L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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domenica 28 luglio 2013
E dopo la prova...
(e tre corde da sostituire...)
Commenta il violoncellista neoborbonico: "Come nella Francia dell'Ancien Régime, il popolo ha diritto di vedere il sovrano mangiare!"
L'etilismo fa da apripista alla globalizzazzzzione. Il centro si fa più audace e chiede alla periferia di liberalizzarsi con più fermezza. L'aggancio é favorito dalla maggiore intraprendenza, solo che c'é l'effetto collaterale che porta allo sganciamento che lascia scontenta la periferia...
Aggiungerei l'effetto sbronza generato dall'etilismo stesso che lascia credere alla periferia di entrare in un felice mondo dei balocchi, salvo poi svegliarsi la mattina dopo con un forte mal di testa...
non sono d'accordo col tutto, ma "dei bei pezzi si!" poi alle perdite causate dalla matrigna teoria economica, si aggiungono quelle causate dai traditori del popolo italiano!
Esiste ancora qualche birra importante italiana che sia ITALIANA e non di gruppi stranieri? No perché la situazione è agghiacciante (co 'sta calura agghiacciante è quasi un sogno...): Peroni --> Sabmiller (UK) Moretti --> Heineken (Olanda) Poretti --> Carlsberg (Danimarca) Ichnusa --> Heineken
Ragazzi, a parte che il popolo ha il diritto di guardare, ma non quello di criticare (qui siamo nell'Ancien Régime), vorrei dirvi due cose: la prima è che "scambi equilibrati" non significa autarchia. X-X=0 per ogni valore di X. L'autarchia è 0-0=0. Non è il massimo. La seconda è che, come nota Lorenzo, anche volendo essere autarchici, sarebbe impossibile. Certo che non compro la mela cilena, e aspetto la stagione delle nostre. Ma la Weiss è buona in Germania e me la compro lì. Intendiamoci: le scelte dei singoli consumatori possono molto. Ma il problema è far funzionare il mercato valutario: quella è la condizione necessaria per ripristinare l'equilibrio esterno. E, naturalmente, come più volte precisato, una razionale gestione degli IDE!
@Lorenzo Io da qualche mese sto cercando di comprare solo roba italiana. Il punto e' che: 1- e' molto difficile trovare roba che sia interamente made in Italy 2- mi domando se serva a qualcosa. Voglio dire, ok do lavoro agli italiani, ma poi questi italiani spenderanno i soldi per acquistare roba tedesca. Quindi altro non faccio che rallentare di un minimo il declino. Declino che paradossalmente ci farebbe bene, perche' obbligherebbe i nostri governanti a prendere decisioni drastiche e immediate. In fondo un declino lento e' la cosa peggiore che ci possa capitare.
Vero che la questione è far funzionare il mercato valutario, ma se con un pò di sano boicottaggio si può accelerare il processo che porta a prendere determinate decisioni, perché no? Quanto al declino, ho paura che invece faccia gioco ai nostri politici. Per la camarilla collaborazionista oggi al potere, è molto più conveniente perseguire un obiettivo di distruzione e di abbattimento della sovranità dello stato, mediante il quale possa scaricarsi da ogni responsabilità, in base al "celochiedel'europa". Ma allo stesso tempo continuare a essere libera di controllare e potenziare ancor più i propri comitati d'affari. Che saranno ulteriormente favoriti dall'ondata di privatizzazioni determinata dalla necessità di svendere il patrimonio pubblico e privatizzare i servizi sociali per via della crisi.
Puoi acquistare la tua birra in uno dei tanti microbirrifici sparsi in giro per l'Italia.
Se da un lato è vero che questo tipo di produzione ha costi più elevati, dall'altro l'impatto sulle economie locali è più significativo. E la birra è anche migliore ;)
Ragazzi, a me piace la Weiss tedesca perché sono europeo. Voi fate un po' come vi pare. Alla Metro trovate anche il kit per farvi la birra in casa (ma la Metro è tedesca... mmmh, mi sa che così non se ne esce: forse il problema è quello che dico io?)
Avete visto l'ultimo inverecondo post di scacciasestesso su "Il fatto quotidiano"? Prof sei tirato in ballo scorporando una frase dal tuo paper del 1997 "Conseguenze dell'adozione dell'euro Per i lavoratori migranti", per sostenere che anche tu pensi che politiche del lato della domanda non servirebbero a niente per alleviare il problema della disoccupazione. Mostra la stessa intelligenza di chi liquida Keynes estrapolando la frase "Nel lungo periodo siamo tutti morti" e "Per risolvere la disoccupazione lo stato dovrebbe pagar epersone per scavare buche e poi altre persone per ricoprirle" (A proposito mi permetto di segnalare questo articolo di Brancaccio che fa capire copme siano veramente in malafede chi estrapola queste frasi dal pensiero keynesiano - vedere qui: http://keynesblog.com/2013/07/16/keynes-e-la-sua-rivoluzione-nel-pensiero-economico/) Ovviamente nel resto del post, insiste sul fatto che il problema siamo noi italiani ed il debito pubblico e che chi incolpa il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia nella esplosione del suddetto debito pubblico è un visionario. Sto cercando alacremente nel dizionario di goofynomics un modo diplomatico per definirlo, ma non lo trovo. Mi limiterò a dire che è un vero lestofante. Qui trovate il link al post (perdonatemi ma non so mettere il link diretto collegato ad una parola....). Ovviamente non posso commentare perchè mi devono aver bannato al mio primo intervento ad un vecchio post dello stesso principe dell'Oman. Che rabbia.
"Uscire (dall'Euro) non conviene. Avrebbe costi enormi. E poi servirebbe uno Stato forte!"
Parole sue. Il caro Tremonti si è tradito. L'essenza "politica" dell'inrtervista è tutta qua, e credo confermi il principio della riduzione del "governament footprint" alla base di tutte le politiche a cui assistiamo. I "costi enormi" che altro sono se non quelli che dovrebbero pagare i pochi privilegiati che guadagnano sulla crisi? Amici suoi? Probably.......
Mentre il professore, qui, con il pretesto di sostenere e diffondere la cultura musicale europea, se ne va in giro con la sua pianola bordeggiando da un'enoteca all'altra, Letta, notoriamente uomo del fare, opera indefesso per diffondere il verbo europeista e raddrizzare le storture dell'edificio europeo. Ieri, ad esempio, era ad Atene per tenere allegri i greci e rincuorarli sul loro euro-destino. Nell'incontro con Samaras, altro propugnatore delle “idee fallite” che hanno retrocesso la Grecia alla condizione di “paese emergente” dopo ormai quattro anni di misure “lacrime e sangue”, il primo ministro italiano ha spiegato che “fino ad oggi l'Europa ha affrontato la crisi in Grecia con tempi e metodi sbagliati”, ma che ora si apre una fase nuova perché «la “realizzazione del gasdotto Tap, che passando per la Grecia porterà in Italia il gas azero, "è una notizia molto importante" che "avrà effetto per i prossimi 20 anni"» (Ansa). Visto che c'era, Letta ha anche annunciato il mitologico "prezzo dell'energia più basso", e i leggendari "posti di lavoro", immancabili corollari di quei progetti faraonici che spesso e volentieri non vanno oltre la fase progettuale. Insomma, spiega Letta, fino ad ora abbiamo sbagliato tutto nella gestione della crisi greca, ma ora il gas azero permetterà alla Grecia di superare la crisi, circostanza, questa, di cui si avvantaggerà anche l'Italia, e sarà tutta un'altra musica. Sarà come dice lui, e ce lo auguriamo tutti, però un recente studio di Gennaro Zezza sull’impatto che le ulteriori politiche di austerità imposte dall'Ue avranno sulla Grecia dice cose diverse. Zezza formula diverse ipotesi, a partire da uno scenario di base «costruito in base alle manovre previste dalla Troika su ulteriori tagli di spesa pubblica, e sulle previsioni di gettito fiscale. In base ai nostri calcoli, l’obiettivo di riduzione del deficit pubblico della Troika non verrà raggiunto, perché le entrate fiscali saranno insufficienti, e l’occupazione diminuirà anche per il 2014».
Nondimeno Letta è fiducioso e annuncia che il 2014 sarà “un anno di svolta per l'Europa”, perché se l'Europa sarà ancora percepita unicamente come imposizione di sofferenze e sacrifici la gente voterà per i partiti populisti ed anti-europei, ma noi faremo cambiare atteggiamento ai cittadini europei “attuando politiche più vicine alla gente”, una frase che di per sé non significa nulla, ma che non può mancare in un discorso pubblico. Dopodiché, come se avesse detto tutt'altro, chiede a Samaras di continuare con la fiscal consolidation – in italiano: continuate a spremere i greci a furia di tasse per dare una boccata d'ossigeno alle banche tedesche che ne hanno tanto bisogno. Samaras, che è della stessa pasta di Letta, non se lo è fatto ripetere e senza indugio ha dato un giro di manovella alla propaganda eurista, rassicurando il suo omologo che il suo governo seguirà le indicazioni dell'Europa – in greco: tasserò meticolosamente la popolazione. Comunque, io se fossi in Letta mi farei accompagnare da una claque stile Petrolini:
Faremo l'Europa più forte e più superba che pria! Bravo! Grazie!
Cose così, insomma. Non ci crede nessuno egualmente, ma ci si annoia di meno.
Aggiunta: è sbalorditivo, ma Syriza, a quanto leggo sulla stampa greca, riguardo all'euro resta sulla posizione adottata nelle precedenti elezioni. Cioè a dire, "non vogliamo uscire dall'euro, ma...". Forse anche loro stanno dibattendo sull'uscita a destra o a sinistra. Qui c'è qualcosa di importante da imparare e ricordare.
Mah, Syriza sembra più confusa di quel che occorre. Un po' come la sinistra di minoranza in Italia, che i suoi detrattori definiscono “radicale” per spaventare i berluscones, ma che di radicale non ha nulla, se non la propensione a andare in pezzi.
Alle elezioni del giugno 2012 in Grecia (votanti 62,47% degli aventi diritto) “il totale dei voti della sinistra fu il 49,93%, così suddivisi: Syriza 26,89% e 71 seggi, Pasok 12,28% e 33 seggi, sinistra democratica 6,26% e 17 seggi, comunisti di Kke 4, 50% e 12 seggi. Anche togliendo il Pasok che è di sinistra per modo di dire, si arriva comunque al 37,65%”. Però non è servito a molto, perché non c'è stata una vera unità di intenti in grado di elaborare una linea di condotta comune, nonostante la gravità della situazione.
Recentemente Syriza ha tenuto il congresso, da cui è emersa la tendenza a realizzare «un governo di sinistra che deve essere pronto e preparato per una rottura con la zona euro e l'Unione europea. Ci deve essere un impegno chiaro e pubblico per invertire austerità "con ogni mezzo necessario", tra cui un'uscita dalla zona euro per contrastare il ricatto della UE». Ma, come accade in Italia, sono anche emerse le posizioni in aperto contrasto o in dissenso dei cosiddetti “moderati”, ossia gli indecisi a tutto, rappresentati dai resti dei vari partiti che si frantumano e si ricompongono a mo' di caleidoscopio, lasciando smarriti tanto la base quanto i dirigenti, e favorendo la tenuta seppur traballante del governo di Samaras.
Spiace dirlo, ma l'impressione è che non ne uscirà nulla di risolutivo, perché a forza di televisione rimbecillente una quota considerevole di persone ha perso la capacità di ragionare autonomamente su dati oggettivi e concreti. Non so in Grecia, ma qui in Italia accade che durante una cena tra amici e conoscenti, ad esempio, se tu guardi sgomento un bombardamento “umanitario” che va in onda sui tg, cercando di portare il discorso sulle sofferenze di coloro che lo subiscono, quelli che ti stanno attorno ti guardano seccati, e ti fanno capire che sei noioso e che dovresti rilassarti un po'. Ecco, viviamo tempi così, con un loro stile particolare. “Uno stile di vita alla vaffanculo”, per dirla con Robert Pirsig.
Vedo solo ora il suo intervento. Grazie della precisazione. La distruzione della Grecia lascia senza fiato. Non l'avrebbe conciata così l' Impero Persiano, se alle Termopili, a Maratona e a Salamina le schiere elleniche se la fossero data a gambe. Il confusionismo di Syriza mi sembra secondo solo al confusionismo del M5S italiano, e impedisce la cristallizzazione di una opposizione minimamente coerente e affidabile. Amici greci nient'affatto golpisti mi dicono che sempre più spesso, conversando, salta fuori la frase "La nostra unica speranza è un colpo di stato dell'esercito". E probabilmente, è vero. Cosa aggiungere?
No, guarda, puoi pure andartene, grazie. Perdere un lettore che non ha letto le istruzioni per l'uso e quindi mi aduggia col suo stucchevole vittimismo non è una perdita: è una liberazione.
Ma e' normale che una buona percentuale dei commenti non venga pubblicata! "Ogni scarrafone e' bello a mamma soia". Col senno del poi devo infatti ammettere che quasi tutti i miei commenti non pubblicati erano in realta' degli "scarrafoni" (e bene ha fatto il prof. a buttarli nel cestino).
Ahinoi ci credono in troppi! Come fa Letta a permettersi certe affermazioni senza alcuna critica dall'opposizione? Come mai i giornalisti non fanno domande, non capiscono?
Ah, già, l'opposizione non c'è, in compenso c'è il PUD€. Io un'idea me la sono fatta, il problema è dato proprio dal mondo non equilibrato dell'informazione, anzi, un mondo - come già avevamo visto su questo blog - volutamente e controllatamente distorto, ecco come fa il punto della situazione: How the EU buys journalists Daniel Hannan al Parlamento Europeo. Purtroppo è solo in inglese, ma chi meglio di un inglese può chiedere "simply to have a balanced press".
Marcello Foa se ne occupa da tempo analizzando la perversione della funzione degli "spin doctor" e guardacaso sul suo blog è comparso questo articolo che merita di essere linkato: Chi è nell’euro perde lavoro. Volete la prova? Eccola…
Nulla di nuovo per noi, meriterebbe di essere approfondita l'eccezione austrica.
E già che ci sono, per stare in tema Letta e continuità, ci metto pure questo punto di vista.
E' proprio sul blog di Foa, trovato per caso, che avevo LettA la prima critica a Napolitano-Monti in quel famoso novembre (non certo 'Un bellissimo novembre' come il titolo di un forse dimenticato romanzo di Ercole Patti), trovato il link al video col puntuale discorso di Nigel Farage al parlamento europeo, trovato il link a questo blog o il link a un link a questo blog. Foa, dunque, non ha perso di vista la realtà.
Sapete quanta gente conosce robert mundell?? ZERO quanti sanno che mundell ha preso il nobel in economia nel 1999?ZERO Quanti italiani sanno della teoria di mundell su le aree valutarie ottimali??ZERO Ora propongo di cambiare lo studio di mundell in uno studio sul cancro ,uno studio in cui il risultato finale è che chi assimila polvere di amianto per un periodo considerevole ha altissime probabilità di morire di cancro. Uno studio che tutta la comunità scientifica avvalla e premia col nobel. Secondo voi sarebbe razionale che 12 mesi dopo decine di paesi in europa impongono di coprire i tetti con amianto non protetto????Quanti si indignerebbero per una tale decisione e quanti protesterebbero attivamente per proteggere il proprio futuro e quello dei loro figli??? Ecco la prova provata che siamo coglioni e che loro riescono per nostra ignoranza, mundell prendeva il nobel dalla comunita scintifica e dopo pochi mesi a noi europei somministravano il suo esatto opposto e quindi negando la scoperta o sbattendosene altamente le palle. Il punto per me è che la gente non sà nemmeno di che si sta parlando perche non percepisce pericolo e quindi non approfondisce ma.....si fida e sbaglia. Se parlo con un amico e gli spiego in che consisteva lo studio di mundell questo mi ascolta perche è amico....ma se percepisse del pericolo di vita come nel caso della polvere di amianto son sicuro che avrebbe ben altra attenzione e ben altra reazione. Per vincere una battaglia impossibile da vincere bisogna che le persone percepiscano in che consiste la posta in gioco, finche pensano che in qualche modo se la caveranno o che l" argomento è poco interessante e per pochi appassionati, ci sarà ben poco da fare.Scusate se oggi mi flagello e vi flagello di pessimismo ma ci sono certi giorni che vorrei solo scappare da questo paese, e oggi è uno di quelli!
Credo interessante per i frequentatori di questo blog nonche' dal punto di vista storico e politico visti gli sviluppi della situazione, questo recente post sul blog della tessera n.2 di forza italia, Antonio Martino (che ricordo ha sempre avversato l'ingresso nell'euro dal punto di vista liberista, per la questione dell'importanza del prezzo anche per quanto riguarda la valuta, anche se presumo fosse e resti favorevole al divorzio del 1981, ma non saprei con certezza):
Caro ..., sono allo sbando. Sia a sinistra, sia al centro, sia a destra non sanno che fare. I pochi che hanno capito qualcosa parlano d'altro per non dovere ammettere di avere peccato di presunzione e arroganza, gli altri cercano un capro espiatorio. Con rarissime eccezioni, nessuno ricorda che ho messo in guardia nei confronti dei rischi che correvamo negli ultimi 40 anni, senza stancarmi mai di ripetere le stesse cose. Ora la mia unica soddisfazione è osservare la loro confusione e ascoltare beato i loro silenzi. Chi si contenta gode! Cordialmente, am
@tafazzi.. vero, le persone non riescono a "vedere" il reale problema di cosa sia un vincolo esterno e di cosa produce! questo per vari motivi. vuoi per comodità, vuoi per mancanza di "mettere in riga i puntini e dargli una logica", vuoi perché non ci credono. ma non ci rimane che "lottare" nel ns piccolo!
Molti non lo capiscono per ignoranza (in particolar modo gli ingegneri!), ma soprattutto per via della manipolazione scientifica dell'opinione pubblica da parte di lobby varie, anche attraverso il controllo diretto o indiretto dei mezzi d'informazione.
E la nostra bilancia dei pagamenti? Non c'era una peroni?
RispondiEliminaMs io e la Camusso siamo favorevoli ai capitali esteri.
EliminaE nessuno pensa ai minijobber morti negli angusti birrifici bavaresi? più che la deflazione poté il digiuno, oder?
EliminaLiberomercatista etilista!
RispondiEliminaL'etilismo fa da apripista alla globalizzazzzzione. Il centro si fa più audace e chiede alla periferia di liberalizzarsi con più fermezza. L'aggancio é favorito dalla maggiore intraprendenza, solo che c'é l'effetto collaterale che porta allo sganciamento che lascia scontenta la periferia...
RispondiEliminaAggiungerei l'effetto sbronza generato dall'etilismo stesso che lascia credere alla periferia di entrare in un felice mondo dei balocchi, salvo poi svegliarsi la mattina dopo con un forte mal di testa...
EliminaLa Peroni è stata acquistata dalla SABMiller, gruppo sudafricano, nel 2005. Sigh....!
RispondiEliminaLe porte della percezione...
RispondiEliminaSi comincia bevendo una birra alemanna eppoi non si sa dove si finisce coi disavanzi nella bilancia dei pagamenti...
RispondiEliminasi comincia con il ricco che compra la mercedes, poi si finisce con Bagnai che compra la birra tedesca. :D
EliminaDa oggi proporrò un grafico al giorno in tutti i gruppi FB a cui appartengo. Chi vorrà approfondirà, per conto suo.
RispondiEliminaEhi! Non si danno soldi ai crucchi!
RispondiEliminaMa... quella birra è tedesca ?
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/economia/13_luglio_28/ecco-dove-finito-made-in-italy_8f2d99b2-f6df-11e2-9839-a8732bb379b1.shtml
RispondiEliminanon sono d'accordo col tutto, ma "dei bei pezzi si!"
poi alle perdite causate dalla matrigna teoria economica, si aggiungono quelle causate dai traditori del popolo italiano!
Solo che in questo caso ' Il re beve '...
RispondiEliminahttp://sauvage27.blogspot.it/2009/04/il-re-beve-jacob-jordaens.html
Esiste ancora qualche birra importante italiana che sia ITALIANA e non di gruppi stranieri?
RispondiEliminaNo perché la situazione è agghiacciante (co 'sta calura agghiacciante è quasi un sogno...):
Peroni --> Sabmiller (UK)
Moretti --> Heineken (Olanda)
Poretti --> Carlsberg (Danimarca)
Ichnusa --> Heineken
In compenso la Menabrea è italiana...finora!
Ragazzi, a parte che il popolo ha il diritto di guardare, ma non quello di criticare (qui siamo nell'Ancien Régime), vorrei dirvi due cose: la prima è che "scambi equilibrati" non significa autarchia. X-X=0 per ogni valore di X. L'autarchia è 0-0=0. Non è il massimo. La seconda è che, come nota Lorenzo, anche volendo essere autarchici, sarebbe impossibile. Certo che non compro la mela cilena, e aspetto la stagione delle nostre. Ma la Weiss è buona in Germania e me la compro lì. Intendiamoci: le scelte dei singoli consumatori possono molto. Ma il problema è far funzionare il mercato valutario: quella è la condizione necessaria per ripristinare l'equilibrio esterno. E, naturalmente, come più volte precisato, una razionale gestione degli IDE!
Elimina@Lorenzo Io da qualche mese sto cercando di comprare solo roba italiana. Il punto e' che:
Elimina1- e' molto difficile trovare roba che sia interamente made in Italy
2- mi domando se serva a qualcosa. Voglio dire, ok do lavoro agli italiani, ma poi questi italiani spenderanno i soldi per acquistare roba tedesca. Quindi altro non faccio che rallentare di un minimo il declino. Declino che paradossalmente ci farebbe bene, perche' obbligherebbe i nostri governanti a prendere decisioni drastiche e immediate.
In fondo un declino lento e' la cosa peggiore che ci possa capitare.
Birra Castello di Udine
EliminaVero che la questione è far funzionare il mercato valutario, ma se con un pò di sano boicottaggio si può accelerare il processo che porta a prendere determinate decisioni, perché no?
EliminaQuanto al declino, ho paura che invece faccia gioco ai nostri politici.
Per la camarilla collaborazionista oggi al potere, è molto più conveniente perseguire un obiettivo di distruzione e di abbattimento della sovranità dello stato, mediante il quale possa scaricarsi da ogni responsabilità, in base al "celochiedel'europa". Ma allo stesso tempo continuare a essere libera di controllare e potenziare ancor più i propri comitati d'affari. Che saranno ulteriormente favoriti dall'ondata di privatizzazioni determinata dalla necessità di svendere il patrimonio pubblico e privatizzare i servizi sociali per via della crisi.
@Cristiano
EliminaPuoi acquistare la tua birra in uno dei tanti microbirrifici sparsi in giro per l'Italia.
Se da un lato è vero che questo tipo di produzione ha costi più elevati, dall'altro l'impatto sulle economie locali è più significativo. E la birra è anche migliore ;)
Certo, er micorbirificio, 'a filiera corta... Ma mi raccomando, però, sempre con la valuta forte!
EliminaRagazzi, a me piace la Weiss tedesca perché sono europeo. Voi fate un po' come vi pare. Alla Metro trovate anche il kit per farvi la birra in casa (ma la Metro è tedesca... mmmh, mi sa che così non se ne esce: forse il problema è quello che dico io?)
Pensi prof. che a me la Weiss piace perché è bona :)
Elimina(penso che non avrebbe così tanti contatti se i lettori del blog non concordassero sull'origine del problema)
Avete visto l'ultimo inverecondo post di scacciasestesso su "Il fatto quotidiano"? Prof sei tirato in ballo scorporando una frase dal tuo paper del 1997 "Conseguenze dell'adozione dell'euro Per i lavoratori migranti", per sostenere che anche tu pensi che politiche del lato della domanda non servirebbero a niente per alleviare il problema della disoccupazione. Mostra la stessa intelligenza di chi liquida Keynes estrapolando la frase "Nel lungo periodo siamo tutti morti" e "Per risolvere la disoccupazione lo stato dovrebbe pagar epersone per scavare buche e poi altre persone per ricoprirle" (A proposito mi permetto di segnalare questo articolo di Brancaccio che fa capire copme siano veramente in malafede chi estrapola queste frasi dal pensiero keynesiano - vedere qui: http://keynesblog.com/2013/07/16/keynes-e-la-sua-rivoluzione-nel-pensiero-economico/)
RispondiEliminaOvviamente nel resto del post, insiste sul fatto che il problema siamo noi italiani ed il debito pubblico e che chi incolpa il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia nella esplosione del suddetto debito pubblico è un visionario. Sto cercando alacremente nel dizionario di goofynomics un modo diplomatico per definirlo, ma non lo trovo. Mi limiterò a dire che è un vero lestofante.
Qui trovate il link al post (perdonatemi ma non so mettere il link diretto collegato ad una parola....). Ovviamente non posso commentare perchè mi devono aver bannato al mio primo intervento ad un vecchio post dello stesso principe dell'Oman. Che rabbia.
Ho capito, per riequilibrare lo scambio mi sacrificherò a bere qualche litro di chinotto lurisia
RispondiEliminaVa bene tutto ma darmi del popolo proprio no! Assomiglio più a quello che il popolo insegue brandendo i forconi (e poi brucia allegramente sul rogo).
RispondiEliminableah!
RispondiEliminaIl violoncello è il mio strumento preferito. Come birra, invece, la Menabrea.
RispondiEliminaDue titoli di giornale interessanti, per come fanno a cazzotti tra di loro in termini di iniezione di ottimismo nel lettore.
RispondiEliminaLa Lombardia torna a crescere, fiducia dell'Italia al top nell'Eurozona. Si moltiplicano i segnali di un allentamento della crisi
Immobiliare, un mattone ci seppellirà
Nel secondo articolo è citato anche un intervento del prof. Bagnai.
Il mio nome e' Bond, Euro-Bond.....
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/interni/939919.html
"Uscire (dall'Euro) non conviene. Avrebbe costi enormi. E poi servirebbe uno Stato forte!"
EliminaParole sue. Il caro Tremonti si è tradito. L'essenza "politica" dell'inrtervista è tutta qua, e credo confermi il principio della riduzione del "governament footprint" alla base di tutte le politiche a cui assistiamo.
I "costi enormi" che altro sono se non quelli che dovrebbero pagare i pochi privilegiati che guadagnano sulla crisi?
Amici suoi? Probably.......
Mentre il professore, qui, con il pretesto di sostenere e diffondere la cultura musicale europea, se ne va in giro con la sua pianola bordeggiando da un'enoteca all'altra, Letta, notoriamente uomo del fare, opera indefesso per diffondere il verbo europeista e raddrizzare le storture dell'edificio europeo. Ieri, ad esempio, era ad Atene per tenere allegri i greci e rincuorarli sul loro euro-destino.
RispondiEliminaNell'incontro con Samaras, altro propugnatore delle “idee fallite” che hanno retrocesso la Grecia alla condizione di “paese emergente” dopo ormai quattro anni di misure “lacrime e sangue”, il primo ministro italiano ha spiegato che “fino ad oggi l'Europa ha affrontato la crisi in Grecia con tempi e metodi sbagliati”, ma che ora si apre una fase nuova perché «la “realizzazione del gasdotto Tap, che passando per la Grecia porterà in Italia il gas azero, "è una notizia molto importante" che "avrà effetto per i prossimi 20 anni"» (Ansa). Visto che c'era, Letta ha anche annunciato il mitologico "prezzo dell'energia più basso", e i leggendari "posti di lavoro", immancabili corollari di quei progetti faraonici che spesso e volentieri non vanno oltre la fase progettuale.
Insomma, spiega Letta, fino ad ora abbiamo sbagliato tutto nella gestione della crisi greca, ma ora il gas azero permetterà alla Grecia di superare la crisi, circostanza, questa, di cui si avvantaggerà anche l'Italia, e sarà tutta un'altra musica.
Sarà come dice lui, e ce lo auguriamo tutti, però un recente studio di Gennaro Zezza sull’impatto che le ulteriori politiche di austerità imposte dall'Ue avranno sulla Grecia dice cose diverse. Zezza formula diverse ipotesi, a partire da uno scenario di base «costruito in base alle manovre previste dalla Troika su ulteriori tagli di spesa pubblica, e sulle previsioni di gettito fiscale. In base ai nostri calcoli, l’obiettivo di riduzione del deficit pubblico della Troika non verrà raggiunto, perché le entrate fiscali saranno insufficienti, e l’occupazione diminuirà anche per il 2014».
Nondimeno Letta è fiducioso e annuncia che il 2014 sarà “un anno di svolta per l'Europa”, perché se l'Europa sarà ancora percepita unicamente come imposizione di sofferenze e sacrifici la gente voterà per i partiti populisti ed anti-europei, ma noi faremo cambiare atteggiamento ai cittadini europei “attuando politiche più vicine alla gente”, una frase che di per sé non significa nulla, ma che non può mancare in un discorso pubblico. Dopodiché, come se avesse detto tutt'altro, chiede a Samaras di continuare con la fiscal consolidation – in italiano: continuate a spremere i greci a furia di tasse per dare una boccata d'ossigeno alle banche tedesche che ne hanno tanto bisogno.
Samaras, che è della stessa pasta di Letta, non se lo è fatto ripetere e senza indugio ha dato un giro di manovella alla propaganda eurista, rassicurando il suo omologo che il suo governo seguirà le indicazioni dell'Europa – in greco: tasserò meticolosamente la popolazione.
Comunque, io se fossi in Letta mi farei accompagnare da una claque stile Petrolini:
Faremo l'Europa più forte e più superba che pria!
Bravo!
Grazie!
Cose così, insomma. Non ci crede nessuno egualmente, ma ci si annoia di meno.
Aggiunta: è sbalorditivo, ma Syriza, a quanto leggo sulla stampa greca, riguardo all'euro resta sulla posizione adottata nelle precedenti elezioni. Cioè a dire, "non vogliamo uscire dall'euro, ma...".
EliminaForse anche loro stanno dibattendo sull'uscita a destra o a sinistra. Qui c'è qualcosa di importante da imparare e ricordare.
@ Roberto Buffagni (31 luglio 2013 17:19)
EliminaMah, Syriza sembra più confusa di quel che occorre. Un po' come la sinistra di minoranza in Italia, che i suoi detrattori definiscono “radicale” per spaventare i berluscones, ma che di radicale non ha nulla, se non la propensione a andare in pezzi.
Alle elezioni del giugno 2012 in Grecia (votanti 62,47% degli aventi diritto) “il totale dei voti della sinistra fu il 49,93%, così suddivisi: Syriza 26,89% e 71 seggi, Pasok 12,28% e 33 seggi, sinistra democratica 6,26% e 17 seggi, comunisti di Kke 4, 50% e 12 seggi.
Anche togliendo il Pasok che è di sinistra per modo di dire, si arriva comunque al 37,65%”.
Però non è servito a molto, perché non c'è stata una vera unità di intenti in grado di elaborare una linea di condotta comune, nonostante la gravità della situazione.
Recentemente Syriza ha tenuto il congresso, da cui è emersa la tendenza a realizzare «un governo di sinistra che deve essere pronto e preparato per una rottura con la zona euro e l'Unione europea. Ci deve essere un impegno chiaro e pubblico per invertire austerità "con ogni mezzo necessario", tra cui un'uscita dalla zona euro per contrastare il ricatto della UE».
Ma, come accade in Italia, sono anche emerse le posizioni in aperto contrasto o in dissenso dei cosiddetti “moderati”, ossia gli indecisi a tutto, rappresentati dai resti dei vari partiti che si frantumano e si ricompongono a mo' di caleidoscopio, lasciando smarriti tanto la base quanto i dirigenti, e favorendo la tenuta seppur traballante del governo di Samaras.
Spiace dirlo, ma l'impressione è che non ne uscirà nulla di risolutivo, perché a forza di televisione rimbecillente una quota considerevole di persone ha perso la capacità di ragionare autonomamente su dati oggettivi e concreti. Non so in Grecia, ma qui in Italia accade che durante una cena tra amici e conoscenti, ad esempio, se tu guardi sgomento un bombardamento “umanitario” che va in onda sui tg, cercando di portare il discorso sulle sofferenze di coloro che lo subiscono, quelli che ti stanno attorno ti guardano seccati, e ti fanno capire che sei noioso e che dovresti rilassarti un po'.
Ecco, viviamo tempi così, con un loro stile particolare. “Uno stile di vita alla vaffanculo”, per dirla con Robert Pirsig.
Vedo solo ora il suo intervento. Grazie della precisazione. La distruzione della Grecia lascia senza fiato. Non l'avrebbe conciata così l' Impero Persiano, se alle Termopili, a Maratona e a Salamina le schiere elleniche se la fossero data a gambe. Il confusionismo di Syriza mi sembra secondo solo al confusionismo del M5S italiano, e impedisce la cristallizzazione di una opposizione minimamente coerente e affidabile. Amici greci nient'affatto golpisti mi dicono che sempre più spesso, conversando, salta fuori la frase "La nostra unica speranza è un colpo di stato dell'esercito". E probabilmente, è vero. Cosa aggiungere?
EliminaNon ho visto il mio commento.... Non le piace il mio umorismo? Peccato! Grazie lo stesso . Continuerò a leggere , forse diventerò brava come lei!
RispondiEliminaNo, guarda, puoi pure andartene, grazie. Perdere un lettore che non ha letto le istruzioni per l'uso e quindi mi aduggia col suo stucchevole vittimismo non è una perdita: è una liberazione.
EliminaMa e' normale che una buona percentuale dei commenti non venga pubblicata!
Elimina"Ogni scarrafone e' bello a mamma soia".
Col senno del poi devo infatti ammettere che quasi tutti i miei commenti non pubblicati erano in realta' degli "scarrafoni" (e bene ha fatto il prof. a buttarli nel cestino).
Ma questa è.....
Elimina....CENZURA!
Ahinoi ci credono in troppi!
RispondiEliminaCome fa Letta a permettersi certe affermazioni senza alcuna critica dall'opposizione?
Come mai i giornalisti non fanno domande, non capiscono?
Ah, già, l'opposizione non c'è, in compenso c'è il PUD€.
Io un'idea me la sono fatta, il problema è dato proprio dal mondo non equilibrato dell'informazione, anzi, un mondo - come già avevamo visto su questo blog - volutamente e controllatamente distorto, ecco come fa il punto della situazione: How the EU buys journalists Daniel Hannan al Parlamento Europeo. Purtroppo è solo in inglese, ma chi meglio di un inglese può chiedere "simply to have a balanced press".
Marcello Foa se ne occupa da tempo analizzando la perversione della funzione degli "spin doctor" e guardacaso sul suo blog è comparso questo articolo che merita di essere linkato:
Chi è nell’euro perde lavoro. Volete la prova? Eccola…
Nulla di nuovo per noi, meriterebbe di essere approfondita l'eccezione austrica.
E già che ci sono, per stare in tema Letta e continuità, ci metto pure questo punto di vista.
E' proprio sul blog di Foa, trovato per caso, che avevo LettA la prima critica a Napolitano-Monti in quel famoso novembre (non certo 'Un bellissimo novembre' come il titolo di un forse dimenticato romanzo di Ercole Patti), trovato il link al video col puntuale discorso di Nigel Farage al parlamento europeo, trovato il link a questo blog o il link a un link a questo blog.
EliminaFoa, dunque, non ha perso di vista la realtà.
Sapete quanta gente conosce robert mundell?? ZERO
RispondiEliminaquanti sanno che mundell ha preso il nobel in economia nel 1999?ZERO
Quanti italiani sanno della teoria di mundell su le aree valutarie ottimali??ZERO
Ora propongo di cambiare lo studio di mundell in uno studio sul cancro ,uno studio in cui il risultato finale è che chi assimila polvere di amianto per un periodo considerevole ha altissime probabilità di morire di cancro. Uno studio che tutta la comunità scientifica avvalla e premia col nobel.
Secondo voi sarebbe razionale che 12 mesi dopo decine di paesi in europa impongono di coprire i tetti con amianto non protetto????Quanti si indignerebbero per una tale decisione e quanti protesterebbero attivamente per proteggere il proprio futuro e quello dei loro figli???
Ecco la prova provata che siamo coglioni e che loro riescono per nostra ignoranza, mundell prendeva il nobel dalla comunita scintifica e dopo pochi mesi a noi europei somministravano il suo esatto opposto e quindi negando la scoperta o sbattendosene altamente le palle.
Il punto per me è che la gente non sà nemmeno di che si sta parlando perche non percepisce pericolo e quindi non approfondisce ma.....si fida e sbaglia.
Se parlo con un amico e gli spiego in che consisteva lo studio di mundell questo mi ascolta perche è amico....ma se percepisse del pericolo di vita come nel caso della polvere di amianto son sicuro che avrebbe ben altra attenzione e ben altra reazione.
Per vincere una battaglia impossibile da vincere bisogna che le persone percepiscano in che consiste la posta in gioco, finche pensano che in qualche modo se la caveranno o che l" argomento è poco interessante e per pochi appassionati, ci sarà ben poco da fare.Scusate se oggi mi flagello e vi flagello di pessimismo ma ci sono certi giorni che vorrei solo scappare da questo paese, e oggi è uno di quelli!
Credo interessante per i frequentatori di questo blog nonche' dal punto di vista storico e politico visti gli sviluppi della situazione, questo recente post sul blog della tessera n.2 di forza italia, Antonio Martino (che ricordo ha sempre avversato l'ingresso nell'euro dal punto di vista liberista, per la questione dell'importanza del prezzo anche per quanto riguarda la valuta, anche se presumo fosse e resti favorevole al divorzio del 1981, ma non saprei con certezza):
RispondiEliminawww.antoniomartino.org/2013/07/passato-e-futuro-per-leuro.html
in cui, in risposta ad uno dei commenti, dice:
Caro ...,
sono allo sbando. Sia a sinistra, sia al centro, sia a destra non sanno che fare. I pochi che hanno capito qualcosa parlano d'altro per non dovere ammettere di avere peccato di presunzione e arroganza, gli altri cercano un capro espiatorio. Con rarissime eccezioni, nessuno ricorda che ho messo in guardia nei confronti dei rischi che correvamo negli ultimi 40 anni, senza stancarmi mai di ripetere le stesse cose. Ora la mia unica soddisfazione è osservare la loro confusione e ascoltare beato i loro silenzi. Chi si contenta gode!
Cordialmente,
am
http://www.kosciol-spaghetti.pl/objawienia/item/838-ka%C5%BCdy-mo%C5%BCe-byc-pastafarianinem.html
RispondiEliminal'arte e' sempre avanti... anche dove l'euro ancora non c'e'... :D
@tafazzi.. vero, le persone non riescono a "vedere" il reale problema di cosa sia un vincolo esterno e di cosa produce!
RispondiEliminaquesto per vari motivi.
vuoi per comodità, vuoi per mancanza di "mettere in riga i puntini e dargli una logica", vuoi perché non ci credono.
ma non ci rimane che "lottare" nel ns piccolo!
Molti non lo capiscono per ignoranza (in particolar modo gli ingegneri!), ma soprattutto per via della manipolazione scientifica dell'opinione pubblica da parte di lobby varie, anche attraverso il controllo diretto o indiretto dei mezzi d'informazione.
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