Ricordate questa foto?
(fonte).
Voi cosa avete pensato quando l'avete vista? "Boia, che botta!" O anche: "Visto Renzi? Fa tutto quello che a Berlusconi non sarebbe stato permesso fare!" O anche: "Celerini assassini!", ecc.
Io non sono riuscito a fare altro che rivolgere alla sfortunata, cui va la mia solidarietà, una semplice domanda: "Ti piace l'euro?"
E voi direte: "Ma sei un maniaco! Che c'entra l'euro! Quelli erano centri sociali che protestavano contro Renzi per via dell'Italicum, o della "buona scuola", o non ricordo" (e non se lo ricordano forse nemmeno loro). "Cosa avrebbe a che vedere questa protesta politica con la moneta! L'euro è solo una moneta!"...
Ecco, parliamone, parliamo degli idioti, di quelli che "l'euro è solo una moneta...".
Sono quattro anni, fin dall'inizio di questo blog, che vi avverto del fatto che la crisi che stiamo vivendo non è una crisi di debito pubblico ma di competitività, cioè di debito estero. Insomma, quello che oggi dice anche Giavazzi, il quale però non dice quello che voi avete capito e Monti ha confessato: che l'austerità sarebbe stata necessaria per riportare in equilibrio i conti con l'estero, perché tagliare la spesa pubblica significa tagliare i redditi privati, e quindi, in un sol colpo, le importazioni, e il costo del lavoro (via disoccupazione, come vi avevo altresì spiegato). E voi direte: "Bè, ma dai, ridurre i costi è bello, così si diventa più efficienti!"
E gnente...
Non ce la fate...
Quello che per l'imprenditore è un costo, per il dipendente è una entrata, ma questo nel dibattito sfugge, anche perché, appunto, si parla sempre di "costo del lavoro", e mai di retribuzioni...
L'austerità serviva a creare disoccupazione, che serviva a forzare al ribasso il costo del lavoro (cioè i vostri redditi, di tutti voi, nessuno escluso), che serviva a far ripartire le esportazioni, che servivano a ripianare le posizioni passive sull'estero del paese. Un film visto mille volte e che vi ho descritto in ogni e qualsiasi possibile modo.
Naturalmente in questo contesto erano necessari due ordini di provvedimenti legislativi: quelli che favorivano i licenziamenti (Jobs act), e quelli che limitavano la democrazia (Italicum, riforma del Senato, ecc.). Sì, perché naturalmente l'aggiustamento tramite disoccupazione e taglio dei salari è una scelta politica: scelta che è stata fatta quando si è inibito l'aggiustamento tramite cambio, che non ha mai e da nessuna parte seriamente danneggiato i salari dei lavoratori (escluse alcune economie sudamericane per i motivi che sapete). Più esattamente: inibire l'aggiustamento tramite il cambio, cioè entrare nell'euro, è stata una mossa decisiva per attaccare i diritti dei lavoratori e lo Stato sociale, e di questo si aveva piena coscienza politica negli anni '70, e piena coscienza scientifica nei decenni successivi. E siccome questa scelta politica va contro gli interessi della maggioranza, è chiaro che per renderla politicamente sostenibile, oltre a espandere la propaganda, occorre comprimere la democrazia.
Insomma: se difendere il lavoro è di sinistra, l'euro è di destra.
Ma oggi gli "intellettuali" di "sinistra" se lo sono dimenticato...
Perché?
I motivi sono tanti, e complessi, ma oggi mi voglio soffermare con voi sui due più schifosi, che riguardano, in particolare, i nostri amici insegnanti: la presunzione, e la certezza di avere le chiappe al sicuro.
Partiamo da quest'ultima.
Vi ho detto che tutti sarete colpiti, e quando dico tutti, intendo tutti, e anch'io (che, fra l'altro, sono già stato colpito in termini di lucro cessante da diversi provvedimenti di blocco degli stipendi, come tutti i miei colleghi. Non c'è stato il danno emergente, il taglio, ma arriverà, vedrete...).
Tutti. Capito cosa significa tutti?
Voi direte: "Ma se il problema è la competitività, allora che c'entrano il medico o il magistrato? Loro mica esportano?" Eh, poveri cocchi... Ma come fate, ad esempio, a fare i medici, senza capire che cos'è un organismo? Ve lo faccio spiegare da un altro che non era stato capito, con parole sue, dove a 10% dovete sostituire 20%, perché questa è l'entità dell'aggiustamento di cambio che ci occorrerebbe, e quindi l'entità del taglio (passato, presente, o futuro) dei vostri salari nominali:
Ecco. Questa pagina dove Keynes descrive le conseguenze per l'Inghilterra della decisione di Churchill di rientrare nel gold standard con un cambio sopravvalutato del 10% si attaglia perfettamente alla situazione italiana, dove l'euro ha determinato, nel tempo, una sopravvalutazione reale del 20%. Peraltro, ribadisco: il fatto che queste dinamiche fossero note implica che chi ci ha consegnato ad esse lo abbia fatto in larga parte scientemente.
La conseguenza socialmente più distruttiva di un cambio fisso sopravvalutato (come necessariamente è l'euro per i paesi "deboli") è che esso automaticamente innesca una guerra fra poveri. Le industrie esportatrici sono colpite per prime (e l'Italia è un paese di industrie esportatrici). Ma poi deve toccare agli altri, perché si ristabiliscano, con un compromesso al ribasso per tutti, condizioni di vita sopportabili per i primi che sono stati colpiti. Si scatena, insomma, una larvata guerra civile, nella quale, come in ogni guerra civile, tutti perdono, perché quella che viene persa è la cosa più importante: il senso di comunità, di solidarietà, la percezione di un interesse comune, che non viene percepito perché non c'è più, viene sostituito da un devastante "io speriamo che me la cavo".
La volete vedere la guerra fra poveri in azione?
Eccola: oggi i medici si lamentano dei tagli. Ma dove erano quando gli insegnanti protestavano per la buona scuola? E gli insegnanti dove erano mentre imprenditori e operai si gettavano dalla finestra?
Ognuno, finché toccava agli altri, se ne è stato tranquillo a casa sua, a giocare coi propri figli, con la serena coscienza di aver fatto (o di non aver fatto) il proprio lavoro e la stolta presunzione di essere intoccabile.
Ma non è così.
Sarete toccati tutti, e tutti in modo ingiusto.
Ma voi siete idioti. Pensate a ta idia, ai fatti vostri, e non c'è santi di far maturare in voi un minimo di coscienza di classe, soprattutto se si usa il linguaggio dei fatti, per parlare a tutti, e non il polveroso, stantio e autoreferenziale linguaggio liturgico della "sinistra". E allora, perdonatemi, ma:
E poi, oltre all'egoismo gretto, all'incapacità di allargare i propri orizzonti, c'è l'altro fetido peccato che condanna questo paese: la presunzione.
Parlavo una sera con un'insegnante che ha capito, e le esprimevo con rabbia il mio dolore nel constatare l'impossibilità di far capire ai suoi colleghi quanto sta accadendo loro. E la sua risposta è stata: "Ma è così: gli insegnanti sono presuntuosi". Cioè piddini, in senso antropologico, cioè persone che sanno di sapere, ma non sanno un beneamato cazzo. D'altra parte, li capisco. Questo Stato già da tempo li bistrattava. E allora, purtroppo, per tenere coeso il proprio eguccio più o meno fragile è chiaro che l'unica risorsa a disposizione, nello sfaldarsi del prestigio sociale, diventa la coscienza di una propria presunta superiorità intellettuale.
Posso capirlo.
Ma posso anche pensare, con un minimo di Schadenfreude, che se chi insegna storia ai miei figli non è in grado di vedere la Storia ripetersi, forse è meglio che vada a fare un altro lavoro.
O no?
Perché quello che sta succedendo è già successo, anche qui. Il fascismo (storico) è austerità, come forse converrebbe che chi insegna il fascismo studiasse, ed è anche stato (guarda caso) moneta "forte" (quota 90, a valle della decisione di Churchill di cui al brano di Keynes che vi ho citato), e la moneta unica europea nasce come progetto nazista. E se gli insegnanti di storia che pensano di sapere tutto, e che pensano che l'euro sia solo una moneta perché gliel'ha detto Gallino (quale pesante responsabilità porta con sé quest'uomo...), non leggono più, forse avranno almeno la bontà di guardare un video che pone loro qualche domanda:
Ma a che pro? Loro, gli insegnantucoli, quelli che col ciglio assolutamente asciutto hanno visto crollare i lavoratori dei settori esposti alla concorrenza, le risposte le hanno tutte. Gliele hanno messe in bocca i loro sciamani. È stato impressionante ieri osservare su Twitter il livello dei seguaci di Gallino, dopo che il Fatto Quotidiano ha pubblicato la sintesi di questo post: "l'economia è come la filosofia, non è una scienza...".
Questo è il livello di demenza collettiva al quale si arriva quando persone autorevoli emettono messaggi fuorvianti travalicando l'ambito delle proprie competenze.
Ed è così, sulla base dell'incompetenza e della menzogna (tecnica), che si costruisce un ceto medio intellettuale tutto idiozia (etimologica) e presunzione. Questo ceto medio intellettuale, ad oggi, è l'ostacolo più rilevante nel percorso di maturazione di una coscienza collettiva dei nostri problemi. Non sono quindi convinto che la strage che la crisi farà di questo ceto, che non è una strage di innocenti, ma di colpevoli o al più di ignavi, sia qualcosa di totalmente negativo. Qualcuno, riavvicinato alla durezza del vivere, deporrà la propria presunzione e capirà. E toccherà a tutti: prossima fermata, i miei colleghi; fermata successiva: i magistrati.
Ma la maggior parte di loro continuerà a vivere nel pensiero magico, a pensare che Renzi ce l'abbia con loro, perché è cattivo come la matrigna di Biancaneve, e che la colpa sia della coruzzzzzzzzzione che ha fatto aumentare il debito pubblico.
L'umità di leggere un dato non l'avranno mai, questi idioti, e la loro idiozia tirerà a fondo tutto il paese.
Ed ecco perché, a fronte della prima foto, dentro di me non ho trovato altro che sarcasmo.
(...ieri sera qualcuno ha pensato che con "strage degli idioti" mi riferissi a una cosa successa in Arabia Saudita, che peraltro ignoravo: non ho televisione e i giornali li leggo solo se ci scrivo. Saranno tutti querelati. Keynes reconnaitra les siens...)
Dio solo sa quanto lei l'abbia urlata, questa verità "come voce che grida nel deserto". A futura memoria, come tutto il resto...
RispondiEliminaOrmai stanco e divenuto folle si ritirò nella poesia gridando
Elimina"O lince fa la guardia a quest'orto,
evita il solco di Demetra"
"O lince mantieni acre il mio sidro,
serbalo limpido, senza vapori"
...ecco magari Pound qui non è il benvenuto; comunque:
il senso di questi versi è che nel tempo dell'inganno universale solo ciò che nel mondo è più raro può conservare le cose importanti come il frutto dei sacrifici degli uomini. A custodire l'umanità si è sempre in pochi silenziosi; infatti altrove abbiamo i phastidiosi, i rumorosi, più in là i girotondini, più in là ancora i moVimenti...
Io ricordo.
RispondiEliminaIo ricordo perfettamente l'annuncio del governo Letta in tv (era il 2013).
Qualcuno se lo ricorderà insieme a me.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/07/scuola-il-governo-chiede-indietro-i-soldi-agli-insegnanti-ridate-150-euro-al-mese/834470/
Dissero che gli insegnanti dovevano prendere 150 euro in meno in busta paga.
Non feci in tempo a dirlo a una mia parente insegnante, che si accorsero della mossa impopolare e ritirarono la manovra.
In quell'occasione Renzi disse: “A me non interessa il rimpasto, ma se il ministero dell’Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio”.
Tenetelo a futura memoria.
L'idiozia eurista non è una malattia è ciò che la precede una patologia collettiva; la chiamerei sindrome del "lemmig".
RispondiEliminama ciò che mi chiedo è: se queste persone hanno dovuto attendere di essere coinvolte personalmente, per rendersi conto del problema, ci saranno mai d'aiuto? Non vedo in loro particolare empatia verso altri, semplicemente si trovano ADESSO in condizione di bisogno, e chiedono aiuto, ma loro l'avrebbero mai offerto? Non l'hanno fatto quando potevano, come sappiamo. Dobbiamo allora portarci appresso queste persone, arroganti, presuntuose, solo perché ora, con il culo per terra, tendono le braccia verso di noi, in quello che potrebbe sembrare un abbraccio ma è solo una manifestazione della loro rapacità...? La mia risposta, nonostante le premesse, è che si, dobbiamo aiutarli, anche se non credo che cambieranno mai e, una volta aiutati (se ci riusciamo...), finiranno a comportarsi tale e quale a prima.
RispondiEliminaNon è sbagliato preoccuparsi in primis dei fatti propri. Il pendolo della Storia ha cominciato a oscillare quando si è imposto l'assioma (efficiente) che esiste un "proprio" giardino, un oìkos e che è giusto curarlo. Questo però lascia sistematicamente spazio agli approfittatori, ed ecco la perenne controspinta che causa tante tragedie da quando i primi nomadi smisero di essere tali.
EliminaBene: gli happy (?) few devono trovare un modo per convincere gli unhappy (!) many a curarsi "bene" del proprio oìkos, della propria casa, del proprio settore. Facendogli osservare che se il sintomo è la muffa sui muri, dovrebbero preoccuparsi anche dei pilastri fracidi.
Questa osservazione ha provocato una rivoluzione nella mentalità di un amico "cazzafittaro" (intonacatore) prima berlusc-grillino. Così come amici giuristi hanno trovato scandali rivelatori nella distruzione via trattati della costituzione.
Da questo traggo una speranza, rovesciando il ragionamento del professore: "non c'è santi di far maturare in voi un minimo di coscienza di classe, soprattutto se si usa il linguaggio dei fatti, per parlare a tutti, e non il polveroso, stantio e autoreferenziale linguaggio della sinistra".
Ecco forse se ognuno di noi si prendesse la responsabilità di trovare i "fatti propri" del suo campo, e usando il linguaggio autoreferenziale della sua disciplina o gruppo sociale riuscisse a indicare non solo la muffa, ma anche i pilastri intaccati, potremmo innescare il desiderato cambiamento.
Sperare invece che diventino tutti filosofi, economisti o benicomunisti (come propugnano quelli d'aavisionedaasocietà) non ci porterebbe da nessuna parte.
"Sarete toccati tutti, e tutti in modo ingiusto. Ma voi siete idioti."
RispondiEliminaNel tutti, oltre a insegnanti, medici e magistrati (nonche' tutti i dipendenti pubblici e degli enti locali) espliciterei per chiarezza:
- dirigenti (la popolazione di dirigenti in servizio diminuisce di circa il 10% l'anno ed in molte regioni il numero dei dirigenti in servizio - come nel Lazio - e' gia' minore di quelli in pensione);
- commercianti ed artigiani (basta fare una passeggiata in qualunque citta');
- notai ed avvocati (meno soldi = meno cause = meno compravendite);
- architetti, ingegneri edili, geometri (ormai hanno quasi tutti ripiegato su occupazioni alternative ed i loro fondi di previdenza sono tecnicamente falliti);
- idraulici, carrozzieri, elettrauto, gommisti e meccanici;
- farmacisti, agenti di commercio, istruttori, personal trainer;
- ristoratori, albergatori;
- cuochi, pizzettari, camerieri, facchini, trasportatori, commessi;
- autisti, tassisti, macchinisti, marinai;
- mignotte, escort & trans;
- assicuratori, bancari e truffatori;
e 'dulcis in fundo' i PENSIONATI.
Pero' tutti costoro non sono idioti, sono solo vittime ancora incoscienti (ma colpevoli, perche' hanno colpevolmente perso la cognizione dei propri interessi nazionali e di classe e perche' votano pure in massa i noti 'collaborazionisti' servi del 'capitale trionfante').
Pecore condotte al macello, che reagiranno solo dopo che avranno ripreso la coscienza di classe.
Cioe' quando, come scriveva Trilussa, si ritroveranno nella condizione di 'popolo cojone risparmiato dar cannone'; ma prima ci sara' il cannone, perche' per quanto mi sforzi di cercare non riesco a trovare un solo precedente storico in cui un cosi' grande conflitto distributivo non sia sfociato in una guerra.
Io sono un idiota. Anzi, doppio idiota, perché appartengo ad un paio di categorie qui elencate: architetto e insegnante. Non saprei se definirmi vittima incosciente e/o colpevole. La cognizione dei miei interessi l'avevo completamente persa. Colpevolmente, non saprei. Leggevo Repubblica, il Fatto quotidiano (poi, solo il Fatto), mi informavo di economia, giusto per cercare di capire: seguivo lavoce.info e noisefromamerika. Da tempo avevo lasciato perdere i tg. Che altro dovevo fare? Capirete che, informandomi da quelle fonti, non avevo nessuna possibilità di capire alcunché. Siccome 'non sono un economista quindi', mi fidavo. Bello, eh? Non ho capito alcunché, assolutamente nulla, di ciò che stava accadendo, nonostante la mia volontà di capirci qualcosa, fino a che non sono capitato qui. Noisefromamerika, avete presente? Ecco. Adesso che vedo i fatti più chiaramente, capisco anche cosa accade quando persone autorevoli emettono messaggi fuorvianti.
EliminaCredo che l' "idiozia" risieda nella carenza dello strumento ETICO, più che nella mancanza dello strumento CULTURALE (distinzione spiegata dal prof. qualche post fa). Se la spiegazione che il mainstream fornisce in merito ad un problema è una spiegazione "razzista", la coscienza individuale dovrebbe imporre a ciascuno di noi la NON ACCETTAZIONE di quella spiegazione. Se si accetta quella spiegazione è perché ci si ritiene superiori, in qualche modo. Quindi le persone autorevoli possono emettere tutti i messaggi fuorvianti che vogliono, ma prima o poi la coscienza ti fa capire chi è veramente autorevole e chi non lo è. La razionalità, l'intelligenza, senza amore per il prossimo non sono altro che strumenti di pre-dominio.
EliminaNon sono un'insegnante né un'architetta, ma neanche io ho capito nulla finché non sono arrivata qui. Ora comunque, di fronte alla cecità persistente dei molti che mi circondano non mi chiedo più come mai non capiscono, ho iniziato a chiedermi come mai ho capito io.
EliminaPerò ho anche un ricordo, non rammento se ve l'ho raccontato: un mio amico di un tempo (che poi ho perso di vista), laureato in economia, molto intelligente, nei giorni in cui non si parlava d'altro che del nostro ingresso nell'euro non partecipava per nulla al tripudio generale. Una sera passai a casa sua e lo trovai nel suo studio, accasciato su una poltrona, con la fronte tra le mani. "Non potremo più svalutare e ci fotteranno completamente", mi disse. "Ci saranno milioni di disoccupati in Europa", aggiunse, dopo una pausa.
Però io non gli prestai fede e tripudiai con tutti gli altri per una decina d'anni, fino a che non planai qui.
Posso aggiungere una cosa? Quel mio amico la sua fosca previsione la fece solo a me, in privatissimo, quasi una confidenza. Con gli altri non diceva una parola, come se fosse un tabù.
Stessa esperienza. La voce e la repubblica, con sempre maggiore disagio. Poi ho conosciuto il prof (devo ringraziare la famosa puntata di santoro, quella con fassina del piu' europa, in cui bagnai mi apparse subito lucidissimo) e ho capito che avevo trovato quello che cercavo. Da li' in poi non frequento piu' certe compagnie.
EliminaTutti idioti, nessuno idiota? E poi il conflitto distributivo lo fate tu, Bagnai e Giacchè da soli? Ti piace pensare al cupio dissolvi degli idioti senza coscienza di classe? Non sei molto utile alla causa con questo atteggiamento aristocratico. Più generosità non guasterebbe.
EliminaIn questi giorni hanno cominciato a circolare lettere simili a questa, indirizzate alla 'workforce', nelle varie multinazionali EU.......
EliminaIl che significa che nella lista dei 'tutti' mi sono dimenticato una categoria di lavoratori, quelli piu' qualificati/poliglotti e - finora - teoricamente piu' protetti (dalla mobilita' intra-EU).
"In 201X we launched a headcount reduction plan within OMISSIS to be achieved over a three year period, based on voluntary measures up until the end of 2016 but with potential forced layoffs as of 2017 - if headcount and saving targets had not been met."
"We are regularly monitoring the development of the situation within the division both in terms of workload and headcount evolution. There have been overall good achievements in terms of optimizing our structure. We already achieved 2/3 of headcount reduction and at the same time we improved significantly our workload. But we still must continue our efforts to reach our final target to achieve a sustainable competitivity level in all markets."
"We are confident that you are conscious of this need and are engaging accordingly and thus, we have decided that our on-going headcount reduction plan presented to the European committee shall be pursued according to national regulations and without potential forced layoffs as of 2017."
Altre pecore condotte al macello...... ma in questo caso manca l'attenuante dell'incoscienza (glielo scrivono per lettera!).
Per questa categoria forse varrebbe la pena di riconsiderare l'ipotesi dell'idiozia.
@LennyReddy RedLion
Elimina"Non sei molto utile alla causa con questo atteggiamento aristocratico. Più generosità non guasterebbe."
Hai ragione, non sono stato utile nemmeno alla mia causa personale, visto che, se non l'hai capito, nel tutti del post ero incluso anch'io e perche' i passi precedenti sono estratti da una comunicazione aziendale a cui e' immediatamente seguita la lettera del mio licenziamento (e di tanti altri colleghi).
Conoscere e predicare l'epilogo di 'La triste storia di centro e di periferia' ti posso assicurare che non ti conforta neanche un po' quando la campana suona pure per te.
Professore, la seguo in rigoroso e religioso silenzio da tempo.
RispondiEliminaMi sento in dovere di dirle una sola, breve, umile parola: GRAZIE
Le cose sono due: o scrive più chiaramente lei oppure la capisco meglio io.
RispondiEliminaUn saluto.
Noi italiani e europei siamo dieci piccoli indiani, uccisi uno a uno dall'assassino senza che ci accorgiamo o c'è ne fottiamo della morte degli altri, sapendo di morire e senza organizzare una resistenza contro il nostro carnefice. Alla fine moriamo perchè lo vogliamo
RispondiEliminaRicapitoliamo: I precari voteranno m5s per far dispetto al Pd. Il Pd, sapendo questo attua 2 strategie: 1) Distrugge Forza Italia per accappararsi l'elettorato 2) Fa una legge elettorale che sbarri la possibilità di crescita del M5s. Con la prima il PD si crea una base elettorale solida che compensi il calo dei voti dei precari, con la seconda il pd rimane permanentemente al potere. Una volta fatto l'italicum e distrutta o cannibalizzata Forza Italia, il pd pian piano eliminerà tutte le restanti opposizioni a partire M5s attraverso le riforme costituzionali e altre leggi. Per quanto riguarda la popolazione l'inizio della dittatura inizierà dall'abolizione del contante. Io non ho simpatia per il M5s, in quanto è un movimento che serve solo a raccattare consenso e rabbia senza capitalizzarlo per un cambiamento sociale. I manovratori sono i poteri internazionali. Questo spiega la struttura dittatoriale del movimento e l'inesperienza della base. I cosidetti giovani servono solo a fare caciara e basta
RispondiEliminaTutto esatto ed evidente.
EliminaMa il M5S non avrebbe potuto che essere così, altrimenti non sarebbe esistito e non esisterebbe.
Il presupposto strutturale e istituzionale di tutto ciò ha effetti immancabili (il cui primo sintomo è il dilagare dell'astensionismo a primo partito), che tutt'al più possono essere realizzati in varie SFUMATURE DI GRIGIO: queste sono importantissime, per partiti come il M5S, perchè simulano l'esistenza di variabili di sistema e di antisistema.
Ma il punto rimane sempre il "presupposto istituzionale" del controllo mediatico, che predetermina informazione e (presunta) contro-informazione.
Ormai con Alberto scriviamo (senza coordinarci direttamente) all'unisono.
Manca solo che 2+2 re-inizi a fare 4 per una sufficiente massa critica: e (non) paradossalmente le ripenZate di Gallino costituiscono un ostacolo e non un'agevolazione.
Ma anche lì mi sa che siamo sempre solo in due a cercare di spiegarlo a chi dovrebbe capire sul serio....
Con le sue riforme il PD si da' la zappa sui piedi nel medio periodo. A breve potrà contare solo sui voti di chi 'ancora non è stato preso' ( https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_vennero... ), ovvero ben poca gente. Al m5S basterebbe togliere la scritta beppegrillo da sotto il simbolo e sostituirla con NOEURO per poter governare da solo. E la cosa non mi dispiacerebbe, sono un'armata brancaleone, ma per lo meno sono onesti. Faticano un po' a capire le cose ma prima o poi le capiscono (ad esempio adesso la loro posizione è chiaramente anti-euro, anche se fino a poco tempo fa era discutiamone..... almeno ne hanno discusso). In alternativa c'è anche la lega, che in quanto a euro ha le idee ben chiare.
EliminaQuesta cosa finirà.
No, non finirà. Almeno non così facilmente.
EliminaIl M5S - e anche io ci ho messo un po' a capirlo - è il tappo del cambiamento.
Se si fosse alleato con la Lega, con cui condivide molte battaglie, starebbe già governando.
Invece questi non si alleano e da soli non governano: il modo migliore per mettere qualche milione di voti nel congelatore.
Con l'Italicum cambierà qualcosa?
Ne riparleremo quando sarà il momento.
Ma temo che, se dovesse servire, troveranno un modo per arrivare dignitosamente secondi.
Era il lontano 2012 quando scrissi sul blog di Messora di una auspicabile alleanza Grillo-Lega.
EliminaNe parlai anche col sindaco della mia città divenuto poi un importante senatore leghista.
Ma per fare alleanze bisogna essere in due e dall'altra parte c'è Casaleggio.
Basta chiedere all'altro Claudio nostro che prima di rivolgersi a Matteo ( quello intelligente, non l'altro che ci governa) è andato dal guru di Internet.
Il discorso che ruota intorno al perché le persone non si ribellano alle ingiustizie del potere mi ha sempre affascinato, e secondo me ci sono moltissimi fattori che lo influenzano, e connivenza o ignavia sono solo la punta dell'iceberg.
RispondiEliminaSecondo me c'è tant'altro: pura pigrizia, rassegnazione, ignoranza, stupidità, voglia di nn essere giudicati, di non esporsi, di non prendersi responsabilità..
Il lavoro di chi vuole farsi carico di guidare un gruppo (ammesso e non concesso che qualcuno che ne abbia voglia e possibilità ci sia..) non finisce con la logica.. Magari!!
Mi ricordo sempre una discussione, anni fa, in cui io spiegavo perché a mio parere lei fosse in errore (in un argomento che, confesso, manco mi ricordo più) una mia amica mi disse "ma perché tu la fai sempre così difficile? Non è meglio pensare in modo più semplice ed evitarsi tutti i problemi che ti fai tu"?
Avevo si e no vent'anni, e quella frase mi aprì un mondo
Più non si è uniti più si è smarriti e le lotte che si fanno si perdono sempre..
RispondiEliminaDario Fo disse in "mistero buffo" che è importante ricercare la propria dignità e quella degli altri.
Bisognerebbe difenderci...o diversificare la potenza intellettuale dai soliti binari e farla sgorgare nei rivoli obnubilati di gente che si sente in dovere di restare fuori da questioni culturali per far comprendere.
Non ci diamo una mano perché, culturalmente, nella condivisione c'è l'idea dell'umiliazione di esser deboli.Nel disprezzo pensiamo di farci un favore.
RispondiEliminaTutto giusto. Ma a me, dopo aver visto tsipras alla disperata ed inutile ricerca di un prestito, mi frulla in testa una domanda: in caso di uscita dall'euro, avremmo anche noi bisogno di prestiti internazionali? Se si, li troveremmo? Se si a che prezzo? E quanto dovremmo "austerizzarci"per restituirli? Non sono un economista, quindi...
RispondiEliminanon paragoniamo la grecia che non ha praticvamente struttura produttiva con l'Italia che é ancora una potenza industriale. Le istituzioni finanziarie ce lo farebbero si il prestito, ben sapendo che con l'uscita ci sarebbe una notevole ripresa e un guadagno di competitività.
EliminaOltre a guardare cosa fa Tripsas, se vuoi capire, devi studiare, documentarti! Le tue domande corrispondono, purtroppo, al titolo di questo post. Poste in questo contesto sono insopportabili.
EliminaRisposta elementarissima perché non sono esperta: con l'indipendenza della banca centrale e la possibilità di stampare moneta le cose dovrebbero essere più controllabili. E anche la speculazione sui tassi di interesse. Inoltre non sarebbe più obbligatorio per i paesi finanziarsi come adesso presso i grossi investitori e speculatori privati internazionali. Ora queste possibilità non le abbiamo (più) né da noi, né, e ciò è più grave, dalle parti del calabraghe Tsipras. Più grave perché i Greci hanno provato a dire democraticamente "no" all'euro in un referendum. Ma gli è stata subito rimessa la mordacchia. Cosa sia poi successo alle ultime elezioni è argomento che riporta al discorso poco più su del perché gli oppressi non si ribellano. Forse anche perché sono disillusi e sfiduciati, e forse perché la rabbia è mal gestita al momento di trasformarla in atti politici (sto pensando alla parte dissidente di Syriza, di cui a dire il vero non si sa molto).
EliminaScusa Andrea, ma dalla tua domanda si evince il fatto che non hai letto quasi niente del blog , e nemmeno un libro del professore. In ogni caso Tsippras, se avesse fatto la prima delle cose intelligenti che avrebbe dovuto e potuto fare, e cioè tornare in possesso della sovranità monetaria, non avrebbe dovuto cerca niente così disperatamente. Se i soldi sono i tuoi non hai bisogno di prostituire il tuo popolo e le cose del tuo popolo nel disperato tentativo di avere due spiccioli. Ma tant'è. E io mi chiedo come si possa essere così minuscoli da preferire essere servi invece che padroni. Potendo scegliere naturalmente.
EliminaE poi i greci col referendum hanno provato a dire no all'austerità, non all'euro. Del quale , grazie ai mezzi d'informazione come i nostri, probabilmente sono ancora sostenitori. Ma con la calata di braghe trippas ha definitivamente dimostrato che un euro senza austerità non è possibile. Con buona pace dei sognatori
EliminaInvece, grazie alla segnalazione di una persona a me cara e che stimo molto, ho letto tanto del blog ed ho letto entrambi i libri del professore. Non ho alcuna difficoltà a riconoscere, tuttavia, di non aver capito tutto e, cosa pure probabile, di aver dimenticato il luogo dove la questione che mi preoccupava è stata affrontata. Se qualcuno di voi mi può aiutare in questo senso, gliene sarei molto grato. A me pareva di ricordare che più volte il professore ha messo in guardia contro il pensiero maggico delle "stampanti" della banca centrale (specie non essendo gli USA) e dell'autarchia, anche con riguardo al fabbisogno di capitali. Infine, i'argomento che l'Italia non è (ancora) come la Grecia mi spinge a chiedermi se Tsipras non debba, magari, essere rivalutato.
Elimina@Cortesi: perché, l'euro è altra cosa dall'austerità? Questa è nuova.
EliminaScusa Andrea, tu dici: "Ma a me, dopo aver visto tsipras alla disperata ed inutile ricerca di un prestito, mi frulla in testa una domanda: in caso di uscita dall'euro, avremmo anche noi bisogno di prestiti internazionali?"
EliminaMa perchè, la Grecia è uscita dal nEuro? A me non risulta.
Hai ragione quando dici che bisogna stare in guardia dal pensiero memmetaro della stampante miracolosa della banca centrale (anche se il ruolo di una banca centrale nazionale è fondamentale e imprescindibile) ed è altrettanto vero che l'uscita dal nEuro non sarà immediatamente tutto rose e fiori (abbiamo da scontare più di tre lustri di cambio fisso) ma l'alternativa nel nEuro qual'è?
Non noti qualche crescente problemino di democrazia?
Non credi (se anche tu li noti) per esempio che questi problemini stiano distruggendo, in Italia e in tutta Europa, i sistemi sociali che era millemila volte meglio del sistema liberista americano? Ti pare poco?
Pensi che tutto questo possa essere barattato con un finanziamento internazionale? Pensi che un finanziamento risolva i nostri problemi o è possibile pensare che prima o poi il finanziatore rivoglia indietro i suoi soldi (con tanto di interessi) e che quindi il finanziamento (alias debito) possa diventare un problema più grave di quello di non averlo ricevuto?
Ti è chiaro quello che è successo in Grecia dove i finanziamenti per anni sono arrivati a dispetto della loro possibilità di restituirli? Cerca qui sul blog "ciclo di Frenkel" e rileggi.
Provo a rispondere, sia pur parzialmente, alla tua domanda (anche se ti hanno già risposto in tanti): se uno Stato, con una moneta propria liberamente fluttuante sul mercato dei cambi, riacquista la propria competitività, innanzitutto è meno soggetta a dover dipendere da prestiti internazionali perché le esportazioni diventano sufficienti per coprire la necessità di valuta estera occorrente ad acquistare all'estero quello che non è in grado di produrre internamente (nel caso dell'Italia principalmente energia e materie prime) ma anche, grazie anche al miglioramento dell'economia, i "finanziatori internazionali" troveranno sufficientemente sicuro concedere prestiti anche all'Italia perché, in una economia sana, i prestiti si concedono solo se il debitore è ritenuto solvibile.
Tu ti chiedi se Tsipras non debba essere rivalutato, io invece sono convinto che Tsipras abbia somministrato una nuova dose di droga al proprio paese e che di droga prima o poi si muore. Più prima che poi.
"...dopo che il Fatto Quotidiano ha pubblicato la sintesi di questo post: "l'economia è come la filosofia, non è una scienza..."
RispondiEliminaA luglio commento un post di Pierfranco Pellizzetti su FQ che scriveva una banalità immensa (dopo tre anni di letture di goofy quando scritti sono conditi da luoghi comuni me me accorgo). L'illustre mi rispose: "Egregio Alessandro, ma come parla? E come ragiona, dall'alto delle sue certezze in materia economiche. Non vorrei sconvolgerla, ma la sua materia preferita, come tutte le altre scienze dell'uomo, è solo un genere letterario. Nonostante la prosopopea scientista degli economisti mainstream".
Mica per difendere il fascismo, ma la situazione attuale avrà risvolti peggiori perchè con il fascismo gli investimenti nel sociale sono aumentati, non diminuiti.
RispondiEliminaLa parola chiave è "scelta politica" ... Dato lo sterile scenario politico attuale, al popolo cojone non resta che subire. Adesso non si vede altro che il trionfo del trasformismo, specialità nella quale il politicante italiano non teme rivali. La nostra generazione, purtroppo, deve bere sino in fondo l'amaro calice. Ma ricordiamoci che stiamo lottando per i nostri figli.
RispondiEliminaGrazie no. Niente figli e non mi sento così in vena di penitenza.
EliminaE allora tieniti Passera (e grazie per averci messo al corrente del dettaglio biografico).
Elimina@Pellegrina: forse non ti sei accorta che, volente o nolente, il momento storico che stiamo vivendo (meno tragico ma non meno disastroso di una guerra, come ampiamente spiegato dal Prof.) impone un downgrading reddituale, sociale e politico, più doveri e meno diritti per tutti (se non cosmetici). Vogliamo e dobbiamo opporci, anche duramente. E ciascuno deve fare la sua parte, se non per le generazioni future, almeno per la propria dignità.
Elimina@Assertor Di grazia, dove mai avrei affermato il contrario? E perché dovremmo rassegnarci alla crocefissione? Chi sta qui, e chi scrive il blog, è chi non si rassegna, mi pare.
Elimina@Bagnai: pensi che non avere figli sia sempre una scelta? E che non si possa voler lottare anche indipendentemente dalla protezione della propria prole?
Cara, come periodicamente accade mi hai (ri)rotto i coglioni. Per le tue motivazioni/frustrazioni c'è il tuo blog. Questo è per le mie. Ti sollevo dall'incarico di rispondermi. Buon proseguimento.
EliminaVoi chi? Purtroppissimo chi legge questi posti non è il voi cui ti riferisci. Il male del "speriamo io me la cavo" lo vivo adesso con una massa di idioti colleghi che se fossero uniti sarebbero una forza ma che invece persi in egocentriche speranze sono carne da macello. Se il compagno di trincea è un idiota morirò anch'io.
RispondiEliminaGrazie per averci ricordato una voce, quella del Prof.Giorgio Gattei dell' UNIBO, che sull' euro ha sempre avuto le idee chiarissime capendo che era uno strumento di lotta di classe. Peccato che il Prof Gallino il problema comincia a digerirlo solo ora, a piccole dosi con una operazione che sa tanto di smarcamento. (Ci vuole ben altro) Ha fatto bene Alberto evidenziarlo perchè com'è giusto e accettabile cambiare opinione è altrettanto legittimo per chi ci ha messo la faccia ed il cuore in tempi di assordante silenzio degli intellettuali (in particolare quegli organici), facendo una operazione verità e di divulgazion, togliersi qualche sassolino (anzi masagno come si dice dalle mie parti).. Per quanto riguarda gli interessi di bottega che nel'ordine insegnanti, medici ed altri a turno denunciano fregandose delle denunce altrui aver ricordato la loro responsabilità sociale è sacro, santo e giusto. Chi ha strumenti intellettuali e per convenienza o altro si rifugia nella difes del proprio orto o è stolto o miope o peggio, a fronte di tanta produzione scientifica e storica che ci testimonia come l'interesse da difendere con il potere non è mai quello "particulare".
RispondiEliminaÈ giusto e sano che l'ignoranza abbia un vosto sociale, e paghino tutti.
RispondiEliminaA partire da mio padre pensionato. Uno delle sue espressioni ricorrenti è:" che me ne fotte!".
'Sta gente deve pagarla.
E' da oltre un decennio che ripetutamente ci provo. Ma la corrente è forte. Ho cercato di influenzare, spostare, le menti (quelle che ritenevo erroneamente "migliori", opinion leader) verso valori distrettuali di Becattiniana memoria (come li chiamo io) cioé importanza della solidarietà, del senso di comunità, facendo intravedere i danni economici e sociali di certe scelte politiche/economiche. Ma la corrente è forte. Non ci sono riuscito. Però, come dice lei professore, qualcuno di loro che si sentiva al sicuro, adesso incomincia a sentire meno sicurezza.. E' tutto vero quello che dice!! Io non ho affrontato direttamente la corrente (contro all'euro), ci sono andato per traverso, ma per adesso niente.
RispondiEliminaQuando la sofferenza porterà a se stessi, solo ad allora nascerà una coscienza di classe, secondo me.
RispondiEliminaPost tristemente perfetto. Per me sono senza scuse ormai intellettuali e professori di Università. La guerra tra poveri è pienamente in atto: la nostra collaboratrice domestica si rallegra di quanto fatto agli insegnanti....
RispondiEliminaLa tristezza di sentire dire a mia madre, 77 anni, parlando dell'assemblea sindacale al Colosseo, "certo la potevano fare di sera", mettendo quasi sullo stesso piano la reazione del governo che regolamenta lo sciopero con una organizzazione dell'assemblea forse non impeccabile. Mia madre, si badi bene, che le sue battaglie sindacali le ha sempre combattute e che sa bene per esperienza personale cosa significhi avere dei diritti, soprattutto nel momento in cui l'azienda ti vorrebbe invece fare un torto. Il mainstream é talmente forte e costante che è riuscito a confondere anche lei.
Elimina@Alessandro Michieletto
RispondiEliminaricordo Stephen Hawking (penso leggendo il suo più famoso libro quasi 20 anni fa ovvero dal big bang ai buchi neri o dei libri successivi ma sempre in quel periodo) prendersela con i filosofi perché provavano a giudicare la fisica quando non riuscivano a comprenderla.
Ecco, non dico siamo sullo stesso piano ma..
Ma insomma.
Su "il fatto" ho messo una pietra tombale 4 anni fa (diciamo che il prof ha contribuito indirettamente).
Sa quando?
quando il 12 novembre 2011 (penso di aver scritto sul mio profilo di FB che era la fine della democrazia.. e all'epoca STRA criticavo il Berlusca) lessi un articoletto che parlava dei taroccamenti dei conti italiani per entrare nell'euro (con tanto di derivati.. chi c'erano al ministero?).
E allora mi dissi: "ora su questo filone attaccheranno a tutto spiano"
TIE'!
Sbagliato completamente.
nello stesso periodo nacque il blog (ma io ricordavo il prof per un articolo del 2010 che mi "incuriosì" perché non mi capacitavo di come il CAF avesse potuto far raddoppiare il debito pubblico in quella maniera.. ovvero... tutta la corruzione in ITALIA si concentrò dal 1982 mentre prima non esisteva?).
Sulla questione.. subito il prof oltre a spiegare AVO e ciclo di Frenkel aveva ammonito sulle somiglianze dell'attuale crisi con quella del '29.
E visto che ho una strana memoria per cui non ricordo né cosa ha mangiato ieri né cosa un libro tratta dopo averlo letto ma ricordo anche solo poche righe, mi è venuto in mente una parte di un libro sull'ottimismo (ben scritto, parlando di selezione dei lavoratori, sport e vicende umane).
Ebbene, negli USA avevano studiato le lettere o i diari di chi aveva vissuto la grande depressione del 29.
E secondo questo autore, potendo analizzare questi scritti e classificare gli autori per il loro grado di ottimismo, si poteva predire chi di loro poteva aver provato il suicidio.
Al di là del tema, di cui non mi pare il caso di discutere, la cosa che mi colpì BANALMENTE (da persona che non aveva un vissuto, cioè io) era:
"ma perché suicidarsi?".
All'epoca non potevo capire..
Appena è arrivata la crisi ed avendo capito (grazie al prof) le cause e i risvolti (ma capendo da me di cosa si trattava perché tutti i pezzi del puzzle li avevo ma nn avevo la figura per ricomporli) è stato un attimo.. distruzione totale del tessuto sociale,
L'ho scritto più volte su questo blog di una mia discussione con mio cognato di 4 anni fa.
Ebbene, da allora ci hanno derubato e l'altro ieri due ragazzi hanno ammazzato un anziano durante un furto in un appartamento (cosa mai successa da noi in 50 anni).
Questa è la crisi.
Una bomba di mostruosità disumana
Che poi è anche il motivo per il quale sarebbe inutile in questo momento fare il famoso partitino. Lo vediamo in Grecia, quanto sia inutile una proposta politica scollegata da quella realtà vissuta dalla maggioranza delle persone (i fuoriusciti di Syriza non sono riusciti ad ottenere nemmeno un seggio). Questo per parare le critiche di chi accusa Bagnai di avere impedito la nascita di una proposta sovranista noeuro; posizione ridicola anche da un punto di vista di semplice logica politica: se non hai la forza o la credibilità di farlo da solo, anche soltanto per avere un minimo rilievo mediatico, che cosa pensi che possa fare Bagnai? Il miracolo? Sciogliere il grumo del buon senso, rinsecchito dopo anni e anni di rincretinimento ideologico-culturale? Io sinceramente il colosso di Bagnai, con tanto di scaletta per entrargli in testa, preferirei che non fosse eretto... (e nemmeno eletto). Queste però sono considerazioni mie.
RispondiEliminaParlando con persone del settore che conosco meglio, quello dei BBCC, noto più o meno lo stesso punto di vista: il problema è sempre "più complesso", il piucomplessismo (che è altra cosa rispetto al benaltrismo) è un altro baluardo del piddino, che per scansare argomentazioni scomode, chiama in causa i principi universali. Sì d'accordo, sarà anche tutto più complesso, figurati se io non lo so, lo sa anche il custode del Museo civico più scalcagnato, ma cribbio, mentre tu rifletti sulla complessità dell'universo, se ti va bene perdi soltanto il posto di lavoro!
Comunque tornando agli insegnanti, occorre anche dire che le mobilitazioni avvengono di solito a livello sindacale, quindi in realtà le tematiche relative all'euro, ma anche altre considerazioni affini e collaterali, sono sistematicamente ignorate. Di mobilitazioni spontanee di solito non ce ne sono, quindi chi la pensa in un determinato modo, non ha gli strumenti per rendere pubblico il suo punto di vista.
Del resto che il preside ora possa decidere vita-morte-miracoli degli insegnanti forse non è un fatto casuale.
Come sempre è accaduto nella storia, occorrerebbero "testimonial" importanti, ma quelli di solito non si muovono di un centimetro se non ne traggono un beneficio concreto (ragion per cui fioccano i testimonial pro-euro)... quindi non vedo nell'immediato uno sbocco.
L'unico caso che io ricordi veramente interessante, nato realmente "dal basso", perché non collegato in modo evidente ad alcuno sponsor politico, è stato il movimentismo dietro al referendum sulla gestione pubblica dell'acqua. Penso che occorrerebbe studiarsi bene quell'esempio e replicare alcune dinamiche... cercando il coinvolgimento attivo. Questo potrebbe servire a creare una coscienza comune, facendo bene attenzione a non collegarsi a questa o quella forza politica (arrivisti e ambiziosi compresi).
Professore, sarà perché il suo commento chiama in causa la mia categoria professionale, che, da idiota, capitolerà di fronte allo scambio che le verrà offerto (accettare il boccone amaro della perdita dell'autonomia prescrizionale e diagnostica, con conseguente trasformazione del medico in un occhiuto burocrate che prescrive ciò che gli viene detto di poter prescrivere, in cambio della certezza di non finire in tribunale, penale e civile, in caso di errore colposo), sarà perché, in ogni caso, si denuncia la frammentarietà del mondo del lavoro, diviso ed indebolito, disorientato e privo di riferimenti, perché i riferimenti politici storici o non ci sono più o, per quelli che sono rimasti, sono divenuti misere caricature dei fasti che furono, sarà per un certo senso di frustrazione, ma le sue parole mi hanno ricordato il dialogo tra latifondisti e mezzadri di Furore di John Steinbeck (1939). Quello che si conclude con l'identikit del Mostro, la Banca. Un mostro che si scopre sì essere fatto da uomini, ma dotato di vita propria, di decisioni proprie.
RispondiEliminaAbbiamo creato il Mostro dell'Euro. Abbiamo: cioè non l'ha creato Lei, non l'ho creato io, ma un'intera comunità di uomini che è il Paese di cui facciamo parte l'ha creato, voluto, cercato e realizzato. Ora il Mostro presenta il conto e lo fa separatamente, ad ognuno di noi, che come quei mezzadri di Steinbeck proviamo a ribattere ricordando quali erano le promesse (per parte mia) e/o le minacce (per parte Sua) del Mostro, affannandoci a mettere in evidenza il valore della nostra 'terra', convinti, per l'appunto, che la 'terra' dei nostri padri sia ancora nostra, mentre è dannatamente evidente che è già stata venduta. Riporto solo l'ultimo, illuminante passaggio del capitolo di quel libro, anche se questo appesantirà il mio commento:
"E alla fine i rappresentanti venivano al dunque. La mezzadria era un sistema che non funzionava più. Un uomo solo, sulla trattrice, ora sostituisce dodici, quattordici famiglie. Gli si dà un salario e si prende tutto il raccolto. Non c’è scampo. È doloroso, ma è così. Il mostro è malato: qualcosa gli è accaduto.
I mezzadri alzavano gli occhi, pieni di spavento. E noialtri? Come si mangia?
Eh, a voi non resta che andarvene altrove. Viene la trattrice.
Va bene, gridavano i mezzadri, ma la terra è nostra. L’abbiamo misurata noi, dissodata noi. Siamo nati qui, qui ci hanno ucciso, qui siamo morti. Anche se non è buona, è nostra lo stesso. È l’esserci nati, l’averla lavorata, l’esserci morti, che la fa nostra. È questo che ce ne dà il possesso, e non una carta con dei numeri sopra.
È doloroso, ma noi non c’entriamo. È il mostro. La banca non è un essere umano.
Va bene, ma è una società di esseri umani.
Niente affatto. Questo è il vostro errore. La banca è qualcosa di diverso da un essere umano. Capita che chiunque faccia parte di una banca non approvi l’operato della banca, eppure la banca lo fa lo stesso. Vi ripeto che la banca è qualcosa di più di un essere umano. È il mostro. L’hanno fatta degli uomini, questo sì, ma gli uomini non la possono tenere sotto controllo".
Parafrasando la conclusione, L'Euro; l'hanno fatto gli uomini, questo sì, ma non tutti gli uomini lo possono tenere sotto controllo.
Grazie, su questo blog si viene per imparare. Tutti gli insegnanti che conosco che ci ho mandato, e che hanno avuto l'umiltà di leggerlo, sono rimasti. La maggior parte, però, non ha voluto leggere: sanno di sapere.
EliminaGrazie per il buon consiglio di lettura:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Furore_(romanzo)
Da rappresentante della categoria degli insegnanti, non posso che essere d'accordo con Lei.
RispondiEliminaL'ho già scritto altre volte: certe cose io le ho viste dall'interno, e sono anche peggio di quello che gli utenti di questo blog potrebbero immaginarsi.
Altro che le porte di porte di Tannhauser...
L'atteggiamento del "piddino" - ahimè - si coltiva come un fiore proprio nelle nostre scuole pubbliche, a partire da quei licei che dovrebbero essere l'espressione più elevata del processo di formazione individuale.
Quest'estate ero in commissione di maturità a uno scientifico: e le cose che non ho sentito...
Il problema non è chi non studia, che di solito sa di non sapere e magari finge anche con un certo decoro. Il problema sono quelli che sono convinti di aver capito...! E non oso immaginare come questi possano essere stati incoraggiati dai miei colleghi...
Ma al di là dei casi particolari, bisogna ammettere che la scuola è stata la vittima di un processo di smantellamento, la cui radice culturale conosciamo benissimo.
Che ce ne facciamo di una stampa serva, se poi a scuola si impara?
È evidente che la distruzione della capacità critica dell'individuo passa da qui: perché un individuo istruito, addirittura a spese dello Stato, è il nemico numero uno del potere. E il procedimento per abbatterlo è sempre lo stesso: devono cambiare i valori di riferimento. Devono essere gli stessi individui a cercare la loro libertà nel farsi dire quello che devono fare.
Con la scuola è stato facile: è bastato dire che il problema era il nozionismo e la lezione frontale. Il resto è venuto da sé.
Il costruttivismo, la creazione individuale di significati, la valorizzazione delle attitudini di ciascuno e altre fregnacce simili, nemiche della comunicazione, del linguaggio scientifico e della comprensione della realtà, stanno alla base - nel senso che sono la causa diretta - della scuola-azienda, del sistema crediti, dell'alunno-cliente, ecc.
È cambiando il paradigma culturale che hanno potuto rendere accettabile lo smantellamento della scuola pubblica; che aveva un vizio: dava spessore culturale alle persone, che così trovavano strumenti coerenti per interessarsi alla realtà, al di là del tecnicismo o del permeismo.
Oggi abbiamo insegnanti-amici, insegnanti che scherzano, insegnanti gentili e disponibili, insegnanti moralizzatori, insegnanti che accettano tutti i pareri, insegnanti che spiegano e rispiegano per rendere facili le cose difficili, che organizzano gite, attività extra-curricolari e che addirittura seguono i problemi delle famiglie.
Tutto molto bello, ci mancherebbe.
Peccato solo che stia sparendo la categoria principale: insegnanti che eccellono nella loro materia.
Ma tanto - ti dicono - anche se i ragazi non si ricordano chi era Carlo Magno o Kierkegaard, l'importante è che entrino a medicina.
Capito ora perché i medici non scioperano con gli insegnanti?
A (s)proposito di confiteor. I tedeschi ce li stanno triturando per interposta medialita' da anni di quanto sono alti e biondi e cogli occhi azzurri. In questi giorni hanno cominciato, sempre per interposta etc. etc, coi loro sensi di colpa per essersi fatti beccare con le mani nella marmellata (e sai che novità).
RispondiEliminaA questo punto non so più se mi stanno sulle palle loro, gli interposti mediali o le vosvaghen col tettuccio rialzato e i vetri azzurrati e la carrozzeria paglia.
Paghino la multa e bau.
#bastapiagnistei
Sono tranquillamente O.T. ma penso che altri saranno d'accordo con me.
RispondiEliminaGentile Professore, per favore, potrebbe riunire in un ebook di costo ragionevole, tutti i suoi interventi comparsi sui vari organi di stampa? Grazie anticipatamente.
Parlo da insegnante di storia che segue da sempre questo blog.
RispondiEliminaIn effetti, anche io mi sono sempre chiesto come sia possibile che i colleghi non capiscano e che seguano le idiozie piddine.
Però, molti di loro esaltano il dubbio, il non avere certezze, ecc..
Per ridere: molti mi dicevano (forse ora un po' meno) : ma se esci dall'euro finisco come la Grecia!
Boh! Ma la Grecia non sta nell'euro?
"Qualcuno, riavvicinato alla durezza del vivere, deporrà la propria presunzione e capirà." . Ovviamente speriamo che la rana non si riavvicini solo alla durezza del lesso......
RispondiEliminaPurtroppo è tutto vero.
RispondiEliminaIo ieri mi sono recato nella piazza della mia città, dove sorgeva un banchetto per la raccolta firme dei referendum di Civati. Ho messo la firma su alcuni che riguardano l'Italicum (Capilista bloccati e candidature plurime e abolizione della legge stessa) e il job act (reintegro per i licenziamenti economici e demansionamento).
Forse è poco per fermare la compressione degli spazi democratici e dei diritti dei lavoratori, però è l'unico tentativo che mi risulti su questo fronte, che forse possa riuscire a fare qualcosa.
I tagli alla sanità? Orrendi, ci sono iniziative per contrastarli? Si aspetta l'uscita dall'euro? Non ci si ammala? :(
Se non sbaglio è proprio per le ragioni illustrate in quel brano che Keynes afferma che i lavoratori potrebbero non avere nessun mezzo per ridurre i loro salari reali ad un livello che consenta la piena occupazione.
RispondiEliminaE' il secondo capitolo della teoria generale. Giusto?
FERMI TUTTI! Notizia per piddini e sellini e civatini... Ho trovato il modo per cambiare questa Europa: affondarne un pezzo, tipo Atlantide!
RispondiEliminaCiao Alberto, sarà come dici tu che in economia non dici niente di originale .... ma come riesci a mettere i paletti tutti in fila, non solo in economia ma su aspetti politici, su cose che girano intorno all'essere umano, permettimi, oggi, ti si può considerare unico. non è una opinione ma un dato di fatto. Grazie.
RispondiEliminaComprendere? No, grazie.
RispondiEliminaQuello che principalmente percepisco quando cerco di affrontare un certo tipo di discorso con qualcuno di quelli che si sentono 'al riparo' (e, va detto, non solo con quelli) è una sorta di latente ma persistente NOTA DI BIASIMO MISTO A SCETTICISMO. Della serie: caro mio, io t'ho inquadrato, tu o non c'hai nient'altro da fare o cerchi scuse... sei di quelli che la buttano sui massimi sistemi o per giocare all'intellettuale o per scaricarsi la coscienza. Sì vabbe', l'euro, le importazioni, le esportazioni, la banca centrale, la svalutazione interna... ma perché non provi a darti un po' più da fare invece di perdere tempo appresso a teorie stravaganti, e che se pure fossero vere tanto non servono a niente? Con tutto quello che c'è da fare nella vita, come ti va di farti certe pippe...
Rimandandomi in questo attuale, al tuo primo articolo, sono tornato ai miei primi interventi di novembre 2011 (dove ti proposi l' articolo di repubblica del 12 sett 1993,perchè credevo, sbagliando che si sarebbe ripetuto ciò che accadde nel '92 e dopo lo scambio di pareri sull' evasione fiscale) in cui stavo cercando di capire, cosa stesse accadendo e perchè le 3 manovre pesantissime di Tremonti, del 2010 e 2011, arrivate dopo che tutte le organizzazioni economiche internazionali avevano dato atto a Tremonti ed al suo Governo che la strada era quella giusta, non avevano sortito alcun effetto sulla crisi dei mercati e sullo spread, sebbene c' erano stati discreti risultati sulla crescita. In realtà avevo intuito da qualche mese che qualcosa non funzionava e che l' arrivo di Mario Monti con le sue nuove manovre avrebbe peggiorato di molto la situazione dei conti pubblici e della sostenibilità del debito pubblico con la crescita che diventava fortemente negativa. E leggendoti, tutto divenne più chiaro, e sperai che tutto sarebbe saltato per aria con la nuova crisi di fiducia dei mercati del 2012, sembrava ormai solo questione di settimane o di mesi, tu stesso avevi azzardato delle stime temporali per il collasso (la questione della segmentazione inaccettabile del mercato del lavoro francese insieme ad alcune criticità internazionali); ricordo che molti amici prelevarono migliaia di euro dai loro conti, altri portavano un po' di soldi fuori, altri investivano in oro o opere d' arte o altro e ormai eravamo in molti, convinti che ci saremmo cavati il dente e che saremmo usciti dalla trappola del cambio fisso. Poi arrivò "Whatever it takes to preserve the euro" e rientrammo nell' incubo. L' uscita de "IL TRAMONTO DELL'EURO" nella seconda metà di quell' anno, atteso come il Vangelo, mi consentì e credo consentì a molti di capire in che razza fogna eravamo precipitati.
RispondiEliminaHo scritto quanto sopra, per ricordare il mio percorso che mi ha portato da dilettante a capire almeno i fondamenti di ciò che progressivamente ci sta conducendo a ciò che definirei l' arretramento epocale e senza speranza verso un nuovo pauperismo e verso la diseguaglianza sempre più vergognosa e senza nemmeno l' illusione che a breve si possano verificare situazioni rivoluzionarie che modifichino le tendenze in atto.
E' terribile pensare che così tanta parte di popolazione, in Italia ma anche in ogni altro paese dell' area euro, sia così incosciente e sia così masochista da accettare sulla propria pelle ogni sorta di nefandezze; sono parimenti addolorato di ritrovarmi con pochi altri ad odiare ormai freddamente, questi delinquenti che da decenni hanno preparato questo osceno sistema e da anni, diciamo dal 2008, stanno mettendo in pratica le azioni di smantellamento di ogni forma di garanzia. Sono idioti coloro che non capiscono? Non lo so, forse si, non ci arrivano, non gliene frega nulla di ciò che succede al loro prossimo ed a loro stessi, ma a me ormai fanno più pena che rabbia. Purtroppo il coraggio, e credo che si tratti in ultima analisi di questo, sia la cosa che manca, ma anche la follia che ti impedisce di attendere che demoliscano progressivamente la tua personalità di cittadino fino a farti perdere qualsiasi capacità di reazione; questa situazione mi ricorda molto ciò che avvenne nei lager nazisti, certo non siamo ancora a quei livelli, ma le tecniche di demolizione sono le stesse, fino a che ci fu la liberazione. Ma qui ci sarà mai qualcuno che verrà a liberarci, perchè, come allora sono molto scettico che saremo in grado di liberarci da soli da questo osceno giogo.
Non sembri una difesa d'ufficio degli insegnanti, sarebbe solo un apparire.
RispondiEliminaLa classe insegnante non esiste più. Bisogna pur dirlo. La professione è oramai distrutta. La scuola non esiste più! Meglio ripartire da questa consapevolezza. Se poi si vuol ripartire! Nei test internazionali siamo sempre negli ultimi posti da decenni, ma questo non ha impedito ai governanti di qualsiasi colore di continuare solo a tagliare; tagli lineari da 25 anni a questa parte: gli ultimi al mondo per investimenti in istruzione. Se è vero quello che dice Boldrin, che in una prima fase dell'euro abbiamo avuto una riduzione degli interessi sul debito e un più facile accesso ai capitali, la qual cosa forse era proprio il sogno di Andreatta, questo forse valeva per le imprese, nelle scuole dal 1992, data storica precisa, non s'è mai più vista tregua, prova provata che tutti sapevano che questa storia dei benefici dell'euro sarebbe stata solo un fuoco di paglia.
Io, tuttavia, ne ho preso coscienza piena solo quando sono venuto qui. Prima mi chiedevo: ma perché fanno questo, non è evidente che non ha senso?, e mi rispondevo: per imperizia, per dilettantismo, per ignoranza; e invece dimenticavo che gli italiani vantano la loro furbizia, dunque era tutto premeditato e la scuola è stato il laboratorio continuo dove si sperimentava fin da subito, fin da Maastricht, il ritorno alla durezza del vivere che presto avrebbe colpito tutti. Nella scuola non c'è mai stata luce di speranza, sono 25 anni di persecuzione continuata.
Incredibile!, lo vedevo, forse avrò anche usato le parole esatte per descrivere il tradimento, ma quello che le mie labbra pronunciavano la mia stessa testa non capiva, non ne era convinta fino in fondo, proprio come dice Kierkegaard: non ne avevo lo spirito. Ora è un fatto!
Il disordine mentale della classe insegnante si coglieva già nel vecchio millennio, c'erano perfino gli accaniti e festosi Berlusconiani, non dissimili dalla massaia tenuta al guinzaglio con la soap opera, gli istintivi, e poi c'erano i pensatori di sinistra, quelli per i quali Prodi era la riscossa del popolo, e si poteva ben sopportare qualche momentaneo taglio. “Taglio?!” dicevo io, “questa devastazione prospettica è un semplice taglio momentaneo?” .... Niente … peggio delle massaie, pardon degli altri colleghi di destra. Berlusconi, riguardo agli insegnanti, aveva ricordi adolescenziali, ma molti hanno sempre preferito credergli. Ognuno aveva la sua bandiera, ma nessuna rappresentanza politica poteva difendere le cavie di laboratorio. Non a caso i ministri dell'istruzione sono stati sempre selezionati tra i rincalzi, gente che doveva fingere.
Il caos è da tempo calato addirittura direttamente all'interno delle discipline, oramai alla deriva e senza nessuna integrazione prospettica, perché forse non l'ho ancora detto, ma: non c'è mai stata alcuna riforma della scuola nell'ultimo quarto di secolo; i tagli non sono riforme.
Riporto le parole asciutte di un grande collega di matematica, che ci ha lasciati da poco, che aveva il dono della sintesi estrema (1998): “Ma quale riforma? …. ci sono i soldi?... No?! Allora non c'è riforma! Non si fanno le riforme senza soldi.”
Per l'insegnamento già possiamo quindi dire: Professione distrutta! Missione compiuta!
Possa questo breve riassunto servire almeno per monito agli altri.
Velocemente perchè ho poco tempo, ma questa non la posso tacere...
RispondiEliminaGiovedì 24 settembre, cena del Rotary in un ristorante locale a cui è invitato come relatore Paolo Agnelli, presidente di CONFIMI (Confederazione dell' Industria Manifatturiera Italiana). Alla cena sono invitati vari altri rappresentanti oltre il presidente tra cui qualche consigliere di Apindustria Cremona, legata a Confimi, a cui la mia azienda è associata. Sono invitato anche io.
Tralascio il preambolo del presidente che illustra i problemi della aziende, a suo dire e nell'ordine: il costo dell'energia, il costo del lavoro, il peso delle tasse. Freudianamente Agnelli ha messo al primo posto quello che è il problema della SUA azienda, ma lasciamo stare, anche se già mi giravano i corbezzoli perchè un presidente di associazione dovrebbe avere una visuale più ampia.
L'intervento prosegue a base di "ma quanto siamo bravi noi rispetto a Confindustria, facciamo questo, facciamo quello anche se loro cercano in tutti i modi di metterci i bastoni tra le ruote." Al chè qualcuno (io) gli fa gentilmente notare che se si cerca di fare tutto quello che fa Confindustria, dov'è la differenza? Ma lasciamo correre pure questo.
Al termine dell'intervento, uno dei presenti chiede come si pone l'associazione di fronte all'eventualità di una uscita dall'euro.
Risposta (quasi testuale):"Eh beh, certo nell'euro era meglio non entrarci, ma ormai ci siamo e visto che siamo a metà del guado conviene rimanerci e cercare di farlo funzionare."
A questo punto mi sale la scimmia e non riesco più a trattenermi, afferro il microfono e sotto lo sguardo terrorizzato di mia moglie (oddio scoppia il casino!) gli faccio, molto carino e coccoloso, notare che il suo ragionamento fa acqua da tutte le parti e che se quella è la barca che ci deve portare fuori dalla crisi, siamo già belli che annegati.
Dalla sua espressione interrogativa deduco che non ha capito, quindi gli spiego.
Primo: è inaccettabile che un imprenditore ragioni con il "tanto ormai...". Il "tanto ormai..." va bene per chi si è arreso, ma un imprenditore vero dovrebbe essere come l'ultimo giapponese nell'isola sperduta, cioè difendere la propria azienda, il proprio lavoro, fino alla morte.
Secondo: se sei/sette anni di crisi e di rimedi inefficaci non hanno insegnato che la strada è sbagliata, è meglio che andiamo tutti a scopare il mare, ne ricaveremmo molta più soddisfazione.
Terzo: Tutti gli economisti veri e seri dicono che un unione monetaria come questa non può funzionare. Gli cito Krugman, Stiglitz, Sapir, ma se gli parlassi di Pippo, Pluto e Paperino forse otterrei un effetto migliore.
Morale, per educazione ed opportunità sociale non posso affondare i colpi, quindi vengo redarguito perchè "io appartengo a quelli che seguono il 50% dei premi Nobel che predicano l'uscita dall'euro, mentre il restante 50% predica la permanenza.
Come ultima cartuccia gli chiedo di indicarmi quali sono i premi Nobel che predicano la permanenza. Silenzio, poi con un guizzo mi chiede la mail assicurandomi che mi manderà l'elenco completo. DAR!
Comunque me ne vado con l'amaro in bocca.
Perdonate la prosa, ma questo episodio dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la maggior parte della gente è cieca e sorda, ha la testa bassa e non vede al di là del proprio naso, pure quella che per posizione sociale o compito istituzionale, dovrebbe avere la vista più lunga degli altri.
E' e sarà dura, molto dura.
ti faccio i miei più sinceri complimenti per il tuo coraggio. Alberto.
EliminaLungo Fucile, il tuo commento e comportamento mi ha entusiasmato e te ne sono grato.
EliminaIo sono un ex imprenditore; in tutta onestà non posso dire che, nel 1999, ho chiuso la mia azienda solo a causa del cambio fisso ma, ripensando alle molte bordate prese in quegli anni, devo dire che il contributo "monetario e valutario" per farmi prendere quella decisione mi è molto più chiaro. Ai tempi ne ero inconsapevole e ho sempre addebitato la costante perdita di quote di mercato estero degli anni precedenti la chiusura alla sola mia incapacità imprenditoriale mentre oggi mi trovo a pensare che forse non ero del tutto un inabile. Neppure la svalutazione del 1992 (dove in precedenza avevo già sperimentato gli stessi problemi di perdita di mercato) mi aveva fatto aprire gli occhi.
Oggi sono un semplice operaio metalmeccanico e, quando parlo coi (pochi) colleghi che mi capiscono quando gli spiego cosa sta accadendo, insisto a dire che gli imprenditori non sono tutti come i "manageroni" di Confindustria, capaci solo di pretendere la riduzione del costo del lavoro, flessibilità oraria (unilaterale) e che plaudono all'abolizione dei diritti dei lavoratori, semplicemente perchè di licenziare i propri dipendenti non ne hanno mai avuta l'intenzione e non sarà mai il loro obiettivo, che esistono Imprenditori veri che hanno a cuore i propri dipendenti e non puntano a ridurne il reddito come soluzione unica per non perdere il proprio profitto.
Purtroppo però mi pare di capire che anche organizzazioni imprenditoriali alternative a Confindustria ne seguono pedissequamente i passi, in perfetto pensiero unico mainstream e che tu, forse, sei rimasto una mosca bianca.
In ogni caso la tua presa di posizione è stata ammirevole. Hai dimostrato che non tutto è perduto! Continua così e grazie ancora!
Io la vedo così: il popolo per definizione è coglione e segue poco le Cassandre, almeno a partire da Troia in poi. Il nostro poi, non essendogli mai riuscito di tagliare manco mezza capoccia di sovrani, ammanca del tutto della sicurezza in se stesso: come dire "tanto non cambia mai niente, ma chi me lo fa fare (di studiare, di dubitare, di contestare, di mettere in discussione il mainstream)?".
RispondiEliminaE però non si arriva alla verità senza soffrire, senza appunto dubitare innanzitutto della propria intelligenza. Troppo facile leggere Scalfari (con fare ignavo) fino alla domenica sera, è rassicurante come il classico e paradigmatico paio di vecchie ciabatte. Ci vuole coraggio ad abbattere la fede, ci vuole un tremendo coraggio interiore a guardarsi allo specchio dandosi del coglione. Coglione per aver creduto al padrone cone fanno gli asini, coglione per aver scordato la grande lezione: vivere è dubitare. Ecco perché io odio. Odio gli ignavi che hanno paura di dismettere quelle maledette ciabatte, odio coloro che ripetono frasette senza senso lette o ascoltate da qualcuno cui è riconosciuta "credibilità" (tanto meno giustificata, tanto più attribuita). Odio coloro che mi ricordano me stesso, come ero, convinto di sapere e niente affatto umile. Quindi tutti possono fare il passo come l'ho fatto io? Dipende...forse...non è automatico, tutt'altro è contronatura come solo darsi del coglione per non aver capito nulla può esserlo. L'unica catarsi sta nell'autoinsulto e nello studio: nessuno è innocente ma molti se ne infischiano completamente anche solo di discutere le proprie opinioni. Quanta invidia per il bel XX secolo che fu: vagoni piombati, destinazione Siberia e tanto tempo per pensarci su. Perdoni il mio delirio prof, a volte manca la forza.
Luigi Zingales 9 Maggio 2010
RispondiEliminaIn particolare:
"Dall'introduzione dell'euro il Sud ha avuto una crescita dei prezzi più elevata del Nord. Paradossalmente questa crescita è stata "colpa" dell'euro. L'introduzione di una moneta unica ha prodotto una riduzione dei tassi d'interesse per i paesi del Sud Europa che ha favorito un boom immobiliare. Fossimo stati negli Stati Uniti, gli abitanti del Michigan e del Minnesota si sarebbero trasferiti in Florida e Louisiana. Così non è in Europa. I tedeschi e gli olandesi in Grecia e Spagna ci vanno in vacanza, non a lavorare.
Il risultato di questa segmentazione è che i prezzi nel Sud Europa sono cresciuti per molti anni più che nel Nord, senza che il mercato interno costringesse a un reallineamento. Ora, finito il boom immobiliare, il Sud si trova ad essere molto meno competitivo del Nord."
Luigi Zingales (10 giugno 2010).
In particolare:
"Nel gioco delle svalutazioni di cambio eravamo più bravi noi del Sud Europa, in quello della riduzione dei prezzi sono di gran lunga più bravi loro (ndr Germania). Una strategia estremamente intelligente ma estremamente egoista, che corrisponde interamente agli interessi tedeschi, ma che ignora completamente (anzi penalizza) gli interessi degli altri stati membri."
Chiederei a Zingales, queste questioni sono state superate o si sono ulteriormente aggravate? Se come sembra si sono ulteriormente aggravate e addirittura stanno allargandosi anche ai paesi del core, perchè la corsa verso gli egoismi capiatanata dalla Germania è una "funzione illimitata", perchè continua a restare così in ombra mentre l' euro procede verso la catastrofe anche da lui stesso annunciata e non prende una posizione chiara e forte che servirebbe moltissimo alla causa? E ancora, come fa uno come lui, così autorevole e così lucido a rinunciare a fare i conti con la sua intelligenza e soprattutto con la sua coscienza?
"Quello che per l'imprenditore è un costo, per il dipendente è una entrata, ma questo nel dibattito sfugge, anche perché, appunto, si parla sempre di "costo del lavoro", e mai di retribuzioni..."
RispondiEliminaÈ il punto chiave.
Il maggioritario punto di vista per il quale "strizzare il tuo reddito è più gratificante che proteggere il mio" è la causa prima del successo nella compressione dei salari. Se risparmio nel pagarti meno, il mio IO ha vinto una guerra e se ne gode il trionfo, se riesco a mantenere la mia retribuzione il mio IO si è solo difeso, non ha conquistato nulla che, come IO, non gli fosse già dovuto. Ridurre il beneficio altrui è un'espansione dell'IO e dà piacere. Da qui l'asimmetria percettiva e il danno all'utilità. Siamo schiavi perché tutti vorremmo schiavi.
Boh, io la domanda la faccio, magari è sciocca ma più intelligente di così non ci riesco…
RispondiEliminaSe l'Italia esce dall'euro è molto probabile che l'intera unione monetaria si disintegrerà (siamo grossi, siamo fra i fondatori…). Se tutti i Paesi tornano alle valute nazionali, la maggioranza di loro - probabilmente tutti tranne la BRD - per scelta o per destino svaluterà rispetto al vecchio euro o al nuovo DM, je nach dem.
La domanda è: se tutti svalutano non c'è il rischio che gli effetti benefici dell'aggiustamento del cambio si riducano copiosamente?
Grazie a chi vuol discutere!
Te lo dico con affetto: non ce ne frega un cazzo di discutere. La discussione fra incompetenti è il cancro della nostra democrazia, e chi ci si rotola come un maiale nel suo brago viene da noi visto con estremo sospetto. Ci sono due libri che rispondono alle tue domande (e svariati post). Li hai letti? Questo blog incoraggia lo studio e scoraggia il turismo. So che mi capirai.
EliminaI post sì, i libri no.
EliminaFarò tesoro dell'incoraggiamento.
Saluti dal trogolo (vabbè, passi la metafora suina, ma il sospetto un po' mi spiace, mi firmo con nome e cognome, mica voglio trollare nessuno, che male c'è a chiedere chiarimenti a chi i libri li ha già letti - non a lei, che ha senz'altro di meglio da fare. Ok, ho capito, il blog è casa sua e le discussioni le vado a fare da un'altra parte, se proprio ci tengo...)
Hai ragione, scusa. Allora sarò più costruttivo: secondo te per il commercio italiano è più importante la Germania o la Grecia?
EliminaChe poi comunque la stronzata del "se svalutano tutti (è come se non svalutasse nessuno)" è colpa di un post datato 8 aprile 2015 su Keynesblog. Ho ripetutamente sfidato il padrone di casa sul punto ma non mi ha dato risposta...è chiaro che se chi cerca risposte, o vuole solamente partecipare, sbaglia indirizzo, si trova da un'altra parte.
EliminaTrovo invece estremamente interessante l'affermazione del prof. La discussione tra incompetenti è il cancro della democrazia.
Ho solo un appunto da fare al prof., tra i competenti ci mettiamo anche Alesina, Giavazzi, Puglisi, Bordin ... etc etc etc?
EliminaCHI decide chi è competente? (sembra una domanda facile ma non lo è).
Io.
Elimina:-)
EliminaLa Germania, certamente.
RispondiEliminaMa guardi, non era mia intenzione sottrarre tempo alla sua domenica. Ovviamente non può star dietro a ripetere le stesse cose a chiunque si affacci dalle sue parti, la domanda era rivolta soprattutto agli altri forumisti, ma ora capisco che le discussioni fra non non si fanno in casa Bagnai - e mi sta bene. Se necessario tornerò quando sarò più preparato.
(In cambio chiedo solo di non sospettarmi più di tanto, posso avere l'ardire?).
Buon fine settimana a lei e a tutti.
Due parole soltanto. La maggiore competitività derivante dallaggiustamenti del cambio è solo uno degli effetti dell'euro exit (e forse neanche il più importante). L'effetto più importante è nel riappropriasi di una propria politica economica e monetaria senza rischio di essere strozzati dalla BCE come è successo alla Grecia.
EliminaCaro Mattia, se il prof me lo consente provo a risponderti. Per come l'ho capita, la tua domanda contiene un non senso: se la moneta unica è implicitamente, ma sostanzialmente, una unità di misura standard che serve indirettamente a definire (in fase di start-up) e mantenere (a regime) dei rapporti di cambio fissi tra le valute di diversi paesi, il venir meno EFFETTIVO (cioè non solo come valuta corrente, ma appunto come unità di misura standard) e GENERALIZZATO (fuori tutti) di tale moneta coincide né più né meno che col venir meno di tali rapporti di cambio fissi. Ovvero, con un riassestamento (svalutazioni/rivalutazioni reciproche) generale e progressivo, sulla base dei fondamentali economici nazionali reali, di tali rapporti. Per cui: non solo non potremmo parlare di una svalutazione generalizzata rispetto a qualcuno in quanto questo qualcuno (uno o più paesi rimasti nell'euro) non esisterebbe più, ma otterremmo necessariamente il ripristino di quello che una moneta unica serve esattamente a impedire: una dinamica continua dei rapporti di cambio tra le valute dei diversi paesi ex aderenti.
EliminaDetto questo, una postilla in omaggio al principio di carità interpretativa: ammesso e non concesso che il riassestamento iniziale consista in una eguale svalutazione di tutti verso il DM (ipotesi del tutto irrealistica), la cosa farebbe comunque decisamente una bella differenza rispetto alla situazione attuale (lascio a te capire come e perché).
Spero di essere stato sufficientemente chiaro e soprattutto corretto.
Ci provo: svaluteremmo rispetto a Germania e Francia, che sono i nostri maggiori partner commerciali (si può vedere dai dati, o prevedere a causa delle grandi dimensioni delle loro economie e della distanza). Rivaluteremmo rispetto a Spagna, Grecia, ecc... Ma questi paesi sono più piccoli e ci commerciamo meno. Il risultato netto sarebbe una svalutazione effettiva rispetto alla media pesata dei partner commerciali.
EliminaMattia, forse conosci questo articolo che proposi io al blog nel nov. 2011; magari c' è la risposta ai tuoi dubbi.
EliminaIeri come al solito ma mia insana timidezza mi ha tradito volevo tringerle la mano e ringraziarla Io so di non sapere,
RispondiEliminaDi fronte a quella foto, di fronte a queste parole sferzanti, nessun insegnante vuole dimostrare di non essere un quaquaraquà, silenzioso di fronte alla rovina degli allievi, delle loro famiglie, di fronte alle botte (inutili) prese dai colleghi più giovani? Deve per forza scendere dal monte la CGIL, i Cobas o Alberto Bagnai a dirvi come fare?
RispondiEliminaAvete il sapere, perdio. Potete entrare in ogni casa. Però dovete farvi forza e chiedervi
COSA POSSO FARE PER LA MIA GENTE?
COSA POSSO FARE PER I MIEI COLLEGHI?
COSA POSSO FARE PER I MIEI RAGAZZI?
Perché la risposta è semplice. Sapete insegnare, no? Orsù, insegnate. È settembre 2015. È ora. Non serve che siate 10.000. Ne bastano 3, con il sacro fervore. Le idee si trovano, ne ho tante io che sono l'ultimo fesso. Ma dovete decidervi, smettere di essere tiepidi, dare un segno di vita QUI. Se non cominciate voi che potete, chi lo farà?
Grande post , va finalmente al nocciolo della questione italiana , con una spiegazione dell'inerzia dei vari strati sociali ormai giunti inconsapevolmente al : io speriamo che me la cavo.
RispondiEliminaComplimenti!
Non esiste salutista più sfegatato di un ex fumatore né moralista più bacchettone di un ex puttaniere; nulla è paragonabile per durata e intensità al rancore di un amico a cui si è carpita la fiducia o di una ex moglie tradita. Ognuno di noi almeno una volta nella vita ha provato o ha subito la gioia maligna così ben riassunta dalla lingua tedesca nella parola Schadenfreude e peggio ancora va agli sciamani, ai venditori di sogni.Per loro non c'è remissione né perdono in caso di risveglio degli adepti.
RispondiEliminaUn medico,un ingegnere,un magistrato possono sbagliare ; qualcuno pagherà per i suoi errori altri no, è irrilevante, ma nessuno è così imbecille da attribuire patente di infallibilità al suo commercialista. Gli sciamani no, non possono sbagliare, o sono infallibili o non sono sciamani.
Devo la mia superficiale comprensione di percorso frattalico a Leporini Marvaldi "Capra e calcoli"dove si racconta di un escursionista sorpreso in quota dal nebbione e di come,senza avere la certezza di arrivare a baita,possa aumentare le sue probabilità di scendere a valle. Invece di scegliere di scendere sempre cosa che lo espone al rischio di finire in un vallone cieco è piu' opportuno segmentare il proprio percorso in frazioni definite inserendovi delle frazioni casuali in cui anzichè scegliere di scendere si sceglie una direzione a caso. Un osservatore terzo,ignaro della nebbia e che osservi gli spostamenti del nostro su un gps, si chiederebbe: " Cosa sta facendo costui? Va a funghi, a bacchetti, è ubriaco?" Nulla di tutto questo, sta solo cercando di arrivare a baita.
Ci siamo piu' volte detti che la precondizione del sogno è il sonno; traghettare i propri adepti da un sogno ad un altro e dunque da un sonno ad un altro senza passare dallo stato di veglia è la nebbiosa montagna che devono scendere i nostri sciamani;come fare?
Questo mi chiedevo leggendo l'intervento del prof Gallino sul Fatto Quotidiano del 24 Settembre dove, nel contesto di una analisi di tutto riposo ( qualche ammiccamento di troppo a Tsipras, qualche peccatuccio di superbia come intestarsi il concetto di autoritarismo emergenziale che sarebbe poi la shock economy della Klein..) piazza ad un certo punto queste stupefacenti righe: "..
Così com’è l’euro non può più funzionare. Sia chiaro che uscire dall’oggi al domani non si può, sarebbe un disastro per i depositi bancari, la fuga dei capitali, la forte svalutazione della moneta sul mercato internazionale. Ma bisognerà affrontare presto la questione del “se e come uscirne”, perchè ciò vuol dire molti mesi di preparazione; oppure possiamo tentare di temperare questa uscita in qualche modo: affiancare all’euro una moneta parallela che permetta ai governi di avere libertà di bilancio ...".
Chi glielo fa fare? Sono una serqua di boiate talmente clamorose, talmente evidenti che un osservatore terzo ignaro della nebbia e dotato di gps dovrebbe chiedersi "Cosa sta facendo costui? Sta andando a funghi, a bacchetti è ubriaco" Nulla di tutto questo; è il segmento frattalico del percorso intrapreso per scendere dalla montagna.
Fra l'altro questo ci permette di apprezzare la differenza fra adepto ( dello sciamano) e seguace ( del guru): il seguace è incazzato perchè si è svegliato (vedere i commenti sopra), l'adepto è incazzato perchè non vuole essere disturbato.
Words, words, words. È incompetente e quindi oggettivamente inquinante per il dibattito.
EliminaPeraltro: da un po' di tempo sento tanti parlare di frattali. Sono convinto che a una rapida interrogazione il 95% di essi non saprebbe distinguerli dalle frattaglie (e all'interno di queste fra cuore e polmone). Un sano "parla come magni" ogni tanto mi toccherà emetterlo, e a grandi linee vedo pochi consumatori di coratella...
Elimina@Andrea granata
RispondiEliminaNon è questione del prof, ma semplicemente (e trova un po' di post nel blog) di bilancia dei pagamenti.
Se per magia si stampassero lire e le dessero per esempio a lei, LEI le spenderebbe.
In parte in prodotti italiani e in parte in prodotti esteri (oppure in prodotti esteri che hanno come sottostante semilavorati italiani e viceversa).
il fatto di avere una propria moneta significa adeguare il valore della propria economia a ciò che realmente è (nel ns caso un 20-30% meno di quella tedesca e forse vale ancora il meno 10 rispetto al dollaro).
Quindi, via svalutazione potremmo importare di meno ed esportare di più.
Quindi avremmo più spazio per aumentare la spesa pubblica, facendo rilanciare consumi ed investimenti (che come scritto, assorbono importazioni).
Quindi nulla di magico ma solo "fisiologia" degli strumenti economici (monetari, fiscali, industriali) a disposizione di uno stato.
Rivalutare Tsipras?
suvvia, siamo seri
Scusatemi. Ho giàà commentato ma come anonimo perché dal cellulare ho confuso un po' le cose, ma non mi piace firmarmi come anonimo.
RispondiEliminaAnche io sono un insegnante e seguo questo blog da molto tempo.
Purtroppo quello che dice il Prof. sui miei colleghi è tutto tristemente giusto.
Però, mi chiedo se in fondo non sia normale.
Non sempre nella storia sono stati gli intellettuali a cambiare le cose.
Agli intellettuali (non tutti), molo spesso piace stare seduti al caldo e a guardare le rivoluzioni dalla tv o dai giornali.
Dire, come mi dicevano alcuni: ha ragione Monti, perché se usciamo dall'euro finiamo come la Grecia (!!!???!!! Ma non sta nell'euro, la Grecia? Boh!) poteva essere rassicurante!
Poteva!
Oggi un po' meno!
È proprio questo il punto: perché oggi un po' meno!?
EliminaÈ da quattro anni che si sa come andrà a finire.
Quattro anni: un'enormità!
In quattro anni vedete passare i ragazzini dalla bici o dal motorino conquistarsi la patente, mentre noi che conquiste abbiamo ottenuto?
Una cosa (e sola) e' stata positiva dell'euro: ha fatto venir fuori l'idiozia latente.
RispondiEliminaPiu' precisamente l'idiozia latente nelle persone che avevano ed hanno tutti gli strumenti per capire cio' che stava e sta succedendo. Gli insegnanti sono fra questi. I miei colleghi ben laureati che non scioperano mai, che si ritroveranno a lavorare a Singapore o altri posti piu' schifosi e daranno la colpa alla Cina ed ai fannulloni delle Poste...
EliminaEsatto, anche io penso spesso a questo. Ho smesso di punzecchiare su FB i miei ex colleghi che vivono a Piddinia, perche' vedo che alla fine si torna sempre alla "reductio ad Berlusconem". Mentre comprendo le persone di una certa eta' che hanno la quinta elementare e che si fidano ciecamente dei telegiornali, questi signori non hanno scusanti. Sono tutti laureati in materie scientifiche (ingegneria, matematica, fisica, informatica, hanno tutti fatto il famoso biennio con Analisi Matematica 1 e 2, Fisica 1 e 2, Algebra, Geometria ecc.) allora anche se non hanno studiato economia, sanno leggere un grafico; in teoria dovrebbero avere le basi per pensare in modo autonomo; gli hanno detto che mentre gli assiomi non si dimostrano, i teoremi si' che si dimostrano, ne hanno dovuto imparare vari per superare gli esami. Ecco confondere gli assiomi con i teoremi e' un errore che non dovrebbero fare, eppure....
EliminaQuindi ho smesso anche io di provare pieta'.
Tiziano, tu la curva di Gauss la conosci no? E allora di che ti stupisci.
EliminaDue riflessioni che facevo in questi giorni e che sono abbastanza in tema col post sono queste:
RispondiElimina1) L'italia ha ogni convenienza ad uscire dall'Euro, che è il pilastro d'argilla con molte crepe su cui si regge l'inossidabile architettura d'acciaio (pesantissimo) dell'Eurozona. Non sono poi così sicuro che la stima di una svalutazione del 20% in caso di uscita dall'Euro sia ancora valida. L'Euro è un fallimento totale, e questo i mercati lo hanno evidentemente capito. Siamo sicuri che non verremmo piuttosto premiati, per aver abbandonato un sistema manifestamente fallimentare? Se gestissi, chessò, una catena di supermercati, come Auchan o Lidl, mi butterei a pesce sul primo paese che esce dall'Euro. O no? Almeno sul medio-lungo termine, la lira secondo me potrebbe perfino sopravvalutarsi...
2) Il Job Act non è che l'ultima (per ora) delle fasi della distruzione del mercato del lavoro che è stata operate negli ultimi 30 anni. Su questo Renzi, per altro, ha ragione. Ha però una peculiarità orribile, che non viene a mio avviso abbastanza sottolineato, ed è questa. Non solo aumenta la flessibilità in entrata, ma RIDUCE QUELLA IN USCITA (credo). Il contratto a tutele crescenti, almeno in teoria, potrebbe creare un problema serio a tutti coloro che vorrebbero cambiare lavoro, perchè dovrebbero ripartire da zero. Ma non conosco i dettagli della questone "cambio di lavoro nel contesto dei nuovi contratti", per cui se qualcuno è più esperto e mi può smentire è benvenuto...
Quello che a me sconvolge e' che PD, NCD, FI hanno ancora percentuali altissime nei sondaggi.
RispondiEliminaMa davvero abbiamo una memoria cosi' corta?
Ricordiamo cosa disse quel ****** di Fabrizio Rondolino il 25 giugno anno in corso, in occasione delle proteste di migliaia di docenti: "Ma perché la polizia non riempie di botte 'sti insegnanti e libera il centro storico di Roma?”. Forse Rondolino credeva d'essere a Versailles, e non in qualità di facchino, come invece meriterebbe. Il passo successivo saranno le brioches di Maria Antonietta? A Rondoli', vedi di non incappare in un "escadron" di "Pesanti"(Cuirassiers dell'Imperatore).
RispondiEliminaIdioti!
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=OV0KpsNjwNY
Da insegnante devo dire che la sua analisi è purtroppo fondata.
RispondiEliminaHo speso anni a cercare di far comprendere inutilmente, sempre argomentando con teoria economica alla mano, quale fosse stato, qual'era e quale sarebbe stato ancora nel futuro l'effetto nefasto della mortifera moneta unica.
Era tutto un fiorire di riflessi pavloviani da parte dei colleghi: "Ma che c'entra la moneta", "La moneta è neutrale" (detto da laureati ISEF), "Dall'euro non possiamo uscire".
Ovviamente questi sono i commenti degli insegnanti over 40. Gli under 40, già numericamente esigui, si sono invece gettati tra le braccia di Grillo, passando quindi dalla padella alla brace.
Credo che l'unica possibilità per questo paese sia la diffusione di internet e il ricambio generazionale: chi oggi ha meno di quarant'anni è stato deprivato di tutto e quando sarà maggioranza lo reclamerà delegittimando l'attuale sotto-classe politica collaborazionista.
Alle prossime elezioni vincerà il m5s, questo se da un lato continuerà a fare il gioco dell'eurodeflazione in compenso svelerà gli altarini come fu per Tsipras, delegittimandosi da solo.
A quel punto non resterà che una scelta e sarà contra euro: la faranno sia i professionisti tutelati della pubblica amministrazione come Magistrati e Dirigenti, per i quali si preannuncia già un giro di vite, sia i docenti, i quali sono anche padri di famiglia di futuri sottoproletari condannati alla mendicità ed essi stessi ridotti ad un tenore di vita e ad una mobilità da rivoluzione industriale.
Da ignorante: forse hanno studiato Keynes nei bignami?... Come per Marx e le sue copertine.
RispondiEliminaIo ho completamente rinunciato a parlarne, sia nella vita di tutti i giorni che nei social, mi sembra inutile e che non ci sia la dovuta attenzione di troppe fasce della popolazione (in pratica la stragrande maggioranza se ne fregano di approfondire) e per questo la stimo anche di più. Lei aveva molto più da perdere nel "bestemmiare" contro il "sacro" euro rispetto a noi, ma la sua coscienza è stata più forte. Molto più forte di tutti i miserabili che non hanno aperto bocca pur sapendo e ancora continuano a tacere.
Tra l'altro ha fatto tutto ciò mettendo in prospettiva e spiegando nel dettaglio, e non certo come hanno tentato di attribuirle inizialmente "bastausciredalleuro" (uguale e contrario al pensiero magico eurista).
Non la ringrazieremo mai abbastanza.
p.s. Ogni tanto accendo la TV per qualche documentario naturalistico o storico. Guardando oggi Rai Storia su Rai3, dove si parlava della Caduta di Costantinopoli e quindi dell'Impero Bizantino, lo storico ha sentito il dovere di inserire il mantra "statalismobruttoecattivo" vs Veneziani liberisti e arrembanti quindi vincenti
http://www.raistoria.rai.it/articoli/la-caduta-di-costantinopoli/25972/default.aspx
Non è la prima volta, e rimango sempre perplesso sulla lettura "economica" della Storia mainstream. Sarà che sono rimasto scottato?
psychok9
EliminaSpiace che lo storico sia Barbero. Per il resto, più che una lettura precipuamente economica della storia, a me pare una lettura ormai ossessivamente monotematica che ricalca, al contrario, la richiesta del "Volete burro o cannoni?". Era un mainstream scontato allora il rispondere "cannoni", lo è oggi il rispondere "burro"; insomma la classica domanda chiusa, da porre al cliente, che s'insegna ai venditori principianti: innanzi a quella che è stata fatta diventare un'ovvietà sociale, culturale e sentimentale, chi risponderebbe il contrario? (e in effetti qui c'è qualcuno che l'ha fatto). I pellerossa Hopi dicevano: "Chi sa raccontare le storie governa il mondo", frase sibillina che si presta a molteplici esegesi. Ne è passata una soltanto, quella per cui governi chi sappia dire qualcosa che "sembri" seducentemente verità (tanto la maggior parte degli'individui, come anche lei osserva, non la cerca da sé). Per i demiurghi europeisti, senza l'euro e questa Europa saremmo ancora a Verdun; agitano questo spettro sapendo che la massa non s'informa abbastanza nemmeno su cosa fu davvero la prima guerra mondiale, e quali le reali cause, sicché offrono di quella uno stereotipo emozionale, stupido e retorico, proprio come i generali d'allora conducevano le operazioni belliche. Per citare un esempio, soltanto nel primo giorno di offensiva britannica sulla Somme, gli inglesi persero quasi 60.000 uomini (gli americani li persero in tutta la guerra del Vietnam): li fecero uscire in linea dalle trincee, e col corpo eretto, come se fossero a una parata, verso i nidi di mitragliatrici tedesche. Ravviso una inquietante analogia tra quella logica e l'attuale. La storia non si ripete in maniera eguale, e ciò sembra stornare le coscienze più distratte - ovvero delle non-coscienze -: eppure si ripete.
Ho seguito anch'io il programma su Raistoria, ma non ne ho tratto la stessa impressione. Mi è parso anzi che il prof. Barbero abbia più volte affermato che Costantinopoli era la seconda Roma e aveva un valore simbolico superiore a qualsiasi altra conquista per il capostipite degli Ottomani: un uomo che puntava al rango di Imperatore e che aveva bisogno di un Centro che avesse il rango di capitale di un impero. Tale non poteva certo dirsi Venezia. Tale era invece Costantinopoli, l'ultima roccaforte di un impero, quello romano d'oriente o bizantino che era in disfacimento, ma non certo perché 'statale brutto e cattivo', mentre 'capitalista rampante e liberista buono e moderno'. Lo era perché ormai accerchiato da nuove forze e perché ad Occidente regnava l'indifferenza. Mille anni prima con Roma era accaduto la stessa cosa a parti invertite. Così mi è parso di aver capito.
Eliminaazz. sembra di stare a ballarò in streaming, se voi siete l'alternativa vuol dire che ci meritiamo tutto quello che ci succede, sembra di assistere al falò delle vanità", tutti a citare, ostentazione....anche io voglio citare nel mio piccolo ( ho solo la licenza media), ricordate apocalips now, lo scrivo all'italiana...l' orrore"
RispondiElimina"Vedi, a me non interessa sentirmi intelligente ascoltando dei cretini che parlano... Preferisco sentirmi cretino ascoltando una persona eccelsa che parla." (cit. Battiato).
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