martedì 23 settembre 2014

QED 39: lo spin tedesco cazza la randa...

Post rapido.

Da quel poco che ricordo di vela (ho smesso quando ho cominciato con Uga), per virare si stringe al vento (orzando):

Quando si passa da un bordo di bolina a quello opposto si effettua una manovra che prende il nome di virata. La sucessione e' la seguente:
  • Il timoniere da il comando: Pronti alla virata!
  • Ogni membro dell'equipaggio si prepara (prende in mano la scotta, raccoglie una maniglia, cazza la volante sottovento o, piu' semplicemente, si prepara a spostarsi sopravento) e risponde: Pronto!
  • Il timoniere da' il comando: Viro!
  • Il timoniere orza con decisione
  • Quando l'imbarcazione e' controvento ed il fiocco fileggia viene mollata la scotta sopravento e cazzata quella sottovento (rispetto al nuovo bordo)
  • L'equipaggio passa sopravento
  • Ripresa velocita' vengono effettuate le regolazioni di fino delle vele
(mi ricordavo bene)!

Secondo voi, perché proprio adesso lo Spiegel scopre quello che noi dicevamo anni or sono? (e non perché fossimo dei geni, ma perché i più banali dati macroeconomici del più importante paese europeo erano e sono a disposizione di tutti quindi bastava guardarli).

(qui la versione per diversamente europei nel blog dell'ottima Carmen)

E secondo voi, perché quel gegnio di Piketty si accorge oggi che esiste la disuguaglianza, ma, dice lui, riguarda soprattutto l'1% superiore e dipende dal fatto che le imposte son diventate (esogenamente?) più basse per i ricchi?

(comunque, questa del top 1% è un'operazione di spin geniale, ma ne riparleremo)

Perché improvvisamente per alcuni il cielo diventa celeste, il prato verde, l'acqua umida e il fuoco caldo?

Il primo risveglio, quello dello Spiegel, è la dimostrazione del fatto che non esiste la Germagna (inutile, io continuo a ripetervelo ma tanto non lo capite). C'è un pezzo di capitalismo tedesco al quale l'allentamento dell'austerità farebbe comodo, questo è indubbio. I giornalisti non sono dei cani. I cani ogni tanto abbaiano anche se il padrone preferirebbe di no. I giornalisti mai. Quindi qualcuno ha detto allo Spiegel di dire che l'acqua è umida, stringendo al vento per una ipotetica virata di bordo nella quale i parametri fiscali possano essere allentati per dare fiato al sistema. Questo qualcuno non è la Germagna. È un pezzo di Germagna. Magari qualcuno dei simpatici King Charles del capitale italiano che seguono questo blog (esempio: l'amico della Fata Smemorina di Pieria) sa di quale pezzo del capitale tedesco sia il King Charles lo Spiegel, così potremmo capire meglio (dai, sei più bello di un King Charles e soprattutto più simpatico...).

Ma la cronaca mi interessa poco: ritenete, for future reference, due principi metodologici:

1) la Germagna nun esiste (e ricordate nelle élite tedesche la regola non è quella di correre in soccorso del vincitore, ma di correre ad aggredire il perdente);
2) quello che c'è nun se po' nisconne (la verità viene sempre a galla).



Il secondo risveglio meriterebbe un discorso più articolato. Piketty è un piddino di alta caratura internazionale. Uno che, dopo trenta anni di salari reali piatti (vedi figura), si accorge che c'è un problema di aumento della disuguaglianza, e lo attribuisce al fatto che le imposte sui ricchi sono diminuite, si iscrive saldamente in quel disegno di politica europea che consiste nel ristabilire l'equità sociale non tutelando il lavoro e riportando le retribuzioni in linea con la produttività (la mia proposta, come sapete), ma "tassando i ricchi".

Che belle parole! Giustizia sia fatta! Ma... chi sono i ricchi?

Questi Robin Hood dei miei coglioni, in buona sostanza, vogliono togliervi prima la seconda casa, e poi anche la prima, per salvare le banche tedesche, perché, sia chiaro, i ricchi non sono i Ferrero (quelli hanno tutto in Lucimburgo). I ricchi "aggredibili" (i candidati al rovesciamento di prospettive usano questo termine) siete voi, ma, va da sé, perché l'operazione riesca devono farvi contenti e cojonati. Piketty vi fa contenti ("abbiamo ristabilito la giustizia sociale") e Padoan, col gomito sulla bilancia, vi fa cojonati ("'na patrimonialina? Subito, dotto'! So' 20 mijardi, che faccio, prendo?").

E nel top 1% ovviamente ci vogliono entrare loro, i Robin Hood. Insomma, P&P (Piketty and Padoan) stanno dalla stessa parte, che non è la nostra.

Per oggi fatevi bastare questo. Non tutti i giornalisti e non tutti gli economisti sono così. Tanti parlano da tempo e in modo serio della disuguaglianza, senza avere l'endorsement dei grandi media, e se non ce l'hanno, un motivo ci sarà. Del resto, molti donabbondiano, e comunque non tutti sono sufficientemente stronzi e narcisisti da prendersi, come me, la visibilità che viene loro negata.

Nec pluribus impar.

66 commenti:

  1. E mentre perfino loro virano il nostro governo Renzi, timone inchiodato, se ne va al gran lasco nella direzione sbagliata. Qualche grado di rotazione del vento e spero di assistere ad una bella, piena, coreografica strambata con tanto di colpo di boma e uomo in mare.

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    1. Eeeh ma tanto galleggerebbe comunque...

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    2. Il capitano Renzi ordina ai suoi marinai: “cazzate la randa! Cazzate la gomena!”. I poveri marinai sono costretti, per ordine del loro superiore, a fare cazzate una dietro l'altra, mentre (una parte della) Germania sta segando il ramo sulla quale è seduta (e quel ramo siamo noi). 'Nnamo bene.

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  2. "nelle élite tedesche la regola non è quella di correre in soccorso del vincitore, ma di correre ad aggredire il perdente"
    Bellissima. L'aggiungo alla mia collezione di national stereotypes.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. @ Hydroptere

      Non dimentichiamo Oskar Lafontaine, critichò le politiche neoliberiste tedesce ancora prima degli anni 2000, allora sotto Schröder.

      Lafontaine era decisamente contro l'introduzione delle riforme Hartz IV, poi attuate proprio dal governo Schröder/Fischer.

      Oggi Lafontaine è per una dissoluzione del euro ed un ritorno nelle monete nazionali, l'unico del suo ex partito Die Linke.

      Fischer è un lupo travestito da pecora. Anche se critica le politiche della Merkel resta un convinto sostenitore del euro.

      Moglie di Lafontaine è Sara Wagenknecht, anche lei critica duramente le politiche della Merkel.

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  3. Prof., mi ha bruciato sul tempo: stavo per postare quell'articolo.
    Sempre un passo avanti.

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  4. Bellissimo post. Che poi guarda caso in bolina si prende energia dal vento, ma proprio per andare controvento. E quindi buon vento, prof. Come dice il Winterreise, è stata la tempesta stessa che mi ha spinto avanti.

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  5. Eccellente. P&P m'ha fatto rotolare… meriterebbero una targa marmorea nella City, bronzea no perché il ferro ci servirà tutto per le nostre daghe.

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  6. Sulla prima parte concordo, professore, sulla seconda avrei dei dubbi metodologici: non ho ancora letto il libro di Piketty (ma ho ascoltato parte del vasto dibattito sulle sue idee) e dunque rinvio a fine lettura, ma ho un'impressione diversa. Ciò che disturba la metà conservatore (cioè la destra economica, diciamo) del mondo è che Piketty lega ad una lettura molto ampia dei dati disponibili (in termini geografici e temporali) una tesi semplice (e forse semplicistica) che contraddice una delle colonne centrali della giustificazione morale del capitalismo: quella di andare a vantaggio di tutti, in ultima analisi.
    Come sa, i dati risalgono fino alla rivoluzione francese (in Francia) e riguardano decine di paesi. E mostrer(ebbero) che l'ineguaglianza è cresciuta tendenzialmente sempre, salvo che dopo le guerre per un insieme di distruzioni materiali e politiche pubbliche. Quella della tassazione è solo una possibile politica pubblica riequilibrante, ma un'altra sarebbe un insieme di leggi sul lavoro che riequilibrino la ripartizione dei redditi tra capitale e lavoro. Più che giusto e indispensabile.
    Ma buona parte (secondo le critiche dagli USA, parte decisiva) della distribuzione del reddito ineguale deriva dai redditi da capitale: su questi?
    Infine, come sa professore, la proposta è di fare una tassazione dei patrimoni mondiale (diciamo che sa più di provocazione che di proposta).

    Riguardo, invece, alla recezione della proposta di Piketty nel nostro cortile, via articolini su La Repubblica, o Il Corriere della Sera, o Il Sole 24 Ore e simili pezzi di carta, qui concordo in pieno. Passibile di essere strumentalizzata per ubbidire a FMI, Bundesbank e amici vari dando pure l'impressione di fare cosa rivoluzionaria.

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    1. Alessandro, mi fido di te perché sei un lettore molto acuto. Io soffro di due distorsioni professionali. Da economista, leggo i paper e non i libri (perché i libri nei concorsi non vengono valutati). Nell'ultimo articolo di Piketty il discorso che riporti non c'è o non l'ho visto. Sarebbe interessante sapere se Piketty ha in testa una funzione di produzione neoclassica, ma non allargo il discorso.

      La seconda distorsione è che so e dimostro che i miei colleghi sono per lo più dei cazzari (questo blog è l'epopea della loro cazzaraggine analitica e politica, cui si aggiunge la lirica delle poche eccezioni), e quindi parto prevenuto.

      Tu no e fai bene.

      Ma a me le intenzioni non interessano, interessano i risultati. Piketty difende l'euro quindi è un fascista. Il resto son dettagli, credimi.

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    2. Se non è possibile una politica economica a favore dei redditi, ma al contrario tutti chiedono compressione dei diritti, non si capisce come dovrebbe essere possibile una politica di aumento della tassazione dei redditi da capitale che avrebbe lo stesso risultato, cioè la riduzione della quota profitti.

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    3. Se l'ultimo articolo è quello su La Repubblica di un paio di giorni fa, concordo. Autenticamente da cazzaro (per usare il suo aulico termine). Spesso si è al di sotto della propria fama. La chiusa sull'euro mi è parsa (ma l'ho letta di fretta e potrei aver colto male) ancora peggio: tenersi aperte tutte le porte. In effetti dice molto del personaggio (che credo sia molto furbo). Ma, ripeto, vorrei finire il libro poi mi potrò fare un'idea -magari sbagliata, ma almeno sarà mia-.

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    4. Mi permetto di inserirmi in questo dialogo per citare un articolo di H. Flassbeck, che già a fine aprile 2014 criticò la metodologia neoclassica o meglio la sua accettazione teorica di fondo di un approccio neoclassico di Piketty. A suo avviso (di Flassbeck), che io condivido e che coincide con l’intuizione del prof. Bagnai, (cito alcuni significativi passaggi) “Che Piketty in determinate circostanze si esprima per una maggiore tassazione del capitale lo rende evidentemente interessante anche per alcuni circoli di sinistra. Tuttavia la sua teoria, nella misura in cui la si può riconoscere accanto alle definizioni neoclassiche, è essa stessa rigidamente neoclassica. E ciò vale anche per quello che concerne il postulato secondo cui il lavoro e il capitale siano sostituti(vi) nel processo di produzione e che cioè possano essere impiegati in modo alternato, a secondo di come i prezzi dell’uno o dell’altro si avvicinino. Ciò è però del tutto errato empiricamente e non potrà mai fungere da base per una sensata teoria….[..]L’abbiamo dimostrato: impulsi di investimenti si accompagnano regolarmente a crescita di occupazione e al contrario, diminuisce l’occupazione nel breve o lungo periodo se la domanda di investimenti si ferma. Entrambe le osservazioni empiriche sono incompatibili con una funzione di produzione neoclassica come quella impiegata da Piketty perché i due fattori di produzione quali capitale e lavoro non sono sostituti(vi) ma complementari” (fine della citazione).
      L’articolo può essere letto qui: http://www.flassbeck-economics.de/thomas-piketty-und-die-kapital-einkommens-relation-much-ado-about-nothing/)

      Un saluto
      Michele


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    5. Non ho letto Piketty, nè mai, non essendovi obblgato, lo leggerò: però, se uno propone di alzare le tasse per redistribuire il reddito, siccome è ben noto che il reddito vero dei ricchi veri è impossibile da beccare in quanto le leggi, in ispecie fiscali, le fanno fare a loro famigli, dove volete che vada a parare? Quale santo ha intenzione di gabbare, finita la festa?
      Chi ha un reddito che si può beccare e tassare, e non ha famigli che gli confezionano le leggi: vulgo, il farmacista, il dirigente, il medico, l'ingegnere (il giudice no, poverino, che deve lottare contro la corruzione), il piccolo imprenditore, il commerciante, etc.: cioè i ricchi finti, gli unici che il popolino conosca, invidi e odi (gli altri non li ha visti mai se non in tele, dove sono tutti buoni e pensosi del bene comune). Cioè ce la tira nel c*** a nosotros, celebre ceto medio.

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    6. Inutile perdere tempo con Piketty. Piuttosto, se volete leggere sul capitalismo, consiglio David Harvey o Geoffrey Ingham (va be', il confronto è un po' come sparare a uno che caga)

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    7. Caro Michele,

      esattamente come pensavo. Vedete? Non c'è bisogno di perder tempo. Sei per l'euro? Sei un fascista. Punto. Poi, per carità, per motivi dialettici si può anche entrare nel merito, sapendo che sarà assente. Ma io son troppo impegnato a scrivere cose che reputo giuste per leggere cose che so sbagliate. Non mi interessa se questo atteggiamento ai piddini non sembra colto. Si ha una cultura per non fare la fine del moscone, cioè per evitare le esperienze inutili. Leggere tutto (senza criticare Alessandro) non è cultura, e qualche volta non è nemmeno erudizione: è fede nella propria immortalità!

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  7. Ma se oggi, con lo stato delle infrastrutture in Italia (esemplificando con via Pontina) e la desertificazione industriale (esemplificando, il tessuto industriale e terziario pontino-pometino) , l' invendiblità di 1e, 2e, ennesime case e negozi, lo sfacelo del commercio, etc. etc. i nostri connazonali non hanno ancora capito, lei dice sostanzialmente due cose:
    - la Germania che non esiste sta inziando a rendersi conto che stanno segando il ramo su cui sono appollaiati, come quelli che corrono ad aggredire chi è morto o moribondo;
    - vuole avvertire i connazionali del fatto che da destra e da sinistra, li stanno strippando.

    Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .Caro Prof. caro Prof. Caro Prof. caro Prof .
    Non ho altro da dire, le parole sono finite, gli itagliani si faranno fottere perchè non hanno il senso della patria (saldatura destre e sinistre e consensi oltre il 75%) e l' oligarchia tedesca stavolta forse ci annetterà; se è riuscita una volta, potrà farlo ancora, e qui non mancano i collaborazionisti!

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    1. Il senso della patria? Manco il senso del condominio, nonostante le parti comuni le abbiano pagate eccome. Pero' sono convinto che sia piu' distrazione che egoismo.

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    2. E invece no. Fossero anche solo il 25%, basteranno. Qualche anno fa il Prefetto di Roma (in realtà una sua vice) insignì mio padre (insieme a tanti altri) di una medaglia in quanto sopravvissuto al campo di concentramento nazista. La signora fece un discorso bellissimo sui valori della Patria, e sulla resistenza ai soprusi. Dopo la cerimonia scambiai con lei alcune chiacchiere, c'era ancora Berlusconi e quindi mi lasciai scappare un modesto commento su come cozzassero le belle parole della rappresentante dello stato con l'imbarazzo provocato da Berlusconi e compagnia al governo. Ebbene, la signora mi rispose con parole ancor più belle, che purtroppo non ricordo nel dettaglio (ero molto emozionato per la cerimonia, ed ancor più commosso per ciò che mi disse), ma il succo era "Non tema, le istituzioni sono forti, dietro alla facciata degli uomini pubblici ci sono molti uomini di Stato, forse sconosciuti, ma determinati a mantenere salda la nazione, resistendo agli attacchi che arrivano dall'interno e dall'esterno. Sapremo anche questa volta salvare la nostra dignità, non dubiti e continui ad avere fiducia nelle istituzioni". Bastano poche donne ed uomini così per salvare l’Italia un’altra volta.

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    3. C'è in compenso, assai vivace, il senso della patta (dei calzoni).

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    4. @uber

      Sono assolutamente con te. Mi sono rotto i coglioni dell'autorazzismo.

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    5. Avete mai parlato con la gente che si incontra al mercato o sull' autobus? Io ci parlo e mi incazzo e parlandoci mi rendo conto del perchè di quei dati elettorali. Ma comunque non è autorazzismo ma semplicemente prendere atto di una situazione sconfortante, non sono mai autorazzista, anzi, al contrario mi batto contro questo sentimento comune in Italia, sono eticamente portato a farlo sempre e mi incazzo io contro l' omologazione che c' è in giro e che è un portato della penetrazione mediatica e di chimette in pratica questo atteggamento, se la ragione mi porta a farlo, ma qui la ragione, in questa materia, mi porta a queste conclusioni.
      Quindi piantiamola di dire fesserie perchè non ci sto e guardo le cose in maniera fredda ed oggettiva!

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    6. @ ubercampaagna

      La signora che ti ha detto quelle belle parole ha ragione, e io stesso, quando capita l'occasione, per esempio quando parlo con i miei figli o quando sento deprecare Italia e italiani, faccio lo stesso discorso.
      Però - sì, c'è un però - il bello e veritiero discorso della signora va contemperato con un altro discorso brutto, ma non meno veritiero: che nei momenti di crisi decisiva, purtroppo bastano pochi traditori e/o ciechi ideologizzati e/o incapaci al posto giusto cioè sbagliato per affondare una nazione per decenni o anche per sempre. Cfr. 8 settembre, cfr. implosione dell'Unione Sovietica.
      Questo è un momento di crisi decisiva; e quindi, oltre a sperare negli uomini di valore e a fare ciascuno il nostro dovere, bisogna anche accendere parecchi ceri a tutti i santi disponibili.

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  8. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-22/napolitano-fare-riforme-basta-conservatorismi-italia-deve-rinnovarsi-182946.shtml?uuid=ABM189vB

    un novantenne che chiede rinnovamento è come la minetti che chiede meritocrazia
    mancava solo un ex comunista convertito all'ultraliberismo per appoggiare una riforma che già in germania ha appiattito i salari

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    1. Questo vecchio malandato , mai stato comunista , ha già rinnegato due volte le sue idee (da GUF e poi da "comunista") ; io che ho militato nel PCI mi vergogno di aver fatto un pezzo di strada con lui ed altri come lui. Egli era il preferito di Kissinger ed è una pedina della BCE/BuBa/JPMorgan ; per 8 anni ha firmato più leggi anticostituzionali lui di tutti i PdR precedenti. La sua rielezione è stato un colpo di stato ed il paese ne pagherà le amarissime conseguenze.
      Non finirò mai di ringraziare il Prof. per avermi aperto gli occhi anche se adesso sono terribilmente spalancati.
      Ventis secundis Prof. Bagbai

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  9. Guardi che i giornalisti abbaiano e come: sono autentici molossi ai polpacci del potere!
    Come il compagno Formigli, che ieri sera metteva finalmente il sindacato davanti alle sue responsabilità: perché la colpa, se i lavoratori sono sempre più poveri, è anche di chi aveva il compito di difenderli!
    Bene! bravo! bis!
    Vede che c'è qualcuno che finalmente dice le cose come stanno?
    Il sindacato in questi anni ha fatto male il suo lavoro!
    Ma... perché non si è opposto alla precarizzazione del lavoro?
    Quando mai!
    Il sindacato ha sbagliato perché si è opposto troppo, è ovvio!
    Quindi oggi devono opporsi ancora meno e lasciar cadere anche l'articolo 18.
    Logico, no?

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  10. Il Barone di Munchau non vede un futuro rosa per noi, Renzie e l'euretto cermanico… :D

    “La situazione economica italiana è insostenibile e porterà a un default sul debito a meno che non ci sia un improvviso e duraturo cambiamento nella crescita. Se così non fosse, il futuro dell’Italia nell’eurozona sarebbe in dubbio, e di fatto lo sarebbe il futuro dell’euro stesso”…
    l‘unica via d’uscita dal circolo vizioso, spiega l’editorialista, consiste dunque in una crescita solida dell’economia, che deve essere “più veloce di quella del debito”. Il fatto è che il Paese “non ha gli strumenti” per stimolarla: al contrario del Giappone, che ha un rapporto debito/Pil del 200% ma è ancora considerato “solvente”, Roma “non può abbassare il tasso di interesse“, “non ha banca centrale che possa finanziare con la moneta i suoi debiti”, “non ha un tasso di cambio da poter svalutare”. Naturalmente tutte queste leve esistono ancora: sono nelle mani della Bce di Mario Draghi. Ma “i tassi di interesse dell’Eurozona sono ancora a zero”, “la Bce non sta (ancora) comprando titoli di Stato italiani” e “l’euro dovrebbe svalutarsi di circa il 60 per cento perché l’Italia possa ottenere una svalutazione di portata simile a quella del 1992, quando la lira lasciò temporaneamente il sistema monetario europeo“.

    :D Frau maestra, il barone copia...

    60%… siii, ciao core! XD

    A Barò, molla la cima der Pallone...

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/22/crisi-financial-times-se-litalia-non-cresce-fara-default-sul-debito-pubblico/1128956/

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    1. Barone di Munchau, Renzie & Padoan (da "Fantozzi contro tutti")

      http://www.youtube.com/watch?v=OJkL8AHt7Ng

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  11. Prof, ma il grafico riportato sembra riferirsi agli USA e non alla Germania. Sbaglio?
    O forse, sebbene la fonte riporti statistiche storiche degli USA, nel caso specifico si tratta di dati mondiali?

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    1. mi sa che hai ragione...visto che lo si trova anche qui... http://rdwolff.com/content/economic-crisis-marxian-interpretation

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    2. Guardate che il grafico si riferisce a un discorso generalizzato del sistema capitalistico analizzando dati disponibili per gli USA qui . Se volete un grafico "italiano" è a pagina 209 del libro oppure se volete un grafico "europeo" andate qui grafico 4, anche se non espresso in termini temporali ma in tassi medi annuali di crescita solo dal 1995

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  12. Non ho capito se è una buona notizia.

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    1. Dipende..tieni più reddito o capitale?
      Io nell'immediato tiferei Renzi, ma non lo devo dire a mio marito. La guerra tra i poveri sarà di casa.

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    2. Non ci potranno mai essere buone notizie finchè la situazione sarà la seguente:
      - i loro politici lavorano per una piccola parte di loro.
      - i nostri politici lavorano per una piccola parte di loro.

      La guerra, stante questa situazione, è persa in partenza.

      Quand'anche la Gemmania decidese di aumentare la spesa per investimenti, quanto scommettiamo che troverebbe 1001 modalità per escludere dal pasto i periferici? Con buona pace della libera circolazione di stà minchia?
      Con i nostri politici a sussurrare:"Gemmania blutta e cativa!".

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  13. Post superbo. (Il padrone dei Republikaner, giornale favorevole alla patrimoniale, abita in Svizzera. Così, per caso). Ottima giornata.

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  14. Caro Prof, la sostanza è che ritorneremo tutti poveri, o almeno la maggior parte di noi. Per ubbidire alla Germania e alla BCE non metteremo mai in discussione l'euro, ne Renzi, ne Berlusconi, ne Alfano o altri. Pure la Scozia ha avuto paura del suo referendum. E per di più ora giù di Job Act. Una volta c’era un muro. E c’era la paura che le idee di quelli di là del muro potessero attecchire anche da noi. E allora, i ricchi di quel periodo in qualche modo, per paura di perdere tutto a causa di una piazza alimentata dai “cattivi”, limitavano la propria esosità ridistribuendo perché non solo loro ma anche larga parte della popolazione potesse stare abbastanza bene, permettendo l’esistenza del ceto medio. Poi il muro è caduto e c’è stato il “liberi tutti”. Non ce ne siamo accorti subito ma un pezzetto dopo l’altro abbiamo iniziato a perdere un po’ di scuola pubblica, un po’ di sanità, un po’ di adeguamenti salariali, un po’ di certezze, un po’ di diritti. Come una valanga, la perdita è aumentata mano a mano che si rotolava nel nuovo millennio. Hanno spostato i macchinari senza che vi restassero appiccicati quegli stupidi diritti voluti dagli amici di quelli oltre il muro, hanno importato gente che facesse divani e raccogliesse pomodori senza essere inquinata da stupide idee sui diritti, hanno cominciato a giocare con bolle immobiliari e derivati. Ed ora eccoci qua, in una situazione ove regna un nuovo ordine fatto di pochi signorotti arroccati nei loro castelli e di infiniti servi della gleba intenti a pascolare le capre, buoni solo per essere vessati dagli esattori dello sceriffo di Nottingham. Un nuovo, consolidato, splendido ordine. Medioevale.

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    1. Peggio. Prima che si consolidi un nuovo ordine, saranno sconquassi forse irreversibili. Un motore che gira in folle si fonde.

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  15. Si tratta chiaramente di una operazione di spin, perché da un punto di vista economico il ragionamento dell'autore dello Spiegel è inconsistente, come fa brillantemente notare l'autore di questo post su flassbeck-economics.de.


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  16. Prof,
    che quella di tassare i ricchi fosse un trucco per levare i soldi a noi è una riflessione che faccio sin dall'adolescenza.

    Provocatoriamente la sintetizzo così:
    -Non dobbiamo chiedere che tolgano l'auto blu ai politici, dobbiamo pretendere che la diano anche a noi-

    Purtroppo però dove ti giri ti giri non senti gente che vorrebbe uno stipendio più alto quanto gente che vorrebbe che altri (politici, casta e co.) lo avessero più basso. E' un modo di pensare che capisco poco ma che accomuna destra, sinistra e Grillo.

    Questo però (tassare/punire i ricchi) è il modo migliore per non raggiungere lo scopo e ritrovarsi tassati/puniti.

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    1. Ciao Tommaso quello che dici è verissimo e ha dei fondamenti psicologici .
      IL livellamento verso l'alto è un segno di scarsa invidia sociale e di un atteggiamento intelligente e positivo verso la vita .
      Ti racconto un apologo.
      Durante la rivoluzione francese una popolana si rivolse ad una nobile e le
      disse : Signora da domani niente più carrozze . '' Ci andate voi allora ? ''
      '' No da domani tutti a piedi ''

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  17. Prof., anche se non è la mia segretaria, le dispiacerebbe pubblicare i link per accedere alle fonti dei dati del grafico? Vorrei provare a ricostruirlo. Grazie

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    1. Prova prima a leggere questo post:

      http://goofynomics.blogspot.it/2013/11/produttivita-salari-crisi-logaritmi.html

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  18. Questa storia di tassare i ricchi altro non è che la riproposizione, sotto mentite spoglie, della cara vecchia teoria quantitativa della moneta. Chi l'avrebbe detto che la soluzione dei nostri problemi era Robin Hood? Col ricco che è il primo che passa con la sacchetta piena di spicci?
    Certe volte, a ben saper guardare le cose, l'esistenza dei poveri è una gran comodità.
    Anche Giavazzi, ieri sera, si mostrava premuroso verso il problema della disoccupazione e soprattutto di quella giovanile. Che gran sollecitudine! La proposta per rimediare?: licenziare gli occupati. Un gran colpo di genio. Infatti se si licenziano gli occupati si creano posti di lavoro per i disoccupati, furbo!, che altri non è che la “teoria quantitativa dell'occupazione”. Per fortuna esiste anche la “teoria quantitativa degli imbecilli” e siccome se ne vedono in giro tanti, possiamo starcene tranquilli, i posti sono già stati tutti occupati.

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  19. Questo articoletto sulle asimmetrie nello "Stability and Growth Pact & Excessive Imbalance Procedure"
    pare proprio ripreso da "Il tramonto dell'euro"
    http://www.pieria.co.uk/articles/mr_draghi_is_it_really_that_difficult_to_see
    Lo ha scritto un pettirosso amico della fata smemorina ;-)

    "The EIP is not sound economic policy but a morality play. Debt and deficits are bad, financial assets and surpluses are good. High wages bad, low wages good. Rising currency good, falling currency bad. It does not recognise that debt and assets, surpluses and deficits are twins, two sides of the same coin. It does not recognise that a surplus or a deficit is not only the result of differing competitiveness, but also the result of differing savings and investment patterns. From an economic perspective all this is utter nonsense."

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  20. Mi cuggino, che vive a Berlino, mi dice che senza il SozialHilfe ci sarebbe stata una rivoluzione, e che c'é un ufficio per ogni quartiere e lui vede sempre delle code all'esterno. Come funziona il SizialHilfe? Funziona che con un minijob da 400 euro al mese non vivi, quindi ti fai una bella coda di varie ore per poter dimostrare con tanta bella carta che le tue spese: affitto, spese alimentari (se non documenti queste applicano un forfait), spese mediche, ecc. a un funzionario dello stato che non ti conosce, insomma bisogna umiliarsi di fronte ad uno sconosciuto e durante le ore di code per poter chiedere un aiutino di stato, che poi ti dà quei 400 euro così che con 800 totali sopravvivi. A parte l'umiliazione, mi sembra la classica applicazione del famoso "profitti privati" (dovuti ai salari bassi e alla precarizzazione) e "spese pubbliche" (il regalino dello stato). Farei anche notare che i salari bassi non convengono allo stato in quanto può applicare una bassa tassazione. Ma il modello tedesco fa così chic!

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  21. Non dimentichiamoci il TTIP, che la RAI cosi` gentilmente pubblicizza:

    https://www.youtube.com/watch?v=r2Qv27U1RsQ

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  22. Lo spin tedesco porta a questo anche nella terra delle ranocchie:

    http://rwer.wordpress.com/2014/09/20/the-french-labour-market-more-flexibility-led-to-petrification-and-a-poverty-trap/

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  23. Uhm, ho seguito un po' il dibattito sul libro di Piketty nei giornali anglosassoni, e da quello che ho capito, ciò che alla così detta destra economica non va giù è soprattutto la confutazione delle tesi trickle-down, ovvero la contestazione della teoria secondo la quale ci sarebbe una maggiore crescita e una ricaduta benefica per tutti se si adottassero misure come la flat-tax o cmq sgravi fiscali per i redditi più alti. Da quello che ho capito, secondo Piketty, ciò non avrebbe nessuna legittimazione economica, ma si tratterebbe, appunto, di una, (tra le tante, aggiungo io), scelte politiche a favore di una redistribuzione del reddito verso l'alto e di un modo per calamitare i capitali tramite dumping fiscale. Su questo punto sono abbastanza d'accordo, facendomi sorgere più di un dubbio su coloro che vogliono uscire dall'euro, ma, lasciando inalterata la libera circolazione dei capitali, propongono la flat-tax, tra l'altro presentando dei dati platealmente scorretti e prendendo come modelli alcuni paesi dell'est ( per dire, superati in onestà intellettuale da Seminerio [http://epistemes.org/2007/10/26/la-flat-tax-i-paesi-dellest-e-il-rischio-bolla/]). Per il resto invece nutro molti dubbi su Piketty quando parla dell'inflazione come una tassa sui poveri, negando di fatto il rapporto relazionale tra capitale e lavoro e il ruolo che ha avuto la famosa lotta alll'inflazione nel determinare la caduta della quota salari in occidente negli ultimi 30 anni, per cui davvero c'è il rischio che le sue tesi vengano usate per la patrimoniale a favore delle banche tedesche.

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    1. Circa il trickle down, cito anche a te Flaiano: "Io Borges lo leggevo nel '50, adesso piace anche ai portieri". Su tutto il resto sono d'accordo. L'amore di Claudio per la flat tax per me rimane misterioso, credo abbia una valenza comunicativa, e per quel che mi riguarda il sistema fiscale deve essere progressivo. Il punto è che qui stiamo parlando di una cosa totalmente diversa: stiamo parlando delle tasse sui ricchissimi, che sono quelli che per definizione sanno come eludere. Il discorso quindi mi pare un po' campato in aria (non il tuo)!

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  24. La narrazione della realtà scritta in questi anni dai mezzi di informazione “mainstream” vede come uniche vittime della crisi i giovani lavoratori precarizzati, mentre dipendenti pubblici, dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato e pensionati sarebbero dei privilegiati, che in questo sistema avrebbero colpe appena inferiori a quelle della “casta” che hanno votato ed ai sindacati che li hanno “protetti”. Questi colpevoli dell’ “aver vissuto al disopra delle proprie possibilità” sono gli stessi per Monti, per Grillo e per Renzi.

    L’attacco del Bomba all’articolo 18 è funzionale, tra l’altro, anche all’ulteriore ampliamento della tassazione patrimoniale, nella logica di un egualitarismo che livella i diritti sulla base minima facendo leva sul risentimento di chi è meno garantito ed alimentando una guerra tra poveri che distoglie l’attenzione dalle vere cause della crisi che stiamo vivendo: oggi togliamo i diritti a chi li ha ( “i privilegiati”) e domani togliamo i soldi a chi li ha (“i ricchi”), tanti o pochi non importa, con la differenza che chi ne ha davvero tanti li ha già portati “al sicuro”, mentre il pensionato che ha i risparmi investiti in buoni postali è uno speculatore che oggi è già tassato annualmente al 2 per mille del capitale (oltre alla tassazione sugli utili).

    Davvero basta un po’ di schadenfreude?

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  25. Bagnai-sensei, una precisazione sull'articolo dello Spiegel Beobachter: sarà anche datato settembre 2014 ma l'autore del libro, Marcel Fratzscher, è già da un pò di tempo che va dicendo le stesse cose:

    NOV 14, 2013

    Delusional Germany

    http://www.project-syndicate.org/commentary/marcel-fratzscher-on-the-three-beliefs-turning-germany-against-the-euro

    Qualche giorno fa è comparso questo su IB TImes:

    I mali della Germania e un suo possibile declino. Le parole dell’economista Fratzscher

    http://it.ibtimes.com/articles/70523/20140922/germania-economia-fratzscher.htm

    Chinacat

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    1. Allora: se non lo capiscono i miei colleghi che non sto giocando a chi arriva prima, sti gran cazzi. Se non lo capite voi è peggio. Prima di fare interventi di questo tipo esorto CHIUNQUE a rileggersi TUTTO il blog. L'articolo di vocidallestero cita anche per filo e per segno quando e come abbiamo citato Fratzscher e articoli di analogo tenore pubblicato nel corso del tempo in Germania. Se vi mettete a misurarvelo, come i miei colleghi, perdete di vista il significato politico delle scoperte dell'acqua calda, come i miei colleghi.

      Nei prossimi giorni non avrò tempo per moderare il blog.

      Sarebbe più facile se non dovessi ripetere l'ovvio, ma non potrò comunque farlo.

      Vi esorto a NON accumulare troppi commenti perché è escluso che quando riaprirò io possa prendere in considerazione mille interventi, quindi fatalmente se ne perderebbero molti.

      Péàce end lòve.

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    2. Bagnai-sensei, la segnalazione non è per i suoi colleghi ma per gli utenti del blog: è impossibile tenere dietro a tutto quello che viene scritto e personalmente ho trovato molto utile il fatto che qui trovo dei link che mi permettono di risparmiare un bel pò di tempo in ricerche.
      Come dice Lei, as simple as that.
      Lei queste cose le sa, noi le stiamo imparando.

      Chinacat

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    3. Messaggio ricevuto.

      Arrivederci (ariscriverci) a ottobre!

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  26. Io credo Pikkety (o come cavolo si chiama) sia "a biroccio" del nuovo "frame" destinato ai piddini di lungo corso (quelli provenienti dal PCI):

    "No. Compagni, non faremo gli USE come vogliono fare quei "cattivoni della destra europea"; faremo l' EURSS. Quindi traquilli. Cedeteci le vostre (residue) sovranità popolari":


    http://www.mattinonline.ch/prodi-lindipendenza-dei-popoli-non-conta-se-ce-lunione-europea/

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  27. Professore,

    nel suo libro Piketty attacca in maniera esplicita l'IMU introdotta da Monti dicendo che è (stata) un'imposta regressiva.

    Paolo

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    1. Paolo, ti cito questo aforisma di Flaiano: "Io Borges lo leggevo nel '50, adesso piace anche ai portieri". Aggiungo anche un dettaglio biografico: ero abbastanza bravo nel tiro a volo. Non ho mai sparato sulle ambulanze (che è cosa diversa dal vilipendere un cadavere). Mi segui?

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    2. Professore, non sono troppo bravo con i messaggi tra le righe. Immagino che vuol dire che l'attenzione alla diseguaglianza ora, presso certi ambienti, è strumentale e stereotip-izz-ata? E che ha parlato di suocera perché di nuora s'intenda?

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  28. Se invece la boa fosse la Germagna? Strambiamo,andiamo di bolina issando il gennaker e via,di gran lasco,fuori dall'euro.Facciamo alcuni zig-zag ma vinciamo la regata.E poi il gennaker è asimmetrico e vuol dir molto.
    Sul ponte di comando il timoniere osserva attentamente l'anemometro della Storia.
    Quel grafico lo conosce a memoria anche mia moglie che s'è pure adirata per averglielo riproposto con tanto di spiegazione.No,non è piddina ma è molto molto incazzata (è sarda)
    Ce stanno a cojonà,lo sappiamo da assai ma non fermeranno il vento con le mani.E saranno dolori anche per loro.
    Buon lavoro Prof.

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  29. Comunque, vira che ti viro, prima o poi la cazzata la fanno tutti (anzi, dato il contesto, la minchiata)

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  30. Mi sono andato a leggere cosa dice di Piketty Galbraith, quando non capivo l'inglese traducevo con Google, quando non capivo Google leggevo l'inglese.
    Sostanzialmente mi è parso di capire che il metodo usato da Piketty, pur perdendosi per strada una cosetta del tipo che la valutazione di ricchezza nominale dei periodi relativi trattati abbia al suo interno una parte soggettiva relativa alle aspettative dell'epoca e in verità non quantificabile relativamente alle diseguaglianze, rilevi in buona sostanza che vi è un rapporto tra stock di ricchezza accumulata , rendimenti relativi, livello di crescita e velocità di ricambio generazionale.

    p.s. Ma è possibile che vi siano economisti che ancora credano che la ricchezza sia uno stock?

    p.p.s. se ho capito male corriggetemi.

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