Ragazzi, quanto vi scaldate! E che sarà successo mai! Mi pare di aver capito che il nostro amico, il dr Barisoni, quello dell'horror vacui, ha provato a fare la solita operazione mistificatoria, accostando il mio lavoro e la mia professione a quella del simpatico Donald (che in effetti è più collega suo che mio, ma non vorrei entrare in questo argomento).
E allora?
Che male c'è?
La mossa è prevedibile. Il dr Barisoni lavora in un organo di stampa che si avvale di analisti di vaglia, quali il dr Giannino, e ha come editore di riferimento il dr Squinzi, celebre per le sue affermazioni lievemente avventate sulle conseguenze della inevitabile fine dell'eurozona.
Siate però sereni nel giudizio.
Di tutti questi, alla fine, quello che si salva è proprio il nostro Oscar. Come ho sempre sostenuto, in quel caso la maggior responsabilità non era di chi aveva raccontato balle (lui), ma di chi ci aveva creduto (o fatto finta di crederci), cioè il nostro amico Sacripante, che peraltro, come sapete, io rispetto e stimo per tanti motivi che non potete capire (beati voi...) e per un paio che potete capire, cioè perché ha avuto l'onestà intellettuale di dire questo e questo. Ciò rende tanto più sorprendente la sua incapacità di vedere quello che era di palmare evidenza, cioè che Angelica non era vergine, pardon, Giannino non laureato, ma abbiate misericordia! Qui siamo in tanti a leggere libri senza figure. Nelle facoltà di economia capita solo agli storici, ai geografi, e a qualche matematico (di quelli che generalmente ridono dei modelli matematici dei miei colleghi, ma non voglio scoperchiare un altro vaso di Pandora). Quindi, che in certi luoghi manchi, come dire, quel minimo di sensibilità antropologica che consente ai colti di individuare ictu oculi un homo sanza lettere lo potremmo forse anche considerare un peccato veniale.
E il dr. Squinzi?
Eh, su, povero dr Squinzi, va capito anche lui! Voi direte: "Ma continua a ripetere come un disco rotto i risultati di uno studio datato, privo di solide basi scientifiche, e screditato dal fatto di essere in palese conflitto di interessi, visto che è lo studio di una banca svizzera che fa terrorismo sulla fine dell'euro suggerendo, subliminalmente, di mettere i soldi al sicuro... in Svizzera!"
Dai, su, tranquilli!
Intanto, come sapete, né Dio né i mercati pagano ogni sabato, ma quando pagano son soddisfazioni. E quindi lasciamo la povera UBS ai suoi problemi. D'altra parte, ora che la Svizzera si è stancata di imbottirsi di euro, stranamente nessuna banca svizzera pare abbia più ripetuto scemenze simili, no?
Poi, non è nemmeno tutta colpa del dr Squinzi se dice certe cose. Sapete bene che la stampa italiana le ha riportate in modo smaccatamente artefatto! Ci sono pezzi di giornalismo che lasciano dubitare dell'invenzione del pallottoliere, ma passons anche su questo.
Considerate poi il solito vecchio adagio: mal comune, mezzo gaudio! L'UBS era in conflitto di interessi fornendo analisi distorte sull'euro, e in fondo lo è anche il dr Squinzi, il quale, avendo delocalizzato buona parte delle sue attività (cosa lecita, non discuto), ha, per così dire, goduto due volte dei "privilegi" della valuta forte: una prima volta, quando è andato con i suoi begli euroni ballanti e sonanti all'estero a rilevare attività produttive in paesi dal costo del lavoro inferiore al nostro, e una seconda quando, da quelle lande, importa nei paesi ricchi, quelli con l'eurone, i suoi prodotti (per i quali, evidentemente, nei paesi dove ha delocalizzato c'è meno mercato che nell'Eurozona, stante che se paghi poco gli operai, quelli hanno pochi soldi per comprarsi prodotti ad alto valore aggiunto).
Un delocalizzatore esporta capitali per poi diventare un importatore delle merci che all'estero produce, ma non riesce a vendere. Non è così strano che la moneta forte gli sia amica! Certo, gli interessi degli importatori confliggono con quelli degli esportatori, di chi ha lottato per mantenere in Italia attività produttive e posti di lavoro. È una storia vecchia quanto il mondo, o almeno quanto Confindustria, e fa parte del capitalismo. Se una persona è disposta a passare sul cadavere di tante aziende per difendere la propria, sapete che vi dico: fa bene! Bravo! Bis!
(che dite, lo mettiamo un bel banner "attenzione ironia!" per quei patetici imbecilli dei marxisti dell'Illinois, o lasciamo perdere? Ma sì, lasciamo perdere: lasciamo che anche loro, come altri, si screditino da soli con i propri scomposti attacchi...)
Bisogna però vedere se ci riesce, e lì la vedo un po' dura. Bisogna convincere i danneggiati che l'euro li protegge, ed è ovviamente qui che entra in gioco il dr Barisoni...
Povero dr. Barisoni! Gli abbiamo già dato due brutte notizie: che l'euro sia insostenibile e vada quanto meno segmentato lo ha detto niente meno che Zingales. E che la crisi che viviamo sia stata premeditata in modo criminale lo ha detto niente meno che... Zingales! Di nuovo! Povero Barisoni... Lui fa il giornalista, quindi scrive, e chi scrive non ha tempo di leggere: se non lo so io! Del resto, lo diceva anche Gadda, pensate un po'. Quindi gli esprimo la mia più piena solidarietà (al dr Barisoni, non a Gadda, che non ne ha più bisogno, mentre io ho bisogno ogni giorno della sua, e posso averla, per questo motivo).
Certo, mi direte, magari poteva essere un pochino più originale!
Questa storia "Bagnai = Donald" è passata di moda da quando il prof. Bisin, abbandonando le vette dell'astrazione scientifica, provò senza successo la strada del meschino attacco personale. Non andò benissimo. A chiarire al gentile collega che questa equazione non aveva alcuna radice reale intervenne niente meno che Fausto Panunzi:
(Che dite, lo sa Barisoni? No, secondo me non lo sa. Dai, diciamoglielo, diamogli un aiutino...)
Dr Barisoni, è lì, mi sente? Se mi sente, sappia che Fausto Panunzi, che con questo intervento la smentisce, all'epoca in cui scriveva queste parole era direttore del dipartimento di Economia in Bocconi.
Ooooops!
Eh, già...
Infatti con Fausto, e anche con Alberto, è nata un'amicizia. Perché sa, loro, forse perché hanno studiato, sono in grado di capire il valore e forse, anzi, certamente, anche di argomentare il disvalore degli argomenti che divulgo. Ad esempio, loro sanno (cosa che lei non sa, perché non può saperla: ma questa non è una critica, il suo lavoro è un altro, ho spiegato sopra qual è), loro sanno, dicevo, che gli argomenti che io divulgo sono assolutamente ortodossi (veda le parole del prof. Panunzi, e eventualmente chieda spiegazioni a lui, che è molto gentile), sono solidamente attestati nella letteratura economica (cosa che lei legittimamente ignora, il suo lavoro essendo quello di scrivere quello che ritiene di dover scrivere, certo non di leggere centinaia di articoli specialistici), e quindi, questi argomenti,non possono minimamente essere assimilati alle strampalate farneticazioni di Donald.
Chi lo fa ci strappa un sorriso, e quando lo fa in modo affrettato poi finisce così:
Oh, naturalmente da lei non mi aspetto una simile palinodia, ci mancherebbe. Non è certo mia intenzione metterla in difficoltà. Mi dispiace, fra l'altro, averle fatto notare che, come dire, non è stato poi tanto originale nel suo argomentare. Ma si sa, nella fretta...
Dirò di più: non è mia intenzione avere alcun contatto con lei, motivo per il quale la esorto a continuare tranquillo e sereno sulla sua strada. Se non voglio vederla in trasmissione, non voglio vederla nemmeno in tribunale! Quindi continui pure a dire che non sono un economista, che sono intellettualmente disonesto, et similia. Guardi: cosa ha detto esattamente non lo so e non mi interessa. Lei per me, mi perdoni, è solo uno dei tanti. Massimo rispetto, per carità, però, vede, se uno imbocca la strada che lei ha deciso di percorrere i casi sono due: o chi lo ascolta ha un minimo di cervello ed è informato, nel qual caso capisce che forse Panunzi ne sa più di lei; oppure chi lo ascolta è ignaro, e magari anche un pochino vittima della Natura matrigna, nel qual caso di quello che lui pensa mi interessa esattamente quanto di quello che lei dice: 0,00000 (sa, io sono uno preciso).
Aggiungerò però una piccola chiosa. Sopra ho spiegato la political economy del suo editore. È un importatore, quindi necessariamente la pensa in un certo modo. Forse varrebbe la pena di aggiungere un paio di grafici che spieghino la sua political economy, caro dottore, ovvero quali sono i moventi economici sottostanti a certe sue scelte che miei colleghi tanto autorevoli troverebbero azzardate.
Lo faccio con due grafici.
Questa è la quotazione del gruppo editoriale per il quale lei e il dr. Giannino lavorate:
così commentata da un mio lettore:
Per carità umana non metto il grafico di settore (benchmark) che da inizio 2013 ad oggi ha sovraperformato del +60% contro uno straordinario -10% (menodiecipercento) del mitico giornale rosapallido (pallido in tutti sensi).
Vede, qui siamo umani!
Questi invece sono i contatti mensili del mio blog:
Il picco di 600000 contatti è dovuto all'infelice uscita di un suo collega, che a marzo 2013 mi dette per grillino. Ma poveri giornalisti, che lavoro difficile il vostro... Certo, capire come stessero le cose era difficile, e per questo mi ero premunito a febbraio fornendo una lectio facilior, evidentemente troppo difficile per il suo collega. Il giornale per il quale lavorava (e forse ancora lavora) dovette rettificare, perché sa, lei mi capisce, il mondo è pieno di imbecilli, ce ne son perfino che danno retta ai giornalisti, e quindi, come dire, better safe than sorry...
Ma la prego, osservi le tendenze... Se lei fosse del mestiere, non avrei bisogno di farglielo notare: si vede una certa correlazione negativa. Tanto scende il vostro valore (in Borsa, beninteso), tanto aumentano i miei lettori. Va da sé che una correlazione non è un modello causale. Ma una correlazione così forte non è nemmeno casuale. Credo significhi che gli importatori stanno passando in minoranza, sa? Ne parli col suo editore, credo che un piano B serva anche a lui.
Ah, sì, quasi dimenticavo: avevo anche promesso un link. E così sappiamo con cosa fa rima Barisoni. Fa rima con volponi. Mi spiace tanto, ma proprio tanto, che lei non mi consideri un economista. Questa notte non ci ho dormito, ma lunedì mi consolerò ricevendo un premio che prima di me hanno ricevuto il presidente della Società Italiana degli Economisti, e Paolo Savona (per dirne solo un paio). Due persone che, a lei sembrerà incredibile, mi onorano della loro stima (rimasi molto sorpreso quando il prof. Quadrio Curzio mi saluto all'IEA di Lisbona, io umile ricercatore universitario, ma poi mi ricordai che uno dei miei primi articoli scientifici era stato pubblicato da Economia Politica, una rivista del Mulino che lui all'epoca dirigeva, e, fra l'altro, era stato anche adottato dal prof. Pedone come testo per il suo corso di Scienza delle Finanze II alla Sapienza. Chissà, forse anche La più grande bufala è stata adottata in qualche corso universitario... magari di scienze agrarie!). Su, via, stia sereno...
Non è bello vedere un onesto professionista come lei rosicare come un caimano. Nolo acerbam sumere, nondum matura est, diceva il primo dei Barisoni...
L'economia dubito che riuscirei a insegnargliela (e mi par di capire, scusi se da docente glielo faccio notare, che bisogno ce ne sarebbe: quanta superficialità in certe analisi dell'inflazione!), ma accetti una lezione di stile: mi ignori, come io ho finora ignorato lei, o, se proprio vuole attaccarmi, ci metta un minimo di impegno, di gusto, di divertimento. Non le chiedo di riuscire a farlo in modo argomentato come ho fatto io in questa breve nota: modestamente lo nacqui, e magari lei no, chissà.
Ma almeno cerchi di usare argomenti non dico meno livorosi e beceri, ma più originali! Farà un grande favore a se stesso, e io a lei ci tengo.
Buon proseguimento, e ci vediamo, come le promisi a suo tempo, dopo la fine del regime. Sono sicuro che per allora il suo tono sarà cambiato.
Yours.
(ah, si ricordi di quella cosina circa i pagamenti di Dio e dei mercati. Magari, data un'occhiata al grafico, le potrebbe essere utile per elaborare un suo personale piano B...)
(...scusate: mancava la morale della favola...)
Lezione di stile, nulla da dire. La prima cosa che osservo è che oggi chiunque ha l'ardire di parlare di economia come se fosse un economista, cosa che io chiamo superficialismo economico.
RispondiEliminaE' come se improvvisamente tutti iniziassero a pontificare di neuroscienze o meccanica quantistica, con la sicumera dell'esperto della disciplina.
I giornalisti, ovviamente, sono come dire piccoli campioni di superficialismo economico.
Altrettanto ovviamente i superficialisti, che non a caso fanno rima con luogocomunisti, collaborazionisti, etc., si espongono a gustosissime figure da venditori di pere cucinate.
Guardate questo, ascoltate fino alla fine, vi regalerà certamente ulteriori bei momenti di spensieratezza.
Che dire? ha le palle d'acciaio il nostro prof. L'analisi della correlazione "negativa" mi ha fatto scompisciare :)
RispondiEliminaForse al dr. Barisoni, e al suo editore, potrebbe riuscire utile anche la lettura di questo articolo del dr. Gabriele Bonfiglio:
RispondiEliminahttp://www.eurasia-rivista.org/perche-lunione-europea-rischia-di-fare-la-fine-dellex-jugoslavia/20684/
Due citazioni:
"Un dato di fatto è che ancora oggi i cittadini dell’Unione Europea percepiscono la loro appartenenza nazionale come più forte rispetto a quella comunitaria, che praticamente è debolissima e non appare neppure chiara nelle sue prospettive. Guarda caso essa non ha neppure una lingua comune (Galasso, 2003, pp.127-137). A delegittimare ancora più questo organismo sovranazionale è il fatto che gli interessi nazionali sembra siano ancora fortemente alla base dei rapporti tra Stati dell’Unione. Infatti a questo si aggiunge che già nel 1991 risultava chiaro che fin dal 1957 convenisse proprio alla Germania l’apertura dei mercati europei (Neri Gualdesi, 1991, pp.43-83), o per lo meno sarebbe più corretto dire che per quanto riguarda l’export è quasi solo la merce tedesca, soprattutto in campo alimentare, ad essere presente nei mercati europei ai prezzi più concorrenziali, infatti lo si è visto anche nelle politiche economiche generali. Da vent’anni, i principali gruppi industriali tedeschi hanno condotto una vigorosa azione di internazionalizzazione dei loro prodotti e di riduzione dei costi di produzione sul suolo nazionale (Durand, 2010, pp.111-117)."
"Se dovessimo fare due più due l’analogia con l’attuale situazione europea è molto forte: sia nella Jugoslavia di ieri che nell’Unione Europea di oggi il collante ideologico era praticamente morto e sepolto (il comunismo titino e l’europeismo democratico), l’emigrazione era tornata ad essere uno sbocco per un numero impressionante di disoccupati delle repubbliche più tramortite dalla crisi, ma soprattutto da ogni parte ci si sentì paralizzati ed affossati dallo Stato centrale jugoslavo, furono quindi frequenti le manifestazioni di insofferenza [1]. Le misure attuate per saldare i ‘debiti’ con l’Occidente a poco a poco erosero risorse allo stato centrale e contribuirono a smantellare lo stato sociale (Bianchini, 2012, pp.311-318). Intanto la Jugoslavia ricorse agli ‘aiuti’ del FMI e proprio con tale organismo si indebitò pesantemente; oltre a ciò utilizzò gli ultimi ‘aiuti’ provenienti da quest’organizzazione per attuare ‘riforme economiche’ volte a far calare l’inflazione, privatizzare i mezzi di produzione e liberalizzare i mercati (Marcon, 2000, p.77). Ovviamente il malcontento delle repubbliche federate aumentò a dismisura: con l’avvento degli anni ’90 in pratica da un lato era crollata la fiducia nel socialismo jugoslavo e al contempo le forze nazionaliste divennero le principali formazioni politiche, questo fece sì che tutte le formazioni, per lo più riformiste, legate ad un ottica multietnica perdessero ovunque consensi."
Buonasera
RispondiEliminaGli porto una comoda poltrona invece di una sedia,un caffè,una bibita,
dei dolcetti, un cellulare e lui che non si scompone di una virgola.
Sto parlando di un mio collega(?)di lavoro ma non in ufficio bensi
in una officina meccanica.
Quelli facili capitano tutti a lei.
Maurizio Vavassori
Prof,
RispondiEliminauna domanda : come mai il paper presentato all'IEA di Lisbona nel 2002 non risulta nella bibliografia del "Tramonto" ?
Ma pensa che di fatto nel libro non cito nessuno dei miei lavori pubblicati. Si vede che non erano pertinenti. E poi io sono una persona molto umile. Intanto, quel lavoro mi era servito a dimostrare una cosa che la gente sta scoprendo solo oggi...
EliminaPiuttosto, sono preoccupato. Come mai uno studioso come te continua ad avere solo 10 follower su Twitter? Quanto è ingiusto e cattivo il mondo...
caro Bagnai, Lei è un raggio di sole nella tempesta.
RispondiEliminajun
Secondo me oltre a musica ed economia ha studiato anche alchimia: ha traformato l'asfalto in un materiale nobile.
RispondiEliminaQuanto al premio: complimenti, ma ci faccia l'abitudine, credo sara' solo il primo di una meritata serie.
Immaginavo (e l'avevo commentato altrove) che come il tattico di Oracle il prof Bagnai aveva pronta la strambata giusta per dare a Sebastiano quel che è di Sebastiano ipso facto. Mi permetto anche di rimarcare che se uno sfida con parole ( sconvenienti ) e con associazioni personali (per nulla assimilabili) un accademico, che si è guadagnato con un lavoro enorme l'interesse ed il riconoscimento di tante persone, deve per l'appunto avanzare ben altre critiche (giornalistiche). Invece è venuto meno anche al suo dovere professionale omettendo quello che dovrebbe essere il suo pane: i fatti e quindi le notizie. Nel corso del suo livoroso eloquio radiofonico ha avuto l'azzardo di affermare che uno come Bagnai ed altri non avevano il coraggio e la responsabilità di raccontare alla gente i rischi dell'uscita dell'euro per le conseguenze sui mutui, risparmi, materie prime ecc. Poveretto, nel senso di povero di notizie che invece la rete offre essendo ricca di documenti e testimonianze in tal senso. Quindi il giornalista che fa notizia senza utilizzare le notizie disponibili è come il sindacalista che opera senza usare i contratti di lavoro. Per il post di sopra un solo commento "chapeau".
RispondiEliminaProfessore, in testa al post avrebbe potuto scrivere tranquillamente "lavori in corso".
RispondiEliminaIl fine studioso del sole24 ore, ha come cannovaccio un non elevato numero di frasi (che già prese singolarmente non è che siano portatrici di particolare senso), che utilizza quotidianamente operando mediante permutazioni dei periodi ed incisi. Il suo è una forma di cabaret sperimentale, e tutti continuano a pensare che sia una rubrica economica.
Ad ogni modo fa parte dello stuolo di controfigure che continueranno con questa condotta fino a che sarà loro convenienza.
....comunque ai miei tempi i somari erano vertebrati, ma l'eurozona fa miracoli!
RispondiEliminaChe ne dice prof... facciamo i precisini?
Meglio non fare i precisini, perchè potrebbe dirti "titolo sottovalutato, suggerimento: COMPRARE"
EliminaCome indice, suggerirei piuttosto
questo
Eh sa caro/a Il velo di Maya, anche la carta da macero ha un valore chissà magari esiste un suo ETF.
EliminaSempre sul titolo del fogliorosapallido avevo postato un ulteriore commento [qui] quando l'avrà letto vada [qui]. Era l'analisi di quella azienda sui conti economici che mi chiese, in quell'anno, un mio conoscente giacché aveva ricevuto una soffiata "disinteressata" (n.b. i doppi apici) per comprarne le obbligazioni. Dopo un mese, come è noto, quell'azienda fallì (ah i pagamenti di Dio e dei mercati...).
Vede l'ultimo campo in basso a sinistra l' Index Risk quello è un giudice fetente, fà tutto lui e perché non ha sentimento, quel valore DEVE essere inferiore a (<) -2 in questo caso era (>) +5,1.... per Parmalat era (>) +7...
Ha capito perché chi sa far di conto non compra [sta roba qui]? (dai monti al mare e più oltre ci sono le fosse oceaniche).
Forse ora è più chiaro perché il nostro prof. sempre mooolto premuroso, saluta il giornalista esortandolo ad elaborare un piano B.
Saper leggere i bilanci di una azienda evita di prendere scoppole borsistiche formato lisciapelo e leggere i bilanci dell'azienda dove si lavora evita, talvolta, di ricevere un regalino dalle sembianze di un... cetriolo.
[LooooL]
Un tapiro d'oro in formato letterario, un vero "onore" per il dott.Barisoni, dopo la sua esternazione leggermente scomposta ai microfoni di R24.
RispondiEliminaGrazie come sempre per la dotta e approfondita spiegazione di ciò che sta effettivamente accadendo intorno a noi, caro prof.
Sentendo (purtroppo) la registrazione, Barisoni ha fatto veramente un torto a lei e a tutti i conoscitori della materia, osando dire, in assenza di interlocutori, "provino ad avere il coraggio di dire in faccia agli italiani" ecc. ecc. Più coraggio del prof? Ma li ha visti il dott. Barisoni i suoi interventi alla commissione della camera dei deputati a Roma o all'europarlamento a Bruxelles?
Se davvero era in buona fede (ma mi sembrava invece furente per qualcosa di personale) bastava che la chiamasse al telefono in diretta.
Adios, Barisoni, non mi mancherà la sua inutile voce.
Son soddisfazioni!
RispondiEliminaTanto più che su un blog il tema identità Bagnai, Borghi e MMT e il correlato ascolta loro che "se torniamo alla liretta sarà un disastro" mi aveva già riempito di indignazione attiva pochi giorni fa. Anche in quel caso c'era il suo perché: l'interesse dell'espatriato autore a veder morire il suo ex Paese magari a vantaggio del nuovo (presso cui invita, per lavoro, a trasferire quanto si ha di più caro e prezioso).
Questa sera, a Torino, aprono un nuovo locale (ner senso che se beve) con una serata organizzata nientepopodimenoche... da Fiat. Titolo della festa (si tenga forte): BASTA CON I LUOGHI COMUNI.
RispondiEliminaOra sappiamo perché Marchionne lasciò Confindustria!
piccolo OT. oggi alla gabbia su la7 chiedono a un famoso deputato piddino eurozonofilo cosa fare per risollevare l'economia italiana. dalla risposta che ha dato a momenti mi fa soffocare... in pratica ha detto che bisogna tagliare il cuneo fiscale aumentando le tasse sulle rendite finanziarie, dal 20 al 27%.. peccato che nel 2011 già c'è stato un aumento di 7 punti che ha fruttato 2 miliardi di euro.. se dovessimo raccattare altri 2 miliardi di euro cosa ce ne dovremmo fare? abbassare 5 euro di tasse al mese per lavoratore?? questo farebbe ripartire l'economia? spegniamo l'incendio con la pistoletta ad acqua???
RispondiEliminaÈ piuttosto divertente trovarsi dalla parte giusta, grazie di questi momenti. Anche a Barisoni ovviamente, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile.
RispondiEliminaComplimenti per il premio e per l'asfaltatura !
RispondiEliminaP.s.: auspico che questo premio (e i prossimi!) la invoglino a scrivere almeno un altro libro, magari quando l'infame conio sarà finito dove deve finire...
'Azz!
RispondiEliminaMe cominciavo a preoccupà, ma come j'ha ddato ggiù...
Anche il "memorandum" (d'intesa) finale sul grafico?
RispondiEliminaTroppo buono Alberto! :)
Salve Prof. Alberto Bagnai.. anche se non c'entra niente, mi potrebbe togliere una curiosità?
RispondiEliminaSecondo lei sarebbe sostenibile per la sardegna un'ipotetica indipendenza con relativa moneta propria ? Lo so, forse sto volando con la fantasia, ma teoricamente sarebbe possibile?
Post tremendo, ma piacevole, divertente, con un ironia elegante e distruttiva ma mai sopra le righe il che consente al Dott. Barisoni, se volente, una replica (possibilmente meglio documentata di quanto non sia stata la trasmissione).
RispondiEliminaSono sicuro che, nella sua bontà, vorrà concedergliela.
Una seconda (terza, quarta, quinta.......) possibilità si concede a tutti, o no?
Mi dispiace, le repliche di personaggi simili non mi interessano, lo squallore dei loro attacchi li priva della dignità di intelocutori. Son loro umanamente vicino nella loro necessità di attaccare l'asino, cioè sé stessi, dove vuole il padrone, ma non ritengo il dialogo con gente simile un arricchimento. Col dr Barisoni parleremo se e quando il padrone avrà cambiato idea, nel qual caso sarà piacevole vederli argomentare che loro l'avevano sempre detto.
EliminaA proposito di Jugoslavia..
RispondiEliminaLa settimana scorsa tornavo a casa dall'aeroporto di Tegel e, come spesso capita, ho attaccato bottone con il taxista. Un ragazzo sui 35 anni, turco, figlio di emigrati della famosa ondata degli anni ´50.
Si parla del più e del meno, di come vanno le cose in Italia, della crisi, della città.
Quando gli chiedo come vede le cose, la sua risposta è lapidaria. “Scheiße!” (di merda, per essere precisi). “Quando i miei sono arrivati qui 30 anni fa, hanno iniziato a lavorare e nel tempo sono riusciti a comprarsi un appartamento, poi hanno comprato della terra in Turchia e hanno costruito una seconda casa. Io pagavo circa 300 marchi di affitto 10 anni fa (attorno ai 600€). Oggi lo stesso appartamento mi costa 900€ al mese.. è la Gentrifikation.. I politici proteggono solo gli interessi dei ricchi. La povertá è aumentata. Ci sono sempre più immigrati che lavorano in nero per stipendi miseri.. A cosa serve tutto questo ?”
Bel quadretto vero ? E non si tratta di un dialogo con un nostalgico della DDR, ma è un mantra che si sente ovunque, anche nel cuore della “ricca” (?) e “colpevole” (?) Germania.
Il cerchio è un po’ piccino per contenere questi sentimenti, le differenze sociali e il tasso di immigrazione. Quando i reagenti inizieranno a mescolarsi assisteremo a qualche reazione sociale. Non sarà bello.
Qual è la morale di questa storia? Non c’è. C’è solo un’evidenza. Non ci sono paesi buoni e paesi cattivi. Paesi dell’arcobaleno e paesi del tramonto. E´in atto una grande “notte in cui tutte le vacche sono nere” . Vacche che condividono gli stessi malumori, le stesse preoccupazioni, e che sono direzionate allo stesso macello.
Che la ricetta Jugoslava le possa liberare ne dubito fortemente.
Saluti da Berlino.
Finalmente ho trovato un professore come avrei voluto averne (tanti) anni fa alla Sapienza.
RispondiEliminaProfessore, non per me che ormai..., ma per mia figlia: pensa che ne usciremo da 'sti ca...i de euri e "europei"?
l'euro è insostenibile poichè tra i paesi del nord e quelli del sud un' infalzione diversa si traduce in un saldo negativo verso l'estero per questi ultimi che non possono recuperarlo attraverso svalutazioni della moneta e dunque svalutano il salario per diminuire importazioni e recuperare competitività.
RispondiEliminaDOMANADA: attraverso questa operazione gli squilibri si aggiustano nel lungo periodo?
senza considerare la distruzione sociale che ciò comporta, si può sostenere che attraverso la svalutazione del lavoro e le riforme di liberalizzazione di quest'ultimo in tutti i paese dell'eurozona essa possa diventare un esportatore netto? Dunque si può sostenere che accettando tali politiche l'euro sia sostenibile e il non accettarlo sia soprattutto una questione ideologica e cioè schierarsi a favore dei lavoratori e contro il capitale?
l'euro finirà perchè le tensioni sociali saranno forti e quindi i lavoratori conquisteranno campo nei confronti del capitale oppure perchè è macroeconomicamente insostenibile?
la risposta ci sarà sicuramente nei due anni di post del Professore, ma se inizio la ricerca questa giornata terminerà con un licenziato in più. Quindi chiedo a voi cortesemente la risposta a questi dubbi.
grazie
Leggi il mio post del 31 dicembre. La risposta è lì. Se non è chiara, non fa niente: significa solo che questo non è il tuo blog, ma ce ne sono così tanti...
Eliminanel frattempo che attendi il riequilibrio, questi si comprano l'italia e le sue aziende migliori, mentre noi siamo in deflazione (naturalmente per favorirli dobbiamo cancellare l'art. 18....)
Eliminamentre noi comprimiamo i salari, la deflazione rende più remunerativi i debiti per i creditori
scusa, ma non credi anche tu in linea di massima che dobbiamo permettere a chiunque CHIUNQUE di guadagnare con il proprio lavoro unminimo decente di reddito?
eppoi, quaòle sarebbe il vantaggio di avere una moneta che comprime i salari dei cittadini? cosa otteniamo in cambio?
ma soprattutto, al di la dell'aspetto economico, ti dice nulla la parola DEMOCRAZIA?
compiti per casa: leggere ad alta voce l'articolo n°1 della Costituzione Italiana, sette volte sette (per i piddini, 49 volte)
lo è macroeconomicamente e più di tanto non puoi prendere a calci nei coglioni qualcuno
sei uno dei pochi eletti lettori cui è stato indicato il post da leggere, e ti infastidisci pure!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaEcco, vedi che purtroppo ho ragione io? Qui non c'è posto per fans, non è il blog di un cantante. Mi dispiace, bisogna studiare, io non ho né bisogno né voglia di piacere a tutti, e non sono un economista "on demand". Se una cosa l'ho detta mille volte, sono libero di non dirla la milleunesima, indicando dove l'ho detta (se mi va). Fila il discorso?
EliminaPresa dal nervoso in occasione di una fuoriuscita di Barisoni che giustificava l'invasione nel nostro mercato di prodotti alimentari paragonandola alla necessità di libero scambio e del mercato libero come succede con gli altri generi non alimentari (abbigliamento, auto etc etc), come se un agricoltore potesse delocalizzare i suoi campi, ho chiamato in diretta per dire a Barisoni che stava facendo un paragone del tubo a scapito dei nostri prodotti alimentari e salute, escludendo le varie terre dei fuochi, ma non me lo hanno passato...
RispondiEliminaSai com'è, sono tutti liberoscambisti con i mercati degli altri..... ma se alla radio del Volkischer Beobachter dovessero affidare qualche programma ad un Piller o ad un Gumpel a caso lo vedresti diventare subito protezionista....
Elimina...Ogni riferimento a giornalisti "veri" è puramente casuale...
RispondiEliminaComplimenti vivissimi per il premio Canova e sempre grazie
Pura poesia... e complimenti per il meritatissimo premio. Grazie di tutto
RispondiElimina@Scipione
RispondiEliminail problema è che ragioniamo come se fossimo da soli!
il punto è che se uno fa austerità (e solo lui) allora si avvantaggia sugli altri.. se esiste una moneta unica!
è il caso del golden standard (si fissavano i valori all'oro) e dell'euro (si fissa il valore sull'euro al 1° gennaio 1999, per i più).
chi riesce insomma a mantenere più bassa la dinamica inflattiva si avvantaggia (ma non guadagna molto in termini di PIL).
ma il punto è che se rimane il vincolo tutti incominceranno a fare austerità (crisi del 29 e del 2008.. ops!).
in poche parole, questo sistema ha regole (cambio fisso e liberalizzazione movimenti di capitale come nel 29) che conducono alla sua naturale autodistruzione per austerità incrociata!
uscire dall'euro non significa che l'italia abbatterebbe gli altri ma solo che avremmo degli strumenti (la svalutazione in primis) che permetterebbero da un lato di equilibrare le bilance dei pagamenti e dall'altro di rilanciare la domanda interna (investimenti massicci), tenendo bassi i tassi di interesse del debito pubblico (grazie ai QE ad esempio oltre ad una maggiore credibilità... tiè).
ma così facendo un paese può anche decidere di operare diversamente e pazienza.. saremmo sempre in sostanziale pareggio.
PS: da quello che ho compreso, il progetto è l'annientamento del tessuto industriale e sociale del ns paese.. e perché?
1) perché la Germania è piena di debiti potenziale e se uscissimo dall'euro gli si sbatterebbero in faccia.. altro che Giappone!
2) molti italiani odiano questo paese e si sentono moralizzatori e quindi trovano giusto che altri potenti (forestieri) si pappino industrie e welfare.
Davide, io leggo il blog da 2 anni circa e le divulgazioni del professore mi hanno insegnato tanto (anche se sono un pessimo studente). La mia era, passami la stronzaggine del termine, una mera sega mentale. Cioè: questi potranno andare avanti fino a dove? sarà necessario una spinta dal basso (lavoratori o ala sinistra del PD) per far saltare il banco oppure basterà la macroeconomia a farli saltare? punto e basta.
RispondiEliminaSono un lavoratore dipendente e spero che l'euro finisca presto per non dover rinunciare io come altri al mio già ridotto salario. Rabbrividisco per ciò che accade in Grecia e ciò che mi raccontano della spagna e confido molto nei francesi.
Sicuramente mi sono spiegato male e non c'è giorno in cui non nomini il professor Bagnai che ammiro profondamente soprattutto per il coraggio (per l'economia no essendo lui più musicista...èuna battuta!) .
spero di aver chiarito la mia posizione.
un saluto
leggere questi post mi dà speranza; un giorno ingrasseremo anche noi quando le cose cambieranno. Grande Professore!
RispondiEliminaCaro Professor Bagnai, mi sono appena ripreso dalle tremende risate conseguenti l'aneddoto del "Cavaliere Nero" da Lei richiamato e raccontato dal magico Gigi Proietti.
RispondiElimina......Un Professore che, ricorrendo spesso all'ironia, insegna e trasmette molte delle sue conoscenze a chi lo segue, è una vera fortuna averlo.
La ringrazio, quindi, di esistere e La ringrazio per avere deciso di fare quello che sta facendo.
Ringrazio, per l'occasione, Gigi Proietti.
Ringrazio, infine, gli inventori di internet, perchè permettono che tutto ciò possa accadere.
@Scipione
RispondiEliminaquanto può durare? anche 153 anni!
beh, il sud d'italia da quanto tempo soffre?
l'unico risveglio lo ha avuto post WW2 con massicci investimenti (unico periodo in cui ha ridotto il gap con il nord seppure di soli 10 punti ma meglio 10 che zero!).
quindi la risposta è: non si può dire!
il discorso di fondo è che dubito ci possano essere massicce emigrazioni e cmq tra pochi anni sarà impossibile arrangiarsi.
oh, questa "capacità di arrangiarsi" ha portato alla mafia, alla faccia che il "vincolo esterno" moralizza.. sì, a delinquere di più!
il problema sta nel capire come si evolveranno le cose, se ci saranno eventi di rottura o di congiunzione (per esempio una guerra che dovesse impegnare l'europa e quindi sviare la questione).
visto l'andazzo che sta prendendo la questione, non mi stupirei di un aumento delle tensioni (favorite) per negare una rottura dell'euro che è funzionale a questo progetto oligarchico (in senso vasto ovvero tra nazioni e in senso classista)
Barisoni, Squinzi, Boccia, Letta, Goria.....e altri 10.000 forse non leggono questo:
RispondiEliminahttp://rwer.wordpress.com/2014/01/17/poverty-in-the-eu-increasing-in-the-eurozone-decreasing-outside-of-it/
La poverta' aumenta nell'eurozona, e diminuisce altrove.
Un caso?
Bisogna capirlo, Barisoni. Probabilmente ha letto le motivazioni del premio Canova e c'è rimasto male:
RispondiElimina«I nostri due notai Roberto Di Giovine e Mario Lupi hanno sentenziato che il libro “Il Tramonto dell'Euro” di Alberto Bagnai ha vinto il XXVII Premio di Letteratura Economica e Finanziaria, avendo ricevuto il 67% dei voti dei Soci del Club! Quasi un plebiscito, totalmente inatteso, tenuto conto degli altri due finalisti: Massimo d'Antoni e Ronny Mazzocchi con “L'Europa non è finita” e Luigi Zingales con “Manifesto Capitalista”. [...] Sono certo che tanti amici dell'establishment economico finanziario (includendo quelli di Banca d'Italia, Tesoro, Consob ecc.ecc.) non saranno felici di sapere che in un Club così (logicamente) tradizionale, certamente composto non da estremisti eterodossi del pensiero economico dominante (fino ad oggi), abbia trionfato un'idea/uno studio che mette in discussione l'euro».
“ Sono certo che tanti amici dell'establishment economico finanziario [...] non saranno felici di sapere...”
E infatti...
Che spasso Prof. .... la risata isterica non mi si ferma più!!!!!! GRAZIE
RispondiEliminaProfessò, mi piacerebbe tanto vederla in qualche convegno organizzato da matematici! È vero che la matematica non è un partito, ma è evidente che il rappresentante più noto, π, è contro l'€. Sapendo come lei abbia asfaltato i finti comunisti, ho fiducia nella sua capacità di mettere in crisi i matematici che sono scappati troppo lontano dalla realtà economica con le teorie monetariste friedmaniane/memmetarie, e di farci morir dal ridere con aneddoti matematici (butto un'idea: Impossibilità di Arrow, distruttore dei fogni della perfetta forma di democrazia, che se applicato all'ambito economico, distrugge anche i fogni dell'ottimo paretiano...).
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