da Bagnai, A. (2012) "Il tramonto dell'euro", Reggio Emilia: Imprimatur, p. 260
La resistenza all’euro
Permettetemi una considerazione personale.
Sono stanco di discutere i vantaggi o gli svantaggi
economici della moneta unica. Ho mostrato come altri, da decenni, l’abbiano
fatto con maggiore autorevolezza di me, giungendo a conclusioni univoche. Il
punto però non è questo. Io vorrei chiedervi: i nostri padri, i nostri nonni,
che a un certo punto hanno deciso di andare sulle montagne per fare la
Resistenza, e anche quelli che invece sono rimasti a casa, secondo voi, prima
di partire o di restare, si sono chiesti se l’anno dopo la benzina sarebbe costata
due euro al litro? Si sono chiesti se l’inflazione sarebbe aumentata di uno,
due, o dieci punti? Si sono chiesti cosa sarebbe successo alla rata del mutuo?
Non credo. Avranno avuto altre motivazioni, e sono certo che
non tutte saranno state nobili, perché l’uomo è fatto così. Ma il conto della
serva non penso che lo abbiano fatto in molti: né quelli che sono partiti, né
quelli che sono restati.
Preciso il concetto, qualora non fosse chiaro.
Se anche fuori dall’euro ci fosse un baratro economico (ma
le cose, come vedremo, stanno in modo diametralmente opposto), se anche
l’uscita ci consegnasse, come pretendono certi strampalati disinformatori, alle
sette piaghe d’Egitto, sarebbe comunque dovere morale e civile di ogni italiano
opporsi al simbolo di un regime che ha fatto della crisi economica un metodo di
governo, che ha eletto a propria bandiera la deliberata ed esplicita e
rivendicata soppressione del dibattito democratico.
Opporsi all’euro è l’unico segnale che oggi rimanga a un
cittadino europeo per dichiarare il proprio dissenso verso il metodo
paternalistico con il quale l’élite mette il popolo di fronte al fatto
compiuto, affinché il popolo vada dove l’élite vuole condurlo. Così come
l’autore del divorzio ammette di essere stato perfettamente consapevole del fatto che questo avrebbe condotto a un’esplosione del debito, gli autori
dell’euro ammettono di essere stati perfettamente consapevoli che iniziare
l’integrazione europea dalla moneta avrebbe condotto a una crisi. Sfido io!
C’erano trent’anni di letteratura accademica a dimostrarlo. Ma, teorizzano
questi politici, la crisi era necessaria: bisognava che il debito pubblico
esplodesse perché lo Stato imparasse a spendere di meno; bisognava che l’Europa
arrivasse all’orlo del conflitto perché gli Stati si decidessero a muovere
verso la non meglio specificata “unione politica”.
Solo che in questi argomenti c’è sempre qualcosa che non
torna. Dopo il divorzio lo Stato non ha speso di meno, ma di più, e per di più
orientando la propria spesa verso i più ricchi. L’unione politica proposta si
configura sempre di più come progetto imperialistico: si parla apertamente di
creare Zone economiche speciali in Grecia, di mettere sotto tutela tutti i
governi periferici…
Se accettiamo questo metodo, non ci sono limiti a quello che
ci potrà essere imposto. E l’unico modo per opporci è rifiutare l’euro, il
segno più tangibile di questa politica e dei suoi fallimenti.
(ricordiamolo: la democrazia non è un posto per "trader" - de sarsicce - col braccino corto...)
Scusate, sono indietrissimo coi commenti (600 in coda). Poi vi spiego anche perché devo stare così attento, con un esempio. Le discussioni sono molto interessanti, soprattutto quella sull'Ortigara, ma vi prometto che le riprenderemo.
RispondiEliminaIl problema è che in Europa si sta creando una dominazione finanziaria, nel quale i singoli Stati sono asserviti al potere finanziario e da loro dipendono. Mi sembra qausi che sia un esperimento che altri, anche non economisti, ne hanno già parlato. Di questo passo, Professore, tutto diventa possibile, anche la disgregazione e riaggregazione di Stati, Italia compresa.
RispondiEliminaConcordo con ogni lettera, di ogni parola e di ogni riga che la Sapienza Le ha permesso di scrivere in questo pezzo!
RispondiEliminaBuongiorno.
RispondiEliminaL'anno scorso La Regione Calabria si è fatta promotrice di una richiesta, per le vie istituzionali, di trasformazione del porto di Gioia tauro in Zona economica speciale (http://www.regione.calabria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9965&Itemid=136)
Pare che alla Confindustria l'idea non dispiaccia: http://www.strill.it/index.php?option=com_content&task=view&id=163111&Itemid=86.
Dalle fonti reperibili in rete, pare si stia discutendo anche della possibilità di aprire Zes nel Meridione.
Non avendo competenza, non commento nello specifico. Mi limito ad esprimere sconcerto, ma non sorpresa.
Saluti.
Non devi scusarti Alberto. Vai tranquillo, so cosa intendi dire.
RispondiEliminacaro Alberto, credo proprio che mio padre non si sia fatto alcuna domanda economica sul futuro (quale futuro?) da "ospite" dei nazi dal 1943 al 1945, che il "padre" della merkel o di schaeuble picchiava un giorno con i tubi di gomma e il giorno dopo con i bastoni di legno. E le donne talvolta erano perfino peggiori degli uomini (almeno così diceva)...per fortuna è morto nel 1989 prima della caduta del muro.
EliminaPer quel poco che può contare il mio parere, credo che questo sia il post più profondo e convincente che sia mai stato scritto su questo blog.
RispondiEliminaMa questi starterkit che ti davano alle poste
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Euro_starter_kit
che ti dicevano che poi un domani sarebbero valsi un sacco di soldi se non li aprivi...??? Chissa...magari c'è gente che ancora ci crede, roba da antiquariato.
Tra poco li rifacciamo con le nostre lirette nuove nuove!!!
Buongiorno Professore, poichè sono assolutamente ignorante in materia economica e dunque mi affascina, mi chiedevo se potesse aiutarmi a capire (come ha fatto in maniera limpida per la situazione Italiana-europea) la crisi che sta colpendo l'India. Lo so che la risposta spontanea potrebbe essere..'sti cazzi dell'India (perdoni la fine semantica) ma fino a ieri si elogiavano i BRICS e oggi scopriamo che uno di questi, malgrado una crescita importante (rispetto all'Italia), si trova a rischio. La rupia crolla, il debito lievita...perchè?
RispondiEliminaSecondo me questo è uno dei post moralmente e politicamente più condivisibili del Prof.Bagnai.
RispondiEliminaSono orgoglioso di Lei.
Non è un post, è una pagina del libro (già proposta nel blog). Scopro con raccapriccio che nessuno lo ha letto, ma almeno così mi spiego perché sono così commoventi le lettere dei pochi che lo hanno fatto!
EliminaTi sbagli, Alberto. Questa e le altre pagine dedicate alla germania nel libro mi hanno spinto a non lasciare più questo blog. Economicamente dovevo solo imparare, anche se rimango un grande ignorante, ma politicamente nel libro ho trovato una forma di rispecchiamento dei miei pensieri. A chi si poteva dire, senza suscitare ilarità o sgomento, che questa è la terza volta in un secolo che la germania aggredisce l'europa? A chi si poteva dire con semplicità che l'euro fa parte di un progetto di dominazione? Per queste ragioni oggi mi sono permesso di ricordare mio padre, cosa che non faccio mai, perché era il luogo giusto
EliminaPer chi non ha letto il libro e rimane ancora affascinato dalla mirabolante produttività tedesca (ho avuto recente una discussione con una stronzessa che insegna macroeconomia a Oxford e la magnificava tanto):
Elimina"Il lavoro non doveva mai fermarsi, lavoravamo in due turni, uno di giorno e uno di notte. Una catena continua, ininterrotta. Soltanto una volta fummo costretti a sospendere il lavoro per due giorni a causa di un problema alla ciminiera. Per il troppo calore alcuni mattoni si erano fusi e avevano ostruito la canna fumaria. Per i tedeschi perdere due giorni di lavoro era un dramma. "
Shlomo Venezia: Sonderkommando Auschwitz
Sono io che non c'arrivo (possibilissimo, ho il neurone bollito con 'sto caldo), o l'ultimo link che ha messo: "Dopo il divorzio..." (che nella versione originale del post del 29 settembre 2012 non c'era), e che rimanda a un articolo del neopiddino Mucchetti sulle "larghe intese" ripreso da Dagospia, non c'entra nulla?
RispondiEliminaQualcuno aiuta roberto a individuare la sorprendente ammissione del sen. Massimo Mucchetti, opportunamente celata sotto la fuffa dell'articolo? Dai, non è difficile...
EliminaCi sono!: "Il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, che ha favorito l'esplosione del debito pubblico anziché contrastarla" (Mucchetti). Devo ringraziare il mio neurone di scorta, che, sbadato come sono, avevo lasciato nel portabagagli dell'auto, assieme alla ruota di scorta.
EliminaMa se c'è arrivato Mucchetti allora è vero che lo sanno tutti. Lo sanno e consapevolmente mentono. Io 'ste cose quando pontificava da Fazio sui vizi degli italiani non le ho mai sentite dire. Qui altro che Norimberga ci vorrà.
Elimina1° capoverso del paragrafo POLTRONE E CARRIERE
EliminaCi provo:
Elimina"Non avendo fatto i conti con la propria storia, ex comunisti ed ex democristiani hanno accettato l'Europa di Maastricht che si andava costruendo attorno alla Germania. Hanno fatto propria la teoria del vincolo esterno che Guido Carli considerava essenziale, ma per costringerci alla virtù di Quintino Sella, non di Giuseppe Di Vittorio. Il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, che ha favorito l'esplosione del debito pubblico anziché contrastarla, si è ossificata nei Trattati europei sui quali si fonda la Bce, ma non se ne parla come si dovrebbe: con competenza e libertà di pensiero. Shinzo Abe è oggettivamente più a sinistra della Cgil, ma nel Pd ancora ci si scontra pro e contro Blair."
E aggiungerei:
"Non possiamo applaudire Krugman quando critica l'austerità e fischiare se lo fanno Berlusconi e Tremonti. Semmai, vediamo - e se necessario litighiamo pure ma non all'infinito - su come dare subito un po' di soldi alla gente e su come promuovere quella ripresa economica senza la quale non aiuteremo gli ultimi e avremo fallito tutti."
Rileggere passaggi del suo libro a distanza di 8 mesi fa venire voglia di leggerlo per la terza volta. Detto ciò l'articolo di Mucchetti che lei mirabilmente ci segnala (chi legge ancora l'Unità, fondata da Gramsci per fare da ufficio stampa all'ex calciatore Olli Rehn e a Wolfgang Strangelove Schäuble?) mi ha fatto sobbalzare dalla sedia. Mi piacerebbe davvero confrontarmi con lei, se non fosse così impegnato, e con tutti gli utenti del blog. In un passaggio chiave, Mucchetti dice più o meno: 1)ex-Pci e ex-Dc hanno supinamente accettato l'Europa di Maastricht targata Germania per dare un colpo di spugna alla loro storia irrisolta; 2)gli stessi eredi dei due grandi partiti popolari e di massa hanno fatto propria l'ideologia paternalista e fascista delle elite: il vincolo esterno (lasciatevi governare dai padroni dei padroni, quelli alti con gli occhi chiari), per replicare nel XXI secolo le politiche di Quintino Sella, bisnonno di Monti e Draghi; 3)il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia ha favorito l'esplosione del debito pubblico anziché contrastarla, (quindi è stata un disastro!) ed è diventato il pricipio informatore della Costituzione europea; 4) in Italia il dibattito economico sui media è controllato, indirizzato, anestetizzato (da chi non lo dice); 5) la Cgil, avendo accettato l'abbraccio della morte col Pd pro-vincolo esterno, è oggettivamente un sindacato di destra. Ora, ci sono giornalisti e giornalisti, deputati e deputati, amici dei potenti e amici dei potenti. Mucchetti è un po' un hub del potere in Italia: Corriere della Sera, deputato del Pd, Cesare Geronzi, etc. Perché uomini di tal fatta scrivono codeste enormità? Perché adesso? Perché su un foglio semi clandestino come l'Unità? Perché solo da queste parti sobbalziamo dalla sedia?
EliminaUna delle mie domande non ha senso. L'articolo del senatore Mucchetti risale al 22 aprile scorso. Grande il dibattito che ha scatenato da allora...
EliminaBeh io il libro l'ho letto una sola volta e bene, poi ne ho regalati 3.
EliminaCome da manuale, svalutazione dei salari...
RispondiEliminahttp://economistasfrentealacrisis.wordpress.com/2013/08/08/economistas-frente-a-la-crisis-frente-a-la-crisis-y-frente-a-las-propuestas-del-comisario-olli-rehn/
Il suo libro ce l'ho sul kindle che aspetta buono buono di essere letto. Sto solo aspettando un momento di calma interiore per riuscire a sopravvivere all'impetuosa incazzatura che mi monterà sfogliando solo le prime pagine. Pertanto commento da profano il passaggio da lei postato: parole semplici e tecnicismi assenti; il messaggio arriva tutto e chiunque sia ancora libero dalla melassa mediatica nella quale voglioni immergerci non può che condividerlo.
RispondiEliminaE ...zzarsi come una bestia
Lo puoi leggere come un libro di testo, come un romanzo investigativo, come un divertissement.
EliminaSe li metti tutti e tre insieme te lo godi al meglio...
Ricordo bene la pagina. Sinceramente l'unico beneficio che mi stà portando l'Euro è che il fisico migliora. Ho tanto tempo libero e facendo pesi con due bottiglie da due litri mi stà venendo un bel fisichino.
RispondiEliminaNel mentre guardo la televisione ed ho seriamente paura, specie per la ripresina su cui già ho letto un parere di Sapir.
A proposito dei mitici anni'80.Unendo i famosi "puntini" viene a galla che gli anni ottanta sono famosi anche per la progressiva riduzione dell'imposte (IRPEF) a vantaggio dei contribuenti più ricchi. Nel'74 era stata varata la riforma fiscale che, ispirandosi alla nostra Costituzione, prevedeva un livello progressivo di tassazione (più gudagni più paghi). All' epoca furono istituiti nove scaglioni del quale il più alto aveva un'IRPEF al 72% e quello più basso al 10%. Dalla riforma ai nostri giorni,quindi, lo scaglione più alto è passato dal 72%(1974) al 43%(2013) e quello più basso è salito dal 10% (1974) al 23%(2013) Insomma i ricchi hanno avuto uno sconto del 29%, mentre i redditi più bassi si sonno accollati un 13% in più. La forte riduzione della forbice fiscale inizia intorno agli anni ottanta, come ci raccontano i dati ufficiali. Alla faccia dell' equità e della progressività.
RispondiEliminahttp://www.kitech.it/Aliquote_IRPEF_IRE.aspx
"la crisi era necessaria: bisognava che il debito pubblico esplodesse perché lo Stato" ... continuasse, sotto la farsa del vincolo esterno, a voler privatizzare asset pubblici che peraltro generano dividendi.
RispondiEliminaIl giochetto lo conosciamo già: prima eravamo proprietari della SIP, adesso continuiamo a pagare come e più di prima la Telecom... solo che siamo dovuti passare per le scremature dei vari colanninno, bernabè, de benedetti ecc, capitani d'industria senza capitali.
Dove e per merito di chi o cosa sono diventati i deus ex machina dell'economia italiana piddinizzata?
E lo Stato, cioè noi, che beneficio abbiamo avuto dalle privatizzazioni?
... ah già... è calato il debito pubblico!
Com'è noto, Jurgen Habermas è per "più Europa". Interessante la motivazione politica che adduce:
RispondiElimina"“After the foundation of the German Empire in 1871, Germany assumed a fatal “semi-hegemonic status” in Europe — in Ludwig Dehios’s words, it was “too weak to dominate the continent, but too strong to bring itself into line.”[13] It is in Germany’s interest to avoid a revival of this dilemma that was overcome only thanks to European unification. This is why the European question, which has been intensified by the crisis, also involves a domestic political challenge for Germans. The leadership role that falls to Germany today for demographic and economic reasons is not only awakening historical ghosts all around us but also tempts us to choose a unilateral national course, or even to succumb to power fantasies of a “German Europe” instead of a “Germany in Europe”. We Germans should have learned from the catastrophes of the first half of the twentieth century that it is in our national interest to avoid permanently the dilemma of a semi-hegemonic status that can hardly held up without sliding into conflicts.”
http://www.kuleuven.be/communicatie/evenementen/evenementen/jurgen-habermas/democracy-solidarity-and-the-european-crisis
[segue dal post precedente]
RispondiEliminaIn effetti, se la Germania avesse le capacità culturali e politiche di guidare l’Europa, sarebbe il momento di dimostrarlo, e di mostrarsi imperialmente generosa e cordiale: come sa fare un egemone, che prima ti sconfigge, poi ti invita a fare qualcosa di grande insieme a lui, e ti mostra una prospettiva comune praticabile e dignitosa.
Come la storia tedesca ha mostrato fin da subito dopo l’unificazione (si pensi al catastrofico errore dell’annessione dell’Alsazia-Lorena), purtroppo la Germania è incapace di intendere che l’egemonia e il dominio sono due cose diverse.
Per capirci meglio. Gli USA, vinta la guerra, hanno discusso due politiche alternative per l’Europa occidentale e in particolare per la Germania: il piano Morgenthau, e il piano Marshall.
Il piano Morgenthau, che per un periodo iniziale fu parzialmente applicato alla Germania, prevedeva disindustrializzazione totale, deportazione di milioni di tedeschi, riduzione al limite e oltre il limite di sopravvivenza dell’assistenza agli sconfitti, etc.; anche la sua versione mitigata ha provocato terribili sofferenze al popolo tedesco.
Poi però, nel ceto dirigente USA è prevalsa la scelta, politicamente lungimirante, del piano Marshall. E’ così che gli Stati Uniti d’America si sono guadagnati l’egemonia politica e culturale sull’Europa per tre generazioni almeno.
La Germania di oggi sceglie l’equivalente – toute proportion gardée – del piano Morgenthau per chi cada sotto il suo dominio, e non ha neanche versato una goccia di sangue tedesco per convalidare il suo dominio.
Sintesi: Habermas è un altro che sogna, o "fogna".
Sbaglio o l'ultima riga è per un prossimo "santo" per ora solo "beato"? ^-^
RispondiEliminaFin dall'inizio ho sempre pensato e detto e scritto anche qui, le pochissime volte che sono stato ammesso, che l'euro è il più grande latrocinio mai perpetrato perfino dagli imperatori romani nelle loro manipolazioni monetarie: chiunque puo' constatarlo con la semplice conoscenza pratica della casalinga.
RispondiEliminaMa ormai davanti allo scempio a danno della Grecia e dei paesi chiamati "pigs" mi convinco sempre di più che gli ideali europeisti tanto propagandati da sessant'anni in quà, altro non erano che degli specchietti per le allodole, che saremmo noi mediterranei, che ci abbiamo creduto! I paesi nordici satelliti della Germania insieme ai suoi paesi servi dell'est, hanno rimesso in sesto un'altra lega anseatica, se non vogliamo proprio rifarci al sacro romano(germanico) impero di Carlomagno !
A noi italiani non ci resta che una boa di scampo: provare ad imitare la lega lombarda e gli altri comuni che fecero ricca l'Italia fino alla scoperta delle americhe e alle altre conquiste
nei vari continenti, fatte spesso da navigatori italiani ma per conto di altri paesi !
Usciamo da questo inghippo al più presto! Lasciamo questi palazzoni e i suoi parassiti, che noi contribuiamo a mantenere con i nostri soldi, ai paesi che ne ricavano un profitto !
Io sogno di vederli, questi nostri imboscati là dentro, uscire con i cartoni in mano come quelli della leman brothers e finalmente non sentiro' più dire che "è l'europa che ce lo chiede!
" Immense foutaise !
un evergreen...e proprio ieri una lunga discussione col collega sul tema postato. Il solito costo della benzina, a rata der mutuo, mejo sotto la Germania che sottoterra.
RispondiEliminaCambiare costa fatica, mi prodigo per condividere con chi conosco i temi del suo libro e di questi post. Quello che mi spaventa è la diffidenza che leggo negli occhi dei miei interlocutori. Poca curiosità, tanto preconcettismo...
Devo migliorare la mia piccola opera divulgativa! :-)))
come ti capisco Ludovico. Il fatto è che dovremmo diventare come gli euristi: nessuna argomentazione e tanti slogan beceri. Così è sempre andato il mondo: nessun ragionamento ha mai fatto preso sulle masse, le masse hanno sempre aderito alle idee con un approccio "estetico", e noi ci libereremo dell'euro quando diventerà "brutto" quanto il debbbbitopubbblico e non perchè sia razionale farlo. Con buona pace del prof che mi sembra non ami questi discorsi.
EliminaA proposito di "mejo sotto la germania che sottoterra", mi torna in mente uno slogan tipico del clima da guerra fredda: "meglio rossi che morti". Qualcuno, avveduto, rispondeva: "sarete rossi e morti". Che poi, se vogliamo, sembra un po' una variazione sulla celebre frase di churchil dopo monaco: "potevano scegliere tra la vergogna e la guerra. Hanno scelto la prima, ma avranno anche la seconda". Evito di fare riflessioni su questa lungimirante riflessione. Piuttosto puoi replicare: "saremo tedeschi e morti"
EliminaCredo che questo post rappresenti, per la sua semplicità di linguaggio, la sintesi, la documentazione la migliore esplicazione di un concetto banale, che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, l'euro è un paradigma di come nel 21° secolo si possano manovrare le masse in funzione di disegni specifici in favore delle elite economiche e non solo. Ripensare la nostra politica monetaria, e quindi economica, in maniera autonoma non è solo una battaglia di spread, ma di democrazia.
RispondiEliminaA seguito di una costante e continua campagna di disinformazione la gente non riesce minimamente a comprendere che quei signori nel nome della moneta unica possono fare di tutto (vedi Grecia).
RispondiElimina"poteri esecutivo, legislativo e monetario"... Andreatta il nuovo Rousseau?
RispondiEliminaPossibile che, al tempo (io ero adolescente, dedito a ben altre attività che criticare il Ministro del Tesoro...), nessuno gli abbia tirato i pomodori per aver parlato di "potere monetario" svincolato dal Parlamento???
Montesquieu. In qualche modo ci hanno provato, a tirargli pomodori, lungo tutto il decennio. Erano, per lo più, dei corrotti socialisti. Apprezzo molto le persone per le quali il bene e il male sono separati da una linea retta. A me non basta un iperpiano.
EliminaAlla fin fine ci si rende conto dell'incoerenza di taluni commentatori coi PhD dal fatto che abbracciano qualunque cosa apparentemente gli dia ragione. Non c'è un impianto coerente dietro. Solo la foga di sfatare le tesi altrui.
RispondiEliminaC'è la BC che fa i tassi quando Draghi li abbassa e quindi è bravo, e c'è il mercato che fa i tassi quando il dividendo dell'Euro ci ha dato la possibilità di fare le riforme che avrebbero salvato il pianeta, riforme che non menzionano mai, va da sé. Ci sono i tassi bassi che sono una manna e quindi bene, ma ci sono contemporaneamente i tassi bassi che fanno inflazione e quindi male. La BC governa l'offerta di moneta, ma anche i tassi (questa l'ho letta detta da un tale su twitter), e lo chiama "abc dell'economia". C'è la BC che fa politiche espansive e ci sono frizioni al credito! Ma le politiche espansive le fanno emettendo moneta, e questo è inflattivo, ma la BCE è brava perché ha limitato l'inflazione che in Germania è bassa perché riescono a limitare i costi di produzione in maniera efficiente tramite una tassazione equa e mancanza di burocrazia pressante, ma noi abbiamo perso il dividendo dell'Euro che erano tassi bassissimi e quindi politiche espansive, e quindi inflattivo e quindi... Un infinito circolo vizioso di cazzate incoerenti. Il tutto condito dall'umorismo del pensiero dominante, quello che si può permettere di dire cazzate incoerenti perché tanto "è l'abc dell'economia".
E inesorabilmente passano il tempo a scrivere "in Italia non si premia la buona ricerca universitaria, è uno scandalo!". Ma di che? E vuole anche soldi quello che non conosce la quotazione del cambio?
Perché l'economista Banca d'Italia (ora in politica) che dà le pacche sulle spalle al tale lodandolo per la pazienza con cui spiega l'"abc dell'economia" invece di prenderlo da parte e dirgli: "senti, forse non è dicendo stupidaggini che si fa del bene alla nostra causa"? Il fatto che le cretinate siano considerate funzionali alla causa invece che controproducenti la dice lunga sulla bontà della causa stessa!
EliminaAnche la faccenda della quotazione del cambio è sconcertante...
già è abbastanza grave non aver capito un concetto matematico che alla fine è molto semplice, ancora più grave che non ci sia stato modo di convincerli, sicché se ne stanno ancora lì, più arroganti che pria, a sostenere magari con due lauree ma zero scuola media che la svalutazione è come un topolino che gli rosicchia la moneta, ma quello che per me è davvero imperdonabile è che nessuno dei loro professoroni di riferimento si sia sentito in dovere di correggerli su di una cosuccia che alla fine è indifferente alla causa per la quale si sentono chiamati a combattere, compreso l'economista Banca d'Italia che anzi lancia in resta sosteneva fieramente la tesi (poi ci si chiede perché questo Paese si sta autodistruggendo). Ma non trascorrevano costoro nottate insonni in Università per instillare nelle avide menti dei loro discepoli il sacro nettare della conoscenza matematica? E invece su internet qualsiasi vaccata va bene? Non so, è indicativo ma soprattutto per me è grave.
Istwine questa è una risposta a dir poco epica. Te la rubo per spiattellarla in faccia a qualche spaghetto-liberista di passaggio!
EliminaMa queste cose sono all'ordine del giorno. La nuova pare sia che l'Italia non cresce perché l'università è scarsa. Ok, possibile (!). Il che, non so perché, mi ha ricordato una cosa: leggevo alcune parti di un libro del 1998 di Frederic S. Lee, sulla teoria post-keynesiana dei prezzi. Un libro da quel che ho capito nelle brevi parti che cerca di essere teorico ma anche attinente alla realtà, tramite discussioni con imprenditori ecc. Comunque, racconta che negli anni 30 un gruppo di economisti di Oxford iniziò un progetto di ricerca, intervistando diversi imprenditori inglesi. Il gruppo di lavoro era l'Oxford Economists’ Research Group (OERG) e uno degli argomenti era appunto la fissazione dei prezzi da parte delle imprese. Quello che ne uscì fuori è che gli imprenditori non avevano la minima idea di ciò che gli economisti dicevano rispetto alla fissazione dei prezzi, ma anzi agivano in maniera del tutto differente. Questo fu poi raccontato dagli economisti R.L. Hall e C. Hitch in uno studio del 1939 in cui venivano esposti i risultati, e la conclusione in sostanza era: la fissazione dei prezzi da parte degli imprenditori non ha nulla a che vedere con le fantasie dei teorici neoclassici. Ed è tuttora così, visto che tuttora questo si studia all'università.
EliminaOra, lungi da me trarre da questo aneddoto conclusioni universali, ma se a questo ci aggiungo: i vari "è l'abc dell'economia" che nulla c'entra con la realtà, quello che ha bisogno di supporre una cosa osservabile da sempre, anziché semplicemente osservarla e da lì partire per l'analisi, quello che non conosce la quotazione del cambio e addirittura sente il bisogno di scriverci un articolo sull'Huffington Post, quello delle ricostruzioni fantasiose sulla storia del pensiero economico, ecc ecc, un minimo dubbio su cosa intendano per "buona ricerca" io me lo pongo. Non so poi gli altri che son direttamente interessati da questo.
Non ho capito a chi ti riferisci scrivendo "ma queste cose sono all'ordine del giorno", se ti riferisci a quel che avevo scritto io sono pienamente d'accordo: è quello che osserviamo quotidianamente. Manco io conosco perfettamente il perché, ma i dialoghi che leggo mi richiamano racconti arabi in cui si vaga in terre sempre più remote e fantastiche, popolate da mitologiche creature sempre situate ai margini del campo visivo: aspettative, credibilità, riforme... ogni tentativo di ritornare con i piedi per terra appare via via sempre più velleitario, lo scopo essendo quello di farti scordare da dov'eri partito, ma soprattutto dove volevi arrivare...
EliminaDetto questo che l'Italia non cresce perché l'Università è scarsa in quanto donna, laureata e lungamente in cerca di lavoro me lo sento dire dagli anni novanta, fa parte del corredo da sadomasochista tafazziano che ogni buon italiano deve possedere per affrontare adeguatamente equipaggiato le sfide da sottomesso che sono state disegnate per lui in Europa. Per ottenere la sottomissione dicono qualsiasi cosa, siamo d'accordo, ero così ingenua se immaginavo che le variazioni percentuali di y=ax => x=1/ay fossero al di sotto del limite dello strumentalizzabile? Non per altro, ma perché così si rischia il discredito! Non lo si rischia? Infatti ora me lo chiedo pure io che intenda 'sta gente con "buona ricerca" e "tanta matematica da acquisire per il PhD".
Poi per le ragioni che scrive proprio oggi il prof sono a disagio ad entrare nello specifico dell'Economia che non è la mia materia, mi limito ad osservare che le premesse di costoro sono davvero tanto ma tanto tanto controintuitive e le conclusioni a lot different from what the ordinary uninstructed person would expect, questo posso dirlo perché sono effettivamente ordinary uninstructed person oltre che carne da cannone in una guerra che mi stanno facendo combattere a partire da presupposti ideologici drammaticamente inadeguati. Se si elaborano modelli teorici come quello del "corpo nero" o dei "gas perfetti", bisogna tenere bene a mente che poi i gas reali si comportano in modo completamente diverso, certo che se poi ci sono teorie che rappresentano molto meglio la realtà (pag 37), ma vengono da costoro sbrigativamente liquidate con "è da tempo un po' superata" (il tizio del abc dell'economia), il dubbio che costoro siano soggetti più al principio dell'autoritas che a quello della ricerca scientifica viene...
Mi permetta di dissentire su: "...l'autore del divorzio...consapevole..."; l'articolo apparso sul quotidiano economico è del 1991, dieci anni dopo, quindi non poteva che certificare lo sconquasso che era avvenuto; piuttosto il professor Galloni aveva correttamente pronosticato, inascoltato.
RispondiEliminaMi sa dare il riferimento a una pubblicazione del prof. Galloni che pronostichi lo sconquasso? Perché io saprei darle ulteriori prove della consapevolezza di certi processi nei loro autori... Dopo di che il dissenso è lecito.
EliminaSu France24 ho visto un servizio su contratti di lavoro a ZERO ore proposti in gran bretagna da Macdonald's, Subway e così via. Il tutto mi è sembrato terrificante, ma, se qualcuno ne sa di più, gli sarei grato di qualche delucidazione aggiuntiva. grazie
RispondiEliminaun articolo sui contratti a zero hours I contratti zero hours. Chi rilancia?
EliminaA me era venuta, tempo addietro, un'idea che potrebbe risolvere il problema della competitività in modo perfetto ed insuperabile: contratti non a zero ore ma a zero stipendio ! L'imprenditore deve solo tenere in vita il volenteroso operaio (più un patriota che un operaio) con qualche panino e alcune (due ?) bottigliette (25 cl) di acqua (1 naturale 1 gassata). Mi sembra però di aver capito che così si deprimerebbe il mercato interno, no ? Bah: nulla è perfetto.
Grazie, Paolo. È davvero terribile.
EliminaNon e' che li abbiano proposti, sono gia' in vigore da anni. In sostanza si tratta di contratti che non ti garantiscono nulla, il datore di lavoro ti comunica (di solito a cadenza settimanale) se e quante ore ti sara' concesso di lavorare la settimana prossima.
EliminaIn UK (come in Germania) hanno fatto le riforme.
Bello. Ti mettono in frigo, e alla bisogna ti scongelano, poi ti ricongelano. Così si resta belli freschi.
EliminaCosa possiamo fare? E' la domanda che mi sono sentito rivolgere dai tanti con cui ho intrattenuto accese discussioni sulla crisi economica in questo mese di agosto, sempre meno riposante e piuttosto angosciante per le prospettive future. Devo dire che la "cassetta degli attrezzi" alimentata dalla massa enorme di dati ed evidenze tratte dal Il Tramonto dell'euro, dagli innumerevoli video di Bagnai sul "Tubo", dal bel libro ultimo di Rinaldi "Europa Kaputt", dalla stampa estera ecc ecc. è servita eccome a smontare tante luoghi comuni. Certo ho studiato e letto molto in questi mesi e questo mi ha consentito di tenere testa e soprattutto convincere i vari interlocutori che il problema dei problemi si chiama eurozona e che se siamo in questa gabbia ci sono responsabilità ben precise (i nomi e cognomi sono ormai stati ampiamente fatti). Alla fine della discussione la domanda che viene sempre posta è la stessa. Ma noi che possiamo fare non avendo rappresentanza politica, essendo soli al cospetto di apparati ben strutturati e poco inclini al cambiamento? Richiamando il vecchio passo mi sono permesso di ricordare che i pasti non sono mai gratis e che bisogna darsi da fare nell'approfondire le questioni vere che stanno stravolgendo il nostro futuro e la nostra vita. Beh devo dire che le semine non germogliano mai subito ma la gente se ben informata capisce e dopo la necessaria elaborazione inizia ad allontanarsi dalla informazione tossica che giorno dopo giorno ci viene somministrata. Ecco lo ripeto confido molto nella cosidetta campagna d'autunno spero che A/simmetrie possa diventare un vero luogo capace di aprire il dibattito sull'Euro in maniera più incisiva e capillare e che il blog possa essere la palestra di tanti per riportare un pò di verità nel nostro paese.
RispondiEliminaIntanto l" euro continua la sua marcia, inarrestabile.
RispondiEliminaPer chi esporta sarà un sugo de pesce , come dice lei, non è quello che desideravano, nà super moneta che ci difende dalle svalutazioni??
Infatti nel mondo tutti ci invidiano, beati loro che si rivalutano a botte del 5% al mese.....beati loro.!!!!!!
Pensa quanto pagheremo poco l" uva del sud africa tra poco.....a regalo....e le nocciole turche....a gratisse.
Certo l" uva da me manco la raccolgono sto giro però.....però non bisogna lamentarsi, dei danni collaterali ci son sempre se si vuol essere i migliori.
Questo è uno dei miei post preferiti e, se non è già stato fatto (non mi pare) lo metterei all'istante in cima alla lista di quelli da tradurre in più lingue a beneficio di tutti i nostri fratelli europei.
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