins sugli inglesi "Li odio perché hanno reso l'odio necessario".
RispondiEliminaMa penso che nessuno riuscirà a privare le persone che partecipano a questa comunità della loro umanità (che, peraltro, è ciò che mi fa compulsare queste pagine - non l'economia, che pure sto studiando a tempo perso sull'Acocella), nemmeno dovessero trovarsi gettate nelle trincee. Uccideranno, perché ciò è inevitabile in guerra. Ma lo faranno, comunque, con dispiacere, e con quel tanto di umanità resa possibile dalle circostanze.
Imparo, impariamo, da lei, una cosa per nulla scontata (e, per me, che nn credo negli dei, è realmente una scoperta): accettare la realtà per quella che è, compresi i tradimenti, i voltafaccia, i cambi d'abito. Che non vuol dire perdonare nulla e, anzi, significa esigere quantomeno le scuse (perché può perdonare solo chi si senta superiore, migliore, e siamo tutti esseri umani e tutti quanti infine avremo due metri di terreno),
La cosa migliore che ho trovato è la poesia di Szimborska. Non è granché, di fronte al nulla che ci attende tutti. Pure, non mi pare inutile.
Buona vita
Guglielmo
Wislawa Szymborska
Sulla morte, senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
Sentite condoglianze alla persona amica che ha subito la perdita di un suo caro.
RispondiEliminaRequiescat in pace.
Ma, poi, come diceva il sommo Talete: θάνατος οὐδὲν διαφέρει τοῦ ζῆν.
Questo splendido e struggente addio; lo dedico a a questo ignoto e straordinario amico che ha toccato il mio cuore.
RispondiEliminaSentite condoglianze anche al signor Dragan Garić.
RispondiEliminaCondoglianze al nostro fratello o sorella. Oggi siamo stati in compagnia del nostro Vescovo Giovanni, in visita alla comunità parrocchiale. Una giornata di comunione con moltissime persone diverse, ma si percepiva un clima di serenità. il Pastore ha detto: "non mettete l'IO al centro, non parlate usando "secondo me" solo insieme agli altri e preparandoci oggi si riescono a fare le cose domani" . Poi ha concluso con questo proverbio che gli raccontò una vecchia friulana dopo il terremoto del 1976 a Buia (UD): "sulla via dove non volevi camminare, dovrai correre"
RispondiEliminaMi associo al cordoglio e condivido la sensazione di tornare fra amici, in un luogo familiare.
RispondiEliminaPosso solo donare, con doglianza, qualche verso pescato nel vento...
RispondiEliminaNoi
Non sono solo,
perché mi hai parlato.
Non sono triste,
perché mi hai sorriso.
Non sono scoraggiato,
perché mi hai dato la mano.
Non sono vuoto,
perché mi hai ascoltato.
Ogni volta che il frastuono ha coperto la tua voce,
ho avuto paura.
Finché un giorno, lontano,
ho scoperto che potevo parlare, sorridere, dare una mano, ascoltare.
E la paura, dentro,
è svanita.
(Anonimo spilambertese)
A proposito di materia e trasformazioni , ho trovato interessante questo contributo del prof. Emilio Del Giudice, fisico e ricercatore
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=oUl_c-H3Zqo#t
al min 25’ 30’’
“L’ economia di oggi è patologica, e genera patologie. “
al min 24’30’’
c’è bisogno di risuonare con gli altri attraverso l’amore e l’apertura agli altri
il testo è riportato in questo sito
http://www.mauroscardovelli.com/FS/Filosofia_e_scienza/Fisica_Quantistica-Del_Giudice.html
Condoglianze anche da me, seppure non ci conosciamo, e pure a Dragan Garić.
RispondiEliminaAnni fa feci l'ultima visita a un vecchio amico, con i giorni contati per una malattia. Impossibile prepararsi, impossibile razionalizzare. Lucido lui, paralizzato io. Fu lui a salvarmi dicendo che parole o silenzio non importa, l'umanità testimoniata dalla presenza e dal pensiero è tutto. Non lo vidi mai più, ma lui sapeva che lo avrei pensato sempre.
Caro Alberto, solo ieri sera un'amica mi ha telefonato piena di sorpresa perché ascoltando la tua introduzione al convegno di Pescara ti ha sentito ricordare Felice e mostrarci così davanti a tutti il tuo affetto. Non lo sapevo, perché addirittura non ho ancora ascoltato tutto e questa parte mi era sfuggita! Mi commuovi e te ne ringrazio, ma non mi sorprendi...
RispondiEliminaVorrei dedicare qualche parola al nostro amico: non mi succedeva quasi mai, prima, di passare dei giorni interi lontano da Voci e da qui. Ma ora mi succede: la assoluta definitiva irrimediabile mancanza di una persona che era vicina è un fatto così ingombrante (assai più ingombrante della sua presenza, e nel caso di un marito come il mio ben lo era!) che impone un silenzio, un'attenzione, un tender l'orecchio, per cercar di percepire quelle risonanze dei cuori che forse sono capaci di attraversare le barriere dei mondi, e avvicinarci.
Ma quella stessa qualità di risonanza ci riporta di nuovo anche qui, dove vibrano forte quei sentimenti condivisi che tutti sappiamo, e che ci uniscono tutti, quelli che siamo e anche quelli che erano. Un abbraccio caloroso.
Solo chi ha subito un grave lutto per la perdita di un famigliare o una persona importante per la propria vita SA cosa significa, negli altri casi uno si immagina con sincerità di capire e certamente non potrebbe essere che così.
RispondiEliminaE così la ferita che hai impressa per sempre nella tua anima ti rende sensibilissimo alle perdite delle persone che hai vicino perchè allora puoi comprendere lo strazio e il tempo che servirà loro per ricomporre quel dolore, al termine del quale non saranno più la stessa persona.
In questo luogo dove ha trovato conforto la mia voglia di capire, e tante risposte ai tanti perchè, nonchè il conforto della vicinanza con tutti voi, che quotidianamnete frequento, rinnovo la mia gratitudine a lei Alberto, e a tutti voi.
Credo di aver letto questo post almeno dieci volte.Ieri ho acceso una candela, mentre pensavo a queste parole: Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Gv 11,25).
RispondiEliminaRitrovo esattamente ciò che provo nelle bellissime, vere, parole di Carmen, non riuscendo, sforzandomi, ad aggiungere altro, tranne abbracciarvi in silenzio.
RispondiEliminaIl compatimento è uno dei sentimenti che più ci fa umani. Patisco con voi che soffrite perché l'esperienza del dolore è una cosa che si impara a conoscere vivendo.
RispondiEliminaSono vicino, e mi sento vicino, a tutti voi.
Requiem aeternam
RispondiEliminadona eis Domine
et lux perpetua luceat eis,
requiescant in pace.
Amen
Ho un Uccello in primavera
RispondiEliminaChe per me sola canta -
La primavera ammalia.
E quando l'estate s'avvicina -
E quando la Rosa appare,
Il pettirosso se n'è andato.
Ma non me ne rattristo
Sapendo che l'Uccello mio
Pur se volato via -
Impara al di là del mare
Nuove melodie per me
E tornerà.
Sicuri in una più salda mano
Custoditi in una più fidata Terra
Sono i miei -
Ed anche se adesso vanno via,
Dico al mio cuore in ansia
Essi sono tuoi.
In più sereno Splendore,
In più dorata luce
Vedo
Ogni piccolo dubbio e paura,
Ogni piccola discordia di quaggiù
Sparita.
Dunque non mi rattristerò,
Sapendo che l'Uccello mio
Pur se volato via
Da un albero lontano
Splendenti melodie per me
Invierà.
(Emily Dickinson)
Sentite Condoglianze per questo nostro amico.
RispondiEliminaLa vita sa essere spietata, specie di questi tempi.
Non dobbiamo demordere, non possono vincere sempre loro.
È solo che il cuore
RispondiEliminami si spezza,
tesoro mio,
al pensiero
che io…
che abbia potuto…
trovare
per tutto questo.
Caduto fuori dal tempo.
David Grossman
Sono vicino a tutti voi che avete perso persone care.
Peccato che mi sia sfuggita nel copia/incolla l'ultima parola: "parole".
EliminaSembra che David Grossman si vergogni quasi di continuare a scrivere dopo la morte del figlio.
Grazie a te, @questa è l'acqua, per queste parole.
RispondiEliminaUna piccola dedica a questa persona che non conosco ma che e' uno di noi. E' una parte della poesia alla quale sono piu' affezionato (A. Rimbaud), dai miei ricordi di scuola:
RispondiEliminaToits qui dégouttent, murs suintants, pavé qui glisse,
Bitume défoncé, ruisseaux comblant l'égout,
Voilà ma route - avec le paradis au bout
Proprio perchè inserita in un contesto caricaturale, trovo questa sequenza di una nota pellicola di Monicelli di estrema umanità e dolcezza.
RispondiEliminaSpero sia gradita...
Sto recuperando leggendo i post a ritroso...
RispondiEliminaMi unisco a tutti voi nell' abbraccio a questo/a amico/a sperando di riaverlo/a quanto prima qui tra noi.
Questa comunione di anime sconosciute è veramente bellissima ed è tutto merito suo Prof.!
Anche non conoscendo personalmente, sentite condoglianze per chi sta provando il dolore e poi il vuoto per la perdita di una persona cara.
RispondiEliminaCondoglianze agli amici conosciuti di persona e non.
RispondiElimina