L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
"il dolore è efficace"... c'è un refuso: il dolore ALTRUI è efficace. Comunque, Dio non paga il sabato. Il VERO problema è che non tutti hanno un frate Cristoforo che te lo ricorda... inutile dire che le esperienze passate provano quanto questo sia vero, ovvero quanto la durezza del vivere sia una self-fulfilling prophecy, non solo self ma anche boomerang...
Chi può, ci arrivi con un certo anticipo per visitare il bel centro storico, compresa una piccola costruzione con un'alta torre, detta fantasiosamente Palazzetto longobardo e sede dell'ostello. Il polittico, opera del quattrocentesco Lorenzo Crivelli formatosi nella bottega del padovano Squarcione, nella cattedrale, raffigura sante con sguardo compiacente da pin up - e così è piazzata la battuta trash in linea con la recente festività dell'8 marzo. Veramente il paragone mi venne alcuni decenni fa, quando scoprii Ascoli per caso, quando guardavo seriamente la pittura e quando battutacce non ne facevo. Le collezioni archeologiche, un tempo in Palazzo Panichi e forse ancora, danno idea del forte e fiero popolo dei Piceni e comprendono il famoso Guerriero di Capestrano - vado a memoria, dovrebbe essere proprio ad Ascoli.
E sempre seriamente: chi ha tempo e pazienza di raggiungere Ascoli da Roma facendo a meno dell'autostrada, sappia che per un bel tratto percorre l'antica via Salaria; esiste anche una compagnia di autobus con partenza da Castro Pretorio che alterna corse in autostrada a corse per la Salaria. Negli immediati dintorni montani, il Colle San Marco permette una bella gita.
Non mi paga nessuna agenzia turistica, sono legata ad Ascoli da lontani e bei ricordi dell'ostello, dei gestori di allora, del cibo e delle persone in genere.
Anch'io sono legato ad Ascoli, ma in modo indiretto: uno dei professori che mi sono stati più cari durante la mia carriera scolastica era appunto di Ascoli, era il mio professore di italiano delle medie. Grazie a lui ho imparato gran parte di quello che so della lingua italiana e sempre grazie a lui ho cominciato a leggere i libri senza figure di cui parla spesso il maestro. Comunque: Ascoli era Ascoli quando a Roma eran pascoli!
Sul Guerriero ho ceffato, ma potrebbe essere un'idea: Guerriero con guerriero, anzi con Cavaliere - a far battutacce se anche il Guerriero è misogino come testé si è dichiarato il Cavaliere. Avevo completamente dimenticato il teatro, per non parlare della bellissima piazza.
Grazie!!!! Ma sei l'Andrea che conosco, come le iniziali mi spingono a credere, in una nota (?) città del Nord-ovest? Se ho ben capito, ti riferisci alle notizie su Ascoli, tra cui allora includerei anche quelle di Luca, Alteo e Marco, se non hanno nulla in contrario. Se invece stiamo parlando di guerrieri e cavalieri, allora direi di no, uh uh.
Curiosità e gossip. Venni a sapere che un tedesco si era piazzato tempo prima in un luogo molto elevato, proprio su una piccola terrazza priva di una pur esile ringhiera, seduto su una seggiola, e da lì aveva fatte riprese del panorama, con notevole sprezzo del pericolo e gusto per l'audace impresa. Sono anni lontani, ma già "se vedeva" l'attitudine a farsi gli affari propri e ad agire contro ogni buon senso. Riferimenti all'€? Noooo, perché in caso di insuccesso dell'iniziativa avrebbe fatto male solo a se stesso. Riferimenti all'€? Sìììì.
I no euro tedeschi di Alternativa per la Germania viaggiano verso un facile ingresso all’Europarlamento. Alle prossime elezioni per l’assemblea di Strasburgo non ci sarà più la soglia di sbarramento al 3%, e i sondaggi attuali rilevano AfD con valori di almeno cinque punti percentuali, così da superare stabilmente i liberali della Fdp rimasti esclusi anch’essi dal Bundestag.
Peccato... devo essere presente al lavoro per consolidare il mio contratto part time in scadenza a Giugno... sennò venivo volentieri. Purtroppo devo contribuire a rilanciare l'economia con il mio stipendio da fame!
Bce: la solitudine di Draghi e il destino dell’Europa di Lavoce.info | 10 marzo 2014
Mentre due storici parlano di fallimento dell’euro e dell’Europa, la Bce lascia invariata la politica monetaria. Il problema non è la sottovalutazione della crisi da parte di Draghi, ma che la Bce sia lasciata sola nell’affrontarla.
di Fausto Panunzi (Fonte: Lavoce.info)
Due pareri illustri E poco incoraggianti…
Due storici, Kevin O’Rourke dell’Università di Oxford e Niall Ferguson, dell’Università di Harvard, si sono espressi recentemente in modo molto scettico sul futuro dell’euro e dell’Unione Europea.
Il primo, in un suo recente saggio, afferma che l’Europa è ormai solo un insieme di vincoli imposti ai governi e che ha perso la sua funzione originaria, quella di migliorare la vita dei cittadini europei. A suo avviso o si arriverà a una – al momento improbabile – unione politica (e quindi anche con la capacità di fare trasferimenti fiscali al suo interno) oppure occorre considerare la durissima alternativa di abbandonare l’euro. Niall Ferguson è più drastico e giudica che non solo l’unione monetaria ma l’intera costruzione europea è stato un fiasco. Un fallimento economico, considerando non solo le conseguenze della profonda crisi degli ultimi anni, ma anche la bassa crescita e un tasso di disoccupazione consistentemente più elevato di quello degli Stati Uniti e politico, con il crescente risentimento dei cittadini verso le istituzioni europee.
La minaccia della deflazione
Queste critiche, così drastiche, dovrebbero implicare quanto meno un senso di urgenza nel provare a dare delle risposte. La deflazione, parola terribile alla luce dell’esperienza giapponese degli anni ’90, sembra rappresentare una minaccia per alcuni Paesi europei. Invece, almeno osservando le azioni della Bce, questa esigenza di risposte tempestive sembra non essere presente. Nella sua conferenza stampa, il Presidente Draghi ha spiegato la decisione di lasciare tutto inalterato rispetto al mese scorso, alla luce di alcuni elementi. In primo luogo, ha osservato che la riduzione dell’inflazione è in larga parte dovuta a una riduzione del prezzo dell’energia e che il numero di beni per i quali si è effettivamente osservata una riduzione di prezzo è limitato. In secondo luogo, ha fatto notare che le previsioni vedono un tasso d’inflazione pari all’1,6 per cento, e quindi non troppo distante dal target del 2 per cento, nel 2016 (anche se Draghi ha sottolineato più volte la relativa attendibilità di tali stime). In terzo luogo, Draghi ha continuato a evidenziare le differenze con il caso giapponese: una risposta più rapida delle autorità monetarie, aspettative di inflazione non disancorate e bilanci più solidi delle banche (anticipando forse gli esiti della Asset Quality Review e degli stress test delle prossime settimane).
Sarebbe sbagliato concludere che Draghi abbia sottovalutato i problemi europei: ha riconosciuto la scarsa utilizzazione della capacità produttiva in molti Paesi dicendo in modo chiaro che c’è un problema di domanda aggregata, ha confermato che la politica monetaria sarà accomodante per un periodo di tempo prolungato e si è detto pronto ad usare tutti gli strumenti a sua disposizione, pur rimanendo vago su quali di esso la Bce pensi di usare in caso di peggioramento della crisi. D’altra parte, se il problema è la domanda aggregata, la Banca Centrale avrebbe bisogno di essere supportata dalla politica fiscale , cosa al momento impossibile in molti Paesi anche a causa dei vincoli europei.
È probabile che l’euro esista ancora solo grazie alla dichiarazione di Draghi del luglio 2012, quella del “whatever it takes”. Ed è anche un’anomalia che in gran parte dell’Europa l’unico canale di accesso al credito per le imprese siano le banche, visto il ridotto ruolo dei mercato azionario e di quello dei bond. Tutto considerato, però, si fa fatica a negare che le risposte della Bce e dei governi sembrino deboli o, quanto meno, eccessivamente prudenti.
In questo contesto, è fin troppo facile prevedere che le elezioni di maggio vedranno un’affermazione dei movimenti anti euro e anti Europa . Ma, paradossalmente, i politici europeisti non se ne preoccupano, perché tanto il Parlamento Europeo non conta nulla! A pensarci bene, il vero miracolo è l’ancora elevato consenso che l’Europa e l’euro hanno tra i cittadini. Ma è difficile che tale supporto continui se l’Europa continuerà a essere vista come un ostacolo per la risoluzione della crisi e non un invece come uno strumento mitigarne gli effetti su chi ne è più colpito. Il tempo per evitare le disaffezione verso l’euro e l’Europa è quasi finito e tra poco i due storici euroscettici si vedranno dare ragione dagli eventi. Continuare a lasciare alle sole spalle, pur robuste, di Draghi tutto il peso della risposta alla crisi europea non è un’opzione realistica. E il vuoto politico spesso genera mostri.
Bio dell’autore – Fausto Panunzi
Ha conseguito il PhD presso il Massachusetts Institute of Technology. Attualmente insegna Economia Politica presso l’Università Bocconi. In precedenza ha insegnato presso l’Università di Bologna, l’Università di Pavia, Lecturer all´University College London, Research Fellow presso IDEI (Toulouse ) e IGIER. Le sue aree di interesse scientifico sono la Teoria dell’impresa, finanza d’impresa e Teoria dei contratti.
Bene vedo che anche qualche profit si è messo a finanziare....Bene!
Ma ormai, assonnati in questa nostra attesa dei tartari, alla fine ci converrà prendere noi l'iniziativa di andare in piazza e tirarci fuori dalla melma... me sò rotto anche de aspettare i mercati!
Scusa, mi definisci: "finanziare"? Finanziare sarebbe se un'azienda desse i soldi a me per fare quello che voglio io, e che vi ho spiegato qui.
Se un'azienda organizza un incontro che interessa a lei, per quanto a me faccia molto piacere essere coinvolto, e la ringrazio moltissimo, non mi sta finanziando. Spero, a quell'incontro, di trovare dei finanziatori, ma di questo non ho certezza. Alcuni pensano che la libertà sia gratis, altri che bisogna fare il partitoantieuro, altri che Auriiiiiiiiiiiiiiiiiiti, altri che Donald, ecc. Nel frattempo le forze si disperdono e io sono sempre più vicino al momento in cui mi romperò il cazzo. Non so se rendo.
Scusate se sono OT, ma mi sento sempre più spaesato. Ieri sera ho avuto un attacco di masochismo e ho ascoltato la mitragliata di proposte/decreti legge/decreti legislativi e quantaltro emessi da Renzi a "Che tempo che fa". Non riesco ancora a capire come si possa proporre quello che propone assumendo che: - dal 2014 ci dovrebbe essere il pareggio in bilancio (come da inserimento in Costituzione) che permette al massimo sforamento nel deficit di bilancio pari al 0,5% (al netto del ciclo economico che deve comunque essere certificato da apposita commissione "indipendente" - che dovrebbe essere costituita proprio in questi giorni.). Pare che non ci siano idee molto chiare su come stimare detti parametri, a sentire i dubbi espressi dalla stessa Commissione Europea. Però dobbiamo stare dentro il famoso 3% indicato da Maastricht. Allora, dobbiamo stare entro lo 0,5 o il 3? E Renzi se ne esce dicendo che il 3% è "anacronistico"!!! Ma allora, dobbiamo stare dentro la Costituzione o dentro Maastricht? In ogni caso, dobbiamo "fare i compiti a casa" prima e meglio di quanto ci chiede la UE! Compreso il fiscal Compact che inizia tra nove mesi, il 1° gennaio 2015. Ma allora, di che cosa parlano Renzi e tutta la sua compagnia Pude? Ce li siamo inventati noi questi vincoli, compreso il MES, il Two Pack che sta per mandarci il commissario, etc? O sono un branco di ignoranti da far paura o a forza "di tattica si muore" pensando infantilmente di andare al semestre europeo e di "cambiare"...? Hanno/abbiamo vincoli reali o ci vogliono dire che sono solo palle di cui non dobbiamo occuparci? Qualcuno potrebbe spiegarmi le contraddizioni tra lo 0,5% da Costituzione e il 3 da Maastricht, con Fiscal Compact incombente tra nove mesi?
Caro Tito, nessuno è in grado di spiegartelo. E in fondo non sono poi così importanti i numeri, se non come laccio stretto intorno al collo. È solo questa la loro funzione. A tempo e luogo un qualche commissario lo stringerà ulteriormente (previa telefonata, immagino, ma dimenticavo di dirti che sono un complottista vagamente paranoico). Alles Gute.
OT - Anche la Cina sembra mostrare segni di forte rallentamento dell'economia.
Pur avendo esportato qualche % in piu' verso USA ed EU nei primi due mesi dell'anno (rispetto al 2013) pare che comunque in febbraio sia complessivamente finita in deficit.
Prof. scusi l'OT, ma oggi, forte del mio recente 28 all'esamee di politica economica preparato studiando sul "Tramonto dell'euro" (e qualche pagina di Acocella,ma solo qualche), ho cercato di spiegare ad un amico renziano, che ridurre il cuneo fiscale, in questo momento, è una manovra populista che avrà come effetto "macro" un aumento delle importazioni e il conseguente peggioramento della bilancia dei pagamenti. Non è che dovevo studiare qualche pagina in pù di Acocella?
Riduzione Cuneo fiscale: VERSIONE A - minor costo del lavoro x le imprese. Si produce (poco) più di ora, senza occupazione aggiuntiva, ma con costi di produzione inferiori x le imprese che fanno 2€ di profitti in più VERSIONE B - con pochi soldi in più in busta x i lavoratori. Che consumano di più, che importano di più, che accrescono l'import frenando il malato processo di aggiustamenti del cambio reale. Quale delle due strade sceglierà il giovane Renzi? A 2 mesi dalle europee, partendo dall'evidenza che I LAVORATORI VOTANO E LE IMPRESE NO,.... Grande Renzi!! Statista come tutti gli altri!!
OT Volevo capire meglio l'anima russa, e guardando la libreria, mi cade l' occhio su un libro mai letto. Il dottor Zivago. Pasternàk chi meglio. Volevo capire l' anima russa, e invece, mi pare, di aver capito un' altra cosa: Pasternàk a differenza di Tolstoj o Dostoevskij non conosce il quadrivio
Oramai sui tuoi post io sono come l’esercito Austriaco nei confronti di quello Napoleonico; perennemente fuori tempo, perennemente in ritardo. In ogni modo
Il taglio del cuneo fiscale sara' coperto in modo permanente da tagli alla spesa,aggiungendo che la spending review e' "una riforma strutturale"!Inutile dire chi l'ha detto. Avere politici sognatori ha come conseguenza la poca fantasia dei ministri dell'economia.
Marcel Fratzscher, head of the German Institute for Economic Research (DIW) in Berlin, demanded €60bn (£50bn) of bond purchases each month to halt the contraction of credit and avert a Japanese-style trap.
Ce lo segnala il buon Ambrose. Che i virtuosi alamanni si stiano accorgendo che segar alacremente il ramo su cui son seduti non e' cosa buona e giusta?
Di solito non commento perché non ho nulla da aggiungere al post o agli altri commenti...stavolta invece, visto che vieni in Ascoli, provo a descrivere alcune cosucce della mia città alla luce di quanto appreso su questo blog, così mi sfogo un po'.
Ascoli è la classica città di provincia con le sue attività, negozi e zona industriale. Credo che, banalmente, ci siano molte "ascoli" in tutta Italia e che la mia testimonianza può essere simile a quella di altri utenti.
1) SGL Carbon per Ascoli è stata LA fabbbbrica. Una sorta di ILVA passata per varie gestioni e acquisita nel '92 (sarà un caso?) alla multinazionale SGL Carbon poi chiusa nel 2007. Intendiamoci: un mostro dentro la città, (foto) inquinante sicuramente...forse è stato meglio così, ma come spesso accade c'è sempre qualcosa che stride quando si chiudono stabilimenti e a conti fatti ti ritrovi con gli strascichi sia della disoccupazione che della bonifica delle zone inquinate. Magari in un ciclo economico espansivo (sto esagerando!?) quella zona sarebbe stata sistemata, vuoi anche con la classica speculazioneEdiliziaBrutta (tanto se un costruttore deve costruire meglio dargli la possibilità di farlo su un terreno da recuperare che non in una zona già congestionata - es. butto giù casa cantoniera e tiro su palazzo 8 piani).
2) Una delle tante fabriche chiuse (o in procinto di) negli ultimi anni: Haemonetics. Ora...senza entrare nei dettagli: sicuramente ci saranno stati DipendentiBruttiFannulloni, il sindacato avrà male tutelato i dipendenti, etc etc... Io la vedo come una multinazionale che fa un'acquisizione (IDE) si fa conti in tasca e quando non gli conviene più (nooo...non c'entra mica l'euro) se ne va - simple as that! D'altronde quando la fatica supera il gusto...lascia la fica e attaccati al fusto (scusate la citazione colta). Mi fanno tenerezza i sindacati che propongo di rilevare l'azienda: secondo voi chiudono (e spostano la produzione) perchè non conviene più, ma sono fessi magari da lasciare in piedi un concorrente?!
3) I migliori anni dell'euro hanno visto il fiorire di Centri Commerciali e simili, alcuni vanno bene altri meno...tutti a chiedersi "ma chi ci va lì!?" Botteghe chiuse, altre spostate. Anche in questo caso...meglio i piccoli negozi o i grandi? Vallo a sapere! Meglio un negozio Benetton (giusto un nome a caso) in centro o al centro commerciale? Meglio il negozio "locale" che vende il prodotto X di importazione o il gruppo "di fuori" che vende un prodotto locale. Non credo di dire niente di originale, ovviamente sarebbe da analizzare i vari casi e tirare le somme...una cosa è certa, quello che successo è un progressivo ingresso in Italia di gruppi stranieri nella grande distribuzione (alimentare, abbigliamento) quindi tutti i buoni discorsi che si possono fare a livello locale forse non possono cambiare troppo la realtà. E le strutture tirate su e mai inutilizzate (giusto per la cronoca questo edificio vicino al centro commerciale Città delle Stelle)? Ma dico io (non perchè lo dico io...non credo di avere tanta originalità, mi pare Alessandro Guerani - se non ho interpretato male)...se si presenta in banca il costruttore con una prospettiva di guadagno prende il prestito e costruisce, punto e basta! Se c'è stato un abbandono del manufatturiero a favore del terziario...hai voglia a girarci troppo a intorno... Posso azzardare che tutto questo si tratta semplicemente di movimento di capitali "senza" rischi e prospettive di guadagni a breve?
Quindi Alberto questo è una breve riepilogo di alcune cose che abbiamo in Ascoli...scusa se ho scritto cose inesatte o banali...ma, come dicevo, mi è servito anche per sfogarmi un pò
Salve professore, ho apprezzato molto la sua conferenza di oggi ad Ascoli, anche se, sentendo i commenti di molti, amaramente prendo sempre più coscienza che la retorica del luogocomunismo sia una pandemia graniticamente radicata nelle menti e di certo il cambiamento di paradigma storico e politico non avverrà attraverso un risveglio delle coscienze, più di un economista ci vorrebbe un virologo, uno psicologo, o forse un miracolo. Vorrei riproporle la mia osservazione che vista l'emozione non sono stato capace di esporle chiaramente: sottolineavo come il famoso vincolo estero che, secondo la narrazione dei nostri "padri della patria", ci avrebbe disciplinato e moralizzato dalla nostra intrinseca e antropologica inettitudine ed inadeguatezza, costringendoci a fare la cosa giusta (a loro modo di vedere più Europa e delega dei poteri come sappiamo) si incarna oggi come una profezia autorealizzante assolutamente paradossale; posta l'uscita dall'Euro come la cosa giusta da fare oggi nella nostra prospettiva e nel nostro interesse, ci troviamo nella condizione di essere incapaci di farlo autonomamente (visto il chiaro indirizzo della classe politica e l'evangelica narrazione con cui l'opinione pubblica è indirizzata dai media) e di sperare che qualcuno dall'esterno ci salvi dalla nostra incapacità di autosalvarci (la Le Pen, gli U.S.A., i mercati ?), da qui l'analogia e l'ironico paradigma del vincolo estero che è oggi una via di salvezza; non trova drammaticamente ironico tutto ciò, che in un certo senso avalla la tesi dei "vincolisti" ? Poi proseguivo considerando l'ideologia dell'austerità anche fuori dall'euro (ciò non significa che non si debba uscire chiaramente), un pericolo che a mio avviso è una certezza, basta seguire il dibattito che per esempio c'è in U.S.A. dove l'ideologia del debito pubblico e della spesa pubblica come mali assoluti spadroneggia con conseguenze sociali devastanti e una ripresa che stenta ad esser e tale); lei giustamente mi ha fatto notare come la maggioranza dei partiti oggi sul panorama politico italiano si proclamano conto l'austerità; d'accordo ma gli stessi che si dipingono come tali, nella proposizione medesima non mancano di etichettare la spesa pubblica come un male economico che va assolutamente ridimensionato, parlano del debbbbito che pagheranno i nostri figli, considerano il deficit come un sacrilegio morale (tant'è che ce lo ritroveremo ora come poi sulla costituzione), l'altra sera da Santoro ho sentito un'esponente del m5s che inorridiva al pensiero che Renzi non avesse le coperture dicendo che scaricheremo i problemi sui nostri figli, loro ! Quelli che "bisogna ritrattare il 3% e sforare i vincoli", ma capisce in che condizioni siamo (domanda retorica ovviamente :-) Dall'altra un'economista di Scelta Civica che esaltava la manovra perché avrebbe rilanciato i consumi !!! Dopo la distruzione della domanda interna di Monti !!!!!!!!!!! Lo capisce che dopo uno perde la calma e impazzisce, è allucinante ! Sono completamente contraddittori, con una visione della realtà per usare un eufemismo, totalmente ignoranti e inetti per essere più specifico ! Quello che volevo dire in sintesi è che questa ideologia non morirà con l'euro purtroppo (ripeto, ciò non significa che non bisogna uscirne il prima possibile) e sarà molto difficile da sradicare, vista la narrazione moralistica di cui siamo stati inondati negli ultimi anni (decenni?) Non pensa che questo sia un problema che una volta usciti dall'euro (non per volontà nostra) dovremo seriamente affrontare ? Grazie per la pazienza
Intervista a Fortebrancaccio sul "padoan profeta" all'interno della fanzine forzaitaliota di P.B.
RispondiElimina"il dolore è efficace"... c'è un refuso: il dolore ALTRUI è efficace.
EliminaComunque, Dio non paga il sabato. Il VERO problema è che non tutti hanno un frate Cristoforo che te lo ricorda... inutile dire che le esperienze passate provano quanto questo sia vero, ovvero quanto la durezza del vivere sia una self-fulfilling prophecy, non solo self ma anche boomerang...
self-fulfilling = durezza del vivere = homo homini lupus = 'ndrangheta = Afganistan
EliminaChi può, ci arrivi con un certo anticipo per visitare il bel centro storico, compresa una piccola costruzione con un'alta torre, detta fantasiosamente Palazzetto longobardo e sede dell'ostello.
RispondiEliminaIl polittico, opera del quattrocentesco Lorenzo Crivelli formatosi nella bottega del padovano Squarcione, nella cattedrale, raffigura sante con sguardo compiacente da pin up - e così è piazzata la battuta trash in linea con la recente festività dell'8 marzo. Veramente il paragone mi venne alcuni decenni fa, quando scoprii Ascoli per caso, quando guardavo seriamente la pittura e quando battutacce non ne facevo.
Le collezioni archeologiche, un tempo in Palazzo Panichi e forse ancora, danno idea del forte e fiero popolo dei Piceni e comprendono il famoso Guerriero di Capestrano - vado a memoria, dovrebbe essere proprio ad Ascoli.
E sempre seriamente: chi ha tempo e pazienza di raggiungere Ascoli da Roma facendo a meno dell'autostrada, sappia che per un bel tratto percorre l'antica via Salaria; esiste anche una compagnia di autobus con partenza da Castro Pretorio che alterna corse in autostrada a corse per la Salaria.
Negli immediati dintorni montani, il Colle San Marco permette una bella gita.
Non mi paga nessuna agenzia turistica, sono legata ad Ascoli da lontani e bei ricordi dell'ostello, dei gestori di allora, del cibo e delle persone in genere.
Anche il teatro 'Ventidio Basso' (in pieno centro) meriterebbe una visita: e' bellissimo ed ha una ottima acustica.
EliminaIl Guerriero di Capestrano sta a Chieti.. a meno che non segua in trasferta il prof. :-)
Elimina@Adriana10 marzo 2014 09:42
EliminaAnch'io sono legato ad Ascoli, ma in modo indiretto: uno dei professori che mi sono stati più cari durante la mia carriera scolastica era appunto di Ascoli, era il mio professore di italiano delle medie. Grazie a lui ho imparato gran parte di quello che so della lingua italiana e sempre grazie a lui ho cominciato a leggere i libri senza figure di cui parla spesso il maestro.
Comunque: Ascoli era Ascoli quando a Roma eran pascoli!
Sul Guerriero ho ceffato, ma potrebbe essere un'idea: Guerriero con guerriero, anzi con Cavaliere - a far battutacce se anche il Guerriero è misogino come testé si è dichiarato il Cavaliere.
EliminaAvevo completamente dimenticato il teatro, per non parlare della bellissima piazza.
Grazie a entrambi :)
Adriana, segnalo questo tuo bel commento all'organizzatore, ne sarà fiero. Appena fuori dall'euro, gemellaggio Genova-Ascoli.
Eliminaag
@Andrea
EliminaGrazie!!!!
Ma sei l'Andrea che conosco, come le iniziali mi spingono a credere, in una nota (?) città del Nord-ovest?
Se ho ben capito, ti riferisci alle notizie su Ascoli, tra cui allora includerei anche quelle di Luca, Alteo e Marco, se non hanno nulla in contrario. Se invece stiamo parlando di guerrieri e cavalieri, allora direi di no, uh uh.
Curiosità e gossip.
Venni a sapere che un tedesco si era piazzato tempo prima in un luogo molto elevato, proprio su una piccola terrazza priva di una pur esile ringhiera, seduto su una seggiola, e da lì aveva fatte riprese del panorama, con notevole sprezzo del pericolo e gusto per l'audace impresa. Sono anni lontani, ma già "se vedeva" l'attitudine a farsi gli affari propri e ad agire contro ogni buon senso. Riferimenti all'€? Noooo, perché in caso di insuccesso dell'iniziativa avrebbe fatto male solo a se stesso. Riferimenti all'€? Sìììì.
Adriana, il tuo intuito è infallibile!
EliminaPer il resto, della tua aneddottica non son degno, è roba da Proust, o da Bagnai.
ag
ma a Treviso mai????
RispondiEliminaBasta pagare. Più aspetti, più cresce la domanda. Più cresce la domanda, più mi rompo i coglioni. Più mi rompo i coglioni, più sale il prezzo.
EliminaMa così non si alimenta una bolla?
EliminaFinché le sale si riempiono no.
EliminaCosì alimenti l'inflazione Prof! Ecco.. lo sapevo che un domani se vorrò vedere il Prof dovrò portarmi una intera carriola di Lire!
EliminaViene a Londra? Io non posso permettermi di pagarla, pero' in scambio posso progettarle il nuovo sito internet gratis. E' il mio mestiere...
EliminaToccherà aspettare la ciiiinaaaa per abbassare i prezzi oppure una riforma Hartz dedicata agli economisti, funzionerà?
RispondiEliminaMa va? :D
RispondiEliminache bischeri, ragazzi... questi repubblichini XD
Arriva anche Scalfari => Repubblica => Pd un passo in più verso la maturazione.
RispondiEliminaCredo che ci siamo.
I no euro verso l’Europarlamento
RispondiEliminaI no euro tedeschi di Alternativa per la Germania viaggiano verso un facile ingresso all’Europarlamento. Alle prossime elezioni per l’assemblea di Strasburgo non ci sarà più la soglia di sbarramento al 3%, e i sondaggi attuali rilevano AfD con valori di almeno cinque punti percentuali, così da superare stabilmente i liberali della Fdp rimasti esclusi anch’essi dal Bundestag.
Peccato... devo essere presente al lavoro per consolidare il mio contratto part time in scadenza a Giugno... sennò venivo volentieri. Purtroppo devo contribuire a rilanciare l'economia con il mio stipendio da fame!
RispondiEliminaBce: la solitudine di Draghi e il destino dell’Europa di Lavoce.info | 10 marzo 2014
RispondiEliminaMentre due storici parlano di fallimento dell’euro e dell’Europa, la Bce lascia invariata la politica monetaria. Il problema non è la sottovalutazione della crisi da parte di Draghi, ma che la Bce sia lasciata sola nell’affrontarla.
di Fausto Panunzi (Fonte: Lavoce.info)
Due pareri illustri E poco incoraggianti…
Due storici, Kevin O’Rourke dell’Università di Oxford e Niall Ferguson, dell’Università di Harvard, si sono espressi recentemente in modo molto scettico sul futuro dell’euro e dell’Unione Europea.
Il primo, in un suo recente saggio, afferma che l’Europa è ormai solo un insieme di vincoli imposti ai governi e che ha perso la sua funzione originaria, quella di migliorare la vita dei cittadini europei. A suo avviso o si arriverà a una – al momento improbabile – unione politica (e quindi anche con la capacità di fare trasferimenti fiscali al suo interno) oppure occorre considerare la durissima alternativa di abbandonare l’euro. Niall Ferguson è più drastico e giudica che non solo l’unione monetaria ma l’intera costruzione europea è stato un fiasco. Un fallimento economico, considerando non solo le conseguenze della profonda crisi degli ultimi anni, ma anche la bassa crescita e un tasso di disoccupazione consistentemente più elevato di quello degli Stati Uniti e politico, con il crescente risentimento dei cittadini verso le istituzioni europee.
La minaccia della deflazione
Queste critiche, così drastiche, dovrebbero implicare quanto meno un senso di urgenza nel provare a dare delle risposte. La deflazione, parola terribile alla luce dell’esperienza giapponese degli anni ’90, sembra rappresentare una minaccia per alcuni Paesi europei. Invece, almeno osservando le azioni della Bce, questa esigenza di risposte tempestive sembra non essere presente. Nella sua conferenza stampa, il Presidente Draghi ha spiegato la decisione di lasciare tutto inalterato rispetto al mese scorso, alla luce di alcuni elementi. In primo luogo, ha osservato che la riduzione dell’inflazione è in larga parte dovuta a una riduzione del prezzo dell’energia e che il numero di beni per i quali si è effettivamente osservata una riduzione di prezzo è limitato. In secondo luogo, ha fatto notare che le previsioni vedono un tasso d’inflazione pari all’1,6 per cento, e quindi non troppo distante dal target del 2 per cento, nel 2016 (anche se Draghi ha sottolineato più volte la relativa attendibilità di tali stime). In terzo luogo, Draghi ha continuato a evidenziare le differenze con il caso giapponese: una risposta più rapida delle autorità monetarie, aspettative di inflazione non disancorate e bilanci più solidi delle banche (anticipando forse gli esiti della Asset Quality Review e degli stress test delle prossime settimane).
Continua…
…continua
RispondiEliminaLa Bce da sola non basta
Sarebbe sbagliato concludere che Draghi abbia sottovalutato i problemi europei: ha riconosciuto la scarsa utilizzazione della capacità produttiva in molti Paesi dicendo in modo chiaro che c’è un problema di domanda aggregata, ha confermato che la politica monetaria sarà accomodante per un periodo di tempo prolungato e si è detto pronto ad usare tutti gli strumenti a sua disposizione, pur rimanendo vago su quali di esso la Bce pensi di usare in caso di peggioramento della crisi. D’altra parte, se il problema è la domanda aggregata, la Banca Centrale avrebbe bisogno di essere supportata dalla politica fiscale , cosa al momento impossibile in molti Paesi anche a causa dei vincoli europei.
È probabile che l’euro esista ancora solo grazie alla dichiarazione di Draghi del luglio 2012, quella del “whatever it takes”. Ed è anche un’anomalia che in gran parte dell’Europa l’unico canale di accesso al credito per le imprese siano le banche, visto il ridotto ruolo dei mercato azionario e di quello dei bond. Tutto considerato, però, si fa fatica a negare che le risposte della Bce e dei governi sembrino deboli o, quanto meno, eccessivamente prudenti.
In questo contesto, è fin troppo facile prevedere che le elezioni di maggio vedranno un’affermazione dei movimenti anti euro e anti Europa . Ma, paradossalmente, i politici europeisti non se ne preoccupano, perché tanto il Parlamento Europeo non conta nulla! A pensarci bene, il vero miracolo è l’ancora elevato consenso che l’Europa e l’euro hanno tra i cittadini. Ma è difficile che tale supporto continui se l’Europa continuerà a essere vista come un ostacolo per la risoluzione della crisi e non un invece come uno strumento mitigarne gli effetti su chi ne è più colpito. Il tempo per evitare le disaffezione verso l’euro e l’Europa è quasi finito e tra poco i due storici euroscettici si vedranno dare ragione dagli eventi. Continuare a lasciare alle sole spalle, pur robuste, di Draghi tutto il peso della risposta alla crisi europea non è un’opzione realistica. E il vuoto politico spesso genera mostri.
Bio dell’autore – Fausto Panunzi
Ha conseguito il PhD presso il Massachusetts Institute of Technology. Attualmente insegna Economia Politica presso l’Università Bocconi. In precedenza ha insegnato presso l’Università di Bologna, l’Università di Pavia, Lecturer all´University College London, Research Fellow presso IDEI (Toulouse ) e IGIER. Le sue aree di interesse scientifico sono la Teoria dell’impresa, finanza d’impresa e Teoria dei contratti.
Bene vedo che anche qualche profit si è messo a finanziare....Bene!
RispondiEliminaMa ormai, assonnati in questa nostra attesa dei tartari, alla fine ci converrà prendere noi l'iniziativa di andare in piazza e tirarci fuori dalla melma... me sò rotto anche de aspettare i mercati!
Come mi manca ora non aver fatto il militare!
Scusa, mi definisci: "finanziare"? Finanziare sarebbe se un'azienda desse i soldi a me per fare quello che voglio io, e che vi ho spiegato qui.
EliminaSe un'azienda organizza un incontro che interessa a lei, per quanto a me faccia molto piacere essere coinvolto, e la ringrazio moltissimo, non mi sta finanziando. Spero, a quell'incontro, di trovare dei finanziatori, ma di questo non ho certezza. Alcuni pensano che la libertà sia gratis, altri che bisogna fare il partitoantieuro, altri che Auriiiiiiiiiiiiiiiiiiti, altri che Donald, ecc. Nel frattempo le forze si disperdono e io sono sempre più vicino al momento in cui mi romperò il cazzo. Non so se rendo.
Scusate, ho sbagliato a postare il link...
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/politica/2014/03/10/news/crisi_merkel_burocrazia_per_gli_italiani_l_europa_diventata_impopolare-80625991/?ref=HRER2-2
Scusate se sono OT, ma mi sento sempre più spaesato. Ieri sera ho avuto un attacco di masochismo e ho ascoltato la mitragliata di proposte/decreti legge/decreti legislativi e quantaltro emessi da Renzi a "Che tempo che fa". Non riesco ancora a capire come si possa proporre quello che propone assumendo che:
RispondiElimina- dal 2014 ci dovrebbe essere il pareggio in bilancio (come da inserimento in Costituzione) che permette al massimo sforamento nel deficit di bilancio pari al 0,5% (al netto del ciclo economico che deve comunque essere certificato da apposita commissione "indipendente" - che dovrebbe essere costituita proprio in questi giorni.). Pare che non ci siano idee molto chiare su come stimare detti parametri, a sentire i dubbi espressi dalla stessa Commissione Europea. Però dobbiamo stare dentro il famoso 3% indicato da Maastricht. Allora, dobbiamo stare entro lo 0,5 o il 3? E Renzi se ne esce dicendo che il 3% è "anacronistico"!!! Ma allora, dobbiamo stare dentro la Costituzione o dentro Maastricht? In ogni caso, dobbiamo "fare i compiti a casa" prima e meglio di quanto ci chiede la UE! Compreso il fiscal Compact che inizia tra nove mesi, il 1° gennaio 2015. Ma allora, di che cosa parlano Renzi e tutta la sua compagnia Pude? Ce li siamo inventati noi questi vincoli, compreso il MES, il Two Pack che sta per mandarci il commissario, etc? O sono un branco di ignoranti da far paura o a forza "di tattica si muore" pensando infantilmente di andare al semestre europeo e di "cambiare"...?
Hanno/abbiamo vincoli reali o ci vogliono dire che sono solo palle di cui non dobbiamo occuparci?
Qualcuno potrebbe spiegarmi le contraddizioni tra lo 0,5% da Costituzione e il 3 da Maastricht, con Fiscal Compact incombente tra nove mesi?
Caro Tito, nessuno è in grado di spiegartelo. E in fondo non sono poi così importanti i numeri, se non come laccio stretto intorno al collo. È solo questa la loro funzione. A tempo e luogo un qualche commissario lo stringerà ulteriormente (previa telefonata, immagino, ma dimenticavo di dirti che sono un complottista vagamente paranoico). Alles Gute.
EliminaOT - Anche la Cina sembra mostrare segni di forte rallentamento dell'economia.
RispondiEliminaPur avendo esportato qualche % in piu' verso USA ed EU nei primi due mesi dell'anno (rispetto al 2013) pare che comunque in febbraio sia complessivamente finita in deficit.
http://uk.reuters.com/article/2014/03/08/uk-china-economy-trade-idUKBREA2705V20140308
A febbraio quest'anno è caduto il capodanno cinese, attendere prego.
EliminaE dillo, prof, che siamo una manica di...simpatici.
RispondiEliminaProf. scusi l'OT, ma oggi, forte del mio recente 28 all'esamee di politica economica preparato studiando sul "Tramonto dell'euro" (e qualche pagina di Acocella,ma solo qualche), ho cercato di spiegare ad un amico renziano, che ridurre il cuneo fiscale, in questo momento, è una manovra populista che avrà come effetto "macro" un aumento delle importazioni e il conseguente peggioramento della bilancia dei pagamenti. Non è che dovevo studiare qualche pagina in pù di Acocella?
RispondiEliminaRiduzione Cuneo fiscale:
EliminaVERSIONE A - minor costo del lavoro x le imprese. Si produce (poco) più di ora, senza occupazione aggiuntiva, ma con costi di produzione inferiori x le imprese che fanno 2€ di profitti in più
VERSIONE B - con pochi soldi in più in busta x i lavoratori. Che consumano di più, che importano di più, che accrescono l'import frenando il malato processo di aggiustamenti del cambio reale.
Quale delle due strade sceglierà il giovane Renzi? A 2 mesi dalle europee, partendo dall'evidenza che I LAVORATORI VOTANO E LE IMPRESE NO,.... Grande Renzi!! Statista come tutti gli altri!!
Prof ma a Città di Castello mai? magari ci scappa anche un altro concerto :)
RispondiEliminaOT
RispondiEliminaVolevo capire meglio l'anima russa, e guardando la libreria, mi cade l' occhio su un libro mai letto. Il dottor Zivago. Pasternàk chi meglio. Volevo capire l' anima russa, e invece, mi pare, di aver capito un' altra cosa: Pasternàk a differenza di Tolstoj o Dostoevskij non conosce il quadrivio
Oramai sui tuoi post io sono come l’esercito Austriaco nei confronti di quello Napoleonico; perennemente fuori tempo, perennemente in ritardo. In ogni modo
RispondiElimina(..)Vedere un film demmerda sapendo che è demmerda per poter poi dire che è demmerda, ascoltare un imbecille sapendo che è un imbecille per poter poi dire che è un imbecille... Ragionare così significa partire dal presupposto che ciò che legittima un giudizio critico sia il consumo (di un film, di tempo)! Significa inoltre presumere che il proprio consumo, per quanto estemporaneo e inconsapevole sia, implichi conoscenza, comprensione. Non è così.(..)
…l’ho collegato ad un celebre cazzio di un noto Maestro rivolto ad un allievo che perdeva tempo ad ascoltare discorsi da Bar…
Ad ascoltarli er'io del tutto fisso,
quando 'l maestro mi disse: "Or pur mira,
che per poco che teco non mi risso!".
Quand'io 'l senti' a me parlar con ira,
volsimi verso lui con tal vergogna,
ch'ancor per la memoria mi si gira.
Qual è colui che suo dannaggio sogna,
che sognando desidera sognare,
sì che quel ch'è, come non fosse, agogna,
tal mi fec'io, non possendo parlare,
che disïava scusarmi, e scusava
me tuttavia, e nol mi credea fare.
"Maggior difetto men vergogna lava",
disse 'l maestro, "che 'l tuo non è stato;
però d'ogne trestizia ti disgrava.
E fa ragion ch'io ti sia sempre allato,
se più avvien che fortuna t'accoglia
dove sien genti in simigliante piato:
ché voler ciò udire è bassa voglia".
Il taglio del cuneo fiscale sara' coperto in modo
RispondiEliminapermanente da tagli alla spesa,aggiungendo che la spending review e' "una riforma strutturale"!Inutile dire chi l'ha detto.
Avere politici sognatori ha come conseguenza la poca fantasia dei ministri dell'economia.
Marcel Fratzscher, head of the German Institute for Economic Research (DIW) in Berlin, demanded €60bn (£50bn) of bond purchases each month to halt the contraction of credit and avert a Japanese-style trap.
RispondiEliminaCe lo segnala il buon Ambrose. Che i virtuosi alamanni si stiano accorgendo che segar alacremente il ramo su cui son seduti non e' cosa buona e giusta?
Di solito non commento perché non ho nulla da aggiungere al post o agli altri commenti...stavolta invece, visto che vieni in Ascoli, provo a descrivere alcune cosucce della mia città alla luce di quanto appreso su questo blog, così mi sfogo un po'.
RispondiEliminaAscoli è la classica città di provincia con le sue attività, negozi e zona industriale. Credo che, banalmente, ci siano molte "ascoli" in tutta Italia e che la mia testimonianza può essere simile a quella di altri utenti.
1) SGL Carbon per Ascoli è stata LA fabbbbrica. Una sorta di ILVA passata per varie gestioni e acquisita nel '92 (sarà un caso?) alla multinazionale SGL Carbon poi chiusa nel 2007. Intendiamoci: un mostro dentro la città, (foto) inquinante sicuramente...forse è stato meglio così, ma come spesso accade c'è sempre qualcosa che stride quando si chiudono stabilimenti e a conti fatti ti ritrovi con gli strascichi sia della disoccupazione che della bonifica delle zone inquinate. Magari in un ciclo economico espansivo (sto esagerando!?) quella zona sarebbe stata sistemata, vuoi anche con la classica speculazioneEdiliziaBrutta (tanto se un costruttore deve costruire meglio dargli la possibilità di farlo su un terreno da recuperare che non in una zona già congestionata - es. butto giù casa cantoniera e tiro su palazzo 8 piani).
2) Una delle tante fabriche chiuse (o in procinto di) negli ultimi anni: Haemonetics. Ora...senza entrare nei dettagli: sicuramente ci saranno stati DipendentiBruttiFannulloni, il sindacato avrà male tutelato i dipendenti, etc etc... Io la vedo come una multinazionale che fa un'acquisizione (IDE) si fa conti in tasca e quando non gli conviene più (nooo...non c'entra mica l'euro) se ne va - simple as that! D'altronde quando la fatica supera il gusto...lascia la fica e attaccati al fusto (scusate la citazione colta). Mi fanno tenerezza i sindacati che propongo di rilevare l'azienda: secondo voi chiudono (e spostano la produzione) perchè non conviene più, ma sono fessi magari da lasciare in piedi un concorrente?!
(segue...mi scusso per la lungaggine)
3) I migliori anni dell'euro hanno visto il fiorire di Centri Commerciali e simili, alcuni vanno bene altri meno...tutti a chiedersi "ma chi ci va lì!?" Botteghe chiuse, altre spostate. Anche in questo caso...meglio i piccoli negozi o i grandi? Vallo a sapere! Meglio un negozio Benetton (giusto un nome a caso) in centro o al centro commerciale? Meglio il negozio "locale" che vende il prodotto X di importazione o il gruppo "di fuori" che vende un prodotto locale. Non credo di dire niente di originale, ovviamente sarebbe da analizzare i vari casi e tirare le somme...una cosa è certa, quello che successo è un progressivo ingresso in Italia di gruppi stranieri nella grande distribuzione (alimentare, abbigliamento) quindi tutti i buoni discorsi che si possono fare a livello locale forse non possono cambiare troppo la realtà.
RispondiEliminaE le strutture tirate su e mai inutilizzate (giusto per la cronoca questo edificio vicino al centro commerciale Città delle Stelle)? Ma dico io (non perchè lo dico io...non credo di avere tanta originalità, mi pare Alessandro Guerani - se non ho interpretato male)...se si presenta in banca il costruttore con una prospettiva di guadagno prende il prestito e costruisce, punto e basta! Se c'è stato un abbandono del manufatturiero a favore del terziario...hai voglia a girarci troppo a intorno...
Posso azzardare che tutto questo si tratta semplicemente di movimento di capitali "senza" rischi e prospettive di guadagni a breve?
Quindi Alberto questo è una breve riepilogo di alcune cose che abbiamo in Ascoli...scusa se ho scritto cose inesatte o banali...ma, come dicevo, mi è servito anche per sfogarmi un pò
Salve professore, ho apprezzato molto la sua conferenza di oggi ad Ascoli, anche se, sentendo i commenti di molti, amaramente prendo sempre più coscienza che la retorica del luogocomunismo sia una pandemia graniticamente radicata nelle menti e di certo il cambiamento di paradigma storico e politico non avverrà attraverso un risveglio delle coscienze, più di un economista ci vorrebbe un virologo, uno psicologo, o forse un miracolo. Vorrei riproporle la mia osservazione che vista l'emozione non sono stato capace di esporle chiaramente: sottolineavo come il famoso vincolo estero che, secondo la narrazione dei nostri "padri della patria", ci avrebbe disciplinato e moralizzato dalla nostra intrinseca e antropologica inettitudine ed inadeguatezza, costringendoci a fare la cosa giusta (a loro modo di vedere più Europa e delega dei poteri come sappiamo) si incarna oggi come una profezia autorealizzante assolutamente paradossale; posta l'uscita dall'Euro come la cosa giusta da fare oggi nella nostra prospettiva e nel nostro interesse, ci troviamo nella condizione di essere incapaci di farlo autonomamente (visto il chiaro indirizzo della classe politica e l'evangelica narrazione con cui l'opinione pubblica è indirizzata dai media) e di sperare che qualcuno dall'esterno ci salvi dalla nostra incapacità di autosalvarci (la Le Pen, gli U.S.A., i mercati ?), da qui l'analogia e l'ironico paradigma del vincolo estero che è oggi una via di salvezza; non trova drammaticamente ironico tutto ciò, che in un certo senso avalla la tesi dei "vincolisti" ? Poi proseguivo considerando l'ideologia dell'austerità anche fuori dall'euro (ciò non significa che non si debba uscire chiaramente), un pericolo che a mio avviso è una certezza, basta seguire il dibattito che per esempio c'è in U.S.A. dove l'ideologia del debito pubblico e della spesa pubblica come mali assoluti spadroneggia con conseguenze sociali devastanti e una ripresa che stenta ad esser e tale); lei giustamente mi ha fatto notare come la maggioranza dei partiti oggi sul panorama politico italiano si proclamano conto l'austerità; d'accordo ma gli stessi che si dipingono come tali, nella proposizione medesima non mancano di etichettare la spesa pubblica come un male economico che va assolutamente ridimensionato, parlano del debbbbito che pagheranno i nostri figli, considerano il deficit come un sacrilegio morale (tant'è che ce lo ritroveremo ora come poi sulla costituzione), l'altra sera da Santoro ho sentito un'esponente del m5s che inorridiva al pensiero che Renzi non avesse le coperture dicendo che scaricheremo i problemi sui nostri figli, loro ! Quelli che "bisogna ritrattare il 3% e sforare i vincoli", ma capisce in che condizioni siamo (domanda retorica ovviamente :-) Dall'altra un'economista di Scelta Civica che esaltava la manovra perché avrebbe rilanciato i consumi !!! Dopo la distruzione della domanda interna di Monti !!!!!!!!!!! Lo capisce che dopo uno perde la calma e impazzisce, è allucinante ! Sono completamente contraddittori, con una visione della realtà per usare un eufemismo, totalmente ignoranti e inetti per essere più specifico ! Quello che volevo dire in sintesi è che questa ideologia non morirà con l'euro purtroppo (ripeto, ciò non significa che non bisogna uscirne il prima possibile) e sarà molto difficile da sradicare, vista la narrazione moralistica di cui siamo stati inondati negli ultimi anni (decenni?) Non pensa che questo sia un problema che una volta usciti dall'euro (non per volontà nostra) dovremo seriamente affrontare ? Grazie per la pazienza
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