sabato 29 marzo 2014

I cialtroni dei semilavorati, ovvero "adesso è diverso"...

Scusate, al volo, visto che sono in anda coi dati, vi fornisco un dato, ma prima vi riporto un interessante dialoghetto fra la mia diletta Nat e il mio diletto Prove tecniche:




Nat27 marzo 2014 13:41

Post cristallino e anche molto divertente (non solo ho capito, ho anche riso molto). E ora, prof, smetta di leggere, da qui in avanti parlo solo a chi fra gli altri ha più tempo libero. Premesso che da quando - senza competenze di economia - parlo a tutti di queste cose sono diventata (absit iniuria verbis, ma è così) praticamente lo zimbello di tutti e questi tutti un giorno sì e l'altro pure mi schiaffano sulla scrivania e sulla bacheca di Fb qualsiasi schifezza pro euro si trovino per le mani, l'altro giorno un mio collega mi ha appunto portato a riprova del mio errare un numero della rivista Valori (vedetevi www.valori.it se vi va, è un indirizzo semplice e non merita lo sbatti di inserire il link attivo) con svariati articoli contro l'uscita dall'euro. Mi sono sembrati abbastanza sciatti e confusi (e chi legge questo blog capisce perché), di molti argomenti sono riuscita a valutare l'inconsistenza da sola, ma in particolare in uno un tizio di cui non mi ricordo il nome ma "economista della Luiss" diceva che la svalutazione post uscita dall'euro in realtà non apporterebbe affatto i vantaggi sperati sulla nostra economia, come nei famosi anni '80, perché noi adesso importiamo non solo materie prime, ma anche (il dato era del 60%) semilavorati, e la svalutazione, comportando un aumento del prezzo di questi semilavorati, andrebbe ad annullare gli effetti benefici sulle esportazioni. Ora, a me questa roba è sembrata come minimo poco argomentata e anzi mi viene da dire "Embè? Che cambia? Materie prime o semilavorati che differenza fa?". Però, seeeeeeeeenza chiedere al prof di occuparsi di una rivista non scientifica, se ci fosse qualcuno dei tanti e preparatissimi frequentatori di questo blog che dicesse la sua mi farebbe piacere.
 
Prove tecniche27 marzo 2014 15:20

Premessa: i semilavorati di qualcuno sono sempre "materie prime" di un altro. L'aumento delle importazioni dei semilavorati, nella cui produzione eravamo campioni, è dovuto proprio all'euro che ha reso conveniente comprarle all'estero (facendo prosperare gli altri e facendo chiudere le nostre fabbriche). Se si svalutasse, si stimolerebbe 1)l'acquisto di materie prime "più grezze" quindi a minor costo 2) le nostre aziende potrebbero spuntare un mark up (cioè un guadagno) più alto incorporando il valore dei semilavorati prodotti in casa 3) il vantaggio di una produzione integrale in un sistema di rete stile nord-est anni ‘90 aumenterebbe il lavoro per le nostre aziende e la diffusione del know-how produttivo 4) banalmente a seguito dei punti precedenti aumenterebbe l'occupazione


Nat27 marzo 2014 15:41

Grazie Prove tecniche, sei stato/a molto chiaro/a e gentile.


Su chiarezza, gentilezza, e coerenza teorica dell'argomento, nulla quaestio. La domanda resta una, la solita, lancinante, ineludibile, assillante domanda.
































































































Ma de che cazzo stanno a parla'?

































































Vedete, ogni tanto mi fate trasecolare.

E io trasecolo.


Può anche darsi che io erri, per carità, potrei star fallando, per dirla come il buon Renzo Tramaglino, ma se prendo il database CHELEM e faccio il rapporto fra importazioni di "produits intermédiaires" (semilavorati) e importazioni totali dal 1967 al 2007 mi vien fuori questo grafico:



E se, per esser di manica larga, ci aggiungo anche i "prodotti manufatturieri di base" e faccio il rapporto al totale delle importazioni, mi viene fuori questo grafico:




Il che, stanti le ovvie difficoltà di rilevazione e terminologiche, fornisce un dato assolutamente in linea con gli ultimi dati ISTAT riportati qui, che vi riassumo in questa tabella:



Quindi, non solo non siamo nemmeno lontanamente vicini a quel devastante 60% (siamo a circa la metà), ma anche la solita solfa dell'"adesso è diverso e quindi non si può più (perché c'è la Cina, perché ci sono le global supply chain, perché ci sono i semilavorati)" si rivela per l'ennesima riedizione della solita solenne stronzata. I dati non manifestano alcuna tendenza crescente nel lungo periodo e anzi dall'entrata nell'euro la tendenza è eventualmente in lieve calo (quindi le cose stanno al contrario di come ve le dice il tipo). Se poi considerate che all'amico lo stipendio lo paga Squinzi (che, da buon delocalizzatore, ha tutto l'interesse a restare nell'euro), la prima domanda che uno si dovrebbe porre è perché diavolo mai voi siate stati a sentirlo...

Vedete, io non so più come dirvelo. Non è che mi dobbiate credere sulla parola, che a me dispiacciano critiche, che io sia geloso dei vostri autonomi conati di approfondimento, che io trovi riprovevole la vostra curiosità intellettuale, non sia mai. Però il tempo è poco, e vorrei che lo utilizzaste bene.

Io sono un docente universitario di ruolo con pubblicazioni scientifiche internazionali. Dove non arriva Lombroso, vi sia questo di sufficiente garanzia, porco di un demonio ladro cane! Il non meglio precisato economista della LUISS che spara cifre a casaccio sul Journal of Applied Laqualunquology me lo appendo al cambio, e così dovreste far voi. Non vorrei sembrare pesante, ma chi difende l'euro oggi è non solo scientificamente, ma anche e soprattutto eticamente, intellettualmente, antropologicamente sottosviluppato. Visto che ci hanno abboffato la uallera con questa storia che noi siamo Untermenschen, diciamocelo pure: gli Untermenschen in tutta evidenza sono loro, non fosse altro perché mentono. Che poi noi con gli Untermenschen si possa essere indulgenti è un altro conto, ma un dato è un dato e se è falso è falso e chi lo ha detto sa lui perché lo ha detto.

Più in generale: a cosa minchia vi serve andare a razzolare in qualsiasi aia? Quale voluttà vi spinge, o miei simpatici galletti, a razzolare nel letamaio della menzogna, che da galletti vi trasforma immediatamente in polli? A cosa vi è servito leggere libri senza figure se non riconoscete un Thénardier quando lo leggete, e, di converso, se non riconoscete un professionista quando lo leggete?

Cazzo santo, lo capite sì o no che questo non è questo?

























E la risposta è un desolante no.



























Tu quoque...























(...e quando torni dalla tua cazzo di baita, per penitenza ascolta settantasette volte sette l'Halleluja suonato dalla buzzicona, oh donna di poca fede! Io non mi credo Gesù Cristo, e, visibilmente, non ci provo neanche...)


(...che anno difficile...)


E visto che oggi c'è la Cina, vi fornisco il grafico comparabile per la Cina. Nemmeno in Cina, nella fabbrica cacciavite del mondo (che poi tale non è, ma ne parliamo un'altra volta) le importazioni di semilavorati arrivano al 60%. Ci arrivavano, guarda caso, quando c'era Mao, l'amico della Rossanda che è amica dell'euro:


Quando la gente non sa di cosa parla, normalmente non sa neanche perché parla.

26 commenti:

  1. non esito ad ammettere che fatico non poco su alcuni "post tecnici" ma la differenza tra Pinnock e la buzzicona riesco ancora a trovarla :)))

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    1. ...e i semilavorati in Italia che percentuale sono delle importazioni?

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    2. sarei portato a pensare all'esattezza del database CHELEM e delle rilevazioni ISTAT ma, in questi tempi di piaghe d'Egitto, temo proprio che siano nel frattempo schizzate a un "platerotiano" 700%...

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  2. repetita iuventus.
    visto che è sabato sera e ci si deve svagare, è ottimo poter leggere prima la stronzata del tipo della Luiss e dopo la risposta sua.
    mio cognato, piddino e teledipendente, mi abbuffa la uallera pure a me con queste cose. lui teme molto la benzina, la benzina ALLE STELLE!!!
    (il porello ai semilavorati non ci è arrivato, però è terrorizzato dalle materie prime)

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  3. tra semilavorato e cambiamento climatico deve esserci qualche correlazione

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  4. Il testo a cui fa riferimento Nat è questo:

    http://www.valori.it/dal-mensile/l-uscita-dall-euro-l-italia-nessun-rilancio-7231.html

    Una perla:

    "Proviamo a guardare nelle nostre case e osserviamo quanti oggetti prodotti all’estero possediamo. Sono molti di più che in passato. Quanto ci costerebbe continuare a comprarli con una nuova lira svalutata?"

    Certo, fino all'arrivo dell'euro vivevamo nelle grotte, ci vestivamo con pelli di marmotta....

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    1. grazie chinacat, stavo sbariando su quel sito già da un bel po' e non lo trovavo.
      comunque pure questo passaggio non è male: "servirebbe un lungo periodo di transizione, diciamo due o tre anni, per riconvertire tutto quanto in lire, a partire dai bilanci bancari, e in quel periodo saremmo esposti alla speculazione internazionale e alla fuga dei capitali..."

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    2. Però, scusate, anche se il livello di questi argomenti è evidentemente baristico, mi preme sottolineare che nell'articolo citato non si parla di importazioni di semilavorati al 60% del Pil. L'autore, come potreste verificare qui, è un ricercatore a tempo determinato in econometria, con due pubblicazioni molto interessanti su rivista (entrambe in fascia A secondo i criteri ANVUR), e almeno due pubblicazioni su working papers molto prestigiosi, come potrete verificare qui.

      Che poi il suo campo di ricerca non sia l'economia internazionale, e quindi nel caso specifico farebbe meglio a star zitto, come faccio io se vengo interpellato sugli stimatori di divergenza minima, questo è un altro paio di maniche. Ogni uomo dovrebbe essere comsapevole dei propri limiti, e non si può certo rimproverare a un giovane e brillante ricercatore uno scarso grado di consapevolezza: il limite lo avverti quando ci sbatti... Però lui in quello che sa fare è molto bravo: non si tratta del solito bischero che non è bravo a far nulla. Questo ve lo dico perché è un fatto, dal quale ognuno trarrà le conclusioni che crede.

      E comunque 'sto minchia di 60% da dove è saltato fuori?

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    3. prof, in realtà Nat parla di una rivista cartacea.
      ipotizzo che sul web questo articolo non ci sia.

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    4. Ma ci è o ci fa??? ..è proprio quello che ci si propone con l'uscita dall'euro..
      "Gli oggetti prodotti all'estero" che abbiamo nelle nostre case non li acquisteremmo più, tornandò così ad acquistare i prodotti italiani, tornati ad avere il giusto prezzo.

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  5. Riconosco la forza maieutica del post e l'asfaltatura indiretta alla fonte "accademica" dell'informazione alla quale ho risposto. Non ho adottato il metodo induttivo-deduttivo Galileiano, proprio del metodo scientifico, ma un approccio Cartesiano su postulati erronei presi per buoni come in questo esempio . Questo post è un'occasione per migliorarmi ed evitare approcci jazzistici. Un buon allenatore si vede anche da questo.

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    1. Ma la tua risposta è correttissima. Fra l'altro, qui stanno citando l'articolo di un econometrico che NON mi sembra riporti quel dato, quindi credo ci sia stato un equivoco, perché il 60% di semilavorati è un dato palesemente assurdo per la struttura di un'economia. Manco 'a Cina! Ti ho aggiunto il grafico in calce al post per tua informazione...

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  6. Hint: secondo me 'sta cosa del 60% di semilavorati era nel famoso rapporto burla del CSC. Sbaglio? Ragusa non c'entra, è un bravo picciotto...

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  7. ...sarà anche un bravo picciotto, ma affermare che ci vogliono due o tre anni per la transizione...

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  8. Iersera mi guardavo Django Unchained. C'era un nero nel sud schiavista che, per sruffianarsi i bianchi padroni, alla vista di Django a cavallo fa: togliete subito quel negro da la' sopra! (e non si ferma a questo) Non vi ricorda i tanti venduti che propinano balle autorazziste come i semilavorati al 60%? A me tantissimo!

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  9. Se mi è lecito proporre una variante della reprimenda del Maestro ... è importante capire anche che questo non è questo ... :-)

    Il piacere intellettuale e materiale di seguire Goofynomics è impagabile...

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  10. Stanotte scatta l'ora legale.
    Se usciamo dall'Euro non ci sarà più un ora legale!

    E saremo talmente poveri che produrremo solo semilavorati!
    I nostri operai guadagnetebbero solo semi-lire!

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  11. La "uallera abboffata" mi ha fatto schiantare.

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  12. da Repubblica del 15 marzo: "Una squadra di economisti di fiducia così il premier “controlla” il Tesoro"
    Di questa squadra fa parte il prof. Ragusa.
    Quindi il prof. Ragusa lavora per Renzi.

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  13. Prof, mi cospargo il capo di cenere. Il 60% che imprudentemente ho citato a memoria (non avendo in quel momento sottomano la rivista) era la somma di intermedi e commodity, non soltanto gli intermedi, e inoltre non solo in Italia, ma in Italia, Spagna e Portogallo. Per punizione mi autosospendo immediatamente dal blog e passerò i prossimi 15 giorni a leggere Esortazioni e profezie (con la serena certezza che non ci capirò niente). Mi spiace veramente essere stata così sciatta e averla fatta pure arrabbiare per niente (dio, veramente il discorso dell'articolo era comunque quello, però il 60% è un errore mio e salta fuori da me).

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    1. Ma stai a scherza'!? Guarda che questa cosa dei semilavorati salta fuori sempre, hai fatto bene a dirla. Ragusa è innocente, ma ce ne sono di colpevoli! Vabbe', se leggi Keynes ti abbono la buzzicona. Vedrai che ti piacerà.

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  14. E tra l'altro, grazie di avermi risposto. Se non avessi mangiato un uovo azzurrino (purtroppo me ne sono accorta dopo, quando l'avevo già finito, che il guscio dentro era azzurro, proprio come l'euro, porca zozza, ce ne siamo accorti dopo) o chissà che diavolo d'altro, non fossi stata malissimo nel cuore della notte e adesso non mi stessi facendo una camomilla alle quattro del mattino forse non mi sarei ricordata di dirglielo. L'altra cosa che volevo dirle è che un effetto collaterale di questo blog è che mi ha fatto venire voglia di rileggere da capo la Recherche e ho scoperto che mi piace di più, mille volte di più di quando l'ho letta a venticinque anni. Per questo in realtà dato che è un libro un filo lunghetto mi sa che Keynes dovrà aspettare (ovviamente Keynes non può che essere un effetto di questo blog anche lui), per cui mi sa che come penitenza di avere riportato un dato senza controllare (cosa di cui sinceramente mi vergogno molto, perché contrariamente alle competenze economiche quelle sul riportare correttamente un numero dovrei averle) mi ascolterò la tipa di cui sopra... quanto era? Settanta volte sette? Chissà, magari è la volta che mi addormento...

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  15. "Primo: la diffusione delle filiere globali riducono i vantaggi competitivi di una svalutazione. Non si vive più in un mondo in cui le imprese delle economie avanzate producono interamente in casa i loro beni e servizi importando solo materie prime. Ora si produce importando anche i semi-lavorati che servono a produrre i beni finali da esportare (in Italia, Spagna e Portogallo l'import di commodity e beni semi-lavorati è pari al 60% del totale). In questo nuovo contesto di "supply-chain globale" la svalutazione del cambio renderebbe queste importazioni assai più costose annullando l'eventuale guadagno di competitività."

    Era questo?

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    1. Sembra che Giorgio abbia ragione, corrisponde, altro che Valori.it era il solito Sole24h.
      Sostengono che le imprese non potrebbero rispondere all'aumento degli ordini derivante (lo dicono) da svalutazione perchè le banche non erogherebbero credito!
      Ma che banca non erogherebbe credito a fronte di ordini già ricevuti?

      Infine non si potrebbe uscire dall'euro perché.. l'euro ci ha danneggiato troppo! Ma questa è troppo!

      Ok la logica eurista

      Ok essere coglioni

      Ma a tutto c'è un limite!

      Io più che dalla forza delle argomentazioni anti euro, che non sono in grado di giudicare su due piedi, sono sempre più allibito dalla pochezza, anzi diciamo inesistenza delle ragioni pro €. La storia del mercato unico (unico vantaggio commerciale) ha cozzato con la realtà accountability delle democrazie più strutturate (fuori politichese: che rispondono a poteri forti nazionali) e adesso? Facciamo l'Europa Unita! Le crisi che servono. Cazzo ma non scherzano!

      Perdona lo sfogo ma ogni sera da un annetto a questa parte, da quando ho cominciato a leggero sto maledetto blog, sono sempre più allibito, non tanto dalla classe politica inefficiente, e criminale nel senso che sapevano quello che stavano facendo, ma soprattutto dall'ignoranza e dalla illogicità del mainstream economico (mainstrem tutto italiano of course!)(chiamiamolo lo Zucconi frame).

      M'hai fatto pure rivalutare abberluscone che tu sia maledetto -non che adesso lo valuti granché, ma bisogna pur vedere da dove si partiva.

      Insomma caro Alberto perché non ti sotterri?

      Cortesemente,
      ClaudioM

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