Dopo una sera passata a parlare di Fanny Mendelssohn e Clara Schumann con la moglie di un collega americano senza cappa (nel senso di kappa), inauguro la tecnica del "quick post". Ho da fare come quello che morì di notte, per cui non prendetevela se non posso seguirvi tutti. Sto lavorando per voi, cioè per noi, incluso Andrea che continua a scassarmi la minchia con la MMT. Il problema del salvare l'Italia è un po' come il problema del salvare le banche: il moral hazard. Se le persone sopportassero il peso delle minchiate che fanno e dicono, forse dei salvataggi non ci sarebbe nemmeno bisogno. Un esempio:
Ricevo da valsandra e volentieri pubblico:
giusto puntualizzare!
giusto pure verificare le altre teorie per avere temi di confronto e provare a contraddire gli altri!
oh, un esempio pratico.. un mio amico (sì, il classico PDino! ahahah) invocava tagli alla spesa pubblica e ironia della sorte dopo alcune settimane si è lamentato perché vorrebbero tagliare i contributi all'ente per cui lavora.
Oooohhhh! Piddino caro, e così hai dovuto ammettere nel doloroso circolo della tua stolida appercezione questa triste realtà: non è sempre possibile essere finocchi con le terga altrui. Questa volta tocca a te. No es que me alegre, pero siento un fresco. A te non lo traduco, perché sono misericordioso, e agli altri non lo traduco perché hanno capito.
Gott mit uns verrebbe da dire! :-))
RispondiEliminaVerosimilmente dovremo recuperare l’idea keynesiana che un sistema a cambi fissi non può sopravvivere senza una regola della valuta scarsa, cioè senza un meccanismo che autorizzi i paesi in deficit ad adottare pratiche commerciali discriminatorie***, proteggendosi dai paesi in surplus che non vogliono cooperare alla soluzione degli squilibri.(tratto da Keynes vs Tabellini)
RispondiEliminaMi scusi Professore cosa intende per pratiche commerciali discriminatorie?
Grazie mille.
Semplice: facciamo entrare solo le BMW bianche, ma non quelle nere e nemmeno quelle gialle...
EliminaCome hai fatto a indovinare che anch'io ho un doppio cognome: Alberto Bagnai Gooogle? (o anche Alberto Bagnai Wiki...).
EliminaCambiano i luoghi, i tempi e le modalità ma la sostanza rimane la stessa: addio beni comuni, ricordando l’insostituibile Elinor Ostrom e il “common sense”.
RispondiEliminaUn tempo erano le ombrosità del Britannia al largo delle coste dell’Argentario, i cui risultati delle privatizzazioni degli anni 1991-2001 sono contenuti nel rapporto della Corte dei Conti del 10 febbraio 2010 quali, sinteticamente, “ … il recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza quanto piuttosto all'incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche, ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento, inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di investimento volto a migliorare i servizi offerti.” mentre sulle procedure di privatizzazione “… si evidenzia una serie di importanti criticità, che vanno dall'elevato livello dei costi sostenuti e dal loro incerto monitoraggio, alla scarsa trasparenza connaturata ad alcune delle procedure utilizzate in una serie di operazioni, dalla scarsa chiarezza del quadro della ripartizione delle responsabilità fra amministrazione, contractors ed organismi di consulenza al non sempre immediato impiego dei proventi nella riduzione del debito.”
Per chi ne ha voglia, nella 250 pagine pubblicate 20 anni dopo di “prescrizione”, si leggono anche i nomi e i cognomi degli attori e le modalità operative
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2010/delibera_3_2010_g_relazione.pdf )
Ieri l’altro, al grido “CE LO CHIEDE L’EUROPA”, da Berlino durante una conferenza stampa al fianco del ministro delle Finanze germanico W Schäuble, il “supertecnico” M Monti ha annunciato “operazioni straordinarie di cessioni di quote non ancora definite del patrimonio disponibile dello Stato”
Ma “nella logica delle cose che si dovrebbero fare”, lo ha anticipato il ”nipote buono”, Enrico Letta, vicesegretario Pd, avvallando l'ulteriore cessione di quote di Enel, Eni e Finmeccanica davanti alla platea dei giovani imprenditori riuniti a Santa Margherita Ligure il 9 giugno 2012.
Allora servì per entrare nell’Europa a passi dell’ OCA (optimum currency area … ops ogni riferimento è puramente “causale”), oggi è il prezzo del “biglietto”.
That’s all, folks!
Ciao Poggio,
Eliminala Corte dei conti, anche con riferimento alla "partecipate" locali, evidenzia da anni che le "privatizzazioniliberalizzazioni" si risolvono nella promozione della "inefficienza" del mercato. Ovvio che non c'è mercato (inteso come concorrenzialità) se si rafforzano, in via legislativa, le rendite e si lascia che si formino concorrenze monopolistiche nelle migliori delle ipotesi (formula praticamente generalizzata e che contribuisce alla convenienza del riciclaggio dei capitali illeciti nei settori dei grandi marchi, specie della distribuzione).
Solo che questi picoli dettagli sono ignorati unanimemente da tutta la stampa italiana, in quanto in mano agli stessi soggetti che pilotano il festino "privatizzazioniiberalizzazioni".
Anzi, adesso, addirittura, la nuova legge sui servizi vorrebe consentire intercettazioni della "intelligence" per chi mette in pericolo l'equilibrio della politica economica e finanziaria del paese...il che potrebbe essere rivolto anche solo a chi evidenzia le storture di questo equilibrio (la Corte dei conti? Goofy?)
Mi hai ricordato che prima o poi vorrei leggere il suo (di Elinor Ostrom) libro Governing the Commons: The Evolution of Institutions for Collective Action e un po' della letteratura che critica il concetto di tragedy of the commons (tragedia dei beni comuni) e le conseguenti politiche di privatizzazione o morte (del bene comune).
EliminaLeggo che è morta di cancro il 12 di questo mese, purtroppo.
Hai visto sul sito del convegno la lettura che Birner dà della crisi dell'euro in chiave di beni pubblici?
EliminaGrazie della segnalazione, sto leggendo il lavoro di Birner. A miei occhi di profano sembra un approccio interessante (nonostante citi von Hayek, che mi rimane sul piloro). Fa la diagnosi ormai standard, però a pag. 12 scrive questo:
Elimina«As it turned out, though, countries with low standards of fiscal discipline behaved as free riders, financing their public and private debt with low-interest loans. Thus, the fiscal position of the weaker countries has made it more difficult for the stronger countries to finance their debt (I remind the reader of the threat, in November 2011,30 to lower the rating even of some of the stronger countries. So now the easy access to financial markets that weaker countries enjoyed in the past is limiting the possibilities of stronger countries to finance their debt, thus transforming the euro from a currency with the characteristics of a collective good into one that is more similar to a common pool good.»
Allora, facciamo un test per vedere se comincio ad apprendere qualcosa o devo ripassare (oppure non ho capito una mazza e devo ricominciare).
Ricordo male o la Goofynomics ci aveva mostrato che 'sta storia della politica fiscale allegra è una frescaccia? Lo scrive anche lui che è un problema di bilancia dei pagamenti, che i paesi del centro si sono ingrassati, a spese dei paesi della periferia, grazie ai diffrenziali di inflazione che hanno favorito le loro esportazioni. A pag. 13:
«... on the other hand it shows that even the most virtuous countries have not opposed, when there was still time to do so effectively, these behaviours because the common currency was in their interest, too. This is particularly clear in the case of Germany, that thanks to the common currency was able to sell its products abroad at prices below what they would have been had the Deutsche mark still existed. 31»
Quindi nella nota:
«31. According to estimates by Le Monde of 31 Decembre 2011, German exports to other European countries has increased by 9% per year since 1998, against 3% during the period 1990-1998.»
Però poi insiste col fare una distinzione tra formiche operose del Nord contro cicale scialacquatrici del Sud, ma non considera tutta la catena dei passaggi (schema che astrae da molti dettagli per semplicità):
1) il Sud compra i beni del Nord, che sono convenienti grazie alla più bassa inflazione a casa loro (ottenuta, fra le altre cose, anche con la moderazione salariale);
2) il Sud così facendo erode il suo risparmio e gli viene a mancare liquidità;
3) adesso il Nord ha un surplus che può prestare al Sud a tassi più alti (sempre grazie ai differenziali di inflazione a loro favorevoli), quindi guadagnandoci di più;
4) il Nord arriva ad ottenere tassi reali negativi sui propri buoni del Tesoro grazie al fatto che sono diventati un bene rifugio;
5) torna al primo passaggio, finché tutto il sistema non si scassa.
Sono sostanzialmente d'accordo e avrei voluto parlarne con l'autore, che oltre ad essere bravo e originale è anche molto simpatico. Il lavoro mi sembra indichi una strada molto promettente. Non riesco però a capire perché mai ogni tanto l'autore sposi una visione convenzionale della crisi, nel quadro di un lavoro così anticonvenzionale che firnisce anche elementi fattuali che contraddicono il mantra "debitosovrano". Volevo rileggerlo per capire se attribuire allo Stato il ruolo del "cattivo" è in qualche modo funzionale al percorso svolto nel lavoro, ma non credo. Farò questa domanda al convegno.
EliminaHo finito di leggere Birner. Trovo sia molto vago sul concetto di fiducia (trust), non so se per limiti di spazio o perché è solo all'inizio della sua ricerca.
EliminaSe pensi possa essere utile ti mando via email qualche riferimento, da girare a lui, dove si sviluppa e formalizza il concetto di fiducia con vari approcci, in ambiti quali l'intelligenza artificiale e la psicologia cognitiva. Ti ricordo però che so' cazzaro: conosco, perlopiù superficialmente, una varietà di argomenti e quindi a volte faccio dei collegamenti arditi, ma solo in pochi ambiti mi posso permettere di approfondire senza prima aver fatto lunghi studi preliminari.
Detto questo, ho una domanda per te: ma è una mia errata impressione o c'è poca consapevolezza fra i tuoi colleghi che se la situazione non comincia ad essere gestita in modo decente a livello politico si rischia di fare un bel botto, con possibili conseguenze brutte... ma davvero brutte? Guardando il dibbattito a Napoli mi è sembrato che questa consapevolezza mancasse anche agli studenti presenti.
Ma non è che alla fin fine la Germania ci stupirà tutti?
RispondiEliminaMagari a Berlino si decideranno veramente ad impegnarsi a riequilibrare le partite correnti europee, a trasferire fantastiliardi di €€€ ai Kameraden al di sotto della displuviale alpina e tutti insieme faremo un mazzo tanto ai gialli e alla perfida Albione.
Io ho già cominciato a studiare il tedesco.
Bagnai, Lei verrà smentito dalla Merkel!
Aber sicher doch!
EliminaGentile professore, ma Lei è davvero così temuto che basta inserire un link al suo blog per essere bannato da Il Fatto Quotidiano?
RispondiEliminaOnestamente non te lo so dire perché anche se lo desidererei tanto precedenti impegni mi impediscono di partecipare agli affascinanti dibattiti promossi da quel quotidiano e alimentati dai suoi lungimiranti lettori. La tua esperienza qual è? Comunque, sai, eventualmente il problema non sarebbe la mia umile persona, ma i dati che porto. I dati, ahimè, fanno ai giornalisti un po' l'effetto che il crocefisso fa ai vampiri...
Elimina"I dati, ahimè, fanno ai giornalisti un po' l'effetto che il crocefisso fa ai vampiri..."
EliminaQuesta è troppo bella, se mi permette la uso...
io ho notato questa cosa: quando riporto un link a goofynomics il mio post viene puntualmente censurato. Ma non sono certo che succeda per il link del caso..
EliminaMa naturalmente, è un fatto casuale. E tu faglielo fare. Loro non lo sanno, ma non è da noi che devono difendersi, ma da qualcuno di un po' più importante, che li troverà anche quando noi ce li saremo dimenticati (perché ce li dimenticheremo).
Eliminama dite davvero? cioè, questi qui hanno fatto in modo che chi scrive "goofynomics" è automaticamente censurato? è patetico dai.
EliminaA me sembra veramente strano. Certo però che dal punto di vista tecnico non è impossibile: io qui non ho controllo sul mio filtro antispam, loro certamente sì. Se fosse così, l'aggettivo più appropriato sarebbe in effetti quello scelto da istwine.
EliminaProva ad utilizzare http://www.shorturl.com/.
EliminaIl sito in questione produce uno short-link (tipo http://alturl.com/kkyph) che rimanda alla pagina indicata, ma non contenendo il riferimento al sito del Prof nell'URL.
A questo punto quanto meno capiremmo se la censura è automatica ed a livello di link, o se c'è qualche scimmia urlatrice che funge da censore e controlla il contenuto del sito prima di pubblicare il commento.
Ci sono le scimmie urlatrici che filtrano, oh come filtrano!. Ormai mi censurano anche se non cito goofy, "a prescindere" (in quanto abitante di Topolinia?)...E solo perchè confuto punto per punto le principali "inesattezze" del giornalista terrorista, (quelli che basta che parli di corruzione e fai sentire gli italiani degli esseri inferiori, rispetto ai virtuosi tedeschi europeisti, poi Monti non è colpa sua ma dei partiti in parlamento...Pensa che se però "protesta" un incazzato che chiede la patrimoniale al 10%, additando l'omissione su ciò come la principale colpa del governo...lo pubblicano)
EliminaIo mai stato censurato, e linko di continuo grafici di goofy.
EliminaCaro Quarantotto, è vero, concordo in pieno. Oramai siamo alla censura preventiva, con minimo di caratteri disponibili per il commento fissato a 1500!!!! Che tristezza...veramente...hanno così tanta paura dei commenti ai loro ridicoli articoli, che passo passo numerosi utenti smontato senza oramai nessun problema ispirati da Goofy, che le tentano tutte per evitare imbarazzi fenomenali tagliando il problema alla radice...pensa te che sul blog di Scacciavillani ho dovuto postare quattro volte lo stesso messaggio...e non è passato!!! Vogliamo poi parlare degli scherani che si ergono ad economisti dell'ultim'ora?!?!?!?! i vari trolletti che trovi in giro che osano dire "ma Gustavo Piga (o Sergio Cesaratto) chi cazz'è?!?!?"...o il buon Scacciavillani che ha il coraggio di affermare:"Il disastro e il contagio a cui sono esposti tutti i paesi di Eurolandia, specialmente l’Italia, deriva dall’intreccio tra patrimonio delle banche, prestiti alle imprese, debito pubblico e crescita". Cioè scusatemi, ma io che sono un emerita capra non riuscirei a dire una cavolata del genere...o gente come Gramaglia o Boldrin che dicono "non dovrà mica pagare la Germania per tutti, basta dare la colpa alla Merkel"..."la colpa è di quelli in Spagna che han preso i soldi e son scappati ed a cui le banche hanno prestato in buonafede nonostate non avessero le credenziali giuste...", o il giornalista che per spiegare l'uscita dall'Euro della Grecia prende ad esempio un "commerciante di idrocarburi" (!!!!!!!!). Siamo alla pazzia...Non capisco veramente come facciano i poveri Giacchè e Gawronski a stare in piena avanguardia neoliberista...ce ne vuole di fegato...
Elimina@Marco
EliminaMa tu sei un troll! Vedi, questa è la prova del 9! Sei talmente liberista dentro che perfino il Fatto ti lascia passare...
domanda da ingegnuo: com'é che ci accorgeremo che l'euro avrà raggiunto il punto di rottura? Ci sarà una conferenza stampa congiunta di tutti i capi di stato europei che diranno: Da domani ognuno con la sua divisa? Ci sarà un comunicato da Wall Street che dirà che non viene più accettato l'euro?
RispondiEliminaPrassi vuole che il giorno prima ci sia una conferenza dei capi di Stato per dire che l'euro è sacro e indietro non si torna. Succese più o meno così nel 1992, come Alex ben ricorda (il furbino corse subito a comprare marchi...).
EliminaGentile Professore,
RispondiEliminale opzioni sarebbero o ritorno alle varie valute, o trasferimento di denari dalla Germania ai PIIGS. Lei dice che questa seconda possibilità non avverrà mai per motivi politici ( come si potranno mai giustificare soldi dati ai furbacchioni). Mi domando se il problema non sia anche che la Germania poi tutta questa ricchezza non ce l'ha? E' la locomotiva dell'Europa, esporta e cresce a mille, non paga praticamente interessi sul debito, ma ha un debito del 90% del PIL, e secondo qualche giornale anche maggiore per trucchi contabili. A ciò si sommi il fatto che non solo ha goduto di un cambio fisso, ma ha anche "svalutato" internamente per spingere ancora di più sulle esportazioni, quindi suppongo che il tedesco medio abbia tirato la cinghia.
Mi verrebbe da pensare alla Germania come ad un'azienda con un gran fatturato, leader di mercato, ma con scarsi utili e dipendenti sottopagati!
Caro Martino,
Eliminaquanto è difficile non essere luogocomunista in Italia. Secondo me tu molti meccanismi li afferri bene, o per lo meno li vedi come credo di vederli anch'io, e poi mi cadi sui fondamentali! La Germania che cresce? Ma se è stato il secondo paese a crescita più lenta dopo l'Italia. Ne abbiamo parlato, no? Il dato è quello che dici tu: la svalutazione interna ha significato deprimere la domanda interna (quindi la crescita) affidandosi esclusivamente alla domanda estera. Deprimendo i consumi la Germania contiene le importazioni, e siccome i consumi si deprimono pagando meno salari, e le esportazioni si fanno vendendo prodotti all'estero, vedrai che nelle aziende i profitti saranno aumentati. Ma non son loro a tirare l'economia (soprattutto se li investi in mutui subprime o li affidi a banche che devono prestarli agli spagnoli perché si comprino le Mercedes). La Germania non è cresciuta, e non è cresciuta per i motivi che dici tu (che però dici che cresce). Spero di averti aiutato a mettere insieme i pezzi.
Gentile Professore,
Eliminagrazie per la risposta. E scusi per l'errore: non avrei dovuto commetterlo, visto che avevo letto il post ( e visto che lo si ripete in forme, magari diverse, in molti altri). Direi bocciato, e ben mi sta!! Che pirla....
Ma che bocciato! Non sai che non è più politicamente corretto farlo? Purtroppo l'economia è fatta di tanti pezzi, tenerli tutti insieme è difficile per chiunque.
Eliminascrivo qui un solo messaggio così concentro tutto:
RispondiEliminaottimo l'intervento a Napoli anche se er dibbattito è stato un pò scarso, pareva che tutti non vedessero l'ora di andarsene (forse anche il pubblico faceva passare la voglia)
mi sono scaricato il lavoro di Frenkel e Rapetti e lo sto assimilando con calma, la ringrazio del link.
visto che ci suggerisce di occuparci di cose più interessanti dell'economia.. le lascio questo per gli incubi notturni (con tutto lo sforzo mnemonico di cui sono capace trattandosi di rimasugli delle scuole medie) LA SOL LA SOL SI LA SOL MI FA RE DO SI LA SOL LA FA DO
PS: ebbene si la mia professoressa delle medie faceva imparare spartiti a memoria.. e indovini qual'era il suo preferito? condannato fin dalla più tenera età.
ok avevo detto che avrei condensato i post ma ho un articolo dell'ultima ora che merita menzione, riporto il link per i coraggiosi e una citazione del testo per lei prof che so non leggerà mai una roba simile per intero :D
RispondiElimina"Cosa succederebbe se la Grecia dovesse un bel giorno cambiare valuta uscendo dall’euro? Facciamo l’esempio di un industriale, con mille dipendenti, che commercia in idrocarburi. Gli operai che oggi ricevono lo stipendio in euro, lo riceverebbero automaticamente in dracme. Ma la dracma rispetto all’euro patirebbe una svalutazione complessiva del 75% come molti analisti hanno certificato, distribuita in un 50% iniziale un secondo dopo l’annuncio dell’uscita dall’euro e un altro 25% nei giorni immediatamente successivi."
visto prof? lei si sbatte per capire mostrare spiegare indagare .. tutte cazzate! ecco invece che al Fallo Quotidiano ci spiegano per benino cosa accadrà
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/14/grecia-cosi-il-ritorno-alla-dracma-favorisce-i-ricchi-e-impoverisce-i-poveri/263187/
Alberto fai così: quelli che ti scassano la minchia con la MMT rimandali a me. ti assicuro che torneranno lucidi e umili. e se non torneranno è meglio ancora.
RispondiEliminaIn effetti vorrei dare un po' di lavoro in outsourcing. Dunque: a Marco Basilisco gli epistemologi, a te gli MMTers, a Quarantotto quelli che la spesapubblicaimproduttiva, a Correttoredibozzi il trollume vario... e poi a me che rimane?
EliminaVado ad accordare, che fra un po' arriva il mio violoncellista neoborbonico preferito. Non divertitevi troppo senza di me e non andatemi in ansia se non vi pubblico subito. In effetti, cerco di leggere prima quello che mi segnalate, non perché non mi fidi, ma perché se non lo faccio subito poi mi dimentico.
RispondiElimina"La mia spesa è il tuo reddito,la tua spesa è il mio reddito" Parole di Krugman :-)
RispondiEliminaIo ho letto bene e l'ho letto qui "Fuori da questa crisi, adesso!" di Paul Krugman (1),fra l'altro lo ripete più volte.
Sono a pag 62 se andando avanti trovo "la mia spesapubblicaimproduttiva è il tuo redditoparassitario" ti faccio sapere.
PS:Sono contento vedo che mi vuoi bene mi somministreresti la china per curare la mia infezione da parassita :-)
Anche io te ne voglio come puoi constatare
http://keynesiano.wordpress.com/2012/06/14/crisi-dibattito-fra-keynesiani-e-marxiani-a-napoli/
ANCHE SE DEVO DIRE CHE A NAPOLI NON MI E' PIACIUTI PER DUE MOTIVI:
DOPO LE CRITICHE VI SIETE MESSI UN PO' IN CATTEDRA (i ragazzi vanno capiti, son giovani),
SE L'INCONTRO FRA ECONOMISTI DI PENSIERI AFFINI MA NON CONVERGENTI DEVE ESSERE UNA GARA EFFIMERA FRA INTELLETTUALI CHE SE LA TIRANO A CHI E' PIU' FIGO (vedi anche la divergenza fra Bellofiore e Cesaratto),FORSE VARREBBE LA PENA DI PENSARE QUANTO SIA PRODUCENTE PER LA CAUSA EURO SI EURO NO TUTTO QUESTO ( Forse stava anche li,lo sgomento e le perplessità dei ragazzi intervenuti).
******
1) http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2910
Ma sì, facciamo tutto un bel pastone cattobuonista, mettiamo un po' di "neo" di fronte a neoqualsiasi neoparola, così facciamo contenti i grulli, e poi si tira avanti fino alla prossima comparsata in televisione. Guarda, mi sa che hai sbagliato indirizzo. Per questa roba qua ci sono i luogocomunisti dello sbilifesto. Accomodati. Io a Napoli dalla cattedra dopo certe osservazioni sarei volentieri sceso, ma a parte che avrei avuto la peggio (non ho il fisico), Gennaro si sarebbe imbarazzato perché è un buono. Lui. E pure te. Beati voi. A me quando ero ragazzo mi hanno insegnato che dovevo capire. Se ora devo capire anche da vecchio, c'è qualcosa che non va...
EliminaPardon: i neogrulli...
Eliminadelle vaccate pazzesche!
RispondiElimina1) penso (come detto dal prof) che la svalutazione sarebbe del 40% che visto in maniera inversa sarebbe quasi del 70% (ovvero 100/60 come affermato da una banca olandese che parlava del 25% per l'Italia quindi perfettamente in linea con il 100/80 del prof. Bagnai).
seconda cosa.. ma non pagando il debito, ritornando la dracma LE TASSE sugli idrocarburi calerebbero e quindi i prezzi DI BENZINA e petrolio non aumenterebbero in automatico del 70%!!!!
questi sono folli al quadrato.
povertà.
Se per povertà si intende il fatto che la gente ritornerebbe a lavorare fate voi.
l'unica cosa certa è che ritornerebbero in patria i capitali (cambio favorevole).
e poi HO IL SOSPETTO CHE L'INCREMENTO DI INFLAZIONE sarebbe una tassa effettiva per i ricchissimi (che godono di rendite) piuttosto che per le persone normali.
PS: se l'inflazione è al 3% (ovvero bassa per i nostri amici de il fatto) e uno perde lavoro ci ha guadagnato o no?
se l'inflazione salisse al'8% ma il PIL (reale) del 3% e gli stipendi si adeguassero ad un +10% uno ci perderebbe oppure no?
un renditiere che investisse all'estero al 7% (per esempio in Australia) sarebbe costretto a riportare i capitali in Italia perché altrimenti perderebbe soldi.
"l'unica cosa certa è che ritornerebbero in patria i capitali (cambio favorevole)"
EliminaNon ho capito questo punto; se un paese svaluta ha un cambio favorevole e fin qui ci siamo, ma se finisce l' euro molti paesi europei svaluteranno e quindi il vantaggio di cambio tenderà ad annullarsi, no?
Inoltre non c' è il rischio che i paesi che rivalutano si comprino l' economia dei paesi svalutati a prezzi di saldo?
Professore lo so che con i "se" non si va da nessuna parte ma secondo lei se in Italia si era autosufficienti nel settore energetico x esempio con le centrali nucleari, anche con l'euro le cose sarebbero andate diversamente? Grazie.
RispondiEliminahttp://www.fondazioneedison.it/it/pdf/pubblicazioni/quaderno101.pdf
Se fossimo stati autosufficienti con il nucleare dopo il terremoto avremmo mandato te a spegnere i reattori, mi sembra chiaro. Se lo fossimo stati in altro modo, cominciando da quelli che nessuno vuole sperimentare "perché tanto non risolvono il problema", certo che le cose andrebbero meglio. Il deficit con l'OPEC frena la crescita dell'Italia, questo è ovvio. Ma da questo a dedurre che ci dobbiamo mettere in mano al dottor Stranamore direi che ce ne corre.
EliminaProf, cosa mi combina? Risponde da ambientalista? Lei è un economista, e dovrebbe ricordare che:
Eliminaa) l'uranio lo importiamo
b) anche l'arricchimento dell'uranio viene fatto all'estero
c) anche la produzione delle barre di combustibile viene fatta all'estero
d) i brevetti sarebbero stati in gran parte americani e/o francesi (ma anche tedeschi)
e) Lo smaltimento (non lo stockaggio: lo smaltimento) ci sarebbe costato in termini di BDP, perché con ogni probabilità avremmo dovuto trasferire il materiale esaurito all'estero ('un se sa ancora dove..., ma certo non in Italia)
f)... devo continuare? Basta chiedere, ma non mi sembra il blog adatto.
Ma ragazzi, è ovvio. Proprio per questo, se uno se ne esce con il nucleare, devo partire da una cosa che colpisce la sua immaginazione perché il telegiornale gliene ha appena parlato. Ma che vi credete? Io vengo dalla Francia, vi ricordate i post sulla manutenzione delle centrali? E vi ricordate quello sullo smaltimento? Ma se se ne continua a parlare, evidentemente l'ovvio non serve. E allora si va sul babau, il meccanismo di informazione che è tanto in voga in questo paese. Non capisco, ma mi adeguo!
EliminaOggi sono stato ad un incontro con un giornalista del Corriere della Sera, Daniele Manca. Vi risparmio, per ora, le piddinate varie, magari poi vi racconterò di più.
EliminaPerò, per curiosità, prima di fargli una domanda gli ho chiesto se conosceva di nome il prof Bagnai.(ho fatto male prof?) Alla domanda ha avuto una reazione un po' particolare, non ha risposto si o no, ma si è messo a smanettare con l'Iphone borbottando "cià vediamo chi è questo?".....poi l'ho interrotto con una domanda, altrimenti non so cosa avrebbe fatto...... Che strano comportamento.
Altri dettagli più avanti, ora scappo.....
Ho capito e non mi adeguo.
EliminaThat's all, folks!
Gentile lettore, la ringrazio per il suo contributo (sto elaborando un glossario, presto ne avremo bisogno).
Elimina@Jacopo
EliminaMa sai, è un collega di questi due. Li capisco. Quando verrà il momento diranno: "siamo forse noi economisti"? Un po' come un altro assassino, a suo tempo, ebbe a dire "Num custos fratris mei sum ego?”. C'è chi assassina la verità, e chi assassina il fratello. Ma almeno Caino lo ha fatto gratis. E ora aspettiamo Massimo Rocca che ci dica che però loro (i giornalisti) lo fanno quasi gratis, perché sono pagati poco!
Rassegna Stampa
RispondiEliminaUn’Unione Bancaria Europea? di Hans-Werner Sin
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-06-15/ununione-bancaria-europea-131651.shtml?uuid=AbGVhXsF
Pubblicità
RispondiEliminaBISOGNA USCIRE DALL'EURO?
SAPIR JACQUES Casa editrice:
Dalla Grecia all'Italia, passando per l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna, l'eurozona è attraversata da una crisi profonda. Chi pensava che la moneta unica ci avrebbe protetto ha dovuto ricredersi. D'altra parte, le politiche neoliberiste messe in campo
http://www.shopping24.ilsole24ore.com/sh4/catalog/ProductI.jsp;jsessionid=604CFDFE68FB99261A49747770E217A4?PRODID=SH246292063&utm_source=dotcom&utm_medium=article&utm_campaign=sh24&utm_content=item&_requestid=335913
Gentile Prof.,
RispondiEliminaè la prima volta che commento, e la voglia mi è venuta dopo aver letto questo:
http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/2012/06/15/APXA1FjC-assalto_tedesco_ansaldo.shtml#axzz1xsUy5Yc4
Genova - Assalto tedesco ad Ansaldo Energia: dopo aver avanzato un’offerta a Finmeccanica per il 55%, i tedeschi di Siemens entrano in trattativa anche con gli americani di First Reserve per rilevare il 45% dell’azienda genovese acquistato a marzo del 2011. Di più: nei giorni scorsi si è tenuto un incontro a tre - Finmeccanica, First Reserve e Siemens - per decidere il da farsi.
....
Su Monti c’è la pressione dei sindacati, delle istituzioni locali liguri che hanno chiesto e ottenuto un vertice con il ministro Passera, ma anche della sua maggioranza. Ieri è intervenuta, tra gli altri, la senatrice Pd genovese Roberta Pinotti che parla di «silenzio davvero assordante da parte del governo. Non ha risposto a nessuna delle moltissime interrogazioni parlamentari presentate».
A quanto pare, il suo discorso (purtroppo) fila!
P.S.: Wir müssen in kurz Sprache wechseln. Und die neue Namen der Seite ist Goofyswirtschaft!
Fantastico! In un mondo nel quale sentite dire solo che 2+2=5, qualcuno comincia ad accorgersi che 2+2=4!
EliminaAnche le nozioni geografiche della Merkel spiegano un bel po' della crisi attuale :D
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=jUAPEBbcmxo
Perdonate, faccio una delle mie solite domande cretine: ma allora tutti quelli che hanno fatto le centrali (ovvero nella sola europa: Francia, Svizzera, Germania, Spagna, Belgio, Olanda, Inghilterra, Russia, Lituania, Ucraina, Romania, Bulgaria, Cechia, Slovacchia, Ungheria e Slovenia) sono tutti degli idioti? La Francia poi sarebbe al top dell'idiozia, con 59 reattori, l'inghilterra con 19 e la germania con 17. In totale in europa ci sono 197 centrali. Tutti somari?
RispondiEliminaPer quanto riguarda la sicurezza, rammento che Cernobil è saltata per una serie di azioni umane volontarie per una "prova" nonostante gli allarmi (ci hanno fatto dei documentari), e Fukushima non si è danneggiata per il terremoto, ma per lo tsunami: l'errore è stato fare la centrale in riva al mare, se fosse stata all'interno non sarebbe successo nulla. Che poi in Italia ci sia il timore che le cose vengano fatte appunto "all'italiana" è un rischio, ma credo che forse le centrali si potrebbero fare anche sicure.
L'unica certezza che le centrali ci offrono è quella di non sapere cosa fare con le scorie e di non sapere come comunicare ai nostri posteri dove le abbiamo messe e cosa sono. Può sembrarti, quest'ultimo, un problema banale. Prova a pensare come chiedere la strada per Frascati a un Romano del 20 a.C. Questa riflessione, chissà perché, l'ho sentita fare solo sui media franco-tedeschi (dove appunto il problema devono gestirlo), e non porta a conclusioni molto rassicuranti. Se si investe nel nucleare (ovviamente con gran dispendio di energie nell'informazione) i motivi ci sono: militari, industriali, ecc. Ma abbiamo una gigantesca centrale a fusione a due passi da casa, e anche tanta energia sotto i piedi. Dopo il concerto, ieri, parlavo con un ricercatore-imprenditore che mi segnalava come nel viterbese, zona vulcanica, c'è entalpia (credo dicesse così) sufficiente a due chilometri sotto terra. Guarda il disegnino dei crucchi: la metà della profondità. Capisci? Non abbiamo solo più sole e più mare. Siamo più caldi ovunque, anche senza dipendere da qualcosa che poi ci costerebbe un pacco di soldi in termini di trattamento delle scorie. Non sono idioti, gli altri europei. Sono in buona parte "eterodiretti" dalle loro lobby. E l'errore di fare la centrale in riva al mare, come tu dici, oggi sembra talmente ovvio, che, non dubitare, ci sarà sempre qualcosa che PRIMA non sembra ovvio. Comunque, dicci dove abiti, che la prossima la facciamo vicino casa tua...
EliminaScusi prof, ma da tecnico certe tematiche (ideologie a parte) le conosco bene: quella delle scorie non è la scoperta dell'ultimo momento: è che bisogna trovare un posto non soggetto a terremoti e remoto dove stoccarle. Un ventre di una montagna in zona non sismica è sufficiente. Se poi come per la tav nella montagna troviamo l'amianto o qualche altra sostanza xyz non ce la caveremo più: ci sarà sempre qualcuno che pensando di fare il bene di tutti più che altro fa il suo. Per il geotermico se c'è questa possibilità è come per l'energia a basso costo: c'è troppa gente che mangia sul petrolio per poter fare passi avanti in fretta. Il tutto poi in germania è condito dalle solite agevolazioni (leggere l'articolo). Vedremo se anche il italia sarà reso così conveniente e sarà così facile ottenere le immancabili autorizzazioni. Poi è sicuro che qualche ambientalista non contesterà il fatto che chissà quali conseguenze porterà alterare l'ecosistema in profondità raffreddando il sottosuolo blablablabla....
Eliminahahahahahaha, valsandra fallo venire qui il tuo amico ho una "distorsione positiva" in merito sono abbastanza sicuro che assisteremmo al ritorno immediato di neoAlex pronto ad accoglierlo con entusiasmo.
RispondiEliminap.s. prof non è vero che sul fattoquotidiano non accettano link al suo blog io ho letto un riferimento ad un suo articolo con una risposta immediata di un certo wilfattoquotidiano che le dava del "farloccone" ^__^
Giuseppe
Vedi! Quello che apprezzo dei piddini è che hanno vasti argomenti.
EliminaVisto che se ne parla ...
RispondiEliminaUn pò lungo (il contributo) e con una certa tristezza (che resta). Ma perfino spassoso (cercare : segatura, o : massimo danno). Il tempo è passato, il sapore no.
Politica energetica italiana
Come sei carina quando ti arrabbi!
RispondiEliminaSenti, se ancora non hai capito cosa si intenda per capitalismo finanziario, prova a leggere i libretti di Bellofiore. Credo sia l'unica spiegazione decente in giro. Se poi non vuoi capirlo, ti deportiamo sul chicago-blog (in attesa della più piacevole Siberia).
Sai cos'è che ho notato? Che in tutti gli articoli dei simpatici burloni che vengono dall'Ammerika, sebbene vengano propinati argomenti a profusione, non ho MAI visto grafici, riferimenti o dati a corredo. Mi chiedo perché il nostro Goofy perda tempo a corredare le sue teorie con questi disegnini colorati il cui significato deve essere quanto meno sconosciuto a noi giovani keynesiani il cui QI a quanto pare è equivalente alle casse greche.
RispondiEliminaPiccolo appunto. Nonostante i numerosi punti per i quali mi sono dovuto trattenere dal vomito, devo dire che con un'affermazione sono d'accordo:
"[...] sia quel che sia dell’euro, resti com’è o cambino i suoi pilastri, per tutti gli attuali membri o per un numero più ristretto, la verità vera è che l’Italia ha un serissimo problema. Un problema che è suo. Che pre esiste all’euro. Che si aggravato ulteriormente in questi anni, non per colpa dell’euro. E che di conseguenza va affrontato comunque, qualunque cosa avvenga dei vincoli esterni, monetari e politici."
Questa frase penso che al di la' del pensiero economico sia intellettualmente onesta. Come ha detto in più round il nostro caro Alberto, l'Italia stessa nel suo piccolo è come l'Europa: un regione geografica sicuramente NON OCA, e che sebbene abbia un'uniformità a livello politico (stessa lingua, stesso sistema previdenziale, etc) non è riuscita, in 150 anni, a trovare il bandolo della matassa per sistemare i problemi interni. Mi dicono dalla regia (sebbene sia emigrato un po' di tempo fa ho ancora una regia sicula che mi parla nel sonno) che probabilmente NON l'ha mai voluto trovare (probabilmente può approfondire questi discorsi con il suo amico Neoborbonico), ma fatto sta che Euro o non Euro a mio avviso dovremmo togliere un paio di scheletri dall'armadio, analizzare gli ultimi 150 anni di storia con onestà intellettuale e senza tabù, e capire cosa vogliamo essere e come vogliamo arrivarci. Altrimenti non abbiamo fatto nulla.
PRECISAZIONE: questo mio OT (forse,ma non troppo) ovviamente è indipendente dai contenuti che sono stati affrontati alla nausea in questo blog (DEBITO PRIVATO! DEBITO PRIVATO! cit. Salvatore Baglieri), con i quali sono perfettamente d'accordo e che prescindono dai problemi interni della nostra simpatica Italietta.
Un saluto a tutti e schönes wochenende!
Caro Fabiuccio, a parte la W maiuscola (i tedeschi rispettano molto i propri sostantivi), ti faccio notare che è intellettualmente disonesto far capire che i problemi dell'Italia (che nessuno nega) possano essere risolti grazie al vincolo esterno (come da 30 anni questi "pensatori" ci ripetono). Nessuno risolve meglio i propri problemi se è messo in difficoltà, in una situazione che lo priva di risorse, ecc. Del resto, che le motivazioni del vincolo esterno, e quindi dell'euro, fossero altre, oggi ce lo dicono sia Prodi che Visco. E del resto i problemi cui tu accenni, e che nessuno nega, sono la stessa musica (annessione con unione monetaria di una zona che non è una zona valutaria ottimale), suonata da suonatori diverso: gli italiani del Nord, anziché gli europei del Nord. E ora ti lascio che suono per il Bilderberg...
RispondiEliminaCiao prof, mi scuso per l'imperdonabile sWista. Ci tengo a precisare che io non ho mai pensato che i problemi dell'Italia possano essere risolti grazie al vincolo esterno (pensavo che la mia precisazione finale fosse stata chiara a riguardo), anzi.
RispondiEliminaHo solo approfittato di quel piccolo barlume di buonsenso in mezzo ad un'accozzaglia di argomentazioni se non altro discutibili, per fare una piccola digressione su un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ma non ho mai creduto che un Fiscal Compact di qua ed un trattato di Lisbona di la' avessero potuto unificare Borboni, Francesi e Tirolesi come non siamo riusciti da soli in 150 anni.
Figuriamoci.
Buona suonata allora! Vado a buttarmi nell'Aare.
Ma appunto, tu lo so come la pensi, ma mi sembra difficile dare dell'onesto a chi (non te, quell'altro) dovrebbe sapere benissimo che non è aggiungendo vincoli che si risolvono problemi. Ho scritto su questo il prossimo post.
EliminaSiccome faccio spesso il controcanto, aggiungo: nel 1982 si iniziano a fare politiche "speciali" (con super organisimi ad hoc) antimafia e, simultaneamente, iniziano gli smantellamenti risparmiosi delle strutture (specie mezzi e personale) "ordinarie" di p.s.(quelle che controllano il territorio), mentre si espandono le spese per appalti pubblici in genere nonchè per sussidi nel Mezzogiorno.
RispondiEliminaNegli ultimi 20 anni, poi, si aumentano a dismisura i compensi dei vertici di questi plessi e si inasprisce il prosciugamento delle risorse ordinarie, (creando un gap con la disponibilità di mezzi e tecnologie "diffuse" delle varie mafie) concentrando le (minori) risorse su strutture di contrasto centralizzato, che intervengono in via autoptica rispetto alla prevenzione "ordinaria" che deriverebbe dal controllo del territorio.
Nel contempo si dà il via, in nome dell'europa, anche nelle regioni problematiche, al sistema delle società partecipate locali, che espandono spesa e assunzioni senza controlli (pure aboliti).
La prevenzione si posta sempre più su misure di pericolo (interdittive antimafia) affidate alle prefetture, con ampio scollamento dalle risultanze delle indagini penali condotte da "sovraccarichi" organismi specializzati.
Ora si vogliono anche ulteriormente tagliare le risorse delle stesse Prefetture (tanto la spesa pubblica è tutta cattiva), tra l'altro utilizzando indicatori di efficienza avulsi dalla "specificità" emergenziale delle zone ad alta penetrazione della malavita organizzata (cioè costi fissi e diretti non possono essere comparati " a prescindere").
Il resto sono chiacchiere generiche per gli stella-rizzo e i lettori di repubblica...
A proposito di vincolo esterno: su Rainews è in onda l'intervista a Monti di Repubblica. Scalfari lo ha enunciato chiaramente: "L'italia è un paese che ha avuto bisogno e avrà bisogno del vincolo esterno perché siamo un paese di scavezzacollo" o qualcosa del genere. Chissà cosa ne pensano gli esodati di sto vincolo...
RispondiElimina@Alessandro
RispondiEliminaSei un po' ignorante, ma mi piaci anche così. Hai mai conosciuto un uomo non umanista? Così, per darti i contorni della cantonata che stai prendendo. Poi, con calma, segue bibliografia...
Ma vede, caro ragioniere, a parte il fatto che il riferimento a Talete è in Diogene Laerzio (e anche se ti sei dichiarato ragioniere per evitare la botta, mo te la becchi e zitto), io sono, come evidentemente non sono riuscito a farti capire (ma lo ho detto alcuni miliardi di volte) il primo ad avere reazioni fortemente critiche quando sento raccontare la favoletta della finanza cattiva.
RispondiEliminaIl motivo è semplice: si tratta di un meccanismo di comunicazione che riprende la Morfologia della bugia (Umberto Eco, "Dalla periferia dell'impero"), cioè uno schema favolistico con buoni, cattivi, interdizione, violazione dell'interdizione e salvataggio finale che ha il duplice scopo di fornire alla plebe una spiegazione che non spiega nulla, e di rassicurare la plebe stessa (ora sono arrivati i tecnici). Dove plebe sta per sottoproletariato, che è una parola troppo lunga.
Su questo siamo d'accordo. Io dico sempre, ostentatamente, ossessivamente, che la crisi della "finanzacattivaspeculazionebrutto" in Europa ci sarebbe anche se usassimo gusci di vongola come moneta. Il problema non è l'ingegneria finanziaria. Gli stessi subprime NON sono stati il problema. Il problema è stato l'eccesso di liquidità creato negli USA dagli squilibri del sistema monetario internazionale.
Dopo di che, vedi, forse perché non hai fatto le sQuole alte (il che ai miei occhi paternalistici ti rende tanto più ammirevole: quanto impegno...), forse perKé ultimamente vai spesso in AmeriKa, dove il pensiero non è critico ma KritiKo, ma il fatto è che tu salti da una Kontraddizione all'altra. Dire che "finanzacattivaspeculazionebrutto" è una fola per grulli è un conto. Dire che il capitalismo dell'800 funziona come quello del '900 significa contraddire la tua visione rettilinea della Storia (è anche, per inciso, se può interessarti, alcuni TIR di letteratura scientifica sull'argomento, da Keynes in giù).
Kiaro?
Di uomini non umanisti ce ne sono a miliardi. Sono, appunto, quelli che non hanno letto Diogene Laerzio. E la loro camicia non servirà da bandiera ad alcuna barricata (e qui chi può capire capisce, e gli altri si attaccano).