Oggi più che mai c'è la Cina! La Cina ha svalutato! La guerra delle valute! La maxisvalutazione! Un colpo all'export!
Con tanto di grafichetto preoccupante:
Nei prossimi giorni se ne parlerà molto, ma io sono quello del lungo periodo, non mi interessa molto la cronaca. Cerchiamo allora di mettere le cose in prospettiva, tanto per ripassare alcuni concetti.
Intanto, se lo yuan ha svalutato, perché nel grafico qua sopra vediamo un picco positivo? Perché in tutto il mondo tranne che nell'Eurozona si usa la quotazione incerto per certo: il cambio è espresso in numero di unità di valuta nazionale necessarie per acquistare una unità di valuta estera (in questo caso, un dollaro), e quindi se la valuta nazionale vale di meno il grafico si impenna, a indicare che per acquistare un dollaro ci vuole più valuta nazionale,
A vedere il grafico è un dato eccezionale. Ma in prospettiva storica? Consultiamo sul Pacific Exchange Rate Service gli ultimi quattro anni di dati giornalieri:
In effetti una cosa simile (una svalutazione dell'1,9% in un giorno) non è praticamente mai successa, anche se, come vediano, all'inizio del 2014 lo yuan ha perso in poco meno di tre mesi un po' di più (attorno al 3%), recuperando rispetto a una rivalutazione costante iniziata poco prima della metà del 2012.
E se allarghiamo lo zoom? Se consideriamo i dati mensili dal 1995, la cosa prende una piega diversa:
In prospettiva, non è successa una cosa così epocale: la svalutazione è stata sì la più rapida degli ultimi vent'anni, ma certo non la più intensa, e segue a una lunga rivalutazione. Per tutti gli anni '90 la Cina aveva mantenuto costante il cambio rispetto al dollaro, nonostante le sue esportazioni verso gli Usa implicassero un fisiologico rafforzamento della sua valuta. Per impedire questo rafforzamento, la PBOC vendeva yuan acquistando dollari. Gli americani si lamentavano, accusando la Cina di manipolare i cambi. La Cina da parte sua riteneva di dover ammassare dollari per diversi motivi, incluso il poter disporre di munizioni da spendere nel caso di una crisi valutaria come quelle toccate alle tigri asiatiche a fine anni '90.
Con l'arrivo della crisi la Cina aveva interrotto la rivalutazione del cambio: decisione comprensibile. Uno spectacularly ill-timed Zingy nell'ottobre del 2010 si lamentava (ovviamente appena deposta la cornetta del telefono) della "guerra delle valute" mossa dalla Cina. Io risposi che secondo me diceva un sacco di fesserie, e infatti immediatamente dopo il cambio ricominciò a rivalutarsi (come vedete dal grafico), raggiungendo un minimo a quasi sei yuan per dollaro l'anno scorso. È seguito qualcosa di mai visto storicamente: un periodo di leggere oscillazioni in una zona attorno a 6.2. Con il balzo di oggi lo yuan torna ai valori di tre anni fa. Ma lo yuan è forte o debole?
Per capirlo, più che al cambio nominale (il prezzo del dollaro in termini di yuan) bisogna guardare al tasso di cambio reale, cioè al rapporto fra prezzi cinesi e prezzi esteri, espressi in una valuta comune. Se questo rapporto aumenta, i beni cinesi diventano meno convenienti, cioè lo yuan è si apprezza in termini reali, e oltre un certo limite (difficile in realtà da determinare con precisione) si può dire "sopravvalutato".
La situazione oggi qual è? Il sito della BIS fornisce gli indici del tasso di cambio reale effettivo per 61 paesi, Cina inclusa. La situazione è questa:
Attenzione! Se avete seguito la definizione (che comunque abbiamo sviscerato qui), ricorderete che questo grafico si legge al contrario del precedente. Qui un aumento indica una rivalutazione (reale), cioè un aumento del prezzo dei beni cinesi relativamente a quelli dei concorrenti. Si osservano i fatti dei quali parlavo (inascoltato) a Zingy. L'ancoraggio al dollaro implica che lo yuan segua le sorti del dollaro. Nel periodo di cambio yuan/dollaro piatto (figura precedente) vediamo che il REER cinese si rafforza di quasi il 30%. Questo perché il dollaro si stava rafforzando rispetto alle valute dei suoi concorrenti, che in buona parte erano anche concorrenti della Cina, e quindi la Cina rivalutava in termini effettivi reali rispetto al resto del mondo anche se restava fissa in termini nominali sul dollaro. Questo episodio storico va tenuto presente perché forse ci aiuta a capire un pezzo di quanto sta succedendo ora.
Il cambio reale è espresso come numero indice. Quello della figura vale 100 nel 2010. Ho costruito un indice del cambio nominale certo per incerto dello yuan rispetto al dollaro (dove quindi un aumento implica una rivalutazione, come nel caso del cambio reale) e l'ho confrontato con il cambio reale:
Di cosa da dire ce ne sarebbero molte, e magari le vostre domande mi aiuteranno a non tralasciarne alcuna, ma intanto vi faccio notare alcuni dati macroscopici. Nel periodo di aggancio più lungo, il cambio reale prima si è rivalutato, poi si è svalutato, dal 2001, quando il dollaro ha cominciato a cedere sull'euro (o, se volete, quando l'euro a cominciato a rafforzarsi sul dollaro e quindi sullo yuan, il che ha reso i prodotti cinesi più convenienti per noi). Questo movimento ha riportato i due indici più o meno in fase nel 2006, quando è iniziata la rivalutazione nominale (linea rossa) dello yuan rispetto al dollaro. A grandi linee questa rivalutazione nominale (meno yuan per acquistare un dollaro, o più centesimi di dollaro per ottenere uno yuan) è stata seguita, fra alti e bassi, da una rivalutazione reale (maggior prezzo, cioè minor convenienza, dei prodotti cinesi rispetto a quelli esteri espressi nella stessa valuta). A fine corsa, però, mentre lo yuan si stabilizza sul dollaro (la linea rossa oscilla attorno a una costante) il cambio reale si impenna (la linea blu cresce).
Cosa è successo? È successo che il dollaro si è rafforzato (in particolare, sull'euro), e visto che lo yuan gli sta agganciato (linea rossa), allora anche lo yuan si è rafforzato verso tutti i paesi terzi (cioè verso tutti i suoi partner commerciali esclusi gli USA, ma compresi noi - linea blu). Insomma: è successo che la Cina ha perso pesantemente competitività a seguito di una decisione di politica monetaria statunitense (determinata da tanti fattori, inclusi i nostri problemi). Per avere un'idea più precisa, basta guardare a come si sono mossi nel tempo il cambio dell'euro e quello del dollaro rispetto alla valuta cinese:
Due osservazioni: (1) questi sono cambi nominali e quindi sono quotati incerto per certo; (2) l'euro nel 1995 non c'era ma se ne può ricostruire il valore sulla base dei tassi di cambio irrevocabili delle valute inizialmente parte dell'Eurozona. Si vede bene come la perdita di competitività (innalzamento della linea blu REER nel grafico precedente) sia spiegata (a specchio) dalla rivalutazione dello yuan rispetto all'area euro (crollo della linea blu in questo grafico). Se poi avete problemi a riflettere (nel senso dello specchio), per comodita vi costruisco anche un indice del cambio nominale rispetto all'area euro certo per incerto (così quando si va su si rivaluta):
Ecco: direi che così è proprio chiaro. Le oscillazioni del cambio cinese in termini reali sono largamente determinate da quello che succede al camibio euro/yuan, e quindi, se lo yuan è fisso sul dollaro, dal cambio euro/dollaro. Quel cambio che oggi deve essere molto basso (cioè dollaro e quindi yuan devono essere molto alti) perché altrimenti l'Eurozona soffrirebbe ancora di più, poiché i paesi periferici non avrebbero nemmeno i benefici di un euro debole (dei quali mi parlano alcuni amici imprenditori - che però preferirebbero la lira, perché era debole sul marco e forte sul dollaro).
Come spiegava Soberlook la settimana scorsa, la Cina manteneva il peg perché desiderava che lo yuan fosse inserito nel paniere che determina il valore dei diritti speciali di prelievo: una unità di conto e moneta scritturale gestita dal Fondo Monetario Internazionale e utilizzata (poco) per regolare i rapporti fra banche centrali al posto del dollaro. Ma il Fmi ha rinviato la decisione, e quindi questo incentivo è venuto meno. Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo alla Cina per riequilibrare il proprio modello di crescita orientandolo dalla domanda estera a quella interna (processo comunque in corso). Ma probabilmene nella valutazione delle autorità di politica monetaria cinese la rivalutazione del dollaro è stata troppo brusca, o per lo meno così appare in prospettiva storica.
Come suggerisce Soberlook, ora molto dipenderà dalle decisioni Usa in termini di tassi di interesse e dall'impatto che avranno sul dollaro. Se il dollaro si rafforzasse ulteriormente, un peg col dollaro diventerebbe progressivamente difficile da sostenere per la Cina. Gli americani ricomincerebbero a ragliare di guerra delle valute, ma questa non sarebbe una novità, e comunque per questa sera è tutto!
(...in attesa della relazione di minoranza di Rockapasso, secondo la quale io non mi ricordo niente, mi sembrava anche giusto riequilibrare la situazione fornendovi un po' di numeri. Quelli io me li dimentico, ma il computer se li ricorda. Zingy invece non se li dimentica perché nemmeno li guarda...)
A Zingy dovremmo fargli conoscere "lastronza"...
RispondiEliminaNo, Zingy ha il classico atteggiamento da "seconda serata" di qualcuno. Si vede che ha sofferto. Lui dice che è la Cina a svalutare, in realtà è se stesso che svaluta. E' la catena di affetti.
EliminaEra quasi un QED! :-)
RispondiEliminaEd ora che la Ciiina ha svalutato, dove sono le corazzate yankee coi cannoni puntati?
Quelle semmai - e purtroppo - potrebbero anche essere dispiegate, ma per ben altri motivi...
EliminaVorrei fare notare che gli usa hanno raggiunto il picco negativo della bilancia commerciale nel 2007, all'apice della bolla creditizia. Da allora lo squilibrio è nuovamente ai livelli precrisi, quindi per me gli americani non stanno facendo nulla di piu di quello che la loro economia gli permette, per aiutare l'euro. Voglio dire, è arrivato il momento di alzare i tassi, e invece di alzare i tassi sul serio, lo annunciano e basta, autorizzano il QE europeo cosi che l'euro va giu e loro ottengono due piccioni con una fava: manovra restrittiva dentro casa senza rialzo dei tassi ed euro debole. Perfettamente in linea con quella che è la loro politica economica interna. Non è un caso che il il qe europeo sia partito orache l'output gap americano si è chiuso. Quindi se c'è margine ancora per il dollaro per rafforzarsi (e c'è perchè l'economia americana è arrivata alla piena occupazione) e i cinesi si sentono stretti con il dollaro cosi forte, dovremo dividere con loro questo margine. Draghi e il governatore della pboc avranno da discutere.
RispondiEliminaLe informazioni su questo blog sono sempre le più accurate. Certo, si sa, ma ci tengo a ribadirlo.
RispondiEliminaAdesso attendiamo la versione di Rockapasso....
RispondiEliminaCome spiegare la scelta di svalutare di colpo il cambio invece di diluire la mossa in un tempo più lungo agitando meno i mercati?
RispondiEliminaL'entità della svalutazione non mi pare spaventosa alla luce di quel che mostrano i grafici del post, certo anche oggi la variazione continua ma non credo continuerà in eterno, ma la decisione di un movimento così repentino che senso (scopo) ha oltre a quelli evidenti?
Che fine farà il progetto di piena convertibilità dello yuan?
RispondiEliminaArtprice’s overview of the Global Art Market in H1 2015 – USA recovers top position from China
RispondiEliminaGeographical breakdown of global fine art auction tournover H1 2015
top 10 cities
Intanto, mentre gli stati che possono permetterselo si occupano di politica monetaria secondo l'agenda dettata dagli interessi nazionali, il nostro governo si balocca con la improcrastinabile riforma "gender", l'ennesimo diritto cosmetico che mi fa pensare di essere una repubblica del tiramisù: ben oltre alla frutta...
RispondiEliminaLa svalutazione cattiva colpisce ancora. Ha mietuto molte vittime e altre ancora ne farà. Gli euro-inquirenti sono già al lavoro, ed alcuni indizi, secondo i più furbi, porterebbero a sospettare che ci sarebbe lo zampino dei #noeuro, tra cui un certo professore di provincia A. Bagnai. considerato il mandante del complotto,con la complicità di C. Borghi e altri.
RispondiEliminaIl complotto internazionale ai danni degli orfani, delle vedove, dei pensionati e dei poveri lavoratori, richiede un intervento decisivo e mano ferma delle massime autorità internazionali e nazionali italiane,al fine di svegliare dal lungo sonno deflazione la bestia dell'inflazione.
Il movente di Bagnai e della sua associazione alla corretta informazione, secondo gli addetti, sarebbe da ricercare nel voler rompere da parte del ribelle "capellone" il costituendo ordine nuovo voluto dai benefattori del grande capitale.
Le autorità stanno predisponendo un aumento dei controlli, sui siti ritenuti sensibili quali il Mondo del Lavoro, la Riforma della Pubb.Amminiatr., la Riforma del Senato, ed alri ancora.
La Spesa pubblica improduttiva sarà una sorvegliata speciale, e a tal proposito è stato proposto dall'intelligence di Bruxell, con l'avallo degli yankee e della Kulona, di metterla in gabbia, data la sua nota sensibilità nel far crescere il debbbito pubblico che, se accarezzato crescerebbe e schizzerebbe in alto.
Il presente comunicato ha lo scopo di tranquillizzare gli orfani, le vedove, i pensionati e i lavoratori tutti. Il nemico ha le ore contate. pertanto continuate a divertirvi con Facebucche e altre cose facete, che quelle serie se ne occupa al solito il grande Papà di della città di Utopia.
Buon lavoro e, ricordate ribelli, che vi teniamo d'occhio. Avete gli euri contati.
Prof. credo che iscrivermi a twitter sia stata tutto sommata una buona cosa, soprattutto perché mi ha permesso di conoscere ( qui la sparo grossa....) il "pensiero" di tanti cialtroni che credono di saperla lunga.
Un'ultima cosa:ma a qualche eurista del mondoècambiatoesvalutarenonserve, gli verrà mai il dubbio che se avessimo avuto una nostra valuta, l'output gap sarebbe molto inferiore a quello attuale con qualche posto di lavoro in più e meno aziende fallite e depredate? I
Io la chiamo limitare i danni che un'unione monetaria fortemente asimmetrica ha inevitabilmente portato.
Così, per sapere....
La guerra delle valute colpisce ancora.
Cioè in pratica lo yuan si è rivalutato essendo agganciato al dollaro il quale ha conosciuto un rafforzamento (causa tapering?) negli ultimi mesi. La cosa che non capisco è come mai se si parla di dedollarizzazione scopro che lo yuan è ancora agganciato al dollaro, causa forse mancata riforma dei diritti speciali di prelievo da parte del FMI, puntualmente rinviata come quella sulle quote che giace al congresso USA boicottata dai repubblicani.
RispondiEliminaPrendersela con la Cina perche svaluta il 2% scarso quando l'euro ha svalutato circa il 30% pur essendo complessivamente (se non erro) in surplus mi ricorda il detto "il bue che dice cornuto all'asino".
RispondiEliminaPerchè l'ha fatto in un giorno? Boh forse era un segnale... Cina: "avete rotto il cazzo, se mi ci metto io a svalutare il vostro QE diventa un goccia nel mare".
(E se la Germania non è la monolitica Signora Germania bionda e con le tettone, la Cina mi sa che è ancora la signora Cina cogli occhi a mandorla.)
P.s.
Mi scuso se nella mia ignoranza ho frainteso qualche cosa e scritto qualche castroneria.
http://vocidallestero.it/wp-content/uploads/040315_Trade_Surpluses.png
EliminaPerdonatemi ma non mi è chiara l'ultima parte.
RispondiEliminaDall'analisi dei grafici, avevo intuito che alla cina servisse uno yuan più debole, invece poi si dice che "Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo". Cosa mi sono perso?
Inoltre se"Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo" perché adesso lo yuan sta svalutando?
Chiedo scusa per la domanda sicuramente banale, ma davvero mi sono perso. Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi meglio? Vorrei spiegarlo a mia suocera.. e se non lo capisco io.. non lo capirà manco lei :)
Grazie, saluti a tutti.
Se ho capito bene il succo dell'articlo è che il dollaro ha avuto un 'forte' apprezzamento rispetto alle altre valute (ad esempio sull'euro). Alla Cina serviva solo un apprezzamento 'moderato', quindi ha deciso di correggere leggermente il tiro.
EliminaIn chiave geopolitica significa che il dollaro non è la valuta centro del mondo.
Quello che non capisco è l'ultimo grafico.... in teoria l'intersezione delle linee rossa e verde dell'ultimo grafico dovrebbe essere negli stessi punti di intersezione delle due linee del penultimo grafico.
A Save
Elimina"Come spiegava Soberlook la settimana scorsa, la Cina manteneva il peg perché desiderava che lo yuan fosse inserito nel paniere che determina il valore dei diritti speciali di prelievo: una unità di conto e moneta scritturale gestita dal Fondo Monetario Internazionale e utilizzata (poco) per regolare i rapporti fra banche centrali al posto del dollaro. Ma il Fmi ha rinviato la decisione, e quindi questo incentivo è venuto meno. Un moderato apprezzamento dello yuan farebbe comodo alla Cina per riequilibrare il proprio modello di crescita orientandolo dalla domanda estera a quella interna (processo comunque in corso). Ma probabilmene nella valutazione delle autorità di politica monetaria cinese la rivalutazione del dollaro è stata troppo brusca, o per lo meno così appare in prospettiva storica.
Come suggerisce Soberlook, ora molto dipenderà dalle decisioni Usa in termini di tassi di interesse e dall'impatto che avranno sul dollaro. Se il dollaro si rafforzasse ulteriormente, un peg col dollaro diventerebbe progressivamente difficile da sostenere per la Cina."
Se rileggi con attenzione troverai le risposte ai tuoi dubbi.
Agganciamento yuan al dollaro aveva senso sino a quando l'euro era alto sul dollaro, ovvero sino a prima che la quotazione $/€ era quella sino a pochi mesi fa. In questo modo i cinesi riuscivano a mantenere una certa competitività verso l'euro-zona.
Inoltre, come indicato sopra, il mantenimento della suddetta parità col dollaro aveva anche una valenza politico finanziaria, perche le autorità cinesi speravano:
"che lo yuan fosse inserito nel paniere che determina il valore dei diritti speciali di prelievo: una unità di conto e moneta scritturale gestita dal Fondo Monetario Internazionale e utilizzata (poco) per regolare i rapporti fra banche centrali al posto del dollaro. " ( riporto uguale come sopra ).
Infine, i cinesi hanno capito che far dipendere la crescita del proprio paese solo dalle esportazioni rende la loro economia più dipendente dall'estero ( altro che locomotiva, Germania docet..) e soggetta maggiormente agli shck esterni.
Quindi vogliono puntare maggiormente sulla domanda interna, specie considerando che la persistente crisi dell'euro-zona non da alcuna sicurezza per l'immediato futuro. Meglio pertanto puntare anche sul mercato interno.
Le governance politica cinese sarà tutto queelo che dicono le malelingue, ma disicuro hanno più saggezza rispetto a noi europei.
Nel senso immagino che con 1300 milioni di consumatori interni possono permettersi si essere un po' meno dipendenti dai nostri consumi. Loro la domanda interna non l'hanno ancora annientata, anzi cercano di farla crescere senza farla esplodere.
Elimina@save: vedi post successivo.
Elimina@dargen: credo sia il tuo primo commento. Puoi argomentare il tuo dubbio? In effetti non ci sono particolare vincoli su quelle interesezioni, o almeno io non ne vedo.
@Alberto Bagnai
EliminaSi, è il mio primo commento, anche se ti seguo da un po' (permettimi di darti del tu, siamo quasi colleghi...). Mi occupo di modelli teorici e numerici per l'ingegngeria (come la chiami tu...), mi piace il tuo blog per l'approccio abbastanza tecnico di alcuni articoli ma comunque comprensibile con un minimo di cultura scientifica.
Ho in effetti un dubbio sull'ultimo grafico, ma può essere semplicemente che non sono abituato ai rapporti fra valute. In particolare dal penultimo grafico si può dedurre indirettamente anche il rapporto EUR/USD, e si evince ad esempio che nel 2000 e 2003 euro e dollaro hanno raggiutno la parità (mi torna) e che tra il 2000 e il 2003 il dollaro valeva più dell'euro (mi torna anche questo).
Anche ammettendo di confondersi con le inversioni sopra-sotto, gli stessi punti di parità dovrebbero ritrovarsi nell'ultimo grafico (intersezione di linea verde e rossa). Invece sembra, ad esempio, che tra il 2005 e il 2015 Euro e Dollaro hanno avuto, in media, lo stesso valore, nei limiti di moderate oscillazioni (questo non mi torna). Per come la vedo io la linea verde deve essere più bassa (traslata e/o riscalata).
Scusa: il penultimo grafico esprime i tassi di cambio incerto per certo, mentre nell'ultimo sono presentati tre indici di tasso di cambio, per cui non ha senso confrontare i livelli fra i due grafici (sono espressi in unità di misura diverse) mentre ha senso confrontare le dinamiche (che ovviamente tornano, e che in un grafico con numeri indici sono di fatto la sola cosa che torna, visto che il livello di un indice è per definizione 100 nell'anno base).
EliminaLa rivalutazione del cambio reale cinese post-crisi, può essere dettato dal differente atteggiamento (di cui non conosco i dati, ma tempo fa se ne era parlato in vari articoli che ho letto sull'Antidiplomatico) delle autorità della repubblica popolare a riguardo della politica dei redditi?
RispondiEliminaRicordo un'ondata di scioperi, suicidi degli operai, e in seguito un adeguamento del salario minimo. Questo può aver diminuito la competitività dei beni cinesi, essendo ancorati al dollaro come misura dei prezzi?
Questo è solo inizio.
RispondiEliminaLa cina svaluterà perche deve ma il problema potrebbe venire dal giappone e con lui tirarsi dietro tutti i paesi del sud est asiatico.
Purtroppo e dico purtroppo il buon mazzalai aveva ragione, non ha previsto i tempi ma fa paura andare a leggere quello che scriveva macchiavelli 2 anni fa.
Il punto è che se lui ha avuto ragione e oggi seguono le conferme stiamo assistendo solo alle scaramucce iniziali perche quello che bolle sotto è il collasso dei paesi emergenti e una valanga che si riverserà sul dollaro mettendo alla corda economia usa.
Si sappia ma questo non è per il prof che è troppo bravo e troppo scafato per non saperlo che economia usa è identica a quella del 2007 cioè allo scoppio della crisi.
Non metto i grafici e i dati perche non sono miei e perche sostenendo il blog di mazzalai, scusa prof ma non ho la disponibilità per entrambi, tengo con molta cura a gli scritti di macchiavelli come un tesoro di cui parlare ma non mostrare.
Concludendo, siamo nella merda fino al collo perche questo dimostra che i paesi emergenti non hanno la forza per tirare da soli economia e dimostra che unico che poteva tirare cioè gli usa è immerso in un mare di debito e sotto occupazione o disoccupazione oramai nascosta dalle alchimie dei dati ossia li truccano.
Truccano il dato sul pil su occupazione e su case, quindi fare i calcoli su codesti dati è come fare i calcoli coi polli de trilussa......
Siamo in una immensa crisi deflattiva stile giappone, non si è voluto nazionalizzare le banche oramai fallite ma si è voluto perseguire il modello giapponese con una aggravante non da poco ossia che da noi il debito è denominato in valuta estera e che si perseguono politiche deflattive a livello di salari e occupazione.
Cosa che il giappone se non erro si è guardato dal fare anzi ha incentivato il posto di lavoro a vita.
Quello che ne verrà fuori è nulla di buono sopra tutto per il nostro paese che per la stragrande maggioranza è all" oscuro di tutto intento come non mai a discutere se dopo aver esternalizzato le aziende si può anche internalizzare i dipendenti ossia assumere al posto nostro i migranti che vengono.
Cosa già avvenuta in usa decenni fa ma del resto noi siamo vassalli e anche meno del imperatore....
Un saluto al prof che oggi me sò ustionato co sto cazzo de vento........era meglio la montagna.
http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user3303/imageroot/2015/08/20150812_yuan.jpg
RispondiEliminacronistoria del Renminbi ovvero Yuan, alias CNY
Prof. Bagnai, mi scuso per un commento in un post leggermente datato, ma che ho trovato molto interessante perché non sapevo che fossero così facilmente disponibili dei dati tipo i REER che in tutta franchezza solo intuivo come valore, grazie ai suoi libri (eccellenti!).
RispondiEliminaMa ora con i dati excel della BIS davanti sono un po' più confuso. Osservando le colonne di Germania ed Italia mi sarei aspettato di vedere nel periodo dell'Euro una perdita di competitività dell'Italia proprio per il differenziale di inflazione. E invece mi trovo i dati di Germania ed Italia che all'incirca viaggiano in parallelo, e mi perdo.
Al contrario, gli effetti del periodo dello SME e la sua fine sono ben evidenti in quei numeri.
Ovviamente mi deve mancare un anello per interpretare correttamente i dati.
Se per caso ritenesse utile anche per altri (non economisti, ma interessati per forza, come me) illustrare meglio questo dettaglio, Le sarò ulteriormente grato...
Attenzione! Quelli che vedi sono i tassi reali effettivi, non quelli bilaterali.
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