(post tecnico)
Partiamo da un principio che spero sia condivisibile, anzi, due:
1)
ogni scienza ha un suo linguaggio tecnico il cui
scopo, in linea di principio, non è quello di ostacolare l’accesso alla
conoscenza da parte del "popolo", ma quello di esprimersi con precisione,
risparmiando tempo;
2)
chi si esprime in modo impreciso, anche
terminologicamente, disinforma, e la disinformazione è sempre un’operazione
favorevole al regime, perché attivamente impedisce il formarsi di una coscienza
civile.
Astenersi complottisti: io parlo di risultati. Le intenzioni interessano il Padreterno, anzi, non interessano nemmeno lui più di tanto, visto che nella sua infinita scienza le conosce già.
Facciamo allora un po’ di chiarezza su quattro termini che dal
dibattito corrente mi pare di poter dire siano poco capiti. La colpa,
come sapete, è di alcuni disinformatori dall’italiano maccheronico. Per salvare
la propria patria bisognerebbe almeno conoscerne la lingua, che ne dite? Allora
facciamo il punto, ripartendo dall’identità del debito pubblico. Voi vi
annoierete, ma io, dopo, potrò permettermi il lusso di parlare con voi usando
il linguaggio appropriato. Avete mai provato a svitare una vite usando un paio
di forbici anziché un cacciavite di opportuna dimensione? Nessun lusso è più
grande di quello di poter usare lo strumento giusto al momento giusto (Alex,
non occorre che tu faccia altri esempi...).
Identità
Le relazioni (1), (2) e (3) del post sull’aritmetica del debito:
indicano che la variazione del debito D (definita dalla (1)) è uguale al fabbisogno dello Stato (lo
dicono la (2) e la (3) in due modi diversi ma equivalenti). Ricordatevi, per
favore, che questa relazione è valida solo in
teoria. Chi segue bene il blog sa cosa intendo (suggerimento: Panizza).
La (2) e la (3) sono identità, cioè relazioni contabili che
vengono sempre soddisfatte. Vi ricordo che in esse il fabbisogno F è un flusso e il debito D è uno stock, che varia per effetto del
flusso F.
Molto semplicemente, la (2) (o la (3)) ci spiegano in che
modo il Tesoro finanzia il proprio deficit: emettendo titoli del debito
pubblico. Voi direte: “ma ci sono altre possibilità!”. Certo: le vediamo dopo.
Ma il concetto è che le relazioni (2) e (3), di per sé, non pongono alcun vincolo economico sul comportamento
del governo. Dicono solo che se hai un fabbisogno lo copri con titoli. Non ti
dicono né dove collochi i titoli, né se riesci a farlo, né a quale tasso,
chiaro? Quindi non pongono alcun vincolo.
Per motivi che non capisco, alcuni colleghi chiamano identità
come la (2) o la (3) “vincolo di bilancio” del settore pubblico. Ma questa
definizione ovviamente non ha alcun senso, per il motivo che ho appena spiegato.
Questo problema però rimane confinato alla letteratura scientifica: nel
dibattito corrente non ho visto fare un equivoco simile, ma è utile
segnalarvelo perché se capite cosa non
è un vincolo, poi capite anche meglio cosa è
un vincolo. Questa cosa, in effetti, ci sarà utile, data l’infestazione di
sconclusionati dilettanti i quali sostengono l’inesistenza di certi vincoli.
Vincolo
Giustamente, mi chiederete allora di vedere un vincolo. Il comportamento
del settore pubblico può essere vincolato in mille modi. Il più semplice (al
limite della rozzezza) è il vincolo di pareggio del bilancio, che possiamo
esprimere in tre modi equivalenti:
Dire che il fabbisogno pubblico deve essere nullo, significa
dire che la variazione del debito deve essere nulla, significa quindi che il
debito dell’anno in corso deve restare uguale a quello dell’anno precedente. Questo
è un vincolo, ovviamente, perché implica che lo Stato non possa spendere più di
quello che incassa (ne parliamo subito dopo).
Ma c’è anche un’altra implicazione. Ricordate l’aritmetica
del debito? Nel lungo periodo il rapporto debito/Pil d tende a:
dove f è il
rapporto fabbisogno/Pil, cioè f=F/Y. Quindi? Quindi con la regola del
pareggio di bilancio, intesa in senso stretto, in teoria nel lungo periodo il rapporto
debito pubblico/Pil tende a zero, per qualsiasi valore del tasso di crescita dell’economia (gamma, nella formula (5)).
Il Nirvana dei Gianninizzeri, e anche della finanza privata,
che potrebbe finalmente avviare al circuito delle bolle tutte le somme
attualmente intermediate dallo Statoinefficientebrutto (che però alla finanza
privata sta salvando le terga: signora mia, quanta ingratitudine...).
Si possono immaginare vincoli più complessi, ma per il
momento non ci sono necessari. Ricordate però che il pareggio di bilancio è un
vincolo estremamente stringente: esso non richiede semplicemente che il debito
nel lungo periodo possa essere ripagato. Richiede che il debito scompaia, non
ci sia più. Il che, oltre a essere assurdo economicamente, lo è anche
storicamente: da quando c’è lo Stato, c’è il debito pubblico. Non si capisce
bene il senso di questo integralismo finanziario (o meglio: lo si capisce se si
pensa a Ugo... in questo caso non
Panizza).
Saldo
Il fabbisogno F è
un flusso, perché è una grandezza riferita a un arco di tempo, ed è anche un
saldo, cioè la differenza fra due flussi, uno di entrate e uno di uscite. In un
modo un po’ impreciso possiamo definirlo così:
dove G è la spesa
pubblica (la spesa del Governo) e T
sono le entrate (con la T di Tasse,
ma ci sono anche le imposte).
Nota: G è più
precisamente la spesa per “consumi collettivi”, cioè la spesa pubblica che
compete con quella privata nell’acquisire risorse. Ci rientrano gli stipendi
pagati ai dipendenti pubblici (i quali, se sono pubblici, generalmente non sono
privati), e i consumi intermedi, cioè gli acquisti di beni e servizi da parte
delle Amministrazioni Pubbliche (la lampadina che è avvitata nell’aula di università
non può simultaneamente essere avvitata nello studio di un commercialista:
capito il significato di “compete con quella privata”?).
Nota: T non sono
solo “tasse”. Sono più precisamente imposte nette,
cioè il risultato di tutte le spese che hanno una funzione redistributiva. Ci
rientrano quindi le pensioni (ovviamente col segno meno, visto che sono soldi
che lo Stato dà, invece di prendere) e anche i pagamenti per interessi (idem).
Insomma: T = raccolta fiscale –
prestazioni sociali (di vario tipo) – pagamenti per interessi.
Nota: non stiamo mettendo in evidenza le spese per
investimenti, ecc. Facciamo finta che stiano in G.
Ecco: la rappresentazione che diamo è molto stilizzata, ma
noi ne siamo consapevoli (a differenza di altri) e ce la teniamo così perché si
parte dalle cose semplici per arrivare a quelle complicate.
Bilancio
F è il saldo
contabile fra le entrate e le uscite del settore pubblico, è il saldo settoriale del settore pubblico.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
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F = G – T non è un
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F = G – T non è un
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F = G – T non è un
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F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
F = G – T non è un
bilancio settoriale.
(scusate: non siete voi a essere di coccio, avrete capito chi è...).
Perché? Semplice. In macroeconomia si intende per “bilancio”
una identità di bilancio, cioè una relazione come la (2) o la (3), che spiega
come un determinato saldo venga finanziato o allocato. Il saldo (nel caso in specie, F)
è solo un pezzo del bilancio: corrisponde al conto economico, quello che spiega
come si forma un surplus o un
deficit. Esempio: un deficit pubblico si forma se le spese G superano le entrate nette T.
L’altro pezzo dell’identità corrisponde al conto
finanziario, quello che spiega come si copre un deficit (o come si investe un
surplus). Nel caso del settore pubblico, lo abbiamo visto: con una variazione
del debito (in aumento se hai un deficit, in diminuzione se hai un surplus).
Chiamare bilancio un saldo significa essere molto
ignoranti, direi pericolosamente ignoranti. Come avrete capito significa, in buona sostanza, ignorare il lato
finanziario della relazione, parlare cioè solo di G-T senza spiegare come viene coperto. Significa, insomma, ignorare
l’esistenza e la dinamica degli stock. Il “bilancio settoriale” è l’identità di
bilancio che mette in relazione il saldo (flusso) con lo stock pertinente. Nel
caso del settore pubblico, il bilancio settoriale è l’identità (2) o (3).
Ovviamente chi si fa araldo e propugnatore di questa
cialtroneria lessicale in Italia? Ma bravi, avete indovinato, proprio quello
che pretende di essere il rappresentante unico in Italia di una scuola di
pensiero, quella post-keynesiana, che ha fatto della coerenza stock/flusso un
proprio tratto distintivo! Paradossi italiani. Sarebbe come se Oscar Giannino
cominciasse a chiamare padroni gli imprenditori, e capitalisti i risparmiatori!
Lo so, alcuni di voi non lo troveranno esilarante. Ma io ogni volta che sento
Donald parlare di “bilanci” mi spancio dalle risate.
Riassunto
Un’identità
stock/flusso è una relazione che risulta sempre verificata contabilmente e che
descrive l’evoluzione di un certo stock (generalmente finanziario, ma anche di macchinari, o di immobili) per effetto
dei flussi di entrate e di uscite di un certo operatore.
In alcuni casi questa identità può corrispondere al bilancio di un operatore, cioè alla
relazione che spiega in che modo questo operatore finanzia il proprio deficit o
alloca il proprio surplus.
Un’identità non è un vincolo:
l’identità è verificata sempre, per definizione, e in quanto tale non vincola
il comportamento di nessuno. Per definire un vincolo occorre imporre condizioni
aggiuntive: ad esempio, quella che il saldo contabile fra entrate e uscite sia
nullo, e sia quindi tale la variazione dello stock.
Un saldo non è un
bilancio. Il saldo fra entrate e uscita spiega come si forma un
deficit/surplus, il bilancio (identità di bilancio) spiega come questo
deficit/surplus viene coperto/allocato.
Bene. Ora sapete parlare, e quindi possiamo parlare. Dal
prossimo post.
Che poi F lo inseriamo qui I-Sp+F+CA=0 ed abbiamo l'equilibrio del settore reale dell'economia dato dai tre deficit: privato (I-Sp), pubblico (F=G-T che è F=-Sg=T-G), estero (CA=NX+RNE).
RispondiEliminaDa aggiungere il corollario di Giannino:
RispondiEliminaSe Ft>0 STATO LADRO! STATO LADRO! STATO LADRO!
http://www.youtube.com/watch?v=gZR4u1QAOC8
Leggo sul CdS on line:
RispondiElimina(TITOLONE) La Bce ammonisce l'Italia: 'incertezza politica allontana gli investitori...
(titolino in fondo) Ma l'export italiano non è mai stato così alto dal 2002
Dopo aver bazzicato per oltre un mese sul suo blog e aver "divorato" i suoi principali interventi sul tubo, ho capito che, pur essendo un informatico, avevo in realtà ben chiare le basi dell'economia (non così in modo chiaro e lucido dopo aver assistito ai suoi interventi)...tornando quindi a titolone e titolino, se ho compreso bene, non dovrebbe essere invertito l'ordine di priorità e importanza della notizia? Ossia, non è più importante avere un buon export (credito verso estero) della capacità di avere finanziatori esteri (debito estero)? E' corretto?
Grazie e continui con la sua opera divulgativa e di sensibilizzazione.
Giovanni
La BCE dopo aver dettato la linea politica dell'Italia, ci "consiglia" anche chi votare.
EliminaChissa' perche' perche' i capitali fuggivano quando al governo c'era il rispettatissimo Monti. E chissa' perche' tutti gli economisti seri, tranne quelli alla BCE, dicevano che lo spread (e quindi la fuga di capitali), prezzavano la rottura della zona euro.
Non e' piu' accettabile l'ingrerenza di un organismo non democratico, come la BCE, nella politica di un paese!
“ANCHE IL TG2, HA DATO IN POMPA MAGNA LA NOTIZIA, CHE PER LA PRIMA VOLTA IN 10 ANNI, L'EXPORT ITALIANO VERSO I PAESI NON EURO È IN ATTIVO ED È AUMENTATO DEL 10% ????? ”.
EliminaPeccato che si siano dimenticati di dire “COME STANNO LE ESPORTAZIONI ITALIANE VERSO I PAESI DELLA ZONA EURO”, che dall'anno scorso l’euro si è svalutato approssimativamente al cambio d’oggi del 10% (E l’inflazione catastrofica dove è finita) e che grazie alla stangata made in “Monti-Berlsconi-Bersani” i consumi interni sono crollati e di conseguenza si è pure importato di meno, che le imprese italiane hanno lavorato di meno e prodotto meno ricchezza in generale.
Per quanto riguarda la BCE, siamo ai soliti “MISTERI DELLA FEDE”, per statuto, la politica non può interferire sulla BCE, ma la BCE può rompere i coyotes sulla politica.
O cambiano lo statuto e dicono che politica e BCE si possono rompersi i coyotes a vicenda, o la BCE si occupa solo di stabilità dei prezzi come dice che è il suo mandato, lasciando stare tutto il resto, compresa la politica. Mettetevi d’accordo e finite di romperci i coyotes.
E perchè pure non dicono mai niente del record delle ore di cassaintegrazione fatto dal governo Monti lo scorso anno?
Eliminase proprio vogliamo guardare il pelo nell'uovo , anche occuparsi della stabilità dei prezzi è fare politica ...
EliminaEcco: cerchiamo di capire questo. L'alternativa non è fra una Banca Centrale che si occupa di politica e una che non se ne occupa. L'alternativa è fra una Banca centrale che fa politica al di fuori del controllo di organi democratici (e quindi senza alcuna responsabilità politica per il suo agire politico), e una Banca centrale che fa politica sotto il controllo di organi democratici (Governo). Il resto sono chiacchiere dei giornalisti propagandisti.
EliminaAltri esempi? Ohibò, non capisco davvero a che cosa tu ti possa riferire! Certo il mio compagno di squadra dei bei tempi andati, di quando ero giovane e forte, Rocco, un giovanotto alto quasi due metri, quello che sotto la doccia, rispondendo alla invocazione "e adesso ELICOTTEROOOOOO " impugnava e metteva in rotazione vorticosa lo strumento giusto tra le grida di giubilo dei compagni acclamati, dicevo lui avrebbe potuto propalare qualche doppio senso volgare e sessista... ma io non sono mica Rocco, che diamine... E poi che direbbe Crudelia "la Contessa" Demon....
RispondiEliminaProf ma maccheronicamente (e forse donaldizzando) possiamo dire che il flusso è un "prelievo/versamento" e che lo stock è il "c/c"? (a + o a -); e che quindi il flusso fa variare lo stock cioè che che se te prendi li sordi dar conto corente quello diminuisce?
RispondiEliminaGrazie del post!
È esattamente così. Ho usato nel post l'identità di bilancio pubblica, ma avessi usato quella delle famiglie avremmo avuto, fra l'altro, la variazione dello stock di depositi in c/c, come possibile strumento per finanziare i consumi, o depositare (investire) i risparmi. Tutte queste identità vanno inserite in un quadro coerente (chi ha voluto lo ha già trovato qui) per avere una visione sufficientemente organica dell'economia. Non è difficile.
EliminaScusi proffe...non ho capito la differenza tra saldo e bilancio (nooo scherzo)
RispondiEliminaSeriamente, non so se e' un Italiano che fortunatamente non conosco (non vivendo in Ita seguo poco) oppure e' personaggio letterario tuo, MA CHI E' 'STO DONALDe?
Professo' hoccapito (evvai..)
EliminaE si, sono daccordo e' deleterio
Se non altro perche' si sviluppa ulteriore reazione automatica da parte dei piddini (superacculturati) che non li smuovi piu neppure con argomenti seri .. e tutto diventa complotto (aridaje coi complotti? A me chesso' esperto de tutto anche dei complotti che gireno? )
Ciao Alberto,
RispondiEliminaperdonami se non ho capito ma ho questa domanda: il problema è soltanto di tipo dialettico (quindi è comunque giusto cercare di chiamare le cose col loro nome) oppure ha conseguenze anche sostanziali? Intendo poi nel ragionamento economico? Grazie.
Vale praticamente anche per te la risposta che ho dato sotto a Dimitri. L'idiozia che "importare è bello", secondo te, da dove viene? Non ti sembra un problema economico in un paese che ha un problema di debito estero? Ecco: tutto parte dal non capire l'analisi dei saldi, e soprattutto dal non collegare correttamente ii flussi agli stock. Quando saremo in fondo a questo percorso ti sarà più chiaro, ne sono sicuro.
EliminaAttendo felicemente, allora.
EliminaImportare è bello - poi - va addirittura oltre la non comprensione dei saldi perché è tutta farina di Barnard e Mosler (più o meno). Solo che Mosler è paraculo perché sa che lui se lo può permettere stando negli USA, Barnard no... E dunque ahimé non credo che spiegandogli saldi ≠ bilanci cambino le cose (per lui).
Ho scritto un post (Paolo Barnard è utile o dannoso?) che esce tra i primi risultati su google cercando "Paolo Barnard".
RispondiEliminaIl post fa in media 50 accessi al giorno. Mi sembra un fenomeno che ha riempito la nicchia limitatissima che poteva coprire.
Se ne ha un'ulteriore conferma se si va a leggere uno dei suoi ultimi post in cui dice che tutti lo copiano o gli rubano i concetti (manco fossero suoi contributi originali al sapere universale) incluso questo blog o chiunque parli in certi termini in tv. Incluso Silvio.
Insomma, è davvero il caso di continuare a menzionare Barnard come fenomeno politico/culturale di una certa rilevanza?
Perdonami: il fenomeno sottoculturale Barnard una rilevanza oggettiva ce l'ha avuta. Io non sono molto d'accordo con te quando dici che è un buon antipasto ma un pessimo pasto. Purtroppo la rozzezza del suo argomentare economico ha distorto molte coscienze. Solo chi aveva strumenti culturali per una "metalettura" (culturale, appunto, o clinica) del personaggio riesce poi ad abbandonare il sentiero del facilismo/fascismo e quello del complottismo/favolismo per accedere a una visione più strutturata della realtà. Per te non so, ma per chi come me ha deciso di fare informazione seria il fenomeno Barnard è stato estremamente deleterio (dai commenti su Twitter vedo di non essere il solo a pensarlo), totalmente dannoso, e la necessità di marcare la differenza fra un'informazione seria e una disinformazione sulle cui intenzioni resterà sempre un margine di dubbio rimane tutta.
EliminaUhm.. rimango della mia opinione, ha avuto il merito di aprire il dibattito presso un certo numero di persone che poi hanno avuto modo di passare di qua o da altre parti e approfondire.
EliminaChi non ha gli strumenti culturali per una metalettura e prende qualsiasi arrufapopolo per il Verbo incarnato non ha comunque speranza di seguire certi argomenti, permarrà nell'approfondire la sua conoscenza sulle scie chimiche e i rettiliani.
Del resto in giro a fare disinformazione non c'è solo Barnard, girano pure cartoni sottotitolati come American Dream. A mio avviso è importante che poi su internet ci siano anche i Bagnai che sono disponibili a dare un'informazione sostenuta da argomentazioni solide che sono a disposizione di chi si mette nelle condizioni di poterne fruire. Ma il processo che trasforma un elettore del PD a cui sei tanto affezionato in un disegnatore di pannocchie sulla scheda elettorale secondo me deve passare da una fase Barnard o da una fase American Dream che sono talmente confusi e sconclusionati da mettere nella testa dell'elettore il dubbio che forse non ha capito bene tutto e che deve approfondire. Qualcuno si ferma alla fase Barnard, qualcun altro sarà pronto per leggersi più di un post di goofynomics con la sincera intenzione di capire.
Io sono uno di quelli. E' grazie al suo post sulla MMT, che ho smesso di leggere Donald :)
EliminaMi ha salvato dall'ignoranza! Grazie
Salve a tutti,non ho mai scritto su questo blog e penso che non lo rifarò perché non sono in grado di contribuire e sono qui solo per imparare.Vorrei ringraziare il Prof. per il suo lavoro e portare la mia testimonianza.Ho partecipato al primo summit MMT perché apprezzavo Barnard quando faceva il giornalista e siccome sono di Bologna andare a Rimini non era troppo impegnativo.Io sono un musicista come il prof.ma di economia non capisco una mazza,però mi ritengo un ragazzo sveglio e il summit mi ha lasciato molte perplessità.Questa gallina dalle uova d'oro salva stati salva famiglie e animali in via di estinzione con tanto di logo, mi è sembrata un po' una strunzata (sono un coprolaliaco) e il summit aveva un sentore di messa evangelica o di raduno di Herbalife,un po' troppo all'ammerigana insomma. Per testarne gli sviluppi ho seguito dall'esterno il gruppo che si era formato su FB quel poco che è bastato per rendermi conto di essere di fronte ai prodromi di una setta.Pertanto non sono mai entrato a far parte dei Donaldiani scalzi così come molti che hanno partecipato al primo summit,infatti al secondo erano meno della metà. Non so se Barnard sia in buona fede o meno ma diffondere una teoria scientifica con le sue modalità mi sembra assurdo. Ultimamente poi ha proprio sbroccato. Concordo col Prof. sul fatto che il suo modo di comunicare,tipo andare in TV a dire che dietro all'Euro c'è un complotto ordito da tre neo-nazisti e il Vaticano per riportare l'Europa al medioevo e che la soluzione sta nelle esotiche e salvifiche teorie da lui scoperte sia dannoso perché offre al regime il pretesto per discreditare,accomunando a personaggi come lui, coloro che cercano di fare informazione seriamente.
EliminaPeace
Nel 1999 io e mio fratello aprimmo una attività nel settore dell'informatica.
RispondiEliminaNoi ci occupavamo degli aspetti tecnici, l'attività in se, mentre nostro padre della amministrazione.
Non sapevo nemmeno cosa fosse una fattura.
Il mio motto era "vendere, vendere, vendere a qualunque costo !".
Ben presto mi accorsi che non era una logica che ci avrebbe portato lontano e che avrei dovuto imparare qualcosa da mio padre.
Dovevo riuscire a capire che relazione vi era tra il margine sulle vendite e quanto ci costava complessivamente vendere con quel margine. Le cose andarono meglio.
Improvvisamente mia padre scomparve pochi anni dopo.
Eravamo quasi decisi a mettere tutto in mano al commercialista che però mi convinse ad imparare un po' di contabilità.
Con qualche ora di lezione dal commercialista e un libro di ragioneria di un amico imparammo come è fatto un bilancio, configurammo le causali di contabilità sul software gestionale ect. ect.
Da allora andiamo dal commercialista praticamente solo per la dichiarazione dei redditi.
Non sarebbe male che ognuno avesse delle basi di contabilità per capire cosa ci raccontano i politici e soprattutto quando parlano senza nemmeno avere idea di cosa stanno parlando.
Almeno sapere che relazioni ci sono tra costi, ricavi, attività e passività, come mai è perfettamente sostenibile un finanziamento di centomila euro in 20 anni per una attività che fattura cinquantamila euro all'anno !
Mamma mia che ho detto, un indebitamento del 200% sul giro di affari ?
Occorre qualche ripasso dalla mia amica Ushi.
Ma in Germania una start-up con cosa parte con la vecchia fune avvolta intorno all'abero motore, oppure a spinta ?
Secondo me qui un grosso danno lo ha fatto anche il sostituto di imposta che ha fatto si che moltissimi concetti economici anche banali non fossero argomenti di interesse generale. Al dipendente della busta interessa solo la casella "netto" e da ciò che racconti in questo commento anche chi fa impresa spesso non si preoccupa di capire delle componenti fondamentali del suo lavoro che appunto non è solo "vendere" ma anche analizzare tutti i fattori economici in gioco attorno alla propria attività e prendere delle decisioni di conseguenza.
EliminaTutto parte sicuramente dalla scuola a cui interessa poco passare certi concetti ai ragazzi (si potrebbe fare già alle medie) ma le conseguenze sono devastanti. Che Donald faccia breccia nelle menti di molti (per la gioia di Bagnai) è una delle conseguenze ma il problema parte a monte ed culturale. In questo l'Italia e gli italiani hanno davvero dei limiti, imposti da un sistema educativo sconclusionato che è forse uno dei più grandi costi della politica che abbiamo subito negli anni addietro... altro che auto blu e stipendi dei parlamentari.
Concordo e aggiungo che a scuola dovremmo ricevere basi sostanziose di educazione civica, stradale e SESSUALE !!!
EliminaIn questo paese pare che nessuno sappia che in una rotatoria la freccia e la si mette quando si esce e non quando si entra, maremma gatta !!!
Potrei aggiungere che io eliminerei l'ora di religione, ma qui il terreno è franoso !!!
Ma, vediamo cosa potrebbe venire fuori.
A proposito di indebitamento.
RispondiEliminaSe uno che vuole iniziare una attività non si indebita non la inizierà mai.
Come quando vogliamo avviare un'auto, se non ci indebitiamo un po' con la batteria promettendole di restituirle l'energia una volta in moto non ci muoveremo mai di casa.
Debito pubblico e privato: nei sistemi moderni, in particolare nel sistema euro, se non ci fosse debito non vi sarebbe nemmeno un euro in circolazione !!!
A meno che qualcuno, mettiamo il tesoro, non immettesse denaro stampandolo direttamente.
Ma nei paesi con sovranità monetaria non è proprio così che succede ?
Il debito che il tesoro ha con la banca centrale non deve mai essere restituito, deve solo essere modulato.
Ora mi fermo, ho scritto a raffica cinque o sei commenti, dai e dai mi spingo troppo e Bagnai mi squalifica !
RispondiEliminaE' il 10% del fatturato + gli interessi di periodo ( se 200 mila euro è la quota capitale).
EliminaMa visto che hai deciso di "ammazzare" la tua leva operativa ti do una dritta "LA FINE DEL MITO DELLA QUOTA DI MERCATO"
http://shop.bcdeditore.it/product.php?productid=16501
*****
Ma in realtà bisognerebbe domandarsi:
1) cos'è il pareggio di bilancio in una azienda?
2) a chi è rivolto?
R.1) il pareggio di bilancio crea un vincolo di Bilancio dettato da una scelta non prevista per legge,
R.2) è rivolto ai creditori aziendali, nel senso che è una dichiarazione di certezza del credito corrente, in quanto i soci copriranno la gestione corrente laddove i costi di gestione siano superiori ai ricavi.
E' ovvio che i soci tenderanno a far si che il pareggio sia raggiunto all'interno del giro di affari trovando un equilibrio fra costi e ricavi, al fine di non dover coprire i maggiori costi con i risparmi personali.
MA LO STATO NON E' UNA AZIENDA.
Tu i soldi te li devi guadagnare,lo stato è sovrano è a una marcia in più che non è la ricusazione del debito quella c'è l'hai anche tu puoi sempre portare i libri in tribunale se non hai messo fideussioni o non hai vincoli di PDB. Lo stato possiede la stampante e la carta con cui crea denaro (o lo assegna come unità di conto) e dal 1971 non è nemmeno obbligato più il $ alla conversione in oro.
CHE BELLO POSSIAMO CREARE BENESSERE SENZA AVERE UN LIMITE FISICO DETTATO DA UN METALLO NORMALMENTE SCARSO IN NATURA.
Ma la creazione di denaro crea inflazione e questo danneggia il creditore....( e anche noi se non sostituisci l'oro con beni materiali e immateriali,non esiste la bottega del denaro per tutti, il fornaio fa il pane se deve campare).
Bene, a parte il fatto che il debito è denaro preso in prestito, e il suo rinnovo è solo un cambiamento del soggetto che ti fa credito,ma anche la sua restituzione come quota capitale non dovrebbe creare problemi perchè è una restituzione di denaro che in origine era già in circolazione (stampato e digerito).
Chissà se è possibile dare il Nobel a un blog...se si lancio una indagine di ricerca su questa riflessione.
Lo Stato finanzia le opere pubbliche stampando moneta senza conteggiarla nel debito pubblico,mettiamo che sia una scuola che deve essere ammortizzato in 30 anni ogni anno toglie dal circuito monetario la quota di ammortamento e ristabilisce l'equilibrio quantitativo della moneta in circolazione.
Naturalmente va da se che la velocità di circolazione della moneta non è un problema dello stato riguarda la sfera degli affari privati e di solito è segno di salute se gli affari sono fra persone perbene.
PS: Vedi sempre se c'è un margine di contribuzione, alla fine i conti in bilancio si aggiustano da soli, naturalmente va da se che il cliente deve essere affidabile :-)
Non ho capito bene in cosa e perché sei in accordo o in disaccordo con me, provo comunque a replicare con alcune osservazioni.
Elimina"...Lo stato possiede la stampante e la carta con cui crea denaro..."
Per gli stati con sovranità monetaria (quelli che costituiscono il 90% del PIL mondiale con le loro economie) direi che è proprio così.
"CHE BELLO POSSIAMO CREARE BENESSERE SENZA AVERE UN LIMITE FISICO DETTATO DA UN METALLO NORMALMENTE SCARSO IN NATURA"
Che idiozia stai dicendo, stampare o fare debito serve per dare stimoli anticiclici ad una economia in affanno.
"Ma la creazione di denaro crea inflazione e questo danneggia il creditore....( e anche noi se non sostituisci l'oro con beni materiali e immateriali,non esiste la bottega del denaro per tutti, il fornaio fa il pane se deve campare)."
L'inflazione, in una economia sana, è sintomo del fatto che gli stimoli suddetti sono stati introdotti più che a sufficienza. L'inflazione danneggia i creditori che si incacchiano quando un paese svaluta, ma c'est la vie, quando un creditore presta investendo i suoi risparmi lo sa bene che rischia, proprio per questo hanno inventato gli agganci valutari. L'inflazione se contribuisce al rilancio e crea lavoro non danneggia certo i lavoratori, non sicuramente quelli che il lavoro non l'avevano.
"...perchè è una restituzione di denaro che in origine era già in circolazione (stampato e digerito)."
Se fai debito aumenti la quantità di denaro in circolazione, in origine quel denaro come poteva esserci stato ?
"Lo Stato finanzia le opere pubbliche stampando moneta ..."
Lo stato non finanzia mai stampando brutalmente, fa sempre e comunque debito anche quando questo viene comprato dalla banca centrale (e in questo caso è emissione monetaria) altrimenti il bilancio non può quadrare. Quando si accende un mutuo accando alla attività data dall'accredito sul conto corrente occorre una passività che rappresenta il debito che si ha con la banca.
Si io e te, abbiamo una attività e una passività in bilancio. Anche lo stato volendo può emettere nelle passività la nuova moneta e nelle attività la nuova opera pubblica. Ogni anno toglie dalla circolazione la moneta relativamente alla quota di ammortamento.
EliminaIL TUTTO SENZA FARE DEBITO(E' UNA PARTITA DI GIRO INTERNA AI CONTI DELLO STATO).
NON E' QUELLO CHE FA ORA MA QUELLO CHE PROVOCATORIAMENTE IO DICO CHE POTREBBE FARE. STA IN PIEDI?
La buona e vecchia pratica della partita doppia. Grazie per la pazienza di spiegarci concetti per lei elementari.
RispondiEliminaP.s. Ot: le ho mandato un messaggio in privato per il 22 aprile.
Professore, in ogni caso, mi sembra di aver capito, se non è così sono pronto al cazziatone, che un governo che si vincoli al pareggio di bilancio, costringe tutto il settore non governativo a vivere di export, pena, nel medio lungo periodo, un progressivo impoverimento sia di aziende che salariati, e non avendo la possibilità di agire sul cambio della moneta, per recuperare competitività, necessariamente si adotta la svalutazione interna. Spiegato con criterio spannometrico, questo concetto l' ho sentito esprimere più volte anche a Donald, non so poi come sia arrivato da questo a "Importare è bello"....io direi esportare è bello, purchè ci si liberi della fissità del cambio e quindi gli utili delle esportazioni vengano ripartiti tra aziende e lavoratori.
RispondiEliminaSe ho detto delle castronerie, correggettemi tutti quanti, grazie.
Sì, è così, ma non si può vedere direttamente dalle relazioni presentate in questo post. Eventualmente, lo si vede dalle relazioni presentate in Premiata armeria Hellas, o nel mio piccolo manuale. Se il saldo pubblico è sterilizzato a zero, il settore privato può accumulare ricchezza netta (avere un surplus) solo a fronte di strumenti emessi dal settore estero (che quindi è in deficit con noi - lui - perché noi siamo in surplus con lui).
EliminaIn questo post lo si capisce però indirettamente. Se col vincolo di bilancio il rapporto debito/Pil tende a zero, questo significa che nel portafoglio delle famiglie l'incidenza (rispetto al reddito) dei titoli pubblici nazionali sostanzialmente svanirà: compreranno titoli esteri. Non so se è più chiaro, ma mi sembra che ti sia già abbastanza chiaro. Ovviamente andremo avanti su questa strada.
Ah certo, vede ? A fare domande ci si guadagna sempre, questa cosa dei titoli non l' avevo considerata, di fatto in questo modo si rischia di diventare creditori verso l' estero invece che debitori, resta una questione...che se continuiamo su questa strada, i salariati non avranno nessun tipo di risparmio da investire in titoli esteri, e a questo, secondo me, ci siamo già; mentre se in titoli esteri vengono investiti gli utili d' azienda, questo non farà altro cha accorciare ulteriormente l' orizzonte temporale delle aziende stesse, insomma abbiamo (hanno) innescato un circolo perverso....e qui mi taccio, le domande che vorrei fare sono millanta, ma non voglio rubare prezioso spazio. Grazie per la risposta.
EliminaOT, scusate. "Non possiamo dire che siamo messi così male per colpa di 13 mesi di governo Monti. Siamo messi così perchè ci sono stati anni di governi di destra che hanno negato la crisi. Berlusconi è perfetto come incantatore di serpenti, va in televisione e risale nei sondaggi come se non avesse mai governato". Chi l'ha detto?? Indoviniamo?
RispondiEliminaIl segretario della Cgil, Susanna Camusso, a un incontro con gli studenti dell'Istituto Federico Caffè. CVD. Non che sia una novità. Ma come al solito anche il sindacato tira l'acqua al mulino del PD (e Monti), che notoriamente come spiegato qui sul blog, fanno gli interessi dei banchieri piuttosto che quelli dei lavoratori...
Semplicemente, come tanti Piddini (stavolta con la P maiuscola) straparlano di destra e sinistra senza aver compreso una beata mazza di quello che la parola "sinistra" voglia dire.
EliminaMi piacerebbe anche riderne in futuro, non fosse che molti Piddini la tranvata arriverà come una tragedia, portando anche a loro molta, molta sofferenza. E non sembrerà qualcosa di "sinistra".
Ne traggo le mie tre deduzioni:
RispondiElimina- l'esigenza teTtonica di una politica commerciale mercantopiratesca, nasce proprio dal vincolo autoimposto del marco forte perché forte è bello e debole brutto.
- dire pareggio di bilancio equivale a non poter adottare alcuna politica di stimolo, a meno che non si adottino forzatamente politiche mercantilistiche sull'esempio alsaziano. Peccato che ciò comporti uno squilibrio in termini di crescita totale, dovuta all'impoverimento della colonia mercantile che si riflette inevitabilmente sulla crescita del mercante che rischia di perdere il frutto del proprio mercanteggiare oltre all'esaurimento delle colonie stesse...
- eppure keynes lo prevedeva un meccanismo di riequilibrio quando propose il Bancor, affinché la crescita fosse grosso modo equidistribuita, quindi non è un arcano concetto da decifrare o venuto a galla di recente. Perché non gliene importa nulla a nessuno?
Vorrei segnalare ai lettori del blog un articolo di Paolo Manasse pubblicato oggi su Voxeu.
RispondiEliminaViene fatto il confronto dell'evoluzione della crisi negli Stati Uniti e nell'Eurozona a partire dal 2006 e per quanto riguarda quest'ultima, viene evidenziato tra l'altro, ciò che il Prof spiega da sempre. Le cause della crisi Europea sono state originate da shock asimmetrici specifici nei vari paesi: in Grecia il deficit delle partite correnti, in Irlanda e Spagna il boom del credito e la crisi delle banche, in Italia la crescita della produttività. Il mercato del lavoro è segmentato i sistemi bancari e di welfare sono differenti cioè l'Europa non è un'area omogenea e la risposta europea, che è stata una stretta fiscale maggiore proprio nei paesi dove gli shock sono stati più forti, non ha migliorato le cose anzi aggravato la situazione aumentando quelle asimmetrie che hanno viziato sin dall'inizio la moneta unica.
Non ho una formazione economica, per quello che penso di aver imparato devo ringraziare il metodo Goofy, per cui, al solito, potrei non averci capito la classica beneamata; però Manasse non è uno passato di lì per caso e se dice che le cose per la sopravvivenza dell'euro stanno peggiorando, e questo l'ho capito perché lo scrive esplicitamente nell'articolo, penso gli si possa dare fiducia. Spero che l'euro giunga all'inevitabile al più presto, prima della devastazione completa dell'Italia e dell'Europa mediterranea.
Grazie. Lo conoscevamo. Manasse ha già pubblicato questo materiale l'8 dicembre sul suo blog. Ne consegue che abbiamo contezza del fatto che Manasse all'estero (o in inglese) dice a dicembre quello che Sapir diceva in francese a novembre e Bagnai in Italiano due anni fa (vedi alla voce camicie brune).
EliminaDiciamo che nel sesso può essere una buona idea non dare fiducia a chi arriva prima, ma in economia non mi sembra una grande scelta dare fiducia a chi arriva dopo. Vedi tu. Io sono un economista praecox.
Intendo dire che si possa dare fiducia al fatto che l'articolo non sia un tentativo di disinformazione dato che in esso riconosco argomenti affrontati nel blog.
EliminaSolo questo, non era mia intenzione dire che, per questo articolo, allora l'autore sia degno di fiducia in generale. Non mi sento qualificato per poter fare una tale affermazione.
Dal basso delle mia conoscenza approssimativa e lacunosa, ritenevo che, essendo l'autore mainstream, l'articolo potesse essere degno di menzione, forse lo è ma, beato me che non ci ho capito una mazza, non per ciò che mi era sembrato importante.
Grazie per la pazienza di sopportare anche i lettori come me.
Hai fatto bene a segnalarlo. Io volevo solo mettere in evidenza come nel vero mainstream certe tesi siano assolutamente ovvie (se ci potevo arrivare io da Pescara tre anni fa!), e nel mainstream de noantri, a destra come a sinistra, regni assoluta e incontrastata l'ipocrisia, che a me da molto più fastidio dell'ingnoranza. Ti potrei mandare uno scambio che ho avuto su Twitter con uno di questi campioni... C'è da ridere!
EliminaEgr.Prof.Bagnai,
RispondiEliminafelice che abbia ricominciato a postare e commentare.
Doverosa premessa, non sono un figlio di Mammeta ne un grillino ne un attivista politico, e confesso che francamente sarei disposto a farlo, giusto se c'avessi veramente qualcosa da guadagnarci in termini economici. Niente. Ho provato a pagar bollette con le pacche sulle spalle, i complimenti e l'entusiasmo, ma quei bastardi volevano i soldi. Gli euri, proprio.
Leggendo della fine che sta facendo la Germania, non posso fare altro che constatare che si stanno avverando alcune sue previsioni, ma non riesco a conoscere tutto quello che lei ha detto in proposito.
Quello che mi preme sapere, come credo, o presumo di credere, che possa interessare a molti, è qualche previsione su quello che sta per succedere.
A me è chiaro solo che il vincolo di pareggio di bilancio è utile come una pesante pietra al collo mentre si nuota durante una tempesta in mare.
Ho desunto, e mi scusi se ho capito male, che l'insostenibilità dell'euro per l'Italia prima o poi porterà ad un collasso: o l'unificazione europea delle leggi sul lavoro (cosa che non vuole nessuno) o il crollo dell'euro.
Quando avverrà? Quand'è che cambierà qualcosa?
Se è possibile, non le chiedo di mostrarmi formule, con una equazione che dice "Il collasso si verificherà la condizione f(x) = qualcosa", ma proprio di azzardare previsioni temporali.
Un mese? Un anno? Oppure "bisogna attendere la reazione di questo paese a questo evento X"....
Se questa mia richiesta dovesse sembrare anche solo lontanamente una provocazione cancelli pure il messaggio.
In ogni caso le faccio i miei migliori auguri per il suo lavoro.
cordialità
Carissimo, questa domanda ricorre, e ricorre anche la risposta. Non considero provocatoria la domanda, anzi, però la risposta è praticamente sotto ogni post!
EliminaAneddoto di vita vissuta:
RispondiEliminaOggi, verso le 13 e 30, sento suonare alla porta. Vado ad aprire e ti vedo due signori che mi dicono festanti:
- Buongiorno, siamo i rappresentanti di... - era la marca di una nota fabbrica italiana di elettrodomestici.
Io li stoppo subito dicendo:
- No, scusate, non mi interessa.
Uno dei due allora mi fa, accomodante:
- Forse l'abbiamo disturbato in un'ora poco opportuna, stava pranzando?
Al che gli rispondo deciso:
- No, guardi, nessun disturbo, ma è a causa del crollo dei consumi interni.
E' indescrivibile l'occhiata di malanimo che i due mi hanno rifilato nell'andarsene. Il rifiuto di ascoltare le loro offerte perché stavo pranzando l'avrebbero anche accettato, ma quello motivato dal crollo dei consumi proprio no. Chissà, magari ho infranto un loro sogno, o fogno.
Magari sono persone che hanno perso il lavoro e adesso cercano di sbarcare il lunario facendo i rappresentanti... Più che di un sogno a volte si tratta di semplice sopravvivenza.
EliminaMi permetta di rubargliela, la prego!
EliminaUna domanda. Da poco più di un mesetto le Borse hanno ricominciato a salire, compresa quella italiana. A cosa è dovuto tale ottimismo? Alla riduzione degli squilibri delle bilance dei pagamenti? Se è così, sembrerebbe che i mercati leggano il dato senza vedere quello che c'è dietro, ovvero che questa "convergenza" era prevedibile, date le politiche deflazionistiche dei paesi del sud Europa. La domanda che mi pongo è: non è possibile il caso in cui tale politiche finiscano per avere un successo parziale, cioè ci portino in una situazione di stallo per la quale le cose non migliorano ma almeno smettono di peggiorare o migliorano solo in modo lieve (ma sufficiente a far dire che siamo usciti dal tunnel e che tali tassi asfittici di crescita siano i prodromi di una nuova luminosa stagione)? In tal caso si potrebbe andare avanti anni in una situazione di stallo, nella quale la moneta unica resta in piedi e si tira avanti senza eventi che ne possano decretarne la fine? E' uno scenario ipotizzabile o la teoria non prevede che si possa raggiungere un equilibrio di questo tipo?
RispondiElimina@Armando
RispondiEliminapremesso che in aiuto dovrebbero venire coloro che ci lavorano (in borsa) ma..
dico io: la borsa di quanto è crollata? il +5% sul -70% mica è una gran vittoria!
e poi qualche ondata di acquisti prima o poi arriva (o no?)
@Ciro Rag. Cazzanica
RispondiEliminami permetto di intervenire
UNIFICARE le leggi sul lavoro è solo uno dei tanti esempi!
ma perché non serve a nulla avere i COCOPRO in tutta EZ quando non puoi andare in Finlandia:
a) perché non conosci la lingua
b) perché non ne conosci il diritto (specifico)
c) ma perché costa trasferirsi sia dal punto di vista economico sia da quello emotivo
poi si può discutere di diritto del lavoro e INPS comuni!
ma ora come ora non si può!
bisognerebbe avviare un processo trentennale (lingua UNICA e diritti penali, civili.. comuni) e poi riprovare con la moneta unica.
Ma io soprattutto mi chiedo :a cosa dovrebbe servire una USE?
Eliminadobbiamo realizzare l ucronia di 1984 di G.orwell?
io rifletto da tempo che se non esistessero superstati federali incluso usa e cina forse sarebbe meglio..
Alberto sa che è un periodo di disinteresse, ma mi permetto una considerazione su Barnard e sul metodo. Tralasciando gli aspetti grossolani della sua divulgazione economica, quello che più è grave a mio avviso, è il suo spingere continuamente sull'aspetto "sentimentale". Le sue continue accuse a chiunque lo critichi (io, Alberto e qualche altro utente) di per sé sarebbero naturali in un normale dibattito. Ma qui non c'è nessun dibattito, qui c'è un giornalista che fa la valletta di Warren Mosler (e poi accusa gli altri di farlo).
RispondiEliminaPerché mai un individuo dotato di spirito critico e accesso a internet, dovrebbe credergli ciecamente? Io non ho problemi con la sua narrazione della crisi europea in termini storici, nel senso, a grandi linee si può apprezzare il lavoro (molto molto a grandi linee, va da sé), ho problemi con la sua teoria economica. E qui comincia il problema: chiunque sia contro la sua teoria economica, o ne evidenzi le contraddizioni, o anche semplicemente si ponga dei dubbi, è una persona insensibile che non conosce il dolore della povera gente. Questo per me è un modo schifoso di fare informazione. Sfruttare la propria opera di volontariato per avvalorare le proprie tesi economiche è un'operazione meschina che però funziona. Un ottimo strumento di marketing. Funziona più o meno così: "io faccio volontariato, assisto i malati terminali, volete che vi proponga qualcosa che sia contro le persone?".
Oscar Giannino, non un omonimo, proprio lui, stando alla sua biografia è un volontario che assiste i malati di cancro. Avete mai sentito Oscar Giannino sfruttare questa sua lodevole opera per avvalorare le sue tesi pre-keynesiane? No. Perché evidentemente Oscar Giannino, seppur discutibile nelle sue idee, è una persona corretta.
Non ho più granché da dire a riguardo, anche perché, onestamente, Paolo Barnard (come Oscar Giannino peraltro) non reggerebbe il confronto mezzo secondo se parlassimo di economia. Infatti non discute mai di economia, ripete di economia, che è diverso.
Dato che le cose non avvengono per miracolo, la causa scatenante sono probabilmente le politiche espansive che sono in procinto di essere applicate in quasi tutti i Paesi avanzati extra-eurozona, che dovrebbero invertire la tendenza e forse alleviare anche la catastrofe dell'eurozona.
RispondiEliminaSfortunatamente, le politiche espansive che applicheranno Giappone, USA, Cina, Svezia, UK e via dicendo, tenderanno con tutta probabilità a rafforzare al cambio ancor di più l'Euro rispetto a Dollaro, Yuan, Yen etc, rendendo ancor più costose le nostre merci e dunque ponendo un peso aggiuntivo alla competitività del export EA-17.
Oltretutto, anche se dovesse verificarsi una ripresa dei mercati extra eurozona, non è detto che tirino anche noi, inteso come export italiano o quello greco.
Intendo, che anche se si verificasse una sufficiente facilità di accesso al credito per famiglie e imprese o un allargamento dei mercati tramite politiche volte a sostenere l'occupazione, non è detto che l'importatore Cinese non continui a comprare il wurstel tedesco anziché la feta greca come ha fatto finora, accentuando ancor di più le disparità intra-eurozona.
@Istwine
RispondiEliminagran bel post
...non son sicuro d'aver capito.
RispondiEliminaPer caso...
F = G – T non è un bilancio settoriale?
:)))))
(...mi fa morire, prof! :) )
Prof. lo studente di passaggio che ragionava al contrario per le ovvietà sarebbe il sottoscritto!
RispondiEliminaEppur non si direbbe tanto di passaggio, per colpa sua sto ancora qui a leggere il suo blog e a leggere i suoi libri (si dico libri, al plurale perchè per la mia tesi sulla Cina, non potevo evitare di citarla!). In bocca a lupo prof!(per il futuro posto da ministro!)
Salve prof.
RispondiEliminaStavo riflettendo che un riscontro indiretto al fatto che effettivamente l'indebitamento è privato (e non pubblico) è la banale constatazione della diffusione di forme di finanziamento e professionalità che si sono avute negli ultimi anni, e mi riferisco in particolare alla nascita delle finanziarie che sono spuntate come funghi, al prestito con la formula della trattenuta del quinto dello stipendio e alla nascita della figuarda professionale del mediatore creditizio. Negli anni 90 si diffuse la figura del promotore finanziario grazie alle riforme europee della banca universale e testo unico della finanza. Poi è arrivato il mediatore creditizio che dava soldi anche ai poveracci con la formula del quinto ed io restavo assolutamente perplesso quando vedevo gente squattrinata entrare in queste piccole banche che finanziavano l'impossibile. Adesso qual'è la figuara professionale piu diffusa? Andando in giro non fanno altro che richiedere esperti di recupero crediti, perchè una volta che questi soldi privati sono stati elargiti adesso che non vengono restituiti si cerca di recuparare il recuperabile con le buone o con le cattive. E guarda caso la figura del recupero credito si è diffusa anche tra stati.