sabato 2 maggio 2015

A Celso e Martinet (post ad personas, non ad res)


Io: "Che significa alfa theta?"

Lui: "Bò!"

Io: "Come si scrive Atene in quella lingua del cazzo nella quale guardi i video dei fingerskate?"

Lui: "Athens".

Io: "Bene. Ora sai perché. Alfa theta sono gli athenaioi che vanno lì a dirgli: 'Ora o fate come diciamo noi o vi rompiamo il culo'. Che poi, come vedi, è un concetto pertinente alla situazione attuale, e sto parlando della nostra, non di quella europea".

Lui: "In effetti".

Io: "Leggi".

Lui: "Ma che palle, ma io non devo leggere, devo tradurre".

Io: "Leggi".

Lui: "Èmeis...".

Io: "Emèis".

Lui: "Emèis toìnun ute autoi... met'onòmaton...".

Io: "Onomàton".

Lui: "Met'onomàton..."

Io: "No. Da capo."

Lui: "Emèis toìnun ute autòi met'onomàton kalòn os... è".

Io: "Ma lo capisci che leggi da tre? C'è una virgola? A che serve la virgola? Se poi l'insegnante ti sente leggere così, capisce subito che tu non ci passi tempo sui libri. Dalla virgola."

Lui: "Os è dìkaios..."

Io: "Dikàios. Cazzo Guido, gli accenti ci sono, usali...".

Lui: "Os è dikàios ton mèdon katalusàntes..."

Io (lievemente spazientito): "Katalùsantes, da katalùo, direi, no?"

Lui: "Katalùsantes...".

Io: "No, dalla virgola."

Lui: "Os è dikàios ton mèdon katalùsantes... àrcomen è adicumenoi"

Io: "Scusa, cazzo, inizia con emèis. Chevvordì?"

Lui: "Noi".

Io: "Bravo. Dunque, guarda il bicchiere mezzo pieno: per una volta ha il soggetto sparato all'inizio della versione. Non è come al solito che devi cercarti il verbo per capire chi è il soggetto. Quindi, visto che siamo alla prima plurale, i verbi saranno alla prima plurale, giusto?"

Lui: "Sì".

Io: "Ecco. Altro pezzettino di storia: se quell'eta fosse articolo non avrebbe accento: ἡ. Quindi non è articolo. Cercalo sul vocabolario."

Lui bofonchia.

Io: "Trovato? È congiunzione, corrisponde al vel latino, vel vel, non aut aut, quello che oggi si scrive out out, chiaro? Quindi ogni eta regge la sua subordinata. Quindi: Os è dikàios ton mèdon katalùsantes àrcomen, è adicumenoi nun epexerchometha, che guarda caso è un'altra prima plurale al medio o quel che l'è. Devi arrivare fino al cazzo di verbo, fino a àrcomen. Non importa se non sai che vuol dire (mai sentito parlare di arconte?), importa che quello è il verbo e prima del verbo non ti devi fermare."

Lui sbadiglia.

Io: "Se fai un altro sbadiglio ti tronco di mazzate".

(...il padre di Baltimora... quello con una schicchera mi butta in terra... che tocca fa per insegnare il greco: voglio un'indennità di rischio dal liceo...)

Lui: "Scusa".

(...è un bravo ragazzo...)

Io: "Va bene. Allora, hai capito come funziona, questo ha il periodare simmetrico, come Cicerone, ti ricordi? Qui siamo a livelli di tecnica superiori. Però ora i pezzi ce li hai. Prima lezione: le congiunzioni ti aiutano a trasformare un problema complesso in tanti problemi semplici. Avanti."

Lui: "Logòn..."

Io (spazientito): "Lògon, cazzo".

Lui: "Lògon mèkos apìston...".

Io (più spazientito): "àpiston".

Lui: "àpiston...".

Io: "Dalla virgola".

Lui: "Lògon mèkos àpiston parexomen".

Io: "Bene. Qual è il verbo della principale."

Lui: "Archomen".

Io: "Sì, come persona e numero ci siamo, ma è in una frase introdotta dal vel, quindi in una subordinata".

Lui: "Parèxomen".

Io: "Oh, mo mme stai a piacé. Quindi parecho, che significa?"

Lui: "Una cosa tipo dare".

Io: "Bravo. Poi vediamo cosa. Intanto, scusa, seconda lezione: le preposizioni ti aiutano a togliere di mezzo noise, per individuare il signal. Esempio, nella prima riga, met'onomàton kalòn, metà col genitivo significa "con", e quindi..."

Lui: "...".

Io: "Onomastico?"

Lui: "...".

Io: "Non: mastica! Onomastico! Il giorno del nome: onoma onomatos... Nome, parola... Kalòs che significa?"

Lui: "Buono".

"MA COME "BUONO", CAZZOOOOOOO!"
































































































































(...era tutto più facile e io lo sapevo...)































































































Io: "Scusa: è "con belle parole", che sarebbe poi con un bel discorZetto... Gli Ateniesi non andavano esattamente lì a dirgli delle buone parole, a consolarli. E poi kalòs è bello: kalòs kai agathòs, come Renzi, per capirci".

Lui: "...".

Io: "È antifrastico".



Insomma, ve la faccio breve (è ad personas):


(...poi me sò rotto li cojoni...)


Di questo bel discorzetto degli Ateniesi non avevo memoria e forse non avevo mai avuto nozione. È stato uno di voi a parlarmene qui, non so se Celso (potrebbe essere) o Roberto, o chi altro. Questa mattina, in palestra (kalòs kai agathòs), fra una serie e l'altra. l'ho cercato su Internet col telefono (una roba inconcepibile quando il greco ero costretto a tradurlo per me) e me lo sono messo da parte per infliggerlo al povero Palla. Vorrei avere ora sedici anni, ora che capisco la potenza di questa architettura. Ma la cosa che più mi piace è, nella prima riga, quell'autòi, che al liceo avrei tradotto con una cosa del tipo "noi stessi" (in uzbeco: "stesso noi"), e che invece, oggi credo di capire (ma qui gli esperti siete voi) sottintende un ben preciso concetto: "Ma che ti pare che proprio noi - sottinteso: che non ci mettiamo niente a rompervi il culo - veniamo - cioè verremmo - qui a farvi un bel discorZetto mieloso e falso ecc."

Agghiacciante.

Ma certo, di cose agghiaccianti ne stiamo vedendo così tante, ultimamente...




(...e comunque er Palla mi parte battuto, cazzo, e questo non lo posso sopportare. Pensa l'ironia, caro Martinet: lui è all'aoristo terzo, quindi il perfetto non lo sa. Capisci quindi che imporgli una simile versione era da parte mia una grave αδικία, e tanto più apprezzerai la sottile ma implacabilmente logica ironia del Fato - alla quinta riga. Se semo capiti, no? Ma lui sapeva, perché l'aveva trasentito in classe, che il perfetto ha aumento e raddoppiamento - reduplichescion - e ha sgamato subito la seconda occorrenza di ἀδικέω - dopo il participio presente passivo alla seconda riga. Quindi è bravo. E allora perché parte battuto? Perché questa scuola lo ha frantumato. E ora tocca a me rimettere insieme i cocci, che per fortuna sono decisamente miei...)


Breaking news:  pare che sul registro elettronico (...) ci siano delle frasi da fare per mercoledì: Pater mi, si possibile est, transeat a me calix iste; verumtamen non sicut ego volo, sed sicut tu...

19 commenti:

  1. Dopo anni e anni di rinvii per l`università`alla fine vado alle visite dei 3 giorni a VR, per il corso AUC di artiglieria alpina, ma con un`aderenza al polmone il corso lo si faceva solo se convinti al 200% di farlo e quindi, alla fine, potendo scegliere, la leva l`ho evitata.
    Rimpiango ancora oggi quella scelta, a prescindere da come sarebbe potuta andare, perché` ho capito che un`esperienza del genere, dove sei completamente scollegato dalla famiglia e dalla tua vita precedente, e dove la disciplina dura ti viene imposta perché` devi poi essere tu stesso ad essere in grado di imporla ai tuoi sottoposti, diventa un punto di riferimento che ti può`aiutare nei momenti difficili della vita.
    Dico questo perche` i miei genitori non mi hanno cresciuto con una rigida disciplina, da un certo punto in poi ho cominciato ad autogestirmi, e questo può`essere un bene perché` diventi responsabile direttamente degli errori che fai, ma d`altra parte senti la mancanza, la sicurezza di uno standard comportamentale rigido che comunque sarebbe qualcosa di sicuro, certo, una "regola della famiglia" , da combattere magari ma comunque un riferimento, un faro nella notte dove rifugiarsi nei momenti difficili.
    Ti dico questo perche` capisco cosa stai passando con erpalla, fare il generale con i propri figli e`compito veramente straziante perché non vorresti mai, ed infatti i collegi servivano servono a quello, a imporre ai figli, la disciplina che un genitore non vuole o non e`in grado di insegnare/imporre ai propri piezz` e core.
    Io ho una terza mediana, e so che dall`anno prossimo toccherà`anche a me, e saranno dolori anche peggiori dei tuoi.....

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  2. Povero Guidino, povera stellina! Ma che classe fa? E gli dai Tucidide così, a bruciapelo? grandioso e terribile a un tempo; lascia senza parole. furono "puniti" esemplarmente dagli Ateniesi, perché rifiutarono di schierarsi (pensavano di poter continuare a rimanere: i maschi abili alle armi furono uccisi, il resto della popolazione Fu ridotta in schiavitù. è sempre molto complicato trattare con chi domina.

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    1. Onestamente non riesco a capire il grado di difficoltà (se non indirettamente dall'ampiezza delle forme verbali usate). Qui è vero che c'è un perfetto, però la struttura del periodo è molto simmetrica e tutta scolpita dalle congiunzioni (ute-ute, e ogni ute regge un e-e), per cui mi pareva che le prime cinque righe andassero. Dopo si intorbida un po'. L'ultima riga va imparata a memoria. E comunque doveva fare una versione da Licurgo sul mito di Eretteo (la più classica delle tragedie greche, muoiono TUTTI tranne la figlia che si era distratta perché guocava a Candy Crush sull'aiphon nuovo) che non mi sembra per niente più semplice. Dopo vedo cosa gli danno i suoi, di insegnanti...

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    2. ...ehm, non avendo studiato il greco a scuola per averne frequentata una per diversamente studenti potreste aiutarmi a trovare la versione sopra riportata? Da dove è tratta?

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  3. Bravo. Sei un ottimo insegnante di greco; perfetta l'analisi delle proposizioni (sembra uscita dall'Eléments de syntaxe structurale di Lucien Tesnière).
    Sulla scuola dovrei aprire un lungo discorso - che non apro, per carità di Patria; comunque, er Palla si risolleverà, ha un "docente di sostegno" di vaglia.

    P.S.: how cute was er Palla as a kid

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    1. Sì, lui era ed è bellissimo, e ben si guarda dall'imbruttirsi. Ha sequestrato il guardaroba del defunto nonno comunista e si agghinda in un casual moderately left-wing qui lui sied à merveille. Da bambino era così bello che mi fermavano per dirmi: "Che bello! È una femmina?" Nota che il dress code era rigorosamente virile: sempre azzurri o blu. Sì, si risolleverà, ma voi per un mesetto dovrete fare da soli. Abbiamo ottimi commentatori di cronaca, e per il resto basta il primissimo post. Comunque qui la sintassi era abbastanza facile (second me), e la versione nelle mie intenzioni serviva a far capire l'utilità delle parole corte...

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    2. Tucidide in quinta ginnasio mi sembra un po' prestino. Nel 2014 hanno dato Tucidide agli esami di ammissione alla Normale (dopo più di vent'anni che non compariva). Invece di una versione da cinquanta righe come al solito ne hanno proposto una da venti (ed è stata una strage).
      Bagnai junior è messo bene perchè ha Bagnai senior che lo cannoneggia e lo assiste.
      La mia esperienza personale è questa. Ho fatto il classico nei primi anni Settanta, i miei due figli l'hanno fatto in questi anni. Quando lo feci io, al ginnasio c'era la maestra unica che insegnava italiano, latino, greco, storia e geografia. Trattavasi di prof con minimo due cognomi, insignita di potere di vita e di morte su noi, volgo disperso che nome non aveva fino al Liceo (dove cominciavano a darci del lei e a considerarci esseri umani). In IV ginnasio, la mia personale autocrate fece cambiare scuola alla fine del primo trimestre a 1/3 della classe, e a fine anno bocciò 1/4 dei sopravvissuti.Non faccio incubi sulla guerra civile in Libano dove mi sono trovato, ma ne faccio sui compiti in classe di verbi greci, e mi sveglio fradicio di sudore (dieci voci verbali dal greco, dieci dall'italiano, trenta secondi ciascuna per tradurre, ogni errore un voto in meno: si registrarono dei -4, -5, etc.).
      Un po' esagerato, ma il greco e il latino lo abbiamo imparato.
      In confronto, ai miei figli è andata di extralusso, al ginnasio: vissuti nella bambagia. Poi, grazie a Dio al liceo hanno incontrato un'insegnante di greco tosta, e in prima hanno dovuto sudare sangue per recuperare quel che non avevano imparato prima (e sì, li ho cannoneggiati anch'io: a mio figlio in alcune occasioni gli ho proprio menato).
      Morale: il medico pietoso fa la piaga purulenta, Alberto è spietato, suo figlio può dormire tra due guanciali (di spine).

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  4. La versione è tostina, dico io. Ma povero ragazzo, che classe frequenta ?
    Per gradus ad Parnassum, professore !
    Comunque la capisco bene, io ne avuti due di giovani virgulti al classico, e so cosa vuole dire con "...questa scuola lo ha frantumato". Momenti duri, orizzonti lontani, poi però le cose si raddrizzano ! E comunque il ragazzo è in ottime mani. I migliori auguri.

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    1. ...ecco un altro amico del giaguaro! Ma insomma! E di rimuovere quel diaframma di protezione ecc. ne vogliamo parlare? Chiamatemi "sergente Tommy Hartman". Ed è inutile che mi ricordiate come va a finire. Il parricidio fa parte della vita. Se la sinistra PD lo capisse staressimo un pezzo avanti. Ma appunto, lì Bersani è un pezzo del problema, o di quel che l'è (la "cameriera che piace a babbo" - definizione di Uga - aveva una sua ipotesi). Difficile tradurre il presente partendo da un piùcheimperfetto!

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    2. :)
      A proposito di parricidio. Non so se avete già ascoltato questo.
      Notare lo sguardo stravolto degli ospiti e l'imbarazzo della conduttrice.
      Il giovane ha del talento.

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  5. Quella lingua è universale, nel senso che contiene l'universo. Nessuno che un giorno l'abbia compresa può non esserne uscito cambiato. Non riuscirò mai a considerare la Grecia un pezzo qualsiasi di mondo.

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    1. Andando a Pescara Philippe Weil mi confessava il suo sconcerto per la scomparsa del greco e ora del latino dalle scuole francesi, sulla base della motivazione "de sinistra" che sarebbe un insegnamento classista. Intendiamoci: il ragionamento fila se in pratica è il padre a dover insegnare (non che a scuola non insegnino, anzi: ma è chiaro che ci sono comunque problemi sui quali non mi dilungo). In questo caso solo un figlio di un padre che sa il greco e ha tempo da dedicargli (e ne fa materia di lavoro, btw) può sopravvivere. Ma fila anche l'argomento degli insegnanti: siccome il greco non lo sa nessuno, di fronte ad esso i figli di un borghese e di un rom sono uguali. Se lo vedi così è più classista l'inglese, no?

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    2. Bellissima e profondamente condivisibile considerazione la Sua. Bravo Enrico !

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  6. Pure Nino Galloni parla di de-industrializzazione dell'Italia: https://www.youtube.com/watch?v=5lPGzvfnI9M. Solo il Pd invece vuole tenerci le fette di prosciutto sugli occhi.

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  7. E quando la pioggia avrà lavato i marciapiedi (e ancora oggi, quando essi conservano intatta la loro fragranza), chi si ricorderà di cosa significa "ad personas"...

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  8. Caro Prof.

    vorrei ringraziarla. Sulla mia scrivania c'è una copia delle Mémoires du Cardinal de Retz, che lei mi ha fatto scoprire in suo post precedente.

    E' già la seconda volta, la prima è stata con l'Histoire de ma vie, di Casanova. Non sapevo che Casanova l'avesse scritta in francese, l'ho appreso da lei. L'ho ordinato e l'ho letto.

    Venendo a Tucidide. Alla Columbia c'è un bel master in studi strategici. Per studi strategici si intende quella branca della scienza politica che studia l'impiego della forza (e della violenza), principalmente da parte degli stati, per il conseguimento di fini politici. Il primo testo che compare nella mandatory reading list è appunto la Guerra del Peloponeso. E' davvero un libro, come dice lei, che dà i brivdi.

    Cordiali saluti
    Nemo

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  9. Palladium lectures - Tucidide di Baricco, su youtube. Spettacolo dedicato proprio al confronto ateniesi -meli

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  10. Caro Prof. comprendo e rispetto la sua volontà di NON fare er partito, ma se il problema è che l'informazione non giunge alla massa, l'idea di farci una Tv !?

    Combattere il sistema con le sue armi ?

    Il Blog è meno diretto di una Tv, il canale di asimmetrie come idea come le pare ?

    Saluti.

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