(…modificato per maggior chiarezza dopo cena…)
Ricevo da un conoscente (io non ho amici, non me li merito!) questo commento a esito del convegno di ContiamoCi! (che troverete sul canale dell’associazione o dell’insorto):
Perché sì, l’amaro calice della politica oggi mi ha riservato anche questo: una grillina che veniva a lamentarsi con me in quanto #aaaaabolidigo di come i 5stelle avevano gestito la pandemia insieme con il PD. Ora, è vero che tutto comprendere è tutto perdonare, è verissimo che un uomo politico, e in particolare un rappresentante del popolo, cioè un parlamentare, deve mantenere un comportamento dignitoso e un contegno all’altezza del mandato che ha ricevuto, è indubitabile che quell’elemento di igiene del pensiero e delle relazioni che va sotto il nome di prima legge della termodidattica:
suggerisce in questi casi di lasciar perdere, eppure, ve lo confesso, avrei voluto per un attimo fare eccezione, e dirle: “Ma brutta cogliona, lo capisci che sei tu che devi chiedere scusa a tutti noi, perché è per colpa tua e di altri imbecilli come te se quella tragedia è stata gestita nel peggiore di tutti i modi possibili? E lo sai a chi stai parlando? A uno che dal 2012 vi sta spiegando che gli ortotteri sarebbero diventati la stampella dei piddini! Tu, a me, gentile amica, lungi dal fare lezioncine, dovresti non baciare le scarpe (non basterebbe poi a me un barile di Amuchina), ma baciare le orme che esse lasciano al suolo!”, o qualcosa di altrettanto sobrio e incisivo.
Ma naturalmente ho lasciato perdere.
Si scagliano, poverini, contro il protocollo “Tachipirina e vigile attesa” (quando basta bastava semplicemente non seguirlo, come non l’ho seguito io, curandomi), ma poi l’unica terapia che riescono a concepire per i mali della democrazia, che identificano con il preciso momento in cui la sfera della loro integrità fisica e morale è stata compromessa (e non con il fatto che la loro splendida individualità se ne andava strafottendo di tutto quanto era andato succedendo per anni ai loro simili) è una terapia sintomatica: chi la declina come vendetta, chi la declina come (peggio ancora!) “Veritah”, attribuendo a questo concetto un valore performativo che l’evidenza concreta di ogni singola interazione umana smentisce.
E questo ci lascia con un grosso interrogativo, quello del titolo: dobbiamo veramente salvare il popolo da se stesso?
Alla fine, l’odiosa grillina rea confessa altro non aveva avuto che quello che si meritava! Se lo meritava per aver perpetrato il crimine supremo di attentato alla democrazia, mettendosi al servizio di un progetto antipolitico.
Vedevamo così compiersi di fronte ai nostri occhi l’auspicio che da veri libertari più volte abbiamo espresso: quanto sarebbe bello se ognuno vivesse nel mondo che ha voluto, se chi vuole l’euro si beccasse i tagli dei salari e chi vuole la lira si beccasse la crescita economica, se chi vuole i 5stelle subisse le conseguenze della subalternità alla Cina e chi vuole un partito normale potesse invece decidere per sé. Il problema è ovvio: la vita è una, e a differenza di tante casse previdenziali non ammette “gestioni separate”. Per colpa di personaggi come quella lì tutti noi abbiamo visto compressi i nostri diritti, e se proprio si dovesse ragionare di vendetta, sarebbe abbastanza facile capire da dove cominciare: da lei, che oltretutto è più attingibile di Conte! Che poi è il motivo per cui qui piazzaleloretisti e norimberghisti non sono mai stati bene accetti: non solo perché la vendetta non è una soluzione, ma soprattutto perché non è indizio di estrema accortezza invocare processi in cui si rischia di essere parte soccombente.
D’altra parte, però, credo che vi siate potuti rendere conto tutti, con i vostri occhi, che proprio la strada che questi poveri, piccoli esseri brancolanti nelle tenebre hanno così chiara davanti, quella in cui l’emersione della verità (cha cha cha) porta all’avvento di un mondo giusto, è sostanzialmente impraticabile (per inciso, oltre ad avervi spiegato che gli ortotteri si sarebbero alleati col PD, vi avevo anche preannunciato che la veritah sarebbe stata la nuova onestah).
Questa sera, credo l’abbiate capito tutti. Spero che abbiate apprezzato anche voi quanto quelle persone così convinte che la loro verità abbia un valore politico fossero in realtà assolutamente impermeabili a qualsiasi lettura della realtà che non cominciasse dalla fatidica punturina.
Mi dispiace per la Gismondo e per tanti “sicceroi” presenti: bisogna proprio non sapere un cazzo di quello che è successo in questo paese (cioè in questo blog) ed essere stati complici di tutte le porcate che c’erano state imposte prima dell’unica che interessa a loro per pensare che basti uno sforzo didattico a determinare un esito democratico. Detto in francese: a che cazzo serve ragliare contro i “poteri forti” se non si accetta di riflettere un momento sulle parole di Lucio Magri (per dirne uno) che spiega in che modo ci siamo messi in mano a quei “poteri forti”? I “poteri forti” (a proposito: qualcuno mi sa dire quali sono i poteri deboli?) fanno semplicemente il loro lavoro, che viene reso più agevole da alcuni assetti istituzionali privi di contrappesi. Magri ne citava solo uno, peraltro, quello europeo, ma il grosso del danno era stato fatto senza che lui se ne accorgesse con il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, cioè con l’indipendenza della Banca centrale, che è oggi il principale vulnus democratico. Ma i nostri amici, poverini, su questo non vogliono riflettere. Basta dire #aaaaabolidiga e i “poteri forti”, il discorso si esaurisce lì, e Gramsci si rivolta nella tomba.
E a questo punto sorge un altro problema: vi siete mai chiesti voi, come me lo sto chiedendo io, quand’è che un sano e progressivoanelito didattico stringe nell’odioso paternalismo di un Padoa Schioppa? Perché alla fine il problema è questo, lo ripeto: la simpatica ortottera era vissuta nel mondo che aveva desiderato! E chi siamo noi per imporle un mondo diverso, o semplicemente per chiederle di considerarlo?
Metteteci un attimo la testa, perché immagino che la domanda a qualcuno possa non essere immediatamente chiara. Io vado a cena, e dopo ne parliamo.


Buonasera, la domanda non è di facile soluzione. In cuor mio ho pochissime certezze, le prime sono i 4 principi della termodinamica, 1, 2, 3 e 0, nell’ordine di enunciazione, e il primo principio della termodidattica, che spessissimo mi dimentico di applicare, mio malgrado, in ultimo, dalle discussioni di fu gioventù con quello che oltre ad essere un conoscente é stato anche professionalmente un mentore, ritengo che la verità non esiste in senso assoluto. Ciò detto, credo che il passaggio verso la PadoaSchipposità coincida più o meno con la preferenza della verità ai fatti, ovvero quando si ritiene di essere non solo investito dal principio di autorità, ma suo decisivo attributore per altri, si perde la necessità di avere qualsiasi riscontro fattuale delle proprie affermazioni perché “autorevoli”, in quel momento (se esiste un momento in cui succede) si passa dall’avere un fine didattico a un atteggiamento peternaistico.
RispondiEliminaIl problema, che non riguarda chi ottiene la posizione autorevole, ma chi lo ascolta, sono le motivazioni che muovono chi ha il potere, nel dare la patente di autorità, qui dentro abbiamo più volte visto che l’autorevolezza della verità diffusa spesso non ha nulla a che vedere coi fatti, ma spesso solo con interessi economici o per ottenere, di ritorno dalle tesi propugnate dal soggetto autorevole, notevoli rendite di posizione.
La ringrazio per il breve ma rumoroso accenno sugli istituti professionali come fucina di utili idioti, mi scusi per i termini coloriti usati qualche post fa ma è un argomento che sento vicino avendo molti amici validi ma piegati giocoforza alle logiche del materialismo storico.
RispondiEliminaUn passo alla volta risolveremo anche questo aspetto, quando ho tempo domani concludo di ascoltare la conferenza dall’ottimo canale youtube dell’Insorto, che ringrazio per rendere sempre disponibili i suoi intervenenti, da quelli istituzionali a quelli viari, questi ultimi probabilmente i migliori dal punto di vista di approfondimento e profondità, ringraziamo l’Urbe che coi suoi difetti ci permette di godere questi utilissimi momenti di condivisione e intermediazione.
Diciamo che non mi sono espresso benissimo: io non demonizzo gli istituti professionali, anzi! Ritengo che sarebbe giusto che ognuno venisse pagato in modo dignitoso e che anche lavori più tecnici e manuali potessero aprire la strada al farsi una famiglia e crescere dei figli in condizioni accettabili. Non c’è nulla di sbagliato nel non voler essere un letterato! Tuttavia, constato negli altri un odio per la classicità e per le lettere che secondo me non è giustificato da nulla, se non da una distorsione ideologica “offertista”. L’idea, cioè che il giovane non trova lavoro, perché non è pronto per il mondo del lavoro, Un’idea sulla quale avrei parecchio da dire.
EliminaSì, credo che si sia espresso male, perché purtroppo la pandemia ci ha rivelato che aver fatto studi classici (anche quando la scuola italiana non era alla canna del gas come adesso) non mette al riparo le persone dall' essere gli utili idioti del potere.
EliminaSì, si è espresso male, perché la pandemia ha dimostrato che non basta aver fatto studi classici (anche in tempi in cui la scuola italiana non era alla canna del gas come adesso) per mettersi al riparo dall' essere utili idioti del potere. Purtroppo.
EliminaIo sono ignorante e nessuno e nei tempi della corse all'oro del stelle ho partecipato ad un riunione bar come da grillo direttiva, una 20ina di persone, be' traspariva un'ignoranza dell' ignoranza non che la cosa sia un giustificante ma spiega molto del resto vuoi il popolo stupido ed ignorante e alla fine o lo salvi da sé stesso o lo fai soccombere non ci solo altre scelte mi pare
RispondiEliminaSì, ma il problema è un po’ più complesso di come l’ho messo io dal punto di vista polemico. Intanto il popolo non esiste: ci sono tante persone, tanti individui, ognuno dei quali con le sue scelte ha contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo, ma nessuno dei quali vuole prendersi nella responsabilità. Poi c’è anche un altro aspetto: cosa vogliamo intendere per salvare? Perché alla fine, se il problema è imporre un cambiamento politico, allora dobbiamo chiederci se siamo disposti ad accettare anche soluzioni autoritarie! Se invece non lo siamo, e qui credo che nessuno lo sia, il problema che dobbiamo porci è un altro: come si fa a cercare il consenso di persone convinte di essere portatrici dell’unica verità vera, per aprire la loro mente ad una riflessione un po’ più ampia? Io ho cercato di farli riflettere sul fatto che stavano rivolgendosi ad un organo parlamentare dopo aver di fatto esautorato il parlamento, e che questa non era una cosa molto logica. Ma tu credi che qualcuno lo abbia capito?
EliminaSe posso permettermi, per come si stanno mettendo le cose, ho ragione di credere che la soluzione autoritaria verrà dagli Usa. Non nel senso che imporranno a noi il Franchino di turno e loro si terranno la loro "democrazia da salotto" salvando capra e cavoli, ma nel senso che saranno stesso loro i primi ad applicarla e, a cascata, la applicheranno anche a tutti gli altri. Ma veramente pensate che il popolo bue esista solo qui in Italia?! Naturalmente la mia è solo un'opinione nata dall'osservazione. Quindi il problema, secondo me, non è più (solo) sud europeo. Riguarda tutti. Ma, se così fosse, mi verrebbe da dire "mal comune mezzo gaudio".
EliminaAnche il sicceroe prima della grillina è stato eloquente (e con sufficiente abbondanza zittito dandogli del sicceroista in modo nemmeno tanto velato).
RispondiEliminaQuello che si nota alla fine è che nonostante la conferenza non sia il bar qualunque di Venezia e provincia, il risultato non cambia: attorno al quadrilatero della pensione - io mi diverto sempre a punzecchiare i maratoneti della pensione, "credi di essere al sicuro da questo sistema se vai in pensione entro 5 anni?" - c'è la rivoluZZione, se non ce la facciamo in quattro allora prendiamo il sindacato, e se non ce la facciamo col sindacato è colpa de aaaaaPolitica.
In genere se si spiega che nella gerarchia delle fonti il diritto europeo sta al primo posto, non se ne capisce l'importanza. In fondo non è colpa loro, degli eroi del sicceroio: l'aver spostato altrove le decisioni e aver lasciato il recepimento non ha spostato però la responsabilità politica (o percepita tale).
Ma alla fine la morale credo sia sempre la medesima, anche per i maratoneti della pensione, che del prossimo in realtà non frega molto (magari avranno anche ragione, da indigente alla Caritas è un po' difficile essere in forma per combattere).
Potrebbe essere che l'anelito didattico diventi paternalismo nel momento in cui si rifiuta una lettura più ampia e complessa della realtà, per due motivi (magari ce ne sono di più ma adesso ho visto solo questi) : il primo è che questo tipo di riflessione smonta la narrativa interna di queste persone, e richiama appunto ad una responsabilità che non ci si vuole assumere. Il secondo motivo potrebbe essere che quella che loro identificano come esigenza di Veritàh e chiarezza, è in realtà solo desiderio di rivalsa (o vendetta), ma non possono riconoscerlo come tale perché smonterebbe il loro bisogno di sentirsi migliori, di venire finalmente riconosciuti come quelli che "avevano capito". E infatti non hanno nessun problema a dire che "bisogna trovare un modo per far votare quello che vogliamo noi anche a chi la pensa diversamente" (non ricordo le esatte parole che sono state dette, ma più o meno). Mi colpisce sempre vedere come questa rabbia e desiderio di prevaricazione vengano giustificate attraverso una razionalizzazione che non è affatto razionale: finisce per divorare chi la pratica non meno che il senso stesso della democrazia. Comunque, la signora stava a metà tra una Madre Coraggio e una dei protagonisti di "Terrore e miseria del Terzo Reich"( o forse "La resistibile ascesa di Arturo Ui"...)
RispondiEliminaEd alla fine, non ho potuto non sentire pena, perchè, per quanto colpevolmente inconsapevole della sua parte in tutto questo, il suo stupore ed il dolore che esprimeva erano autentici.
"Poteri forti", la direi una definizione pleonastica inventata dagli "operatori dell'informazione", perché il corrispettivo potere debole non esiste, semmai esiste un potere indebolito dopo lo scontro tra poteri. E l'attuale situazione negli Stati Uniti ne è un po' l'epitome.
RispondiEliminaInoltre, profe, a proposito del video pubblicato da Linsorto vorrei dire che, a differenza del voltagabbana "figlio del Re", come lo chiamava il (senza dubbio malevolo) popolino, la dichiarazione del Magri 1992 mi pare in coerenza e continuità con quelle del Magri 1978
https://documenti.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf (dalla pag. 24959 in poi).
***dobbiamo veramente salvare il popolo da se stesso?***
RispondiEliminaNemmeno Dio può salvare chi non si vuol salvare, ma il problema è che "il popolo" siamo anche noi !
Quindi se pure sarebbe esemplarmente giusto che tanti grilloti e piddioti pagassero gli effetti delle loro stupidità ( e nel caso piddino anche di tanta malignità ) , nondimeno noi che non abbiamo queste loro colpe dobbiamo preoccuparci anche di costoro, perché "nessuno si salva da solo".
Purtroppo anche qui siamo dentro quel paolino " mistero de l' iniquità" per cui da sempre tanti " migliori " devono perire affinché anche i figli dei "peggiori" ereditino la terra.