Bruxelles, 24 gennaio 2013
Solidarietà europea di fronte alla crisi dell’Eurozona
La segmentazione controllata dell’Eurozona per preservare le conquiste più preziose dell’integrazione europea.
La crisi dell’Eurozona mette a rischio l’esistenza dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo.
La creazione dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo si colloca fra le maggiori conquiste dell’Europa post-bellica in campo politicoed economico. Il notevole successo dell’integrazione europea è scaturito da un modello di cooperazione che beneficiava tutti gli stati membri, senza minacciarne alcuno.
Si era ritenuto che l’euro potesse essere un altro importante passo avanti sulla strada di una maggiore prosperità in Europa. Invece l’Eurozona, nella sua forma attuale, è diventata una seria minaccia al progetto di integrazione europea.
I paesi meridionali dell’Eurozona sono intrappolati nella recessione e non possono ristabilire la propria competitività svalutando le proprie valute. D’altra parte, ai paesi settentrionali si chiede di mettere a rischio i benefici delle proprie politiche finanziarie prudenziali, e ci siaspetta che in quanto “benestanti” finanzino i paesi del Sud attraverso infiniti salvataggi. Questa situazione rischia di portare allo scoppio di gravi disordini sociali nell’Europa meridionale, e di compromettere profondamente il sostegno dei cittadini all’integrazione europea nell’Europa settentrionale. L’euro, invece di rafforzare l’Europa, produce divisioni e tensioni che minano le fondamenta stesse dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo.
Una strategia nel segno della solidarietà europea
Riteniamo che la strategia che offre le migliori possibilità di salvare l’Unione Europea, la conquista più preziosa dell’integrazione europea, sia una segmentazione controllata dell’Eurozona attraverso l’uscita, decisa di comune accordo, dei paesi più competitivi. L’euro potrebbe rimanere – per qualche tempo – la moneta comune dei paesi meno competitivi. Ciò potrebbe comportare in definitiva il ritorno alle valute nazionali, o a differenti valute adottate da gruppi di paesi omogenei. Questa soluzione sarebbe un’espressione di vera solidarietà europea. Un euro più debole migliorerebbe la competitività dei paesi dell’Europa meridionale e li aiuterebbe a uscire dalla recessione e tornare alla crescita. Ridurrebbe anche il rischio di panico bancario e il collasso del sistema bancario nei paesi dell’Europa meridionale, che potrebbe verificarsi se questi fossero costretti ad abbandonare l’Eurozona o decidessero di farlo per pressioni dell’opinione pubblica nazionale, prima di un abbandono dell’Eurozona da parte dei paesi più competitivi.
La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei.
Naturalmente sarebbe necessario, in almeno alcuni dei paesi meridionali, un abbuono (haircut) deidebiti. La dimensione di questi tagli e il loro costo per i creditori,tuttavia, sarebbero inferiori rispetto al caso in cui questi paesi restassero nell’Eurozona, e le loro economie continuassero a crescere al disotto del proprio potenziale, soffrendo una elevata disoccupazione. Posta in questi termini, l’uscita dall’Eurozona non implicherebbe che le economie più competitive non debbano sopportare un costo per la diminuzione dell’onere del debito dei paesi in crisi. Tuttavia, ciò accadrebbe in circostanze nelle quali il loro contributo aiuterebbe quelle economie a tornare a crescere, al contrario di quanto accade con gli attuali salvataggi, che non ci stanno portando danessuna parte.
Perché questa strategia è così importante?
Non occorre dire che è nostro comune interesse che l’Unione Europea torni alla crescita economica – la migliore garanzia per la stabilità e la prosperità dell’Europa. La strategia di segmentazione controllata dell’Eurozona faciliterà il conseguimento di questo risultato nei tempi più rapidi.
I firmatari
Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) – Professore associato di politica economica presso il Dipartimentodi Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio a Pescara (Italia), e ricercatore associato al CREAM (Centro diricerca in economia applicata alla globalizzazione, Università di Rouen). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla sostenibilità del debito pubblico ed estero nelle economie emergenti; ha lavorato come consulente per l’UNECA (Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite) su progetti relativi alla convergenza macroeconomica delle unioni monetarie in Africa. Per contribuire alla divulgazione dei temi economici ha aperto nel novembre del2011 il blog goofynomics.blogspot.it e contribuisce a “Il Fatto Quotidiano” come opinionista e blogger. Il suo ultimo libro “Il tramonto dell’euro”, pubblicato nel 2012, ha riacceso in Italia il dibattito su costi e benefici dell’Eurozona. Alberto Bagnai è cittadino italiano.
Claudio Borghi Aquilini (@borghi_claudio)– Professore incaricato di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua esperienza lavorativa lo ha portato a occupare posizioni manageriali di spicco nel settore finanziario in Italia. Ha lavorato per Deutsche Bank Italia a Milano (2001-2008) e prima per Merril Lynch. Attualmente collabora con “Il Giornale” come opinionista. Claudio Borghi Aquilini è cittadino italiano.
Brigitte Granville – Professore di Economia Internazionale e Politica Economica alla School of Business and Management dell’Università Queen Mary di Londra, dove dirige il Centro di Ricerca sulla Globalizzazione (CGR). In diverse occasioni è stata consulente su temi economici – in particolare, politica monetaria – per vari paesi emergenti o in via di sviluppo, fra i quali la Russia, il Kazakistan, l’Ucraina, l’Uzbekistan e la Costa d’Avorio, per conto dei rispettivi governi, o di organizzazioni pubbliche quali la Commissione Europea o la Banca Mondiale. Nel triennio 1992-1994 Brigitte è stata membro del team di consulenti economici del Ministero delle Finanze russo, diretto dal professor Jeffrey Sachs. In quel periodo ha svolto un ruolo guida nel motivare la necessità di uno smantellamento dell’area del rublo, che comprendeva diverse repubbliche sovietiche, in seguito al collasso dell’Unione Sovietica. Il suo ultimo libro, “Remembering inflation”,è stato pubblicato dalla Princeton University Press. Cittadina francese, Brigitte Granville ha ricevuto nel 2007 l’onorificenza di Chevalier des Palmes Académiques – accordata dal governo francese per onorare contributi significativi allo sviluppo della cultura.
Hans-Olaf Henkel (@HansOlafHenkel)– Professore di Management Internazionale all’Università di Mannheim, già presidente della Confindustria tedesca - BDI (1995-2000). Ha lavorato in IBM dal 1962, ha diretto IBM Germania (1987-1992), poi è stato amministratore delegato di IBM Europa (1993-94). Dal 2001 al 2005 è stato presidente dell’associazione Leibniz. Commendatore della Legion d’onore nel 2002. Hans-Olaf Henkel è cittadino tedesco.
Stefan Kawalec – Amministratore delegato di Capital Strategy, una società polacca di consulenza strategica. Dal 1989 al 1994 ha svolto un ruolo significativo nella preparazione e nell’implementazione del piano di stabilizzazione e trasformazione dell’economia polacca come capo dei consulenti del Vice primo ministro e Ministro delle Finanze Leszek Balcerowicz,e successivamente come sottosegretario alle Finanze. È stato membro attivo dell’opposizione democratica e del movimento Solidarność sotto il regime comunista in Polonia. È co-autore dell’articolo “Smantellamento controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione Europea e il Mercato Comune Europeo”, German Economic Review, Febbraio 2013. Stefan Kawalec è cittadino polacco.
Jens Nordvig – Managing director di Nomura, la banca di investimento globale, dove dirige la Fixed Income Research, ed è capo delle strategie valutarie globali. In precedenza ha lavorato come Senior Currency Strategist alla Bridgewater Associates, e come Senior Global Markets Economist presso Goldman Sachs. Nel 2012 si è classificato primo nella categoria “ricerca sui mercati valutari” nella rassegna Institutional Investor. Jens Nordvig è cittadino danese.
Ernest Pytlarczyk – Economista capo alla Banca BRE (sussidiaria della Commerzbank, e terza banca commerciale della Polonia), dove dirige il dipartimento ricerca. Ha cominciato la propria carriera come analista finanziario alla BRE nel 2002, ès tato assistente all’Università di Amburgo (Istituto per il Ciclo Economico) e ricercatore presso la Deutsche Bundesbank. Coautore dell’articolo “Smantellamento controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione Europea e il Mercato Comune Europeo”, German Economic Review, Febbraio 2013. Ernest Pytlarczyk è cittadino polacco.
Jean-Jacques Rosa – Professore Emerito di Economia e Finanza all’Institut d’Etudes Politiques (Parigi). Coordinatore e fondatore del dottorato in economia di Sciences Po a Parigi dal 1978 al 2004. Curatore della rubrica economica “Cheminement du Futur” su Le Figaro dal 1987 al 2001. Ha ottenuto nel 1995 il premio “Economista dell’anno” dal Nouvel Economiste.Jean-Jaques Rosa è cittadino francese.
Jacques Sapir (@russeurope) –Professore di economia presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali (EHESS) e professore visitatore presso la MSE di Mosca. Ha studiato scienze politiche e economia all’IEP di Parigi e ha scritto la sua tesi sulle politiche del lavoro nell’Unione Sovietica nel periodo fra le due guerre mondiali, e la tesi di dottorato sul ciclo degli investimenti nell’Unione Sovietica nel periodo postbellico. Ha lavorato all’università di Nanterre prima di entrare all’EHESS dove è diventato direttore del Centro di Studi sui Modi di Industrializzazione (CEMI) nel 1997. È stato fra i pochissimi economisti a prevedere il crac russo del 1998. Da allora si è specializzato sul modello economico russo e sulle conseguenze macroeconomiche dell’Unione Economica e Monetaria. Conduce un blog piuttosto frequentato http://russeurope.hypotheses.org. I suoi ultimi libri: “Faut-il sortir de l’euro?”, Parigi: Le Seuil, 2012 (tradotto in italiano); “La transition vingt ans après” (con Ivanter, Kuvalin andNekipelov), Parigi-Ginevra, Les Syrtes, 2012 (in corso di traduzione in russo). Jacques Sapir è cittadino francese.
Juan Francisco Martín Seco – Docente universitario di Introduzione all’economia, Teoria della Popolazione, e Finanza pubblica. Appartiene all’ordine dei Revisori dei conti (Ministero delle Finanze spagnolo) e al servizio di vigilanza delle cooperative di credito del Banco de España. Ha prestato servizio come Revisore dei conti dell’Amministrazione centrale e del Ministero delle Finanze. Opinionista per diversi giornali e riviste: “El Pais”,“Cinco Dias”, “Gaceta de los nogocios”, “Diario 16”. Ha fatto parte del comitato di redazione di “El Mundo” e di “Publico”. Attualmente è editorialista per “República”. Autore di numerosi libri, fra i quali: “La trastienda de la crisis” (2010), “¿Para qué servimos los economistas? (2010), “Economía.Mentiras y trampas” (2012), “Contra el euro” (2013). Juan Francisco MartínSeco è un cittadino spagnolo.
Alfred Steinherr – Professore presso la facoltà di Economia e Management della Libera Università di Bolzano, della quale è stato fondatore (1998-2003). In precedenza, economista e direttore generale del dipartimento per l’economia e l’informazione della Banca Europea degli Investimenti, Lussemburgo (1995-2001). Ha fatto parte del Dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale a Washington, e consulente economico della Commissione Europea. Alfred Steinherr è cittadino tedesco.
(qui il sito ufficiale del manifesto, con altri materiali interessanti).
(qui il sito ufficiale del manifesto, con altri materiali interessanti).
Vorrei scrivere il primo commento. Siete tutti abbastanza intelligenti da capire cosa posso condividere o meno nella diagnosi che il manifesto esprime, e anche nella terapia. Non è il mio manifesto, come qualche relitto umano ieri latrava sul web: è il manifesto proposto da un gruppo di economisti col quale sono entrato in contatto a novembre, e con i quali ritengo valga la pena di confrontarsi e di mediare. Non vi aspetterete da me una mediazione coi platelminti, o con gli anellidi, e nemmeno coi nematelminti (che non vi ho ancora presentato), insomma, con tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario. Ma rispetto a una proposta operativa che è l’unica sensata allo stato attuale e che è proposta da persone di elevatissimo livello scientifico, che hanno rivestito posizioni di responsabilità, che sanno di cosa parlano (cosa rara da queste parti), mi sento di potere e dover giungere a un compromesso e a un dialogo, di dover avere un atteggiamento di ascolto.
RispondiEliminaNon devo nemmeno ricordarvi quanto io sia allergico agli accorati appelli degli economisti col ditino puntato, ma credo che la differenza da quegli appelli si veda. Qui si parla del problema: non si sbrodolano pagine e pagine senza dire nemmeno una volta la parola “euro”. Chiaro, no?
Tanto, amici cari, finirà come è scritto qua sopra, inutile girarci intorno. In quel momento, invece che misurarselo (il cv, s’intende), o vedere chi ce l’ha più a sinistra (che poi, a forza di andare a sinistra, rischia di finire dietro), converrà pure che ci sia un paio di economisti italiani in grado di farsi capire dagli uomini di buona volontà in Europa, che abbiano stabilito un dialogo basato, come questo manifesto, sul principio che i costi del necessario aggiustamento vadano condivisi, e che il modo più rapido e pulito di condividerli passa per un riallineamento dei cambi.
Salvo controindicazioni, sarò il 15 a Parigi per la presentazione europea del manifesto.
Si apra la discussione tenendo conto di queste osservazioni. Chi ieri ha parlato di salire o scendere in politica è un povero imbecille, probabilmente atterrito dal proprio inevitabile fallimento. Sapete che la cosa non mi interessa, ma sapete anche che voi siete la mia comunità, e in quanto tali sareste i primi a sapere se io cambiassi idea.
Condivido ovviamente a pieno il manifesto. Speriamo che vi ascoltino e che il manifesto arrivi alle istituzioni europee. Anche perché ascoltando draghi e la sua attesa di un nuovo paradigma economico siamo a posto...già abbiamo combattuto l'inflazione (R.I.P)
Eliminaci provo: uno dei punti di disaccordo potrebbe essere il fatto che diventeremmo noi la Germania dell'Europa meridionale?
RispondiEliminaDunque: "Ciò potrebbe comportare in definitiva il ritorno alle valute nazionali". Non approfittare del fatto che qui non posso bandirti, poi mi vendico su Twitter...
Eliminachiedo perdono..ma "per qualche tempo" mi aveva fatto pensare a tempi lunghi.
EliminaCi riprovo con: haircut del debito. :D
e se no mi rileggo il blog!
Rileggiti il blog.
Eliminami sento come uno che va all'esame convinto e viene rimandato a settembre.
EliminaRitornerò!
Basta che non piangi come quelli di oggi a PE (stressati...). Senti, il gioco qui non è "trova l'errore". Se non lo faccio io, non farlo nemmeno tu. Eventualmente il gioco è "riempi gli spazi". Non so se è chiaro. Di questo dobbiamo parlare, partendo dal presupposto che la fine dell'euro non è un'opzione.
Eliminano io sono più del tipo: "profbastardomaledettovaffanculoquestarobanonl'hamaispiegataocomunqueavevadettochenonlamettevavaffanculo", poi però passata la rabbia cavernicola capisco che è colpa mia (quasi sempre).
EliminaOk avevo capito male la consegna, ci rifletterò su :)
Io godo in ogni caso. Bastardi si nasce. Vado a dormirci sopra. Che ti porto da Parigi? Vuoi sempre quel numero?
Elimina(e chissà chi incontro questa volta... Chi ha il pane non ha i denti...).
EliminaAh giusto!! Parliamo di cose serie, lei per il pane porti il cestino, lo raccolga e lo ceda ai bisognosi! attenderemo pazienti il caritatevole fra Bagnai.
Elimina:P buonanotte!
SI !
RispondiEliminaSi che ?
Si, ok, va bene, purché se ne parli e si riesca a farlo in termini corretti, tra persone che sanno di cosa stiamo parlando.
Si lo so che molti fanno finta di non saperlo e sono loro i veri colpevoli.
poi immagino che, per quanto riguarda la diagnosi, la frase "ai paesi settentrionali si chiede di mettere a rischio i benefici delle proprie politiche finanziarie prudenziali, e ci si aspetta che in quanto “benestanti” finanzino i paesi del Sud attraverso infiniti salvataggi" le risulti quantomeno lievemente imprecisa.
RispondiEliminaDirei che è una lievissima imprecisione, siamo assolutissimamente d'accordo. Ma non mi interessa adesso puntualizzare sul passato (lo sto facendo in privato), ma guardare al futuro.
EliminaUna sola parola: grazie.
RispondiEliminaÈ sempre un piacere...
EliminaMi sembra un approccio laico, di saggezza e buonsenso, da qualche parte bisognerà pure partire.
RispondiEliminaDi fronte a queste facce da pesci lessi che veramente non sanno più da che parte girarsi (Questa sera Della Vedova e Martone esprimono al massimo imbarazzo e fastidio) mentre i servi da cortile da prima serata o da pagine salmonate continuano a tessere le lodi dell' euro, tocca alle persone che hanno visibilità, credibilità e preparazione scientifica tentare una via di uscita, perchè ormai l'impressione è che l'armageddon si stia avvicinando a grandi passi.
Si tratta di salvare delle nazioni ed un continente intero.
Volevo sapere: questo manifesto è frutto di un gruppo di studio e confronto permanente o a qualcosa di questo tipo darà origine ? Perchè ho come l' impressione che ci saranno parecchie cose da riscrivere a livello europeo e forse mondiale ( le famose scialuppe che dovranno fare il giro in mezzo ai detriti per raccattare i naufraghi, partendo possibilmente dalla terza e quarta classe).
"I paesi meridionali dell’Eurozona sono intrappolati nella recessione e non possono ristabilire la propria competitività svalutando le proprie valute."
RispondiEliminaSi, però, leggendo:
perché si indica come principale, quasi unico merito/possibilità/funzione della moneta quella della "svalutazione competitiva" ?
Penso sia fondamentale, soprattutto per politici e imprenditori, ristabilire cosa sia effettivamente la moneta, a cosa serve, come si usa e come si emette e perché sia così importante averne il controllo !
Prof. mi dirà "e io che cavolo ci sto qui a fare ?", purtroppo ancora una volta guardando Paragone abbiamo la conferma che anche gli imprenditori non l'hanno per niente chiaro.
Ricorre sempre il concetto che un capitale non guadagnato è un debito sempre e comunque senza considerare la differenza tra chi usa la moneta e chi la emette.
Cavolo anche Rinaldi ha detto che non dobbiamo fare cone USA e Giappone, loro stampano a go go, sarebbe meglio essere più moderati, perché ? Perché non dobbiamo stampare tutta la moneta che serve ? Gli USA nonostante la politica espansiva della FED non hanno tutta la moneta che gli serve, stanno tagliando pesantemente la spesa pubblica, soprattutta nella sanità.
@economista Io ho letto il manifesto in chiave "primi passi da fare". Sappiamo il ruolo giocato dell'euro in questa crisi e, mi sembra, il manifesto lo esplicita in modo chiaro. Sul ruolo della moneta, o forse è meglio dire il ruolo giocato dalla bc che non vorremmo vedere single, credo ci sia tempo. In breve: non è un manifesto alla Napoleoni: "Ricattiamoli!" E non è un manifesto: "Stampiamomoneta". Questo blog non ha iniziato dalla moneta per spiegare la crisi, è partito dall'analisi dei debiti sovrani. Ed ha funzionato. Ha funzionato talmente tanto che uno come me si prende il lusso di commentare (indegnamente) un manifesto di economisti. Curioso di leggere altri commenti.
EliminaPer quel che vedo io, FED e BOJ intervengono nei mercati finanziari per calmierare il tasso di interesse in modo da stimolare gli investimenti garantendo un costo del denaro molto contenuto.
EliminaPer quello che c'è da fare qui abbiamo l'agenda bagnai.
Ormai chi segue il blog sa cosa dovrebbe fare lo stato recuperando lo strumento monetario ma tanto a fare politica economica non sarà un non economista come me, nè un non economista come lei... ^_^
Io che sono da Padova andrò a mettere un cero al santo perchè sto fogno o sto incubo si dissolva quanto prima a discrezione di chi avrà il buon senso di farlo a pezzi.
Ecco che gli scricchiolii dell'euro li avvertono anche i "duri di orecchio" e di comprendonio!
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=2culAA6_wwY
Perché i paesi dell'europa settentrionale (germania su tutte) dovrebbero lasciare una valuta più debole delle precedenti che ha permesso loro di aumentare a dismisura le esportazioni?
RispondiEliminaQuesto post ha un record di new entries, evidentemente poco rispettose delle regole del gioco, che pongono domande delle quali larisposta è stata data, o forse non può essere capita.
EliminaProviamo a ridarla.
Mi scusi: a cosa serve attribuirsi un vantaggio di prezzo se per farlo distruggi il reddito dei tuoi clienti?
Guardi, le farei volentieri un disegnino, ma sono due anni che mi faccio un culo così perché chi mi legge sia in grado di farselo da solo, quindi mi astengo.
L'unico vantaggio residuo per la Germania nella situazione attuale è che nelle condizioni presenti essa può procedere in modo relativamente agevole all'annessione (la chiamano unione politica) del resto dell'Eurozona. Questa prospettiva, che manda in sollucchero gli imbecilli e i Quisling nostrani, evidentemente preoccupa una parte della leadership settentrionale per un ovvio motivo: apre la strada a un percorso di instabilità politica che non potrebbe terminare che con un movimento irredentista (dopo infinite guerre civili).
Non so se è più chiaro, ora, di cosa stiamo parlando. Ci sono delle volte in cui penso, esattamente come Flaiano, che:
"Un colpo di pistola sparato al momento giusto evita ogni penosa discussione. Il problema però resta aperto: a chi sparare? A se stessi o all'interlocutore? Nel dubbio, astenersi. Ma non venite poi a lagnarvi che le discussioni sono inutili."
Mi dispiace che le sia tanto frustrato, anche se capisco il motivo. Lei ha ragione nei concetti, ma vede che le situazioni si evolvono in tutt'altro modo.
EliminaIl blog lo ha aperto lei volontariamente, immagino perché volesse condividere le sue conoscenze e aprire dibattiti sull'argomento. A mio modestissimo parere continueranno a sfruttare la situazione fino all'osso i paesi settentrionali, magari allentando un pochino la
corda che lega quelli del sud. E solo dopo, come sempre accade si accorgeranno che il danno è fatto.
Concludo dicendo che la stimo molto per le sue idee, che mi hanno molto aiutato a capire la situazione, mi piacerebbe averla come professore ma credo che mai vorrei avere a che fare con lei come persona. Ha un arroganza degna di Boldrin
E a questo proposito, dopo averle segnalato che non sono particolarmente frustrato, perché ho una bellissima famiglia (che chi segue il blog conosce), due lavori che mi piacciono, e in questo periodo anche molto successo, mi limito a segnalarle che l'arroganza è femminile (anche se spesso non femmina), quindi al suo discorso, oltre all'umiltà che le avrebbe dovuto consigliare di leggere un po' di più il blog prima di intervenire, manca, cosa ben più grave (perché rivelatrice di scarsa consuetudine coi libri senza figure) un apostrofo (o forse, se preferisce, una postrofo).
EliminaMi sembra evidente che le sfugga che "i paesi del Nord" non sono un pupo siciliano, e che la lista dei firmatari, oltre ad alcuni fatti anticipati su questo blog (strano che lei venga a dire che i fatti si evolvono in un altro modo a uno che da due anni suo malgrado le azzecca tutte! Ma da dove è piovuto?), segnalano che la sua ipotesi pessimistica, molto in voga nella sinistra dei vermi e dei traditori (cui lei non credo appartenga, glielo dico subito), potrebbe rivelarsi falsa.
Aprire dibattiti non significa essere costretti a dire sempre le stesse cose, e non ogni luogo pubblico è per tutti. A quanto ne so, il ghiacciaio dell'Ortles è assolutamente aperto al pubblico. Ognuno seleziona come può. Lì ci pensa il freddo, qui... be', inutile dirlo.
Se non sono stato chiaro mi ripeto:
Eliminai fatti si evolgono in modo diverso nel senso che secondo lei bisognerebbe adottare alcune scelte (che io CONDIVIDO) e immancabilmente se ne fanno altre, le cui conseguenze sono da lei state previste, negli ambienti che oggi decidono su nostro futuro.
Lei può selezionare quanto vuole, ma secondo me sbaglia. Glielo ripeto ancora una volta: sono d'accordo con lei sui concetti ma il suo
atteggiamento in questo momento storico
dovrebbe essere più rilassato nei confronti di
chi ha poca esperienza, sta cercando di capire
cosa succede e si pone delle domande.
Nonostante lei non voglia convincere nessuno
(come ha affermato pubblicamente) io penso
che una persona preparata come lei dovrebbe
proprio fare questo. Far capire alle persone, non
agli economisti, cosa sta succedendo e come
se ne può uscire. Non lo dico per il suo buon
nome ma perché ci stiamo giocando le nostre
vite e il nostro futuro.
Ps: se vuole continui a cercare errori di
grammatica ma almeno non ne faccia lei.
"Aprire dibattiti...e non ogni luogo pubblico è per tutti". Dopo il "non" ci vogliono i 2 punti ( " : " questi per capirci)
Detto ciò se vuole me ne vado...
Certo che aiuterebbe aver assistito a qualche incontro per capire certe cose. Qui non siamo in presenza di arroganti, né di stronzi. Siamo in presenza di un fiorentino. E se tu un ha miha mangiatho la schiacciatha d'i Ppugi in Piazza San Marco, o s'i ttu un hai mai ammirato l'opera d'i ddomo dalle holline di Fiesole, o si ttu se' solo un po' permaloso, te tu un puoi miha hapire.
EliminaE devo dire che anche a me era servito un po' "pe' caphire", quando abitai in Via Gioberti, vicino piazza Beccaria, 8 anni or sono.
Ad ogni modo, grazie Alberto.
Sapevo di non sbagliarmi nello scriverti che dalla profusione di cotanto sforzo e da questo acclarato senso di impegno nello studio e dedizione alla disciplina -che traspariva in modo lampante dalla tua opera (e non solo la tua, sia chiaro)- potrebbe davvero nascere qualcosa che cambi tante altre cose. Il condizionale è d'obbligo.
Perché aver voluto capire così tante cose del mondo, è a mio parere sintomo di una recondita volontà di cambiarlo, il medesimo, mi sbaglio?
Per una volta magari senza cambiarlo in peggio, come tante "brillanti" menti oscurantiste stanno riuscendo, da ormai troppo tempo, a fare.
Che qua se noi un si fa miha hosì poi pe' fforza si parte hon le manahe n'i vviso. Vero?
Un si frigge miha hon l'acqua ciccio.
;)
Mi correggo.
EliminaRileggendo la frase ho capito quale fosse l'intonazione da dare.
Comunque resta la sostanza: il suo modo di esprimersi allontana le persone da idee giuste. Questo suo atteggiamento, dettato a mio avviso
dal sentirsi attaccato da parte di quella sinistra
che dovrebbe difendere le buone idee che vanno
a favore dei cittadini, allontana le persone ancor prima che conoscano i suoi studi.
In ultimo, ma non per importanza, che ne sa lei, esimio professore, di qual è la mia preparazione? Come si permette di dirmi che non sono abituato ai libri senza figure?
Sarà anche molto preparato in economia, grammatica e tutto ciò che vuole, ma probabilmente nell'imparare tutto quel che sa, ha completamente dimenticato il rispetto verso il prossimo (lo vada a cercare nel suo studio, magari è tra i grafici e le calcolatrici)
...voce del verbo evolgere...
EliminaDunque: qui si stanno cercando le persone che siano disposte a farsi un culo doppio del mio per diffondere una parola di verità. Doppio perché per lo più partiranno da basi economiche inesistenti e da scarsa esperienza didattica. Ma ce la faranno. Non siamo qui per darci pacche sulle spalle. D'altra parte, sapere l'italiano rimane un requisito importante per rivolgersi in modo credibile a italiani.
Quando vorrò parlare a tutti saprò come farlo, grazie.
Una parola: buonsenso. E di questi tempi è rivoluzionario.
RispondiEliminaRimango perplesso.
RispondiElimina1) i paesi deboli rimangono a cambi fissi tra di loro. Convergenza aree valutarie tra i " poveri " e attualmente meno competitivi.
2) rimane il problema, non secondario, della sovranità monetaria.
3) viene bocciata e irremidiabilmente, ma non è un danno, la fusione politica e rimane in piedi la moneta
4) chi deciderà i nomi dei paesi più competitivi?
5) non crederò mai che i paesi allemagni possano accettare una svalutazione dei propri crediti verso i paesi del sud per loro scelta.
Ma perché rimanere ancorati con altri paesi condividendo la moneta unica?
Come tattica X smuovere i paesi allemagni ed iniziare a trattare può invece funzionare.
Rodolfo.
A me sembra che uno, prima di esprimersi, dovrebbe documentarsi. Ma evidentemente anche 4000 caratteri sono troppi.
Eliminasta attento ai nematelminti... sono anche più capaci degli anellidi a rigenerare le parti amputate (se tagli in 7 una planaria ti ritrovi con 7 planarie).
RispondiEliminaPer parte mia sono contento di questo manifesto. Sono contento che tu abbia partecipato a costruirlo e, per quel che può fare un perito chimico, sono a disposizione.
Per i platelminti il rogo, comunque, sembra essere una decente soluzione.
Buona vita
... ok trovato Parigi il 15 (giugno?), sarà possibile partecipare alla presentazione?
RispondiEliminaQuesto manifesto, secondo me, ha anche il merito di porre la prima pietra miliare sul ristabilire l'esatto termine di una dialettica: parte della comunità scientifica (che si spera aumenti in numero dei firmatari) detta un'agenda di punti chiari e sensati, la politica trae da essa spunto di riflessione per (si spera) decisioni a beneficio della collettività. Dico "ristabilire" perchè la nascita dell'Euro fu un chiaro sovvertimento di tale dialettica, in quanto è nato per necessità politiche (e di finanza), a dispetto di una comunità scientifica che, in alcuni suoi massimi esponenti, già vedeva lo spettro del suo fallimento.
RispondiEliminaGiusto. È assolutamente chiaro a chi faccia una minima ricerca bibliografica che con il Trattato di Maastricht è stata la politica a dettare l'agenda della ricerca, avviandola sullo studio di temi insulsi e controproducenti.
EliminaGli imbecilli se ne sono estasiati: "il primato della politica".
Quello che penso, di questo primato, è che molti politici non sono nemmeno dei primati. Ne ho parlato qui.
Grazie Professore.
RispondiElimina(Se posso permettermi) Traspare qualcosa (o almeno così mi pare) da quello che ha scritto nel primo commento che non saprei definire bene... direi che si percepisce la soddisfazione, la serenità di chi è approdato là dove voleva approdare o almeno di colui che è sulla sua propria strada e sa di esserlo. Ho avuto questa impressione e ho provato gioia per lei... ecco io non vorrei sembrarle supponente e soprattutto non vorrei esserlo... ma quella è stata la mia impressione e la mia reazione è stato un sorriso.
Buona fortuna a lei ed a tutti voi (/noi).
Grazie ancora.
Credo di aver fatto il mio dovere, ma non so se sono approdato dove volevo approdare. Quando scrivevo questo (mentre altri si baloccavano con questo cercando di non prendere le tottò di De Cecco sul sederino), e poi, con la rabbia della disperazione, due anni or sono, questo, credo fosse chiaro dove volevo approdare: a sollevare, sia pure fuori tempo massimo, una riflessione nella sinistra.
EliminaRiflessione che non c'è stata per tanti motivi. Perché il dibattito era stato orientato con tecniche di disinformazione fascio-staliniste dai vari collaborazionisti nostrani. Perché mancava, in chi aveva letto libri senza sottotitoli, e quindi non aveva letto, la preparazione culturale. Ma soprattutto perché negli intellettuali e nei leader politici "de sinistra" ha prevalso il terrore di essere sorpassati a sinistra da uno che (dopo aver regolarmente acceso le frecce) fino al momento prima non c'era, ma che rischiava con la propria onestà di erodere il loro consenso.
Persone il cui unico scopo, evidentemente, era ed è il potere (fosse pure per perderlo, come Turci e Ferrero, o per non saperlo esercitare, come Grillo e Vendola), non potevano capire che esistesse qualcuno interessato a fini diversi.
Sarei più sereno se non avessi per l'ennesima volta rimbalzato su questo muro di gomma di stupidità e mediocrità. Il che non significa che non ritenga giusto e doveroso il gesto che ho fatto. In caso contrario, non l'avrei fatto. Quanto sarà stato costruttivo non dipende solo da me né solo da noi. Dipende anche dagli altri. Sicuramente, aver capito in due anni su chi non possiamo contare (i rifiuti della SStoria), contribuirà a rendere meno inefficace la nostra azione.
Capisco le motivazioni ma non so perché mi viene da piangere.
RispondiEliminaEcco, se quando lo capisci ce lo spieghi te ne saremo grati.
EliminaE' tutto condivisibile ma a mio modesto parere è, permettetemi il termine, "lacunoso".
RispondiEliminaLo trovo focalizzato sulla sola questione monetaria mentre non tratta altri punti fondamentali (che ho capito importanti ascoltandoti e leggendoti) quali il controllo sui flussi di capitali, la suddivisione fra le tipologie di istituti di credito, etc.
Credo che le critiche che scatenerà riguarderanno soprattutto questa carenza (alla stregua di Brancaccio nel suo articolo linkato nei giorni scorsi per intenderci).
Probabilmente è una scelta voluta, capisco che è un manifesto non un trattato, ma anche solo un accenno sugli aspetti finanziari della questione si sarebbe potuto inserire.
Perdonami, ma le critiche di certa gente sono l'ultima delle mie preoccupazioni. La slealtà nei miei riguardi è conclamata e deriva da motivi talmente ovvi, non solo a me, che il suo esito naturale è l'irrilevanza. Ti pubblico solo come monito: dopo aver dedonaldizzato questo blog, e averlo deortotterizzato, mi accingo a denematelmintizzarlo. Quindi, per favore, parliamo d'altro. Vogliamo parlare dei manifesti di cinque pagine dove si dice tutto per non dire niente e per non parlare del problema? Quelli non sono manifesti, sono alibi, sono manifestazioni parossistiche della propria sconfitta politica e della propria incapacità di ammetterla. Un manifesto deve stabilire dei principi.
EliminaMi sembra che TUTTI trascuriate un dato che sia io che Quarantotto (meglio di me) abbiamo portato alla vostra attenzione, o credevamo di averlo fatto. L'euro è incompatibile con la democrazia. L'euro è fascista. Le critiche di chi ha difeso il fascismo fino a ieri non mi interessano non solo per un motivo etico, ma anche per un motivo operativo. Lo scopo delle dittature è quello di essere rovesciate. A me interessa riappropriarmi di spazi di dibattito con chi vorrà dibattere. Chi vuole dimostrare di averlo più a sinistra alla fine, gira gira, se lo troverà dietro.
No, dai! Fra tutti i parassiti proprio fra quelli bonificati da un sano atto di defecazione mi inserisci?
EliminaQuando questa notte l'ho letto ho individuato carenze, forse perché nella lettura dei manifesti di cinque pagine dove si dice tutto per non dire niente sono stufo dopo la prima.
Ora, leggendo anche gli altri commenti, ho capito cosa intendevi.
Mi auto-espello. L'essere inutile passi, ma profittatore no.
La situazione è drammatica e lo sappiamo, quindi credo che questa sua proposizione: "mi sento di potere e dover giungere a un compromesso e a un dialogo, di dover avere un atteggiamento di ascolto", al momento, sia la posizione più intellettualmente corretta ed onesta. Se c'è qualcuno con cui poter iniziare a parlare e a tracciare un percorso risolutivo che possa davvero essere compreso dagli "uomini di buona volontà in Europa", credo sia indispensabile farlo. Occorre squarciare il velo del tabù indicibile, visto che, almeno a casa nostra, nessuno di "quelli che contano", soprattutto a sinistra, ha il coraggio o l'onestà di provarci, e insiste su posizioni schizofreniche che non ci porteranno da nessuna parte. I punti di disaccordo potranno essere affrontati in un secondo momento. Per quello che può valere, sono assolutamente solidale con la sua scelta.
RispondiEliminaIo vorrei diventare un cittadino europeo pur rimanendo italiano, orgogliosamente italiano con i miei pregi ed i miei difetti.
RispondiEliminaDobbiamo tutti interrogarci su come il processo dell'integrazione europea debba avvenire perché siamo di fronte al più grande progetto sociale concepito dall'uomo: individui diversi con identità diverse che collaborano per migliorare la vita di quei stessi individui,per conseguire obiettivi che singolarmente sarebbero stati impossibili. Poco importa dotarsi di una moneta unica, di una unione politica o fiscale: questa visione meramente materiale ha fallito. Possiamo dimostrare che si può essere uguali nelle diversità.Io ci credo e per fortuna non sono solo: vedere che c'è altra gente che la pensa come me mi da la speranza di un futuro migliore e mi sprona ad impegnarmi in quello che faccio.Grazie
Cercando di evitare ovvi commenti a questa iniziativa che non può che essere accolta con sincera e vasta partecipazione, a proposito di "segmentazione" mi permetto solo di auspicare (siamo umani) che i segmenti non siano infine esattamente 7... magari non porta bene ;)
RispondiEliminaScherzi a parte, ancora una volta Buon lavoro e grazie!
Una bellissima intestazione - alla solidarietà, finalmente - e un buon punto di partenza. Sollievo e Speranza...molte grazie.
RispondiEliminaAlberto, suppongo che possiamo rilanciarlo a volontà sul web ovunque abbiamo accesso (ma in caso contrario, fermami!)
Cooperazione tra Stati, soluzioni che accontentano tutti, rispetto delle diversità, pace sociale come obiettivo comune... Insomma, cose facili per chi ha vinto il Nobel per la pace, no?
RispondiEliminaLei non ha mai commentato e non inizia molto bene, se lo lasci dire. Mi spieghi, allora, cosa dovremmo fare? Siccome non esiste ancora una volontà politica di cooperare, dovremmo ragliare, come i traditori nostrani, che l'euro è bello perché è bello (o perché è di sinistra) e rinunciare ad affermare l'unica soluzione razionale del problema?
EliminaNon ho certezza che questa proposta venga raccolta, ma a un certo punto nemmeno mi interessa molto. Lei ne ha una migliore, più accettabile politicamente?
Non credo.
Fra l'altro, che questa (la segmentazione) sia la strada che percorreremo ormai solo Cesaratto e Turci non l'hanno capito.
Allora: quando si discuterà (aspramente) su come fare, è quasi certo che Turci e Cesaratto staranno a friggere crescentine alla festa dell'Unità di Reggello, mentre è probabile che Borghi o Bagnai staranno a discutere, magari prendendo schiaffi.
Non dovrei essere io a firmare questo manifesto: dovrebbero essere persone più autorevoli e politicamente influenti di me. Non è colpa mia se queste hanno deciso di tradire non solo il proprio paese, ma soprattutto il buon senso, e non devo occuparmi io di loro (e nemmeno voi).
A questo punto della storia ritengo che una proposta vada fatta, e che debba essere quella giusta. Questa mi sembrava la migliore approssimazione. Accetto, ovviamente, suggerimenti costruttivi, ma se non lo sono mi diverto di più...
Mi spiace non essere stato capace di dare al mio commento il senso che volevo dare. Anche l'orario non mi ha aiutato... Ho omesso una dovuto premessa, provo ora a rimediare. La soluzione proposta in questo documento, se venisse messa in atto, sarebbe un gesto politico di altissimo livello, europeista nel senso più alto del termine. Detto questo, spero che il mio precedente commento si possa rileggere con un significato diverso. Una battuta, ma anche un modesto suggerimento, forse semplicistico ed esclusivamente politico. L'Europa ci ha garantito la pace tra i popoli? Bene, questo manifesto ci indica come ritrovare quella strada.
EliminaGrazie
RispondiEliminaNon conosco la maggior parte dei firmatari, e quelli che conosco mi piacciono, quindi mi astengo dall'esprimere un giudizio complessivo.
RispondiEliminaNel dopoguerra gli orrori vissuti, e gli interessi dei vincitori, convinsero i migliori che la via dell'integrazione era necessaria e fu intrapresa, ma con programmi, più o meno espliciti, diversi: in estrema sintesi i due corni erano il lavoro e il capitale, come oggi, come sempre.
In questo manifesto vedo la denuncia del mal di capo ma non a quale corno lo attribuiranno gli algologi presenti, tuttavia il solo ammettere di soffrirne e proporsi di eliminarne le cause pacificamente è una buona cosa.
Infine la questione rimane una sola: viene prima l'humanitas o la pecunia?
I due corni rimangono quelli, e naturalmente questo manifesto non vuole essere "eccessivamente" politico, ma una traccia te la dà, se leggi fra le righe.
EliminaIl problema dei paesi del Sud è ridurre il costo del loro lavoro in termini di valuta estera (clausola che i traditori italiani dimenticano sistematicamente di aggiungere). Le strade percorribili si situano fra due estremi: o tagli i salari in valuta nazionale, o svaluti la valuta nazionale.
Nel primo caso è evidente chi ha vinto: che dici, se si tagliano i salari nominali in valuta nazionale (che è la strada che stiamo percorrendo tutti) ha vinto il lavoro?
Nel secondo caso (riallineamento del cambio) si apre, nonostante le opinioni di molti traditori nostrani, la strada a un conflitto e a una condivisione del costo dell'aggiustamento.
Scegliere il cambio fisso è scegliere la sconfitta delle classi subalterne (artigiani, commercianti e piccoli imprenditori compreso).
Scegliere la flessibilità significa aprire a una possibile e relativamente indolore condivisione dell'aggiustamento fra creditori e debitori, fra Nord e Sud, fra capitale e lavoro.
Non credo ci sia altro. L'humanitas senza pecunia passerà il tempo a prendersi a mazzate.
All'arme! http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/24/gli-alibi-dellausterita-e-i-suoi-detrattori/605009/
RispondiEliminaOpinioni. Siamo in democrazia. Ora vediamo se lascerà esprimere anche me.
Eliminasto tempestando feltri con insulti velati di ogni tipo, ma si puo' essere cosi' ignoranti?
Eliminanon sa nemmeno che la BCE deve perseguire la piena attuazione degli obiettivi dei trattati alla base della UE che a loro volta hanno tra gli obiettivi primari la PIENA OCCUPAZIONE
e tra la supponenza degli altri concetti che con la spocchia tipica dei criminali piddini e bocconians si permettono di criticare Krugman,
questa della BCE e' solo una delle tante perle di disinformazione che il FQ purtroppo propina a lettori inconsapevoli, quando chi parla non e' il prof.
Ok, però per favore diamogli una possibilità.
EliminaUn commento di Stefano Feltri: "Invece se usciamo e svalutiamo, cercando di esporarte nel mondo scarpe e magliette, competendo coi salari cinesi,o scateniamo l'inflazione mandando alla fame chi ha un reddito fisso, ce la spasseremo..."
EliminaUna spalla per la bara gliela offro io.
Anche a me sembra un approccio di grande buonsenso che propone una via di uscita assolutamente percorribile dal "L'uscita dall'euro è la precondizione per tornare alla crescita ed alla democrazia in Europa ma dobbiamo farlo di nascosto senza alcun annuncio per evitare massicce e disastrose fughe di capitali" cosa che ha impedito a qualsiasi politico italiano (e del Sud Europa, con l'eccesione di Marine Le Pen) di proporre in discussione la questione dell'euro.
RispondiEliminaNon nascondo però che questa enunciazione mi lascia un pò perplesso:
"La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei."
Spero non sia un invito al ritorno ad uno SME (magari con ampi margini) quanto un preconizzare cambi flessibili che non lascino spazio a chi sia tentato di far fluttuare la propria moneta oltre i limiti dati dal suo riallineamento con i fondamentali dell'economia. Per essere chiaro spero si preconizzi un accordo per impedire alla Germania di non lasciare rivalutare il proprio marco (in caso di euro del sud) o ad un Italia (se tornasse ad avere una propria moneta fermo restando l'euro negli altri paesi del nord, lo uso come esempio perchè vedo che si parla di euro del sud) di svalutare oltre il limite rappresentato del riallineamento dei propri fondamentali (come abbiamo visto e detto più volte un valore che si pensa attorno al 20%).
Comunque ancora grazie, prof. finalmente una proposta di dibattito seria ed rivolto a tutta l'eurozona che svincola i protagonisti dall'assumersi il ruolo dei buoni o dei cattivi, ma che li mette di fronte ad un ritorno alla realtà.
Caro Luca, perdonami, ma l'esito che tu vedi come pericoloso (eccessiva rivalutazione del Nord/svalutazione del Sud) è l'unico che non mi preoccupa per i motivi che @AleGuerani ha spiegato tante volte: un overshooting di qualche ora è possibile, ma di qualche mese no, per il semplice motivo che farebbe un enorme sconto ai nostri industriali a danno di quelli dei paesi del Nord.
EliminaLa fluttuazione "libera" non esiste, non è mai esistita, non esisterà mai, esattamente come, anche sotto il gold standard, non sono mai esistiti cambi nominali perfettamente fissi. L'unica forma di cambio effettivamente fisso è la moneta unica.
Quindi, ci sarà necessariamente una qualche forma di controllo della fluttuazione. Si può discutere sul fatto se essa debba avvenire all'interno di regole codificate, in base a quale razionalità, e quanto rigide.
Inutile illudersi: ogni accordo che preveda rigidità del cambio richiede la volontà di cooperare fra creditori e debitori, a valle degli inevitabili squilibri. In questo momento la cosa è ben chiara a molti. Deve anche essere chiaro che questi accordi non hanno MAI funzionato, nel momento critico.
P.s.: non capisco come farebbe la Germania a non rivalutare se noi svalutassimo troppo. Forse ti tocca rileggere la presentazione del blog: sai quella cosa della discesa e della salita?
Solo una precisazione al suo P.s.: si in effetti ho detto una corbelleria: in caso di euro del sud, esso gicoforza si svaluterebbe, per cui il marco si rivaluta: ho fatto una ipotesi di euro del sud che non si svaluta, evidentemente assurda altrimenti che lo facciamo a fare?
EliminaPer il resto spero che le regole siano non troppo rigide, vorrebbe dire che finalmente viene a cadere l'assurdo giudizio moralistico su chi ha una moneta che si svaluta per causa di un riaggiustamento dei fondamentali.
un eventuale distacco dall'alto sarebbe accompagnato da una campagna diffamatoria verso il meridione e non so quanto si possa intendere collaborativa e pacifica una simile prospettiva. resta poi il fatto che un altro euro non è possibile, i motivi li ha spiegati molto bene lei, ma non se ne fa menzione nel documento. Insomma, si è posta l' attenzione su larga scala ma sappiamo che la strada da fare va ben oltre alla formula uscita/svalutazione, primo su tutto una continua e corretta informazione perché se non arriva alla massa il motivo della situazione non sarà così semplice proporre la soluzione. O contiamo sul rinascimento del #Pude? Naaaa..
RispondiEliminaÈ comunque un passo importante, un ulteriore tassello. Complimenti per la sua coerenza, ce ne fosse...
Caro Fabio,
Eliminaè indiscutibile che alcuni organi d'informazione, cioè alcuni partiti politici del Nord, cioè alcuni interessi economici del Nord, potrebbero avere la tentazione di sfruttare il momento in senso ulteriormente "leghista", dando la colpa ai corrotti, pigri, ecc., del Sud. Ma a parte il fatto che questo già sta succedendo da un decennio (direi da Hartz in poi, o forse da Teutoburgo in poi), come vi ho detto dall'inizio dell'anno, il problema di questo tipo di menzogna è che, a differenza delle menzogne della mortadella e della 'zdora, il risultato è di creare una ulteriore volontà di distacco nelle popolazioni del Nord.
Il punto è che al Nord come al Sud le masse faranno quello che la Bild (rispettivamente: il Tg1) gli diranno.
Non sto dicendo che questa proposta sia attuabile, non credo sia il caso di fare il processo alle intenzioni, dico solo che questo manifesto parte dal problema, a differenza di tutti i manifesti dei Quisling nostrani (o di insignificanti e farlocchi movimenti minoritari, che però non riescono mai ad avere una visione di insieme sufficientemente chiara).
L'attuazione passa però necessariamente attraverso una composizione, non facile, degli interessi economici a monte. L'elettorato seguirà. Quando si sarà deciso che si dovrà fare, vedrete Rinaldi ospite fisso al Tg1 e nel giro di una settimana TUTTE le casalinghe, che già sono convinte in cuor loro, e TUTTI i dr. Livore, saranno convinti della necessità di uscire.
Secondo me il documento menziona molto bene i motivi per i quali un altro euro non è possibile. Notate anche che se NON menziona direttamente l'importanza del debito privato, d'altra parte la parola "debito sovrano" non c'è, e quella "debito pubblico" c'è solo nel mio curriculum.
Trovo questa soluzione molto intelligente politicamente: si può non insistere sulla cosa giusta (se questo rischia di scoperchiare il vaso di Pandora) se però si evita di dire la cosa sbagliata. Esattamente quello che Grillo NON è stato capace di fare (nonostante gli sia stato suggerito in modo piuttosto chiaro).
Continuo a rileggerlo e suona sempre meglio, non avevo colto l'importante assenza, grazie per le osservazioni che condivido pienamente.
EliminaSe il gioco è quello di riempire gli spazi mi dichiaro subito perdente e me ne sto a guardare il tavolo (o a bordo campo).
RispondiEliminaIl manifesto mi sembra una proposta sensata, forse l'unica possibile al momento. Per quanto mi riguarda istintivamente appoggerei una scelta molto più traumatica, tipo chiudere le banche italiane venerdi con l'euro e riaprirle lunedi mattina con la nuova lira ed un controllo stringente sui movimenti di capitale. Usciamo per primi perchè....chi mena per primo mena due volte!
Mi rendo conto però che in un contesto veramente europeo sia necessario tenere presente che non è un duello uno contro uno ma rischierebbe di diventare un tutti contro tutti, per cui è necessario un coordinamento ed una presa di coscienza veramente globale, che tenga anche conto delle esigenze altrui e giustamente gli economisti che vi aderiscono rappresentano un pò tutte le anime di questa Europa.
In sostanza questo manifesto mi sembra un compromesso efficace sopratutto come primo (e anche secondo) passo per uscire dalla gabbia.
Con buona pace del sottoscritto che voleva brandire la spada. :-))
Mettendo assieme teoria economica e costruzione giuridica dell'Unione Europea, come direbbe il prof. Rinaldi, "Qui viene giù tutto". Mi pare questa l'acquisizione dalla quale muove il manifesto. Gli uomini di buon senso, quelli che non hanno da difendere alcun interesse di bottega, quelli che la storia la osservano dall'alto, quelli cui la sofferenza degli altri non ha solo le cifre di un IBAN di una Onlus, si preoccupano di indirizzare gli eventi verso sforzi cooperativi e solidali di uscita dal dramma che in questa fase storica si chiama "recessione". Il manifesto è questo, l'alto senso di responsabilità e di umanità verso gli europei stremati, verso dei popoli che hanno smarrito la facoltà di immaginare il futuro e la gioia e l'opportunità di edificare per i propri figli. Sarà da qui che un nuovo afflato di umanesimo potrà alzarsi e trasformare l'Europa nella culla della civiltà del XXI secolo. Cosa dobbiamo costruire? Un continente di uomini e nazioni libere e sovrane, cooperante e solidale, uno spazio comune dove le forze del progresso siano in grado di dispiegare tutta la propria volontà. Capitale e lavoro continueranno a perseguire interessi contrastanti, il male non svanirà così come le malattie, domani forse continuerà a piovere e la bella stagione sarà tarda ad arrivar, le delusioni e i fallimenti accompagneranno ancora le nostre vite, insomma tutto l'armamentario di cui il Creatore ci ha appesantito ce lo sentiremo sopra le spalle sempre troppo piccole, ma lo spirito creativo dell'uomo, quello sì, lo avremo reso grande e forte e in grado di trasformare la realtà. L'Europa ha bisogno di camminare sulle gambe di una nuova stagione dei lumi e che torni ad essere la casa dell'Humanitas. Si può fare tutto questo partendo da un manifesto che propugni la fine di una moneta unica e il ritorno a cambi flessibili? Detta così sembrerebbe cosa piccola e arida rispetto al compito immane, ma vorrei far notare la storia recente abbia ridotto e concentrato le residue capacità speculative dei molti in un ambito ristrettissimo (che definirei il "tappo") che si riassume in pochi concetti: spread, debito pubblico, riforme strutturali, razionalizzazione, privatizzazione, tagli, deficit e amenità del genere. Ora capite come sia necessario e prioritario far salutare proprio questo "tappo" per liberare dalle ostruzioni ideologiche il pensiero? Vorrei firmare anch'io il manifesto, ma non sono un economista ed è giusto che a firmar lo siano solo accademici e scienziati di chiara fama, non per amore delle avanguardie elitarie, per le quali non nutro peraltro alcun pregiudizio, bensì per evitare che venga confuso nel mare magnum degli accorati appelli dal buonismo peloso. Questa è scienza non fantascienza! A noi diffondere e sostenere il manifesto. Quando la politica interverrà, perché dovrà intervenire, saremo tutti noi chiamati a dare il volto nuovo alla novella polis.
RispondiEliminaA te e a lungofucile è quindi chiaro quello che è chiaro a me: questa cornice molto ampia ci lascia con il compito di promuovere nel nostro paese un movimento di opinione che informi in modo corretto quelli che risponderanno alla chiamata.
EliminaSto lavorando, e non da solo (anche se ovviamente non con economisti), anche su questo fronte.
"movimento di opinione che informi in modo corretto"
EliminaGrazie Prof!
questo, secondo me, è in assoluto ciò di cui ha più urgente e profondo bisogno il popolo italiano, ed europeo
è importante che ci sia una strada, è importante avere un'auto che la possa percorrere...ma chi sta al volante, come pure chi sta sui sedili, devono sapere dove andare, e perchè.
Mi perdoni, Prof, la prevedibile ovvietà di queste considerazioni, ma mi sgorgavano dal senso di gratitudine per l'opera che fa Lei, questo blog, e chi Le sta dando una mano
Caro prof, dopo aver letto e riletto quasi tutta la sua opera sull'euro e sulla situazione economica attuale ed essendomo trovato d'accordo su quasi tutto (purtroppo per lei, questo fatto non avvalora la sua opera:) e ringraziandola per avermi fatto capire come funzionano le macroeconomie, mi son trovato in una strana condizione.
RispondiEliminaPensando e ripensando alla totalità delle dinamiche che interagiscono nelle società attuali e valutandole a fronte di tutte le indicazioni da lei fornite, alla conclusione di ogni riflessione restava sempre una parte di vuoto, come quando, pur nella completezza e nel rispetto della sequenza dei controlli e delle procedure da svolgere, il motore non parte.
Poi, faticando, e di molto, e non per colpa delle mafie, mi è parso di intravedere alla base del concetto la motivazione di quel vuoto di cui sopra.
La questione è molto semplice: non è che tutta la problematica che impedisce alle società di attuare delle politiche pluralistiche si possa riassumere nella diversa concezione filosofica alla base della quale chi tira le fila e detiene il potere normativo (o riesce ad influire su di esso) ritiene che i sistemi umani riflettano le dinamiche della natura e che quindi debba prevalere colui/coloro che riesce/riescono ad adattarsi meglio e più velocemente alle nuove e diverse condizioni? (e che quindi stringendo stringendo possiamo riassumere in: arrangiati?)
Non è che le aspettative nei confronti della democrazia abbiano travalicato le potenzialità della stessa?
Ricordo che, con le attuali regole, una maggioranza del sistema sociale, che potrebbe anche,e lo è, essere formata da forze ideologicamente opposte, che convergesse nell'interesse comune di mantenimento delle condizioni di privilegio, potrebbe governare una società sulle "spalle" di una minoranza (Ultimamenta la tecnologia ha avuto questo effetto collaterale e non vi trovo molta differenza rispetto all'antica condizione di schiavitù).
Intendiamoci; stiamo dalla stessa parte, ma questo non significa che si debba per forza marciare tutti al rullo dello stesso tamburo e dimenticarci che dall'altra parte suonano una musica che ha una metrica diversa.
I concetti dai quali scaturiscono il loro ragionamenti sono "leggermente" diversi e non credo siano disposti a modificarli soprattutto se in cambio avranno un peggioramento della loro condizione.
Grazie per l'attenzione.
So what?
Elimina(vabbè, tanto è gratis)
Gratis? ho perso mezzora della mia misera vita per scriverle......
EliminaA chi ha il potere, e cioè banche, multinazionali, grande industria, apparato statale ecc ecc, i quali insieme formano un gigantesco comitato d'affari, non frega nulla delle nostre fisime sulla giustizia e sui diritti universali ed etici delle persone.
I sistemi li decidono loro, e ultimamente anche grazie alla democrazia e non a gratis :)......ecco cosa.
Sì, in effetti direi che l'hai persa. Scrivere delle banalità non è un modo utile di impiegare il tempo, e queste visioni complottistiche e apocalittiche temo rientrino nella categoria. Hanno sempre comandato i ricchi, sai? Sei stupito? Mi spiace. Purtroppo è così. Allora tu come vuoi lottare? Io provo a smontare un pezzo del loro giocattolo. Tu vai pure ad assaltare il Palazzo d'inverno. Si può fare anche d'estate, volendo.
EliminaQuesto non è un blog di filosofia politica per dilettanti. È in blog di economia per aspiranti professionisti. Senza nulla togliere al diletto e alla filosofia.
Se questo scenario dovesse concretizzarsi, quale potrebbe essere il ruolo della BCE durante il periodo di transizione? Sarebbe chiaro da subito che l'esito del percorso è quello di riavere Banche Centrali nuovamente soggette all'esecutivo?
RispondiEliminaLo chiedo alla luce di tutto quello che, riguardo alle BC, è stato detto qui sul blog, nel "Tramonto dell'euro" e su Orizzonte48.
Ancora una volta infinite grazie! Il mio debito verso di lei aumenta sempre (spero in un haircut).
Oh! Finalmente si cominciano a riempire gli spazi. Uno dei problemi è proprio questo: l'arretramento della Bce. La Bce nel lungo periodo (che non sarà così lungo) morirà. La soluzione proposta dal manifesto non è solo controllata, ma anche progressiva: prima esce la Germania (e quindi la Bundesbank riprende il suo ruolo) e poi si vede come dividere il resto. I problemi, ovviamente, sono due: la gestione dei saldi Target2 e la gestione della governance della Bce "residuale".
EliminaIl primo problema esiste comunque. Il secondo non credo che sarebbe complicato dall'uscita del partner tedesco. M è chiaro (a te come a me) che questo è il punto da studiare per dare uno straccio di possibilità di fattibilità concreta al manifesto.
Non capisco la magnitudine del problema. Se la BCE semplicemente sparisse non credo accadrebbe nulla di catastrofico ai saldi Target 2, che sono allocati nelle varie banche centrali nazionali. Semplicemente verrebbero regolati a discrezione delle varie BC La BuBa si ritroverebbe con un sacco di depositi da ripagare e le banche centrali dei paesi del sud con un sacco di crediti verso le banche normali. Il che non e' un problema nel caso la BC possa stampare moneta: la BuBa potrebbe all'occorrenza regolare tutti i depositi e le BC dei paesi del sud non soffrirebbero dei crediti inesigibili. Di cosa non tengo conto? Dove trovo informazioni ulteriori al riguardo? Google e' mio amico, ma non gli sto molto simpatico.
EliminaIl titolo del manifesto parte tracciando una differenza, una distinzione: €uro ed Europa NON sono la stessa cosa. Da qui discende la tesi: Rompere l'€uro senza rompere l'Europa.
RispondiEliminaNoi non siamo contro l'Unione Europea e il Mercato Unico, che sono conquiste e progetti della politica e della economia E per la politica e per l'economia. I trattati costitutivi, il modello così come originariamente concepito è fondato sulla cooperazione, non sulla competizione tra stati membri.
L'Europa non è una AVO. L'€uro, introdotto nel momento sbagliato (inizio e non fine del processo di intergrazione) ha determinato le condizioni attuali, nell'€urozona, le quali 'chiamano' la risposta più logica, ovvero 'più Europa', che è anche la più sbagliata: i trasferimenti (inattuabili).
Più Europa conduce inevitabilmente alla distruzione dell'Unione Europa e del Mercato Unico.
La soluzione è l'abbandono del modello 'competitivo' dell'Europa, come fino ad oggi è inteso. Nord Europa adesso basta, subentriamo Noi (per dirla alla Luttwak a in Onda del 04/05/13). Il modello competitivo ha previsto/presupposto condizioni 'uniche' per i concorrenti (un club di pari) perchè la competizione potesse svolgersi 'correttamente', e ha imposto 'regole di ingaggio' uniformi.
Il modello della cooperazione e della solidarietà presuppone il riconoscimento dell'autorità e delle specificità e il rispetto delle regole 'naturali' di funzionamento degli Stati Sovrani membri nell'ambito della partecipazione non solo politica (ma anche economica) al funzionamento dell'Unione Europea e del Mercato Unico.
"La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei." Ci uniamo perchè uniti siamo più forti (più forti rispetto a chi? troppo facile...) e ribadiamo che vogliamo la frantumazione controllata dell'€uro E la preservazione dell'EU e MU.
Per ottenerlo, Noi lo vogliamo e lo dovrebbero volere tutti (anche il 'chi' di cui sopra). Occhio amici che non vorreste eventualmente collaborare al pacifico processo di ritorno alla sovranità monetaria. Fate attenzione a non rompere troppo i co...oni. Siamo disposti a venire incontro alle istanze dei creditori, facciamo finta di non ricordare che vi siete messi da parte un bel bottino. E quindi per il tempo necessario alla 'negoziazione' delle condizioni successive alla frantumazione controllata, facciamo che Tu esci e noi restiamo nell'€uro. Oscillazioni ce ne saranno e potrebbero solo complicare un processo comunque di suo già complesso.
Ma non ti azzardare (Tu) a pensare di voler lasciare il tavolo del ristorante senza pagare il conto. Altrimenti che guerre valutarie siano: in questo gioco potresti, Tu, trovarti con meno alleati di quanti ne avremo noi.
(mi piace pensare che nel manifesto ci sia un velato deterrente in forma di minaccia, n.d.S)
Perchè questa strategia?
E poi alla fine consentiteci lo scazzo a noi tecnici, gli economisti. Emmòbbbasta con Friedman, la supply side, la competitività da lato dell'offerta. Se nessuno ha per comprare, a chi ca..o pensate di vendere (se non al vostro magazzino)?
Sai che non ti capisco? Il che, come vedi, non è un motivo per non pubblicarti.
EliminaMeglio se avessi aggiunto una sorta di premessa, per dire che, seguendo la teoria dell'informazione che dice che quando si emette il segno 'A' si comunica 'non B fino a Z', commentavo il manifesto leggendo "lo spazio bianco tra una riga e l'altra" (cit.).
EliminaQuello che emerge è il "Tramonto dell'€uro". Ovviamente, dal mio punto di vista.
Il "sostrato" scientifico del manifesto è questo articolo, che mi era stato inviato a novembre, e che trovo molto ben scritto, anche se ovviamente, come per il manifesto stesso, non lo condivido integralmente (non aggiungo le considerazioni sul fatto che se ne vale la pena so arrivare a un compromesso!). Suggerisco di dare un'occhiata perché ci sono spunti dialettici utili (si parla di Perotti, si parla dello studio UBS, ecc.). Penso che se c'è onestà e non ci sono ambizioni politicanti (ma magari politiche sì) è abbastanza difficile, oggi, indicare la strada completamente sbagliata. Solo i nematelminti ci riescono, ma loro, oltre a non avere il dito indice, hanno anche un modo di procedere necessariamente sinuoso.
EliminaGrazie per il link all'articolo CASE del giugno 2012: lo leggerò così come ho fatto con gli altri che via via ci ha segnalato.
EliminaLei dice "Penso che se c'è onestà e non ci sono ambizioni politicanti (ma magari politiche sì) è abbastanza difficile, oggi, indicare la strada completamente sbagliata". Beh, sottoscrivo.
Io mi sono persuaso di una cosa, ovvero di rimuovere il dilemma che si poneva domandandosi se si trattava di incompetenza o di malafede. Beh, io ho risolto la cosa scartando la prima delle ipotesi. Giunti a questo punto nella tragedia che ammorba il vecchio continente, non è proprio più possibile, imvho, ritenere che l'avversario 'non riesca a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie' (ovvero non colga l'oggettività della situazione).
P.s.: la versione rivista dell'articolo CASE è linkata nella biografia di Kawalec, pubblicata su German Economic Review e (a quanto pare) attualmente free. Comunque ho chiesto i permessi opportuni per rendervela accessibile.
EliminaIl link messo mi ha consentito di fare il download di tutte le 41 pagine, ma mi domando se non sia allora meglio la versione rivista. Nel qualcaso la devo ancora cercare.
EliminaMi sembra, se ho capito il che non è detto, che Granville Henkel & Kawalec siano già andati oltre calando la soluzione tecnica nello scenario politico; cioè se tecnicamente da un lato riaffermano che la cosa migliore sarebbe un'uscita controllata dall'alto, ovviamente Crucchi in testa, con supervisione di garanzia della BCE, nell'articolo dicono altrettanto chiaramente che un comportamento del genere non è nelle corde nè dei Tedeschi nè della BCE; in altre parole ma chi glie lo fa fare a costoro non tanto di segare il ramo su cui sono seduti quanto di fornire il paracadute oltre che a se stessi, anche agli altri che precipiterebbero?
RispondiEliminaMi sembra di capire che GH&K dicono: poichè tra "gli altri" che cadono c'è la Francia, la speranza "politica" è che la Francia costringa "politicamente" Germanaia e BCE ad occuparsi anche degli altri.
Va da sé che questa strategia è da un lato molto "supply side", e dall'altro contrastata dal PUDE francese nella persona di Hollande. Tutti punti di perplessità e di necessario approfondimento. Il mio punto, non so se è chiaro, è che avevo molte più perplessità verso la sinistra italiana amica dell'euro che verso la destra europea giustamente critica. In altre parole, perché potessi pensare di esercitare un minimo di mediazione, mi occorreva avere:
Elimina1) un minimo spazio
2) un minimo obiettivo
Allora: qui l'obiettivo, chiaramente, è la visibilità per una proposta di buon senso. Direi che gli aderenti hanno tutti gli strumenti per garantire visibilità e credibilità, quindi l'obiettivo è già raggiunto.
Se poi si va oltre, meglio, ma per quello ci vuole spazio.
Lo spazio qui c'è, perché, in estrema sintesi, ci si confronta partendo da quello che ho sempre considerato come presupposto irrinunciabile (l'euro deve morire perché viva l'Europa), e lo si fa con interlocutori alcuni dei quali sono "avversari" che partono da posizioni tendenzialmente opposte su temi quali la governance della Banca centrale, l'interpretazione dell'inflazione e del conflitto distributivo, il ruolo dello Stato nell'economia, la diagnosi della crisi, ecc.
Ne sono consapevole.
Ma voi siete consapevoli che meglio questo, piuttosto che gli agguati di traditori che partono da posizioni falsamente simili.
Poi i confronti si possono vincere, perdere, si può tentare di mediare, ecc.
Ma le pugnalate alle spalle anche quando sono solo della fastidiose punzecchiature, rimangono un modo poco costruttivo di impiegare il tempo, e so che mi capite.
Ricordo sempre che riappropriarsi della moneta è uno snodo necessario verso il riappropriarsi della Costituzione (sintetizzando e forse caricaturando il pensiero di Quarantotto, che se sbaglio mi correggerà). La nostra costituzione non dice che l'Italia deve uscire "da sinistra". Pone però seri dubbi sulla legittimità di tutte le norme conseguenti all'euro che compromettono il diritto al lavoro. Non devo rifarvi tutta la storia. Ci siamo capiti, vero?
Nessun "caricaturando", l'essenza del discorso è quella.
EliminaSenza fine dell'euro non c'è Costituzione (ri)attuabile (come sarebbe obbligo di parlamento-governo in situazione "normale").
A ben vedere, poi, la questione del dopo e dei non trascurabili particolari di cui parli - ruolo della banca centrale, concetto di redistribuzione, intervento pubblico nell'economia etc.- si risolverebbe automaticamente sulla base del seguente principio:
L'ART.11 COST. NON CONSENTE CESSIONI DI SOVRANITA' MA SOLO LIMITAZIONI E IN CONDIZIONI DI PARITA' E DI PERSEGUIMENTO DELLA PACE TRA I POPOLI. L'ART.11 OBBLIGA A VAGLIARE, CON ATTENZIONE LE CLAUSOLE DEI TRATTATI INTERNAZIONALI PER VERIFICARE QUESTE EFFETTIVE CONDIZIONI E LA COMPATIBILITA' COI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE (cioè i diritti fondamentali, primo il lavoro, e l'attivazione=intervento delle istituzioni per rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione dei lavoratori al progresso economico e sociale del paese: artt.1, 3 e 4 Cost.).
Ma se nessuno si ricorda più di questi elementari principi fondativi della nostra democrazia, non si può fare nulla...di buono.
Quindi, smuovere la acque come prefigura il manifesto, facendo venir meno il dogma del "vincolo esterno", avrebbe il pregio di obbligare classe politica, e giuristi assuefatti e acritici, a riprendere il dibattito sull'attuazione della Costituzione del '48, DIALOGANDO PER NECESSITA' CON GLI ECONOMISTI CHE AVREBBERO DATO ORGINE AL NUOVO SCENARIO.
E smettendola di divinizzare gli economisti Von Hayek-Lucas-Friedman (che poi, in pratica, non sono neppure seguaci di costoro, ma aziendalisti e finanziaristi con ruoli esecutivi nelle banche, prima, durante e dopo aver ricoperto ruoli accademici o istituzionali).
Basterebbe che si verificasse questo: un miracolo? No, solo, come dici, un cambiamento del vento.
Riaprire il discorso è l'inizio obbligato di un recupero di 30 anni "perduti" di restaurazione reazionaria del capitalismo "sfrenato" di cui parla Popper.
Se poi a "sinistra-sinistra" (dove potrebbero riscoprire di trovarsi molti "riclandi") non si accontentano, divenendo improvvisamente intransigenti sul capitalismo in sè, allora ci dicessero dove diavolo sono stati mentre la Costituzione era in stato eversivo di sospensione e proprio sulla tutela del lavoro.
Temo che non saprebbero spiegarlo, se non blaterando qualcosa contro gli Stati nazionalisti, il conflitto europeo, e l'unione transnazionale della forza lavoro.
Cioè il "contrario della verità" (di nietschziana memoria), della costruzione europea "reale", emersa vilmente dai fatti che non hanno avuto il coraggio di contrastare.
Ci sarà da divertirsi e non faccio nomi. Per ora (abbiamo tutto il tempo nei prossimi mesi)
Grazie per il conforto. Come sai, ho poco tempo per studiare (studiarti), ma più si avanti più le questioni diventano intricate e se credo nell'interdisciplinarietà non credo nella tuttologia, quindi sto molto attento a esprimermi con cautela in ambito giuridico. Da giugno sarà diverso (non nel senso che diventerò tuttologo, ma che mi metterò a studiare).
Elimina@48 Quel che io mi sento dire dai sinistri-sinistri è che loro c'erano eccome, che han fatto tante lotte, che son stati gli unici, ma che da un lato il "popolo bue" non li capisce in quanto ipnotizzato dalla propaganda (e un po' per questo lo odiano), dall'altro lato loro soro sono stati volutamente oscurati dai mezzi d'informazione (volendo anche sottintendere che questo testimonia del loro agire davvero "contro il sistema")
EliminaMi pare di poter dire a quelli in buona fede che sperare di ottenere di volta in volta risultati diversi facendo sempre le stesse cose e rifiutando di confrontarsi con le voci che vengono da fuori della loro "echo chamber" oppure escludere queste voci mettendosi le mani sulle orecchie e urlando per non sentire, non può che portare all'estinzione (e su quest'ultima frase mi pare di udire un sentito "estiquatzi")
Effettivamente anche a me sembra che il maggior merito di questa proposta sia quello di individuare in maniera chiara la causa del problema proponendo, nel contempo, una soluzione concordata che permette l'apertura di un dibattito pubblico. Al contrario ogni soluzione unilaterale, per propria natura, esige che eventualmente il dibattito si faccia dopo. Siccome mi sembra che il livello di consapevolezza sia ancora molto basso ben venga la possibilità di farlo crescere. Poi rimango convinto che difficilmente si riuscirà a convincere la Germania ad una qualche forma di cooperazione.
RispondiEliminaCaro Stefano, tu sai, perché hai organizzato questo incontro, che cooperare con gli italiani non è solo difficile: è anche inutile!
EliminaEsorto sempre a ricordare che la Germania non è una signora bionda che parla tedesco e vive in Germania, ma un insieme complicato di attori sociali scoordinati che in questo momento hanno, ognuno a casa loro, delle belle patate bollenti da cavare dal fuoco. Ad alcuni di questi fa senz'altro comodo il "tanto peggio, tanto meglio", ad altri forse no.
Il quadro è fluido, ma dovendo affermare una proposta, più che altro per far capire che non sono (non siamo) dei pazzi che gridano nel deserto, mi è sembrato meglio aderire ad una proposta che sta al punto (come anche tu noti), piuttosto che a proposte fumose ed elusive.
In linea di principio il Fogno socialdemocratico europeo, chissà, forse piacerebbe anche a me. Ma non tanto da non riconoscere che è un Fogno, e soprattutto non tanto da continuare in suo nome il massacro. Qualsiasi cosa è meglio.
Grazie mille prof!Non vedo l'ora di diffonderlo!Ormai pero'devo leggerla di nascosto poiche' a mia moglie, nel sentirLa nominare, le si accende la fiamma della gelosia mai sperimentata neanche con le ex fidanzate!
RispondiEliminaConcordo su tutto, compreso sulla moglie! :-)
EliminaOttimo e abbondante, e il manifesto(quello giusto) e buona parte dei commenti.
RispondiEliminapenso che la presa di posizione e l'uscita allo scoperto di chi ha la giusta visione politica, economica, e costituzionale non possa che accellerare i processi in corso,e, da parte mia, vista l'insipienza dei vari fassina, martone. della vedova, letta ortotteri vari,paperi e il PUD€ compatto, non possa essere che il crollo spero governato
Stronzo! Il 15 giugno non potrò essere a Parigi per la presentazione del manifesto. Da quando l'agenda di Sapir, di Henkel o della Granville è diventata più importante della mia?
RispondiEliminaE dicevi che mi volevi bene ... Sei il solito arrivista!
Da sempre. Vorrei anche precisare che io non ho potuto partecipare all'elaborazione del manifesto, perché da quando mi ha scritto Kawalec (il 13 novembre) a quando il manifesto è stato presentato (il 23 gennaio), sapete bene quanto i vostri riveriti IO mi hanno dato da fare (devi venire da IO, devi rispondere a IO, che ne penZi di IO, ecc.), per non parlare del casino determinato dalla gestione molto professionale del libro (Il tramonta dell'euro, edizione il Melograno, ve lo ricordate?), della necessità di partire per la Francia, ecc.
EliminaNoterete che sono riuscito ad aderire al manifesto non appena, mandati tutti al diavolo, ho trovato il tempo di leggerlo. L'ultimo IO che mi ha avuto è stato il buon Mimmo Savino di Matera. Ora pensiamo ad altro.
Non ti ho mai voluto bene, era solo un'attrazione fisica, anzi, matematica.
Chi IO? In verità la mia (la nostra, del comitato APE) è stata tutta una gran messa in scena per pubblicizzare Matera su questo blog. E direi che IO ci siamo riusciti benissimo.
EliminaIo invece, zitta zitta, a Parigi ci vengo.
EliminaSe l'organizzazione della famiglia va in porto secondo i piani.
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RispondiEliminaA parte il classico pò, che per simmetria esigerebbe un piu', di queste cose qui (o quì) si è gia' parlato (o già) e forse bisognerebbe tenere conto del fatto che tutto quanto evoca lo stucchevole e collaborazionista dibattito sull'uscita "a destra" mi dà (o da') l'urto (o lurto) di nervi, per i motivi noti. In altre parole, tutto quello che non è ovvio su questo tema è già stato detto PRIMA su questo blog, quindi buona ricerca e buon ascolto. Il problema esiste, ma in Italia se ne fa solo un uso strumentale, quindi passiamo oltre.
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EliminaPer pietà, Stefano! Condividiamo il nome, ma ti prego, non proseguire nel tuo diabolico programma "...interverrò più spesso." senza leggerti prima per una settimana il blog. Si deve morire tutti (secondo principio della termodinamica) e il tempo (irreversibile) è poco per sprecarlo a leggere questi due tuoi primi commenti. (volevi un intervento a gamba tesa: eccotelo!)
EliminaPERFETTO...
RispondiEliminaIl manifesto così come impostato mi sembra, a mio modestissimo avviso, ben calibrato ed abbia sia centrato il problema senza girarci intorno(EURO)sia trovato la possibile soluzione(SEGMENTAZIONE)che provocherebbe meno danni sia a nord che a sud, o comunque meno danni rispetto ad un implosione non controllata dell'area euro.
Certo non considera molti altri problemi, ma penso saranno affrontati di conseguenza e risolti in funzione del raggiungimento dell'obiettivo principale(abbandono euro).
Ora però inizia il difficile. Come persuadere la classe politica facendola considerare questa proposta come possibile ed auspicabile?
Dando la propria disponibilità alla classe politica giusta, che non è quella dei collaborazionisti italiani, ma quella di chi fuori dalla colonia Italia si è accorto che questo gioco non può durare. Voi pensate che Letta, o i suoi elettori, conteranno qualcosa nel momento in cui questa proposta dovesse catalizzare sufficiente attenzione all'estero? Gli direbbero: zitto e togli gli aracnidi dalla Rai, e il giorno dopo, previo passaggio di Rinaldi o Borghi al Tg1, saremmo tutti d'accordo. Scusate, ma il problema è causato dalla costruzione europea e credo si debba provare a risolverlo in Europa...
EliminaSolo un consiglio nel caso in cui succedesse...a Borghi lo vedrei bene al TG3 :))
EliminaVoi pensate che Letta, o i suoi elettori, conteranno qualcosa nel momento in cui questa proposta dovesse catalizzare sufficiente attenzione all'estero?
Eliminal'impressione è che letta (pude&co) si stia preparando alla ritirata e a sopravvivere politicamente alla fine dell'euro (cosa che non troverei cosi' sorprendente )
qui un esempio : Quanta (e quale) Europa vogliamo
introduce Ferruccio De Bortoli
interviene Tito Boeri
Relatori Enrico Letta
Luogo Auditorium Santa Chiara -trento 1 giugno ore 15
(cosi' se qualcuno vuole andare all'incontro magari potrebbe fare
delle domande...)
Insomma siamo passati dal piu' europa a vogliamo gli use
a un quanta (mangiato troppo?) e quale (facciamo i capricciosi?)
Nota:questo è un convegno pagato 'ispirato' da Bc intesa e fiat...
Prof non ho parole... però mi sento un pò più leggero
RispondiEliminaAlbè sei proprio un paraculo, nonostante ce l'hai più corto di tutti... il cv, ti sei messo per primo fra i firmatari, il tuo ego e il tuo narcisismo sono smisurati! :-)
RispondiEliminaScherzi a parte, vorrei segnalare un articolo suddiviso in 2 parti, che i grandissimi ragazzi di Voci dall' estero (e molto più produttivi di Bagnai) Carmen e Alex hanno tradotto.
L'articolo in questione è stato scritto da tre dei firmatari del manifesto, Brigitte Granville, Hans-Olaf Henkel e Stefan Kawalec.
Qui i link ai due post
1 http://vocidallestero.blogspot.it/2013/05/salviamo-leuropa-sciogliamo-leuro.html
2 http://vocidallestero.blogspot.it/2013/05/la-francia-deve-farsi-carico-dello.html
P.S. Albè ma Asfaltatori si nasce o si diventa ? DipendentePubblicoBruttoImproduttivoConSecondoLavoroAntiPUDE!
Siamo in ordine alfabetico. Appena Alberto Alesina capirà che il vento è cambiato (ci vorrà un po', è lentino), sarò lieto di essere secondo. Seguirà un articolo sulla stampa italiana.
EliminaPerò Zingales potresti già metterlo in ultima posizione, per il cognome e per quello che ha detto sull'euro e sulla crisi premeditata dell'UE.
EliminaGià vedo il titolo, NEO-MANIFESTO ECONOMICO EUROPEO da Alesina a Zingales passando per Bagnai, Borghi, Bisin e il leader Giannino, NoiosiAmerikeni, Spaghetti-Liberisti e Goblottistoni, tutti insieme appassionatamente !
Te piace ?
Comunque ottimo lavoro, se riuscite a dare diffusione nazionale, sarà una vittoria della verità e della corretta informazione.
Il PUDE ci rimane secco !
Non ne sarei così certo. Sicuramente però è difficile liquidare un Nordvig come inesperto, o un Henkel come antigermanico, o un Sapir come destrorso. Ci si prova.
EliminaMi sembra un buon punto di partenza nonostante presenti qualche rospo da ingoiare (ie politiche "prudenziali" dei paesi settentrionali...).D'altra parte non credo ci siano molti tedeschi pronti a sottoscrivere questo,anche se è la pura verità.
RispondiEliminaBello il logo del manifesto con il cerchio di stelle colorate in campo azzurro,io da qualche anno provo un certo disagio quando vedo la bandiera €uropea,con tutte quelle stelle gialle.
Finalmente una gran bella notizia: la costituzione di un fronte internazionale di alto spessore, che apre quello che altre parti hanno sempre cercato di presentare come il tabù per antonomasia.
RispondiEliminaMi interrogo perO' sù come reagGiranno i circoli euristi quando gli verrA usato contro il termine "Rivalutazione":
- I LuogoKomMunisti riposeranno finalmente in pace col pugno alzato e gridando "Hasta la Revalutacion"?
- I Materieprimisti, oltre al "Svalutati Siam Rovinati" avranno altri argomenti?
- I Moral-Boyz del "Baro chi svaluta" cosa stamperanno sulle magliette?
- E gli ImpaniKados? Smetteranno di seminare il panico al grido di "Mamma la Ciiiina"?
- e gli inflazionisti del "10 100 1000 volte tanto" cosa diranno?
Comunque, ottimo primo mattoncino.
Secondo me, umilmente, è un buon documento. Molti (o pochi) dei buchi da tappare sono questioni che ancora non si conoscono, perché è per forza di cose un processo in divenire. Va apprezzato un aspetto: non rivendica un'uscita unilaterale del paese, quella che fa molta paura agli euristi e ai "ti consiglio Sessualità e Nazionalismo", quindi è paradossalmente aperto a ogni tipo di ritardatario.
RispondiEliminaI nematelminti, se ho capito a chi ti riferisci, personalmente non li sopporto più. Il contributo alla discussione è nullo, sono i guardiani del falso storico.
Grazie e scusa per non avertene parlato prima. Ottima osservazione. Faccio anche notare che mi hanno offerto loro di mettere il link al mio articolo e al mio libro. Il libro è in italiano e magari, come dire, qualcosa potrebbe essergli sfuggito, ma l'articolo è in inglese, il che significa che c'è apertura verso posizioni che evidentemente non sono condivise da tutti gli altri. Questo è esattamente il contrario del metodo dei nematelminti: "Alberto, scusa, sai, ma questa cosa non la puoi dire così perché quell'altro ha detto cosà, e noi ci dobbiamo presentare uniti...".
EliminaSiamo uniti attorno al desiderio di dare visibilità al fatto che si possono infrangere i tabù. Basta volerlo.
Ho visto la luce!
EliminaAprire ai ritardatari e' secondo me una magnanimita' che molti piccoli Petain non si meritano. Ma capisco perche' si puo' giungere anche a questo compromesso. Ma credo voi parliate della gente comune. Mi consola il fatto che, dopo piu' di un anno che seguo questo blog e di riflesso mi interesso della vicenda, ho gia' capito che da qualche parte c'e' un taccuino pieno zeppo di nomi di persone in vista che questa magnanimita' non la vedranno nemmeno col binocolo. Com'e' giusto che sia.
EliminaScusate se non metto gli accenti, la tastiera tedesca immodificabile al lavoro me lo impone, e ormai ci ho pure colpevolmente fatto l'abitudine.
Semplicemente perfetto!
RispondiEliminaCavolo però dopo tutto il lavoro che hanno fatto per le nuove banconote stupende e fighissime da 5 euro che non le prende nemmeno la pompa di benzina, chissà che frustrazione, povero Mario...
Proprio ieri leggevo, da fonti poco raccomandabili e poco informate (mica sempre dobbiamo/possiamo leggere quegli bravi), del "suo Manifesto" propedeutico ad una sua entrata in politica??? Mi sono permesso di scriverle un po' allarmato. Ora capisco e mi sento meglio.
RispondiEliminaGrazie, e speriamo che a quegli "più in alto" comincino a fischiargli gli orecchi!!! Forte!!!
qui c'è un giusto piano di uscita dall'euro ma oltre a questo penso che non sarebbe sbagliato scrivere in appendice delle FAQ sulla svalutazione e sui brics. inoltre 2 righe su come continuare il processo eventuale di integrazione sulla base della teoria delle AVO
RispondiEliminaSono molto contento Prof. Il Manifesto è equilibrato al punto giusto, semplice e leggibile al punto giusto e ...assolutamente corretto; cioè tra le righe spiega quelle che sono le vere cause dei disequilibri europei (anche se ho avuto un brividino nel leggere "politiche prudenziali dei Paesi del nord" al posto del più corretto -ma politicamente insostenibile- "politiche sfacciatamente nazionaliste dei Paesi egemoni, volte a rafforzare il loro vantaggio competitivo sui Paesi periferici acquisito con pratiche scorrette, in spregio ai più elementari principi di solidarietà" o similari...:-))
RispondiEliminaPer questo il PUDE non lo appoggerà mai, dice la verità.
Quindi ai commentatori che sono rimasti un po' interdetti dalla "mancanza di sangue" (ci siamo capiti..) dico: attenzione, riflettete sul fatto che questo Manifesto può rappresentare IL punto da cui iniziare una seria e reale (R-E-A-L-E) azione politica di uscita, attuata pacificamente e con la partecipazione di una bella fetta di intellettuali europei; in altre parole, l'Italia sarebbe (finalmente) parte attiva della strategia di euro-exit, non più costretta ad avvallare decisioni prese in Francia o in Germania (l'uscita della Germania che ci avrebbe dipinto come "causa" primaria della rottura sarebbe stata una catastrofe gigantesca).
Per questo Prof. le dico un sincero e affettuoso Grazie!!
Ciao Vittorio,
Eliminaquesto e' il mio primo intervento, anche se e' da piu' di un'anno che seguo questo blog (con tantissimo piacere e imparando tantissimo). Abbiate quindi pazienza, sia tu che il prof. Bagnai (sempre che ritenga questo commento utile), se non e' utile/sensato/a tono, questo e' il mio primo tentativo.
Anch'io sono contento per questo manifesto, anche se non vedo tutte le conseguenze che comportera' e tutte sfumature politiche che esso contiene.
Pero' un paio di dubbi/osservazioni vorrei provare ad esprimere, alle quali magari anche altri lettori potrebbe contribuire.
Se siamo in questa situazione di economicidio, se ho capito bene da questo blog, lo dobbiamo anche al nanismo delle nostre elites, completamente supine rispetto alle nostre "illuminate" lobbies di capitalisti e alle pressioni estere/esterne. Se queste elites quindi hanno questo valore (nullo), anche saltando sul carro dell'auspicato euro-exit, come potrebbero assumere di punto in bianco un ruolo trainante nella definizione di un nuovo assetto? Credo che non ne avrebbero ne' la preparazione necessaria, ma ancor meno lo spessore caratteriale, abituati come sono a fare opera di genuflessione a Berlino ...
Eppoi, come potrebbe l'uscita della Germania dipingerci come causa primaria mentre i PIGS stanno ben peggio dell'Italia che manco ha chiesto (fin'ora) le grazie (per fortuna) del EFSF/ESM?
Distinti saluti e grazie per l'impegno civile!
Non ho letto tutti i commenti (lo farò al più presto) ma intanto: GRAZIE!
RispondiEliminaRibadisco: qui ci vuole un brindisi alla salute dei primi undici firmatari e, aggiungo, a quella di quelli che si aggiungeranno!
E' molto interessante il carattere internazionale di questo documento e credo sarà uno dei suoi punti di forza.
Però prof. un po' di filosofia potevate pure mettercela, fa sempre la sua porca figura! Ah, ah, ah!!!
Ancora: GRAZIE!!!
Andrea Zambrini
RispondiEliminaComplimenti per questa iniziativa europea. Che possa avere successo
Prof, grazie, davvero grazie per l'impegno civile. A lei a agli altri firmatari del manifesto.
RispondiEliminaL'idea che si possa infrangere il tabù dell'euro grazie a un'iniziativa internazionale di alto livello è semplicemente fantastica.
Intanto, semi-off-topic, vorrei segnalare un politico di sinistra che dice cose di sinistra (magari à semplice opportunismo, ma a volte ci si può accontentare) e fa autocritica.
Peccato si tratti di un alemanno...
Mi piace evidenziare che il Manifesto restituisce nobiltà all'acronimo ESM che da meccanismo di stabilità (tacci loro) diventa Manifesto di solidarietà.
RispondiEliminaMi fa piacere leggere una vera espressione del problema e non un accorato appello, e capisco che, come lei stesso ha detto, non possa essere d'accordo in toto, ma penso comunque che tutto questo rimarrà solo sulla carta. Personalmente, ho piú l'impressione che non ci sarà uno scioglimento ordinato o graduale dell'unione monetaria, ma che avverrà in modo caotico, non essendoci la minima volontà di cooperazione... però l'impegno è comunque da apprezzare!
RispondiEliminaL'atto politico più lucido fatto negli ultimi 10 anni e, com'è logico, non lo hanno fatto politici. Concordo su tutto (ma questo, detto da me, conta come il 2 di coppe con la briscola a mazze). Spero che trovi la risonanza che merita. Io, nel mio piccolo, contribuisco.
RispondiEliminaProfessore,
RispondiEliminavorrei ringraziarla, semplicemente perché mi ha aiutato capire quanto non ho mai voluto e saputo capire. Perché da posizioni e visioni vagamente ed inconsapevolmente fascistoidi (solo un anno fa pensavo: "perché mai la Merkel dovrebbe pagare i debiti della Grecia causa del vivere al di sopra delle loro possibilità …" già! - o gia’ -) ho visto che le cause erano altre, così come lo erano le soluzioni.
Crescere vuol anche dire sentire la responsabilità delle proprie scelte, scelte purtroppo spesso basate su presupposti rivelatisi falsi, o distorti, o “pilotati”.
La ringrazio della sua fatica e della sua pazienza (repetita juvant, o no ?!?) e di avermi indotto a “faticare” e sudare studiando cose che mai avrei creduto potessero appassionarmi, così da capire, almeno un poco, più di prima.
Un grande Manifesto e, come detto più sopra, può mancare l’odore del sangue e non si avverte l'urgenza d'affilare la Durlindana per mozzare il capo dell’ €uromostro, ma credo che così debba essere iniziato il cammino. Molti i passi da fare dopo averlo infine intrapreso, molte le questioni da affrontare. Bisogna rendere evidente il coraggio dei giusti (ops! stavo per scrivere “saggi”) e non spaventare né minacciare, non il più debole ma nemmeno il più forte. Spero che un giorno alle molte "belve" ferite, (notoriamente le più pericolose perché stravolte dalla paura)che si aggireranno tra noi con la bava alla bocca, sia consentito il rifugio nel fondo della loro tana.
Noi comunque siamo e saremo Italiani, siamo e saremo Europei, ma siamo o saremo Uguali?
Un Ssogno ? Io ci spero. I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident
Approvo totalmente il documento dato che da qualche parte bisogna pur iniziare , ma credo che poi i singoli stati debbano attivare politiche economiche adeguate. E quali sono queste politiche? Dobbiamo far crescere la domanda dando maggior potere d'acquisto ai salari e agli stipendi.
RispondiEliminaLa segmentazione dell'eurozona avverrebbe ad istituzioni politiche e trattati europei vigenti ed in carica. I governi nazionali dovrebbero coordinare la propria azione con Commissione e Parlamento necessariamente, al contrario gli scossoni sarebbero letali per l'unità del continente. Sono da approfondire le interferenze che i vincoli di bilancio potrebbero esercitare sulla realizzazione della separazione consensuale.
RispondiEliminaMolto interessante. E molto intelligente, dal punto di vista politico, che l'adesione al manifesto sia trasversale: un modo per non rischiare di presentare il punto di vista sul problema della moneta unica - del quale si parla apertamente - come ideologico.
RispondiEliminaIn ogni caso, ogni volta che ci penso mi pare assurdo che a casa nostra i più accaniti sostenitori della moneta unica siano quelli che si presentano come difensori dei diritti dei lavoratori e dei valori della Costituzione repubblicana.
E mi scopro ogni giorno di più un animo semplice.
Un dubbio (da dilettante): la transizione verso la segmentazione sarebbe gestita dalla BCE? E successivamente le aree valutarie ottimali risultato della segmentazione sarebbero gestite da un'unica banca centrale o da una banca centrale per ogni area? (sempre la BCE o l'equivalente per ciascuna area valutaria ottimale, diciamo banca del Nord Europa, banca del Sud Europa etc.). In qualsiasi caso, però, se l'area valutaria comprendesse diversi Stati nazionali la banca centrale dovrebbe restare comunque indipendente. Insomma, al recupero della sovranità monetaria ci si arriverebbe solo eventualmente e in un secondo momento.
Non è una critica o una perplessità, solo un dubbio riguardo alla mia corretta comprensione delle èrospettive che si apriranno.
Sì, ovviamente l'idea non è di radere al suolo la Bce. Su questo sto leggendo dua lavori interessanti di Kawalec e di Nordvig e vi darò qualche ragguaglio circa gli scenari possibili. Sono anche d'accordo sul fatto che il manifesto non menziona il recupero della sovranità monetaria. Sapete come la pensiamo io, Borghi e Sapir. Evidentemente, non ci è sembrato un motivo sufficiente per non aderire. Conoscete manifesti di economisti "de sinistra" italiani che lo menzionino, questo problema? Io ho smessi di leggerli tre anni fa, potrei essermi perso qualcosa...
Eliminaottima risposta al laboratoire "garnier" di ortottera memoria...
RispondiEliminabuon lavoro!
“TEMPI E METODI”
RispondiEliminaSu metodo d’uscita coordinata dall’Euro, sono d’accordo è una soluzione ragionevole.
MA I TEMPI PER FARLO CI SONO ?
La BCE volendo un po’ di tempo può darcelo, ma non è conciliabile con i tempi biblici delle decisioni di Bruxelles, mentre la casa comune già sta’ bruciando.
Mi piacerebbe tanto che anche in Italia si cominciasse a discutere di un nuovo modello economico e del lavoro come nei paesi di lingua Tedesca:
RispondiEliminahttp://www.laltra.ch/index.php?option=com_content&view=article&id=77%3Agrundeinkommen&lang=it
La seconda parte del video l'ho trovata molto interessante. Esiste anche la trascrizione completa del testo, proprio sotto il video.
L'IVA come unica tassa; sembra una stupidaggine ma io l'ho trovata innovativa.
I vostri commenti mi interesserebbero.
visto
RispondiEliminaHo sentito ieri sera in TV un'intervista a Fassina il quale in merito alla tesi su un ritorno alla sovranità monetaria ribatteva che quelle erano soltanto considerazioni da "economisti"... mentre ora ci sarebbe bisogno di scelte "politiche".
RispondiEliminaImmagino che per "considerazioni politiche" Fassina si riferisse alla reiterata tesi eurista secondo cui la difesa dell'euro corrisponde alla difesa del progetto di unità e fratellanza dei popoli europei. Ora, questo manifesto è ottimo soprattutto perchè prende di contropiede i sostenitori di questa tesi e ribalta il concetto: l'euro è un pericolo per l'unità e la fratellanza tra i popoli europei. Bisognerà comunicarlo a tutti i Fassina d'Italia ( sempre che non lo sappiano già...quello della cattiva fede è un dubbio persistente)
Mica male Fassina, ha un grande futuro di rivoltatore acrobatico di omelettes. Quando tu gli dici "economia" lui ti risponde "politica", quando gli dici "politica" lui ti risponde "economia"...resta da vedere che cosa ti risponde quando gli dici "hai perso il posto, ciccio".
EliminaQuel non so perché era ironico, i motivi li conosco e Lei ne ha disseminati nei suoi commenti a questo post, riporto alcune piccoli brani che sono molto significativi:
RispondiElimina"Non dovrei essere io a firmare questo manifesto: dovrebbero essere persone più autorevoli e politicamente influenti di me. Non è colpa mia se queste hanno deciso di tradire non solo il proprio paese, ma soprattutto il buon senso, e non devo occuparmi io di loro (e nemmeno voi)."
"Credo di aver fatto il mio dovere, ma non so se sono approdato dove volevo approdare. Quando scrivevo questo (mentre altri si baloccavano con questo cercando di non prendere le tottò di De Cecco sul sederino), e poi, con la rabbia della disperazione, due anni or sono, questo, credo fosse chiaro dove volevo approdare: a sollevare, sia pure fuori tempo massimo, una riflessione nella sinistra."
In questa battaglia Lei ha sempre avuto un solo alleato : Claudio Borghi.
La situazione è talmente grave che Lei ha giustamente deciso di combattere con alleati che pur avendo posizioni
eterogenee, con tutti i rischi connessi, perseguono l’obiettivo di smantellare l’euro. Almeno qualche vantaggio ci sarà:
"Allora quando si discuterà (aspramente) su come fare, è quasi certo che Turci e Cesaratto staranno a friggere crescentine alla festa dell'Unità di Reggello, mentre è probabile che Borghi o Bagnai staranno a discutere, magari prendendo schiaffi."
E ancora
"Voi pensate che Letta, o i suoi elettori, conteranno qualcosa nel momento in cui questa proposta dovesse catalizzare sufficiente attenzione all'estero? Gli direbbero: zitto e togli gli aracnidi dalla Rai, e il giorno dopo, previo passaggio di Rinaldi o Borghi al Tg1, saremmo tutti d'accordo".
A parte gli scherzi, spero che si raggiunga l’obiettivo che il manifesto si propone e che i problemi BCE e Target2,
che mi sembrano abbastanza complicati vengano gestiti senza penalizzarci troppo.
Quello che mi interessa di più è tornare alla democrazia e un’annessione non mi sembra affatto tale.
Sì, ovviamente non è questo il percorso che avrei prefigurato, ma non ci voleva molto a immaginare che le cose sarebbero finite così. Capisci che comunque, con tutta la buona volontà, non mi era esattamente evidente che sarei stato censurato dal Manifesto e lodato pubblicamente da Vittorio Feltri.
EliminaSic stantibus rebus trovo che questo manifesto sia la cosa più equilibrata ed efficace che si potesse fare. Oltretutto ha il grande pregio di non assumere posizioni "estremiste" (neolingua per "ragionevoli") che potrebbero spaventare troppo coloro che sono stati bersaglio per anni di profezie apocalittiche (extra euro nulla salus). E' un buon punto di inizio: chiaro, conciso, ben comprensibile.
EliminaPs. per quanto riguarda il Manifesto e Feltri: non mi meraviglia affatto. Purtroppo oltre alla neolingua c'è anche il bipensiero: coloro che, un tempo, amavno i totalitarismi non potevano non amare il Fogno (ovvero il totalitarismo targato UE). La naturale evoluzione da Luciana Castellina a Lucrezia Reichlin
Bene Professore,
RispondiEliminami sembra una buona base per rimettere le cose al loro giusto posto: un Manifesto redatto da una comunità scientifica di rilevanza europea.
Una domanda/idea/fantasia/boutade/riflessione/provocazione>>>>>>>>
Questa sorta di ridefinizione dell'Unione potrebbe essere fatta creando più Aree Valutarie Ottimali?
Strutturate su macroregioni più che su base nazionale.
Cosa pensa l'ho sparata grossa? :)
"Si era ritenuto che l’euro potesse essere un altro importante passo avanti sulla strada di una maggiore prosperità in Europa. "
RispondiEliminaLeggendo il suo libro mi sembra che questa frase lei non la possa condividere. Ma bisogna lasciare sempre una via di fuga onorevole al nemico.
Amici, sapete che intervengo molto raramente perché questa è la casa di Alberto e ad ognuno i suoi spazi... tuttavia mi preme sottolineare una cosa: ho letto nei commenti qualche critica a questa o quella parte del manifesto, ebbene, il testo è funzionale a proporre senza offendere nessuno e mirato alla massima coesione possibile. Le opinioni diverse ma in ogni caso in accordo con l'obiettivo finale sono accettate con il massimo rispetto: il giorno della presentazione a Bruxelles ho fatto il mio discorso (insieme alla Granville, Henkel ecc.) citando espressamente tutti i temi chiave che Alberto vi ha spiegato, dal ciclo di Frenkel alla moderazione salariale come strumento di competizione, alla socializzazione dei crediti tedeschi via fondi salvastati ecc. ecc. Nessuno, nemmeno i tedeschi, ha avuto niente da ridire, anzi...
RispondiEliminaNon mi è sembrato logico insistere troppo per limare una frase o aggiungere un aggettivo in presenza di totale apertura ad altri contributi personali prontamente aggiunti agli atti. Questo è lo spirito, spero si capisca.
Si capisce e non fa una piega: il meglio è nemico del bene. Per quel che mi riguarda posso solo complimentarmi
EliminaGrazie Claudio e grazie Alberto.
EliminaA volte mi prende lo sconforto e questo manifesto, firmato oggi anche da Alberto Bagnai, è un po' un ricostituente per la mia anima fondamentalmente pessimista.
Spiego alle persone semplici quello che qui ed altrove mi avete insegnato, capiscono, in fondo è lampante.
Poi leggo i giornali, ascolto i proclami del PUDE e vado giù.
Il mio piccolo contributo può essere solo di diffusione ad una ristretta cerchia di quanta più conoscenza ed autorevolezza siete (stati) in grado di trasmettermi, continuerò a farlo sperando che la base del manifesto si allarghi anche a nomi più altisonanti per chi non mastica troppo l'argomento, so che è stupido, ma so anche che mi aiuterebbe.
Per il resto non sono certo io a poter suggerire come procedere, quindi buon lavoro a voi.
Lo spirito era chiarissimo.
EliminaGrazie a tutti.
Si capisce si capisce, è solo che va di moda il "io però l'avrei messa così", il "concordo su tutto tranne.." che fa sentire attori invece che comparse.
EliminaE' lodevole nella sua interezza e intelligente nella stesura (anche se il mio giudizio conta zero) ed è la risposta all' unica pecca che fino ad ora avevo individuato nella vostra opera di divulgazione ovvero l'eccessivo aventinismo. Concordo con il professor Bagnai quando dice che qualsiasi mossa che non contenga analisi sbagliate sia di per sé migliore di qualsiasi altro tentativo sgangherato di ortotteriana memoria. Bravi.
Si capisce molto bene leggendo la presentazione, in inglese, del manifesto. Nella home page si dichiara esplicitamente che "Although [the Authors] might differ in relation to economic schools of thought they have believed in, the signatories are united by the concern about the future of European Union and the well-being of Europeans in the times of growing divisions among European nations". In fondo, questo è esattamente lo spirito che anima il confronto sulla rete in questi tempi difficili: ciascuno di noi ha background e sensibilità differenti, tuttavia ci troviamo in una situazione di emergenza per cui, volenti o nolenti, cerchiamo di collaborare e, solo dopo essere usciti dall'emergenza, "rifaremo le squadre".
EliminaLo stesso spirito dovrebbe, secondo gli Autori, essere adottato anche in sede europea. Infatti, "The signatories decided to start their initiative due to the fact, that in the public debate, the idea of a controlled segmentation of the Eurozone is regarded as an expression of self-interest of the North willing to abandon the South. This perception is, however, not true. The objective of the European Solidarity Manifesto is to show that a controlled exit of the most competitive countries such as Germany, Netherlands, Finland at al. lies in the best interest of the South, and that such solution offers the best chance to save the European Union and the Common European Market. "
Rinnovo i complimenti, ed aggiungo un semplice auspicio: continuate così!
Si capisce eccome!
EliminaDel resto un conto sono le analisi teoriche (e può darsi che ci siano aspetti in cui il manifesto non prende posizione), un altro conto la realtà concreta: qui c'è prima di tutto l'esigenza di perseguire un obiettivo comune e di farlo in modo che le diverse anime collaborino e non si distruggano in guerre intestine.
A me, lo ripeto, sembra un passo importante.
Se posso, ne approfitterei per una curiosità (sperando nell'indulgenza del padrone di casa): premesso che lei e il professore siete di gran lunga i più efficaci nello spiegare le ragioni economiche dell'insostenibilità dell'Euro e nel difendere queste idee nel poco spazio (e spesso gestito in modo fazioso) messo a disposizione dai mezzi di comunicazione (il che non vuol dire che non ci siano altri che ne sanno quanto voi, e che sanno anche discuterne approfonditamente ad alto livello: significa che ce ne sono pochi, forse nessuno, in grado di spiegare le cose con chiarezza anche a chi non ha una preparazione economica adeguata e di replicare alla disinformazione terroristica nei tre minuti di tempo abitualmente concessi nelle interviste pubbliche o nei talk show); premesso che mi sembrate entrambi disinteressati e anche per questo (oltre che per l'oggettiva persuasività di quel che dite) credibili (il prof. avrebbe potuto tranquillamente pensare all'università, alla musica e alla sua bella famiglia, lei per quanto dice il suo curriculum avrebbe potuto altrettanto tranquillamente pensare a dilettarsi con le opere d'arte e stare a prendere il sole in bermuda invece di telefonare ad A. dopo aver avuto l'illuminazione...); premesso che a una persona qualunque sembra che il 95% delle vostre idee coincida (e forse di più); premesso tutto questo, il professore di definisce "de sinistra", lei si dichiara, se non "de destra" (fatico a vederla in camicia nera e manganello sottobraccio), quantomeno conservatore. Bene, ma in che cosa non siete d'accordo? In che cosa vedreste in modo diverso l'organizzazione dell'economia del dopo Euro?
Si capisce e, almeno da parte mia, si apprezza anche. Trovare condivisuione e alleati su certi temi è difficile ma fondamentale e i distinguo all'infinito non aiutano. Duri e puri a volte significa ininfluenti quindi, al di la della testimonianza, quando si vogliono ottenere risultati, una giusta mediazione che non rinneghi nulla ma provi ad ottenere un risultato positivo è da considerarsi salvifica non tanto per gli accademici ma per la gente che di purezza non campa.
EliminaNon so, immagino che nella transizione qualcuno dovrà fare in modo che i capitali, non saltino qua e la dove gli conviene. forse il modo migliore sarà di concerto fra gli stati, che torneranno ad avere così un significato. Del resto il problema è dell'europa e va risolto in compagnia di altri europei. Gli inutili nostrani resteranno inutili.
RispondiEliminaChe possa non troppo tardi tornare a godersi di più la sua famiglia e la musica.
Buona sera,
RispondiEliminaInnanzitutto grazie per il suo impegno e la sua dedizione, che la spinge ad andare molto al di là della semplice affermazione del suo Ego, non disdegnando a priori un possibile compromesso.
Riguardo al progetto di solidarietà, sarebbe utile capire chi lo ha formulato in questi termini e se c'è margine di discussione e su cosa.
Ad ogni modo, dando per scontato che questo margine ci sia, ciò che mi sembrerebbe più coerente ed efficace è che i Paesi del Sud passino direttamente alla propria moneta e che possano finanziarsi in autonomia attraverso la propria banca centrale in modo da poter ripagare il proprio debito.
Conversione 1 a 1 e garanzia sui depositi (Si può evitare la corsa agli sportelli, come dice Borghi).
La via intermedia di una eurozona ridimensionata penso che creerebbe più sfiducia e confusione.
Ci
Semmai la parte di solidarietà io la vedo nell'appoggio che i Paesi del nord potrebbero dare al progetto di uscita, con un'adeguata comunicazione.
Supportare la fiducia dei popoli nei confronti di un progetto finalmente europeo, questo darebbe lo slancio.
Resterebbe da gestire, tra l'altro, l'aspetto del controllo dei movimenti di capitale, la fine della deregulation e la divisione di banca commerciale e banca di investimenti, ma ci si può (opportunisticamente) pensare dopo?
Non so se si può pensare di chiedere ai Paesi del Nord tutto ciò che è espresso nel Manifesto, sarebbe gran cosa già che non ostacolassero (mediaticamente) l'uscita.
Spero di essere stato utile.
Buona notte
ragazzi,come credo dica il prof.Borghi, ci vuole un minimo di strategia!
RispondiEliminail contesto europeo già è riluttante nell'aprire un dibattito sul tema in esame, figuriamoci ad entrare a gamba tesa con le proprie posizione che, se anche profondamente giuste ed inopinabili, potrebbero "terremotare" ancor più la nascita di un dibattito.
pian piano si arriverà alla linea pura, ma per ora già questo è un risultato eccezionale!
spero d'aver capito bene io, in primis e voi a seguire.
Ce n'est qu'un début...
RispondiEliminasbaglio o se n'e' gia' aggiunto un altro ai firmatari?
RispondiEliminaleggendo il manifesto, non esito a dire che ci sono certe posizioni che mi lasciano alquanto perplesso.
RispondiEliminaperò in generale ritengo positiva la sua adesione ad un dibattito che promette di essere costruttivo con persone competenti.
sono arrivato a questo blog, partendo da alcune (poche) cose che avevo capito:
RispondiEliminache i partiti e i politici che si definiscono di sinistra sono interessati solo alle loro ambizioni di potere ed alle loro vanità di rivoluzionari da salotto;
che la vera politica ormai è funzionale soltanto agli interessi del grande capitale e prevalentemente della parte peggiore che è quella della grande finanza (dico peggiore perché è quella che ha saputo spingere al massimo l'avidità, staccandola dal rischio, ovvero scaricando il rischio sul contribuente).
Qui ho trovato molte risposte nuove ai problemi che mi avevano spinto nella ricerca ma, in assoluto,la cosa migliore che ho trovato è un gran numero di persone che, come me, era alla ricerca di risposte corrette.
Naturalmente, come tutti, ho ancora tante cose da capire ma, quando la sera torno dal lavoro, so che qui c'è una comunità di persone di buona volontà, con cui confrontarmi e da cui imparare: poche cose, nella vita, danno più soddisfazione di quando si è consapevoli di aver imparato qualcosa, peccato che molti di noi (io fra questi) lo capiscano solo in età avanzata.
Apprezzo moltissimo il Manifesto per diverse ragioni: perché va subito al nocciolo del problema (l'Euro) e perché è aperto al contributo di molti, anche con diversi orientamenti politico sociali.
@ Roberto Palmieri
qui siamo nella casa del Cavaliere Nero (lo scrivo in Italiano perché non lo so fare in romanesco).
Se anche lei, come me, si sente più Cavaliere Bianco, può accadere di ricevere una bacchettata o di sentirsi dire: "tu sei nuovo di queste parti".
Non facciamo i permalosi: per prima cosa, anche il padrone di casa è un Cavaliere Bianco (basta affacciarsi, quando apre una finestra sulla sua meravigliosa famiglia, per capirlo).
@ Alberto Bagnai
Grazie per tantissime cose:
per spendere tanto tempo e tante energie, per migliorare la vita a tutti noi e soprattutto ai nostri figli;
per averci fatto capire che una discesa, vista dall'altra parte, è una salita;
che l'economia nel pianeta terra non è come l'economia di un'azienda (i marziani a cui vendere non li abbiamo ancora trovati e il rapporto debiti / fatturato non ha sempre lo stesso significato);
per farci sentire più consapevoli e, soprattutto, meno soli !
Rimane l'arduo problema del quando e del come, perché non sarà facile trovare attori (in tutti i sensi) politici disposti ad assumersi la responsabilità di una uscita, a meno che non ci si trovi a un passo dal baratro. E quand'anche si trovassero politici vertebrati, prima qualcuno dovrà preparare il terreno, sia dietro le quinte, sia per il pubblico, almeno se vogliamo che avvenga all'insegna della solidarietà e di una futura cooperazione dei paesi europei, e non come un atto unilaterale dei soliti noti.
RispondiEliminaDifficile dire quanto questo manifesto inciderà dietro le quinte, ma auspicabilmente preparerà i “popoli” a considerare seriamente anche l'ipotesi di uno scioglimento dell'Euro, che poi non è più soltanto un'ipotesi. Anzi, ogni giorno che passa diventa sempre più chiaro ciò che Lei ha sempre sostenuto, che non è nemmeno più di un'opzione.
Se sarà pronto il pubblico, gli attori si adegueranno.
In fin dei conti per essere Europei non dobbiamo mica mangiare tutti le stesse cose ed essere vestiti allo stesso modo come forse piacerebbe a qualche tedesco, salvo poi lamentarsi che il mondo è così disciplinatamente monotono. I tedeschi, già robusti prima, sono ulteriormente ingrassati e il vestito dell'Euro non calza più nemmeno per loro, mentre gli italiani sono dimagriti e nell'Euro inciampano. Ognuno torni dal proprio sarto, con la propria moneta sovrana.
In Germania Lafontaine ha rivisto le proprie idee (dice di essere stato stregato e ingannato dal Fogno europeo, bah! meglio tardi che mai, anche se somiglia tanto al tizio che cerca di salire sul prossimo carro dei vincitori) e poi c'è il nuovo partito “Alterrnative für Deutschland” (tra l'altro uno dei sostenitori è Hans-Olaf Henkel, firmatario di questo manifesto).
Molto dipenderà dalle prossime elezioni che si terranno in settembre in Germania, direi che il timing del manifesto di solidarietà europea è eccellente. Il documento più che trasversale è squisitamente europeo e forse stimolerà pure l'orgoglio francese, come auspicato qui.
Secondo la mia modesta opinione, la chiave è la solidarietà, la porta da aprire è l'Euro, altrimenti temo che il Fogno irrequieto si trasformerà in incubo non solo per noi, ma anche per i paesi core. No Man Is an Island
Grazie, professore, per il Suo impegno.
Trovo questa iniziativa molto interessante, ma soprattutto mi piace molto il fatto che in questa lunga strada iniziata ormai da alcuni anni grazie al suo lavoro divulgativo, ci sia un'evoluzione in ambito europeo.
RispondiEliminaSento una sorta di "dinamicità" e passo in avanti in questa battaglia; anche il fatto di condividere un manifesto con persone di assoluto standing, con le quali non si condivide tutto alla lettera, ma gli obiettivi finali sì, denota una grande apertura mentale e disponibilità al confronto, nonchè convinzione nelle proprie idee.
Spero che ci sia anche una tappa italiana di presentazione del Manifesto
" La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei."
RispondiEliminami sembra che nessuno abbia commentato questo punto. Sarei molto curioso di sapere che tipo di coordinamento abbiano in mente gli estensori del manifesto. Forse qualcosa di simile allo SME ? Lo escluderei visto che il prof. Bagnai ha detto dello SME tutto il male possibile. Ma allora che cosa si intende proporre ?
Di Girolamo, lei si conferma come lettore particolarmente malevolo e superficiale. Io (cioè la letteratura scientifica, in effetti) dico male del cosiddetto "Sme credibile". Lo Sme, di per sé, era un sistema che andava amministrato bene, e finché si è cercato di farlo è stato molto ma molto meno asimmetrico e pericoloso dell'euro. Questo ovviamente lascia aperto il problema politico della gestione. Per quel che riguarda me, io sarei per un sistema di target zones, senza soglie da "difendere", perché quelle sono lo stimolo più forte per la speculazione destabilizzante.
EliminaBuongiorno Professore e buongiorno ai lettori del blog.
RispondiEliminaMi permetto di scrivere questi appunti, cercando di dare il mio contributo.
La decisione di aderire al Manifesto é, a mio parere, molto importante e positiva: é un passo significativo "dalla protesta all'azione" (come si sarebbe detto in altri tempi) - e con questo non intendo affatto dire che la Sua sia stata una "non azione" fino ad oggi, anzi!
Prefiguro soltanto le conseguenze "mediatiche" e, speriamo, non solo quelle, dell'adesione al Manifesto.
Per quanto riguarda il merito della questione, é evidente che unirsi ad altri implichi necessariamente l'accettazione di piccole rinunce, ma nel caso concreto, sinceramente, non ne vedo di così importanti, a fronte invece del cogliere l'opportunità di alzare il tiro e cercare di avviare un dibattito più diffuso.
Esprimo invece alcune mie opinioni su due questioni, a mio parere, cronologicamente ulteriori ma egualmente ineludibili.
La prima é la "necessità" che, ad un messaggio scientifico e ad un pronunciamento di studiosi, faccia seguito la attivazione di uno (o più) movimenti "politici" in grado di sostenere elettoralmente le idee propugnate e di portarle nell'ambito delle istituzioni di rappresentanza.
In altre parole, in Germania, Henkel ha dato vita al movimento-partito Alternative fuer Deutschland e questa entità, competendo con i partiti tradizionali nella conquista dei "voti", é diventata un avversario con il quale le altre forze politiche si devono confrontare, anche sul piano degli argomenti, inevitabilmente generando un dibattito sulle idee.
Quindi, se devo trovare un anello (spero non venga considerato appartenente ad un anellide) mancante nella catena di solidarietà del Manifesto, questo é a mio giudizio, il necessario corollario dell'attivazione di una (o più) forze "politiche" che lo traducano in una proposta "avversaria" del PUDE.
La seconda questione, collegata alla prima, é l'anacronismo delle distinzioni/classificazioni "destra-sinistra" sia nella lettura degli accadimenti, sia nella ricerca di possibili "uomini di buona volontà" disponibili a spendere tempo ed energie per cambiare la situazione.
RispondiEliminaE' del tutto evidente, mi sembra anche dalla composizione dei lettori del blog, oltre che dalla presenza nel fronte NO€ di persone considerate, secondo schemi superati, sia "di destra" sia "di sinistra", che si debba decisamente abbandonare questo modo di ragionare, riflettendo invece più sugli aspetti antropologici e culturali che definiscono l'appartenenza di persone ad una comunità definibile quale "popolo" o "popolazione", e sugli aspetti giuridici ed economici che accomunano soggetti appartenenti a quelle che si sarebbero definite "classi" distinte e che, invece, condividono valori, sorti e ideali omogenei (mi riferisco, ad esempio, alla comune posizione di imprenditori e loro dipendenti nelle vicende che oggi viviamo).
L'antagonismo, a mio parere, deve essere evidenziato tra totalitaristi e democratici, tra pianificatori e sussidiaristi, tra stati nazionali e popoli regionali, tra entità manageriali/monopoliste e liberi imprenditori/professionisti.
E' evidente che gli uni perseguano il benessere dei pochi che governano tali strutture e gli altri cerchino il bene comune nei rapporti individuali e interpersonali.
(Mi aspetto la critica... é sempre stato così e sempre sarà...).
Comprendo le distinzioni di “origine” di ognuno di noi – lettori e sostenitori del pensiero anti PUDE – e anche il fatto che le precedenti appartenenze (c’era chi al liceo indossava l’eskimo e chi invece portava le peter flowers) spingano nostalgicamente ognuno a sperare che la “propria” parte politico – ideologica possa redimersi e correggere il proprio madornale errore di avere abbracciato monoteisticamente l’€, vitello d’oro, ma, secondo me, è invece importante rendersi pienamente conto che i ponti devono essere tagliati perché i “luoghi” da dove veniamo non sono stati quelli che pensavamo fossero: le brave persone rimaste al di là potranno essere aiutate a guadare il fiume ma i leaders, i loro lacché e i trasformisti dell’ultima ora dovranno essere accuratamente respinti.
Indietro non si torna, si deve guardare avanti e sapere che i nostri abiti non ci dividono, anche se diversi, né ci accomunano con quelli, rimasti di là dai ponti, che credevamo fossero come noi perché similmente vestiti.
Grazie Professore per la pazienza e per l’impegno profuso.
Il ginepraio...
RispondiElimina"Pfühl era uno di quegli individui disperatamente, incrollabilmente sicuri di se stessi, sicuri fino al martirio, come lo sanno essere solamente i tedeschi, e questo proprio perché solo i tedeschi possono essere sicuri di sé sulla base di un'idea astratta, com'è la dottrina, cioè la pseudo-conoscenza della verità assoluta. Il francese può sentirsi sicuro di sé perché si crede personalmente, sia per doti fisiche che d'intelletto, irresistibile e affascinante, di fronte agli uomini come alle donne. L'inglese è sicuro di sé perché è cittadino del paese meglio ordinato del mondo; perciò, in quanto inglese, sa sempre ciò che deve fare, e sa che tutto ciò che fa, in quanto inglese, non può che essere ben fatto. L'italiano è sicuro di sé perché irrequieto ed esaltabile, e facilmente si dimentica di se stesso e degli altri. Il russo è sicuro di sé perché non sa e non vuol sapere nulla, nella persuasione che nulla si può sapere. Il tedesco è sicuro di sé nel peggiore dei modi, nel modo più disgustoso e inesorabile, perché è ciecamente convinto di sapere la verità: una scienza, cioè, da lui stesso elaborata, ma che per lui è il vero assoluto."
Salve a tutti, al termine della lettura del manifesto non ho trovato nulla da eccepire (e ci mancherebbe, visti i firmatari!). Ma una domanda mi è sorta spontanea. E se è sorta a me, magari qualcun altro se l’è posta o forse se la porrà in futuro. Dato che nel prossimo futuro saremo chiamati a farci un bel mazzo (come anticipato dal Prof. e nel mio caso specifico almeno tre volte maggiore, vista la categoria a cui appartengo…), chiedo aiuto a chi sicuramente sa riempire gli spazi meglio di me.
RispondiEliminaDunque nelle varie interviste del Prof. Borghi e nei vari post del Prof. Bagani, ma anche guardando semplicemente il corso storico degli eventi, mi è sembrato di capire che lo sgancio da un cambio nominale o l’uscita dalla moneta unica, sarebbe avvenuta con un certo effetto sorpresa. Ovvero, banche chiuse per un fine settimana (magari sfruttando qualche giorno extra come il Natale o il Ferragosto), bancomat “fuori servizio” e alla ri-apertura ecco la nuova valuta (vecchia nel caso di ritorno al passato). Questo avrebbe avuto l’effetto positivo di impedire scene di ordinaria follia con la gente alquanto incazzata per strada e l’assedio agli sportelli (cose già viste e già spiegate in modo eccellete da Borghi e Bagnai).
Ora dato che il progetto che sta dietro a questo manifesto è appunto “Il Tramonto dell’Euro” e la sua fine, penso che come tutti i progetti questo avrà anche una dimensione tempo. Quello che voglio dire è, se questo progetto riuscisse nel suo intento (e me lo auguro di cuore), come si gestirebbe l’annuncio dell’uscita? Nella mia mente alquanto limitata non penso che si possa immaginare un annuncio a reti unificate, del tipo: la fine giungerà il giorno xx/yy/zzzz alle ore kk:kk.
Nel momento in cui inizieranno le manovre di smantellamento (arretramento della BCE) come si eviterà una fuga di capitali da quelle aree che presumibilmente vedranno una svalutazione al compimento dell’opera?
Qui non c’è più effetto sorpresa: è esplicito nel manifesto che quello a cui si ambisce è la rottura del sistema eurista così come oggi appare. Più volte ho letto nel blog che la fine dell’euro è certa, mentre non lo è il giorno esatto in cui questo avverrà.
Da adesso in avanti non ne sono più così sicuro.
Sicuramente ho collegato male i puntini…
Grazie per l'aiuto.
salve, il manifesto di intenti costituisce una ottima base di partenza per una discussione e sopratutto per iniziare a mettere in fila tutti i passaggi, anche tecnici, che sono necessari per poter uscire da tale situazione. E' molto importante mettere insieme tutti le varie compentenze tecnico , giuridiche , economiche e finanziarie, per poter definire nei minimi dettagli cosa bisognerebbe fare, sopratutto nella prima fase di transizione. la mia preoccupazione è legata al tempo necessario per far rendere conto a tutti gli interlocutori, e a tutti i cittadini, della necessità, della urgenza , di fare e di compiere tutti i passi necessari per uscire da tale situazione. non mi piacerebbe trovarmi nella brutta situazione di dire, sulle macerie dell'economia del paese : "il prof. Bagnai aveva ragione". si potrebbe creare un punto di incontro di tutti i contributi necessari , e di tutte le indicazioni tecniche , al quale ognuno, nell'ambito delle proprie capacità e compentenze, possa apportare il proprio punto di vista e suggerimento.
RispondiEliminaPer quanto può valere il mio parere, ben fatto.
RispondiEliminaBisogna pur cominciare da qualche parte, meglio farlo in un contesto in cui si cita la solidarietà europea e in collaborazione con altri economisti europei.
E credo che non sia difficile capire che cosa si possa e non si possa dire (e condividere) così esplicitamente in questo contesto.
Da sbattere in faccia ogni volta a quelli che "le teorie di Bagnai".
Mi unisco ai ringraziamenti per quello che sta facendo. E' un servizio al nostro paese impagabile e spero che ci permetta di avere un domani migliore dell'oggi. Io penso che, anche grazie a quei pochi come lei, un esito positivo sia possibile.
RispondiEliminasto leggendo il libro il tramonto dell'euro, naturalmente non capisco niente di economia. Vorrei dire che secondo me è scritto in maniera molto comprensibile (è evidente lo sforzo di non tagliare fuori quella fetta di ignoranti come me della materia), e mi rallegro che ci siano dati tecnici e grafici a compendio dell'opera, questo rende più difficile capire esattamente il senso di alcuni passaggi, ma allo stesso tempo, il quadro generale appare sempre chiaro e dimostrato. Devo dire che, non so se è una mia opinione, ma mi pare che l'economia del prof. Bagnai sia insolitamente logica e ammantata di buon senso, cosa che, sinceramente, non ho riscontrato in altre argomentazioni e teorie che giustificano questo stato di cose nel paese. Stato di cose assolutamente non normale, mai visto prima, irrazionale, privo di spunti validi nell'azione. Sicuramente il tutto è originato da deficienze strutturali del sistema stesso, questo è evidente anche ad un profano. C'è qualche cosa che frena innaturalmente il riequilibrio naturale, così come appare frenato un eventuale intevento politico ed economico. Un sistema che non è nè carne, nè pesce, un autentico mondezzaio. Il libro ha il merito di palesare il perchè di questa senzazione diffusa di malessere e di stallo.
RispondiEliminaQuindi grazie di questo lavoro.
Ho dovuto leggerlo e rileggerlo più volte, aspettare di capire e fare sedimentare la mia prima reazione di sottile insoddisfazione.
RispondiEliminaIn realtà (e non poteva che essere così) ogni parola è stata soppesata all'estremo e la rappresentazione del problema e la formulazione nel suo insieme è credo la più accettabile possibile sia per i paesi meridionali (intrappolati nella recessione.......) dell'Eurozona che per quelli settentrionali (ai quali si chiede di mettere a rischio i benefici delle proprie politiche finanziarie prudenziali......)
Una strategia nel segno della solidarietà.
Solidarietà è una parola su cui da troppo tempo è calato un silenzio assordante, pensiamo solo al popolo greco..
Per cui ben venga un manifesto nel segno della solidarietà.
Credo di aver capito (e l'intervento di Borghi lo conferma) che questa è in realtà la migliore formulazione possibile, (e forse l'unica perchè si possa aprire un dialogo e un dibattito costruttivo) dove agli attori viene data pari dignità.
Una cornice costruita proprio per permettere di discutere entrando finalmente nel problema.
Se gli obiettivi finali espressi da Bagnai in questi ultimi 2 anni (assieme a tutti coloro che integrano il lavoro di divulgazione svolto fino ad oggi e che partecipano così appassionatamente a costituire questa community, con una competenza specifica ed una cultura notevolissime, con commenti e analisi efficacissime anche sui loro blog) sono molto più ampi di quelli espressi nel 'Manifesto di solidarietà europea' di cui sopra, comunque, da qualche parte si dovrà pur iniziare per 'alzare il tiro'.
RispondiEliminaE questa mi sembra una eccellente occasione, da cogliere strategicamente così come spiegato con la solita onestà intellettuale da Bagnai e Borghi; l'unica strada è uscire dall'euro, riacquistare sovranità nazionale a tutti i livelli, e riportare le banche centrali nella precedente condizione di essere sottoposte al potere esecutivo (e non viceversa).
Per rimanere al significato del documento, ed al suo importante titolo, a me ciò che spaventa di più è proprio la totale assenza di solidarietà tra le 'vittime' del disegno... sbriciolata, dissolta … questa perdita è la cosa più grave: perché non c'è più alcun senso di appartenenza ad un disegno e un destino comune, volendo tralasciare concetti quali coscienza di classe, per un superamento di una dialettica che potrebbe essere percepita come ideologica e settaria, e quindi fuorviante: per cercare un equilibrio, come in tanti avete letto tra le righe dello stesso documento di cui si tratta.
Quindi perché no a un simile sbocco internazionale, così prestigioso come asserite (io conosco solo per fama Jacques Sapir, e mi fido del vs giudizio, sic et simpliciter); però, mi spingo a dire che l'unico neo è costituito dall'AD di Nomura, (pure ex G.Sachs), forse?… che, vado a memoria, mi pare sia banca d'affari giapponese che vende contratti derivati 'sola' ai pirla tipo Mussari-MPS, che firmano senza capire un cazzo dell'Inglese in cui sono redatti, e senza avere le minime basi specialistiche per discernere alcunché in una materia che da tempo ho appreso essere estremamente complessa (i derivati, appunto). Questo mi 'suona' male, lì in mezzo, ma è una sensazione non suffragata da altro che l'idiosincrasia per il suo CV…
Io spero ardentemente che questo sia un inizio ulteriore, che seguirò nei suoi sviluppi con grande attenzione.
Nutro un grande sentimento di gratitudine, che voglio esprimere un'altra volta ancora verso tutti i partecipanti a questa comunità, a partire dal fondatore Prof Bagnai: siete uno strumento di studio e approfondimento assolutamente formidabile, multidisciplinare, con un utilizzo strategico dei mezzi oggi a ns disposizione (nell'era dell'iperconnessione) assolutamente umano, intelligente, e non spersonalizzante.
Credo che la lotta (da capo) per i diritti debba necessariamente ripartire dalla rifondazione di una coscienza comune, e solidale; e questo è per me un obiettivo primario: per questa ragione trovo che la presenza della parola 'solidarietà' sia nodale nel titolo. Anche se si parla di nazioni, e oggi questa solidarietà non la abbiamo tra i cittadini nei loro singoli stati in dissoluzione… ma forse può essere utile partire dall'alto verso il basso e non viceversa, perché no?
Io spero ardentemente, anzi credo, che si possa e si debba ripartire da qui anche e soprattutto per questo obiettivo che è 'minimo' solo in apparenza… da luoghi come questo vs, virtuale, ma non solo, che avete contribuito a creare…
e che crescerà...
per una democrazia cognitiva e partecipativa
un caloroso saluto (solidale e resistente)
Ho letto Manifesto. Concordo che aprire un dibattito serio e con persone competenti è assolutamente da perseguire. Sicuramente avere un progetto che descrive una uscita da sistema monetario unico, immediato per i paesi forti, graduale per i paesi deboli con ritorno alle valute nazionali è già una proposta concreta, una possibilità su cui confrontarsi coinvolgendo tutto il Parlamento Europeo. La fiducia nelle Istituzioni europee è minima, ma concordo su un inizio soft per evitare che stronchino tutto sul nascere. I punti deboli per me sono due 1) "Il tempo" Spagna Italia Grecia Portogallo Slovenia non credo ne abbiano molto, 2) Chi sarà a gestire questa fase così delicata di passaggio. Grazie come sempre per tutto il lavoro e la passione che state mettendo, danno molta carica e fiducia.
RispondiEliminaNon so se l'ha già scritto qualcuno (spero di sì).
RispondiEliminaComunque secondo me nel "manifesto" manca la riunione tra tesoro e banca d'Italia (in Italia, e delle rispettive organizzazioni negli altri paesi): ogni paese deve poter gestire la SUA politica monetaria. Se fa bene o male, è un problema suo.
Poi qui si parla di valute di transizione, ma in realtà non serve niente di tutto ciò: occorre andare direttamente al sodo (alle valute nazionali).
Eviterei le valute di transizione (in gruppo o meno) in quanto di "paesi omogenei" non ne vedo: ogni paese ha le sue specificità (leggi: problemi). Ad esempio la Grecia è troppo indietro rispetto glia altri paesi; la Spagna ha principalmente un problema di indebitamento dovuto all'eccessiva urbanizzazione (che ha trascinato nel baratro il resto dell'economia); l'Italia ha sopratutto un problema di competitività (vedi: cambio svantaggioso). Idem la Francia.
Mi sono perso qualcos'altro?
Condivido il contenuto del manifesto che si caratterizza, come già detto da molti qui intervenuti, per la presenza di diverse personalità nel campo economico,finanziario,accademico. Speriamo che sia l'inizio di una discussione vera nell'intera eurozona anche perchè l'impressione che si ha è che il tempo a disposizione sia poco. Certamente le cose non miglioreranno da qui ai prossimi mesi e credo che questa iniziativa di livello europeo, se avrà la capacità di crescere e confermarsi, diventerà un punto di riferimento molto importante. Insomma come nella strategia militare quando le truppe si trovano a ritirarsi dopo varie campagne disastrose, avere pronta una brigata organizzata, lucida, con una strategia di attacco immediata può diventare la risposta giusta ad una scelta a suo tempo sbagliata. A quel punto anche i gruppi partigiani per la libertà avranno modo di riaffermare i principi di democrazia e sovranità.L'importante a quel punto sarà di non fermarsi a raccogliere tutti quei dispersi o pseudo tali o i penitenti presunti o dichiarati. A la guerre comme a la guerre.
RispondiEliminaSe posso andare fuori tema, vorrei segnalare un tema trattato dal Giornale di Vicenza: i tagli all'INPS e alle relative visite fiscali.
RispondiEliminaPer il 2013 non saranno fatte visite d'ufficio ma solo quelle richieste (e pagate) dai datori di lavoro.
Saranno fatte solo quelle per i dipendenti pubblici (anche queste saranno comunque ridotte drasticamente).
Tutto questo per un "risparmio" di 50 milioni.
Come tutti i "risparmi" (così come le tasse) sarà un autogol: l'assenteismo sarà libero e le truffe saranno all'ordine del giorno.
Come spesso capita, un risparmio immediato comporterà una spesa ben maggiore!
Il Manifesto definisce il Mercato Unico Europeo come una delle conquiste più preziose dell'integrazione europea, ma suppongo che per evitare acquisizioni estere a buon mercato dei capitali nazionali (industriali e bancari) da parte dei paesi del Nord, nei periodi di eccessiva rivalutazione del nord/ svalutazione del sud, si renderà necessario introdurre restrizioni al Mercato stesso (es. tramite nazionalizzazioni).
RispondiEliminaScusate, nei prossimi giorni viaggerò e avrò difficoltà a seguire il blog. Sapete (lo ripeto) che chi tiene un blog è legalmente responsabile per tutti i commenti (incluso materiale linkato), quindi devo controllare tutto e lo faccio con piacere e imparando molto. La qualità dei commenti e soprattutto quella delle critiche è molto incoraggiante.
RispondiEliminaChi lamenta "censure" verrà sterminato senza pietà. I piagnucolosi non sono solo sgradevoli: sono anche inutili per la lotta che ci aspetta.
Vado a Schio, poi a Orléans, dove sarò cooptato nel board dell'INFER, consolidando la mia reputazione satanica. A presto per sviluppi..
Prof, io una personale battaglia comunque l'ho vinta: ho convertito un (amico) piddino (nel senso di vontante del PD e afflitto dal morbo di spesaimproduttivacastacriccacorruzzzzione): a furia di martellarlo come apro bocca mi da subito ragione (ma perché condivide e argomenta, mica per farmi stare zitto). La considero una (piccola) grande vittoria. Spero che a sua volta faccia proselitismo. E conoscendolo credo proprio di si, anche perché comincia a toccare con mano (vedi: aziende che chiudono) i benefici dell'euro....
EliminaAndiamo avanti, e speriamo bene.
Ciao Alberto,
RispondiEliminaMi permetto di intervenire sul blog, cosa che non faccio quasi mai più per pigrizia che per altri motivi.
A me personalmente il manifesto suona più o meno cosí:"Germania vattene, così non ci costringi ad uscire dall'euro". Si tratterebbe cioè di garantire ai PIGS una via d'uscita che non comporti necessariamente il blocco temporaneo dei conti correnti, a condizione di concordare preventivamente con la Germania l'entità dell'haircut sui crediti verso l'eurozona.
Immaginando la costruzione di un fronte di consenso in Germania, si tratterebbe di scommettere su una alleanza tra la grande finanzia e il mondo del lavoro. Giusto? Penso che gli industriali remerebbero contro dato che - uscendo dall'euro - verrebbero a perdere un modello di relazioni industriali che è ora fonte di vantaggio competitivo.
rs
Ennesimo calo di affluenza alle urne ... sterminate praterie di astensione che chiedono solo di essere coltivate dal nuovo movimento NO-PUD€.
RispondiEliminaPare che l'Europa delle FORMICHINE si stia accorgendo che a sputare continuamente nel piatto in cui si mangia alla fine ti mangi solo la tua bava e che essere un pesce grande in uno stagno di pesci piccoli è facile, ma poi quando passi al mare (BRICS)sono dolori! Questo manifesto è una soluzione ideale per consentire a chi ha sempre detto che l'euro era una "mano santa", di trovare una via d'uscita senza perdere del tutto la faccia ed ora che Francia declassata, Germania quasi, Olanda con le pezze ecc. ho idea che qualcuno ne approfitterà in volata!
RispondiEliminaBuongiorno Professore il Manifesto da lei firmato avendo un respiro europeo ci sottrae dai beceri attacchi che subiamo di nazionalismo e di antieuropeismo. Diffondere il lavoro di questo blog secondo me da oggi sarà meno complicato
RispondiEliminaInnanzitutto complimenti per il risultato, perché non sarà la soluzione a tutti i mali del mondo ma è comunque un risultato ottenuto. Veramente non capisco chi critica o puntualizza su questa o quella frase del manifesto: che io sappia è la prima volta che si pongono pubblicamente, collettivamente e seriamente alcuni dei problemi tanto trattati in questo blog , tanto dovrebbe bastare.
RispondiEliminaSe possibile mi piacerebbe avere chiarimenti su alcuni punti
1) Vorrei capire che ruolo avrebbe la BCE nella nuova configurazione, se pure non dovesse guidare il coordinamento è chiaro che farebbe parte del sistema e che d'altra parte il suo ruolo non potrebbe non cambiare rispetto a quello attuale.
2) La guerra valutaria rischia di essere una guerra globale, ovvero non c'è solo il problema della svalutazione/rivalutazione interna alla UE, quale dovrebbe essere la strategia e il coordinamento riguardo alla politica dei cambi con valute esterne alla UE?
3) Non c'è il rischio che col tempo si creino (per le ragioni più varie) nuovi squilibri anche all'interno dei vari "gruppi di paesi omogenei" riproponendo lo stesso problema? Pensare un sistema dove si potenzialmente si può cambiare valuta ogni dieci anni forse può non essere il massimo.
Grazie
Ritengo questo manifesto sia una grande conquista: è realistico nel metodo e nella strategia. I cinesi dicono che "un viaggio di mille chilometri inizia con un passo" ebbene, quì di passi ne avete compiuto innumerevoli e da gigante.
RispondiEliminaGrazie.
Complimenti Prof, il testo mi sembra una ottima mediazione. Da quando ho capito che il mio personale mondo ideale si doveva confrontare con la dura realtà, ho imparato a dividere le mediazioni in due: quelle che diluiscono tutto e mi allontanano dall'obbiettivo, e quelle che fanno vivere la strategia di fondo nella tattica. Il manifesto appartiene a quest'ultima categoria.
RispondiEliminaP.s. visto che non viene in maremma, verrò volentieri a Viterbo.
Grandissimi Bagnai, Borghi e gli estensori tutti del manifesto, vera opera di "pedagogia sociale" in un contesto di ebrietà paneuropea e abbacinamento delle coscienze civili...
RispondiElimina«Per superare la crisi dell'Ue procedere verso l'unione politica»...
«L'unità politica dell'Europa è il nostro futuro»...
E certo, la nuova era dell'Abbondanza pan-germanica è alle porte... reclamare da Tokio la restituzione del Rubens, please... XD
Urge ripassare l'Agricola del grande cantore di quell' «amore e delizia del genere umano» che rasò definitivamente il tempio di Erode in nome di quella pace e prosperità universale:
"Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant."
Per non vanificare una opportunità come il ritorno alla sovranità monetaria occorrerà riformare profondamente il sistema fiscale, quello del credito e soprattutto polverizzare il macigno della burocrazia. Sono tuttavia fiducioso, se si raggiungerà il primo risultato la soluzione dei problemi di contorno sarà un di cui.
RispondiEliminaL'articolo su Bloomberg dei primi 3 promotori del Manifesto.
RispondiEliminaSave Europe: Split the Euro
By Brigitte Granville, Hans-Olaf Henkel & Stefan Kawalec
http://www.bloomberg.com/news/2013-05-14/save-europe-split-the-euro.html
Segmentazione controllata dell’Eurozona attraverso l’uscita, decisa di comune accordo, dei paesi più competitivi. Probabilmente è veramente l'unica proposta sensata fatta da economisti di un certo spessore. Prof. la mia domanda è la seguente, anche con l'uscita dei paesi più "virtuosi", saremo in grado di far convergere i tassi di inflazione dei Paesi meridionali? Anche se lo squilibrio maggiore è causato dalla Germania, i tassi di inflazione dei Piigs risultano essere comunque differenti e nell'arco di un periodo medio-lungo, i differenziali di inflazione potrebbero portare dei nuovi squilibri?
RispondiEliminaE' logico che a noi habitué del blog il manifesto possa sembrare superficiale. Ma il piddino medio (ad esempio Boccia) un testo del genere lo considera sovversivo!
RispondiElimina"Da qualche parte bisognerà pur partire" - "La diversità è la ricchezza dell'Europa"
RispondiEliminaPosto che non ho ancora letto tutto il materiale sul sito ESM (*)... .
Un riferimento alla democrazia morente ci sarebbe stato bene: per i paesi debitori l'insostenibilità dei costi sociali dell'euro "come metodo di governo" (fascista) di crisi inevitabili comporta altrettanti costi politici che delegittimano agli occhi dei cittadini l'istituto stesso della democrazia rappresentativa, già compromesso (da tempo e forse irrimediabilmente) da potentati e oligarchie a cui la struttura sovranazionale dell'Unione Europea, nella figura della Commissione, non è estranea - per usare un eufemismo. Se l'ideale comunitario è da salvare credo che il resto si possa abbandonare senza rimorso, trattati inclusi.
Il prof Bagnai da un po' di tempo sostiene che l'uscita avverrà "dall'alto" della Germania: il Manifesto, stante l'inevitabile rottura, auspica che siano proprio "i paesi più competititivi" a sganciarsi per primi, di comune accordo con gli altri partner e in modo cooperativo. Perché si ritiene che se uscissero prima i paesi debitori non ci sarebbe cooperazione da parte dei creditori? E la Francia accetterebbe l'onta di far parte dei paesi non competitivi, quale di fatto è, oppure accetterebbe di rimanere nell'euro-Nord anche al prezzo di essere messa sotto velata tutela dalla Germania, perdendo in entrambi i casi politicamente la faccia (sempre nel caso si passasse all'euro a due velocità)?
Stante che l'ideale sarebbe, almeno inizialmente, lasciare che il mercato svaluti il "fiorino" italiano (svalutazione che secondo la teoria della parità relativa dei poteri d'acquisto imparata qui compenserebbe il differenziale di inflazione cumulato nei confronti della Germania a partire dall'adozione dell'euro), il riferimento al recupero della flessibilità delle valute ma "trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento" va letto come la volontà di istituire una nuova banda di oscillazione concordata in cui le valute (euro-Nord/euro-Sud o euro-Nord/"fiorino" o marco/peso, marco/dracma, ecc.) potranno fluttuare? Questo sarebbe per rassicurare i paesi membri Ue ed extra-Ue?
Comprensibile il riferimento a un haircut del debito (estero nella sua composizione pubblica? compresi i prestiti concessi da Efsf-Esm, Fmi, Ce?), immagino ispirato dai firmatari appartenenti al mondo finanziario, come ovvia strategia per una più rapida ripresa economica dei paesi debitori, una volta sollevati parzialmente dall'onere del debito oltre che dalla morsa del cambio fisso: una mucca morta, benché "redenta", non fa latte...
Magari, si è pensato, ci scappa anche qualche salvataggio delle banche del Nord, una volta private di attivi non più esigibili. A questo proposito credo sarebbe meglio proporre per prima cosa la liquidazione del MES, che non si sa mai.
(*) Azz! L'acronimo non è proprio dei migliori, temo che qualche inavvertito potrebbe rifuggirlo scambiandolo per un riferimento al nuovo fondo salvabanche (European Stability Mechanism), nel qual caso sarebbe meglio riportare sempre per esteso il nome... oppure se l'obiettivo era proprio quello di giocare sull'omonimia e l'antitesi degli ideali sono stati geniali.
Dopo aver letto per bene il manifesto e tutti i commenti sono giunto alla seguente conclusione e sono sorte alcune domande.
RispondiEliminaIl manifesto non soddisfa le pulsioni revansciste di quelli tra noi che, avendo appreso da questo blog che la situazione di squilibrio è stata aggravata dal comportamento non cooperativo e in aperta violazione dei trattati tenuto dalla Germania, vorrebbero vedere le elites tedesche pagare il fio per aver adottato un modello di crescita basato sull'impoverimento degli altri partner dell'unione, per poi procedere con una sorta di politica coloniale usando la BCE come una cannoniera.
Nel manifesto non c'è nulla che possa soddisfare tali desideri: si vuole mantenere il mercato unico che è la vera preoccupazione della confindustria tedesca, si vuole evitare che le economie più in crisi svalutino troppo in modo da ridurre i danni ai creditori del nord.
Eppure forse proprio per questo motivo il manifesto è utile per i motivi seguenti:
1 - si concentra su di un obiettivo solo, ovvero far crollare il tabù dell'indissolubilità dell'euro, sfruttando il momento storico attuale in cui l'euro sta diventando un problema anche per le economie che finora ne hanno tratto un vantaggio.
2 - consente di guadagnare il tempo necessario perchè in Italia si faccia piazza pulita degli oltranzisti dell'euro e si possa aprire finalmente un dibattito serio verso il ritorno alla moneta nazionale e sul rapporto tra banca d'Italia e tesoro, dando magari voce ad una nuova classe dirigente più attenta al rispetto della Costituzione del '48
3 - viene posto il problema della riduzione delle sollecitazioni che il periodo di transizione dall'euro alle valute nazionali può comportare sul sistema economico ed industriale europeo, ma soprattutto su quello tedesco: in questi anni la Germania ha dimensionato la sua offerta per soddisfare le esportazioni e quindi chiuderle di colpo il mercato unico potrebbe voler dire creare una situazione di crisi di sovrapproduzione che verrebbe aggravata dagli effetti della riforma Hartz che ha puntato a comprimere la domanda interna; il risultato sarebbe un aumento della disoccupazione in Germania con il conseguente aggravarsi dei sentimenti populisti già alimentati da anni di menzogne verso i PIIGS, e la storia ci ha insegnato come è andata a finire (ma non la storia dei francobolli da 10^n con n grande a piacere marchi tedeschi che viene ogni tanto raccontata nei talk-show per spaventare i bambini)
Ho però ho alcune perplessità:
1 - la Francia dove dovrebbe stare?
2 - tra le righe del manifesto mi pare di leggere la parola "saldi target 2": il manifesto propone un compromesso che prevede la rinuncia di una parte dei crediti maturati dalla Germania (via haircut e via svalutazione dell'euro rispetto al riacquisito marco) e il saldo della restante parte contando sull'uscita dalla recessione che i Paesi periferici, uniti sotto un euro debole, potrebbero raggiungere grazie ad una moneta più debole. Però come la mettiamo con la repressione in Germania dei consumi interni?
3 - non si corre il rischio di avere paesi come Italia e Francia che cannibalizzano gli altri paesi periferici e al contempo non riescono a compensare lo squilibrio tra l'area sud e l'area nord? Rimarrebbero le differenze di inflazione tra ad esempio Grecia, Spagna e Italia.
In coclusione il mio giudizio sul manifesto è positivo, tenuto conto che si tratta di un compromesso che ha come sua forza il fatto di rappresentare un primo passo fattibile verso la dissoluzione controllata dell'euro.
"...infiltrati dal pensiero donaldiano...", accusa degna del XVII Congresso del PCUS: attenti alle purghe, arriva Alberto Vyšinskij......
RispondiEliminaOoops.. l'ho messo nel post sbagliato (astenersi commenti su doppi sensi)
EliminaA proposito di prove di fedeltà all'ortodossia, è iniziata ben altra caccia ai "traditori".
EliminaAlcuni utili esempi per organizzare il controllo dei gruppi parlamentari qui e qui.
Attenti però a scagliare la prima pietra.....
Personalmente, in perfetto "spirito" etilista, preferisco continuare ad associare le 5 stelle solo ad un'ottima Metaxa...
A mio avviso è un'ottima iniziata.
RispondiEliminaDal punto di vista strategico è giustissimo iniziare con un manifesto "aperto" che consente di attrarre una maggiore platea di interlocutori per iniziare una discussione sana sui problemi dell'eurozona e sulle possibili soluzioni.
Buon lavoro.
Non so se avete letto; best seller in Portogallo:
RispondiEliminahttp://it.finance.yahoo.com/notizie/portogallo-best-seller-libro-uscire-dall-euro-152412364.html
Non so se lo avete letto, Daveri su lavoce.info Uno così immagino che ne farebbe... del manifesto di solidarietà europea.
RispondiEliminahttp://www.lavoce.info/e-la-crisi-non-lausterita-la-causa-dei-debiti-pubblici/
Caro Prof., non aggiungo niente (come al solito) su cui non hai già riflettuto e parzialmente risposto. Mi sentivo però di condividere queste due miseri cents:
RispondiEliminasono giorni che ci penso, cambio idea, leggo altri contributi sul sito ESM e ci ripenso (non ho sicuramente i tempi di risposta adatti al web), ma alla fine il retrogusto rimane amaro e giungo sempre alla stessa conclusione: ‘sto manifesto non mi piace.
Mi spiego:
sono perfettamente conscio che sia meglio andare nella direzione giusta per ragioni “lievemente imprecise” piuttosto che in quella sbagliata per ragioni migliori: quando Angelica scappa Rinaldo e Ferraú si mettono d’accordo e si l’odio e l’ira va in oblivione non si lascia a piedi il buon figliuol d’Amone. Il problema, come sai, è che se si parte col dire che il figliuol d’Amone si era ben allenato e quindi era più virtuoso, mentre il pagano Ferraú non trovava manco il suo elmo, alla fine il lettore giungerà alla conclusione che, una volta ripresa, Angelica se la merita Rinaldo (soprattutto se lo chiedi a Hans-Olaf).
Perchè me rode? Perchè il tuo lavoro ha avuto il grande merito di divulgare tante verità, di non scendere a compromessi perchè non volevi parlare a tutti (coltivando anche il nostro di spirito narcisistico) e che, grazie a ciò, hai, avevamo già vinto. In quest’ottica, spiace dover digerire un, ancorché necessario, bagno di Realpolitik quale quello rappresentato dal Manifesto.
Mi risolleverò quando gli estensori del manifesto scopriranno (Flaiano docet) che pensavano di sposarsi con la fidanzata e si sono trovati a letto con la moglie.