Come potrete notare, questo è il fulcro della logica eurista "de sinistra": gli stati nazionali sono fautori di guerre, quindi dobbiamo costruirne uno più grande per fare la guerra alla Cina. Poi si chiedono perché finiscono al 2%! Ne abbiamo parlato qui, del nazionalismo paneuropeo. E con quello che sta succedendo in Ucraina, qualche domanda bisognerà pure che ce la poniamo.
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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venerdì 21 febbraio 2014
L'Europa e il nazionalismo.
Tanto per capire di cosa stiamo parlando, vi ripropongo, prima di andare a sentire le solite pappardelle sul fatto che l'euro ha portato la pace (alle 11:30 alla Facoltà di diritto, economia e management di Rouen), lo spot che un lettore di questo sito ci segnalò più di due anni or sono, e che oggi Silvia mi ha ricordato in un commento:
Come potrete notare, questo è il fulcro della logica eurista "de sinistra": gli stati nazionali sono fautori di guerre, quindi dobbiamo costruirne uno più grande per fare la guerra alla Cina. Poi si chiedono perché finiscono al 2%! Ne abbiamo parlato qui, del nazionalismo paneuropeo. E con quello che sta succedendo in Ucraina, qualche domanda bisognerà pure che ce la poniamo.
Come potrete notare, questo è il fulcro della logica eurista "de sinistra": gli stati nazionali sono fautori di guerre, quindi dobbiamo costruirne uno più grande per fare la guerra alla Cina. Poi si chiedono perché finiscono al 2%! Ne abbiamo parlato qui, del nazionalismo paneuropeo. E con quello che sta succedendo in Ucraina, qualche domanda bisognerà pure che ce la poniamo.
http://www.eu-facts.org/en/background/dark_roots_europe_lecture.html
RispondiEliminaE' la stessa eccezione che sollevo io su questo tema: come fanno gli stati ad essere obsoleti e il nazionalismo ad essere retrogrado se poi si vuole costruire un unico superstato, peraltro con poteri ademocratici?
RispondiEliminaQuesta è la corsa all'ultimo stadio del nazionalismo più retrivo, ovvero l'accentramento del potere in un numero minore possibile di soggetti, del tutto svincolati dal controllo popolare, l'esatto opposto dell'avanzamento del progresso del genere umano e dell'aumento del suo benessere.
Le classi politiche tutte in italia sono svendute a questo pseudomeme ideologico, a questa novella peste bubbonica che ha colpito il laboratorio europeo provenendo dall'america.
Io parlerei di pangermanesimo, altro che Europa. E mi pare ben più inquietante.
EliminaE poi: ma le guerre non sono nate anche all'interno di imperi multinazionali?
Ma di che cosa stanno parlando? Basterebbe leggere un libro di storia delle medie per non sparare queste... lievi imprecisioni. Eppure, "oggi è facile documentarsi"...
Concordo nella sostanza ma mi permetto di sottolineare che alcuni tra gli organismi decisori di ultima istanza e portatori di un pensiero omnipervasivo che viene tradotto sempre nello stesso verso politico indipendentemente da quelle che dovrebbero essere le discontinuità tra partiti avversi sono di diretta emanazione americana, primo su tutti il fondo monetario, teorizzato da Keynes per consentire i regolamenti tra valute di stati differenti e utilizzato invece per orientare modelli di sviluppo e di controllo dei territori, una vero e proprio strumento coloniale.
EliminaNon cito gli altri numerosi per questioni di spazio e per non affrontare orrende questioni semantiche che ne scaturirebbero.
Osservo che da oltreoceano arriva il fondo monetario e della troika partecipa, essendo questa organo effettivo di governo europeo, osservo che l'attuale rivolta ad est vede da un lato l'europa affiancata sempre dagli americani, osservo che la politica del cambio forte e dell'aggancio valutario è stata più volte utilizzata da questi con ultimo vistoso caso l'argentina.
Le mie osservazioni sono convergenti.
L'idea che l'Europa porti la pace è curiosa perchè è assurda, rientra nel campo del ribaltamento logico, e nonostante questo, per ragioni misteriose, sulle menti di molta gente fa presa.
RispondiEliminaIn sostanza si dice:
Io odio il mio vicino che mi fa davvero schifo, e siccome lo detesto e lo abborrisco e vorrei strozzarlo e seppellirlo in giardino, allora ci trasferiamo a vivere insieme, voglio assolutamente imporgli la convivenza, così certamente eviteremo di ammazzarci.
Mah! Di solito uno cerca di convivere con quelli che gli stanno più simpatici.
In teoria, quando mi limitavo a nutrire dubbi sull'Unione, mi ero fatto l'idea che ci saremmo uniti alla Francia per vicinanza culturale (sono piemontese...), in uno spirito di fratellanza (ero un povero illuso, vabbè!).
Tant'è. Che ci dobbiamo fare?
Per adesso mi rifugio in questo Blog. Proprio normali non siete, ma per ora non ho trovato di meglio...
La notoria vicinanza culturale dei piemontesi alla Francia.
EliminaALLUCINANTE !!!
RispondiEliminaRingrazio il lettore ed il Professor Bagnai per aver posto l'attenzione del blog su questo spot abominevole. E' chiaro il senso dello spot: solo con la costruzione di un super-stato sovranazionale che annulli le differenze fra i singoli stati nazione - rappresentati come stelline gialle apparentemente tutte uguali, ma si sa che la realtà è ben diversa!-, è possibile combattere i grandi blocchi economico-politici avversi: la Cina, i paesi sudamericani e i paesi islamici. L'unione non viene quindi proposta in vista del progresso civile dei popoli europei, ma in funzione oppositiva agli altri grandi blocchi. Il progetto illuminista di un super-stato europeo quale unica garanzia di 'pace perpetua' immaginato dall' Abbé de St. Pierre (1658-1743) nel suo 'Projet pour rendre la paix pérpetuelle in Europe' trova qui la sua più evidente applicazione. Invito i lettori del blog a dare un occhiata al pamphlet dell Abbé de St. Pierre (si può scaricare gratuitamente l'edizione francese da gallica.bnf.f e dovrebbero esserci anche traduzioni in altre lingue europee) al fine di comprendere le radici storiche di quel progetto di eliminazione degli stati nazione che sta trovando oggi piena attuazione. Peraltro, anche Rousseau si occupò delle idee dell' Abbé de St. Pierre nel suo 'Extrait du projet de paix perpétuelle de Monsieur l'Abbé de St. Pierre', il quale si trova anch'esso facilmente in rete.
RispondiEliminaTutto vero tranne che i soggetti coinvolti. Non è l'Europa che fa la guerra alla Cina, bensì gli USA che la fanno alla Russia, usando l'UE (e noialtri) come utile idiota, neanche tanto utile poi ("Fuck the EU" resterà la battuta-simbolo della triste vicenda). Impariamo ad inquadrare i veri nemici, che stanno sicuramente a Berlino e a Bruxelles, ma soprattutto a Washington
RispondiEliminaAbbraccio in pieno il punto di vista.
EliminaMagari fosse come dici.
EliminaPotessi scegliere, indubbiamente sceglierei la completa sovranità democratica e civile del mio paese libera da ogni colonizzazione esterna.
Ma se per qualche motivo di convenienza geo politica, mi si chiedesse di scegliere tra l'essere "influenzati" dalla politica Usa o da quella Tedesca, altrettanto indubbiamente sceglierei la prima!
Non fosse altro per il fatto che l'Italia, nonostante fosse sotto dominio Americano, ha comunque conseguito grandi risultati, primo tra questi l'essere stata la quinta forza economica.
Sotto il controllo Germanico invece... beh.... i risultati e gli effetti sono davanti agli occhi di tutti.
Ieri notte, in una nota trasmissione di rai3, scalfarotto in risposta alle posizioni anti-euro di Salvini, ha detto pressapoco questo: "è di cattivo gusto parlare di uscire dall'euro quando in Ucraina la gente muore per il sogno di far parte di questo nostro meraviglioso continente".
RispondiEliminaNon hanno proprio il senso del limite.
L'impero UE, sì proprio quel grande non-Stato vagheggiato da questi visionari fognatori dichiara guerra all'Ucraina recalcitrante. Ormai più chiaro di così che siamo in un regime dittatoriale sanguinario...lo si capisce anche solo dai termini che i media usano per parlare di politica: da almeno tre anni usano continuamente le parole "blindare" in riferimento a decreti, governi ecc.., ormai bisogna "blindare" tutto, e la parola "governabilità", qui se c'è qualcuno di blindato siamo noi in questo fogno saturo di gas esplosivi prof.
RispondiEliminaIeri la Reichs-Rundfunk-Gesellschaft parlava di "regime ucraino". Ora, prescindendo dal fatto che per alcuni la democrazia vale solo quando produce i risultati "attesi", a fronte degli scontri di piazza che abbiamo visto, quale governo "democratico" occidentale non avrebbe attuato una repressione poliziesca? O ci siamo dimenticati cosa successe nella "civile Italia durante il G8 di Genova per MOLTO, MOLTO, MOLTO meno?
EliminaEuropa, nazionalismo e stati, ripercorrendo qualche decennio di storia europea con particolare riferimento alla DDR e con il permesso a parafrasare l'introduzione di questo blog ho pensato: strano come un muro visto da est somigli ad una "barriera di difesa antifascista".
RispondiElimina«Bisogna smetterla con le esaltazioni, è tempo di rinsavire. Tutti questi paesi
RispondiEliminaesteri, questa vostra Europa, è tutto una fantasia, anche noi tutti qui all'estero siamo una fantasia...
ricordate le mie parole e vedrete!» concluse quasi in collera congedandosi da Evgenij Pavlovich.
Qui vale la regola del pennello:
RispondiEliminaPer una guerra grande ci vuole un'Europa grande, una guerra preparata da economisti e politici internazionalisti: "la guerra che metterà fine a tutte le guerre", come dicevano già nel 1914 è passato un secolo e pare che se ne ricordano in pochi. Lei è tra questi ultimi con la sua sensibilità lo ha ricordato più volte sin dai primi post, ed è uno dei 100 motivi per cui la seguo. Ieri ci ricordava Thomas Sankara e mi ha fatto pensare all'africa utilizzata dalla propaganda come minaccia di regresso irreparabile in caso di €exit, poi ho fatto caso allo stemma di @USArmyAfrica il cui comando sta a Vicenza ed usa il leone di Venezia...e mi è venuta in mente la metafora della salita che sembra una discesa, un'Italia che vista da sud sembra Europa ma che vista da nord è già considerata Africa, con noi a maturare solo gli svantaggi economici e sociali di entrambe le aree continentali.
Con alcuni follower della "goofyfamily" su Twitter si ragionava se non fosse i caso di uno spin-off in "goofymilitary", credo sarebbe ora di diffondere un po' di Arte Militare (Scienze Militari e Diplomatiche è un abominio degli ultimi anni), poi mi sono reso conto che il blog non sarebbe sostenuto da un'adeguata domanda e non so ancora se per incoscienza diffusa o perché i miei timori sono fantasmi che accompagnano talvolta le notti dei veterani quale io sono.
Il suo blog talvolta mi sembra come una cittadella fortificata dal pensiero economico ma non solo, un caposaldo che ha accolto i vari volenterosi che non si sono arresi alla propaganda PUDE, si osservano insieme questi eventi assurdi e si aspetta come nel Deserto dei Tartari...
Emanuele
Come diceva quel ritornello?
RispondiElimina"All'armi!
All'armi!
All'armi siam euristi!"
Notare i riferimenti iconografici: l'«eroina» europea è vestita come La Sposa di Kill Bill — americana — a sua volta ispirata da Bruce Lee — cinese!
RispondiEliminaL'iconografia si presta ad un'altra interpretazione: nel nostro caso l'eroina (nel senso della droga) è il "credito facile" che ti circonda senza scampo (ricordando anche quella banca "costruita intorno a te"). Visti i risultati e il riferimento cinematografico, l'unico titolo appropriato per questo spot è "Kill PIL"....... (e mi taccio su Tarantino per non andare OT).
EliminaLe illusioni di Maastricht e l’Europa reale
RispondiEliminaSono passati ormai più di vent’anni da quel 7 febbraio del 1992, quando i paesi pionieri della Comunità europea firmavano il trattato istitutivo della nuova Europa. Nel frattempo sono cambiate tante cose, a cominciare dalla percezione del processo di integrazione. Si può dire che un ciclo si è ormai irrimediabilmente chiuso?
Sul piano storico il documento siglato a Maastricht costituiva un atto di grande valore simbolico, se non altro perché veniva adottato dopo la caduta del Muro di Berlino, l’evento politico più dirompente dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Oltre il dato formale, esso celebrava la vittoria del capitalismo e del libero mercato sul socialismo dirigista del vecchio blocco sovietico.
C’era enfasi nelle sue parti iniziali. La nuova Europa avrebbe dovuto assicurare “uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme della Comunità”, “alti livelli di occupazione e di protezione sociale”, “il miglioramento del tenore e della qualità della vita” delle persone, un “elevato grado di convergenza dei risultati economici”, perfino la “solidarietà tra gli stati membri”.
Di questi macro-obiettivi non se ne è realizzato alcuno. Partiamo dal primo, “uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche”. C’è un dato che più di altri dà il senso dell’insostenibilità dell’attuale modello di integrazione europea, quello relativo agli squilibri macroeconomici che si sono venuti a creare tra i paesi della zona Euro. La forbice tra paesi in surplus e paesi in deficit si è allargata di molto in questi anni, con la Germania che, dall’entrata in circolazione della moneta unica (2002) a tutto Il 2012 (1), ha accumulato saldi positivi della bilancia commerciale con i restanti paesi Ue di circa 1300 miliardi di euro, sforando sistematicamente la percentuale del 6% annuo sul Pil imposto dalla regola vigente. Insieme alla Germania altri paesi del nord, come Austria, Olanda e Finlandia, fanno registrare saldi positivi delle loro partite correnti, mentre tutti i paesi della fascia mediterranea, più l’Irlanda, presentano i propri conti in rosso (Paesi Piigs). L’Europa, in breve, è divisa ormai strutturalmente tra un centro ed una periferia, le cui dinamiche economiche seguono un andamento necessariamente asimmetrico. Stiamo parlando del contrario di “uno sviluppo armonioso ed equilibrato”delle attività economiche per come il Tue vagheggiava.
Veniamo al secondo obiettivo, “alti livelli di occupazione e di protezione sociale”. Cifre alla mano siamo di fronte ad una situazione record per quanto riguarda i tassi di disoccupazione, che nell’intera zona euro ha raggiunto ormai la soglia del 12,1%, con quella giovanile al 24,3% (Novembre 2013). Il dato, ovviamente, non sottende una situazione di omogeneità tra i paesi dell’Eurozona. Anzi. C’è una perfida simmetria tra i saldi commerciali negativi e gli alti livelli di disoccupazione in alcuni paesi e, viceversa, tra i saldi positivi e la bassa disoccupazione in altri: al terzo trimestre del 2013 in Austria, in Germania e in Olanda il tasso era rispettivamente del 4,8%, del 5,2% e del 7% (In aumento), mentre in Grecia ed in Spagna rispettivamente del 27,4% e del 26,7%, del 16,3% in Portogallo, del 12,7% Italia, del 12,1% Irlanda (In calo). E lo stesso discorso vale per quella giovanile.
Interessante osservare in questo quadro il trend del tasso di disoccupazione in Italia e in Germania dal 2002 (Immissione dell’Euro sul mercato) al 2013. L’Italia passa dal 9,1% al 12,7%, la Germania dal 9,8% al 5,2%.
Continua…
…continua
RispondiEliminaIn tema di “protezione sociale”, invece, non solo non si sono fatti passi in avanti, ma, per le politiche di austerity di questi anni, molte delle conquiste previdenziali, di lavoro, di welfare in generale, sono state smantellate. Dalla Grecia all’Italia, passando per il Portogallo, la Spagna e l’Irlanda, l’austerità, tra il 2008 ed il 2012, ha prodotto tagli alla spesa sociale per più di 230 miliardi di Euro. In Italia, secondo stime della Cgil, la spesa destinata ai servizi sociali è stata tagliata nello stesso periodo del 78,7%, passando dai 2,5 miliardi di Euro del 2008 ai 538 milioni del 2011 (2). Una mannaia che ha colpito principalmente i paesi più indebitati, ma che, seppure in misura minore, non ha risparmiato neanche i tedeschi.
Per il terzo obiettivo, “miglioramento del tenore e della qualità della vita” dei cittadini europei, non ci sarebbe bisogno di nessun commento. Ma qualcuno potrebbe obiettare: il peggioramento delle condizioni di vita degli europei è il prodotto della crisi, che non nasce in Europa. Ammesso che l’attuale modello di unione economica e monetaria non avesse influito direttamente sulla crisi, tutti i vincoli di bilancio imposti agli stati membri sicuramente ne hanno aggravato il decorso, innescando una spirale austerità/recessione che ancora oggi gira su se stessa, come molti economisti peraltro avevano ammonito (3). Nel merito basta riportare l’ultimo dato fornito da Eurostat: il numero di poveri nell’Ue è passato da 6 milioni nel 2009 a 120 milioni in totale nel 2013. Di questi 18 milioni ricevono aiuti alimentari finanziati dalla Ue, mentre altri 43 milioni, tra cui tanti bambini, non riescono giornalmente a nutrirsi a sufficienza (4).
Finiamo con la “convergenza dei risultati economici”. Il quadro macroeconomico europeo, e quello dell’Eurozona in particolare, presentano, come si diceva, chiari segni di squilibro e situazioni socioeconomiche spesso agli antipodi. Non solo non si è realizzata alcuna convergenza tra le aree economiche che ne compongono lo scacchiere, ma si sono accentuate le distanze già esistenti tra di esse. Oggi l’Europa è un campo di battaglia, dove a predominare sono gli egoismi dei paesi più forti, secondo una logica mercantilista che è il contrario della “solidarietà tra gli stati membri”, quinto ed ultimo macro-obiettivo che abbiamo deciso di prendere in esame.
Doveva andare per forza così? Secondo alcuni il trattato istitutivo dell’Unione era “orientato alla crescita” e lasciava ampi margini di manovra agli stati membri per le loro politiche economiche espansive. Dunque solo con l’adozione proditoria di atti successivi si sarebbe configurata l’attuale struttura rigorista dell’Unione. (5). E’ una tesi non convincente. Come tutte le tesi che rimandando ad un presunto tradimento delle motivazioni “originarie” del processo di integrazione.
Intanto perché i criteri di convergenza vengono già fissati con il Trattato di Maastricht, poi resi più stringenti da quello di Amsterdam (1997), fino alla paranoia del Six Pack e del Fiscal compact. In secondo luogo perché accanto al rigore, tutta l’impalcatura normativa dell’Unione è stata costruita secondo canoni “mercatisti”. Il fatto che fino ad un certo punto quella impalcatura abbia potuto convivere con sistemi di welfare avanzati si spiega soltanto con la configurazione bipolare del mondo per oltre un quarantennio. Caduto il Muro di Berlino, infatti, l’accelerazione verso l’integrazione economica e monetaria ha seguito la sua strada “naturale”, all’insegna del rigore da un lato e del liberismo dall’altro. Il tutto condito da un sistema di cambio fisso, che, impedendo operazioni di rilancio dell’economia mediante svalutazione esterna, ha imposto ai paesi membri di competere tagliando la quota salari, precarizzando il lavoro, cancellando diritti acquisiti.
Il resto è storia di questi giorni. Ci si chiede se questa Europa è riformabile. Forse, ma a condizione che si parta dalle fondamenta.
di Luigi Pandolfi
Sono il principio e la logica delle “guerre preventive” che ormai anche a destra hanno aggiornato con più rassicuranti “missioni di pace”.
RispondiEliminaMi lascia un po’ perplesso la rappresentazione della campionessa europea in salsa Beatrix Kiddo ...che a sua volta è un’immagine mutuata da l'ultimo combattimento di Chen che era per metà cinese....mah....Sarebbe stato più coerente ( ma molto meno pop ) un bel lottatore di Pancrazio.
Il richiamo finale, poi, all’ europa enlargement mi ricorda tanto gli spam messages che promettevano infallibili ricette to enlarge qualcos’altro.
Non per fare l'avvocato del diavolo ma l'idea alla base di quel filmato non è "costruiamo uno stato più grande cosi' facciamo la guerra alla Cina e la schiacciamo", l'idea è piuttosto "non facciamo la guerra contro i paesi autoritari e belligeranti ma insegnamo loro i vantaggi della democrazia e della cooperazione internazionale". Che poi sia un'idea "ideologica" (poiché - per esempio - non ha nulla a che fare con la prassi delle istituzioni europee) è un altro discorso. L'analisi delle "ideologie" andrebbe fatta in modo rigoroso, non in questa maniera cialtrona e parziale.
RispondiEliminaMa figurati, caro, fai un po' l'avvocato di chi ti pare. Cialtrone e parziale, oltre a te, è anche questo spot. Anche qui parlano i fatti. Se ci fai caso, non ebbero il coraggio di utilizzarlo perché venne ritenuto razzista. Come te, che pensi di avere da dare lezioni di democrazia al resto del mondo, e in questo ti manifesto come un simpatico totalitarista eurocentrico di ritorno (detto con affetto, va da sé).
EliminaMi spiego meglio. Se il messaggio fosse stato così positivo, dimmi, caro, perché vergognarsene? Questa è gente che se può parla alla pancia di chi non ha cervello. Finora ha funzionato (e il tuo commento lo dimostra - tu sei quello de "l'uomo cattivo per natura" e altre menate simili, ti auguro solo di avere meno di venti o più di 70 anni...), ma ora non funziona più perché le pance, guarda un po', sono vuote, tranne forse la tua, e quindi non sono tanto disposte ad ascoltare la qualunque. Siamo contenti di sapere che da questo sistema ci guadagni, ma ci dispiace per te darti una brutta notizia...
Più che altro è uno spot di una idiozia stupefacente!
EliminaMolto più idiota che razzista, il che è tanto, tanto peggio...
Da piccolo ti facevano vedere il cartone animato della BCE? quello con il mostro dell'inflazione? Sono esperienze che ti segnano...
Elimina"non facciamo la guerra contro i paesi autoritari e belligeranti ma insegnamo loro i vantaggi della democrazia e della cooperazione internazionale".
EliminaSei la manifestazione della solita arrogante supremazia morale e civile piddina....
Nel video i guerrieri avversari sono rappresentati da un Cinese, un Arabo ed un Brasiliano. Se parliamo di paesi belligeranti in senso stretto, a me, nella mia ignoranza, non mi risulta che storicamente la Cina o addirittura il Brasile, abbiano mai dichiarato guerra ad un paese Europeo o ad un paese confinante. Casomai sono sempre stati i paesi Europei che gli sono sempre andati a rompere le palle a casa loro!
L'unico dubbio riguarda l'Arabo (che rappresenta i popoli medio orientali e fascisticamente e terroristi....); l'unico precedente che mi viene in mente, sempre nella mia ignoranza, fu la tentata islamizzazione in Europa dell'impero Ottomano. Ma anche qui ci sarebbe da discutere, non fummo noi i primi ad imporre ai paesi medio orientali la nostra "civiltà", con la violenza, tramite le prime crociate?
Scusi Prof , perchè non si può dire tecnicamente che siamo in deflazione ?
RispondiElimina"href=http://www.huffingtonpost.it/2014/02/04/inflazione-paniere-istat_n_4721892.html/>Inflazione resta ferma al +0,7% a gennaio
*i link non funzionano?
Come ho già avuto modo di far notare, il governo provvede egregiamente a combattere la deflazione con provvedimenti ad hoc, tipo l'aumento dell'Iva o l'aumento delle tariffe autostradali "solo" del 3%. Tutti questi bei prvvedimenti, ovvio, finiscono a pesare nel paniere e annullano tecnicamente la deflazione (in pratica, la mascherano...).
EliminaVedete che, quando vogliono, oltre a far roteare vorticosamente la lingua intervengono anche nell'economia, eccome.
Un po' come: "abbiamo fatto enormi sforzi per trovare 2M€ per gli ammortizzatori sociali". Ma bravi! Però però... com'è che i 125M€ del MES sono saltati fuori senza sforzo?
Mi ricordo questo spot, che risale a circa due anni fa. Riassume il peggio della retorica eurista: siamo circondati da popoli brutti, sporchi e cattivi che ci minacciano. L'europa ci difenderà rendendoci più competitivi, più produttivi, più aggessivi. Che vergogna! Per fortuna mi pare che fu ritirato dalla circolazione dopo poco, avendo oltrepassato ogni limite di decenza.
RispondiEliminaSenza dimenticare mai i livelli raggiunti dal delirio eurista da "guerra dei mondi" della simpatica "compagna" di PadoaN (intenzionale) Schioppa, maestro della riscoperta della "durezza del vivere": questo spot mi ha fatto capire che non sono le sofferenze oggi inferte alla Grecia a muovere il suo appoggio al compagno Tsipras, bensì il ricordo dell'eroico sacrificio degli spartani alle Termopili per fermare l'invasione della barbarie asiatica....
EliminaMa che cazzo.
RispondiEliminaSembra che tutto sia stato progettato e pianificato da tempo su un foglio di carta. E sembra che tutto stia andando secondo i piani di chi di quel progetto è autore. Immagino di riuscire a lievitare contro la forza gravitazionale e mi sforzo per mettere a fuoco ciò che vedo da un punto di vista un poco più ampio e più alto. Tutte le nostre pugnette Italiche contano zero, se Renzi ce la fa, se Grillo urla troppo, se Berlusconi è poco o molto fuorilegge, tutto ciò non vuol dir nulla rispetto alla partita planetaria che si sta giocando in queste settimane. Sono solo chiacchiere per distrarre gli Italiani. La partita vera è altrove. Per ora il campo di battaglia è l'Ucraina. Fino alla fine delle Olimpiadi di Sochi. Poi vedremo che succederà. E l’Euro stesso finalmente si rivela per quello che è: non più e non solo un errato progetto economico (forse non è mai stato solo un progetto economico), ma un vero e proprio cappio per tenere le nazioni "unite" agli ordini di chi tira l'estremità di quel cappio. Se ci sarà da combattere servirà un esercito grande, e qui lo stanno costruendo con l’Euro. E così finalmente mi spiego anche la cocciutaggine e l’inettitudine economica dei vertici delle Istituzioni Italiane riguardo i danni della moneta unica. Probabilmente c'è qualcosa di più che semplice inettitudine: parole come "minaccia”, "ricatto" e “complicità” non dovrebbero essere scritte su un altro foglio.
Spero di sbagliarmi. Per me e per la mia famiglia.
che schifo!
RispondiEliminaL'aspetto più sarcastico di tutto ciò è che bisogna essere antinazionalisti, per poter essere dominati da una paese non propriamente antinazionalista! L'imbecillità umana non ha confini. Segnalo infine una notevole performance di un personaggio caro a tutti i cuori dei frequentatori di questo blog: Vittorio Zucconi. Ieri, dalla iperlevigata Lilli Gruber, si è detto deluso e addolorato che Obama ha chiamato Frau Merkel per la crisi Ucraina. Questa Europa proprio non esiste insomma! Poi rispondendo alla signora ucraina, che reclamava che in Europa nonostante tutto non avviene la distruzione dei paesi come in Ucraina, Zucconi the Great si è lasciato sfuggire: " lo stanno facendo". È il ritorno del represso! Dunque Zucconi sa.....altro che lo spettro dell'inflazione alle stelle
RispondiEliminaIl Zuccone (non l'ho mai sopportato!) lo ascoltavo tutti i giorni fino a qualche anno fa quando seguivo radio Capital. E' sempre stato uno dalle facili esternazioni in stile piddinate. Tanto a lui che gli frega, c'ha la cittadinanza Americana lui... se qua si mette male lui fa presto a tornarsene a Washington e da lì riciclarsi tra i l'avevodettisti dell'ultima ora, tanto i casini rimarrebbero tutti a noi che siamo aldiquà dell'Atlantico....
EliminaIl Zuccone sta tra quelli di cui ne faremmo tranquillamente a meno.
Sicuramente come dici tu, Alessandro
EliminaCi stanno arrivando, alla fine, dopo 76 anni! Uber Alles, in der Welt :D
RispondiEliminaNon dimentichiamo Daimler, la Volkswagen di Her Professor... la Opel ( già GM, americana all'80% dal '29) e Ford-Werke AG, produttrice niente po po di meno che delle turbine dei V2 che graziosamente sorvolavano i cieli inglesi nell'inverno-primavera del '45... La globalizzazione del mercato (e degli utili) per la "Großfinanz" era cosa assodato già alla fine degli anni 20 del secolo breve, evidentemente :D
PS Padoan in gondoleta...
e poi ci si chiede dell'utilità dei tour all'estero dei bravi candidati in pectore PD... XD
Padoan in gondoleta... patrimoniale in arrivo. Auguri a tutti.
RispondiEliminaBuongiorno.
RispondiEliminaE, in effetti, qualche domanda se l’è posta questa esimia onorevole ex M5s intervistata dall’illustre Micromega: http://temi.repubblica.it/micromega-online/lista-tsipras-la-cura-giusta-per-la-malattia-delleuropa/.
La soluzione della gentile signora è quella standard: “E quindi rinegoziare i trattati europei (il fiscal compact, il vincolo del 3 per cento etc.) e creare un maggiore equilibrio tra la Germania che la fa da padrona e i cosiddetti Pig…È una menzogna far credere che la fuoriuscita dalla moneta unica sia la risoluzione di tutti i mali. Le conseguenze sarebbero disastrose.”.
Vabbè, l’abbiamo capito, chi è tondo non muore quadrato, eccetera. La cosa bizzarra, però, (quella che, a mio modesto parere, rende meritevole di citazione l’onorevol), è che la gentile signora, egregio professore, ha letto ed apprezzato il suo libro, tant’è che a domanda: “Ma Alberto Bagnai è per l’uscita dall’euro…”, risponde: “Lui fa un’analisi molto giusta dell’attuale declino dell’Europa, ci spiega il percorso storico. Difetta nella risoluzione. La ricetta è nel costruire un’altra Europa, più solidale, e nel contrastare la forbice sempre più ampia tra i Paesi ricchi e quelli poveri. Dev'essere la gente a decidere, non la Bce o il Fondo Monetario.”.
Oibò, e io che credevo che Il Tramonto fosse innanzitutto un’eccellente analisi economica (che i fatti stanno dimostrando assolutamente esatta), peraltro dotata di un solido background storico. L’ammetto, la logica di queste parole mi sfugge. Mutatis mutandis è come dire: x ha ragione ad affermare che se si mescolano idrogeno ed ossigeno ne viene acqua, ma la sua risoluzione è difettosa se sostiene che non è molto saggio piazzarsi sul fondo di una botte e riempirla dei due elementi perché c’è la forte possibilità, se non la certezza, di morire affogati. Piuttosto, sarebbe da mettere in discussione la struttura atomica di idrogeno e ossigeno: ah, l’inimica natura.
Ripeto, non ne capisco la logica. Grande è la mia ignoranza, ma mi sembra che falsi sillogismi annebbino l’esimia onorevole e la venerabile Micromega.
La quaglia rivista di filosofia dovrebbe spiegare perché il suo pane, la logica, almeno in questa circostanza gli sia più ostica della realtà a un sostenitore dell’euro. Qui, l’ali non battono in basso, ma sono congelate, se non proprio incenerite.
Saluti.
Segnalo questa intervista a Russia Today di Martin Schiff, capo analista del "Globalist Research Center" (ha preso tre Premi Pulitzer):
RispondiEliminahttp://rt.com/op-edge/us-blaming-ukraine-violence-catastrophic-012/
Uno stralcio:
D: What do you make of Washington blaming the authorities in Kiev for this violence?
MS: It’s a catastrophic move, it’s a revolutionary move. There are far greater dangerous implications to this than anybody in Washington or Western Europe seems to realize. It is placing the European Union and the United States on the side of revolutionary chaos and disorder not just in other countries around the world, which would be bad enough, but in the heartland of Europe. This is very dangerous and irresponsible.
D: Did the EU and the US not see the rise of nationalism and extremism in these riots? In effect what we’re seeing is a revolution and that’s what the nationalists want. Is that what the EU and US wanted?
MS: They ought not to want it, you’re absolutely right. For the EU especially there is an enormous paradox here. The forces that are seeking to break up Ukraine are the same forces that are seeking to destabilize Western European nations. There are major secessionist movements within Western European nations. We see Scotland, very peacefully, about to become independent with its referendum vote scheduled for later this year. Spain has acted very successfully to prevent the disintegration of its country, especially the Barcelona/Catalonia region. The Northern league is a very powerful force, and a relatively moderate responsible force but if rioting was taking place in the street of Spain, France, Italy, Britain, with the express purpose of toppling the government and splitting the state, Europe would not be fanning the forces of destruction along. They would be reining them in. Why then are they fanning the flames over there [in Ukraine]?
Come Lazzaro !
RispondiEliminaNotizia fresca fresca, la martire Ucraina che che commosse il web con il suo tweet (fonte: Repubblica.it) ...
Pare oggi miracolosamente resuscitata!!
Come dissidenti italiani desideriamo unirci al coro felicitazioni, sperando che la prossima sia quella buona ..
Come dimenticare poi questi meravigliosi capolavori di stampa provenienti dall'Illinois!
Si ci hanno convinto, con delle dimostrazioni cosi pacifiche gli Ucraini ci hanno finalmente dimostrato cos'è la democrazia e cosa si intende per "più Europa" !
(Fate attenzione ed alzate il volume a partire dal secondo 50)
Al secondo indicato sento "E' vuoto" o forse "E' vuota".
EliminaQualcuno mi dica che sbaglio.
NOTIZIE DA UN LICEO CLASSICO DELL’ILLINOIS
RispondiEliminaDialogo maieutico tra l’insegnante e gli alunni, di 18 anni, dunque adulti, dotati di patente, e in prossimità di affrontare e superare l’esame di maturità, dopo la visione del filmato su Thomas Sankara - Il discorso sul debito 29 Luglio 1987
Commenti degli alunni:
Mi sembra un discorso un pochino di parte.. è quantomeno discutibile il contributo fondamentale degli africani nella liberazione dell'Europa dal nazismo. Senza dubbio il colonialismo c'è stato, ma il denaro prestato va in qualche modo restituito
2 ore fa
Credo che contro il nazismo siano stati più determinanti i 20 milioni di russi morti sul fronte orientale. Per i debiti, strozzanti o meno credo che abbiano avuto la loro importanza per quanto riguarda lo sviluppo del continente africano e debbano in qualche modo essere risarciti.
MA COS’HANNO CAPITO ??
Hanno capito il cazzo che gli è parso, quindi sono già adulti, come i loro genitori. Spadini, si contenga.
EliminaPer controbilanciare e per dire che non tutto fa schifo neppure a certe età:
Elimina"Ma è regolare tutto ciò?"
Obiezione di un 15/16enne, in contesto scolastico, alla notizia della sostituzione di un capo di governo (esponente di una maggioranza eletta...nel senso di votata, beninteso) con un altro, dopo una letterina d'oltre confine, e di analogo trattamento subito da un altro capo di governo di altro Paese mediterraneo €peo.
Rosanna, coraggio. Si sente anche questo. Solo, sono stata più fortunata.
Compito per i più svegli di tutti i colori: indicare i nomi dei sostituti e dei sostituiti e riflettere come una semplice "i" faccia la differenza internazionale.
Per gli altri: indicare almeno uno dei due Paesi teatro della suddetta metamorfosi. Aiutino (sic): uno comincia per "It" e l'altro per "Gr".
Per i diversamente piddini: aiutino dell'aiutino (sic sic): il primo è lo stesso che si abbrevia "it" nella posta elettronica.
Nota socio-psico-etno-antropologica per tutti: i nativi dei due Paesi sono detti "it....e gr...: una faccia, una razza", con espressione di intento verosimilmente dispregiativo e di origine probabilmente centro-nordeuropea o centro-nord€pea ma preesistente all'€.
Notate anche il logo finale che rappresenta i singoli paesi europei: ad ogni paese corrisponde un cerchio di diversa circonferenza. Si va dai più piccoli (paesi ex jugoslavi, Romania, Bulgaria, Grecia, Portogallo), ai tre più grandi (Germania, Francia e, stranamente, Spagna). La cosa curiosa è proprio il cerchio dell'Italia che è medio-grande come quello dell'Inghilterra e della Polonia. Se per la Polonia - date le sue relativamente esigue dimensioni territoriali (gli stessi kmq dell'Italia) ed il numero di abitanti relativamente ristretto (poco meno della Spagna) nonchè la sua giovane economia - non bisognerebbe stupirsi più di tanto, per l'Inghilterra bisognerebbe guardare al suo ruolo di semplice (si fa mooooooolto per dire) hub inter-atlatico tra Europa e Nord America. Ciò che comunque sembra avvantaggiare il cerchio italiano rispetto a quello polacco ed inglese, sarebbe la sua centralità geometrica rispetto al disegno (se così lo vogliamo chiamare) generale.
RispondiEliminaVeramente secondo il giornale dei piddini i nazionalisti siamo noi …
RispondiEliminaVedendo lo spot mi è venuta spontanea questa riflessione:
RispondiEliminae se la 2a guerra mondiale fosse stata vinta dai nazisti, che cosa avrebbero fatto?
Una UE? Penso di SI
Una moneta unica? Penso di SI
Un Premio Nobel per la Pace? Penso di SI
E chissà cos'altro....
Morale:
Sono in ritardo di 70 anni ma ci stanno riuscendo
Se avessero vinto i nazisti, sarebbe successo questo.
RispondiEliminaChe poi, a ben vedere, non ci siamo uniti solo per fare la guerra fuori dall'ue, ma la facciamo anche al nostro interno: come altro la chiamate voi quella portata dalle istituzioni eurocratiche, peraltro mai elette da nessuno (bell'esempio di democrazia), alla Grecia e agli altri Stati ribattezzati "maiali" (bell'esempio di solidarietà)?
RispondiEliminaSono semisconvolta per la risposta appena ricevuta sul gruppo Fbook di discussione di cui faccio parte, a proposito di una mia considerazione sull'Ucraina che si rifaceva a un commento letto nel blog sotto non ricordo quale post. (a proposito, grazie a chi aveva formulata tale logica e centratissima domanda).
RispondiEliminaAlla mia domanda sul motivo per cui se in Ucraina si ribellano va bene e se i GRECI, tuttomaiuscolo come da tempo scrivo, se si ribellano fanno male, ecco la risposta di un piddino e pidino moderato, che copio e incollo:
Adriana ho fatto un'analisi di questa rivolta e va ben oltre i motivi spesso riportati dai giornali. Ma per ribattere alla tua obiezione: in Grecia c'è una democrazia in Ucraina c'era un'odioso autoritarismo.
Non gli ho fatto notare l'apostrofo solo perché è un ex alunno stimato da e di un'amica che stimo e perché bastano tutte le altre parole ad agghiacciarmi.
Per me questo è puro nazi.
Ho ri-risposto che non considero democratico un affamatore, locale o straniero, di
una popolazione e che un governo siffatto è democrazia solo formale, nel senso, detto tra noi, che Barra Caracciolo intende e ha rispiegato a Genova, di regime in cui si può eleggere e venire eletti.
So bene che rimanere in certi giri di discorsi è pura perdita di tempo e di senno nonché di sonno.
Mi sono subito rifugiata qui, come antidoto al ghiaccio e al tremore che sento.
E pensare che la medesima domanda posta stamattina a dei quindicenni ha colpito almeno uno, ed è gà un successo, e non è sembrata errata agli altri, che altrimenti l'avrebbero detto, dato che nulla fanno per farmi piacere, nemmeno studiare ;)
Nel caso me ne fossi dimenticata, questo è il mondo civile, quello che si chiama laico, ricorda i "diritti" e comodamente non i rovesci, quello che propugna il riciclo e la non violenza, lo studio e l'impegno, non butta carta per strada, non rutta e non sputa in pubblico e forse neppure nel profondo (?) della coscienza (???).
Che schifo.